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Logica da zero a Gödel PDF

230 Pages·2008·6.546 MB·Italian
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Francesco Berto Logica da a Godei zero © 2007, Gius. Laterza & Figli Prima edizione 2007 " \ Francesco Berto / Logica da zero a Godel I ·,. .. ' I Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel gennaio 2007 SEDIT -Bari (Italy) per conto della Gius. Laterza & Figli Spa ISBN 978-88-420-8193-7 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l'aut!if'e. Quindi ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. a Luca e Laura felici macchine di Turing, con affetto Prefazione Ci sono libri che propongono piacevoli escursioni turistiche nel ter ritorio della logica, ma non consentono di impadronirsi davvero del la disciplina. E ci sono manuali di logica scientificamente validi, ma difficili e faticosi. Questo volume ambisce a percorrere una via me dia fra i due approcci, evitandone i difetti. Si rivolge a chi non sa nul la di logica, e vorrebbe condurlo fino alla vetta forse più elevata del la materia: i teoremi di incompletezza di Godei. Lungo il percorso panoramico si potranno scorgere altre figure decisamente interes santi - ad esempio, la contraddizione scoperta da Bertrand Russell nella cosiddetta teoria «ingenua» degli insiemi; la concezione del si gnificato su cui si fonda il Tractatus logico-philosophicus di Wittgen stein; la teoria della verità di Tarski, e il problema del «paradosso del mentitore». Giunto sulla cima godeliana, il lettore dovrebbe anche scoprire di non essere più un mero turista della logica. Dovrebbe co noscere la morfologia, la sintassi e la semantica della logica elemen tare, ed essere in grado di comprendere scritti di logica non troppo specialistici. I contenuti del manuale sono quelli raccomandati dalla Associa tion /or Symbolic Logie (cfr. ad esempio A.S.L. [1995]) per un corso zero di logica destinato a studenti di tutte le facoltà umanistiche. I concetti essenziali della logica-enunciato dichiarativo, ragionamen to, inferenza, verità e correttezza, forma logica - vengono esposti, informalmente e senza eccedere in rigorismi, nell'Introduzione. Nel primo capitolo si presentano i simboli enunciativi; il significato dei connettivi logici viene caratterizzato vero-funzionalmente. Si espone quindi il calcolo mediante tavole di verità. Il secondo capitolo, rile vate le insufficienze espressive del linguaggio enunciativo, introdu- VIII Prefazione ce simboli e regole di formazione per il linguaggio del primo ordine con quantificatori e identità. Nel terzo capitolo viene descritto il si stema formale: per esso ho utilizzato la deduzione naturale di Gent zen, preferendola sia al calcolo delle sequenze sia all'assiomatica al la Hilbert-Frege. In particolare, la formulazione delle regole di deri vazione riprende quella di Troelstra-van Dalen [1988] (tranne per la negazione, per cui ho seguito Sundholm [1983]), che è a mio pare re la più perspicua ed elegante. Anche se la logica trattata nel libro è pienamente classica - fatto salvo qualche accenno a prospettive non standard -, pens9 che la deduzione naturale abbia il pregio di mettere in risalto il carattere produttivo, o costruttivo (in senso lato, non in senso stretto o intuizionistico), delle deduzioni: privilegia cioè la prospettiva che vede nella logica più la teoria dell'argomentare e ragionare dimostrativamente che non la mera presentazione siste matica delle <<leggi logiche». L'esposizione del secondo e del terzo capitolo mette in primo pia no questioni di morfologia e sintassi, mentre solo col quarto si in troduce una vera semantica elementare sistematicamente sviluppa ta. Questa strategia (seguita ad es. in Casari [1997]), che antepone una presentazione in termini di teoria della dimostrazione, può de stare qualche perplessità perché, ovviamente, obbliga in ogni caso a fare appello a varie intuizioni semantiche. Tuttavia, ho sperimentato a lezione che gli studenti si trovano a proprio agio se il calcolo logi co viene presentato loro con un approccio sostanzialmente proof theoretic e facendo appello alle loro intuizioni naturali sulla bontà delle regole. Inoltre, l'esposizione separata conferisce una certa au tonomia ai singoli capitoli: ad esempio, un filosofo del linguaggio che non ami la deduzione naturale potrebbe saltare il capitolo 3 e oc cuparsi del capitolo 4. Qui, dopo aver introdotto alcune nozioni fon damentali di ontologia insiemistica, ho presentato (rifacendomi a Chierchia-McConnell-Ginet [1993], capitolo 3, e Casalegno [1997], capitolo 4) la semantica tarskiana standard per il linguaggio elemen tare, la cui conoscenza è spesso presupposta nelle trattazioni logiche più avanzate. Una volta inteso il funzionamento della semantica for male nel suo caso più semplice, la comprensione delle sue estensio ni a linguaggi e modelli più complessi e strutturati non dovrebbe es sere troppo faticosa. Nel quinto capitolo, infine, ho introdotto alcu ni risultati di metalogica: ho enunciato i metateoremi di coerenza e completezza per la logica elementare, ed esposto in modo informa- Prefazione IX le (riprendendo soprattutto Kleene [1976], Smullyan [1992]) i teo remi di Godel, spiegandone la rilevanza filosofica. Nel complesso, dopo aver studiato l'intero libro il lettore dovrebbe essersi fatto un'i dea abbastanza equilibrata dei rapporti fra aspetti sintattici e se mantici della trattazione logica elementare. Contrariamente a quanto avviene in molti testi specialistici di lo gica, ho cercato di non sacrificare mai chiarezza espositiva e intuiti vità all'esattezza: da filosofo, penso che il rigore non dovrebbe mai diventare rigar mortis. Questo ha portato, fra l'altro, a non curarsi troppo della distinzione fra uso e menzione: oltre a evitare cose co me le quasi-virgolette quineane, quando le virgolette sembravano appesantire troppo il testo le ho tralasciate, usando alcune espres sioni (anche del linguaggio formale) in modo autonimo. Nonostan te venga stigmatizzato nei vecchi manuali, quest'uso è del tutto in nocuo nella grande maggioranza dei casi e diffuso nei testi più re centi (cfr. ad esempio Guttenplan [1997], Mondadori-D'Agostino [1997], Palladino [2002]): risulta chiaro dal contesto se il simbolo viene usato o menzionato, e nessuna grave confusione ha luogo. Nella stesura di varie parti di questo libro ho potuto utilmente sfruttare dispense dei corsi e moduli di logica tenuti negli anni, in collaborazione con Luigi Vero Tarca, presso il corso di laurea in Fi losofia dell'Università Ca' Foscari di Venezia e presso la Scuola In terateneo di Specializzazione del Veneto. Vorrei ringraziare di cuo re Vero per avermi consentito di rielaborare e riutilizzare quel ma teriale e, soprattutto, per avermi dato fin dai tempi della mia tesi di laurea l'opportunità di svolgere quell'attività didattica di base senza la quale il presente libro non sarebbe stato semplicemente possibile. Il formidabile Matteo Plebani ha curato l'eserciziario e le solu zioni e mi ha fornito brillanti spunti anche per il corpo del testo (se qualche frase vi risulta divertente, è probabile che sia stata suggeri ta da Matteo). Gli esercizi, come si noterà, non sono troppo nume rosi, allo scopo di non appesantire eccessivamente il libro. Proprio per questo, andrebbero eseguiti tutti e attentamente: il loro svolgi mento è parte integrante della comprensione delle nozioni teoriche presentate nei vari capitoli. Ho un debito speciale verso Diego Marconi, Marcello Frixione, Achille Varzi e Luigi Perissinotto, cui ho sottoposto singole parti o precedenti versioni del libro, e che lo hanno migliorato in molti mo J di. Grazie infine a Graham Priest, Massimiliano Carrara, ohn X Prefazione Woods, Paul Redding, Andrea Tagliapietra, Mauro Nasti, Neil Ten nant, Enrico Bellinelli, Luca Illetterati, Emanuele Severino, Giusep pe Barzaghi, Vittorio Hosle e Silvia Gaio, che hanno influito sul mio philosophical development nei modi più belli e luminosi. F.B.

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