All'interno di un collegio decadente ed eccentrico, la quattordicenne Desdemona, in compagnia delle sue amiche Cassandra e Animone, si sollazza tra orge e delitti, bevendo l'allucinato- rio Cocktail Reietto, e si diverte a drogare le vittime iniettandogli nei globi oculari il potente Acido Viperinico Liquido. Tali imprese crudelmente voluttuose si compiono sotto il nome del Manifesto Delle Spietate Ninfette, di cui fanno parte le tre feroci e lussuriose fanciulle, abitanti insieme la Stanza Furente, e dedite al massacro di ogni purezza. Le integerrime collegiali, le orrende istitutrici Polissena e Pelopia, l'altera direttrice Andromaca, la burrosa insegnante Gio- casta, il consorte custode Agamennone, i dotati diciottenni Creonte e Minosse che frequentano il conservatorio poco distante, tutti sono in ostaggio delle Spietate Ninfette, che, traendone cospicui profitti, li condurranno dentro giochi colmi di scellerate turpitudini. Con V.M. 18, che sembra essere germogliato sovrapponendo alla surreale favola di Alice nel paese delle meraviglie l'efferato erotismo delle Centoventi giornate di Sodoma del marchese De Sade, Isabella Santacroce partorisce pagine senza alcuna pietà e censura e proietta il romanzo in una dimensione mitica e nel solido impianto di una tragedia classica, creando un inedito decadentismo sadico-anarchico-libertino-estetizzante.