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Profilo linguistico dei dialetti italiani PDF

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Q) 2009. Michclt T.oporcaro Michele Loporcaro Questo volumt.' t> stam realizzato ("on l'inlermrtliniont' ddl'Agenzia letleraria Robeno Samachiat'.! Prima edizione 2009 Profilo linguistico dei dialetti italiani Finiw di sramparL' nt·lll-hhr~lio lODI) a T, iSlano Bolelli, in memorfam SEDIT -Bari (lraJy) per cunto ddI.! Gius. La[erza & Figli SI'<l ISRN 978·88-f 2()-:-;I)~O-l) t viecam la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo eHettuata, cllmpr~sa la fotocopia, anche ad ~!so interno o didartico. Per la legge italiana la fotocopia ~ Ircita solo per uso personale pllrch( l1~n d4tnlleJjg; l'alltore. Quindi ogni fotocopia che eviri l'acquisto di un librn è illecita c: minau.:ia la sopravvivenza di un moou di Wlsmettt'n: la (Olloscem.:l. Chi (otocopia un libro. c..:hi m('rr(' a disposi,done i me:a.i per fotocopiare, chi comllnqlW favorisce questa pratica (omm('ne un furto e opera ai danni della culcurd. Premessa Chi voglia oggi accostarsi, in sede universitaria, allo studio dei dia letti italiani ha già a disposizione molti strumenti manualistici fra cui scegliere, di taglio diverso e complementare. In alcuni si pongono in particolare rilievo le condizioni storico-geografiche in cui i dialetti si sono originati ed evoluti, discutendo ampiamente ad esempio dciI a colonizzazione romana delle diverse aree della penisola. In altri l'ac cento è piuttosto sull'uso sociale del dialetto e sul suo rapporto con l'italiano standard. In altri ancora s'insiste principalmente sulla me todologia e sulla storia della disciplina (la dialettologia) che sui dia letti si è esercitata'. Di tutti questi aspetti si parlerà anche qui, ma fra i preliminari e nelle conclusioni. Oggetto centrale di questa tratta zione non sono infatti né la riflessione metadisciplinare sulla dialet tologia né gli aspetti sociali né quelli storici, bensì i dIaletti italiani come fenomeno linguistico. La questione di fondo cui si cercherà di dar risposta è che cosa si debba sapere, oggi, per poter dire di co noscere la struttura linguistica dei nostri dialetti. Riflettono quest' orientamento la disposizione della materia e lo spazio assegnato ai singoli capitoli. Al capitolo l s'introduce il con certo di dialetto insieme ad alcune nozioni e strumenti fondamenta li di dialettologia generale e italiana. Al capitolo 2 si discute dei fat ti storici che hanno dato origine a quella capillare differenziazione che fa dei dialetti italiani un oggetto di analisi tanto vario da potersi ben dire inesauribile. Al capitolo 3 s'imposta poi la questione della loro classificazione e al capitolo 4 si presenta lIna panoramica siste matica della loro conformazionc strutturale. Che questo quarto ca· I Esempi dci rrc tipi sono rispertivamentc:: Oevoto c:: (;iacomelli (Il)';IP). Mar cato (2002) e Grassi et al. (20078;. Vlll !Jrcmessa pitolo occupi da solo metà del volume è segno tangibile dell'equili Avvertenza brio fra l'analisi linguistica e le considerazioni di contorno - pur im portantissime - che si è mirato ad instaurare. Col capitolo 5 si torna brevemente, a mo' di congedo, a considerazioni storico-metodolo giche come quelle esposte in apertura, per collocare l'oggetto lin guistico dialetto entro la storia sociale e culturale d'Italia, in parti colare fra l'Ottocento e il Duemila. Il quadro sistematico dci dialetti italiani presentato al capitolo 4, per quanto ampio, è ovviamente un'esposizione in sintesi (e in estre ma sintesi, anzi). Come tale è frutto di una scelta soggetta al rischio, probabilmente inevitabile, di apparire per alcuni versi arbitraria. Questi i criteri che l'hanno informata. Si è mirato anzitutto a pre sentare tratti che caratterizzino ampie aree dialettali (questi in modo Tra.lcrizione ed altre convenzioni di notazione esauriente), per poi procedere ad illustrare caratteristiche più speci fiche di singole varietà (qui inevitabilmente per assaggi), trasce Imprescindibile per la lettura è la conoscenza del sistema di tra gliendo anche con l'occhio all'interesse intrinseco, dal punto di vista scrizione fonetica dell'Alfabeto Fonetico Internazionale (IFA), che strutturale, di tali caratteristiche. viene qui utilizzato, riportando dati dialettali, in forma semplifica Si è cercato inoltre di presentare fenomeni riscontrabi]j nei dia tal Si usano [s z c (il in luogo di U3 tI d3l per notare le consonanti letti odierni, e riscontrabili a prescindere dall' ottica teorica adottata palatali ricorrenti nelle parole italiane gena, !!,arall.e, ç;ena, gioco. [sl (in termini di questo o quel modello). Benché, inoltre, delle struttu e [zl notano le s sorda c sonora di Iale, roIa mentre [t(t)sl e [d(d)z] re linguistiche indagate si indichino in generale i presupposti latini, notano le corrispondenti affricate dentali, anch'esse sorda e sono non si è cercato di ricostruire la storia di queste strutture attraverso ra, di maJ2.O e raJ2.o. Fra gli altri simboli consonantici, si badi che le attestazioni antiche. Laddove paressero necessarie, osservazioni al mentre [kl rappresenta l'occlusiva velare di ç;asa, [c] nota un'oc proposito sono state presentate in nota. Quanto al10 strumentario elusiva palatale sorda, corrispondente alla pronuncia diffusa nel analitico necessario per l'intelligenza del testo, si è cercato di ab Mezzogiorno della consonante iniziale di miave". Nel vocalismo, bondare nel richiamare brevemente - anche qui perlopiù in nota - le] ed [o] si leggeranno medio-alte (come in s~te, dQve), [E] ed [o] nozioni e termini di base di linguistica sincronica e diacronica, così medio-basse (come in SfèUe, Qua). I simboli [y 01 corrispondono ri Ja garantire che il vulume possa esser letto autonomamente? Si è an spettivamente alle vocali anteriori arrotondate che l'ortografia fran che abbondato in riferimenti bibliografici, così che il testo da un la cese rende con Il ed (o)eu ([/ine 'luna', peli 'poco') e la tedesca con to dia un'idea puntuale delle fonti cui attinge, dall'altro possa servi d e ii. Altre semplificazioni riguardano la ripetizione del simbolo re di primo orientamento per letture ulteriori. consonantico per notare la geminazione (ad es. [kk] anziché lk:]) e l'accento acuto per segnare l'accento tonico primario, indicato so lo sulle parole non piane: ad es. [ka:sal, [perkél in luogo di ['ka:sa] 2 Sul fronte diacronico si potrà consultare, in utile sinergia col volume presen te, Mancini (2003 i mentre per le nozioni di linguistica sincrnnica dovrebhe hasta re, dovunque qualche termine risulti oscuro, il ricorso puntuale a uno strumento di consultazione quale il Dizionario di linguistica di Beccaria (2004). 1 Nel riportare dati da altre fonti Ii si adatta alla trascrizione IPA, tranne nel ca so di esempi da testi antichi e/o letterari o da grammatiche dialettali di cui si rispetta l'ortografia. Dovunque non sia indicato un riferimento bibliografico. i dati dialet tali discussi debbono intendersi estratti da miei appunti sul campo. 2 Il simbolo [j] nota la corrispondente sonora, come nella pronuncia meridiona re le di ghianda. Altri simboli consonantici particolari sono ò l, corrispondenti alle fricative interdentali sorda e sonora rese entramhe da <th> nell'inglese t.h.ing, t..b..cy. x A1Jverfenza Avvertenza XI r Tavola dei simboli per la trascrizione fonetica IPA e per'kel. La posizione Ji una vocale in esponente indica una pro nuncia affievolita. L'inclusione fra apici semplici è utilizzata per indicare il signifi ALFABE..!O FONETICO INTERNAZlO~"L[· IP/\ (aee;ormuo ad 1993, oorrrllo RIPI 19%) cato. Le forme latine, che si tratti di etimi o di semplici suo ni/sequenze di suoni, si dànno in maiuscoletto. Per gli etimi si indi ca la forma dell'accusativo. Un asterisco è premesso alle forme eti mologiche non attestate bensì ricostruite (aJ es. potere < *l'OTERE r per POSSE). Descrivendo condizioni sincroniche, asterisco è invece premesso a forme o frasi giudicate inaccettabili dai parlanti. Il segno '<' ora impiegato si legge 'deriva da', mentre il simmetrico i>' vale 'passa a' (in diacronia)'- :l Molro pi{l raramente si fa uso di '- ' per indicare una derivazione-sin cronica. C;O!N\\'S~OI,\~lIAc .'I(I'1'U'1 (ril\i f)S.l';"1'EmL M1(lO~,Nc.IIC('IJUro rc UCUiH' "OOj\elM\: L! Mi l\ctY~ 'r-j ---C, "~"u;ll-i --P""mm,"uri O 1);I~Ì)i~I,' 6 nil.biai<' I Y U I.h:n\wlc cf lJc"\~lc/,"!.wh\lC p' fiil.mial. ~kJicHhiu,;c: C 0---' e - - - "do I (P,,.,~,,,,'b,~ f Pal;1\3h: t' n.'fII"~"i,,t,. ... ~~rc a l'"t~lf>.~t"'o.llar..: çf Vcl1LIC k' v~:...-c ~kd~'·~I""'~ f "r e-- '\,0 -- ",t:l !~ 1$lo.:t'II,,·,I\OI'I,<1\:! cf , .. " ....c !s· A»c.>I:1fol.ic:ar"a I AI'I."'- 3. If. \ 0'0 ..... 'IOndo. i ~nlbr>JI \"'l'>''IfIIIÒtW; In '"<'>1'1"', '1l:dlfl ~II. r.Ll1U Sl;\1801..1 1lI:>4f3 ,"I~~'~ Wl3 ~oc3k Z.!U<...-.J::lI3 ... )'''1»11.» ~~"'~;f"·,dAf,...-.n!~ 'l hk. .. "-" al. ..! ..) n-fJ>\;o'~:' ~OVIt"S[(;M['IIT'\U ... Appr.)!(.,i-naOI'· bhi:ll.,. .....i a.., "'.-...,. Vibr..:ik al~,"").,,, Ial ...... " .\a-..:nlu ptimario ,r."XIn:'l'lIJ:'Ifl li 'I.~i:>DI. ." IahlJle-f\\IIn. ... ". ." ",." ii .! " , mnu","""",L"""'" '\OCCnln "". .... ':KI ......' ., .. I ,lciriv:l (p'glatlkblc; "".la .. e ,,11';":1110 e le ~ni",.t:o;;.",i J<>rpi<: p'" l .." ", t '·ric:o'l\·a CJ1Oglro!.IÌ<13Ie ~ ',u.:. "..'.I. '~i"I"',1i_1"',-{.:' 01.. ."..'0. ,,' n...!.."..u dad iund< 1.qo.:-.o..;'":''k ..:.I. ';h1-(' 1 ~,.I"ngo ee' k" b lr.l·l!no.c 1 O«.lU$'''. ~,,;~Io!tid.ll.: t; n".If'I'" rni"'''''\jlloo,,) OI"CRInCi . . ' (;'Uf'Il"'''''!1S'''''' (;"'<m";"': IJ ~i3crl1ic' ~i l"'!>iI<"'" n)II"",.I" .1 ,Ii "'-~ ,10;; ~,mt-.-,'i ck ,;ccn<J,mn ... ·11" ,I nl;"..,. .1.\ ;1 " ... I.] C""tiM ... II~"-,,,,' ·\.)l~U'II' , d -~-I-"""-,,-..-"I-,'- - " r....::~~~~._.-_ ! d ).cJ;al1l('nt(l (;\O;~e"l1 di 'MtarJlio,'<1n """'lI'ill~l<> ~; l.~rin~illinu1" h a '\p"·"l~ .1 d ",plrol" l" J" l.jngw·labi~l< \ ~I I.,mj"ale " TONLII VEE ALCL.CI; E~TI DI PPARROOHLLAI MPiç~ M~n \III*l'Il'"\(ob.~:\~". .'>) ~ I1· "~b:.ila.llii/.-"'nlMnn \tJ~ -~~, >- NR3i"t,."l"iin"~ "l""" "I~ ,, ;''l'l',,• •, l,E\1'l\,"" èOf'l~''''~ '1«'ond..'J\IC ;\'''U''"1.'' \-'d",;,.r. .1 (· l' d'- Ri! .." ,:;() I~\~, .. :,· ,I t~I,,, e n",,,r>l.;,, ..· .... /:'1.'11'<\\" l'~fing"!'"l!\tl (' d' l{ita.",i" n<m "l!i~il~d 1 ).. kd.~ é "...." 1,.",·" ,1.:",,- C:,'rnr~lilll'\o.' Vd",in,. . I.·" r",iH~~lj ........., ,, I è J\I.J-;,,,, è "l"""".,,,,,1· 0,,,,• ..... mi. ..' CI1'l'\Oli~~_~ ",,;k"!1I,' ç 11- f:icat;\'\'..!""I,U"C5Ofl')I'101 e jl:'''' è ~\"nlll"'< . Nuckn ~llbIliwl1 Il!>!>;,,,,,,,",, ~ l »~~ppro"i""IJ\~' bll."",1c ")r>o"~' """~~ )}) .." ,>ò,;'l!<' ",. ..... "':~"""lI.~ R3<l~ dei:" IiI'!;. ... a",,,'.\U! 'ii 1.1\-.·Nf ,,,,,~,,,,~' ,,'pho.~~ '\, 0....""", ~I,,~I< R'.I11:;""~' C' ~ R:aJi« &:!ìa ii'WJ!' a'Iò.--t,--..I. Ij (h!,"QI".J1""J{No' Jto~"l 1".-.1"""" /' "'i(",,,~I.>bott.: ,I XII Avvertt'nza AvvcrtenZ(1 XITT Abbreviaziolli utilizzate' rust. rustico spezzo spezzlllo salent. salentino led. tedesco sasso sassarcsc torin. torinese abl. ablativo genov. genov~e setto settentriunale tosc. toscano abruzz. abruzzese germ. gcnnanlco sicil. siciliano ven. veneto ace. accusativo gr. greco sing. singohre venez. veneziano aham. altamurano id. di identico significato sp. spagnolo veron. veronese ant. antico ind. indicativo appenn. appenninico in dir. indireuo aquil. aquilano it. italiano aro arabo lat. latino art. articolo lecco leccese asco1. ascolano leric. lericino bergam. bergamasco lett. letteralmente biell. biellese Hg. ligurc bizant. bizantino logud. logudorese bologn. bolognese 10mb. lomhardo brindo brindisino macero maceratese calabr. calabrese masch. maschile campo campano merid. meridionale campid. campidanese milan. milanese ,I:; cat. catalano moden. modenese eatanz. catanzarese molis. molisano "I ceh. celtico napol. napoletano 'II cJass. classico norn. nominativo congo congiunrivo nuor. nuorese corton. cortonese occid. occidentale cremon. cremonese oriento orientale dato dativo palerm. palermitano det. determinativo padov. padovano dial. dialetto perso persona dir. direttO perug. perugl110 emil. emiliano piem. piemontese fass. fassano plur. plurale femm. femminile popo!. popolare fior. fiorentino provo provincia fr. francese pugl. pugliese friul. friulano ragus. ragusano g811. gallurese rornan. rom<lnesco gard. gardenese rum. rumeno ~ Non sono comenUle in quest'elenco le abbreviazioni bibliografi<.:ht' (titoli di riviste, ccc.), che si (rovano invece imercalare aU'e1enco dci H..iferimcnri bibliogra- fici in calce 0.1 volume. Ringraziamenti Questo volume non è solo destinato all'università, ma ne scaturisce. Nellicenziarlo ringrazio gli amici coi quali, a Zurigo negli ultimi an ni, ho discusso a più riprese del progetto e cui debbo commenti e os servazioni a precedenti versioni di questo scritto: Marcello Barbato, VincenwFaraoni, Lorenzo Pilipponio, Tania Paciatoni, Racbele Delucchi, M. Concetta Cacciala. Ringrazio inoltre gli studenti dei corsi dedicati rispettivamente ai dialetti settentrionali e centro-meri dionali nei semestri autunnali 2007 e 2008, che mi hanno aiutato a mettere a punto queste pagine segnalandomi sviste e oscurità di for mulazione. Risalendo nel tempo, debbo ancora ringraziare chi si è laureato con me, a Cosenza prima e poi a Zurigo, scrivendo tesi sui dialetti italiani: molti di questi lavori sono citati nel testo e nella bibliografia in calce al volume. Grazie infine ai maestri sotto la cui guida mi so no accostato, ormai diversi anni fa, allo studio dei dialetti italiani: Pier Marco Bertinetto, Franco Fanciullo, Alfredo Stussi e Tristano Bolelli, al quale il volume è dedicato. Non solo dalle aule universitarie nasce però questo lavoro, bensì anche - o forse soprattutto - dalle tante ore passate a raccoglier dati dialettali durante inchieste sul campo condotte dalla Calabria al Tren tina, dal Salento alla Sardegna, tra il 1982 ed oggi'. Sarebbe lungo rin- J Dal 1999 una campagna d'inchiesta ha pO(U(O esser cOndO[(3 :mnualmeme grazie ai finanziamenti del credito per escursioni de1la facoltà di Lettere zurighe se. Oltre alla facoltà ringrazio gli amici e colleghi insieme ai quali ahhiamo orga nizzato tali inchiesre: Srcphan Schmid, Ute Limacher, Natlia Noçchi e Lorenza Pescia, " I XVI Ringraziamenti graziare nominatim quanti si sono prestati, in questi anni, a risponde re alle mie domande: li ringrazio qui tutti insieme, calorosamente2. Zurigo, novembre 2008 ? Una prima sistemazione di parte della m~Hcria franata in questo volume è in corso di Slampa presso UTET nella Storia della clIltura italiana direna J:l Luca Ca valli Sforza. Da quel primo contributo il presente lavoro si distanzia m:tlameme per impianto, mole e destinazione d'uso. A Gian Luigi Beccaria. curatore del voI. Il di quell 'opera, dedicato a Lingue e Hnp,uaggi, debbo un ringraziamento per l'impulso a tradurre i miei vari stlH.li sui dialetti italiani in una tr<ltlazione d'insieme. Profilo linguistico dei dialetti italiani

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