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università degli studi di napoli federico ii restauro e conservazione delle opere su carta PDF

237 Pages·2006·36.68 MB·Italian
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II DOTTORATO DI RICERCA IN CONSERVAZIONE INTEGRATA DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI 19° Ciclo RESTAURO E CONSERVAZIONE DELLE OPERE SU CARTA Materiali e tecniche Coordinatore Candidata Prof.ssa Dott.ssa Giovanna Greco Daniela Pagano INDICE INTRODUZIONE.....................................................................................................................1 I. LA CARTA E IL SUO DEGRADO.....................................................................................3 I.1. CENNI STORICI SULLA PRODUZIONE DELLA CARTA...........................................................3 I.2. I MATERIALI DI CUI È COSTITUITA LA CARTA: FATTORI INTERNI DI DEGRADO..................11 I.3. FATTORI ESTERNI DI DEGRADO........................................................................................17 I.4. PARAMETRI CONSERVATIVI.............................................................................................26 II. LE TECNICHE E I MATERIALI DI RESTAURO.......................................................30 II.1. TRATTAMENTI PRELIMINARI E PULITURA A SECCO.........................................................30 II.2. SMACCHIATURA, LAVAGGIO E ASCIUGATURA................................................................34 II.3. SBIANCAMENTO.............................................................................................................43 II.4. DEACIDIFICAZIONE ACQUOSA E NON ACQUOSA.............................................................47 II.5. IL DISTACCO DAI VECCHI SUPPORTI E I MONTAGGI DEI PICCOLI FORMATI.......................50 II.6. IL RISARCIMENTO DEGLI STRAPPI E IL TRATTAMENTO DELLE LACUNE...........................59 II.7. LA FODERATURA E IL MONTAGGIO DEI GRANDI FORMATI..............................................64 III. ADESIVI, CONSOLIDANTI E FISSATIVI..................................................................81 III.1. ADESIONE, CONSOLIDAMENTO, PROTEZIONE E FISSAGGIO............................................81 III.2. PROPRIETÀ DEGLI ADESIVI............................................................................................84 III.3. CLASSI DI ADESIVI........................................................................................................89 III.4. ADESIVI NATURALI.......................................................................................................91 III.5. ADESIVI SEMI-NATURALI..............................................................................................98 III.6. ADESIVI DI SINTESI.....................................................................................................103 III.6.1. I pro e i contro nell’impiego dei sintetici...........................................................103 III.6.2. Classificazione dei polimeri e loro utilizzo nel restauro cartaceo.....................110 III.7. CONSOLIDANTI E LORO PROPRIETÀ.............................................................................118 III.8. FISSATIVI E VELATURE...............................................................................................121 III.9. I NUOVI MATERIALI IN SPERIMENTAZIONE..................................................................127 IV. TECNICHE GRAFICHE E CASES HISTORIES......................................................135 IV.1. TECNICHE ARTISTICHE UTILIZZATE SU SUPPORTO CARTACEO....................................135 IV.2. I MANIFESTI E LE TECNICHE DI STAMPA......................................................................140 IV.3. I MANIFESTI SALCE E BERTARELLI............................................................................142 IV.4. L’INCISIONE DEL VASI...............................................................................................152 IV.5. I CARTONI PREPARATORI............................................................................................155 IV.6. IL CARTONE VENERE E CUPIDO ATTRIBUITO A MICHELANGELO................................157 IV.7. IL CARTONE DI MARIO SIRONI....................................................................................165 IV.8. LE CARTE DA PARATO................................................................................................172 IV.9. LE CARTE DEL PALAZZO D’ARCO DI MANTOVA.........................................................175 CONCLUSIONI....................................................................................................................183 APPENDICE.........................................................................................................................185 INTERVISTA A MICHELA PICCOLO E LETIZIA MONTALBANO.................................I INTERVISTA A GIANCARLO LANTERNA....................................................................IX INTERVISTA A NATHALIE RAVANEL........................................................................XX BIBLIOGRAFIA...............................................................................................................XXIX Introduzione Chi è preposto ai compiti della conservazione e del restauro delle opere su supporto cartaceo si trova fra le mani libri, documenti, materiale fotografico, disegni, stampe, cartoni preparatori, dipinti su carta, collages e assemblages, ma anche un’enorme varietà di oggetti appartenenti alla tipologia delle arti applicate, come i manifesti, le carte geografiche, le carte da parati, i mappamondi, i ventagli e le sculture in cartapesta. Sebbene accomunate dal materiale da trattare, bisogna far attenzione a non confondere le competenze di chi si occupa del restauro dei manoscritti e dei libri, con quelle di chi si dedica al restauro delle opere d’arte su carta e delle arti applicate su supporto cartaceo. Anche se, indubbiamente, l’esperienza più lunga del restauro del libro e dei documenti ha positivamente influenzato il progresso delle tecniche di restauro delle opere d’arte e la fruttuosa e continua collaborazione costituisce un saldo legame fra i due settori. Le riflessioni di metodo e le ricerche, attinenti i materiali e le tecniche di restauro, sono in quest’ambito molto recenti. Basti considerare che la prima ampia trattazione sul restauro e la conservazione delle opere d’arte su carta si ebbe in Italia solo nel 1981. Fra i materiali adoperati nel restauro, nel presente lavoro si dedicherà particolare attenzione ai materiali adesivi, nella loro funzione specifica di adesivi, consolidanti e fissativi, esponendo i 1 vantaggi e gli svantaggi dell’uso dei prodotti di origine naturale, semi-naturale e sintetica. Ponendosi l’obiettivo di giungere ad un protocollo di restauro per le opere cartacee, si esamineranno inoltre le tecniche del restauro, segnalando puntualmente i materiali che sono adoperati per ogni operazione. Parte dell’indagine è scaturita da una campagna di interviste condotta ai restauratori del settore. Tre delle quali, selezionate tra le varie rilasciate durante gli incontri avuti, sono riportate in appendice. Verrà infine sottolineato il valore delle ricerche di ambito scientifico che fino a qualche anno fa venivano considerate di supporto al restauro, mentre oggi è prassi acquisita il riconoscimento di queste attività come parte integrante e indispensabile per una corretta conduzione di ogni azione volta al restauro e alla conservazione. 2 I. LA CARTA E IL SUO DEGRADO I.1. Cenni storici sulla produzione della carta La parola «carta» deriva dal greco (cid:1)(cid:2)(cid:3)(cid:4)(cid:5)(cid:6), latinizzato dai romani in charta, termini che indicavano il supporto scrittorio ottenuto dalla pianta di papiro, usato diffusamente nel mondo antico. In seguito passò a definire genericamente sia il materiale scrittorio vergine, sia documenti o libri scritti su pergamena e poi sulla vera e propria carta. La sua invenzione viene fatta risalire all’inizio del II secolo d.C. ad opera dei cinesi, che ottenevano la pasta di carta dalla macerazione delle cortecce dell’albero di gelso. All’inizio del VII secolo tale tecnica di fabbricazione si diffuse prima in Corea, e qualche decennio più tardi in Giappone, dove fiorì una produzione di così alto pregio da vantare ancora oggi una solida tradizione1. Attraverso le vie della seta, dall’estremo Oriente, la carta giunse nell’VIII secolo fino agli arabi che la introdussero nei territori da loro occupati del bacino del Mediterraneo. La prima cartiera europea si impiantò nel XII secolo in Spagna, a Xativa, vicino Valencia, e da qui, attraverso la Sicilia, ebbe la sua definitiva, seppur lenta diffusione, in tutto l’Occidente. 1 Per la purezza dei materiali utilizzati, il Giappone è il primo produttore mondiale di carte utilizzate nel restauro. Per la descrizione delle «carte giapponesi» cfr. qui al paragrafo II.6. Per approfondimenti sulla storia e sulle tecniche di produzione della carta cfr. PICCOLO 1981; CONSONI 1990; DEYLA 1991; ALLOATTI 1999; PIRANI 2001; PEDEMONTE, PRINCI, VICINI 2005. 3 L’Italia, con le importanti innovazioni tecnologiche apportate dalla manifattura di Fabriano, la cui esistenza è testimoniata già dalla seconda metà del XII secolo, si conquistò un posto di grande rilevanza nella produzione e nel commercio di questo nuovo materiale. Durante questo lento cammino, cambiarono non solo le tecniche di fabbricazione ma anche le materie prime utilizzate. Mentre in Cina furono sfruttati il gelso e il bambù, nel mondo arabo, e poi in Europa, si selezionarono gli stracci bianchi, o leggermente colorati, di lino, canapa o cotone, forma vegetale, quest’ultima, in cui la cellulosa si trova allo stato più puro; successivamente, in seguito alla scoperta dei prodotti sbiancanti, si utilizzarono anche stracci colorati, ma a scapito di un peggioramento della qualità del prodotto, poiché con l’utilizzo di questi additivi intervennero reazioni chimiche durante il processo produttivo. La manifattura della carta derivata dagli stracci è rimasta immutata per secoli: dopo la battitura e il lavaggio seguiva un processo cosiddetto di lisciviazione, realizzato con acqua calda e cenere (in seguito quest’ultima fu sostituita con calce o soda) allo scopo di sgrassare il tessuto; durante la fase successiva si svolgeva la macerazione dei tessuti in acqua2, messi a fermentare per circa due mesi in grossi tini, detti marcitoi; infine avveniva la sfibratura, il lavaggio e quindi la pasta veniva sottoposta all’azione meccanica delle pile che a Fabriano saranno, per la prima volta, azionate da una ruota idraulica [figg. 1 e 2]. 2 L’acqua era addizionata con una percentuale di carbonato di calcio, i cui alcali proteggevano la carta dall’acidità. 4 Fig. 1 Pila idraulica a magli multipli (sec. XVIII) esposta nel chiostro del Convento di S. Domenico, sede del Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano (PIRANI 2001). Fig. 2 Esempio di pila meccanica (PEDEMONTE, PRINCI, VICINI 2005). 5 Una volta pronto, l’impasto veniva posto in altri tini in cui il lavorante immergeva le forme, sulle quali doveva essere depositato uno strato uniforme di pasta [fig. 3]. Fig. 3 Un lavorante immerge una forma in un grosso tino. Incisione del The book of Trades di Joost Amman, 1559. Londra, St. Bride Printing Library (PIRANI 2001). 6 Il foglio così formato era posto dal ponitore tra feltri di lana, formando delle pile allo scopo di far assorbire l’acqua eccedente; le pile venivano pressate [fig. 4]; successivamente i fogli venivano stesi singolarmente all’aria per farli asciugare e quindi sottoposti al processo di collatura, eseguito per rendere la carta più resistente e creare una sorta di impermeabilizzazione che evitasse agli inchiostri di spandersi sul supporto o di venirne assorbiti. Fig. 4 Pressa meccanica del secolo XVIII (PEDEMONTE, PRINCI, VICINI 2005). Un’importante innovazione tecnologica avvenne verso il 1680 ad opera di un cartaio olandese, il quale mise a punto una macchina che si diffuse rapidamente con il nome di pila olandese. Essa 7 riduceva il tempo della sfibratura, ma peggiorò la qualità del prodotto finale poiché l’azione più spinta produceva fibre più corte e meno resistenti [fig. 5]. Fig. 5 Cilindro di legno della “pila olandese” ricoperto da lame d’acciaio (PEDEMONTE, PRINCI, VICINI 2005). La tecnica di preparazione della pasta rimase invece sostanzialmente invariata fino all’Ottocento, quando l’aumento della richiesta e la necessità dell’abbattimento dei costi portarono all’introduzione di nuove attrezzature e, parallelamente, all’utilizzazione di materie prime più economiche e più facilmente reperibili degli stracci, la più comune delle quali rimane a tutt’oggi la pasta di legno. Pochi decenni mutarono le sorti della carta, poiché le nuove caratteristiche del materiale, modeste rispetto alle produzioni precedenti, determinarono una capacità piuttosto scarsa di resistenza ai fattori degradanti. Durante il XIX secolo, dal legno furono ricavati tre tipi di paste: la pasta meccanica o pasta di legno, la pasta chimica e la pasta semichimica. 8

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Marilyn Weidner per il restauro di opere d'arte su carta. 25 Per le analisi sui problemi della .. Italia nel 1983, anno in cui fu recepita la normativa internazionale in materia di cartoni destinati al Interventi di urgenza e norme per la conservazione e la consultazione, DI. SEREGO ALIGHIERI 1988
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