Direttore Scientifico: F. Pipino (Monza) Direttore Responsabile: P.A. Pacini (Pisa) Comitato di Redazione: P. Bartolozzi (Verona), P. Cherubino (Varese), C. D’Antimo (Belluno), L. Del Sasso (Milano), C. Fabbriciani (Roma), A. Ferretti (Roma), A. Gigante (Ancona), M. d’Imporzano (Milano), R. Magri (Napoli), M. Manca (Lido di Camaiore, LU), A. Masini (Roma), A. Piccioli (Roma), R. Rossi (Torino), V. Zottola (Como) Coordinatore Comitato Scientifico: M. d’Imporzano (Milano) Comitato Scientifico: N. Baldini (Bologna), F. Bizzarri (L’Aquila), D. Capitani (Milano), A. Castagna (Milano), G.C. Coari (La Spezia), A. Costanzo (Roma), F. Da Rin (Cortina d’Ampezzo, BL), O. Donzelli (Bologna), R. Frairia (Torino), M.I. Gusso (Firenze), F. Laurenza (Roma), S. Mapelli (Milano), R. Marsano (Milano), T. Mascitti (Seriate, BG), R. Mora (Pavia), F. Munari (Modena), G.E. Pajardi (Milano), F. Postacchini (Roma), L. Promenzio (Roma), E. Romanini (Roma), P. Rossi (Torino), F.M. Senes (Genova), U. Tarantino (Roma), P. Tranquilli Leali (Sassari), D. Vittore (Bari), G. Zinghi (Bologna), C. Zorzi (Negrar, VR) Referenti Editoriali: F. Pipino (Genova) Linee Guida: A. Piccioli (Roma) Notiziario S.I.O.T.: E. Cristofari (Roma) Congresso S.I.O.T.: Comitato di Presidenza Pagina sindacale: M. Saccomanno (Brindisi) Medicina legale: G.M. Calori (Milano) Novità legali e giuridiche: E. Macrì (Roma) Redazione: L. Andreazzi • Tel. 050 3130285 • Fax 050 3130300 • landreazzi@ pacinieditore.it • [email protected] Consiglio Direttivo S.I.O.T. biennio 2010-2012 Presidente: M. d’Imporzano Vice-Presidenti: P. Cherubino, A. Masini Consiglieri: C. D’Antimo, C. Fabbriciani, A. Ferretti, A. Gigante, R. Magri, M. Manca, R. Rossi, V. Zottola Past-President: P. Bartolozzi Garante: L. Del Sasso Segretario: A. Piccioli Segretario Generale e Tesoriere: E. Cristofari Edizione e stampa Pacini Editore S.p.A. Via A. Gherardesca 1 • 56121 Pisa Tel. +39 050 313011 • Fax +39 050 3130300 [email protected] • www. pacinimedicina.it VOL. XXXVIII • S2 • Fasc. 4 • AGOSTO 2012 Registrato presso il Tribunale di Roma – n. 14690 del 1972 Il Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia è Organo ufficiale della Società Italiana di Capitoli di libri o atti di Congressi: Krmpotic-Nemanic J, Kostovis I, Rudan P. Aging changes of Ortopedia e Traumatologia. Esso si pubblica a fascicoli bimestrali in edizione italiana. Esso the form and infrastructure of the external nose and its importance in rhinoplasty. In: Conly J, affianca Orthopaedics and Traumatology che è la pubblicazione ufficiale in inglese della S.I.O.T. Dickinson JT, editors. Plastic and Reconstructive Surgery of the Face and Neck. New York: Grune La rivista pubblica contributi redatti in forma di Editoriali, Notiziari (S.I.O.T. e Società specia- and Stratton 1972, p. 84. listiche), Report Congressuali, Aggiornamenti professionali (anche di Medicina legale), Pagine Ringraziamenti, indicazioni di grants o borse di studio, vanno citati al termine della bibliografia. sindacali, Rassegne stampa, Recensioni, Articoli Originali e Casi Clinici. Gli articoli scientifici Le note, contraddistinte da asterischi o simboli equivalenti, compariranno nel testo a piè di originali dovranno essere accompagnati da una dichiarazione firmata dal primo Autore, nella pagina. Termini matematici, formule, abbreviazioni, unità e misure devono conformarsi agli quale si attesti che i contributi sono inediti, non sottoposti contemporaneamente ad altra standards riportati in Science 1954;120:1078. rivista, ed il loro contenuto conforme alla legislazione vigente in materia di etica della ricerca. I farmaci vanno indicati col nome chimico. Solo se inevitabile potranno essere citati col nome Gli Autori sono gli unici responsabili delle affermazioni contenute nell’articolo e sono tenuti a commerciale (scrivendo in maiuscolo la lettera iniziale del prodotto). dichiarare di aver ottenuto il consenso informato per la sperimentazione e per la riproduzione Le bozze dei lavori saranno inviate per la correzione al primo degli Autori delle immagini. La Redazione accoglie solo i testi conformi alle norme editoriali generali e salvo diverse istruzioni. Gli Autori si impegnano a restituire le bozze specifiche per le singole rubriche. 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Legenda di tabelle e figure sono a parte. pagnamento di una dichiarazione ad hoc, allo scopo di rendere nota la fonte e la natura del È omesso il riassunto. finanziamento. Articoli originali: comprendono lavori che offrono un contributo nuovo o frutto di una consi- stente esperienza, anche se non del tutto originale, in un determinato settore. Devono essere sud- Norme generali divisi nelle seguenti parti: introduzione, materiale e metodo, risultati, discussione e conclusioni. Il Gli Autori sono invitati ad inviare i manoscritti secondo le seguenti norme: testo non deve superare le 15 cartelle dattiloscritte comprese iconografia, bibliografia e riassunto • software: preferibilmente Microsoft Word, salvando i file in formato .RTF. Possono essere in italiano ed inglese (max. 200 parole). Legenda di tabelle e figure a parte. Il riassunto non deve utilizzati anche altri programmi, anche open source, avendo accortezza di salvare sempre i file in superare le 200 parole e va suddiviso di regola nelle seguenti sezioni: Obiettivi, Metodi, Risultati, formato .RTF. Non utilizzare in nessun caso programmi di impaginazione grafica quali Publisher, Conclusioni. Nella sezione Obiettivi va sintetizzato con chiarezza l’obiettivo (o gli obiettivi) del Pagemaker, Quark X-press, Indesign. Non formattare il testo in alcun modo (evitare stili, bordi, lavoro, vale a dire l’ipotesi che si è inteso verificare; nei Metodi va riportato il contesto in cui si è ombreggiature ...); utilizzare solo gli stili di carattere come corsivo, grassetto, sottolineato. Non svolto lo studio, il numero e il tipo di soggetti analizzati, il disegno dello studio (randomizzato, inviare il testo in formato .PDF in doppio cieco …), il tipo di trattamento e il tipo di analisi statistica impiegata. Nella sezione – nome del/i file/s: il testo e le singole tabelle devono essere salvati in file separati Risultati vanno riportati i risultati dello studio e dell’analisi statistica. Nella sezione Conclusioni va • illustrazioni riportato il significato dei risultati soprattutto in funzione delle implicazioni cliniche. – inviare le immagini in file separati dal testo e dalle tabelle Articoli originali brevi: comprendono brevi lavori (non più di 3 cartelle di testo) con conte- – software e formato: inviare immagini preferibilmente in formato TIFF o EPS, con risoluzione nuto analogo a quello degli Articoli originali e come questi suddivisi. Sono ammesse 2 tabelle o minima di 300 dpi e formato di 100 x 150 mm. Altri formati possibili: JPEG, PDF. Evitare nei limiti figure e una decina di voci bibliografiche. del possibile .PPT (file di Powerpoint) e .DOC (immagini inseriti in file di .DOC) Casi clinici: vengono accettati dal Comitato di Redazione solo lavori di interesse didattico – nome del/i file/s: inserire un’estensione che identifichi il formato del file (esempio: .tif; .eps) e segnalazioni rare. La presentazione comprende l’esposizione del caso ed una discussione diagnostico-differenziale. Il testo deve essere conciso e corredato, se necessario, di 1-2 figure o Testo: in lingua italiana e corredato di titolo del lavoro (in italiano ed in inglese); parole chiave tabelle e di pochi riferimenti bibliografici essenziali. Il riassunto è di circa 50 parole. (in italiano ed in inglese); riassunto strutturato (in italiano ed in inglese); titolo e didascalie Lettere alla direzione: possono far riferimento a problemi di interesse ortopedico d’attualità delle tabelle e delle figure. oppure ad articoli già pubblicati. Nel secondo caso la lettera verrà preventivamente inviata agli Nella prima pagina devono comparire: il titolo (conciso, in italiano ed inglese); le parole chiave Autori dell’articolo e l’eventuale risposta degli stessi pubblicata in contemporanea. La loro in italiano ed inglese; i nomi degli Autori e l’Istituto o Ente di appartenenza; la rubrica cui si estensione non dovrebbe superare le due pagine dattiloscritte, precedute dal titolo. È richiesta intende destinare il lavoro (decisione che è comunque subordinata al giudizio del Direttore); la sola lingua italiana. il nome, l’indirizzo ed il recapito telefonico dell’Autore cui sono destinate la corrispondenza e Dai Libri: la rivista si riserva di fare e/o pubblicare le recensioni di libri che le venissero proposti. le bozze. Nella seconda pagina comparirà il riassunto in italiano ed inglese (non più di 200 Il testo, di 1-2 pagine, dovrà essere in italiano. parole, strutturato secondo le sezioni Background, Obiettivi, Metodi, Risultati, Conclusioni). Nelle ultime pagine compariranno la bibliografia, le didascalie di tabelle e figure e l’eventuale menzione del Congresso al quale i dati dell’articolo siano stati comunicati (tutti o in parte). Gli scritti di cui si fa richiesta di pubblicazione vanno indirizzati (in originale o per E-mail) a: Tabelle: devono essere contenute nel numero (evitando di presentare lo stesso dato in più Pacini Editore SpA – Ufficio Editoriale, Via Gherardesca 1, 56121 Pisa – c.a. forme) e numerate progressivamente. Lucia Castelli • Tel. 050 3130224 • E-mail: [email protected], lcastelli@ Figure: vanno riprodotte in foto o digitale e numerate con eventuale indicazione dell’orienta- pacinieditore.it mento. I grafici ed i disegni possono essere in fotocopia, purché di buona qualità. 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Gherardesca 1 • 56121 Ospedaletto • Tel. 050 313011 • Fax 050 3130300 • abbonamenti@ Libri: Tajana GF. Il condrone. Milano: Edizioni Mediamix 1991. pacinieditore.it • www.pacinimedicina.it L’editore resta a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare e per le eventuali omissioni. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org. 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Fabbriciani S9 Arthroscopically assisted 2-bundle anatomical reduction of acute acromioclavicular joint separations A.B. Imhoff S12 Le lesioni capsulo-legamentose acute - gomito Le lesioni capsulo-legamentose acute del gomito S. Briano, F. Visci, G. Demontis, F. Santolini S13 Lesioni acute del legamento collaterale mediale del gomito L. Pederzini, M. Prandini, M. Tosi, F. Nicoletta S14 Le lesioni capsulo-legamentose acute: gomito - le lesioni del legamento collaterale laterale C. Rovesta, M.C. Marongiu, G. Leo, S. Matino, F. Catani, L. Malagoli, L. Celli S19 Le lesioni capsulo-legamentose acute - ginocchio Biological and mechanical augmentation for healing of ligaments and tendons A. Speziali, K.F. Farraro, K.E. Kim, S.L-Y. Woo S26 Lesioni mediali e postero-mediali del ginocchio S. Zaffagnini, A. Grassi, G.M. Marcheggiani Muccioli, T. Bonanzinga, T. Roberti Di Sarsina, M. Marcacci S31 Le lesioni acute posterolaterali del ginocchio C. Fabbriciani, V. Izzo S34 Le lesioni capsulo-legamentose acute del ginocchio: la rottura del legamento crociato anteriore. Cosa fare? G. Puddu, G. Cerullo, M. Cipolla, V. Franco, E. Giannì S40 Le lesioni isolate acute del legamento crociato posteriore P.P. Mariani, G. Cerullo, M. Giaracuni S43 Le lesioni capsulo-legamentose acute – ginocchio “lesioni combinate” C. Zorzi, V. Madonna, A. Russo, G. Piovan, V. Condello S46 Le lesioni capsulo-legamentose acute: il ruolo dell’artroscopia M.M. Tei, G. Potalivo, A. Speziali, G. Cerulli S48 Il trattamento del primo episodio di lussazione di rotula A. Schiavone Panni, S. Cerciello, M. Vasso S53 Le lesioni capsulo-legamentose acute - caviglia Lesioni capsulo legamentose acute della caviglia: trattamento chirurgico A. Ferretti, F. Morelli S57 Ruolo dell’artroscopia nelle lesioni acute della caviglia A. Branca, A. Cevenini, F. Timini, L. Di Palma S63 Lesioni capsule-ligamentose acute di caviglia. Lesioni dell’adolescente F. Falciglia, M. Giordano, V. Guzzanti S64 Le lesioni capsulo-legamentose - polso e mano Le instabilità del polso. Considerazioni di anatomia funzionale A. Pagliei, A. Tulli, F. Catalano S70 Le lesioni capsulo-legamentose acute del polso e della mano. Lesioni della radio-ulnare distale R. Luchetti, A. Atzei, R. Cozzolino S79 Le lesioni capsulo-legamentose acute - polso e mano Le lesioni del legamento scafo-lunato A. Landi, N. Della Rosa S97 Le lesioni capsulo-legamentose - rachide Le lesioni capsulo legamentose traumatiche del rachide S. Boriani, F. De Iure S102 Lesioni occulte dei legamenti C. Colosimo, A. Costantini S108 Le protesi dolorose - parte generale Inquadramento della protesi dolorosa A. Impagliazzo, A. Formica, A. Mattei, S. Pelle S109 Reattività biologica ai materiali M. Villano, S. Soderi, M. Innocenti S115 Il dolore nella protesi infetta E. Meani, C. Rinallo, P. Trezza S118 Le protesi dolorose - percorsi diagnostici: bisogna conoscerli tutti D.E. Bonasia, U. Cottino, A. Stucchi, R. Rossi, F. Castoldi, V. Rossi, G. Collo, P. Rossi S123 Le protesi dolorose - anca Protesi dolorose dell’anca da mobilizzazione occulta P. Cherubino, F. D’Angelo, A. Testa S127 Protesi dolorose dell’anca da accoppiamento: materiali e design F. Biggi, C. D’Antimo, S. Di Fabio, D. Salfi, S. Trevisani S131 Vie di accesso e dolore nell’artroprotesi dell’anca F. Randelli, L. Banci, F. Pace, A. D’Anna, O. Visentin S134 Dismetria, offset e dolore N. Pace, M. Del Torto S138 Dolore da patologie peri-articolari in pazienti con protesi d’anca F.S. Santori, P. Piciocco, N. Santori S142 Le protesi dolorose - ginocchio Mobilizzazione asettica e dolore R. D’Anchise S147 La protesi dolorosa instabile e delle parziali N. Confalonieri, A. Manzotti, C. Chemello S151 Anterior knee pain in total knee arthroplasty G.L. Maistrelli S157 Protesi monocompartimentale e dolore V. Sessa, U. Celentano, U. Trovato S160 Le protesi dolorose - spalla Le protesi di superficie e le endoprotesi dolorose di spalla G. Cerciello, D. Rossetti, G. Conte S165 La protesi inversa dolorosa di spalla V. De Cupis S168 Le protesi dolorose - caviglia Le protesi dolorose – caviglia. Stato dell’arte: accoppiamenti, materiali e design S. Giannini, A. Leardini*, M. Romagnoli, M. Cadossi, C. Pungetti, D. Luciani S173 Le protesi di caviglia dolorose: le cause extra-articolari A. Volpe, D. Varotto S177 Le protesi dolorose - gomito Protesi di gomito: lo stato dell’arte G. Giannicola, F.M. Sacchetti, G. Bullitta, M. Scacchi, F. Postacchini S181 La protesi di gomito dolorosa: esperienza clinica A. Celli, L. Celli S191 La protesi dolorosa del capitello radiale R. Rotini, A. Marinelli, E. Guerra, G. Bettelli, M. Cavaciocchi S198 Le protesi dolorose di gomito: algoritmo terapeutico S. Nicoletti, P. Farsetti, E. Ippolito S202 Le protesi dolorose - polso e mano Painful wrist and hand arthroplasties. Complications of distal radioulnar joint arthroplasty D.L. Fernandez S206 Instabilità e dolore nelle protesi di polso M. Ceruso, S. Pfanner S207 Il dolore nelle protesi delle metacarpofalangee e interfalangee della mano M. Rampoldi S209 Le protesi dolorose - rachide Le protesi dolorose lombari M. Di Silvestre, F. Lolli, T. Greggi, F. Vommaro, A. Baioni S213 Indice degli Autori S219 S1 AGOSTO2012;38(suppl.2):1-4 LUSSAZIONE ACUTA: IL PROBLEMA or humeral (Hill Sachs lesion or Hill Sachs “engaging”) bone deficiency. Patients with hyperlaxity may initially follow a reha- Gleno-humeral primary dislocation: bilitation program. If this fails, or capsulo-labral damages due to the problem instability occur, a surgical approach may be proposed. Elderly patients with traumatic dislocation require a careful shoulder as- sessment since the dislocation may be associated with skeletal (fractures of the humeral head of the greater tuberosity), tendon Riassunto (rotator cuff) or neurological (axillary nerve) injuries. La gestione del paziente con instabilità è cambiata significa- Key words: gleno-humeral primary dislocation, acute shoulder tivamente nell’ultimo ventennio poiché è migliorata la qualità dislocation, traumatic shoulder dislocation, atraumatic shoulder della diagnostica per immagini; per l’acquisizione di nuove dislocation conoscenze anatomiche e per l’introduzione di nuove tecniche chirurgiche. Tuttavia, per l’elevato numero di algoritmi terapeu- tici suggeriti dalla letteratura, è ancora oggi difficile gestire il L’instabilità è una delle più comuni condizioni patologiche paziente con instabilità di spalla. che coinvolgono la spalla e può essere il risultato della Il trattamento della prima lussazione di spalla deve considerare rottura o dell’insufficienza del cercine glenoideo, della cap- l’età, il sesso e le abitudini quotidiane (sport, lavori manuali) sula articolare, dei legamenti gleno-omerali, della cuffia del paziente. I soggetti di età inferiore a 30 anni – soprattutto dei rotatori o della normale anatomia scheletrica. La pre- se maschi – con lussazione traumatica e danni capsulo-labrali valenza dell’instabilità nella popolazione ad alta richiesta sono usualmente candidati al trattamento chirurgico. La scelta funzionale è del 2.9% e il 96% di questi pazienti hanno tra la tecnica artroscopica e quella a cielo aperto è influenzata dall’eventuale presenza di deficit ossei glenoidei (Bankart os- un’instabilità anteriore con avulsione capsulo-labrale 1. In sea) od omerali (lesioni di Hill Sachs o Hill Sachs “engaging”). uno studio RM 2, è stato osservato che, dopo la prima lussa- Gli iperlassi possono seguire inizialmente un percorso riabilitati- zione, le avulsioni gleno-omerali sono riscontrabili nel 66% vo. Se questo fallisce, o se si verificano dei danni capsulo-labrali dei casi e le rotture del cercine nel 76%. L’associazione di conseguenti all’instabilità, l’indicazione diventa chirurgica. I entrambe le lesioni si verifica nel 53% dei casi. pazienti anziani con lussazione traumatica necessitano di una Le lussazioni sono spesso ricorrenti, condizionano le attivi- attenta valutazione poiché alla lussazione possono associarsi tà quotidiane e scoraggiano la pratica di attività sportive danni scheletrici (fratture del collo chirurgico e del trochite), ten- amatoriali o agonistiche. Nei pazienti di età inferiore a dinei (cuffia dei rotatori) e neurologici (nervo ascellare). 20 anni, la prevalenza della recidiva è del 64%-90% 3-5. Parole chiave: lussazione primaria gleno-omerale, lussazione Molti fattori, quali l’età del paziente, l’iperlassità articola- acuta di spalla, lussazione traumatica di spalla, lussazione re, la pratica sportiva, e i deficit ossei omerali o glenoidei, atraumatica di spalla sono stati considerati predisponenti ad una recidiva 6-9. Summary La storia naturale dei pazienti con prima lussazione è Management of patients with shoulder instability has changed stata investigata in molti studi. La letteratura tradizionale significantly since the last two decades because a) the quality of suggerisce che la percentuale di recidiva sia superiore al imaging has improved; b) new anatomical knowledge and c) in- 90% in giovani pazienti 10. Sachs et al., invece, ritengono troduction of new surgical techniques. However, due to the large che la percentuale sia inferiore (56%) 11. number of therapeutic algorithms suggested by the literature, it La gestione del paziente con instabilità è cambiata signi- is still difficult to manage the patient with shoulder instability. ficativamente nelle ultime due decadi per il miglioramento Treatment of shoulder dislocation should first consider age, sex della qualità della diagnostica per immagini, per le nuove and daily activities (sports, manual labor) of the patient. Patients acquisizioni anatomiche e per l’introduzione di nuove tec- younger than 30 – especially males – with traumatic dislocation niche chirurgiche. Tuttavia, a motivo dell’elevato numero and capsulo-labral damage are usually candidates for surgical di algoritmi terapeutici suggeriti dalla letteratura, è anco- treatment. Choice between arthroscopic and open technique is influenced by the possible presence of glenoid (bony Bankart) ra oggi difficile gestire il paziente con instabilità di spalla. Generalmente il paziente giunge all’osservazione del chi- rurgo ortopedico alcuni giorni dopo la riduzione (quando F. POSTACCHINI, S. GUMINA ancora indossa un tutore) o ad uno o più mesi dal trauma, Dipartimento di Anatomia, Istologia, Medicina Legale e dell’Apparato Locomotore, Università di Roma “Sapienza” quando è ancora impegnato nella rieducazione funziona- le e non conosce la storia naturale dell’instabilità, né sa Indirizzo per la corrispondenza: quando e se potrà tornare alla pratica sportiva o all’atti- Franco Postacchini vità lavorativa pesante. Università “Sapienza” di Roma, Clinica Ortopedica La valutazione radiografica dovrebbe includere la pro- piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma iezione vera AP, ascellare e ad “Y” per verificare la pre- E-mail:[email protected] senza di difetti ossei, quali la lesione di Hill Sachs o di F. POSTACCHINI, S. GUMINA S2 Bankart ossea. Il versamento endoarticolare presente a FIG. 1. Prima lussazione traumatica spalla sinistra. Maschio pochi giorni dalla lussazione consente di richiedere una 26 anni, pallavolista amatoriale. A: visione artroscopica RM senza contrasto, che può evidenziare la presenza e dal portale posteriore; il cercine glenoideo non è visibile la gravità delle lesioni capsulo-labrali. L’impiego del mez- poiché reinserito sul collo della scapola (lesione ALPSA) zo di contrasto intra-articolare è auspicabile per le RM G = glenoide; O = omero. B: lesione di Hill Sachs. eseguite a distanza di molte settimane o mesi dal trauma, quando il versamento si è riassorbito. Per una quantifica- A zione dell’eventuale deficit osseo glenoideo o omerale, l’esame TC rappresenta il gold standard 12 13. PRIMA LUSSAZIONE TRAUMATICA I pazienti giovani con prima lussazione traumatica di spalla dovrebbero essere informati sulla possibilità, che può anche essere elevata, di avere una recidiva della lussazione in un lasso di tempo di mesi o pochi anni. Se informati di ciò, molti chiedono un trattamento che dia loro maggiori garanzie di stabilità per evitare di incorrere in un nuovo episodio sgradevole e doloroso di lussazione e per riavere una spalla stabile e non dolente nel corso di attività sportive o lavorative manuali. L’esame obiettivo, dopo la riduzione della lussazione, do- vrebbe includere: l’ispezione della spalla coinvolta e del- B la controlaterale (per verificare la presenza di asimmetrie o atrofie muscolari); la valutazione generale dello stato di lassità e dell’escursione articolare; i test per verificare la funzionalità della cuffia dei rotatori e del nervo ascellare e i tests (di carico e traslazione omerale) per esaminare la direzione della instabilità. Inoltre, è importante verificare la presenza del segno del solco, bilateralmente, in posi- zione neutra e a 30° di rotazione esterna per identificare un’instabilità multi-direzionale. Quando è presente un deficit osseo glenoideo od ome- rale associato ad un danno capsulo-labrale (Fig. 1), il normale arco glenoideo è ridotto e la stabilità della spal- la marcatamente compromessa. I dati della letteratura indicano che non vi è uniformità di opinioni su quanto debba essere la percentuale di perdita ossea in grado di causare un’instabilità. Burkhart e De Beer 14 hanno osservato che la percentuale di recidiva della lussazione dopo una riparazione artroscopica di Bankart è quin- dici volte superiore in presenza di un deficit osseo gle- FIG. 2. Esame TC di una spalla sinistra eseguita in paziente noideo superiore al 25% dell’intera superficie articolare con prima lussazione traumatica e con Bankart ossea. (Fig. 2). Gerber e Nyffeler 15 riportano che in caso di Valutazione del difetto osseo con il metodo PICO (A) e con ricostruzione tridimensionale (B). Il paziente è stato difetto osseo glenoideo (con lunghezza della rima an- sottoposto ad intervento chirurgico di stabilizzazione con tero-inferiore superiore alla metà del massimo diametro tecnica di Latarjet. inferiore glenoideo), la stabilità articolare è compromes- sa del 30%. Itoi et al. 13, in uno studio su cadavere, hanno evidenziato che la stabilità è significativamente compromessa se il difetto osseo è superiore al 21% del diametro glenoideo. Sebbene non vi sia un consenso unanime su quale sia l’entità del difetto osseo glenoideo in grado di determinare l’instabilità, la maggior parte A B degli autori ritengono che un deficit superiore al 20% LUSSAZIONE ACUTA: IL PROBLEMA S3 -30% della superficie articolare è in grado di rendere espongono ripetitivamente le strutture capsulo-legamen- una spalla instabile. tose ad eccessive sollecitazioni meccaniche. Nel tempo, Lesioni di Hill Sachs inferiori al 20% della curvatura della l’effetto cumulativo della ripetitività del trauma o delle sol- testa omerale non sono cause significative di instabilità lecitazioni porta ad una lassità. In queste condizioni, un né di lesione “Hill Sachs engaging” 16 17. Quest’ultima micro- o macrotrauma può trasformare la lassità in instabi- si verifica quando la testa omerale s’incunea nel difetto lità. Quest’ultima può anche verificarsi se la ripetitività del glenoideo antero-inferiore con arto in abduzione ed ex- gesto causa uno sbilanciamento dei muscoli della cuffia trarotazione 18 19. Lesioni di Hill Sachs maggiori del 40% che, per la perdita di una sinergia funzionale, non sono sono state direttamente correlate alla recidiva della lus- in grado di centrare la testa omerale nella cavità glenoi- sazione 16 20 e difetti glenoidei compresi tra il 20% ed il dea 28. 40% possono essere predisponenti alla recidiva, sebbene Stabilire la posizione del braccio che causa dolore o in- l’instabilità dipenda dalla localizzazione e orientamen- stabilità può fornire informazioni sulla direzione della tra- to della lesione. Burkhart e De Beer 14 hanno osservato slazione della testa omerale. I test di carico e traslazione che, in presenza di lesioni di “Hill Sachs engaging”, la omerale possono identificare la direzione dell’instabilità percentuale di recidiva dopo riparazione artroscopica di (soprattutto quando queste manovre provocano sintomi) e Bankart è molto elevata. devono essere effettuate sul piano della scapola, con la Il trattamento conservativo dovrebbe essere proposto a scapola stabilizzata. Un segno del solco > 2 cm indica la pazienti di età superiore a 30 anni che non abbiano avu- presenza di un’iperlassità inferiore e perdita dell’interval- to una lesione ampia della glena o una frattura del tro- lo dei rotatori. Un’apprensione con il braccio in flessione chite. Pazienti ultrasessantenni dovrebbero essere valutati ed intrarotazione indica un’instabilità posteriore. Se il pa- anche per eventuali lesioni associate della cuffia dei rota- ziente non ha avuto traumi, le proiezioni radiografiche tori e del nervo ascellare 21. L’altra categoria di pazienti possono risultare normali, mentre la artro-RM può mostra- che dovrebbero essere trattati inizialmente in modo con- re una ridondanza capsulare ed un cercine generalmente servativo è quella degli sportivi ad alto livello impegnati integro. nella stagione agonistica. Buss et al. 22 hanno infatti osser- Il trattamento del paziente con lassità in assenza di lesioni vato che atleti di 26-30 anni erano in grado di riprendere del cercine o difetti ossei è inizialmente conservativo. La l’attività sportiva dopo 10 giorni dalla prima lussazione, riabilitazione deve essere mirata a rinforzare gli stabiliz- sebbene la metà di essi abbiano preferito sottoporsi ad zatori dinamici della spalla ed incrementare la coordina- intervento al termine della stagione. zione e la propriocezione. Con il trattamento conservativo L’intervento chirurgico è raccomandato per i pazienti di è stata rilevata, in pazienti con instabilità multidirezionale, età inferiore a 30 anni. In uno studio condotto sui cadetti una percentuale dell’88% di risulti buoni o eccellenti 29. dell’Accademia Militare Americana 23, l’80% dei pazienti Il trattamento chirurgico deve essere riservato ai pazienti trattati conservativamente hanno avuto una o più recidive con nuove lussazioni durante il programma di rieducazio- della lussazione. Analogamente, è stato osservato che la ne e in quelli senza risultati (scomparsa dei sintomi) dopo percentuale di recidiva è del 75% in coloro che non sono sei mesi di trattamento conservativo. In presenza di un stati operati e dell’11% in quelli sottoposti a riparazione buon tessuto capsulare, il trattamento chirurgico è artro- artroscopica di lesione di Bankart 24. In uno studio pro- scopico e consiste nell’effettuazione di plicature della cap- spettico randomizzato, i pazienti con instabilità ricorrente sula articolare. Lo stesso trattamento può essere attuato, avevano un punteggio WOSI e DASH inferiore a quelli in prima istanza, in sportivi lanciatori. Bollier e Arciero 30 sottoposti a stabilizzazione chirurgica 25. Habermeyer et consigliano, invece, un “capsular shift” a cielo aperto in al. 26 hanno osservato che i danni capsulo-labrali posso- casi di revisione chirurgica, oltre che in atleti che prati- no diventare progressivamente più gravi con l’aumentare cano sport di contatto ed in quelli con iperlassità o defi- del numero delle recidive. Infine, è stato riscontrato che cienza capsularedi entità marcata. Nei pazienti con insta- la percentuale di artropatia gleno-omerale, ad un lungo bilità prevalentemente posteriore, una celata lesione del follow-up, era più elevata in quelli con lussazione recidi- cercine glenoideo (Kim lesion) può essere presente senza vante (40%) che nei pazienti operati (26%) o in quelli che che all’esame RM vi sia un franco distacco del cercine. non avevano avuto altre lussazioni (18%) 27. Durante la valutazione artroscopica, la presenza di un danno condro-labrale spesso indica un’avulsione profon- PRIMA LUSSAZIONE IN SOGGETTI CON IPERLASSITÀ da del cercine. In questo caso alle plicature va associata Un’iperlassità di spalla può essere: acquisita per il ve- la reinserzione del cercine 31. L’intervallo dei rotatori viene rificarsi di microtraumi ripetuti; secondaria ad una iper- chiuso artroscopicamente solo se, nonostante le plicature lassità congenita; o conseguente ad entrambe le cause. anteriori e posteriori, persiste un sulcus inferiore in posizio- Sportivi che usano l’arto al di sopra del piano orizzontale ne neutra e a 30° di extrarotazione 30. F. POSTACCHINI, S. GUMINA S4 CONCLUSIONI omerali (lesioni di Hill Sachs o Hill Sachs “engaging”). Il trattamento della prima lussazione di spalla deve tene- I pazienti iperlassi possono seguire inizialmente un per- re conto dell’età, del sesso e delle abitudini quotidiane corso riabilitativo. Se questo fallisce o se si verificano (sport, lavori manuali) del paziente. I soggetti di età in- dei danni capsulo-labrali conseguenti all’instabilità, l’in- feriore a 30 anni – soprattutto se maschi – con lussazio- dicazione è chirurgica. I pazienti anziani con lussazio- ne traumatica e danni capsulo-labrali sono candidati al ne traumatica debbono essere attentamente valutati per trattamento chirurgico artroscopico o a cielo aperto. La escludere la presenza di danni scheletrici (fratture del scelta tra le due metodiche è influenzata dall’eventuale collo chirurgico e del trochite), tendinei (cuffia dei rota- presenza di deficit ossei glenoidei (Bankart ossea) od tori) e neurologici (nervo ascellare). Bibliografia need for future surgery for acute traumatic with anterior shoulder instability. Am J Sports 1 Owens BD, Duffey ML, Nelson BJ, et al. The anterior shoulder dislocation be predicted? J Med 2004;32:1430-3. incidence and characteristics of shoulder in- Bone Joint Surg Am 2007;89:1665-74. 23 DeBerardino TM, Arciero RA, Taylor DC. stability at the United States Military Acad- 12 Baudi P, Righi P, Bolognesi D, et al. How to Arthroscopic stabilization of acute initial emy. 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