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Vita e costumi dei romani antichi. I luoghi di culto PDF

114 Pages·2018·4.908 MB·Italian
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̥ ̥ 20 20 ̊ ̊ Isabella Ruggiero I luoghi di culto 20 ˚ ˚ I luoghi di culto VITA E COSTUMI DEI ROMANI ANTICHI Collana promossa dal Museo della Civiltà Romana con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio Direzione scientiica: G. Pisani Sartorio, A. Liberati Silverio In copertina: Particolare del plastico di Roma in età imperiale; è inquadrata l’estremità occidentale del Foro Romano con i templi di Saturno, di Vespasiano e Tito e della Concordia; dietro si innalza il Campidoglio sul quale emerge, tra i vari templi, quello di Giove Ottimo Massimo, a sinistra (Roma, Museo della Civiltà Romana) © Roma 1997, Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. Prima ristampa: febbraio 2018 © Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. Via Ajaccio, 41/43 - 00198 Roma Tel. (39)06/85358444 - fax (39)0685833591 eISBN 978-88-7140-852-1 MUSEO DELLA CIVILTÀ ROMANA 20 ˚ ˚ Isabella Ruggiero I luoghi di culto EDIZIONI QUASAR Il Museo della Civiltà Romana è un Museo essenzialmente didattico. È formato da calchi, plastici e ricostruzioni che illustrano i diversi aspetti della vita e della cultura romana antica, non solo a Roma, ma in tutto l’Impero. Conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, comprende 4000 pezzi esposti in 59 sale, su un percorso di mq. 13.000. Gli argomenti trattati in questo volume trovano riferimento nei pezzi conservati nelle sale V, IX, XII, XXXI, XXXVII, XLIII, LVI. Gli studi storici, che rivolgono l’attenzione alla conoscenza della sequenza cronologica di fatti avvenuti nel passato, dei processi diformazione e di sviluppo delle società, delle eco- nomie, delle culture e delle religioni, dei comportamenti e delle tecnologie e in generale delle civiltà e indagano criticamente tutte le fonti storiche di informazione disponibili ed utilizzabi- li (orali, scritte, documentali, archeologiche che siano), tendono sempre a creare nella nostra mente una forma diacronica di ricostruzione degli avvenimenti e dei luoghi del passato. L’edizione di opere che mirino in modo speciico alla ricostruzione di ciò che era il mondo antico, il modo di vivere, di pensare e di sentire in epoche molto lontane da noi, richiede non solo un’ampia conoscenza di tutte le componenti storico-sociali, ma anche la capacità di trasformare cognizioni scientiiche in immagini il più vicine possibili non alla nostra realtà, ma alla realtà del passato non issato in un solo lash, ma in continuo divenire all’interno di uno stesso periodo o di una stessa civiltà. È quello che si è cercato di fare con la pubblicazione di questa collana « Vita e Costumi dei Romani antichi»: sfruttando quindi la dinamicità della parola per andare al di là della issità dell’immagine offerta da un oggetto esposto in un museo o anche di un fotogramma di un ilmato, per rispondere sempre meglio sia alla naturale curiosità dei lettori per il «c’era una volta ieri», ma anche per offrire un momento di piacevole rilessione e di un non pedante insegnamento per il futuro. In considerazione del particolare «taglio» di divulgazione scientiica, che è stato dato alle pubblicazioni, si è quindi cercato dal punto di vista redazionale di fornire ad un pubblico di lettori attenti le caratteristiche generali di ogni argomento, lo sviluppo e l’articolarsi nel tempo con modalità diverse. L’apparato illustrativo dei testi, scelto con particolare attenzione al signiicato dell’immagi- ne, ha tenuto presente, ma non solo, l’abbondante materiale delle collezioni di calchi e pla- stici del Museo della Civiltà Romana, museo che aveva già editato nel 1937, in concomitanza con la Mostra Augustea della Romanità, una collana di volumetti impostati su queste basi. Giuseppina Pisani Sartorio Annamaria Liberati Silverio PREMESSA La presenza tanto frequente di templi romani nel nostro territorio. pur rendendone fami- liare e ben noto l’aspetto, non vale ad aiutarne la conoscenza: sviati dall’immagine delle ro- vine rimaste, abbiamo spesso un’idea limitata e distorta di queste costruzioni, del loro aspetto originario, della loro utilizzazione, della loro evoluzione. La vastità della materia e il taglio divulgativo hanno suggerito di impostare questo lavoro trattando l’argomento sotto diversi aspetti, cosicché ogni capitolo prende in considerazione un argomento particolare e costituisce una diversa visuale con cui affrontare la materia, nell’in- tento di fornire nell’insieme un panorama più vario possibile pur nella sua brevità. L’esame è limitato ai templi di Roma e del Latium, che fu in dalle origini strettamente legato all’evoluzione dell’Urbe, escludendo quelli del resto d’Italia e dell’impero romano, in cui la speciicità di ogni regione richiederebbe un’analisi articolata e una ben più estesa trattazione di ciascuno dei temi affrontati: pensiamo ai diversi rapporti tra i luoghi di culto romani e quelli autoctoni, o all’immenso panorama architettonico, con una quantità di ediici e una varietà di soluzioni da esaminare ciascuna in relazione al diverso substrato locale su cui l’architettura romana si trovò ad agire. L’ampiezza e la complessità della materia non permettono infatti ge- neralizzazioni che, per la varietà, sul piano religioso, culturale e artistico, dei paesi man mano conquistati da Roma, rischierebbero imprecisioni e pericolosi appiattimenti: diverso è il valo- re che riveste la costruzione di templi romani, pur se simili nelle forme, in Grecia e in Gallia. L’obiettivo di esaminare i luoghi di culto nel loro complesso e non di scrivere un compendio dell’architettura romana sacra ha fatto sì che nel trattare i templi sotto l’aspetto architettonico si sia preferito cercare di spiegarne le origini, illustrarne la formazione e seguirne l’evoluzione graduale, piuttosto che esaminarli nel periodo in cui l’arte romana ha già acquistato una sua originalità e una sua isionomia ben delineata, vale a dire dalla tarda età repubblicana. Questo ha reso necessario soffermarsi anche sui templi greci ed etruschi, dei quali è fondamentale conoscere le caratteristiche e l’evoluzione per capire in parallelo quelli romani, analizzando i legami e le reciproche inluenze. Il problema della delimitazione tra arte italica, etrusca, greca e romana è però particolarmente dificile; la complessità dell’architettura romana, nata su un substrato culturale latino‑italico, legata alla civiltà etrusca, inluenzata dall’arte greca, permeata man mano dagli inlussi di tutte le culture sulle cui regioni del mondo antico andava estendendosi, non permette facili riassunti; qui vorremmo solo provare a coglierne, attraverso la varietà delle forme, alcuni tratti che ci aiutino a capirla. Rivolto soprattutto a quelli che, senza essere specialisti del settore, si accostano con passione alla nostra materia, questo libro è stato scritto con la speranza che possa essere una spinta a saperne di più e ad interessarsi con maggior comprensione a quei resti che, lì sotto i nostri occhi da anni, guardiamo spesso senza “vedere”. 7

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