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Untitled - Archivio Studi Adriatici PDF

396 Pages·1610·41.23 MB·Italian
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D E L L E M E M O R I E V E N E T E A N T I C H E PROFANE ED ECCLESIASTICHE R A C C O L T E D a G i a m b a t t i s t a G a l l i c c i o l m l ; b r i t r e . Ayveofiov v* Mn* vrpo/uaStiv . . Jnsulsum est non prrtdidicisse Pind. Olym. vili, Epod. 3. T O M O III. I N V E N E Z I A . M D C C X C V . A ppresso D omenico fracasso. , Con Licenza de Superiori t 'Privilegio, » -$V ■ 5 C A P O III. Delle Chiese Venete antiche. 98) M olte cose ci occorre dir su questa ma­ teria, le quali per chiarezza e ordine migliore spiegheremo nei seguenti Paragrafi. Quali fossero generalmente le noflre prime Chiese. 99 ) Di sopra al n. ¡41 abbiamo veduto la te­ stimonianza di Daniel Barbaro , che cioè ancora prima del 411 tutte queste Isolette erano occupa­ te da una o due persone, Fossero esse parenti, domestici ¿ ovvero amici, e in su quelle facendo- ghe habitación, e fabbricandole delle Giesie. 100) Possiamo ben agevolmente da ciò inferi­ re , che quelle Chiese » non solo fossero piccioli Oratorj, edificati di tavole , e coperti di paglia o canne, quali erano tutti eziandio gli altri edifizj ancora in più bassi tempi ; ma che ivi per lo più. non si celebrasse la Messa i finché dette Chiese servirono a pochissime persone. 101 ) L’uso di far Chiese di legname confer­ masi da ciò che espressamente troviamo scritto nei Veneti Cronisti. Dicono per tanto, che nel 996 la famiglia Galvan coi Gallina rifecero S. Felice, la quale erasi bruciata essendo di tavole. Che nel 907 La Giesia de M S . ^Antonio fo edificada A 2 suso ) 4 L i b r o S e c o n d o . suso la ponta, che la è, dove iera una secherà an­ ticamente. fo fatto una, piccola giesia de legname, da poi le persone andava a offrir per devozion al detto luogo , c poi refatta, cioè nel i 346 . Altro Annalista c’insegna, che fu principiata con una ve­ la di nave, e che i rPisani la fecero dì tavole. Anche S. Paterniano narrano che fu prima fatta di tavole: e che circa il 1018 i Salomoni antica­ mente detti Centranigi fecero di pietra S. Marta , che era di legname. In altri trovasi, che la fa­ miglia Ariani a’ tempi di S. Magno fecero l’Ange- jo Raffaele, ove prima eravene una picciola di le­ gno , sebbene non ci dicano qual titolo ella por­ tasse . Ld è curioso ciò che raccontasi, che cioè J^el 1505 ‘Pietro Matto Bergamasco, il quale di­ mandava limosina sonando ma pi ua, principiò dì tavole S. Maria Maggiore, che nel 1516 Alvise Malipiero ivi sepolto fece finire, e fabbricare il Campanile. Di parecchie altre ancora fanno men­ zione sparsamente i Cronisti. 102) Circa l’Sio la Sede Ducale essendosi tra­ sportata in Rialto, allora fu, secondo i nostri Scrittori, che in maggior numero dai concorrenti si fecero delle Chiese nelle velme abbonite per suo uso, e dei ponti di legno. La paura del Principe di Dalmazia,, che aveva mossa guerra ai Vene­ ziani fece, che tutta l’isola di Osso o Dorso du­ ro restasse disabitata, ma circa l’8(>4 il D. Orso Participazio reccve tutta l' isola d’ Orso duro, & quella habuda la fo può ornada di abitazioni e Chiese. 103) Era questa la pratica di que’ 'teinpi, di moltiplicare cioè le Chiese. Lo rileviamo dal Ca­ none

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teftis, qua erat ibi prope jam altare pradittum B. Virginis , accessit ad Missam ad altare S. nella sua Teologia Morale . Abbiamo ciò voluto avvertire
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