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Paolo e la donna PDF

197 Pages·2009·7.202 MB·Italian
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Giancarlo Biguzzi Paolo e la donna s : Lecitazioni bibliche sono tratteda LaSacra Bibbia nellaversioneufficialeacura dellaConferenzaEpiscopale Italiana © 2008, FondazionediReligioneSanti Francescod'AssisieCaterinada Siena PAOLINEEditorialeLibri © FIGLIEDI SAN PAOLO, 2009 ViaFrancescoAlbani, 21 -20149 Milano www.paoline.it [email protected] Distribuzione:Diffusione San Paolos.r.l. Corso ReginaMargherita, 2- 10153 Torino 15053~ Introduzione Paolo amato, Paolo odiato 1. Paolo, amato e odiato P aolo di Tarso è stato da sempre sia ammirato che combattuto e non deve meravigliare se, anche oggi, è talvolta visto con diffidenza o posto sotto accusa. Fra gli agiografi del Nuovo Testamento furono suoi am miratori l'autore degli Atti degli apostoli che alla sua corsa apostolica fino a Roma dedica diciotto capitoli su ventotto', e1'autore anonimo delle Lettere Pastorali (l-2Timoteo e Lettera a Tito) nelle quali sembra che Paolo sial'unico apostolo. Letre lettere non menziona no infatti alcuno dei Dodici, per cui gli studiosi parla no di «esclusivismo apostolico» delle Lettere Pastorali a favore del solo Paolo. L'aurore della 2Pietro, infine, si sente smarrito di fronte allecosedifficili scritte da Paolo e,attribuendogli il dono di una particolare sapienza, giunge alpunto di mettere isuoi scritti allapari con leScritturedell'Antico Testamento: l Cfr.At 9; 11; 13-28. L'unicoaltro personaggiocui, dopo il cap. 13, l'autore degli Atti degli apostoli dedica qualche versetto (At 18,24-28) è ApollodiAlessandriad'Egittoperlasuaattivitàefesìna, 5 Il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, se « condo la sapienza che gli è stata data... In tutte le sue lettere... ci sono alcunipunti difficili da comprendere che gli ignoranti egli incerti travisano, alparidelle altre Scritture» (2Pt 3,15-16). Paolo, però, è stato subito anche avversato. I primi a combatterlo furono isuoi correligionari di un tempo, tanto è vero che, ai cristiani di Roma cui scrive, Paolo chiede di pregare perché, nella sua imminente visita a Gerusalemme, possa uscire illesodalle insidie degli «in fedeli della Giudea»: «Perilmomento vado aGerusalemme... Fratelli. .., vi raccomando: lottate con me nelle preghiere che ri volgete a Dio, perché io sia liberato dagli inftdeli della Giudea» (Rm 15,25-31). Paolo fu poi anche oggetto di invidia da parte di settori cristiani, come, ad esempio, egli stesso scrive ai cristiani di Filippi: «Alcuni predicano il Cristo anche per invidia e spi rito di contesa..., con spirito di rivalità, con intenzioni non rette, pensando di accrescere dolore allemie catene» (Fil 1,15.17). Il motivo maggiore di contrasto fu la controversia sulla necessità o meno della circoncisione per i non giu dei chevolevano aderire allafede nel Cristo. Il problema attraversa tutta la Lettera ai Galati, ma l'illustrazione più vivace è quella degli Atti degli apostoli. Il dibattito scoppiò adAntiochiadi Siria,altermine dellaspedizione missionaria di Barnaba e Paolo nell'isola di Cipro e nel cuore dell'altopiano anatolico: 6 «Appena arrivati, [Paolo e Barnaba] riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio avevafatto per mezzo loro ecome avesseaperto ai pagani laportadella fede... Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: "Senon vi fate circoncidere secondo l'usanza di Mosè, non potete esseresalvati". «Poiché Paolo e Barnaba dissentivano ediscutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione» (At 14,27 - 15,2). La posizione di Paolo era netta: ritenere necessaria la circoncisione significava ritenere inutile il Cristo e la fedein lui. Ad esempio, nellaLetteraaiGalati egliscrive: «Se la giustificazione viene dalla legge [edalla circonci sione] [allora] il Cristo è morto invano» (GaI2,2I). Poi, forse, a Paolo si rinfacciava di non essere stato compagno di Gesù durante il suo ministero pubblico come loerano stati iDodici e,di conseguenza, gliveniva negato il titolo di apostolo, tanto che, in aperturadi mol te lettere, eglideve rivendicare quel titolo, precisando di essere apostolo «per volontà di Dio», «per chiamata»; Paolo, servodi Cristo Gesù, apostolo per chiamata» « (Rm 1,1). «Paolo, chiamato a essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio» (lCor 1,1). «Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontàdi Dio» (2Cor 1,I). «Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti» (Gal 1,I). 7 Ma poi, ad esempio, nel bel mezzodella 1Corinzi ha bisogno di scrivere: «Non sonoforse un apostolo io?Non ho veduto Gesù, Signore nostro [sulla strada per Damasco]? E non siete voi la mia opera [apostolica] nel Signore?», Al che, tagliando corto, aggiunge: «Anche se per altri non sono apostolo, almeno per voi [di Corinto] io losono: e voi siete il sigillo del mio apostolato» (1Cor 9,1-2). Dopo il suo martirio aRoma (indatadiscussa:prima del 60 d.C.?, nel 64?, nel 67?), Paolo fu ricordato con venerazione.nelle Chiese da lui fondate, e in qualcuna di esse si promosse la raccolta delle sue lettere. Alcuni pensano che a prendere l'iniziativa siastata la Chiesa di Corinto-, mentre qualche altro pensa a Efeso".Sempre più spesso si fa anche l'ipotesi che a raccogliere le sue lettere siastato lui, Paolo. Infatti, scrittori come Marco Tullio Cicerone (106-43 a.Ci) e come san Girolamo (347-419 d.C.) tenevano per sé copia delle lettere che 2Imotivichesipossono addurreinappoggio dell'ipotesi corinziasono anziturto ilfatto che l-2Corinzi sono collocate in apertura dell'epistolario paolinonellalistadilibrisacrichiamataCanoneMuratoriano (metàdelseco loIId.C.; ilnomederivadaL.A.MuratorichescoprìildocumentonellaBi bliotecaAmbrosiana diMilano elopubblicò nel 1740)e,insecondo luogo, ilfatto chela lCorinzi siaprecon una formula «ecumenica», comesefosse destinatanon soloallaChiesadiCorintomaatutti icredenti: «Paolo... alla Chiesa di Dio cheèaCorinto, acoloro chesono stati santificati in Cristo Gesù,santiperchiamata, insiemecontuttiquellicheinogniluogoinvocanoil nomedelSignorenostro Gesù Cristo, Signorenostroeloro». 3Liniziativasarebbedovuta alprotagonistadellaLetteraaFilemone, lo schiavoOnesimo. Da Ignazio diAntiochia, edunque intorno al 110d.C., risulta che un certo Onesimo era vescovodi Efeso (Ignazio di Antiochia, AgliEfesini 1,3).Secondo l'ipotesi, sitratterebbedellostessoOnesimodella LetteraaFilemone:sispiegherebbe cosìperchéquellalettera, irrilevantedal punto di vistateologico (perché tutta incentratasul problema personale di Onesimo),siasopravvissutaegiuntafinoanoi. 8 inviavano, siacome documento dell'archivio personale, siain vistadellaloro pubblicazionecome testo letterario. Paolo può, ad esempio, avere elaborato e ampliato la LetteraaiGalati, di cui eventualmente tenevacopia, così da ottenernelaLetteraaiRomani", Maèmeglio lasciare nell'incerto ciò che èincerto e non documentabile. Ci furono anche discepoli ed estimatori di Paolo che, pressati dalle loro responsabilità ecclesialidi fronte a problemi sconosciuti al tempo dell'Apostolo, con concetti e spezzoni paolini ma anche con parti nuove, composero lettere e le attribuirono a Paolo perché, con 1'autorevolezzadel richiamo alui, leChiese in difficoltà sapessero tenersi alriparo da maestri d'errore", da derive escatologiste'' o separatiste", e sapessero come far fronte <I PerCicerone, J. Murphy-O'Connor, Pauletl'artépistolaire. Contexte etstructurelittéraires, Cerf Paris1994, p.29, citaAifamigliari?,18,2 (Cice rone rimprovera aun amicodifarepersonalmentelasecondacopia,incom benza che inveceèda lasciarealsegretario);Aifamigliari9,26,1 (Cicerone stessoha scritto laseconda copia); AdAttico 13,6,3 (Cicerone non ha fra lemani laseconda copia di una lettera a Bruto, ma è rintracciabile presso Tirone, schiavodifiducia, suosegretarioeconsigliere). IlcasodiGirolamo può aiutare a capirecome Paolo potesse, eventualmente, riutilizzarelesue lettere. Nella Lettera 32, indirizzata aMarcella, Girolamo dice cheacclude due altrelettere dalui precedentementescritte aPaola(sorelladi Marcella) easuafigliaGiulia Eustochìo. Di quelledue lettere, evidentemente, Giro lamo conservavacopia, ritenendole utili per altridestinatari.Allaraccoltae poiallapubblicazione delproprioepistolario provvidero, adesempio,anche CiprianodiCartagineeAmbrogio di Milano. 5Così vieneinterpretatalaLetteraaiColossesi,polemicacontroimae stri d'errore che propongono «vuoti raggiriispirati allatradizione umana» (Col2,8) echetrasmettonoinsegnamentiinaccettabili sullamediazionean gelicaascapitodelprimatodelCristo, epoisucibi,bevande,feste,noviluni esabati. 6 CosÌ sarebbe sorta la 2Tessalonicesi, tutta impegnata a dire che la parusiadelSignorenon èimminente,non essendosiancoraverificatiisegni che ladevono precedere: l'apostasia generalizzatae lacomparsa dell'uomo di iniquitàchesiinsedierà neltempio autodivinizzandosi, ilqualenon può sferrarel'ultimoattacco perché impeditoda un misterioso ostacoloche,per iltempo presente, lotrattiene. 7CosÌvienespiegatalagrandiosa Lettera agliEfesini, incuil'autoresi rivolgeaglietnico-cristianiperchésisentano un unico popolo insiemecon i 9 a insegnamenti eterodossi, a crisi di autorità e crisi del la famiglia". Allo stesso modo, l'autore del libro della Sapienza si era fatto forte del nome di Salomone, e allo stesso modo, nei suoi Dialoghi filosofici, il grande Pla tone avevamesso in bocca aSocrate molte delle proprie affermazioni. Come 1'autore della Sapienza e come Pla tone, anche gliscrittori deuteropaolini non intendevano confezionare un falso letterario, ma piuttosto sdebitarsi con il proprio Maestro, e volevano dare alle proprie ar gomentazioni qualcosa della sua autorevolezza. Intorno al 180 d.C.lelettere paoline furono tradotte in latino per l'uso liturgico delle Chiese dell'Occidente, dove ilgreco non era da tutti compreso. Ne è testimone anche labellarispostadatadai martiri di Scilialprocon sole Saturnino, il quale nell'interrogatorio processuale chiese loro che cosa mai nascondessero nella cassetta (in latino, capsa) che avevano con sé.Sperato, che era come ilportavocedei seimartiri (tre uomini: Sperato, Narzalo eCittino, etre donne: Donata, Seconda eVestia),rispose che con sé avevano le lettere di Paolo, «uomo giusto». Poiché Scili era nell'Africa settentrionale, che era forte mente latinizzata, e poiché gli Atti dei martiri scilitani sono scritti in latino, probabilmente le lettere paoline che iseiscilitani avevano con séerano in lingua latina. Riferisceilresoconto dell'interrogatorio: «Il procon soleSaturnino disse:"Checosaavetenellavostra capsa?", cristiani provenientidal giudaismo, enon sisentano (cioè, non sicompor tino da) estranei enemici. 8 Così sono da intendere le Lettere Pastorali, percorse come sono da ripetutiallarmi circaeterodìdascalie,mitiegenealogieinterminabili,dacen sureagliinsubordinati eairibelliedadure presedi posizione nei confronti delledonnechenonvogliono néfìglinémariti e,invece,gironzolanodicasa incasaper conversazioni dacui non ricavano nulla di buono. lO

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