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Untitled - MENELAW SETE PDF

264 Pages·2014·24.99 MB·English
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E T E S W A L E N E M MENELAW SETE Menelaw Sete, nome d’arte di Jorge do Nascimento Ramos ha la straordinaria capacità di sorprenderci sempre. Ci sorprende con i suoi quadri dipinti da mano sapiente, veloce, scoprendoci e lasciandoci scoprire la sua attitudine a mostrare le cose, le persone, i colori, le scene e la vita della sua città: Bahia. Bahia è una città speciale, unica, sorprendente come la pittura di Menelaw Sete. Non è possibile definirla con poche parole perché a partire dal suo nome Salvador della Bahia de Todos os Santos, la città e una complessa e molteplice realtà dove le radici africane di odori, sapori e colori si mescolano all’incanto della grande baia che si mostra tutta senza mistero e con una luce che definisce l’orizzonte con un forte senso di lontananza e nostalgia insieme. La nostalgia (saudade) e la lontananza di quella sponda opposta di un altro continente, dell’Africa, naturalmente, voglio dire. Jorge Amado lo scrittore baiano che ha cantato la vita del popolo di quella regione brasiliana descrive come “il cuore della vita popolare baiana si trova nella parte più antica della città, la più vigorosa e affascinante…tutta la ricchezza del baiano in simpatia e civiltà, tutta la povertà infinita, dramma e magia, nascono e sono presenti in questa antica zona della città… Largo do Pelourinho, dal patibolo dove i negri schiavi erano frustati… questa Piazza del Patibolo è illustre e grandiosa: la sua bellezza è fatta di pietre e di sofferenza… Le pietre della pavimentazione sono nere come gli schiavi che le collocarono; ma quando il sole del mezzogiorno brilla più intenso, hanno riflessi color del sangue…” Ed è proprio in questo cuore pulsante della città, pulsante di musica e di immagini, pulsante di capoeira e candomblè, dove vestite di bianco le donne nere friggono l’acarajé nell’olio dendé, proprio in questo cuore si trova lo studio di Menelaw Sete, che da questo cuore trae tutta la sua energia pittorica e attiva l’immaginario collettivo della vita di questa città. Ricordo che quando sono uscito dal suo atelier al Pelourinho, pensai che se Picasso o Matisse avessero visto Bahia non l’avrebbero più lasciata o forse che le “Damoiselles di Avignon” sarebbero diventate “As Mocinhas de Bahia” e che la “Danza” sarebbe diventata la “Roda de Samba” o la “Capoeira”. Menelaw Sete fa vivere alla sua pittura una speciale condizione, quella di una speciale visione del mondo, direi percettivamente felice, meglio vitalmente amorosa. Dipinge allora la vita del suo popolo in termini felici come del resto è. E lo fa con gesti ampi, veloci, forti e decisi e con una ricchezza di vocabolario che coniuga tutti i temi dell’amore: la famiglia, i bambini, le feste, la musica e i musicanti, il sesso, le donne, la maternità, gli abbracci e i baci… è l’amore per la vita ad essere al centro della sua pittura. Un amore dipinto con naturale scioltezza e sapiente capacità, dove la resa pittorica è sorpresa e meraviglia allo stesso tempo. L’ampio vocabolario di Menelaw Sete non è tuttavia il solo elemento a restituirci la forza e il sapore delle sue immagini. Menelaw Sete ha sempre guardato oltre l’orizzonte di quel mare, lo ha attraversato con lo sguardo e con l’immaginazione, lo ha esperito attraverso una tecnica gestuale che gli ha mostrato attraverso e dentro un certo tipo di scansione pittorica europea. C’è allora nelle sue opere tutto il sole di Bahia e al contempo un certo stilema africano ed infine tutta la lezione di Henri Matisse e Pablo Picasso insieme alla forza del graffito rielaborato da una apertura cromatica che restituisce in totalità lo sguardo che questi due grandi maestri della pittura europea hanno avuto per le culture africane direttamente o indirettamente. Del resto per Matisse i suoi soggiorni africani restano fondamenti forti per la sua pratica pittorica, e per Picasso l’osservazione delle sculture e della loro essenzialità volumetrica di quei popoli sviluppano tutta la sua potenza. Si potrebbe dire a proposito di essenzialità figurale anche del nostro Amedeo Modigliani, delle sue figure e dei suoi ritratti. Tutto questo Menelaw Sete lo sa bene e ce lo fa vedere in ogni sua opera e tuttavia ogni volta con lo sguardo ritorna alla sua Bahia. E’ questa la grande capacità che Menelaw Sete sviluppa con la sua pittura. E’ come se esercitasse uno sguardo strabico alla grande storia della pittura europea e allo stesso tempo muovendosi tra figurazione e astrazione coniughi tutta la cultura visiva baiana con la storia della pittura europea. Ciò che caratterizza la sua arte è il richiamo coraggioso agli stilemi visivi di questi grandi maestri. E parlo di richiamo come espresso nella lingua degli uccelli. Dico di ritornelli musicali che si coniugano, si catturano a vicenda ed elaborano una nuova lingua visiva, una nuova visione dell’immagine che passa attraverso l’intreccio di queste grandi avventure della storia della pittura. Menelaw Sete è riuscito attraverso il colore e il segno che lo distinguono a richiamarsi a Picasso e a Matisse senza cadere nella facile trappola della citazione, senza ripeterne soggetti e concetti, piuttosto ha osservato con grande disciplina e grande coraggio di misurarsi con essi. Della citazione evita l’influsso tematico, evita con istinto il riferimento banale, ed evita soprattutto la maniera. E’ questo, diciamolo pure, non è facile! Il risultato raggiunto è il frutto di un innesto straordinario dove i colori e segni configurano una vera e propria cosmogonia baiana, dove tutto ha luogo e posto e dove l’amore che questo popolo ha per la vita viene tradotto in pittura, sotto forma di immagini e scene, sotto forma di una vitalità che viene sprigionata da ogni porzione della tela che Menelaw Sete ci offre. Con la sua pittura compiamo un vero e proprio viaggio attraverso la storia e la geografia, attraverso il tempo e lo spazio, attraverso i sentimenti e le vite. E’ questa l’offerta principale che fa al nostro sguardo. L’espressione di questa vitalità viene resa in pittura e con segni e colori che ricordano da vicino tutto quel mondo che dagli Orixa’ di Caribé passa per la visione innamorata di Jorge Amado. A questa complessità visiva e culturale Menelaw Sete offre una risposta che si dispone sul piano di una miscela sapiente e culturalmente simile a quella del popolo brasiliano ed in particolare baiano. Dove la cultura europea, africana e india si dispongono felicemente all’intreccio, all’abbraccio, e dunque all’amore. Sono queste le ragioni dell’unicità espressive della sua pittura, dove richiami e ritornelli compongono una visione e la esprimono con il più grande dei sentimenti umani: l’amore. E di questo sentimento Menelaw Sete è un pittore straordinario, perché la sua visionarietà ci stimola e ci accompagna verso un orizzonte del visivo che tutto coniuga come in una vita. Antonio d’Avossa MENELAW SETE Menelaw Sete, alias Jorge do Nascimento Ramos, has the extraordinary ability to constantly surprise us. He surprises us with his swiftly and expertly painted canvases, discovering and allowing us to discover his attitude to showing the things, the people, the colours, the scenes and the life of his city: Bahia. Bahia is a special city, as unique and surprising as Menelaw Sete’s painting. It is impossible to define it in just a few words because, starting from its very name São Salvador da Bahia de Todos os Santos, the city is a complex and varied reality where the smells, flavours and colours of its African roots blend with the charm of the great bay, unmysteriously flaunting is beauty, and a radiance that defines the horizon with a strong feeling both of nostalgia and distance. Nostalgia (saudade) and distance of the coastline on the opposite shore. The shore of another continent. I mean Africa, of course. Jorge Amado, the writer from Bahia who sung the life of the people of this Brazilian region, describes how “the heart and soul of the baiano life is to be found in the oldest part of the city, the most dynamic and charming… all the richness of the baiano’s charm and courtesy, all the infinite poverty, the drama and the magic, are born and thrive in this ancient part of town… Largo do Pelourinho, from the whipping post where black slaves were flogged… this Whipping Post Square is grand and illustrious: its beauty is made of stones and suffering… the paving stones are as black as the slaves who placed them there; but when the midday sun glistens more intensely, they take on blood-coloured shimmer…” And it is in this very heart of the city, throbbing with music and images, throbbing with capoeira and candomblé, where black ladies dressed in white fry acarajé in dendê oil, it is right in this very heart that Menelaw Sete has his studio, and it is from this very heart that he draws all his pictorial energy and activates the collective imagination of the life of this city. I remember stepping out of his studio in the Pelourinho and thinking that if Picasso or Matisse had ever visited Bahia they would never have left, perhaps “Les Demoiselles d’Avignon” would have become “As Mocinhas da Bahia” and “La Danse” would have become “A Roda de Samba” or “Capoeira”. Menelaw Sete bestows on his paintings a special form of life, a special vision of the world: I’d say, perceptively happy, or better, vitally loving. He paints the life of his people in happy terms, as it, in fact, is. And he does it with abundant, swift, strong and decisive gestures and with a richness of vocabulary that conjugates all the themes of love: family, children, festivities, music and musicians, sex, women, maternity, embraces and kisses… it is love of life that is central to his paintings. A love that is painted with natural fluidity and knowledgeable skill, where the painterly yield is simultaneously surprise and wonder. Menelaw Sete’s ample vocabulary is not, however, the only element that delivers the strength and the flavour of his images. Menelaw Sete has always looked beyond the horizon of that sea, he has crossed it with his gaze and with his imagination, he has accomplished it through a gestural technique that he observed in a certain European pictorial application. And so his works encompass all the sunshine of Bahia as well as a certain African motif and finally all the teachings of Henri Matisse and Pablo Picasso. With the strength of a mural that has been re-elaborated by a chromatic opening, he conveys all the insight that these two great masters of European painting had, directly or indirectly, of African cultures. After all, Matisse’s African travels were an important influence on his painting, as Picasso’s observation of the volumetric essence of African sculpture contributed to the totality of his strength. And speaking of figurative essence, this could also be said of the figures and portraits by Amedeo Modigliani. Menelaw Sete knows all of this well, and he demonstrates it in every piece of his work. Yet every time turns his gaze back to his Bahia.This is the great ability that Menelaw Sete develops with his painting. It is as if he were casting a cross-eyed look on the great history of European painting and at the same time, while moving between figurative and abstract art, conjugating all the visual culture of Bahia with the history of European art. What characterises his art is his brave evocation of the visual styles of these great masters. He evokes musical choruses like the song of birds. Choruses that merge, capture each other and elaborate a new visual language, a new vision of the image that passes through the web of these great adventures in the history of painting. With his use of colour and distinctive brushstroke Menelaw Sete has been associated with Picasso and Matisse without falling into the easy trap of citation, without repeating subjects and concepts. Rather, he has observed with great discipline and had the immense courage to measure himself against them. In terms of citation he avoids the thematic influence, he instinctively avoids the obvious references, and above all avoids the manner. And let’s be honest, that is no easy feat! The outcome is the result of an extraordinary graft, where colours and brushstrokes create the true cosmogony of Bahia, where everything has its rightful place and where the love that these people have for life is translated into painting, into images and scenes, into a vitality that emanates from every pore of the canvass that Menelaw Sete grants us. Through his painting we are taken on a journey through history and geography, through time and space, through lives and emotions. This is the central element that is bestowed to our eyes. The expression of this vitality is turned into painting with brushstrokes and colours which, looked at closely, remind us of a world that passes from Carybé’s Orixá to Jorge Amado’s enamoured vision. To this visual and cultural complexity Menelaw Sete provides a response on a par with a blend that is knowledgeable and culturally similar to that of the Brazilian people, in particular of the people of Bahia. Where European, African and Native Indian cultures are happily open to mingling, embracing and thus to loving. These are the reasons for the expressive singularity of his painting, where recollections and choruses compose a vision and express it with the greatest of all human sentiments: love. And Menelaw Sete is an extraordinary painter of this sentiment, because his visionary nature stimulates us and leads us towards a visual horizon which, like an entire existence, unites everything. Antonio d’Avossa MENELAW SETE Menelaw Sete, nom d’artiste de Jorge do Nascimento Ramos, a une capacité extraordinaire de nous surprendre à chaque fois. Il nous surprend avec ses tableaux peints d’une main savante, agile, nous faisant et laissant découvrir son aptitude à montrer les choses, les personnes, les couleurs, les scènes et la vie de sa ville: Bahia. Bahia est une ville spéciale, unique, étonnante tout comme la peinture de Menelaw Sete. Il n’est guère possible de la définir en quelques mots parce que, à partir de son nom, Salvador della Bahia de Todos os Santos, la ville est une réalité complexe et multiple où les odeurs, les saveurs et les couleurs aux origines africaines se mêlent à la magie de la grande baie qui s’offre tout entière, sans mystère aucun, dans une lumière qui révèle l’horizon avec un puissant sentiment à la fois d’éloignement et de nostalgie. Je me réfère ici à la nostalgie (saudade) et à l’éloignement de cette terre à l’opposé, de cet autre continent, de l’Afrique, naturellement. Jorge Amado, l’écrivain originaire de Bahia qui a chanté la vie du peuple de cette région du Brésil, écrit que “le cœur de la vie populaire de Bahia se trouve dans la partie la plus ancienne de la ville, la plus active et la plus fascinante… toute la misère du monde, les drames et la magie naissent et sont présents dans cette antique zone de la ville mais aussi la sympathie et l’amabilité qui sont la richesse de Bahia… Largo do Pelourinho où l’on fouettait les esclaves noirs …cette place du châtiment est célèbre et grandiose : sa beauté est faite de pierres et de souffrance… Pavée de pierres noires, comme les esclaves qui les posèrent, elle prend des reflets couleur de sang quand le soleil est au zénith …”. C’est précisément dans ce cœur battant de la ville, vibrant de musique et d’images, de capoeira e candomblè, où les femmes noires vêtues de blanc font frire l’acarajé dans l’huile dendé, que se trouve l’atelier de Menelaw Sete. C’est dans ce cœur qu’il puise tout son génie pictural et met en action l’imaginaire collectif de la vie de cette cité. Je me souviens que, quand je suis sorti de son atelier au Pelourinho, j’ai pensé que si Picasso ou Matisse avaient vu Bahia, ils ne l’auraient plus quittée ou que les “Demoiselles d’Avignon” se seraient peut- être métamorphosées en “As Mocinhas de Bahia” et que la “Danza” serait devenue la “Roda de Samba” o la “Capoeira”. Menelaw Sete fait vivre à sa peinture une situation inattendue, une vision particulière du monde, je dirais sensiblement radieuse ou, mieux encore, fondamentalement amoureuse. Il peint alors la vie de son peuple en termes heureux comme du reste il l’est. Il le fait avec de grands gestes, rapides, forts et décisifs avec un riche répertoire qui conjugue tous les thèmes de l’amour: la famille, les enfants, les fêtes, la musique et les musiciens, le sexe, les femmes, la maternité, les étreintes et les baisers… c’est l’amour pour la vie qui est au centre de sa peinture. Un amour peint avec une aisance naturelle et un talent éclairé où la peinture est surprise et merveille en même temps. Le vaste répertoire de Menelaw Sete n’est pas toutefois le seul élément qui nous donne la force et la saveur de ses images. Menelaw Sete a toujours regardé au-delà de l’horizon de cette mer, il l’a traversée avec le regard et l’imagination, il l’a expérimentée à travers une technique gestuelle qui lui a fait pénétré une certaine forme d’analyse de la peinture européenne. Dans ses œuvres, il y a tout le soleil de Bahia et en même temps un évident style africain et, enfin, toute la leçon d’Henri Matisse et de Pablo Picasso unie à la force du graffiti réélaboré par une ouverture chromatique qui restitue en totalité l’attention que ces deux grands maîtres de la peinture européenne ont porté, directement ou indirectement, aux cultures africaines. Du reste, les séjours africains de Matisse ont été de solides fondements pour sa peinture. C’est en étudiant les sculptures de ces peuples et leur essentialité volumétrique que Picasso a développé toute sa puissance. À propos d’essentialité figurative, nous pourrions aussi parler de notre Amedeo Modigliani, de ses personnages et de ses portraits. Tout ceci Menelaw Sete le sait parfaitement et il nous le fait voir dans toute son œuvre ; cependant, chaque fois son regard se tourne vers sa Bahia. C’est cela le grand talent de Menelaw Sete. C’est comme s’il lorgnait la grande histoire de la peinture européenne. En même temps, oscillant entre figuration et abstraction, il conjugue toute la culture visuelle de Bahia avec l’histoire de la peinture européenne. Ce qui caractérise son art, c’est le rappel courageux des styles visuels de ces grands maîtres. Je parle de rappel comme exprimé dans le langage des oiseaux. Je dis de ritournelles musicales qui s’unissent, se capturent à tour de rôle et élaborent une nouvelle langue visuelle, une nouvelle vision de l’image qui passe à travers l’enchevêtrement de ces grandes aventures de l’histoire de la peinture. Menelaw Sete a réussi à travers la couleur et le signe qui le distinguent à s’inspirer de Picasso et de Matisse sans tomber dans le piège facile de la citation, sans en répéter les sujets et concepts ; il a plutôt cherché, avec une grande discipline et un grand courage, à se mesurer à eux. Il évite l’influence thématique de la citation, esquive instinctivement la référence banale et surtout la manière. Et ceci, on doit l’admettre, n’est guère facile! Le résultat obtenu est le fruit d’une assimilation extraordinaire où les couleurs et les signes configurent une véritable cosmogonie bahianienne où tout a un lieu et une place et où l’amour que ce peuple a pour la vie se traduit en peinture sous forme d’images et de scènes, sous forme d’une énergie qui est emprisonnée dans chaque portion de la toile que Menelaw Sete nous régale. Avec sa peinture nous accomplissons un véritable voyage à travers l’histoire et la géographie, le temps et l’espace, les sentiments et les vies. C’est cela qu’il offre principalement à notre regard. L’expression de ce dynamisme se traduit en peinture par des signes et des couleurs qui rappellent intimement tout ce monde qui, des Orixa’ di Caribé, passe par la vision amoureuse de Jorge Amado. À cette complexité visuelle et culturelle, Menelaw Sete répond avec un mélange savant et culturellement semblable à celui du peuple brésilien et, notamment, de Bahia, où les cultures européenne, africaine et indienne accueillent d’une manière remarquable le panachage, l’étreinte et donc l’amour. Ce sont là les raisons de l’unicité expressive de sa peinture où des rappels et des ritournelles composent une vision et l’expriment avec le plus grand des sentiments humains : l’amour. Menelaw Sete est un peintre extraordinaire de ce sentiment parce que son caractère de visionnaire nous stimule et nous accompagne vers un horizon du visuel qui conjugue tout, comme dans la vie. Antonio d’Avossa MENELAW SETE Menelaw Sete, Künstlername von Jorge do Nascimento Ramos, hat die außergewöhnliche Fähigkeit uns immer zu überraschen. Er überrascht uns mit seinen von schneller und geschickter Hand gemalten Bildern, seine Begabung offenbarend, um uns die Gegenstände, Personen, Farben, Szenen und das Leben seiner Stadt: Bahia, entdecken zu lassen.Bahia ist eine außergewöhnliche, einzigartige, überraschende Stadt wie die Gemälde von Menelaw Sete. Man kann sie nicht mit wenigen Worten beschreiben, denn schon von dem Namen angefangen: Salvador della Bahia de Todos os Santos, ist die Stadt von einer komplizierten und vielfachen Realität wo sich die afrikanischen Wurzeln mit seinen Düften, Geschmacke und Farben mit dem Zauber der großen Bucht mischen, die sich ohne Geheimnis und mit einem Licht, das den Horizont mit einer starken Empfindung der Ferne und Sehnsucht zusammen bestimmt. Die Sehnsucht (saudade) und die Ferne nach diesem gegenüberliegenden Ufer eines anderen Kontinents, Afrika natürlich. Jorge Amado der bahianische Schriftsteller der das Leben des Volks dieser brasilianischer Region besungen hat, beschreibt es so: „das Herz des bahianischen Volksleben befindet sich im ältesten Stadtteil, das markigste und faszinierendste…. der ganze Reichtum der Bahianer in Sympathie und Kultur, die unendliche Armut, Konflikte und Zauber, keimen und sind in diesem antiken Teil der Stadt anwesend…. Largo do Pelourinho, di Richtstätte wo die schwarzen Sklaven gepeitscht wurden….dieser Platz der Richtstätte ist bekannt und großartig: seine Schönheit ist von Steinen und Schmerzen gemacht… Die Steine des Fußbodens sind schwarz wie die Sklaven die sie gelegt haben; aber wenn die Mittagssonne am hellsten scheint, haben sie farbige Reflexe wie Blut….“ Und es ist gerade in diesem pulsierenden Herz der Stadt, pulsierend von Musik und Bilder, pulsierend von capoeira und candomblè, wo die weißgekleideten schwarzen Frauen l’acarajé im Öl dendé braten, genau in diesem Herz befindet sich das Atelier von Menelaw Sete, der aus diesem Herz seine ganze Malerkraft zieht und das gemeinsame phantasievolle Leben dieser Stadt aktiviert. Erinnere mich dass ich dachte als ich sein Atelier im Pelourinho verließ, dass wenn Picasso oder Matisse Bahia gesehen hätten nicht mehr fortgegangen wären und dass vielleicht die „Damoiselles von Avignon“, „As Mocinhas de Bahia“ geworden wären und der „Tanz“ die „Roda de Samba“ oder die „Capoeira“. Menelaw Sete lässt seine Gemälde unter besonderen Voraussetzungen leben, unter einer besonderen Ansicht der Welt, wahrnehmbar glücklich würde ich sagen, besser lebensnotwendig liebevoller. Er malt deshalb das Leben seines Volks in glücklichen Zuständen, wie es auch ist. Und er macht es mit großzügigen, schnellen, starken und entschlossenen Gesten und einem reichen Wortschatz der alle Themen der Liebe vereinigt: die Familie, die Kinder, die Feste, die Musik und die Musikanten, der Sex, die Frauen, die Mutterschaft, die Umarmungen und die Küsse…es ist die Liebe für das Leben der Mittelpunkt seiner Gemälde. Eine mit natürlicher Geläufigkeit und bewusster Kapazität gemalte Liebe, wo die malerische Leistung gleichzeitig Überraschung und Erstaunen erzeugt. Der reiche Wortschatz von Menelaw Sete ist trotzdem nicht das einzige Element das uns die Kraft und den Geschmack seiner Gemälde wiedergibt. Menelaw Sete hat immer über den Horizont dieses Meeres gesehen, er hat ihn mit dem Blick und der Phantasie überquert, er hat ihn mit technischer Gebärdenkunst erprobt, der sich durch und innerhalb einer gewissen Zerlegung der europäischen Malkunst zeigt. Es befindet sich die ganze Sonne von Bahia in seinen Werken und gleichzeitig ein gewisses afrikanisches Stilelement; und schließlich die ganze Lehre von Henri Matisse und Pablo Picasso zusammen mit der Kraft der neu bearbeiteten Graffitos, die durch eine erneute Farbenlehre in seiner Totalität den Blick wiedergibt, den diese zwei große Meister der europäischen Malkunst, direkt oder indirekt, auf die afrikanischen Kulturen gehabt haben. Schließlich sind für Matisse seine afrikanische Aufenthalte eine große Basis für seine malerische Ausbildung gewesen, und Picasso entwickelte durch die Beobachtung der Skulpturen und die volumetrische Wesentlichkeit dieser Völker seine ganze Potenz. sMan könnte übrigens auch von symbolischer Wesentlichkeit sprechen was unseren Amedeo Modigliani angibt, seine Gestalten und seine Bildnisse. All dieses weiß Menelaw Sete gut und er zeigt es uns in jeder seiner Schöpfungen und trotzdem kehrt er immer wieder mit dem Blick nach seinem Bahia zurück. Das ist die große Fähigkeit die Menelaw Sete in seinen Gemälden entwickelt. Es ist so als während er auf die großen europäischen Maler schielt, und sich auch gleichzeitig zwischen Darstellungen und Absehen bewegt, die Sicht auf die ganze bahianische Kultur mit der Geschichte der europäischen Maler vereinigte. Was seine Kunst kennzeichnet ist der mutige Rückruf auf die sichtbaren Stilelemente dieser großen Meister. Ich spreche von dem Rückruf wie er in der Vogelsprache wiedergegeben wird. Musikalische Wiederholungen die sich vereinigen, sich gegenseitig fangen und eine neue sichtbare Sprache ausarbeiten, eine neue Vision der Bilder die sich durch dieses große Abenteuer der Malgeschichte schlingt. Menelaw Sete ist es gelungen, durch die Farben und Stile die ihn unterscheiden, auf Picasso und Matisse zurückzurufen ohne in die leichte Falle des Zitats zu fallen, ohne Themen und Ansichten zu wiederholen; er hat dagegen darauf geachtet sich mit viel Disziplin und Mut mit ihnen zu messen. Vom Vorbild meidet er den Einfluss des thematischen Charakters, meidet instinktiv jeden banalen Hinweis, und meidet vor allem den Stil. Und wir können sagen, dass das nicht leicht ist! Der erreichte Erfolg ist die Frucht einer außergewöhnlichen Veredelung, wo die Farben und Stile eine wahre und eigene bahianische Kosmogonie darstellen, wo alles Platz und Stelle hat, und wo die Liebe die dieses Volk für das Leben hat, in Gemälde ausgedrückt wird, unter Form von Bildern und Szenen, unter Form einer Lebendigkeit, die aus jedem Stück der Gemälde ausströmt die uns Menelaw Sete bietet. Mit seinen Gemälden machen wir eine wahre und wirkliche Reise durch Geschichte und Geographie, durch Zeit und Raum, durch die Gefühle und das Leben. Es ist das die hauptsächliche Gabe, die er unserem Blick bietet. Der Ausdruck dieser Lebendigkeit wird mit Stil und Farben in den Gemälden wiedergegeben, die diese ganze Welt nah erinnert, die von Orixa‘ di Caribé durch die verliebte Ansicht von Jorge Amado geht. Für diese sichtliche und kulturelle Gesamtheit bietet Menelaw Sete eine Antwort, die sich auf der Stufe einer geschickten Mischung anordnet, die bildungsmäßig dem brasilianischen, und besonders dem bahianischen Volk ähnlich ist. Wo sich die europäische, afrikanische und indische Kultur glücklich zu einer Verbindung anordnet, zur Umarmung und folglich zur Liebe. Das ist der Grund der einzigartigen Ausdruckskraft seiner Gemälde, wo Rückrufe und Wiederholungen eine Vision bilden und sie mit dem größten menschlichen Gefühl ausdrücken: der Liebe. Und in diesem Gefühl ist Menelaw Sete ein außergewöhnlicher Maler, weil uns seine Träumerei anregt und uns zu einem Horizont der Sicht begleitet, der alles vereinigt wie im Leben. Antonio d‘Avossa

Description:
O flautista da noite, Acrylic on canvas, 150 x 180 cm. Page 40. O musico . Dona de casa, Acrylic on canvas, 110 x 120 cm. Page 101. Duas Vidas
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