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università degli studi di milano PDF

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Scuola di Dottorato in Humanae Litterae Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali Corso di Dottorato in Storia e Critica dei Beni Artistici e Ambientali XXV ciclo L’INCORONAZIONE IMPERIALE NEL MONDO BIZANTINO. TESTIMONIANZE STORICHE, ARTISTICHE E NUMISMATICHE Settore scientifico-disciplinare L-ART/01 Tesi di Dottorato di Andrea G.C.M. TORNO GINNASI matricola N. R08874 Tutor: Chiar.mo Prof. Mauro DELLA VALLE Coordinatore del Dottorato: Chiar.mo Prof. Gianfranco FIACCADORI Anno Accademico 2011-2012 INDICE PRESENTAZIONE 1 1. L’APPORTO DELLE CIVILTÀ ORIENTALI 1.1 DALL’EGITTO ANTICO ALLA PERSIA ACHEMENIDE 3 EGITTO, MESOPOTAMIA E IMPERO ITTITA 3 LA PERSIA ACHEMENIDE 8 1.2 IL MONDO ELLENISTICO 23 LE CORONE DI VERGHINA 30 1.3 LA PERSIA ARSACIDE 35 1.4 LA PERSIA SASSANIDE 40 I RILIEVI DI ARDAŠĪR I A FĪRŪZĀBĀD, NAQŠ-E RAJĀB E A NAQŠ-E ROSTAM 41 I RILIEVI DI ŠĀPŪR I A NAQŠ-E RAJĀB E A BĪŠĀPŪR 47 I RILIEVI DI BAHRĀM I A BĪŠĀPŪR 53 IL RILIEVO DI NARSEH A NAQŠ-E ROSTAM 56 I RILIEVI DI ŠĀPŪR II, ŠĀPŪR III E ḴOSROW II A ṬĀQ-E BOSTĀN 57 2. DALLA TETRARCHIA ALL’ICONOCLASTIA 2.1 DALLA TETRARCHIA ALLA FINE DELLA DINASTIA COSTANTINIANA 67 L’ETÀ DELLA TETRARCHIA 67 LA DINASTIA COSTANTINIANA 77 2.2 LA DINASTIA VALENTINIANA E TEODOSIANA 85 LA DINASTIA VALENTINIANA 85 LA DINASTIA TEODOSIANA 88 2.3 DALLA DINASTIA TRACE ALLA CADUTA DI FOCA 104 LA DINASTIA TRACE 104 LA DINASTIA GIUSTINIANEA 111 2.4 LA DINASTIA ERACLIANA 122 L’IMPERATORE ERACLIO 122 I SUCCESSORI DI ERACLIO 129 2.5 L’ETÀ DELL’ICONOCLASTIA 134 DA LEONE III ALL’IMPERATRICE IRENE 134 MICHELE I, LEONE V E L’IMMAGINE DEL SOLLEVAMENTO SULLO SCUDO 140 LA DINASTIA AMORIANA 149 3. L’ETÀ MACEDONE (867-1056) 3.1 BASILIO I, LEONE VI E ALESSANDRO 155 IL CODICE GR. 510 DELLA BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DI PARIGI 155 LO “SCETTRO” EBURNEO DI BERLINO 164 IL COFANETTO EBURNEO DI ROMA 171 3.2 ROMANO I, COSTANTINO VII E ROMANO II 181 LA TAVOLETTA EBURNEA DI MOSCA 185 LE TAVOLETTE EBURNEE DI PARIGI 191 3.3 NICEOFRO II E GIOVANNI I 200 LA SETA DI BAMBERGA 206 3.4 BASILIO II 210 IL CODICE GR. Z. 17 DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA DI VENEZIA 214 3.5 DA COSTANTINO VIII ALL’ESTINZIONE DELLA DINASTIA 222 IL CODICE GR. 364 DELLA BIBLIOTECA DEL MONASTERO DI SANTA CATERINA AL SINAI 228 LA “CORONA DEL MONOMACO” DI BUDAPEST 234 4. DAGLI ANNI DELL’INTERREGNO ALLA CONQUISTA LATINA DI COSTANTINOPOLI (1056-1204) 4.1 MICHELE VI E ISACCO I 243 4.2 COSTANTINO X E ROMANO IV 246 IL CODICE GR. 922 DELLA BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DI PARIGI E IL RELIQUIARIO DI SAN DEMETRIO A MOSCA 248 4.3 MICHELE VII E NICEFORO III 257 IL “TRITTICO KHAKHULI” 257 LA SACRA CORONA D’UNGHERIA 262 IL CODICE COISLIN 79 DELLA BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DI PARIGI 268 4.4 ALESSIO I 277 IL “SALTERIO BARBERINI” 280 4.5 GIOVANNI II 288 IL “TETRAVANGELO DEI COMNENI” 292 4.6 MANUELE I 295 4.7 IL REGNO NORMANNO DI SICILIA 302 IL PANNELLO DI SAN NICOLA A BARI E IL MOSAICO DELLA CHIESA DELL’AMMIRAGLIO A PALERMO 304 IL MOSAICO DEL DUOMO DI MONREALE 309 4.8 DA ALESSIO II AD ALESSIO V 313 5. OSSERVAZIONI CONCLUSIVE 5.1 ORIGINE (SINO ALL’ETÀ DELL’ICONOCLASTIA) 325 L’ORIGINE DIVINA DEL POTERE IMPERIALE 326 L’ORIGINE DIVINA DEI SUCCESSI MILITARI 328 L’ISTITUZIONE E LA PRESERVAZIONE DI UNA DINASTIA 330 L’ISTITUZIONE DEL CERIMONIALE DI ASCESA AL TRONO 333 IL MOTIVO ICONOGRAFICO DELL’INVESTITURA DIVINA 339 5.2 EVOLUZIONE (ETÀ MEDIA) 345 L’ORIGINE DIVINA DEL POTERE IMPERIALE 346 L’ORIGINE DIVINA DEI SUCCESSI MILITARI 347 L’ISTITUZIONE E LA PRESERVAZIONE DI UNA DINASTIA 349 LA CERIMONIA DELL’INCORONAZIONE IMPERIALE 351 IL MOTIVO ICONOGRAFICO DELL’INCORONAZIONE IMPERIALE 357 5.3 SVILUPPO (ETÀ TARDA E OLTRE) 368 GLI “STATI GRECI” 368 L’ETÀ DEI PALEOLOGI 371 L’AREA BALCANICA 378 UNA LONTANA SUGGESTIONE 386 BIBLIOGRAFIA 393 1 PRESENTAZIONE La ricerca intende indagare il tema iconografico dell’Incoronazione celeste dell’Imperatore nella produzione artistica bizantina, dalla fondazione di Costantinopoli nel 324 alla fine dell’età media, convenzionalmente riferita alla conquista crociata del 1204. Il motivo, che sinora ha destato interesse tra gli studiosi solo per l’esame di casi specifici o nel contesto di pubblicazioni di più ampio respiro, costituisce la perfetta trasposizione in termini figurativi delle idee, di remota origine, sull’ascendenza sacra del potere. Lo studio, impostato su una scansione di carattere il più possibilmente cronologico, si articola in cinque capitoli. Il primo è dedicato alle civiltà antiche, in particolare persiana ed ellenistica, che hanno fornito quell’imprescindibile substrato culturale sul quale si basa la tradizione costantinopolitana. Il secondo capitolo, le cui pagine iniziali sono rivolte ai decenni della tetrarchia – ponte ideale tra il mondo romano e quello bizantino – tratta le vicende dei primi secoli dell’Impero di Costantinopoli sino all’età dell’Iconoclastia, con ampia analisi dei precedenti che hanno portato alla definitiva codificazione del soggetto in età media, periodo esaminato nel terzo e nel quarto. Il quinto capitolo, infine, oltre a puntualizzare i precedenti argomenti, presenta una parte conclusiva dedicata agli sviluppi del tema nell’epoca tardo-bizantina ed una ulteriore e più remota ipotesi di ricerca che riguarda l’allargamento dell’indagine all’Oriente estremo. La scelta di rivolgere l’attenzione, in particolare, ai secoli centrali è dovuta alla nascita del tema proprio all’inizio dell’età macedone e all’effettiva concentrazione tra il IX e il XII secolo del maggior numero di opere a noi pervenute. L’esame delle testimonianze artistiche, lette dal punto di vista storico, iconografico e formale, induce alla considerazione di altri due aspetti correlati, ossia il confronto con le fonti letterarie quale fondamento ideologico delle immagini e l’approfondimento del cerimoniale di incoronazione imperiale. Tale metodo di ricerca permette di seguire le vicende dello Stato bizantino con sistematicità: per ogni sovrano sono forniti i dati essenziali delle modalità di ascesa al trono, insieme alla ricognizione delle relative immagini simboliche, intese sia come vere e proprie incoronazioni, sia come più generiche scene di investitura sacra, almeno per i primi secoli. Occorre precisare da subito che i termini “incoronazione” e “investitura” sono utilizzati nel testo con significati pressoché sovrapponibili, in quanto il tema principale di indagine, l’investitura divina del sovrano, si concretizza, il più delle 2 volte, con una immagine di incoronazione. Pertanto, sono qui definite “Incoronazioni imperiali” anche quelle soluzioni che, a prima vista, non presentando il gesto in modo plateale, hanno indotto alcuni studiosi a valutarle come una semplice benedizione del protagonista: considerata l’assoluta centralità delle teorie sull’ascendenza sacra del potere nel pensiero politico di Costantinopoli, l’espressione è talvolta intesa in modo più flessibile, sempre in rapporto al caso specifico. L’obiettivo preliminare della ricerca è la puntualizzazione dei precedenti che hanno condotto, lentamente ma in modo progressivo, alla formalizzazione del tema iconografico; come sarà ribadito, sono escluse dalla trattazione le immagini, particolarmente diffuse nel repertorio figurativo dell’arte imperiale romana, di incoronazione del sovrano da parte di figure di Vittorie, salvo nei casi connessi a vere e proprie scene di investitura sacra. Definite tali tappe, lo studio si concentra sulla campionatura completa delle opere che lo presentano esplicitamente in tutte le sue varianti. L’attenzione è rivolta in particolare alle arti di lusso, alle emissioni monetarie e alla produzione sfragistica, settori tutti vincolati, imprescindibilmente, all’ambito di corte e all’autorità imperiale, sebbene rispondenti a diversi livelli di fruizione. L’indagine, ovviamente, non si sofferma solo sugli esemplari conservati ma comprende la segnalazione di quelle realizzazioni perdute – ma note dalle fonti – che completano la lettura del soggetto, anche grazie alla menzione di casi pertinenti all’arte monumentale. La valenza universale della soluzione e la sua applicabilità a diversi ambiti rendono possibile un confronto con opere eseguite in contesti differenti: l’adozione del motivo anche nell’arte del medioevo occidentale, in particolare presso Ottoni e Normanni, testimonia la vasta portata ideologica di queste immagini che, infatti, trovano una larga diffusione pure altrove, dalla penisola balcanica alla corte di Kiev, dalla Georgia all’Anatolia turcomanna e alla Cilicia armena. Proprio la scelta di un’estensione geografica e cronologica così ampia permette di porre in risalto le modalità e i tempi di formazione, evoluzione e sviluppo del soggetto, con l’obiettivo di comprendere le ragioni di una così tardiva comparsa della manifestazione artistica rispetto alla sua base ideologica, già ben salda sin dal periodo paleo-bizantino, come testimoniato da fonti letterarie di varia natura. Infine, la possibilità di riconoscere in un caso, a noi coevo, una lontana ma sorprendente suggestione visiva del cerimoniale di incoronazione bizantino e dell’aura sacrale che lo connotava conferma la necessità di una ricerca volta a riesaminare uno degli aspetti più significativi dell’eredità che l’Impero di Costantinopoli ha lasciato. 3 1. L’APPORTO DELLE CIVILTÀ ORIENTALI1 1.1 DALL’EGITTO ANTICO ALLA PERSIA ACHEMENIDE EGITTO, MESOPOTAMIA E IMPERO ITTITA Tra le numerose pubblicazioni che hanno esaminato il tema della “regalità sacra” nel mondo antico in particolare uno studio di František Dvorník – ormai datato ma solo sotto il profilo temporale – ha saputo ben illustrare questo argomento, grazie alla scelta di un raggio di indagine assai ampio2. I due volumi in cui si articola l’opera hanno l’obiettivo di presentare il complesso iter filosofico alla base delle idee politiche che hanno portato alla creazione di un repertorio iconografico spesso comune, nel significato, a differenti civiltà. Questo lungo percorso – che ha come scopo ultimo rintracciare i precedenti ideologici che hanno contribuito alla nascita del concetto di regalità sacra nel Cristianesimo e la sua diffusione nell’età paleo-bizantina – ha inizio con l’analisi della visione cosmica nell’Egitto antico, per poi giungere progressivamente, nel secondo tomo, all’esame del pensiero teocratico sotto il regno di Giustiniano I (527-565). In generale, i riferimenti alle testimonianze artistiche sono poco frequenti, salvo per qualche rapido raffronto con le emissioni monetarie ma sempre indagate da un’ottica prettamente politica, indirizzo comprensibile considerando le finalità della pubblicazione e l’attività scientifica di Dvorník, principalmente storico della Chiesa3. Dopo aver considerato che il carattere sovrannaturale della regalità è una concezione insita nell’uomo fin dai tempi remoti – e per ulteriori approfondimenti egli rimanda, giustamente, a pubblicazioni di ambito antropologico4 – lo studioso apre la sua indagine rimarcando l’importanza delle culture dell’area medio-orientale quali imprescindibili esperienze per la formazione del pensiero cristiano. In particolare, i primi tre capitoli sono dedicati rispettivamente ad Egitto e Mesopotamia5, alle popolazioni ariane e semitiche dell’Oriente6, alle 1 Data la vastità cronologica e geografica degli argomenti trattati, le indicazioni bibliografiche di carattere storico saranno fornite, diversamente dai capitoli successivi, nel corso della trattazione. 2 F. DVORNÍK, Early Christian and Byzantine political philosophy. Origins and background (Dumbarton Oaks Studies, 9), Washington 1966. 3 V. VAVŘÍNEK, Nécrologies. Francis Dvorník (1893-1975), «Byzantinoslavica», 37, 1976, pp. 233- 236; tra le pubblicazioni dello studioso ricordo anche F. DVORNÍK, Lo scisma di Fozio. Storia e leggenda, Roma 1953 (I ed. Cambridge 1948). 4 Idem, Early Christian and Byzantine political philosophy, cit., I, p. 2. 5 Ivi, rispettivamente, pp. 1-19, 21-44. 6 Ivi, rispettivamente, pp. 45-54, 54-72. 4 monarchie iraniche7. Sebbene le concezioni filosofiche elaborate in ambiti così diversificati nel tempo e nello spazio evidenzino, ovviamente, significative differenze dovute alle peculiari condizioni storiche e ambientali, sembra possibile rilevare un filo conduttore comune, ossia la diffusa credenza che il sovrano governasse in virtù di un rapporto privilegiato con la sfera divina. La natura stessa di questo fondamentale legame è l’effettiva condizione che qualifica in maniera univoca ogni singola civiltà, rendendo comprensibile in senso più ampio l’intero sistema filosofico che influisce, di conseguenza, sul rispettivo assetto politico. Di seguito reputo opportuno richiamare, in modo necessariamente sintetico, tali contesti culturali allo scopo di evidenziare l’antichissima origine di quelle dottrine che, dopo una lunga e complessa evoluzione, sono indirettamente confluite nel pensiero prima greco-romano e poi medievale. Procedendo in ordine cronologico, è nell’Egitto antico8 che l’idea di regalità sacra si codifica inizialmente: nel corso della sua storia, definibile come un susseguirsi di “dinastie divine”, si sviluppa una vera e propria teologia a supporto dell’origine ultraterrena del Faraone. In questo caso, Dvorník pone subito l’accento sulla convinzione, a lungo attestata, che il sovrano fosse effettivamente figlio di una divinità, sebbene questa potesse mutare nel tempo. Secondo tale visione, un ruolo fondamentale è svolto dal concetto filosofico di “Ka” descritto dallo studioso come spirito, o forza vitale eterna, dapprima concesso unicamente al sovrano e successivamente attribuito ad ogni essere umano ma in grado infinitamente minore, accanto al corpo e all’anima. È proprio grazie alla trasmissione di tale elemento dal Dio al Faraone che egli acquisisce un carattere divino, fin dal momento del suo concepimento. Tuttavia, tali premesse si concretizzano appieno solo il giorno della sua incoronazione, definibile come un insieme di rituali mistici durante i quali si manifesta la volontà degli Dei che vi prendono parte, idealmente, in maniera determinante: essi purificano il prescelto, assistono alla proclamazione del suo nome 7 Ivi, pp. 73-131. 8 Ivi, pp. 1-19; restano fondamentali anche P. DE FRANCISCI, Arcana Imperii, Milano 1947-1948, I, pp. 97-124; H. FRANKFORT, Kingship and the Gods. A Study of Ancient Near Eastern Religion as the Integration of Society and Nature, Chicago-London 19696 (I ed. Chicago 1948), pp. 15-212; più di recente, Ancient Egyptian Kingship (Probleme der Ägyptologie, 9), ed. by D. OʼConnor, D.P. Silverman, Leiden 1995; P.J. FRANDSEN, Aspects of Kingship in Ancient Egypt, in Religion and Power. Divine Kingship in the Ancient World and Beyond (Oriental Institute Seminars, 4), Proceedings of the 3rd Annual University of Chicago Oriental Institute seminars, Chicago, 23-24 febbraio 2007, ed. by N. Brisch, Chicago 2012 (I ed. 2008), pp. 47-73. 5 e gli porgono la corona9. Da tale concezione generale e dai documenti citati dallo stesso studioso a titolo esemplificativo10, si colgono i principi fondanti su cui si basa l’ideologia politica dell’Egitto antico: in primo luogo il sovrano, reso tale dalla divinità, è detentore di un potere assoluto che si manifesta sul mondo terreno; in seconda battuta e in conseguenza di ciò, egli è l’intermediario tra il popolo e la sfera sovrannaturale. Entrambi gli aspetti, come si vedrà in seguito, non saranno estranei alla formazione del pensiero teocratico bizantino, chiaramente senza voler riconoscere in essi paralleli diretti ma solo analogie di fondo, sebbene assai significative della loro antichissima genesi. Per quanto concerne la formulazione di simili dottrine presso le culture delle regioni mesopotamiche11, è utile ricordare che una visione filosofica di questo tipo in tali ambiti sembra nascere indipendentemente dall’esperienza dell’Egitto dalla quale, per certi versi, se ne allontana anche per il diverso assetto politico di riferimento. Senza addentrarmi in questioni poco pertinenti allo sviluppo del presente studio, mi limito a sottolineare i maggiori caratteri che connotano l’ideologia sacra e politica di tali civiltà. Sumeri, Babilonesi e Assiri condividono il concetto che il sovrano sia un predestinato – quindi scelto dalla divinità e, pure in questo caso, nell’ottica di un rapporto privilegiato –, concezione questa che sembrerebbe obbedire alla necessità della preservazione di una dinastia nel tempo. L’idea specifica di regalità sacra, invece, si manifesta con particolare e notevole attenzione solo presso il popolo sumero – i cui re assumono caratteri divinizzati, svolgendo il compito sia di vicari degli Dei, sia di loro sacerdoti – forse su spinta della componente semitica che progressivamente inizia ad esercitare su queste aree un influsso non trascurabile. Con i Babilonesi tale visione si attenua e nasce un’effettiva separazione tra sovranità e sacerdozio, fino a giungere alle vicende del popolo assiro per il quale è da escludere una venerazione di carattere divino del sovrano, che è visto principalmente come un re guerriero, il cui potere, non assoluto, è limitato, anche politicamente, dal karum – una sorta di assemblea formata da membri di una cosiddetta nobiltà che era solita 9 F. DVORNÍK, Early Christian and Byzantine political philosophy, cit., I, pp. 11-12; si veda anche H. FRANKFORT, Kingship and the Gods, cit., pp. 105-109. 10 F. DVORNÍK, Early Christian and Byzantine political philosophy, cit., I, in part. pp. 12-14. 11 Ivi, pp. 21-44; si vedano anche P. DE FRANCISCI, Arcana Imperii, cit., I, pp. 124-148; H. FRANKFORT, Kingship and the Gods, cit., pp. 215-313; più di recente, A. KHURT, Usurpation, conquest and ceremonial: from Babylon to Persia, in Rituals of Royalty. Power and Ceremonial in Traditional Societies (Past and Present Publications), ed. by D. Cannadine, S. Price, Cambridge 1987, pp. 20-55; P. MICHALOWSKI, The Mortal Kings of Ur: A Short Century of Divine Rule in Ancient Mesopotamia, in Religion and Power, cit., pp. 33-45; I.J. WINTER, Touched by the Gods: Visual Evidence for the Divine Status of Rulers in the Ancient Near East, ivi, pp. 75-101.

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mondo antico in particolare uno studio di František Dvorník – ormai datato ma solo .. raccolta dei passaggi più noti e rilevanti dell'Avestā, e non solo, è utile lo studio di M. BOYCE, Textual sources parallels for the iconography of early Byzantine marriage jewelry: the question of the cro
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