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Università di Roma Tra esperienza linguistica e testimonianza poetica. Il romanzo lirico degli anni PDF

245 Pages·2010·0.82 MB·Italian
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Preview Università di Roma Tra esperienza linguistica e testimonianza poetica. Il romanzo lirico degli anni

“Sapienza” Università di Roma Dipartimento di Studi Europei e Interculturali Dottorato di ricerca in Filologia e Letterature Comparate dell’Europa Centro-orientale XX ciclo Tra esperienza linguistica e testimonianza poetica. Il romanzo lirico degli anni Venti del Novecento nelle letterature serba, croata e bosniaca Tesi di dottorato di Sanela Mušija Relatore: prof.ssa Janja Jerkov Indice Introduzione............................................................................................................................1 1. La questione del romanzo lirico.......................................................................................4 1.1. Panoramica degli studi...............................................................................................6 1.1.1. La prospettiva occidentale.................................................................................6 1.1.2. Gli studi in area serbo-croata..........................................................................27 1.2. Generi e forme..........................................................................................................37 1.2.1. Romanzo e forme brevi...................................................................................37 1.2.2. Lirica e lirico......................................................................................................50 1.2.3. Per una definizione del romanzo lirico..........................................................54 1.3. La questione del corpus del romanzo lirico serbo, croato e bosniaco degli anni Venti...................................................................................................................................59 2. Dell’immensa tristezza e dell’intellettualità sparsa: Dnevnik o (cid:254)arnojevi(cid:253)u..................70 2.1. Il titolo: diario di un sogno......................................................................................70 2.2. Organizzazione del testo: la poetica del frammento...........................................74 2.3. Il modello lirico della prosa: una confessione frammentaria..............................77 2.3.1. Una fabula disgregata.......................................................................................79 2.3.2. Il principio della ripetizione: collegamento e incorniciamento delle unità narrative........................................................................................................................81 2.4. La deformazione della sintassi: la ritmizzazione..................................................91 2.4.1. Inversione...........................................................................................................94 2.4.2. Ellissi...................................................................................................................97 2.4.3. Frasi interrogative.............................................................................................98 2.4.4. Ripetizioni fonetiche e lessicali.....................................................................100 2.4.5. Elencazione di enunciati e periodi contrastanti..........................................106 2.4.6. Frammenti con struttura lirica.......................................................................107 Indice II 2.5. Lo sdoppiamento del personaggio come principio compositivo....................111 2.5.1. Raji(cid:253) e (cid:254)arnojevi(cid:253): narratore e poeta, buntovnik e lutalica...........................113 2.5.2. Kako je sve u vezi, na svetu: il programma poetico di Crnjanski...................118 3. Hamza Humo e Rastko Petrovi(cid:253).................................................................................126 3.1. L’eterno canto sull’amore e la caducità di tutto: Grozdanin kikot.....................126 3.1.1. La questione testuale. L’espressione linguistica (s) raskrš(cid:253)a.......................126 3.1.2. La struttura lirica del romanzo. Un’unione di leggenda e vita..................129 3.1.3. Il principio della dualità come principio costruttivo fondamentale.........138 3.1.4. Il folklore slavo. Temi e motivi della ballata e della leggenda..................144 3.1.5. Una sintassi elementare..................................................................................159 3.2. Il viaggio nel tempo come espressione linguistica di un sogno interiore: Burleska gospodina Peruna boga groma...............................................................................167 3.2.1. Una struttura ciclica........................................................................................171 3.2.2. La prosa associativa........................................................................................178 3.2.3. Molteplicità di stili e di generi.......................................................................187 3.2.4. I personaggi: una dualità di mondi...............................................................199 3.2.5. Il giovane e l’autore. La costruzione burlesca come maschera.................204 3.2.6. Tra lirica orale e lirica dell’autore..................................................................210 4. Considerazioni conclusive.............................................................................................220 Bibliografia...........................................................................................................................226 1. Fonti primarie.............................................................................................................226 2. Fonti secondarie.........................................................................................................229 3. Studi generali..............................................................................................................230 4. Studi su singoli autori................................................................................................239 Introduzione Argomento di questa tesi di dottorato è un determinato tipo di romanzo in un determinato periodo storico-letterario. Tale tipo di romanzo, che ha avuto una certa fioritura nelle letterature europee negli ultimi decenni dell’Ottocento e, soprattutto, nei primi decenni del Novecento, è rappresentato da una serie di opere di dimensioni piuttosto ridotte rispetto al romanzo allora predominante, quello realistico o naturalistico, che privilegiava le lunghe descrizioni e – in linea generale – una storia narrata seguendo una logica causale e temporale, in cui i personaggi si muovono in un mondo dai connotati concreti, ‘esterno’, ed agiscono in e su di esso. Proprio nelle due epoche letterarie che si ribellano al vigente sistema dei generi letterari ‘canonici’, quali sono quelle del Romanticismo e, soprattutto, delle avanguardie, si può osservare la creazione di una forma ibrida che aspira a mescolare generi diversi, come il romanzo e la lirica. Nascono così delle opere in prosa, veri ‘anti-romanzi’, che dai critici e spesso dagli stessi autori vengono denominate “romanzi poetici” o “romanzi lirici”. Campo specifico della nostra ricerca sono le letterature slave meridionali, in particolare le letterature serba, croata e bosniaca, in cui il fenomeno cui si è appena accennato è ben presente. Poiché gli anni Venti del secolo scorso rappresentano un periodo di felice simultaneità nelle ricerche letterarie e linguistiche degli autori delle letterature che – proprio su base linguistica – possiamo definire anche ‘štokave’, ci siamo concentrati su un determinato genere letterario, ovvero su un tipo, che proprio nel decennio menzionato ha dato dei frutti importanti per il processo di modernizzazione del romanzo, forma che nelle letterature in questione raggiungerà il suo apice negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Infatti, nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale il romanzo diventa il genere principale del sistema letterario. I risultati raggiunti dal romanzo lirico degli anni Venti – che ha Introduzione 2 indicato possibilità della prosa narrativa che fino ad allora erano state trascurate dai romanzieri slavi meridionali – sono diventati in seguito parte integrante della produzione romanzesca nelle letterature serba, croata e bosniaca e della loro modernizzazione, e si sono fatti sentire chiaramente già in un’opera capitale come Provratak Filipa Latinovicza (Il ritorno di Filip Latinovicz, 1932) di Miroslav Krleža e, più tardi, in romanzi come Prolje(cid:253)a Ivana Galeba (Le primavere di Ivan Galeb, 1957) di Vladan Desnica, Pesma (Poesia, 1952) di Oskar Davi(cid:255)o, Tvr(cid:256)ava (La fortezza, 1970) di Meša Selimovi(cid:253), e in quasi tutti i romanzi di Danilo Kiš. Una domanda che si pone spontaneamente è perché studiare ancora il fenomeno del romanzo lirico nell’area linguistica serbo-croata. Innanzitutto, perché negli studi sul romanzo rinvenibili nella tradizione degli studi di serbo-croatistica (ormai generalmente distinta in serbistica, croatistica e bosnistica, ma ancora con un certo interesse anche per le analisi comparate) non c’è un lavoro che prenda in esame l’intera area in questione, benché essa negli anni Venti si dimostri come uno spazio alquanto compatto e segnato da un evidente fervore letterario che accomunava non solo le sue migliori penne (I. Andri(cid:253), M. Krleža, M. Crnjanski), ma anche l’intera generazione dei giovani scrittori di allora (A. Cesarec, J. Kulundži(cid:253), i fratelli Mici(cid:253), H. Humo, A. B. Šimi(cid:253), Tin Ujevi(cid:253) e così via). Un altro motivo è che manca negli studi dedicati a questo genere anche uno sguardo sul rapporto tra il romanzo di questo periodo e gli altri generi letterari, soprattutto quelli brevi in prosa. Per quanto concerne invece la denominazione delle letterature prese in considerazione in questa tesi, abbiamo optato per la soluzione più vicina alla situazione odierna (ma, ovviamente, con un fondamento storico-letterario): oltre a quella serba e croata, viene aggiunta così anche la letteratura bosniaca. Ci teniamo a precisare che se in alcuni punti appaiono soltanto le “letterature serba e croata” mentre in altri si aggiunge anche quella bosniaca, questo dipende dal contesto in cui tali termini vengono adoperati. A nostro avviso, come si vedrà nel prosieguo del lavoro, negli anni Venti nell’area linguistica serbo-croata sono in particolare tre i romanzi in cui si realizza un felice connubio quantitativo e qualitativo tra la narrazione e il lirico, il che naturalmente riflette anche una determinata visione del mondo dei relativi autori. Si tratta di Introduzione 3 Dnevnik o (cid:254)arnojevi(cid:253)u di Miloš Crnjanski, di Grozdanin kikot di Hamza Humo e di Burleska gospodina Peruna boga groma di Rastko Petrovi(cid:253). La scelta dei romanzi cui dedicare un’analisi più dettagliata può quindi sembrare asimmetrica, poiché non se ne ha nemmeno uno appartenente alla letteratura croata. Occorre tuttavia sottolineare che se tale scelta ha privilegiato – per così dire – “due serbi e un bosniaco”, ciò non toglie che abbiamo preso in considerazione tutto il fenomeno del romanzo lirico nell’intera area serbo-croato-bosniaca, con riferimento non solo alla produzione letteraria in senso artistico, ma anche a quella critica, che ha accompagnato il fenomeno in questione e in cui alla critica croata spetta un posto particolare. D’altronde, l’area serbo-croato-bosniaca, non solo a nostro personale giudizio ma come emerge da ogni indagine seria, in quegli anni si presenta come uno spazio culturale aperto, permeabile, in cui si manifestano diverse tendenze all’abbattimento dei più stretti confini etnico-nazionali. Per tale ragione l’indagine che qui si presenta ha una palese e – diremmo quasi – inevitabile giustificazione storico-letteraria e metodologica. 1. La questione del romanzo lirico La complessità di un concetto o di un fenomeno spesso si riflette nella sua denominazione, che a sua volta sottintende anche la definizione di tale concetto. Quando poi si tratta di definire un genere letterario, come il romanzo (ossia le opere oggi chiamate con questo termine), la cui storia è caratterizzata da una discontinuità maggiore rispetto a qualsiasi altro genere, allora il problema diventa più complesso. Il genere letterario non è una costante storica – esso è un insieme di convenzioni soggette a cambiamenti nel tempo. Nella vita di un genere letterario niente è “eterno” e tutto è socialmente condizionato. Per quanto riguarda il romanzo, le “diverse formazioni stilistiche hanno fatto affermare diverse concezioni della grande forma in prosa”.1 Col tempo si è dimostrata l’impossibilità di definire precisamente dal punto di vista teorico questo genere. Inoltre, per dirla con Bachtin, “il romanzo non ha un canone come gli altri generi letterari: storicamente validi sono soltanto singoli esemplari del romanzo, ma non un canone di genere in quanto tale”.2 Nessun modello è riuscito ad imporsi come “esemplare” – nella storia di questo genere vi sono vari modelli che nel tempo sono stati ripresi o rielaborati, ma il suo sviluppo e la sua fortuna si devono alla sua natura sincretica, alla capacità del romanzo di servirsi di altri generi letterari e non letterari. Dal Settecento, secondo Viktor Žmega(cid:255), “il connubio di categorie eterogenee [...] ha assicurato al romanzo l’apertura e la flessibilità, che sono rimaste fino ad oggi sue caratteristiche fondamentali, ma che nel contempo hanno causato la sua indefinitezza e ‘impurità’”.3 Quindi, nel sistema dei generi letterari il romanzo è per eccellenza la forma più capace di includere nella sua struttura varie altre forme del discorso (letterario ed 1 K. Nemec, Povijest hrvatskog romana od po(cid:255)etaka do 19. stolje(cid:253)a, Znanje, Zagreb 1999, p. 8. 2 M. Bachtin, Epos e romanzo, in Id., Estetica e romanzo, Einaudi, Torino 2001, p. 446. 3 V. Žmega(cid:255), Povijesna poetika romana, tre(cid:253)e prošireno izd., Matica hrvatska, Zagreb 2004, p. 48. 1. La questione del romanzo lirico 5 extraletterario, artistico e non artistico, finzionale e non finzionale); per tale motivo ogni definizione di questo genere letterario non ha dato né in passato né dà oggi dei frutti realmente soddisfacenti. La storiografia e la critica letteraria dispongono appena di “definizioni minime/operative”, che servono come punto di partenza negli studi dedicati a questo genere. Tuttavia, se da un lato abbiamo molteplici realizzazioni storiche del romanzo, le quali impediscono una sua definizione di insieme, dall’altro proprio queste realizzazioni storiche, ovvero le forme concrete sorte in determinati periodi storico-letterari, permettono di effettuare uno studio tipologico. Secondo Reinhold Grimm proprio la tipologia del romanzo potrebbe portare a risultati affidabili nello studio complessivo di questo genere letterario.4 Qui si parlerà di un determinato tipo di romanzo – il romanzo lirico – e della sua realizzazione storica. Ci soffermeremo brevemente sulla sua definizione terminologica e concettuale. In quest’ottica ci serviremo della “definizione minima” adottata dalla critica, quella di “grande genere narrativo in prosa”, come punto di riferimento per le osservazioni successive. Dalla definizione menzionata risulta il legame diretto del romanzo con la narrazione, ovvero con uno dei due “modi” o “costanti a-storiche” (il narrativo e il drammatico), distinte già da Aristotele.5 Il secondo elemento determinante nella definizione proposta è l’aggettivo qualificativo ‘grande’, che si riferisce all’estensione del testo. Vi è infine la determinazione ‘in prosa’ (prosastico), indicante uno dei mezzi espressivi nell’organizzazione del testo (prosa/verso). L’aggettivo ‘lirico’ si riferisce al terzo modo del poetico, ovvero ad un “modo enunciativo”.6 Mentre al livello del contenuto globale, narrativo e drammatico si riferiscono a un’azione e a una storia,7 il lirico si riferisce a degli “stati d’animo”.8 4 Grimm a sua volta riprende questa affermazione da W. Pabst, cfr. R. Grimm, Romani fenotipa, «Umjetnost rije(cid:255)i», 3 (1963), p. 187. 5 Qui ci serviamo della terminologia proposta da P. De Meijer e rimandiamo al suo contributo per la vasta problematica terminologica del genere letterario, cfr. P. De Meijer, La questione dei generi, in La narrativa italiana dalle Origini ai giorni nostri, a cura di A. Asor Rosa, Einaudi, Torino 1997, pp. 3-41. 6 Lo stesso De Meijer definisce il genere storico come insieme di “modo enunciativo”, “modo semantico” e di “una scelta linguistica”, ma osserva che esso è l’“intersezione nella quale possono però verificarsi varie sovrapposizioni modali e linguistiche”, cfr. ivi, p. 12. 7 Ivi, p. 31. 8 “Ma se per poesia lirica s’intende poesia che esprime uno stato d’animo soggettivo, è chiaro che ‘lirico’ indica un modo enunciativo, il cui legame con la costrizione formale può essere storicamente 1. La questione del romanzo lirico 6 Nella riflessione teorica il narrativo e il drammatico si incontrano in generi come, per esempio, il romanzo o la novella, mentre il lirico è caratteristico della poesia lirica (per esempio, del Romanticismo). Avendo presente che nella realizzazione storica dei generi tale netta distinzione teorica spesso viene infranta, mentre proprio la loro mescolanza rappresenta la vitalità di un genere, non è difficile concepire la possibilità che esista un ‘genere ibrido’ qual è il romanzo lirico. 1.1. Panoramica degli studi Che le definizioni usate servano soltanto come guide e non come categorie ben determinate e immutabili ce lo dimostra in tutta la sua complessità proprio il fenomeno del romanzo lirico. Sarebbe forse inutile rilevare che nella critica esistono diverse opinioni, in alcuni casi anche opposte, in merito a questo moderno tipo romanzesco. In ogni caso, lo studio e la definizione di questo genere ibrido, di questo tipo di “anti-romanzo”, hanno avuto origine nella critica letteraria occidentale ed è da lì che bisogna partire per capire la concezione del fenomeno e la terminologia che lo accompagna. 1.1.1. La prospettiva occidentale La denominazione “romanzo lirico” si trova già nella Histoire du roman moderne di R.-M. Albérès, pubblicata a Parigi nel 1962, un anno prima della monografia The Lyrical Novel di Ralph Freedman, che costituisce il primo studio completamente dedicato al fenomeno del romanzo lirico. Riteniamo che sia opportuno illustrare con costante senza perciò essere logicamente necessario, come del resto dimostra l’esistenza della prosa lirica”, ivi, p. 25. Anche per E. Staiger il lirico è uno dei tre modi del poetico, mentre “njegovu suštinsku situaciju vidi u stavu povla(cid:255)enja u unutrašnje, preobra(cid:253)anje stvarnosti u sje(cid:253)anja (Erinnerung)”. W. Kayser intende il lirico come manifestazione di qualcosa che è caratterizzato dal soggettivo. Infine, come osserva F. Gr(cid:255)evi(cid:253), “U lirskom postupku stapaju se svijet i subjekt, prožimaju vrijeme i prostor, ublažavaju oštre i jasne stvarnosne konture – a potencira se djelotvorna poetska snaga ritma i zvuka jezika” (trad.: “Nel procedimento lirico si fondono il mondo e il soggetto, si compenetrano il tempo e lo spazio, si attenuano i contorni netti e chiari del reale – mentre si potenzia l’efficace energia poetica del ritmo e del suono della lingua”), F. Gr(cid:255)evi(cid:253), Lirizam proze hrvatske i srpske književnosti XX veka, in Prilozi, Hrvatsko filološko društvo, Zagreb 1978, p. 720. 1. La questione del romanzo lirico 7 più attenzione la concezione del romanzo lirico espressa nell’ampia panoramica del romanzo moderno fornita da Albérès. Il motivo di tale scelta è semplice: questo lavoro ha avuto molta influenza sugli studi letterari serbi e croati della seconda metà del XX secolo e riteniamo che con tutta la sua complessità concettuale e terminologica, insieme allo studio di Freedman, stia alla base degli studi dedicati al romanzo lirico in queste due letterature.9 Lo studioso francese ha dedicato un intero capitolo al romanzo lirico,10 che definisce nel modo seguente: Au-delà du réel et de son culte, une fièvre cependant s’empare parfois du récit, l’arrache à la banalité, lui donne un souffle qui n’est plus celui de la transcription habile et fidèle. On parlera alors de «roman lyrique». Et par exemple, dans le GIONO d’avant 1940, il suffit d’audacieuse majesté des images: la nature è agrandie aux dimensions bibliques, l’homme devient l’acteur d’un drame panique où sa stature est multipliée, la vérité romanesque n’est plus celle de l’analyste du cœur humain, du journaliste, du reporter, mais celle de l’homme qui respire à grands traits, conscient de la grandeur de la vie cosmique qui l’entoure.11 Cercando di interpretare il pensiero di Albérès circa la sua definizione terminologica del romanzo lirico, possiamo dedurre con sicurezza che questo tipo di romanzo nasce in un determinato periodo storico come opposizione ad un determinato tipo di romanzo. Secondo l’autore il romanzo lirico si realizza “al di là del reale”, dove questo “reale” è inteso come trasposizione fedele dei fatti della vita quotidiana e costituisce l’oggetto privilegiato del romanzo realistico o naturalistico. Tuttavia nella definizione di Albérès il problema nasce proprio nel momento in cui determina il romanzo lirico con delle espressioni di natura evocativa come “una febbre” che si impadronisce talvolta del racconto, lo estrae dalla banalità e gli dona “un respiro” che non è quello dell’abile e fedele trascrizione. Inoltre, queste potrebbero essere le caratteristiche di molti romanzi moderni. 9 Il volume di Albérès in traduzione serbo-croata è apparso relativamente presto, nel 1967, presso l’editore Svjetlost di Sarajevo, intitolato Istorija modernog romana. 10 Si tratta del capitolo XIX, intitolato Au-delà du «réel»: roman lyrique et allegorie, cfr. R.-M. Albérès, Histoire du roman moderne, quatrième édition révue et augmentée, Éditions Albin Michel, Paris 1971, pp. 363-379. 11 Ivi, p. 364.

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Quindi, come mostra l'autore, il romanzo lirico si realizza nel XX secolo, balada: “Rastko Petrović je u ovakvu pesmu punu pokreta, ponavljanja i
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