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Index librorum prohibitorum , SS.MI D. N. PII PP. XI iussu editus. PDF

268 Pages·1938·18.285 MB·Latin
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INDEX LIBRORUM PROHIBITORUM SS.MI D. N. PII pp. XI IUSSU EDITUS ANNO MCMXXXYITT TYPIS POLYGLOTTIS VATICANIS MCMXXXVIII 1 PREFAZIONE A S. Chiesa attraverso i secoli sostenne grandi, tremende persecuzioni, moltipli­ IMPRIMATUR : cando via via gli eroi che suggellarono col san­ f Fr. Ali-'onsus C. De Romanis, Ep. Porpbyreonen., gue la fede cristiana; ma oggi una battaglia ben Vie. Gen. Civitatis Vaticanae più terribile le muove l’inferno, quanto subdola e blanda altrettanto deleteria, ed è la stampa cattiva. Nessun pericolo più grave di questo minaccia la integrità della fede e del costume, e perciò la S. Chiesa non cessa mai di indicarlo ai cristiani, perchè se ne guardino. I fedeli fin da principio, benché allora per mancanza dei moderni mezzi di divulgazione fossero scarsi gli scritti, vennero dalla legittima autorità premuniti contro i libri erronei ed immorali. Già l’Apostolo delle genti ottenne con la sua zelante predicazione che i neofiti di Efeso bruciassero pubblicamente i libri super­ stiziosi. 1 Dietro l’esempio di tanto maestro i IUS PROPRTETATÏS VINDICABITUR pastori di anime, massime i Sommi Pontefici, nulla risparmiarono per allontanare gli uomini redenti, non corruptibilibus auro vél argento... 1 Atti degli Ap., cap. XIX, v. 19. VI PREFAZIONE PREFAZIONE VII sed pretioso sanguine quasi Agni immaculati ас munerum con la quale il grande Leone XIII, Christi et incontaminati,1 dalle perniciose letture. nel febbraio 1896, promulgò- Decreta generalia Dal Concilio di Mcea che proibì il libro de prohibitione et censura librorum.1 Tutto ciò Thalia di Ario, da Papa Anastasio che condannò dimostra ad esuberanza quanto vigilante sia le opere di Origene, perchè plus essent nocitura sempre stata la Sede Apostolica Romana e insipientibus, quam profutura sapientibus, da quanta premura si sia sempre data ut, per шаге Leone M., che, riprovati in Roma gli scritti le stesse parole dell’immortale Benedetto XIV, dei, Manichei, ingiunse ai Vescovi spagnuoli christifideles ab eorum librorum lectione averterei, di insorgere contro i libri dei Priscillianisti, fino ex quibus incauti ac simplices detrimenti quidpiam alla lettera testé emanata dalla Suprema Sacra capere possent, imbuique opinionibus ac doctrinis, Congregazione del Sant’Uffizio contro la lette­ quae vel morum integritati, vel catholicae religionis ratura sensuale e sensuale-mistica, non è pos­ dogmatibus adversantur. sibile anche solo elencare tutto quello che la E non poteva la S. Chiesa diportarsi diversa- S. Sede ha compiuto contro le pubblicazioni mente, chè costituita da Dio maestra infallibile offensive delle verità da credersi e delle norme e guida sicura dei fedeli, ed essendo a questo morali da praticarsi. Basti qui ricordare: la scopo fornita di tutti i mezzi necessari ed S. Congregazione dell’Indice, istituita dal utili, ha il dovere e conseguentemente il sa­ santo Pontefice Pio V; gli Indici dei libri proi­ crosanto diritto di impedire che l’errore e la biti, pubblicati per autorità di Paolo IV, di corruzione, sotto qualsivoglia forma masche­ Pio IV, di Clemente V ili, di Alessandro VII, rati, entrino a contaminare il gregge di Gesù di Benedetto XIV, di Leone XIII; inoltre la Cristo. Costituzione Sollicita ac provida data da Bene­ Nè si dica che la condanna dei libri nocivi detto XTV{nel luglio del 1753, qua methodus è violazione di libertà, guerra alla luce del praescribitur in examine et proscriptione libro- vero e che l’Indice dei libri proibiti è un per­ rum servanda, l’Enciclica LChristianae reipu- manente attentato al progresso delle lettere e blicae salus, che Clemente V ili indirizzò nel delle scienze. novembre 1766 a tutti i vescovi, ut creditum È manifesto innanzitutto che nessuno più sibi dominicum gregem a noxiorum librorum validamente della Chiesa cattolica insegna che lectione averterent, e la Costituzione Officiorum I 1 Le due Costituzioni Pontifìcie Sollicita ac próvida e Officiorum ac munerum furono indi ripubblicate in ogni I Petr., cap. I, v. 18, s. edizione dell’Indice fino a quella del 1929. > VIII PREFAZIONE PREFAZIONE IX l’uomo è dotato dal Creatore di libertà, e nes­ per l’umana infermità potrebbe facilmente suno. più di lei ha difeso questo praestantissi- cadere. mum donum Bei contro chi ha osato negarlo o I libri irreligiosi ed immorali sono talora comunque diminuirlo. Soltanto gli infetti di scritti con stile ammaliante, trattano spesso di quella peste morale che corre sotto il nome di argomenti che o accarezzano le passioni car­ liberalismo possono vedere inflitte ferite al nali o lusingano l’orgoglio dello spirito, sempre libero arbitrio nei freni posti dal legittimo potere poi con studiati artifizi e cavillosità di ogni ge­ al libertinaggio: come se l’uomo per questo che nere mirano a far presa nelle menti e nei cuori è padrone dei suoi atti fosse autorizzato a fare degli incauti lettori; è naturale perciò che la sempre ciò che vuole. Chiesa, qual provvida madre, con le sue oppor­ A tale proposito sapientemente scriveva tune proibizioni ammonisca i fedeli perchè non quel grande luminare che fu Leone XIII: Nihil accostino le labbra ai facili calici del veleno. tam perversum praeposterumque dici et cogitari Xon dunque per paura della luce la S. Sede posset quam 'illuda hominem, quia natura liber vieta la lettura di certi libri, ma per quello est, ideireo esse oportere legis expertem; quod si zelo del quale Dio la infiamma e che non tol­ ita esset hoc profecto consequeretur, necesse ad lera la perdita delle anime, insegnando la stessa libertatem esse non cohaerere cum ratione: cum esperienza che l’uomo, decaduto dalla giustizia contra longe verissimum sit, idcirco legi oportere originale, è fortemente inclinato al male ed subesse, quia est natura liber.1 ha per conseguenza estremo bisogno di prote­ Onde appare chiaro che l’autorità compe­ zione e di difesa. Del resto, quanto sia necessa­ tente quando impedisce con una legge coerci­ ria per il pubblico bene la repressione della tiva la diffusione degli errori dottrinali, sempre stampa cattiva e come essa si accordi perfetta­ perniciosi ma deleteri al sommo se riguardino mente con la giusta libertà l’hanno mostrato, la religione, e cerca di togliere dalla circolazione sopratutto negli ultimi tempi, i Governi anche gli scritti atti per loro natura a far perdere la più civili, i quali per tutelare le leggi e la tran­ fede o a corrompere i buoni costumi, in luogo quillità dell’ordine sono ricorsi, con rigore ignoto di opporsi alla libertà, il cui esercizio consiste alla Chiesa, perfino alla censura preventiva. nella scelta dei mezzi più atti per conseguire Inoltre, i pregi letterari o scientifici, se pure la eterna salute, la salva dai difetti, nei quali sono reali, non possono certo legittimare la diffu­ sione di un libro contrario alla religione e ai buoni costumi; che anzi, nel caso, si richiederebbe una Elicici. Libertas, 20 giugno 1888. X PREFAZIONE PREFAZIONE XI misura repressiva tanto più efficace quanto più et audacter asseritur.1 Eon per questo però sa­ sottili sono le maglie dell’errore e più seducenti rebbe giusto dire che la Chiesa abbia assoluta- le attrattive del male. mente vietate le Bibbie in volgare: basterà ri­ , Ma ciò che da molti non si comprende e che chiamare alla memoria che nei settanta anni che per gli acattolici costituisce il più grave abuso corsero tra la invenzione della stampa e la pub­ della Curia — come essi dicono — Romana, è blicazione della versione tedesca di Lutero, più l’avere la Chiesa ostacolata la stampa e l’uso di 200 edizioni della Scrittura nelle varie lingue della Sacra Scrittura in lingua volgare. Eppure correnti si sparsero tra i popoli, dalla Chiesa non si tratta in fondo che di una calunnia! Per i debitamente approvate. primi dodici secoli la lettura delle Sacre Lettere Coloro che vogliono dare in pascolo al po­ era assai famigliare ai cristiani, come appare dalle polo la S. Scrittura senza alcun controllo, sono Omilie dei santi Padri e dai sermoni degli oratori anche i sostenitori del libero esame, del quale sacri del Medio Evo, nè l’autorità ecclesiastica niente v’ha di più assurdo e di più rovinoso. intervenne mai a impedirla. Fu soltanto in Essi, i falsi paladini del volume ispirato, i quali seguito agli abusi degli eretici, specialmente ritengono la Bibbia l’unica fonte della divina dei Valdesi, degli Albigesi, dei Wiclefìti e in Rivelazione, lanciano i loro sarcasmi e i loro generale dei Protestanti (i quali di fronte al banali insulti contro la Chiesa cattolica Ro­ volgo si sforzavano, con sacrileghe mutilazioni mana; ma ormai' è più chiaro della luce del e arbitrarie interpretazioni, di trovare nella sole che in mezzo ai sistemi più disparati del­ Bibbia quel sostegno che la storia negava loro l’eresia la integrità, canonica della Bibbia, la irrimediabilmente), che Pontefici e Concilii si sua divina ispirazione, la sua inconcussa verità trovarono più volte costretti a regolare ed anche storica e dommatica sono ogni giorno più messe qualche volta a impedire la divulgazione della in dubbio e sfacciatamente negate. E mentre Bibbia nelle lingue vive. Kessuno infatti può da ogni parte i Libri Sacri vengono attaccati, negare che molte eresie sono sorte dall’abuso projuio da quei medesimi che in essi preten­ del volume divinamente ispirato, che anzi già dono trovare la unica base della vera Fede e affermava, in generale, s. Agostino: N eque natae su i quali sperano invano di unire in vincolo sunt haereses, et quidem dogmata perversitatis illa- santo le varie sètte della Babilonia acattolica, queantia animas et in profundum praecipitcmtia, una sola potenza resiste e li salva dalla minac- nisi dum Scripturae bonae intelliguntur non bene; et quod in eis non bene intelligitur, edam temere Tract. XVIII in loan., 1. XU PJREFAZIONE ciata rovina mantenendoli intatti nella loro pri­ II mitiva autorità, vale a dire questa Chiesa Ro­ mana, cui Dio li affidò. EX CODICE IURIS CANONICI , Tutto questo si è voluto esporre allo scoijo di statare difficoltà che per il modo col quale ven­ gono proposte e sostenute avrebbero potuto fare Can. 1385 § 1. Nisi censura ecclesiastica praeces­ impressione sull’animo di alcuni fedeli cattolici. serit, ne edantur etiam a laicis: È invero ai buoni figli della Chiesa che qui si 1) libri sacrarum Scripturarum vel eorundem rivolge la parola, a quei figli devoti che ascol­ adnotationes et commentaria; tano volentieri la parola del buon Pastore Gesù 2) libri qui divinas Scripturas, sacram theo­ logiam, historiam ecclesiasticam, ius canonicum, e del Suo Vicario in terra, il Papa, a quelli, in theologiam naturalem, ethicen aliasve huiusmodi breve, che all’infuori dei casi di vera necessità, religiosas ac morales disciplinas spectant; libri ac per i quali la S. Sede suole dispensare, osserve­ libelli precum, devotionis vel doctrinae institutionis­ ranno sempre scrupolosamente tutte le regole que religiosae, moralis, asceticae, mysticae, aliique dell’Indice, astenendosi dal leggere o anche solo huiusmodi ,rquamvis ad fovendam pietatem condu­ dal ritenere i libri dalla S. Chiesa comunque cere videantur; ac generaliter scripta in quibus vietati. aliquid sit quod religionis ac morum honestatis Allo scopo pertanto di facilitare ai volen­ peculiariter intersit; terosi l’osservanza di un tale importantissimo 3) imagines sacrae quovis modo imprimendae, dovere, il S. Padre Pio XI, gloriosamente re­ sive preces adiunctas habeant, sive sine illis edantur. gnante, calcando le orme di tanti illustri suoi § 2. Licentiam edendi libros et imagines de qui­ bus in § 1, dare potest vel loci Ordinarius proprius predecessori, ha ordinato una nuova edizione auctoris, vel Ordinarius loci in quo libri vel imagi­ dell’Indice dei libri proibiti, la quale, dopo essere nes publici iuris fiant, vel Ordinarius loci in quo stata corretta e opportunamente ritoccata, esce imprimantur, ita tamen ut, si quis ex iis Ordina­ ora alla luce, muffita della sua stessa Apostolica riis licentiam denegaverit, eam ab alio Ordinario Autorità. petere auctor nequeat, nisi eundem certiorem fe­ Dal Palazzo del S. Uffizio, Festa del S. Cuore di cerit de denegata ab alio licentia. Gesù, 7 giugno 1929. § 3. Religiosi vero licentiam quoque sui Supe­ rioris maioris antea consequi debent. Cardinale Merry del Val, Can. 1386 § 1. Vetantur clerici saeculares sine consensu suorum Ordinariorum, religiosi vero sino Segretario della Suprema S. C. del Sant’ Uffizio. XIV EX CODICE ITJRIS CANONICI., EX CODICE IURIS CANONICI XV licentia sui Superioris maioris et Ordinarii loci, li­ Can. 1397 § 1. Omnium fidelium est, maxime cle­ bros .quoque, qui de rebus profanis tractent, edere, ricorum et in dignitate ecclesiastica constitutorum et in diariis, loliis vel libellis periodicis scribere vel eorumque qui doctrina praecellant, libros quos per­ padem moderari. niciosos iudicaverint, ad locorum Ordinarios aut ad § 2. In diariis vero, foliis vel libellis periodicis Apostolicam Sedem deferre; id autem peculiari titulo qui religionem catholicam aut bonos moros impe­ pertinet ad Legatos Sanctae Sedis, locorum Ordina­ tere solent, nec laici catholici quidpiam conscribant, rios, atque Eectores Universitatum catholicarum. nisi iusta ac rationabili causa suadente, ab Ordi­ § 2. Expedit ut in pravorum librorum denun­ nario loci probata. tiatione non solum libri inscriptio indicetur, sed Can. 1391. Versiones sacrarum Scripturarum in etiam, quantum fieri potest, causae exponantur cur linguam vernaculam typis imprimi nequeunt, nisi liber prohibendus existimetur. sint a Sede Apostólica probatae, aut nisi edantur § 3. Es ad quos denuntiatio defertur, sanctum sub vigilantia Episcoporum et cum adnotationibus esto denuntiantium nomina secreta servare. praecipue excerptis ex sanctis Ecclesiae Patribus § 4. Locorum Ordinarii per se aut, ubi opus atque ex doctis catholicisque scriptoribus. fuerit, per sacerdotes idoneos vigilent in libros, qui Can. 1395 § 1. Ius et officium libros ex iusta in proprio territorio edantur aut venales prostent. causa prohibendi competit non solum supremae § 5. Libros qui subtilius examen exigant vel de auctoritati ecclesiasticae pro universa Ecclesia, sed quibus ad salutarem effectum consequendum su­ pro suis subditis Conciliis quoque particularibus et premae auctoritatis sententia requiri videatur, ad locorum Ordinariis. Apostolicae Sedis iudicium Ordinarii deferant. § 2. Ab hac prohibitione datur ad Sanctam Se­ Can. 1398 § 1. Prohibitio librorum id efficit ut dem recursus, non tamen in suspensivo. liber sine debita licentia nec edi, nec legi, nec re­ § 3. Etiam Abbas monasterii sui inris et supre­ tineri, nec vendi, nec in aliam linguam verti, nec mus religionis clericalis exemptae Moderator, cum ullo modo cum aliis communicari possit. suo Capitulo vel Consilio, potest libros ex iusta § 2. Liber quoquo modo prohibitus rursus in lu­ causa suis subditis prohibere; idemque, si pericu­ cem edi nequit, nisi, factis correctionibus, licentiam lum sit in mora, possunt alii Superiores maiores is dederit qui librum prohibuerat eiusve Supeiior cum proprio Consilio, ea tamen lege ut rem quan­ vel successor. tocius deferant ad supremum Moderatorem. Can. 1399. Ipso iure prohibentur: Can. 1396. Libri ab Apostólica Sede damnati ubi­ 1) editiones textus originalis et antiquarum que locorum et in quodcumque vertantur idioma versionum catholicarum sacrae Scripturae, etiam prohibiti censeantur.1 Ecclesiae Orientalis, ab acatholicis quibuslibet pu- 1 Omnes cuiuscumque ritus fideles eodem modo tenentur S. Congregatione S. Officii editis (Declaratio S. Gongr. pro decretis damnationis librorum, et diariorum a Suprema Ecclesia Orientali, 26 maii 1928). f xvt ex codice iuris canonici , ex Codice iuris canonici xvli blicatae; itemque eiusdem versiones in quamvis lin­ 10) editiones librorum liturgicorum a Sede guam, ab eisdem confectae vel editae; Apostolica approbatorum, in quibus quidpiam im­ 2) libri quorumvis scriptorum, baeresim vel mutatum fuerit, ita ut cum authenticis editionibus schisma propugnantes, aut ipsa religionis funda­ a Sancta Sede approbatis non congruant; menta quoquo modo evertere nitentes; 11) libri quibus divulgantur indulgentiae apo­ 3) libri qui religionem aut bonos mores, data cryphae vel a Sancta Sede proscriptae aut revo­ opera, impetunt; catae; 4) libri quorumvis acatholicorum, qui ex pro­ 12) imagines quoquo modo impressae Domini fesso de religione tractant, nisi constet nihil in eis Nostri Iesu Ohristi, Beatae Mariae Virginis, Ange­ contra fidem catholicam contineri; lorum atque Sanctorqm vel aliorum Servorum Dei 5) libri de quibus in can. 1385 § 1, n. 1 et ab Ecclesiae sensu et decretis alienae. can. 1391; itemque ex illis de quibus in cit. can. 1385, Can. 1400. Usus librorum de quibus in can. 1399, § 1, n. 2, libri ac libelli qui novas apparitiones, re­ n. 1, ac librorum editorum contra praescriptum velationes, visiones, prophetias, miracula enarrant, can. 1391, iis dumtaxat permittitur qui studiis theo­ vel qui novas inducunt devotiones, etiam sub prae­ logicis vel biblicis quovis modo operam dant, dum­ textu quod sint privatae, si editi fuerint non ser­ modo iidem libri fideliter et integre editi sint neque vatis canonum praescriptionibus; impugnentur in eorum prolegomenis aut adnotatio- 6) libri qui quodlibet ex catholicis dogmatibus nibus catholicae fidei dogmata. impugnant vel derident, qui errores ab Apostólica Can. 1401. S. R. E. Cardinales, Episcopi, etiam Sede proscriptos tuentur, qui cultui divino detra­ titulares, aliique Ordinarii, necessariis adhibitis cau­ hunt, qui disciplinam ecclesiasticam evertere con­ telis, ecclesiastica librorum prohibitione non adstrin- tendunt, et qui data opera ecclesiasticam hierar- guntur. chiam, aut statum clericalem vel religiosum probris Can. 1402 § 1. Ordinarii licentiam, ad libros quod afficiunt; attinet ipso iure vel decreto Sedis Apostolicae pro­ 7) libri qui cuiusvis generis superstitionem, hibitos, concedere suis subditis valent pro singulis sortilegia, divinationem, magiam, evocationem spi­ tantum libris atque in casibus dumtaxat urgen­ rituum, aliaque id genus docent vel commendant; tibus. 8) libri qui duellum vel suicidium, vel divor­ § 2. Quod si generalem a Sede Apostolica fa­ tium licita statuunt, qui de sectis massonicis vel cultatem impetraverint suis subditis permittendi aliis eiusdem generis societatibus agentes, eas utiles ut libros proscriptos retineant ac legant, eam non­ et non perniciosas Ecclesiae et civili societati esse nisi cum delectu et iusta ac rationabili causa con­ contendunt; cedant. 9) libri qui res lascivas seu obscenas ex pro­ Can. 1403 § 1. Qui facultatem apostolicam con­ fesso tractant, narrant, aut docent; secuti sunt legendi et retinendi libros prohibitos, b xviii EX CODICE IURIS CANONICI , nequeunt ideo legere et retinere libros quoslibet a suis Ordinariis proscriptos, nisi in apostólico in­ dulto expressa iisdem facta fuerit potestas legendi III et retinendi libros a quibuslibet damnatos. SUPREMA S. CONGREGATIO S. OFFICII § 2. Insuper gravi praecepto tenentur libros pro­ hibitos ita custodiendi, ut hi ad aliorum manus non perveniant. Can. 1404. Librorum venditores libros de obsce­ INSTKUCTIO nis ex professo tractantes ne vendant, commodent, retineant; ceteros prohibitos venales ne habeant, AD AROBIEPISCOPOS, EPISCOPOS CETEROSQUE LOCO­ nisi debitam licentiam a Sede Apostólica impetra­ RUM ORDINARIOS: DE SENSUALI ET DE SENSUALI- verint, neve cuiquam vendant, nisi prudenter exi­ MYSTICO LITTERARUM GENERE. stimare possint ab emptore legitime peti. Can. 1405 § 1. Licentia a quovis obtenta nullo Inter mala huius aetatis funestissima, quae modo quis eximitur a prohibitione iuris naturalis doctrinam Christianam de moribus penitus subver­ legendi libros qui ipsi proximum spirituale pericu­ tunt atque animabus, Iesu Christi emptis pretioso lum praestant. Sanguine, admodum nocent, imprimis numeranda § 2. Ordinarii locorum aliique curam animarum sunt ea litterarum genera quae sensualitati et libi­ habentes opportune moneant fideles de periculo et dini aut etiam lascivo cuidam mysticismo indulgent. damno lectionis librorum pravorum, praesertim pro­ Huiusmodi sunt praecipue fabulae romanenses, nar­ hibitorum. ratiunculae commenticiae, dramata, comoediae, Can. 2318 § 1. In excommunicationem Sedi Apo- quarum quidem scriptionum incredibiliter fecunda stolicae speciali modo reservatam ipso facto incur­ sunt haec tempora quotidieque maior ubique copia runt, opere publici iuris facto, editores librorum diffunditur. apostatarum, haereticorum et schismaticorum, qui Quae ingeniorum commenta quibus tam multi, apostasiam, haeresim, schisma propugnant, itemque maximeque iuvenes, tantopere capiuntur, si pudo­ eosdem libros aliosve per apostólicas litteras nomi- ris et honestatis finibus, non sane angustis, contine­ natim prohibitos defendentes aut scienter sine de­ rentur, non solum sine fraude delectare, sed etiam bita licentia legentes vel retinentes. ad legentium mores conformandos prodesse pos­ § 2. Auctores et editores qui sine debita licentia sent. sacrarum Scripturarum libros vel earum adnotatio- Nunc vero satis dolere non licet, ut dictum est, nes aut commentarios imprimi curant, incidunt ex hac affluentia librorum, in quibus magna cum ipso facto in excommunicationem nemini reser­ fascinatione nugacitatis par inest turpitudo, gra­ vatam. vissimam animarum iacturam exsistere. Etenim XX INSTRUCTIO SANCTI OFFICII DE SENSUALI LITTERARUM GENERE XXI quam plures huius generis scriptores fulgentissimis 26) monuitque Salvator noster: «Non omnis qui imaginibus impudica facta depingunt; obscoenissima dicit mihi, Domine, Domine, intrabit in regnum quaeque, modo tecte, modo aperte et procaciter, caelorum, sed qui facit voluntatem Patris mei, qui omni castimoniae lege neglecta, enarrant; subtili in caelis est, ipse intrabit in regnum caelorum » quadam analysi vitia carnalia vel pessima descri­ (Matth., 7, 21). bunt eaque cunctis orationis luminibus et lenociniis Ne quis vero illa opponat: in pluribus illorum exornant, adeo ut nihil iam in moribus inviolatum librorum nitorem et ornamenta orationis vere lau­ relinquatur. Id omne quam perniciosum sit, prae­ danda inesse, psychologiam hodiernis inventis con­ sertim adolescentibus, quibus fervor aetatis diffici­ gruentem praeclare doceri, lascivas autem corporis liorem efficit continentiam, nemo est qui non videat. voluptates eo reprobari quod exprimantur, ut sunt, Volumina autem illa, tenuia saepe, parvo venalia foedissimae, aut quod interdum cum conscientiae prostant apud bibliopolas, per vias et plateas civi­ angoribus coniunctae ostendantur, vel quod patefiat tatum, in stationibus, quae dicuntur, viae ferreae, quam saepe extrema turpissimi gaudii luctus cuius­ eademque in manus omnium mira rapiditate veniunt dam poenitentiae occupet. Nam neque scribendi et familias Christianas in magna et luctuosa fre­ elegantia, nec medicinae aut philosophiae scientia - quenter discrimina adducunt. Nam quis ignorat si modo his litterarum generibus ea continentur-nec litteris eius modi phantasiam fortiter excitari, mens, quaevis ea sit, auctorum impedire unquam effrenatam libidinem vehementer accendi et cor possunt quominus lectores, quorum generatim, in coenum turpitudinum trahi? propter naturae corruptionem, magna est fragilitas Ceteris vero fabulis amatoriis multo peiores magnaque ad luxuriam propensio, paginarum im­ solent ab iis proferri qui, horribile dictu, pabulum mundarum illecebris sensim irretiti, et mentibus morbosae sensualitatis rebus sacris cohonestare non pervertantur et cordibus depraventur, ac, remissis verentur, amoribus impudicis quamdam pietatem habenis cupiditatum, ad scelera omnis generis dela­ in Deum et religiosum mysticismum, falsissimum bantur, vitamque ipsam, sordibus oppletam, fasti­ quidem, intexendo: quasi Fides cum rectae vivendi dientes, haud raro se ipsi interimant. normae negligentia, imo impudentissima infitiatione, Ceterum quod mundus, qui sua quaerit usque componatur et virtus religionis cum morum deprava­ ad contemptum Dei, his libris delectetur, eosdem- tione consocietur. Contra, sanctum est vitam aeter­ que divulget, mirandum non est; sed maxime dolen- nam neminem consequi posse, qui, licet veritates dum, a scriptoribus qui Christiano nomine se iactant, divinitus revelatas vel firmissime credat, praecepta operam studiumque in tam exitiosas litteras con­ tamen a Deo data non custodit, cum Christiani ho­ ferri. Numquid fieri potest ut principiis ethicae minis ne ipsum quidem mereatur nomen quicum­ evangelicae adversando, adhaereatur Iesu benedicto, que fidem Christi professus, Christi vestigiis non qui omnibus, ut carnem cum vitiis et concupiscen­ ingreditur: « Fides sine operibus mortua est » (lac., 2, tiis suis crucifigant, praecepit? «Si quis vult-inquit-

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