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Verità e ragione nella storia PDF

407 Pages·2012·1.414 MB·Italian
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Nato cattolico, per uscire dal cattolicesimo avrei dovuto avere delle “ragioni”; ma queste ragioni, proposte da più parti, non mi hanno mai convinto. L’antologia offre una panoramica del pensiero di Augusto Del Noce (1910-1989) attraverso una scansione in quattro parti, ciascuna delle quali dedicata a un tema nodale: l’ateismo come problema dell’età moderna, compimento e dissoluzione del marxismo, il momento fascista della secolarizzazione, secolarizzazione, nichilismo e cristianesimo. La scelta dei testi documenta il metodo di indagine di Del Noce, caratterizzato da una analisi minuziosa di questioni storiografi che, sostenuta sempre da un’elaborazione teoretica profonda e originale. Secondo Del Noce la ragione può attingere le questioni meta fisiche ultime solo attraverso la storia. Su questo sfondo il pensiero del filosofo piemontese anticipa alcune delle questioni di massima attualità per il pensiero, quali la possibile dissoluzione della società opulenta, della struttura democratica dalla polis nichilista e i possibili nuovi totalitarismi dovuti all’elusione delle questioni fondamentali della verità e della libertà. Lo sforzo della lunga ricerca di Del Noce fu quello di mostrare come il nichilismo sia l’esito inevitabile del razionalismo, ma non rappresenti il destino dell’Occidente: nel momento del suo compiersi esso svela anche la sua natura dogmatica e apre la via a una riconsiderazione critica della forza e della bontà per l’uomo della tradizione cristiana. 2 Alberto Mina ha pubblicato testi su Overbeck, Nietzsche e Del Noce. Collabora a diverse riviste scientifiche e a varie istituzioni culturali. È membro del comitato scientifico della Fondazione Del Noce. 3 4 Proprietà letteraria riservata © 2007 RCS Libri S.p.A., Milano eISBN 978-88-58-63032-7 Prima edizione digitale 2012 da edizione maggio 2007 In copertina: Mario Sironi, Paesaggio urbano ©Bridgeman/Alinari Progetto grafico Mucca Design Per conoscere il mondo BUR visita il sito www.bur.eu Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata 5 i libri dello spirito cristiano BIBLIOTECA UNIVERSALE RIZZOLI collana fondata da don Luigi Giussani diretta da don Julián Carrón Dio si è fatto uomo. L’imprevedibile è diventato un avvenimento reale: Dio si è fatto compagno agli uomini, così che la vita possa non essere vana. Nell’incontro con questo fatto storico la ragione, la volontà e l’affettività umane sono provocate a realizzarsi, a compiersi secondo tutta l’ampiezza del loro desiderio di giustizia, di bontà e di felicità. Lo spirito cristiano è l’umanità di persone stupite e commosse da questo avvenimento. Questi testi ne sono una documentazione particolare, specie dove le parole scavano nei fatti e nei cuori con tutta l’energia della grande arte. Si tratta di romanzi, saggi e testi di poesia non facilmente reperibili e che hanno comunque lasciato segno in chi li ha accostati. Perché in essi si mostra, con varia genialità e secondo diverse prospettive storiche e psicologiche, 6 uno spirito cristiano impegnato a scoprire e a verificare la ragionevolezza della fede dentro le circostanze della vita. Un’umanità, cioè, che realizza la sua passione per l’esistenza e la sua adesione al dramma della vita con un realismo e una profondità altrimenti impossibili. 7 INTRODUZIONE ATTUALITÀ DEL PENSIERO DI AUGUSTO DEL NOCE Il tempo è galantuomo. Augusto del Noce, che durante la vita non ebbe grande affermazione né sul piano accademico né su quello genericamente culturale, ci appare ora come grande filosofo, forse il più grande filosofo cattolico italiano della seconda metà del Novecento. Lo sforzo di tutta la sua vita, una vita dedicata esclusivamente alla filosofia, fu quello di mostrare come nel pensiero tradizionale si potessero trovare principi sulla base dei quali poteva divenire veramente comprensibile il mondo presente e come proprio movendo alla considerazione dei problemi del nostro mondo si giungesse a un recupero della Grande Tradizione, intesa non come un deposito di forme passate ma come un insieme organico di principi vivi trascendenti il tempo e quindi validi per ogni tempo, metastorici eppure capaci di storicità inesauribile. Il fascino della sua filosofia è quello di darci un’interpretazione profonda del nostro tempo, che scopre in esso la traccia dell’eternità. In questo senso sono da intendersi certe sue affermazioni come: «L’occasione per il sorgere della filosofia è dal problema dell’interpretazione del proprio tempo», o «Una filosofia che non contenga risposte agli interrogativi che il proprio tempo presenta si annulla come tale». A prima vista questa dichiarazione di attualità potrebbe parere a dir poco strana. Questa posizione si espresse infatti in una dura polemica contro il marxismo e contro la 8 secolarizzazione (di cui il marxismo stesso era da lui considerato un aspetto); ma oggi, si potrebbe dire, il marxismo sembra essere scomparso nonché dalla scena filosofica da quella politica, e d’altra parte il mondo attuale non sembra essere andato verso l’affermazione totale dell’ateismo, la secolarizzazione non è giunta pienamente a realizzarsi e a produrre quegli esiti che negli anni Sessanta, quando Del Noce formulò per la prima volta le sue tesi, si presentavano come indubitabili. Ora occorre subito dire che egli stesso previde la fine del marxismo e l’avvento della società tecnocratica fin dai primi anni del dopoguerra, ma si sforzò di dimostrare la parte avuta dal marxismo proprio nel rendere possibile questo avvento, e che non considerò mai la secolarizzazione un processo irreversibile: certo vide nell’ateismo il grande problema della modernità e parlò del nostro tempo come dell’«epoca della secolarizzazione», ma mai concepì l’ateismo come il destino dell’Occidente, né la secolarizzazione come esaustiva del mondo moderno. 1. Ateismo e marxismo. Biografia dell’idea di rivoluzione Semplificando al massimo il discorso di Del Noce, occorre dire che vi sono sostanzialmente due forme di ateismo: l’ateismo negativo pessimistico notturno e l’ateismo positivo diurno. L’ateismo negativo, che parte dalla constatazione del male nell’universo affermandone l’incompatibilità con l’esistenza di Dio, è, più che ateismo vero e proprio, una contestazione di Dio nel nome di Dio. L’esperienza religiosa del male, con il correlativo bisogno di salvazione trascendente, che rende impossibile la 9 conciliazione con il mondo, fa sporgere per così dire l’uomo oltre di esso aprendolo, se non a Dio, a quello spazio extramondano in cui Dio può essere incontrato. L’ateismo, per realizzarsi completamente, deve diventare ateismo positivo, e se v’è una storia dell’ateismo diretta alla sua realizzazione piena essa consiste nella purificazione di tutti gli elementi negativi o pessimistici che ne accompagnano l’affermazione. In realtà la purificazione dell’ateismo dai suoi momenti pessimistici è avvenuta soltanto nel nostro tempo, che è quello in cui l’ateismo si è finalmente realizzato allo stato puro: un marxismo senza rivoluzione e un Nietzsche senza tragedia nella loro confluenza costituiscono veramente l’orizzonte ateo di tanto pensiero contemporaneo. Lo sviluppo dell’ateismo positivo si staglia in due momenti: il primo è una trascrizione dell’Assoluto in termini razionali, da cui sono sorte le filosofie del «divino immanente» che conservano il riferimento all’Assoluto pur risolvendolo ed esaurendolo in un’idea della ragione; il secondo è quello di una negazione dell’Assoluto, che avviene coerentemente, in quanto una volta ridotto l’Assoluto a grandezza razionale se ne può fare quello che si vuole, ed eventualmente anche disfarsene; si è così passati dalle filosofie del divino immanente all’immanenza radicale, all’ateismo. Del Noce ha potuto con ragione denominare questo processo col termine secolarizzazione. Se con questo termine giuridicamente si indica il passaggio da beni ecclesiastici a beni statali, se ne può fare un uso analogico culturale più ampio a indicare anche l’appropriazione dei valori religiosi da parte della ragione, sino al completo assorbimento dei primi nella seconda, o la rivendicazione di 10

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