le, FERDINANDO CARLESI » VITA E AVVENTU- RE LAZZARINO DI DA TORMES * lj DE LAZZARILLO DE TORMES Y SUS FOR- TUNAS Y ADVERSIDADES) ¿ <£. f§t — F. Lumachi, Libraio-Editore Firenze, 1907 PROPRIETÀ LETTERARIA Prato, Tip. Giachetti, Figlio e G# PREFAZIONE () T Quando il 28 g—iugno 1519 assemblea degli elettori germanici « lavorata », come diremmo modernamente, con i molti denari dei Fugger—e con i non pochi cannoni puntati su Francoforte si lasciò persuadere a porre la corona imperiale a disposizione del giovanetto re Carlo di Spagna, l'iberico orgoglio, proverbialmente irriso sino ai giorni nostri, non brillò affatto, contro tutte le apparenze, nel petto degli hidalgos, per i riflessi dello splendore che in tal modo venivaacircondare la figura del loro sovrano. Quella volta accanto al fascino di tanta altezza vi fu nella nazione spa- gnola un senso pratico che ne sentì la vertigine, antiveggendo, con una perspicacia che farebbe onore a un moderno sociologo, che la nuova po- sizione del re Carlo nella politica internazionale sarebbe stata per il regno più un male che un bene. E i primi sintomi del malcontento si ebbero (1) Pubblicata la prima volta sotto il titolo di Poli- tica e verismo in una novella spagnola del XVI secolo nella « Rassegna Nazionale, » Firenze, 1 ottobre 1906. IV PREFAZIONE subito che il re si imbarcò per andare ad Aqui- sgrana a ricevervi la corona imperiale. Questa sua determinazione di partire « a todos comunmente pesò » dice il caballero Pero Mejia « cronista del invictissimo emperador Don Carlos V» (*), natu- ralmente in tutto e per tutto devoto alla sua causa e quindi tutt'altro che sospetto vagheggiatore di tali moti ; e con voce unanime si lamentava che Yimperatore se ne andasse,—abbandonando il regno. Alcuni poi aggiungevano a scopo di seminar — zizzania, dice il Mejia che egli se n' andava dalla Spagna per non tornarvi mai più, che l'avrebbe sfruttata, seguitando a cavarne le rendite reali e gli altri obblighi, e che nelle future Cortes avrebbe imposto nuove tasse molto gravi e tutto : questo a beneficio delle Fiandre, divoratrici del- Toro spagnuolo! Toledo fu la prima ad agitarsi ; altre città si unirono, e una petizione fu rivolta al re, nella quale, tra.l'altro, si chiedeva che egli non si assentasse dal regno, che non si potesse esportare la moneta spagnuola, che non si ven- dessero gli uffici per denaro, che si desse ascolto a chi soverchiamente aggravato di tasse moveva reclami, e che YInquisizione fosse ordinata còme realmente richiedeva l'onore e il servizio di Dio. (i) V. la sua storia Relación de las comunidades de Castilla, Nella Biblioteca des autores españoles etc. del Rivadeneyra.