La vita di campagna non è abbastanza per il giovane Claude Wheeler, così come le distese sconfinate del Nebraska, la fattoria dei genitori, i preti del Temple College. Ma gli affari di famiglia vanno bene e quando il padre decide di ampliare l’attività Claude è costretto ad abbandonare gli studi e i sogni di emancipazione.
Sposa Enid Royce, un’amica d’infanzia dedita più alle opere cristiane che alle gioie e ai piaceri del matrimonio. Siamo però nel 1917, l’America è in guerra. Insoddisfatto e infelice, Claude si arruola volontario e parte per l’Europa.
Raffigurazione disincantata delle inquietudini che agivano nell’America delle praterie dallo spirito forte e robusto, ma anche nel meschino, timoroso e provinciale Midwest al quale appartiene il protagonista, Uno dei nostri valse a Willa Cather il premio Pulitzer nel 1923. Un libro di guerra memorabile, un romanzo di formazione in cui l’autrice svelò l’anima di un paese completamente diverso al suo interno ma accomunato da un’indefinibile spinta alla conquista. Anche se alla fine Claude Wheeler, eroe alla ricerca di se stesso, perso nella sua avventura, non potrà che rimpiangere i giorni da cui è fuggito. Sotto la pioggia di proiettili, barricato in trincea tra commilitoni esausti e sfigurati dal terrore, si farà strada in lui la nostalgia, il rimpianto, prepotente e tardivo, delle piccole cose della sua vita in tempo di pace.
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