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Untitled - Aracne editrice PDF

292 Pages·2007·1.1 MB·Italian
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A10 255 Volume realizzato con il contributo del Ministero dei Beni e Attività culturali. Giulio Vaccaro Un libbro va, uno viè Bibliografia della letteratura romanesca dal 1870 al Duemila Copyright © MMVII ARACNEeditrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133 A/B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN978–88–548–1047-1 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: giugno 2007 INDICE Presentazione 5 Introduzione 9 Bibliografia 33 Indice per editore 177 Indice per anno 241 PRESENTAZIONE L’avvento di Internetha portato molti cambiamenti, anche nella quieta attività degli studiosi di cose letterarie e linguisti- che. C’è un rinnovamento più radicale (che in verità non ha ancora fatto sentire compiutamente i suoi effetti), che riguar- da o può riguardare la stessa concezione della ricerca e i fini da proporsi; e un rinnovamento non strutturale — e anche per questo più agevolmente dominabile e più largamente adottato — consistente nella facilità di accesso alle informa- zioni attraverso la rete. Ma è ben noto che la gran parte dei dati disponibili in web devono essere vagliati e interpretati e che in nessun caso surrogano l’impegno e l’intelligenza del singolo utente. Gli insegnanti sanno bene quali danni può fare Internet nella massa degli alunni, che si limitano a “scarica- re” dati su un certo argomento senza darsi la pena di selezio- narli, di organizzarli e, perché no, di studiarli. Le bibliografie sono tra le molte cose per le quali Internet può certamente essere un valido ausilio (basti pensare, per il materiale a stampa, alle informazioni ricavabili dalle banche dati nazionali e internazionali), ma niente più di questo. Occorre pur sempre un singolo studioso, padrone dell’argo- mento e delle tecniche di citazione e di catalogazione delle fonti, che si sobbarchi alla fatica non lieve di riunire le infor- mazioni disponibili, verificandone l’attendibilità attraverso controlli diretti e che si armi di tutta la pazienza e la diligen- za necessarie, non dirò per evitare, ma per ridurre entro limi- ti umanamente fisiologici sviste e omissioni. Giulio Vaccaro corrispondeva in pieno a questo profilo. Esperto di romanesco, sia per li rami (visto che il nonno Gennaro ebbe a compilare noti vocabolari del lessico belliano 6 e trilussiano) sia e soprattutto per i suoi studi universitari, Vaccaro ha maturato un’ottima esperienza bibliografica come redattore della Bibliografia Generale della Lingua e della Letteratura Italiana (BiGLI) dell’editore Salerno; di lì si riprende tra l’altro il criterio di segnalare, col simbolo @, le «opere di cui sia risultata impossibile la consultazione» per- ché tratte da antologie, repertori, cataloghi vari. La Bibliografia raccoglie 1318 opere, escludendo il Belli, edite tra il 1870 e i primi anni di questo secolo (si arriva a sfio- rare gli anni 2004, 2005 e 2006, rappresentati rispettivamen- te da sei, tre e tre titoli: anni peraltro importanti per la poe- sia romanesca, dal momento che sono apparse Tutte le poesie di Trilussa, a cura di C. Costa e L. Felici, Milano, Mondadori, 2004 e Tutte le poesie romanesche 1946-1995 di Mario dell’Arco, a cura di C. Marconi, Roma, Gangemi, 2005). È un materiale imponente e vario — visto che comprende volumi, fascicoli, opuscoli, fogli volanti — la cui importanza spicca, anche solo come dato quantitativo, rispetto alle altre biblio- grafie romanesche apparse nel secolo scorso, ad opera di E. Veo (1927: 301 volumi, compresi quelli belliani), F. Possenti (1966: 470 volumi, con esclusione del Belli) e di alcuni biblio- grafi della Biblioteca Alessandrina (1994: 568 pubblicazioni, anche qui con esclusione del Belli). Al regesto degli autori in ordine alfabetico seguono un Indice per editore e un Indice per anno: entrambi molto utili per misurare l’andamento delle varie fortune delle letteratura romanesca sull’asse cro- nologico e in base all’attenzione, inevitabilmente rapsodica, offerta dall’imprenditoria editoriale (in molti casi gli stampa- tori sono semplici tipografi, dietro i quali intuiamo l’investi- mento finanziario dell’autore e la limitatissima circolazione delle copie). L’opera esce in un momento favorevole per la letteratura dialettale romanesca. È significativa in questo senso una recente e pregevole raccolta di saggi a cura di F. Onorati e M. Teodonio (La letteratura romanesca del secondo Novecento, 7 Roma, Bulzoni, 2001), che scommette sulla persistente vitali- tà del filone, nonostante il rischio — incombente in qualsiasi letteratura dialettale — del ripiegamento su toni intimistici e nostalgici e la sostanziale riduzione dei veicoli espressivi (poe- sia, teatro e cinema) e dei relativi contenuti comunicativi: andrà ribadito infatti che non esiste una prosa romanesca creativa e non sarebbe nemmeno immaginabile, ovviamente, una saggistica in romanesco (neanche in milanese o in napole- tano, se è per questo: è proprio tale invalicabile restrizione che rende lecito parlare per queste e per altre varietà di “dia- letti”, più o meno illustri e vitali, non di “lingue”). Tra i poeti censiti in questa B i b l i o g r a f i a sarebbe vano andare in cerca di artisti finora sfuggiti alla critica (anche se due minori come Chiappini e Zanazzo meriterebbero forse maggiore attenzione). L’interesse è un altro: quello di docu- mentare un’attività comunque rappresentativa e di porre le premesse per successive indagini mirate: in particolare di tipo linguistico (qual è il rapporto tra il romanesco dei poeti e quel- lo coevo? quali sono i tratti più stabili e sistematici?), metrico, tematico (qual è la percezione dell’antica Roma nel corso degli anni? qual è lo spazio per l’epica?), oltre che propriamente storico-letterario: quali sono le fonti di questi poeti? che rap- porto c’è con la coeva letteratura dialettale di altre aree? che parte ha la produzione romanesca nel complessivo impegno intellettuale di una singola personalità poetica? Sono quesiti ai quali una bibliografia non ha il compito di rispondere (benché a qualcosa accenni Vaccaro nella sua Introduzione); ma certo Un libbro va, uno viè è l’indispensa- bile viatico di cui si dovrà munire chiunque vorrà intrapren- dere questi o altri percorsi nel territorio della letteratura romanesca moderna e contemporanea. LUCA SERIANNI

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Presentazione di Anatolia Masulli De Luca. Contiene: alle pp. Eberspacher Tommaso, Lo squajo de la ggirannola: poemetto. r o m a n e s c o
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