Sparute comunità di superstiti, arroccate in qualche edificio urbano o in isolate fattorie... Gruppi vaganti di fuggiaschi... Branchi di cani affamati e di belve umane... Un mondo distrutto, e la specie Homo Sapiens sull'orlo dell'estinzione... Innumerevoli romanzi di fantascienza apocalittica ci erano venuti abituando a questo spiacevole quadro di un futuro più o meno prossimo. Ma finora si era sempre immaginato che il crollo della civiltà, la morte della specie, dovessero essere la conseguenza di eventi improvvisi e violenti: una guerra atomica, un morbo orrendo, una collisione planetaria, un'invasione di mostri e altre simili catastrofi. In questo romanzo - che descrive la marcia di una carovana verso una problematica salvezza - non è invece successo "niente di particolare": il crollo, il collasso generale sono stati la semplice e normale conseguenza di ciò che già oggi vediamo accadere ogni giorno intorno a noi.