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UNIVERSITÀ DI BERGAMO Dottorato in antropologia ed epistemologia della complessità Ciclo ... PDF

511 Pages·2014·4.16 MB·Italian
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UNIVERSITÀ DI BERGAMO Dottorato in antropologia ed epistemologia della complessità Ciclo XXVI TESI DALLA MATEMATIZZAZIONE DELL’ECONOMIA NEOCLASSICA ALLA FISICA QUANTISTICA NEI PROCESSI COGNITIVI Certezze e crisi dell’idea di razionalità: dall’homo oeconomicus ai modelli quantistici della mente Relatore: Prof. Enrico Giannetto Candidato: Franco Vaio Anno accademico 2012-2013 Prefazione Questa tesi si inserisce in un percorso intellettuale che ho iniziato più di due decenni fa, quando ho cominciato a interessarmi di scienze sociali e in particolare di complessità, e ne costituisce l’ultimo passo in ordine di tempo. L’approccio metodologico della complessità allo studio dei fe- nomeni, antitetico al riduzionismo che è tipico, anche se non esclusivo, della tradizione delle scienze fisiche, l’area disciplinare da cui provengo per formazione, non era certamente nuovo negli anni Novanta, né in fi- sica, né tanto meno in altre aree delle scienze naturali, si pensi alla bio- logia, e delle scienze sociali, fra le quali, prima di tutto, l’economia. Co- me, sia pure limitatamente ad alcuni ambiti, discuto in questa tesi, in- fatti, numerosi studiosi dei secoli passati hanno avuto questa visione complessa dei fenomeni, in particolare di quelli sociali, in cui ogni parte di un sistema si lega inscindibilmente a ogni altra, in cui si manifestano fenomeni emergenti imprevedibili nella prospettiva riduzionista, in cui, detto brevemente, il tutto è più che la somma delle parti. Questa tesi, non è una discussione sulla complessità in sé: è piuttosto una riflessione nel cui sfondo è costantemente presente il punto di vista della complessità. Oggetto di questa tesi è una riflessione sulla crisi che l’idea della razionalità, intesa come metodo di ragionamento fondato sulla logica classica e, in pratica, sulla matematica come strumento per i modellizzare i fenomeni sociali, ha avuto dall’epoca positivista a oggi. Una crisi iniziata dopo gli entusiasmi suscitati quando la razionalità, così intesa, codificata nella matematica sviluppatasi per la meccanica razionale settecentesca e ottocentesca, iniziò a travalicare l’ambito in cui era nata, quello della fisica classica di impostazione riduzionista e determinista, per entrare, in particolare, nella tradizione dell’economia politica ottocentesca. Rifletto a lungo, dunque, in chiave storica, su alcuni aspetti della ma- tematizzazione dell’economia neoclassica che l’ingresso delle concezioni della meccanica razionale nell’economia teorica ha comportato, cercan- do di evidenziare alcuni degli aspetti che, a mio parere, costituiscono delle falle nei fondamenti di questo passaggio. Inizio la riflessione discu- tendo che cosa sia stata la meccanica razionale e l’idea, in parte metafi- sica, dell’esistenza di un principio generale di minima azione sottostante a tutti i fenomeni naturali, e come la meccanica razionale di Eulero e Lagrange, fondata su tale principio, sia stata presa indebitamente come chiave di interpretazione anche di fenomeni sociali, come quelli econo- mici. Proseguendo nella riflessione, affronto il significato che le differenti concezioni della probabilità hanno avuto riguardo alla proiezione nel futuro delle aspettative che ciascun individuo, che costantemente si tro- va in condizione di dovere scegliere e decidere, inevitabilmente opera. Proiezioni che in molti casi, si svolgono in condizioni di rischio o incer- tezza, o sono funzione di come le situazioni di scelta vengano percepite, e che, come si evidenzia in psicologia sperimentale, danno origine a scel- te spesso in palese violazione della razionalità matematica classica, la quale, in tal modo, mostra di essere un paradigna interpretativo di limi- tata efficacia. La riflessione che conduco arriva, infine, data la mia formazione, a toccare i fondamenti della fisica quantistica, una teoria efficacissima come chiave di lettura di una vasta classe di fenomeni naturali, anche macrosopici, nella quale il rigido determinismo della fisica classica, pur ii non dissolvendosi del tutto, si stempera con elementi di indeterminazio- ne, nei quali la probabilità svolge un ruolo fondamentale. Punto essen- ziale e conclusivo della mia riflessione è la ricerca attualmente in corso su come i metodi della fisica quantistica possano essere efficaci, in quanto metodi, ai fini di modellizzare i processi cognitivi che sono all’origine delle scelte degli individui, che la razionalità classica non spiega adeguatamente, lasciando spesso apparire tali scelte come incoe- renti e come imprevedibili violazioni della razionalità stessa. È evidente che il percorso intellettuale cui accennavo all’inizio, che progressivamente mi ha portato a lasciare da parte le concezioni ridu- zioniste e rigidamente deterministe, in favore di una visione complessa dei fenomeni umani e sociali, ha avuto delle guide intellettuali che han- no svolto un importante ruolo di stimolo per le mie riflessioni, di cui ri- conosco il contributo e che intendo qui ringraziare. Sono tanti i nomi che dovrei citare, non è possibile elencarli tutti, mi limiterò ad alcuni solamente, i più determinanti in questi ultimi anni. A tutti loro va la mia profonda stima e a tutti loro rivolgo il mio ringra- ziamento. Ringrazio, prima di tutto, il relatore di questa tesi, prof. Enrico Gian- netto, per l’assistenza, le indicazioni, il sostegno e per l’interesse e che fin dall’inizio mi ha manifestato nei riguardi della mia ricerca. Ringrazio il prof. Sergio Bertuglia, già del Politecnico di Torino, che fin dall’inizio di questa mia più che ventennale riflessione mi è stato as- siduo e attivo compagno di viaggio e preziosa guida intellettuale, con il quale ho ripetutamente collaborato con articoli e libri scritti in comune: è in primo luogo al prof. Bertuglia, al quale mi lega un’amicizia ormai più che ventennale, e al fertile stimolo intellettuale da lui avuto, che de- vo l’origine e il successivo sviluppo del mio interesse verso la complessità e i fenomeni sociali. Ringrazio il prof. Pietro Terna, del Dipartimento di Scienze Economi- co-Sociali e Matematico-Statistiche dell’Università di Torino, per la sua generosa e instancabile attività didattica e divulgatrice, tesa alla diffu- iii sone della visione complessa dei fenomeni economici e sociali e all’applicazione dei metodi della programmazione ad agenti, che ne sono l’espressione primaria sul piano tecnico-modellistico. In questa tesi non presento modelli ad agenti, che ho avuto modo di illustrare in altri lavori precedenti, tuttavia non posso esimermi dall’esprimere il debito che ho verso il prof. Terna sia sul piano strettamente formativo sia sul piano umano, per l’appoggio e la stima che più volte mi ha manifestato nel corso dell’elaborazione di questo lavoro. Ringrazio, infine, il prof. Roberto Marchionatti del Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” dell’Università di Torino, per il rilevante e determinante stimolo verso un’aperta, approfondita e critica riflessione storica sull’evoluzione del pensiero economico, che da lui ho ricevuto in numerosi seminari, colloqui e conferenze. iv Indice Prefazione i INTRODUZIONE 1 CAPITOLO 1. Sull’introduzione della matematica nella teoria economica 7 1.1 Il passaggio dall’economia classica all’economia neoclassica 7 1.2 La rivoluzione marginalista degli anni Settanta dell’Ottocento: l’economia si rivolge alla matematica della meccanica razionale 15 CAPITOLO 2. Concetti e metodi fondamentali della meccanica classica illuminista: il principio di azione stazionaria, il calcolo delle variazioni e la for- mulazione lagrangiana 21 2.1 Introduzione: il metodo della Méchanique analitique di Lagrange 21 2.2 I primi tentativi di descrivere i sistemi sociali con i metodi matematici della fisica 26 2.3 Il principio di minima azione di Maupertuis, la nascita del calcolo va- riazionale e della meccanica classica di Eulero e Lagrange 36 2.4 Il metodo dei moltiplicatori di Lagrange in meccanica per la descri- zione del moto vincolato 59 CAPITOLO 3. I concetti e i metodi della meccanica classica illuminista trasferiti all’economia: la razionalità dell’homo oeconomicus come colonna portante dell’economia neoclassica 65 3.1 Introduzione: sul quadro della fisica classica newtoniana come rife- rimento nell’economia neoclassica 65 3.2 Il ‘fascino discreto’ della meccanica classica sull’economia 69 3.3 L’introduzione dell’uso dei moltiplicatori di Lagrange in economia nei problemi di ottimizzazione vincolata dell’economia neoclassica: Edgeworth e la Mathematical Psychics, Westergaard, Amstein 73 3.4 La visione di Walras del mercato come sistema meccanico, l’utilità cardinale 93 v 3.5 La diatriba fra Walras e Edgeworth sull’uso della matematica in eco- nomia 99 3.6 La matematica come metodo della teoria economica secondo Walras e secondo Marshall 110 3.7 Économique et Mécanique: il confronto di idee fra Walras e Poincaré 119 3.8 La nuova generazione di economisti matematici: gli anni Trenta, la nascita dell’econometria e la diatriba fra Keynes e Tinbergen; Sa- muelson e la teoria delle preferenze rivelate 131 3.9 Il lascito intellettuale di Walras alle generazioni di economisti del Novecento 138 3.10 Le nuove teorie economiche del Novecento: Ludwig von Mises e il ri- torno alla visione dell’economia centrata sull’uomo, il Wiener Kreis e il Mathematische Kolloquium 149 3.11 «Mathematics is language»: Samuelson e la completa matematizza- zione della teoria economica 160 CAPITOLO 4. La psicologia entra in economia: nuove idee si affiancano a quella della razionalità dell’homo oeconomicus 172 4.1 Introduzione: sui limiti della matematica nell’economia teorica 172 4.2 La razionalità delle scelte nel Novecento: Von Neumann e Morgen- stern, la teoria dell’utilità attesa 175 4.3 Simon e il primo affacciarsi della psicologia in economia 181 4.4 L’irragionevole (in-)efficacia della matematica nelle scienze 184 CAPITOLO 5. Nuove concezioni della probabilità nel Novecento: si afferma la pro- babilità soggettiva 200 5.1 I filosofi di Cambridge e il Treatise on Probability di Keynes 200 5.2 La critica di Ramsey alla probabilità di Keynes: il soggettivismo 220 5.3 «La probabilità non esiste»: il soggettivismo estremo di de Finetti 226 CAPITOLO 6. I paradossi della razionalità evidenziati dalla psicologia sperimentale 243 6.1 La complessità nei sistemi sociali, critica all’egoismo e alla razionali- tà dell’homo oeconomicus dell’economia neoclassica 243 6.2 Tversky e Kahneman: la psicologia sperimentale in economia e la prospect theory 252 6.3 Il paradosso di Allais 259 vi 6.4 Il paradosso di Ellsberg 267 6.5 Irrazionalità delle scelte: il rovesciamento delle preferenze di Lichten- stein e Slovic, la regret theory di Loomes e Sugden 272 6.6 Tversky e Shafir: l’effetto disgiunzione nelle scelte; Tversky, Koehler e Rottenstreich: la teoria del supporto 280 6.7 Conclusione 296 CAPITOLO 7. L’esperimento della doppia fenditura: i metodi della meccanica quantistica e i nuovi approcci che emergono alla probabilità e all’interpretazione della realtà empirica 300 7.1 Introduzione: la fisica quantistica e l’interesse per la psicologia 300 7.2 L’interferenza nella probabilità quantistica 303 7.3 L’interferenza quantistica negli esperimenti della doppia fenditura 309 7.4 Alcune considerazioni sull’interpretazione di Merli, Missiroli e Pozzi dei loro risultati dell’esperimento della doppia fenditura: il principio di complementarità 326 7.5 Popper e la meccanica quantistica: l’esperimento della doppia fendi- tura e l’interpretazione della probabilità come propensione 342 7.6 La filosofia della scienza sovietica e il dibattito sulla meccanica quan- tistica: Fock e la probabilità come possibilità potenziale 356 CAPITOLO 8. Concetti e metodi della meccanica quantistica applicati all’interpre- tazione dei processi cognitivi e alla loro modellizzazione 371 8.1 Introduzione: due principali scuole di pensiero sull’applicazione delle concezioni della meccanica quantistica ai processi cognitivi 371 8.2 La fisica quantistica e il rapporto fra mente e corpo: la fisica della mente di Stapp e il dualismo mente-materia di Wigner 382 8.3 La probabilità contestuale e l’interferenza quantistica nella descrizio- ne quantum-like dei processi mentali 413 8.4 La violazione del principio della cosa sicura: la disgiunzione e la congiunzione di concetti nella descrizione quantum-like 434 CONCLUSIONE 451 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 455 vii viii

Description:
visione antica. Nella concezione aristotelica della meccanica, prima veniva la. 28 George Soros, noto finanziere e uomo d'affari, dunque non un economista dell'ambiente ac- cademico o di grandi istituzioni finanziarie, espose in The Alchemy of Finance (1987), uno dei suoi libri di maggior successo,
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