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Preservare la letteratura scientifica elettronica in open access MariaTeresaBiagetti Lapreservazionedeidocumentidigitaliprodottidall’editoriaelettro- nicacommerciale,voltaallasalvaguardiadell’usoalungotermine deidocumentichepotrebberoesserenonpiùdisponibili,anchea causadisituazioniindipendentidallavolontàdeglieditori,èuna problematica ampiamente affrontata e continuamente riproposta all’attenzionedeibibliotecariedeglianalistidelleprocedureperla conservazione. Inparticolare,ladiffusionedellerivistescientifiche e-only,editenelsoloformatoelettronicodaglieditori,esottoposte alregimedellelicenzediutilizzazione,checostringelebiblioteche ad usare i contenuti gestiti in sistemi controllati dagli editori, ha resourgentel’adozionedimisuredipreservazionedellaletteratura scientifica,soprattuttoperlebibliotecheaccademiche,perassicurare nelfuturolafruizionedeirisultatidellericerche.Ilpotenzialerischio costituitodallegameconlagestioneeditorialedeicontenuti,fuevi- denziato con vigore in un documento sottoscritto il 13 settembre 2005dadiversebibliotechediuniversitàstatunitensi,daMITeda NewYorkPublicLibrary,intitolatoUrgentActionNeededtoPreserve ScholarlyElectronicJournals(Waters),nelqualesitracciavanolelinee programmatichedellapoliticaperl’archiviazionecondivisadelle rivistescientifichedapartedellebibliotecheaccademicheinarchivi qualificati. Venivapostoinfattil’accentopropriosullanecessitàche JLIS.it.Vol.5,n.1(Gennaio/January2014). DOI:10.4403/jlis.it-9025 M.T.Biagetti,Preservarelaletteraturascientificaelettronica lebibliotechedelleuniversitàriconoscesserolapreservazionedelle rivisteelettronicheindepositicertificaticomeunaformadiassicura- zione,eunamodalitàdigestionediduedistintetipologiedirischio diperditadeicontenuti: daunlatoilrischiodellaperditatotalee permanentedellerivistestesse,dall’altrolatoilrischioperlebiblio- techedisubirel’interruzionedellafruizione,perperiodipiùomeno lunghi,acausadelfallimentodiuneditore,rischidascongiurare allestendoarchivicertificatifuoridelcontrolloeditoriale.1 D’altraparte,ancheidocumentiscientificipubblicatinell’ambito dellafilosofiadell’openaccess2rischianodinonesseredisponibili, adesempionelcasoincuisiverifichinodanniallapiattaformadi distribuzione,onelcasodieventicatastrofici,maanchedibanali erroriedisfunzioniduranteilpassaggioadundiversoistitutoge- store, eventiche possono provocare l’impossibilitàdi accedere ai documenti,seppuretemporaneamente.3 Anchesudiessi,quindi,è necessarioporrel’accento,affinchésideterminiunamaggioreconsa- pevolezzadellanecessitàdellapreservazioneinmolteplicidepositi digaranziaesiadottinomisuredisicurezzaridondanti,dalmomen- toche,inquesticasi,lapubblicazioneprovvidenzialmenterealizzata anchenelformatocartaceo,avvieneingenereconunatiraturamolto limitata,contandopropriosulladisponibilitàdell’accessoaperto,e diconseguenzaladiffusionenonècapillare. 1«First,researchandacademiclibrariesandassociatedacademicinstitutionsmust recognizethatpreservationofelectronicjournalsisakindofinsurance,andisnotin andofitselfaformofaccess.Preservationisawayofmanagingrisk,first,against thepermanentlossofelectronicjournalsand,second,againsthavingjournalaccess disruptedforaprotractedperiodfollowingapublisherfailure» (Waters). 2Laletteraturasull’openaccessèvastissima,edèimpossibilecitarlaqui(peruna bibliografiaaggiornata,rinvioallavorocuratodaBailey). 3Sonostataspintaadapprofondirequestaproblematicaavendosubitolasparizio- nedallaconsultazioneinopenaccess,perpiùdiunanno,diunmioarticolo–edel fascicolosulqualeerastatopubblicato–nelmomentoincuilarivistahautilizzato unadiversapiattaformaperl’accessoaperto. JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.122 JLIS.it.Vol.5,n.1(Gennaio/January2014) ÈimportantericordarechelaBerlinDeclarationonOpenAccess toknowledgeintheSciencesandHumanities,4ladichiarazionefirmata aBerlinoil22ottobre2003davaripaesi, tracuiGermania, Italia, Francia,Norvegia,Ungheria,citacomeimprescindibilel’archivia- zione in un formato standard e la preservazione a lungo termine deicontributioffertiadaccessoapertoviaInternet.5Unacopiadel lavoro, nella versione considerata definitiva dall’autore, insieme all’autorizzazioneariprodurlo,utilizzarlo,distribuirlo,deveessere infattidepositataalmenoinunarchivioconsultabileinrete,chesia mantenutodaunaistituzione,scientificaodipendentedaunaagen- zia governativa, o comunque una associazione affidabile, che ne assicurisialadistribuzionesenzalimiti,sial’archiviazionealungo termine. Primadientrarenelmeritodellapreservazioneinarchiviqualificati dellaletteraturascientificapubblicataseguendolastrategiadell’ac- cessoaperto,edesaminarealcunerealizzazionicheoffronoanche questapossibilitàallebiblioteche,puòessereinteressantesoffermar- siadanalizzarealcuniaspettimenoconosciutidelfenomenostesso dell’openaccess,dallasuanonmassicciadiffusione,allamodesta utilizzazione dei repository istituzionali da parte dei ricercatori, anchenelsettoredellaLibraryandInformationSciencee, d’altra parte,all’altaincidenza,invece,dell’utilizzazionedellaletteratura scientificaeditaattraversoquestamodalità. 4http://oa.mpg.de/lang/en-uk/berlin-prozess/berliner-erklarung.Su«JLIS.it», 3.2(2012),http://leo.cilea.it/index.php/jlis/issue/view/542,sonooradisponibili tuttiidocumenti,alcuniancheintraduzioneitaliana. 5Perlapresentazionedettagliatadelledichiarazionisottoscrittenell’ambitodell’o- penaccess,v.Guerrini;Cassella,Openaccessecomunicazionescientifica.Versounnuovo modellodidisseminazionedellaconoscenza. JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.123 M.T.Biagetti,Preservarelaletteraturascientificaelettronica 1 Livelli di diffusione e tasso di citazione della letteratura scientifica in open access Le riviste scientifiche che hanno adottato la modalità della libera diffusione in rete, con il controllo della qualità, e si sono inserite successivamente nel più complesso movimento dell’open access, hanno raggiunto la massima diffusione nei primi anni di questo secolonegliUSA,inCanada,inEuropa,einunsecondomomento inIndiaeinAustralia,inparalleloconilsorgeredirepositoryistitu- zionaliosubasedisciplinareche,acominciaredaglianniNovanta, hannomostratounarapidaespansioneconcentrandosi,nell’ultimo decenniotrascorso,soprattuttonegliUSA,inEuropa,inIndia,in GiapponeeinCina(Xia). Il fattore che ha contribuito maggiormente a stimolare lo svi- lupposiadellerivistechedeirepositoryadaccessoaperto,viene generalmenteindividuatonellamaggiorediffusionedell’utilizzazio- nedellarete,cheancheneipaesiinviadisvilupporisultaconsistente almenoneicentriurbani, dovesiconcentranoUniversitàecentri diricerca. Trail2000eil2010l’usodelwebsièprogressivamente allargato, dagli USA e Canada, verso Australia ed Europa, e poi versoSudAfricaeRussia. Ladiffusionedell’utilizzazionedellareteel’impiegodellatec- nologiainformaticanonsonocomunquel’unicofattorechespiega losviluppodellafilosofiadell’accessoaperto: adessosiaggiungo- nolecaratteristichesocio-culturaliepolitichedeisingolipaesi. Il Giappone, adesempio, rispettoaiviciniCinaeCoreadelSud, ai quali è paragonabile dal punto di vista tecnologico, presenta un numeroconsiderevolmentepiùaltodirepositoryistituzionali. La spiegazionerisiedeingranpartenellatradizionaleconsuetudine deglistudiosigiapponesi,adifferenzadiquellicinesi,emoltoprima delsorgeredelmovimentodell’openaccess,discambiarsilepubbli- JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.124 JLIS.it.Vol.5,n.1(Gennaio/January2014) cazioniattraversorivistescientifiche,denominateKiyo,liberamente distribuitedaUniversitàeistituzioni,sviluppatesiprimanell’am- bitodellescienzeumane–equestoèsingolare–epoidiffusetra lescienzeesatte: questaconsuetudinehapredispostoigiapponesi adaccoglierel’accessoapertomoltopiùfacilmente,quandoquesto modellosièimposto(Ivi.,p. 90). UnostudiorealizzatodaThomsonReutersCorp.nel2004(McVeigh), conl’obiettivodianalizzarequantitativamentelacrescitaeladiffu- sionedellerivisteinopenaccessneidiversisettoridisciplinari,ha consideratolapresenzadellerivisteinopenaccessall’internodei databasecitazionaligestitidaISIThomson,el’impattodell’OAsulle citazioni, rilevando come appena il 2.6% delle riviste presenti in WebofSciencefosseroadaccessoaperto,lastragrandemaggioranza appartenesseroaisettoridellaMedicinaedellaBiologia,eleScienze umaneesocialifosseromodestamenterappresentate. Oltreaciò,è statoperòmessoinevidenzachepiùdel55%dellerivistetrattate in ISI WoS nel 2003, sono riconducibili a editori che permettono unaqualcheformadiauto-archiviazione,efannocioèpartedelcir- cuitocheaccoglieleindicazionidelmovimentoperl’openaccess, e quindi in quelle riviste sono pubblicati articoli potenzialmente auto-archiviabilidagliautori. Un’altraindagine,concuisonostaticensitigliarticolieditiinacces- soapertonel2008intutteledisciplinecopertedaScopus,reperiti tramite Google, eliminando le copie occasionalmente presenti in reteeaccettandoinveceipre-print,hafornitocomerisultatouna disponibilitàmediadegliarticoliinopenaccesscomplessivamente del20,4%,einparticolare,del8,5%perquantoriguardaleriviste scientifichee11,9%perirepositoryistituzionalieisiti,distribuitiin maggioranzatradisciplinequaliLifesciences,Earthsciences,Bioche- mistryecc,conlasolapresenzadelleSocialsciencesaldifuoridelle discipline”dure”,elatotalemancanzadelleScienzeumane(Björk). JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.125 M.T.Biagetti,Preservarelaletteraturascientificaelettronica Nonostantel’indubbiaespansionedellanuovamodalitàdipubblica- zioneancheneirepositoryappositamentecreatiemantenutiattivi, lagreenroad,alcuneindaginisull’usochelecomunitàaccademiche hannofattonell’ultimodecenniodeilorodepositiistituzionali,nella cuigestionesonomoltospessocoinvoltepropriolebibliotechedegli Atenei,hannoconsentitodievidenziarechelapubblicazionedipre print o post print nei repository non costituisce sempre il canale principaleepreferitodellacomunicazionescientifica,macheinvece permaneunlegameforteconilmodellotradizionaledidivulgazio- nedeirisultatidellaricerca,nonostantegliindubbivantaggiofferti dalsistemadell’accessoaperto: disseminazioneimmediata, mag- gioreutilizzazioneediffusione,piùaltolivellodicitazioni(Cullen eChawner). AnchenelsettoredellaLibraryandInformationScien- ce,sorprendentemente,l’auto-archiviazionenonrisultaessereuna pratica regolare. Da un’indagine su un campione di 922 articoli, pubblicatisu20rivistedelsettore,adaltofattored’impatto,elacui disponibilitàinaccessoapertoèstataverificataattraversoGoogle Scholar,èrisultataunapercentualediappenail27%(Way). Inoltre, dall’indagineèemersocheancheiricercatoridiquestosettoredi- sciplinaredepositanoconriluttanzaipropriarticolineirepository istituzionaliedisciplinari,einognicasosilimitanoadarchiviare lericercheinunsolodeposito,dimostrandoscarsaconsapevolezza dell’importanzadellaridondanzadellelocalizzazionialfinediuna sicurapreservazione. UnelencodirepositoryopenaccessdiUniversitàeEntidiricer- ca,lacuiqualitàèstatacontrollata,suddivisipercontinentieper nazioni,èoffertoinOpenDOAR,TheDirectoryofopenaccessreposito- ries,6unserviziorealizzatodaSHERPA,ilconsorziocuipartecipano molteUniversitàeistitutidiricercainglesi,oltreallaBritishLibrary, coordinato dall’Università di Nottingham. Offre la possibilità di 6http://www.opendoar.org. JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.126 JLIS.it.Vol.5,n.1(Gennaio/January2014) eseguirericerchesututtiidepositi,oppuresolosuquelliistituziona- li,odisciplinariogovernativi,oaggregati,edicompierericerche per tipologia di contenuti. A luglio 2013 risultano per l’Italia 73 archiviaperti,65deiqualiistituzionali,appartenentiadUniversità eEntidiricerca. Indaginicondotteutilizzandocomefonteproprio OpenDOAR,hannomessoinluceperòche,adesempionelRegno Unito,lamaggiorpartedeidepositiistituzionaliditipoaccademico gestiscemenodi10.000documenti,soloinunamodestapercentuale infull-text,lacuiqualitànonsemprevienegarantitadareferee. Le formediauto-depositodapartedeglistudiosisonomaggiormen- tediffuseinqueicampidisciplinaridirecentecostituzione,oche necessitanodiunaaggregazionerapidadelleforzescientificheper imporsisulloscenariointernazionale,mentrelosonoinmisurami- noreneisettoridisciplinaripiùsolidi,neiqualiglistudiosipossono contaresumodellidicomunicazioneradicati,surivistescientifiche dal prestigio riconosciuto e su circuiti di disseminazione efficaci (Cullen e Chawner). Nei casi in cui i ricercatori adottino l’auto- archiviazione,airepositorydisciplinari(subjectbased)vengonoin generepreferitiidepositiistituzionali,gestitidalleUniversitàoda istituzionigovernativediricerca. Inentrambiicasifrequentemen- te vengono usati software open source come E-Prints sviluppato dall’UniversitàdiSouthampton,pergestirel’archiviazionedilibri, articoli,workingpapers,tesi,interventiaconferenze,ecc.,compati- bileconOpenArchiveInitiative(OAI)epredispostoperl’harvesting deimetadati,oancheDSpace(prodottodaMIT),piùflessibilediE- Prints,inquantoaccogliesetdidati,filesvideoeaudio,programmi percomputer,epermetteanchelapreservazionealungotermine. Indefinitiva,sipuòaffermarecheapparecomunquepiuttostolon- tanadallarealtà,l’ideacheidepositiistituzionalidellaproduzione scientificapossanooggicostituirel’unicocanaleprivilegiatoperla diffusionedellaricercascientifica. JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.127 M.T.Biagetti,Preservarelaletteraturascientificaelettronica D’altra parte, se consideriamo invece l’impatto prodotto sul- la ricerca scientifica dalla letteratura presente liberamente online, determinabileattraversoilcomputodellecitazioniricevutesiada- gli articoli pubblicati sulle riviste che hanno adottato la strategia dell’openaccess,siadallaproduzioneresaaccessibileattraversoil depositoinrepositorydisciplinarioistituzionali,possiamorilevare chequestoègeneralmentemoltopiùaltodiquellodeterminatoda- glistudipubblicatisurivisteinformatocartaceo,oppureinformato elettronico,manonliberamenteaccessibili.7 KristinAntelmanhapresoinconsiderazioneidatirelativialle citazioniricevutedauncampionediarticolidisponibiliadaccesso liberonelleareedellaMatematica,delleScienzepolitiche,dell’Inge- gneriaelettrotecnicaedelettronicaedellaFilosofia,elihacomparati poiconquellirelativiagliarticolinoninopenaccess. Lecitazioniso- nostatedesuntedaISIWebofScience,eliminandoleauto-citazioni, esonostatesceltelerivisteconilpiùaltofattored’impatto,asua volta basato sul numero delle citazioni ricevute. La ricerca degli articoliliberamentedisponibilièstatapoiampliataattraversoilmo- tore di ricerca Google, recuperando un’altra importante quota di full-textinliberaconsultazionecomedrafts,pre-printopost-print, depositatisullepaginepersonalidegliautoriesuisitiistituzionali,e adottandoineffettiunaconcezionediopenaccesspiuttostoelasti- caedampia. Dallaricercaemergeche,inparticolareperilsettore dellaMatematica,gliarticolipubblicatiinopenaccess,ocomunque disponibililiberamentesuisitidegliautori,sonoenormementepiù citatidiquellinonfreeequindihannounmaggioreimpattogloba- lesullaricerca: insostanza,siverificaunaumentodellecitazioni che va dal 45% in più nel campo della Filosofia, al 91% in più in quellodellaMatematica. Ilnumerototaledegliarticoliaccessibili 7Alcune considerazioni su questa tematica, anche nell’articolo di De Robbio, «AnalisicitazionaleeindicatoribibliometricinelmodelloOpenAccess». JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.128 JLIS.it.Vol.5,n.1(Gennaio/January2014) liberamente,inrealtà,èmoltoprobabilmentesottostimato: infatti bisognaconsideraregliarticoliephemeral,temporaneamentesicura- mentedisponibilionline,manonpresentiinretealmomentodella ricercaperchérimossiperqualchemotivo,maanchelapossibilità chealcuniarticoli,offertiallaliberaconsultazionecomepre-print, sianosuccessivamentestatirimossidall’autoreosostituiticonillink all’articolo,pubblicatoinmodalitànonfreedall’editorecommerciale. Aquestobisognaaggiungereilfattochealcuniarticolipotrebbero averesubitoleggeremodificheneititolinelpassaggiodalpre-print allapubblicazionedefinitiva,equindinonsianostatirecuperatisolo perquestomotivo(«DoOpen-AccessArticlesHaveaGreaterRe- searchImpact?»). Questidatisonostatisostanzialmenteconfermati daquelliprodottidaunavastaindagine,chehariguardatobendieci discipline,tracuiEconomia,Psicologia,Scienzepolitiche,Biologiae Giurisprudenza,egliarticolieditisullerivistepeer-reviewedpub- blicatetrail1992eil2003,desumendoidatidellecitazionidaISI. Nei12annidiriferimento,lapercentualediarticoliinopenaccess nelledisciplineconsideratevaria,asecondadellediscipline,dal5% al16%,el’aumentodellecitazioniricevutedagliarticoliconsiderati varia,semprerelativamenteallediscipline,dal36%al172%(Hajjem, HarnadeGringras). L’aumento del tasso delle citazioni potrebbe essere spiegato con l’attivitàdiauto-selezionedapartedegliautori,iqualitenderebbero adauto-archiviareilavorimigliori,chequindisarannocertamente piùcitati. Tuttavia,questaspiegazionenondovrebbeesserevalida neisettoridisciplinariincuil’auto-archiviazioneraggiungequote del60%o70%,comeinAstrofisica,einveceancheinquestedisci- plinel’aumentodellecitazionirientranelmedesimorange(Hajjem, HarnadeGringras). L’esamecomparativodell’auto-archiviazione decisadaisingoliautori(self-selectiveself-archiving),iqualistabili- sconoqualetraipropriarticolidestinareallaliberaconsultazione JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.129 M.T.Biagetti,Preservarelaletteraturascientificaelettronica online,edell’auto-archiviazioneimpostacomeobbligodaglientidi ricercaodalleUniversità(mandatoryself-archiving),hapermessodi verificarechel’aumentodellecitazionisideterminasianell’unoche nell’altrocaso,vanificandolapossibilitàdiattribuireesclusivamente allesceltedegliautori,chepongonoinaccessoapertoilorolavori migliori,ilmotivodell’incrementodellecitazioni(Gargourietal.).8 Un’altraricercaadampioraggio,dedicataaicampidisciplina- ridellaMatematicaapplicata,dell’Economia,dell’Ecologiaedella Sociologia,chehaadottatocomestrumentiperverificareladispo- nibilità ad accesso apertosia Google Scholar che Google e, meno fruttuosamente,OAIstereOpenDOAR,hapermessodirilevareco- meil49%dei4.633articolichecomponevanoilcampionefosseroad accessoaperto,echeillorotassomediodicitazioneraggiungevail 9.04,controil5.76degliarticolireperibiliapagamento,consideran- donelcomputodellecitazioniancheleauto-citazioni,effettuatesia sullamedesimarivistasucuierastatopubblicatol’articolocitato, siasuunarivistadiversa,risultatecomunqueinnumeronettamente inferiore rispetto alle citazioni ricevute da autori completamente estranei (Norris, Oppenheim e Rowland). Sebbene la diffusione inambientescientificodellemodalitàdipubblicazioneadaccesso apertorisulti,dalleindaginiquiconsiderate,noncapillare,èinvece propriol’altotassodiutilizzazionedegliarticolichepresentanoi risultatidellericerchescientifiche,comesievincedalleanalisidelle citazioniricevute,aconvinceredellanecessitàdiazionipiùdecise, checontemplinolapreservazionealungotermineinunapluralità didepositicertificati,dellaletteraturapubblicatainopenaccess. 8Inquestocaso,èstatoanalizzatouncampionedi27.197articoli,sceltitraquel- lipubblicatitrail2002eil2006su1.984riviste, ecompostodaarticoliinopen accesspersceltadeiloroautori(generalmentesuiproprisitipersonali)earticoli obbligatoriamenteinopenaccessperdecisioneistituzionale. JLIS.it|Vol.5,n.1(Gennaio/January2014)|Art.#9025 p.130

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