Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 Strutture ad anfore: un sistema di bonifica dei suoli. Qualche parallelo dalle Provinciae Hispanicae Embedded-amphore structures: a way to reclaim lands. Some parallel from Provinciae Hispanicae DE EBRO, ZARAGOZA) MARIAVITTORIA ANTICO GALLINA RIASSUNTO based on the objectives of the technicians who applied this particular building style. L’autrice, partendo dallo studio dei fattori tecnici necessari per analizzare un singolare metodo costruttivo con anfore poste PAROLE CHIAVE: Interventi geotecnici e idraulici, età ro- nel sottosuolo, illustra alcuni casi dell’Italia Cisalpina, come mana, anfore nel terreno, terminologia. Mediolanum, Cremona, Novaria ed altri ancora e li mette a confronto con casi delle città ispane. La finalità degli accumuli PALABRAS CLAVE: Mejora de las características del terre- di anfore si comprende attraverso le caratteristiche litologiche no, edad romana, ánforas, terminología. dei terreni: si tratta infatti di metodi di miglioramento delle condizioni geotecniche e idrauliche per i quali non è corretto KEY WORDS: Geotechnical and Hydraulic Reclaim, Roman usare come termine convenzionale «drenaggio».Sulla base di Age, Embedded Amphorae, Terminology . queste esperienze l’A. riflette sui casi di Saragozza e Cadice, e sulla terminologia più adeguata. RESUMEN A Enrico, mio marito La autora, que desde los años ochenta estudia los sistemas 1947-2008 de mejora de las características del terreno con ánforas, par- tiendo del estudio de los factores técnicos necesarios para analizar un método único de construcción a base de ánforas Se al noto studioso spagnolo Miguel Beltrán Lloris colocadas en el suelo, ilustra algunos casos de la Italia Cisal- pina, como Mediolanum, Cremona, Novaria y otros, y los com- si deve, oltre alla preziosa classificazione tipologi- para con hallazgos en ciudades hispanas como Zaragoza y ca alla quale chi studia il materiale anforario ha fat- Cádiz. El propósito de los acúmulos de ánforas puede enten- to e fa ricorso, il merito di aver dilatato la sua ana- derse por las características litológicas de las zonas en las que se aplicó esta técnica, por lo que la autora reflexiona sobre la lisi inserendo, nel quadro di una più generale casistica terminología más adecuada a aplicar según el objetivo perse- sull’uso secondario —oggi diremmo reimpiego o, più guido por los técnicos que adoptaron esta particular forma de spietatamente, riciclaggio— di tali contenitori da construcción. trasporto, quello relativo all’ambito edilizio, credo che, per questo specifico settore, si debba riconoscere SUMMARY alla penisola italica il primato delle attestazioni ar- The author, who has been studying systems of reclaiming cheologiche, e dunque il primato ‘quantitativo’ di land using embedded-amphorae since the 80s, illustrates cas- questo singolare tipo di ‘uso edilizio’ delle anfore.1 es from Italia Cispalina, such as Mediolanum Cremona, Par- ma and Novaria among others and compares them with finds in Spanish cities (Zaragoza, Empuries, Cádiz) based on the 1 Basti considerare che già solo entro i 2000 mq. indagati study of the technical factors needed to analyze this particu- all’interno dell’Università Cattolica di Milano —suburbio lar building method. The purpose of these embedded-ampho- occidentale della città romana— sono state individuate sva- rae can be understood through the lithological soil character- riate decine di accumuli anforari, oggetto di una tesi svolta istics of the areas in which this technique was used in order nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Archeologia to improve the geotechnical and hydraulic soil conditions. The del nostro Ateneo. Vd. già al riguardo Salsarola, Locatelli et author reflects upon the most adequate terminology to apply alii 2001: 10. 180 MARIAVITTORIA ANTICO GALLINA Occupandomi, dalla metà degli anni ’80,2 di tale dei quali è italico, avvenuto nel quartiere di Castro questione, ritengo utile da una parte rimarcare l’ap- Pretorio, in Roma (1878). Dressel, che pubblicò il porto dello studioso spagnolo e dall’altra riproporre ritrovamento avvenuto fra Porta Collina e Porta Vi- alcuni, emblematici, casi italici e ispanici. minale,10 specificò trattarsi di centinaia di anfore In effetti, sulla scorta in parte delle fonti letterarie, individuate alla profondità di m 1,40 dal piano di in parte dei rinvenimenti3 avvenuti anche al di fuori campagna, per un’estensione, da N a S, di m 16, della penisola iberica, accanto ad anfore usate come capovolte e in più ordini sovrapposti, da 3 a 6. Un urne funerarie, o per la decantazione di acqua salina, «grande deposito», che doveva continuare verso N, come vasi acustici, vasi per fiori, elementi interrati per a motivo della grande quantità di anfore analogamente definire confini, custodie per tesoretti monetali, Bel- disposte individuate nel 1870, e il cui intento era, tran Lloris pone le anfore nella loro qualità di mate- secondo Dressel, di riempimento della vicina fossa riale da costruzione. E’ anzi proprio il contesto costrut- aggeris serviana e di isolamento dall’umidità. La tivo che viene considerato per primo nel quadro delle datazione del tipo anforario più recente al 45 d.C. tipologie applicative delle anfore quale materiale ‘al- e la sua posizione negli strati più bassi dell’accumulo ternativo’, usate intere o frammentate: si rammenta consentirono già a Dressel l’ipotesi di un’unica rea- dunque il sistema di ‘riempimento’ delle coperture a lizzazione della colmata della fossa alla metà del I cupola,4 o dei muri pertinenti a forni,5 le si menziona sec. d.C.11 come elementi atti ad opere di contenimento (Byrsa- Si ritornerà a breve sul soggetto del Castro Pre- Cartagine),6 come condotte idriche, si osserva infine torio e su una panoramica italica ed ispanica a con- il caso di anfore che presentano dei fori all’altezza del fronto, non prima, però, di aver tratteggiato taluni collo, del ventre o nel peduncolo. Questo ultimo par- problemi a mio parere ancora connessi allo studio ticolare denunzia il fatto che rispetto all’elencazione delle anfore nell’edilizia. Sarà l’occasione per una dei vari usi delle anfore così come possiamo già leg- comune riflessione sulle numerose e diverse questioni gere nelle fonti letterarie7 Beltran Lloris mosse un che lo studio del loro ‘uso secondario’ comporta, ulteriore passo verso una lettura più critica delle con- dall’aspetto interpretativo a quello terminologico. dizioni di questo tipo di reperto, sebbene riconosces- se che «aunque desconocemos el uso exacto».8 Per il caso di anfore inserite nel terreno egli ri- LO STUDIO DELLE ANFORE NEI TERRENI corda il riempimento di fossati,9 il più significativo SCEGLIERE LA TERMINOLOGIA 2 Avendo introdotto già dai primi anni d’insegnamento i contenuti delle Scienze della terra come supporto agli argo- I numerosi esempi di ritrovamenti di analoga menti trattati. L’interesse per il tema dei sistemi fondazionali e, fra essi, delle anfore nel terreno rientra pienamente nell’ot- morfologia (anfore capovolte e verticali poste entro tica interdisciplinare della Topografia antica, insegnata dalla il terreno) nelle regioni meridionali della Gallia Tran- scrivente nei corsi di laurea della Facoltà di Lettere e Filosofia salpina12 hanno condotto gli studiosi francesi all’ado- e nella Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Univer- sità Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano. E’, d’altronde, zione dell’espressione «vides sanitaires», intenden- ampiamente risaputo che soprattutto per gli studi di Topogra- do definirne la precipua funzione, così come gli fia antica l’esigenza di lettura ed interpretazione dei fenomeni studiosi italiani hanno adottato per i numerosissimi antropici (insediamenti, necropoli, suddivisioni agrarie, opere infrastrutturali, sistemi di distribuzione e approvvigionamento casi della Gallia Cisalpina, accanto alla più genera- idrico, tecniche e scelte edilizie) procede parallelamente al- le indicazione di «deposito di anfore», il termine l’acquisizione dei dati ambientali ed alla valutazione delle pe- «drenaggio». La scelta di comprendere e verificare culiarità geomorfologiche e pedologiche dei territori. 3 Già Morel 1877, s.v. Amphora , riportava il ritrovamento le modalità del supposto «drenaggio» (quale acqua, (1789) di un magazzino colmo d’anfore che colpisce perché cioè, potessero e dovessero drenare) ha accompagnato morfologicamente accostabile alle strutture ad anfore ogget- i miei studi, consentendomi di ottenere alcune cer- to di questa nota. La totale perdita di ogni dato rende impos- tezze. Analizzando le svariate centinaia di accumuli sibile ogni considerazione. 4 Lugli 1957: 671-672. anforari, nel frattempo censite, secondo due criteri 5 Con evidente effetto coibentante. Vd. anche Antico Gal- prevalenti: lina 2011c. 6 Delattre 1894: 89-119. 7 Nessuna fonte fa menzione della bonifica attuata con ac- 10 Fra via Gaeta, Volturno, Montebello, la zona dell’antica cumuli anforari. Per una breve sintesi vd. Antico Gallina vigna della Certosa: Dressel 1879: 5. Vd. CAR 1977, III G, 1996a: 68-70. 13-14, via Montebello-Calatafimi. 8 Beltrán Lloris 1977: 584. Per una possibile motivazione 11 Dressel 1879: 194-195; Beltrán Lloris 1977: 392, nota vd. Antico Gallina 1996a: 85. 847. 9 Facendo riferimento al rinvenimento descritto da Dressel 12 Soprattutto nel settore dell’ampia foce del fiume Roda- 1879: 129, 131. no, per cui vd.i numerosi contributi di Laubenheimer . Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 STRUTTURE AD ANFORE: UN SISTEMA DI BONIFICA DEI SUOLI 181 Figura 1. Le possibili funzioni assolte dalle strutture ad anfore: a-d= bonifica geotecnica; e-h=bonifica idraulica (da Antico Gallina, 1996a, elaborata). a- quello delle analogie e delle diversificazioni come termine convenzionale o come sinonimo di fra gli accumuli, per ampiezza, forma, ubicazione, ‘deposito di anfore’, o di usarla solo nei casi, raris- rapporti stratigrafici; simi, in cui sia realmente attestata la funzione dre- b- quello della stretta relazione fra accumulo e nante, cioè l’allontanamento dell’eccedenza della caratteri del terreno in cui esso si trovava, una pri- componente liquida che saturava il terreno; ma convinzione fu l’inopportuna adozione generaliz- 3) il riconoscimento delle concentrazioni d’an- zata del termine «drenaggio». fore14 come interventi di bonifica geotecnica o idrau- In verità le convinzioni acquisite sono di vario lica ante litteram; ordine di fattori, ma possono sintetizzarsi in quattro 4) la conseguente urgenza di individuare termi- punti che andrò, mano a mano, a motivare: nologie appropriate, più realisticamente rispondenti 1) l’importanza di adottare una metodica di sca- alle diverse funzioni assolte dagli accumuli anforari. vo d’équipe particolarmente attenta alla lettura delle L’esito ultimo degli studi personalmente condot- peculiarità fisico-meccaniche del terreno interessato ti15 è stato dunque quello di proporre alla valutazio- dall’accumulo anforario, da interpretare secondo i cri- ne della comunità scientifica più allargata un primo teri univoci della geologia applicata ed i parametri della termine ‘alternativo’, tale da non andare a incidere moderna geotecnica, nonché alla lettura dei materia- così pesantemente e così direttamente sull’aspetto li a contatto con le anfore componenti l’accumulo;13 interpretativo dell’accumulo anforario (‘accumulo 2) la necessità di abbandonare la pericolosa de- anforario’, dunque, in luogo di ‘deposito di anfore’), finizione «drenaggio», non accettabile nemmeno così come, a mio avviso, capitava e capita ogni vol- ta che si adotta la definizione «drenaggio»: il termi- 13 Si intende, ovviamente, qualunque tipo di materiale, sia esterno che interno alle anfore, per la cui descrizione è neces- 14 Qualora non sia indubitabilmente provato che si tratti di sario fare riferimento a tutte le caratteristiche dei terreni, effettivi stoccaggi di contenitori alimentari. come colore, granulometria, presenza di incrostazioni carbo- 15 Illustrati nel 1995 in occasione del Convegno Bonifiche natiche, di materiali organici, ecc. Vd. al riguardo Alemani e drenaggi (cfr. Antico Gallina 1996a: 67-112) ed in altri ar- 2008: 12-19. ticoli citati nella Bibliografia finale a questo saggio. Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 182 MARIAVITTORIA ANTICO GALLINA Figura 2. L’abbattimento del livello piezometrico necessita di un dreno proporzionale al gradiente piezo- metrico di falda, alla pendenza del suolo, all’entità di abbassamento desiderato (da Antico Gallina, 1996a). ne proposto è, dunque, ‘sistema ad anfore’, ma po- chi scrive, poiché la terminologia che d’ora innanzi trebbe anche essere quello di ‘struttura ad anfore’. La verrà usata rappresenta il necessario punto di partenza ragione sta nel fatto che l’accumulo di anfore rappre- delle valutazioni tecniche utili per comprendere e senta un ‘sistema’ volontario di intervento modifica- definire la funzione o le funzioni di volta in volta torio rispetto a una situazione del suolo ritenuta non assolte dagli accumuli anforari (Fig. 1). soddisfacente (quindi era una bonifica), non idonea Con ciò non si intende certo negare l’adozione del in relazione al tipo di azione che l’uomo mise in atto termine ‘drenaggio’. Se infatti, tra le finalità, possia- su quello stesso suolo (edificio/ strada/ spazio aper- mo effettivamente riconoscere alla struttura quella di to/ area calpestabile/ arginatura/ ecc.), e contestual- favorire ‘fisicamente’ e per gravità l’allontanamen- mente esso costituiva una vera e propria ‘struttura’, to della componente liquida, consentito dal rappor- adottata con precise finalità. to fra grado di pendenza del suolo, gradiente piezo- Ho considerato utile iniziare questa mia nota pro- metrico, profondità e estensione della falda freatica, cedendo dal punto di arrivo degli studi effettuati da o —nel caso queste condizioni non fossero soddisfa- Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 STRUTTURE AD ANFORE: UN SISTEMA DI BONIFICA DEI SUOLI 183 centi all’uopo— dalla presenza di un dreno adegua- to16 (via di deflusso), potremo a buon diritto adotta- re il termine ‘drenaggio’ (Fig. 2). Mancando le con- dizioni sopra indicate ritengo, personalmente, —come spesso ribadito17— si debba rinunciarvi e sostituirlo con un più generico ‘accumulo di anfore’ o ‘sistema ad anfore’ o ancora ‘struttura ad anfore’. A seconda poi dei caratteri dei singoli casi, avre- mo la possibilità di specificare ulteriormente con un termine che ne vada a definire la funzione: ad esem- pio, ‘struttura di infiltrazione’ o ‘di aerazione’ o ‘di isolamento termico’, o ‘di fondazione’ o ‘di con- solidamento’, od altro ancora, fermo restando che, quando essa vada a migliorare la qualità del terre- no, rientri sempre nella categoria dell’opera di bo- nifica. COMPRENDERE LE FINALITÀ Un problema persistente nello studio degli accu- muli —dalle relazioni di scavo alla pubblicazione dello stesso— è il fatto che assai raramente è possi- bile a posteriori capirne la finalità secondo quei pa- rametri che si considerano essenziali e sintetizzati nel precedente punto 1). Mi riferisco, cioè, alla natura ‘certa’ del materiale (terreno e/o altro) che si trova in posizione laterale, sottostante, interstiziale, sopra- stante rispetto all’insieme anforario (Fig. 3), e quindi ad una lettura che sia attendibile, da correlare con le Figura 3. Visualizzazione schematica di una struttura ad an- opere (muri, pavimenti, cortili, ecc.) realizzate nel fore A, secondo la lettura delle sezioni longitudinale e trasver- sale. a = taglio; 2 = terreno laterale + riempimento a contatto contesto dell’accumulo, oltre che alle quote di ini- con A; 2a materiali interstiziali; 2b = materiali entro le anfo- zio e fine accumulo (Fig. 4). Per tale ragione ci si re; 3, 4 = materiali di contatto con 2; 5 = terreno sottostante trova frequentemente nella necessità di ‘immagina- (elaborazione Antico Gallina). re’ delle sezioni e di procedere nella ricerca delle finalità di tali strutture per ‘deduzione’ e per ‘indu- zione’. naturale insoddisfacente, a parte una più generale Posto, cioè, il dato di fatto che il sistema ad an- conoscenza dei caratteri geomorfologici e idraulici fore risponda a una scelta ‘intenzionale’ da parte del del territorio in oggetto, sono quelle della tipologia costruttore, le motivazioni della scelta stanno nella di terreno a contatto con l’accumulo. Non è certo il volontà di modificare una condizione ambientale caso di rimarcare che, ad esempio, la presenza di naturale deficitaria con l’inserimento della struttura componenti argillose o torbose attorno alle anfore non ad anfore. Le uniche spie possibili della condizione si concilia affatto con la funzione ‘drenante’, per il loro noto comportamento in presenza di acqua ipo- gea (rigonfiamento); né si concilia se le stesse com- 16 Come si rileva nella Fig. 2 l’effetto ‘dreno’, sulla base ponenti si trovano negli spazi fra le anfore (intersti- delle caratteristiche del suolo e della falda potrebbe essere raggiunto —per l’abbatimento di n. 1— con una struttura ad zi): due casi per i quali il sistema si presta ad essere anfore lineare lunga m 1000 o con un condotto di pari lung- letto non certo come elemento drenante, ma come hezza. Ciò sta a dimostrare che nei terreni con analoghe ca- bonifica geotecnica di suoli la cui capacità di portanza ratteristiche di pendenza e di falda la sola presenza di una struttura ad anfore di ridotto sviluppo (qualche metro) nella sia stata —o possa essere— compromessa dalla pre- pratica non è assolutamente sufficiente ad abbattere il livello senza di acqua sotterranea. Qualora trovassimo ne- piezometrico e di conseguenza la struttura ‘non è un drenag- gli interstizi materiali permeabili (permeabili all’aria, gio’, non funziona da drenaggio, ma assolve altri compiti. 17 Vd. nota 15. come ghiaia, frammenti laterizi, ceramici ecc.) la Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 184 MARIAVITTORIA ANTICO GALLINA Figura 4. Tipo di Scheda ‘sintetica’ proponibile per il censimento di un accumulo (da Antico Gallina 2008). Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 STRUTTURE AD ANFORE: UN SISTEMA DI BONIFICA DEI SUOLI 185 struttura può aver assolto la funzione di aerazione per condizioni di scadimento delle capacità di portanza la salubrità dell’opera soprastante.18 del terreno.21 Si noti che la fascia periurbana più a Appare, di fatto, generalizzata la metodica dei ridosso dell’antico alveo padano e quindi più umida sistemi ad anfore in tutti quei suoli che si trovino in ha restituito vari accumuli anforari di bonifica e che condizione di imbibizione o in stato, temporaneo o gli accumuli qui ricordati si collocano nelle depres- persistente, di saturazione, a motivo di litologie sioni che il modello altimetrico digitale della città ha —diffuse o circoscritte, ma frequenti— contrarie alla ben messo in rilievo.22 percolazione delle acque, come lo sono quelle argil- Ulteriore caso. La massicciata in ghiaia di un tron- lose o torbose. cone della strada Parma-Brixellum che, staccandosi dal cardine massimo alla periferia N di Parma (tra via Cuneo e via Palermo), proseguiva lungo la riva di un ALCUNI CASI DALLA PENISOLA ITALICA corso d’acqua canalizzato (Canale Naviglio), corre- va lungo una estesa struttura di centinaia di anfore, Un minimo assaggio, a questo punto, delle cen- poste coricate e intercalate a pali (fascia laterale tinaia di casi italici, scelto fra quelli meglio documen- destinata al transito pedonale?), che con una dispo- tati, prima di una lettura propositiva di qualche caso sizione che definirei a pettine si estendevano parzial- ispanico, relativo all’antica Tarraconensis ed alla mente al di sotto della massicciata stessa23 (Fig. 6 a- Baetica. b). Altri tratti della stessa infrastruttura, con sottofondo di anfore, furono rinvenuti più in prossi- mità della città (v.le Mentana-Borgo del Naviglio; via STRUTTURE DI BONIFICA CON FUNZIONE DI Benedetta; via Trieste).24 Siamo al cospetto di un CONSOLIDAMENTO E DI FONDAZIONE unico fronte di bonifica esteso per Km 2 ca., di ol- tre 20.000 anfore,25 che si imponeva come opera di E’, sicuramente, la finalità più utilizzata, secon- consolidamento di un terreno scuro, quindi organi- do i crismi della bonifica geotecnica. co, e saturo ( tuttora paludoso), di ridotta portanza. Un esempio italico assai ‘scenografico’ può essere E’, in effetti, l’area dell’alluvium antico, i cui suoli il percorso —di cui sono superstiti m 21, per una si presentano da sempre argillosi con alterazioni len- larghezza di m 619— rinvenuto nel suburbium W di ticolari surtumose nere e sabbioso-ghiaiose della Cremona (via Massarotti), in un settore sfiorato in età media pianura. romana dal passaggio del fiume Po. A m 5 di profon- Ad Altino, oltre che nell’area dell’abitato anche dità, sul duplice ordine sovrapposto di anfore, verti- nei pressi delle grandi strade extraurbane ove si col- cali, uno spesso strato di terra di riporto ricca di locano le aree funerarie sono attestate numerose strut- materiali di scarto uniformava, compattandola, la ture ad anfore (fine I sec. a.C. - fine I sec. d.C.), di quota dei puntali anforari, per l’appoggio di sesqui- tipologia varia (brindisine, Lamboglia 2, Dr. 6a e 6b, pedali posti di piatto: una lastricatura semplice, con Dr. 7/11 e 28, Dr. 2/4), ma con morfologia analoga un apparato di fondazione funzionale al miglioramen- (corpi oblunghi).26 La frequenza degli accumuli, la to delle peculiarità di un terreno scadente, cedevo- loro modesta consistenza, i terreni presenti, torbosi le, per un percorso adducente al fiume Po (Fig. 5 a- e organici in un contesto dall’assetto idrografico in- b). La datazione delle anfore alla metà del I sec. d.C. stabile, talune situazioni di collasso di strutture tom- è compatibile con le opere di ricostruzione urbana bali, ne consentono una lettura che orienta verso cir- promossa da Vespasiano dopo la distruzione ottonia- na.20 Analoga situazione fu individuata fra la vicina 21 Bishop, Mariotti 1985: 116-118; Passi Pitcher 1998 b: via Amidani-Bissolati, ove i camminamenti così re- 133; Mariotti 1998: 291-292. alizzati permettevano il transito entro un’area com- 22 Passi Pitcher 2003: 135 promessa dalla presenza di buche di scarico di ma- 23 Non concordo con la finalità di «drenaggio» attribuita all’opera anforaria dall’autrice della notizia Calvani Marini teriali edilizi e di resti di attività di macellazione, altre 2006: 190-191 (rappresenta il collegamento fra Parma e il suo porto fluviale; vd. anche Ead., 1998: 239), e ribadita in Bar- 18 Vd. per questi ed altri esempi di correlazioni Antico bieri, Manzella 2006: 208 e 318. Gallina 1996a: 84-88. 24 Dall’Aglio 1992: 181. 19 Il percorso subì i danni causati da edificazioni medieva- 25 Calvani Marini 1998: 239; Catarsi Dall’Aglio 1998: 253- li, fra cui la cinta muraria. 254. 20 Passi Pitcher 1994: 149; 1998a: 100, 109 e fig. 21. Vd. 26 Gli interventi, per i quali vd. Tirelli, Balista et alii 1988, inoltre Volontè 1998: 304-305, ove si data l’accumulo, sulla sono considerati «drenaggi» e accettati secondo tale acce- base delle tipologie anforarie, alla fine del I sec. d.C., con zione anche in lavori recenti come Cecchini, Ridolfi 2010: rari riutilizzi di anfore della seconda metà del I sec. a. C. nota 9. Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 186 MARIAVITTORIA ANTICO GALLINA Figura 5 a-b. Cremona, via Massarotti e la posizione degli accumuli anforari (da Passi Pitcher 1998 a, rielaborata). Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 STRUTTURE AD ANFORE: UN SISTEMA DI BONIFICA DEI SUOLI 187 Figura 6 a-b. Parma, l’accumulo di via Palermo (da Calvani Marini 1992, modificato). Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007 188 MARIAVITTORIA ANTICO GALLINA Figura 7. I ritrovamenti di strutture ad anfore in corrispondenza della fossa aggeris, Roma (stralcio da CAR, 1977). Archivo Español de Arqueología 2011, 84, págs. 179-205 ISSN: 0066 6742 doi: 10.3989/aespa.084.011.007
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