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università degli studi di catania PDF

333 Pages·2012·3.45 MB·Italian
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE UMANE –XXV CICLO LA FILOSOFIA PRATICA DI AMARTYA SEN E MARTHA NUSSBAUM. «DEPRIVATION OF CAPABILITIES» E IL CASO DELLE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI. GABRIELLA SANTAGATI COORDINATORE: Chiar.mo Prof. F. CONIGLIONE TUTOR: Chiar.mo Prof. G. VITTONE 2009-2012 Si ringrazia per la disponibilità e la collaborazione: - Il centro di documentazione AIDOS di Roma - Le mediatrici culturali attive presso l’A.S.I.F.I. (Associazione per lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile immigrata) di Catania. -L’imam delle comunità islamiche di Sicilia, Dott. Abdelhafid kheit - La Dott.ssa Gou-Wendenda Marie Denise Zaksongo, vice Direttore del C.A.R.A. di Mineo. -Le donne che con coraggio hanno voluto testimoniare la dolorosa pratica. 2 INDICE Introduzione 5 I: Dare vita ad un’etica rinnovata. I.1Lo spazio globale del pluralismo normativo. 14 I.2 Il CA: origini e prerogative. 23 I.3 Definizione di capacità. 31 I.4 Sull’opportunità di una condotta razionale. 34 I.5 La qualità della vita secondo l’approccio delle capacità. 41 I.6 Gli indicatori di qualità della vita: lo sviluppo umano e lo 44 HDI. I.7 Incapacitazione come vulnerabilità e come esposizione al 51 tragico. I. 8 Influenza della dottrina aristotelica. 56 II: Etica delle capacità in Amartya Sen II.1 I tratti salienti della filosofia di Amartya Sen. 65 II.2 Capabilities and functionings. Concezione larga e 70 concezione stretta. II.3 Uguaglianza di che cosa? 72 II.4 Pluralismo etico e oggettività posizionale. 76 II.5 Capability, freedom and liberty nella concezione di persona 78 come punto di origine dei fini. II. 6 Dall’eguaglianza ai diritti. 85 II. 7 Un’occasione per discutere di sviluppo umano. 89 III: Martha Nussbaum e l’etica delle capacità. III.1Origine di un percorso filosofico. 9 3 III.2 Implicazioni delle nozioni di funzionamento e capacità 97 nella filosofia di Nussbaum: la lista delle capacità fondamentali. III.3 La nozione di soglia e il suo duplice livello. 107 III. 4 L’idea di eguaglianza e la nozione di persona. 109 III.5 Oltre la formulazione contrattualista. Sull’opportunità di 113 una concezione universalista. III.6 L’etica delle virtù. 117 III.7Oggettivismo e relativismo metaetico per una prospettiva 119 trans-culturale. III.8 Una specificità rilevante. 125 III.9 Considerazioni critiche sui meriti di un progetto 127 ambizioso. IV: Un discorso universalistico sensibile alle differenze: il caso delle mutilazioni genitali femminili. IV.1Sulla corporeità. 131 IV.2 Digressione metodologica. 137 3 IV:3 Origini storiche e fenomenologia della pratica. 140 IV.4 Limiti e prerogative dell’indagine statistica. 146 IV.5 Conflitto tra valori e la questione del doppio standard. 153 IV.6 Motivazioni della pratica e capacità negoziale. 163 IV.7 Judging other cultures. 166 IV.8 Il conteso italiano. 174 IV.9 Rispettare le persone e criticare la tradizione 182 IV.10 Narrazione, immaginazione e biografie vulnerabili. 186 IV.11 Universalismo sensibile alle differenze 198 IV. 12 Gli –ismi nella riflessione sulle mgf. 205 IV. 13 Le preferenze adattive e la vita delle donne. 210 V: Dalle capacità ai diritti. V.1Compromissione di capacità, libertà culturale ed 216 empowerment. V. 2 Equilibrio riflessivo da Rawls a Nussbaum. 228 V. 3 Capacità e diritti. 233 V.4 Una concezione parziale di giustizia. 244 V.5 Preferenzialismo e perfezionismo. 255 V.6 Diritti umani: un problema di riconoscimento nel mondo 259 arabo e in occidente. V.7 Ending female genital mutilation. 272 V.8 Conflitto tra norme? 279 V.9 ONG e collettivi: tentativi di espansione delle libertà. 284 V.10 Funzionamenti fertili e svantaggi corrosivi. 294 V.11 Diritto di exit. 297 V.12 Considerazioni conclusive: dall’etica alla politica. 304 Appendice. 310 Bibliografia . 316 4 Introduzione. La complessità e il carattere insaturo dei modi attraverso cui si esprimono le relazioni umane, pongono oggi il problema di avviare un dialogo inclusivo tra individui globali, rilevando l’importanza di una discussione incentrata sul pluralismo etico, inteso come spazio di vita in cui ogni individuo possa riconoscersi in ogni altro e perseguire quei progetti che realizzano una vita pienamente dispiegata. L’agire umano è poi caratterizzato da una molteplicità di affiliazioni identitarie a cui ognuno di noi può appartenere, individuando nella molteplicità di espressioni un fatto di «scoperta». Si tratta di una questione centrale nel discorso etico sulla qualità della vita che andrebbe ricondotta alla capacità di scelta, sempre rinegoziabile, tra lealtà ed appartenenze multiple, sebbene rimanga tuttavia aperto l’interrogativo di decidere che genere di priorità relative attribuire alle varie affiliazioni. La presente riflessione etica verrà calibrata in relazione alla nozione di capacità e di funzionamento ed in particolare alla libertà di conseguire funzionamenti di valore che sono alla base dell’approccio delle capacità. Affrontare le problematiche concernenti il capability approach, significa innanzitutto partire da una precisazione metodologica che intende riferire la discussione ad un approccio e non ad una teoria, in quanto risulta essere una prospettiva di indagine teorico-pratica non vuota di senso ma certamente intenzionalmente incompleta. La complessità a cui l’approccio riconosce rilevanza per la definizione della nuova prospettiva di indagine, accresce la credibilità del 5 paradigma, agli occhi di una riflessione teorica che investe in modo particolare pratiche tradizionali che hanno alimentato conflitti culturali. L’interesse dei maggiori teorici dell’approccio delle capacità, consiste nell’identificare i criteri salienti di confronto e di riflessione sulla qualità della vita, secondo istanze ritenute significative per una vita fiorente, coerente con un approccio incentrato sulla libertà di scelta che gli individui sono in grado di far valere come opportunità di essere e di fare. Si tratta dunque di un approccio pluralista rispetto al valore, poiché le capacità centrali per la vita delle persone si differenziano per quantità e per qualità, incarnando libertà sostanziali che esprimono combinazioni di alternative che ogni individuo interpreta. Si delinea pertanto una filosofia normativa incentrata sugli stati di essere e sulle attività che l’individuo ritiene rappresentativi di una vita degna. Considerare viceversa come obiettivo di agency i meri funzionamenti, questione che si discuterà nel corso della trattazione, comporterebbe un ottenimento di funzionamenti senza contemplare la libertà dell’individuo, poiché potrebbero espandersi con la forza o la coercizione, rendendo possibile conseguimenti significativi, sebbene estranei alla libertà di scelta del soggetto e dunque estranei al discorso sulle capabilities. Il principio di qualità della vita riconosce la pluralità delle espressioni in cui essa si realizza e le differenze individuali, che determinano per ogni individuo diverse gradazioni di qualità di vita, che l’approccio delle capacità adotta come valutazione composita e multidimensionale della concreta dimensione del beings e del doings. L’integrazione di nuove informazioni o l’apertura a princìpi etici inediti, che attraversano le appartenenze di gruppo, costituisce una strada percorribile verso la conciliazione tra affiliazioni identitarie apparentemente inconciliabili. La qualità di vita diventa allora una discriminante che richiede la conoscenza e l’analisi di molti fattori trascurati in passato e che adesso, in una società complessa come quella attuale, assume il carattere di indicatore fondamentale per comprendere se una vita possa dirsi fiorente e quale tipo di libertà possa essere realmente esercitata da un individuo. Alla luce dello studio condotto attraverso il vaglio della bibliografia fondamentale di Amartya Sen e Martha Nussbaum, in relazione con la bibliografia critica e specialistica concernente la riflessione sull’etica delle capacità e la pratica delle mutilazioni genitali femminili, è stata posta in esame la capacità di scelta degli agenti morali e il deficit di funzionamento dei pazienti morali. 6 Si intende pertanto sostenere come l’approccio delle capacità proponga una prospettiva valida e sostenibile in ambito etico, sia a livello metaetico sia a livello normativo per comprendere, in senso jaspersiano, l’esperienza umana e promuovere la relazione di cura, espressione normativa e strategica che favorisce l’adozione di misure significative nell’ambito della giustizia sociale. In particolare, nel primo capitolo della tesi, verranno delineati i tratti salienti dell’approccio delle capacità, le origini e gli aspetti comuni ai maggiori teorici, per poi indicarne, nei capitoli secondo e terzo, i caratteri specifici e più rappresentativi del pensiero di Amartya Sen e di Martha Nussbaum. Si rileverà in modo particolare come la capacità delinei in senso positivo l’essere nella condizione di libertà, nella possibilità di vantare una certa capacità di fare, agire, sentirsi, vivere con dignità. È una categoria dell’agire riferibile a qualunque destinatario; essa è una prerogativa della condizione umana che è presente in ogni soggetto e può assumere forme e livelli differenti, a seconda della vita che ognuno sia in grado di condurre. L’approccio delle capacità si mostra pertanto come una prospettiva etica in grado di rispondere alle domande che la società tecnologica globale solleva. Dalla proposta teorica dei maggiori esponenti dell’approccio delle capacità, Amartya Sen e Martha Nussbaum, è emersa la profonda fiducia che essi nutrono nella capacità dell’essere umano di emanciparsi: per Sen, con l’esercizio del ragionamento che vede nell’allargamento della «base informativa» e in un set più ampio di opportunità di vario ordine, l’occasione e la possibilità per l’individuo di contrastare criticamente le percezioni distorte e disumanizzanti della realtà; per la Nussbaum, nella natura umana insieme ragionevole e bisognosa, che deve essere riconosciuta e coltivata nelle sue espressioni fondamentali. Questa visione, che emerge a partire dall’antropologia aristotelica, assume una concezione della natura umana caratterizzata dalla ragione pratica e dalla ricerca della soddisfazione di bisogni, aristotelicamente riferiti alla stessa capacità dell’individuo di vivere una vita fiorente, affermando la dignità dell’uomo non solo come titolare di razionalità ma come soggetto che intende soddisfare bisogni di vita. Il discorso sulle capabilities si allarga poi fino alla pretesa universale avanzata dai diritti umani e all’incorporamento contestuale di questi nelle singole storie di vita, recuperando nell’osservabilità di funzionamenti realizzati che palesano lo stato di benessere di un individuo, la possibilità di riconoscere un nuovo criterio di oggettività della qualità della vita. 7 Rispetto all’approccio dei diritti, l’approccio delle capacità ha poi rilevato l’importanza di una valutazione dell’agire umano, non solo rispetto alle acquisizioni ottenute, ma in relazione al carattere processuale dell’agire, che contribuisce sul fronte della qualità della vita a determinare acquisizioni in modo pieno e consapevole. Gli individui intesi insieme come agenti e pazienti morali, esprimono nella loro esistenza la possibile esposizione a perdita che, come agenti morali, si verifica nella contrazione o azzeramento delle capacità di definire, modellare, e scegliere i progetti di vita; come pazienti morali, nella compromissione di funzionamenti di base. Sen affronta in più occasioni la questione delle barriere, sovente invisibili ed insormontabili, poste dalla società, in modo da fronteggiare con analisi critica i casi in cui le profonde disuguaglianze siano mal celate da desideri presunti o espressi. Ciò costituisce il merito e la specificità dell’etica delle capacità che, a differenza delle varie espressioni in cui si è posta la riflessione utilitarista, focalizza l’impegno sugli spazi di libertà effettivamente percorribili. La negligenza valutativa delle preferenze morali e psicologiche, costituiva un forte limite della concezione utilitaristica e rappresenta adesso una condizione per discutere in ambito etico della dignità della persona. Soddisfazione e massimizzazione delle utilità sono metriche utilizzate dall’utilitarismo che si rivelano poco rappresentative della reale qualità di vita a cui è possibile accedere, negando la possibilità di svelare condotte adattive scarsamente protese verso l’immaginazione relazionale. Anche la valutazione comparativa, sulla base della soddisfazione percepita ed espressa, sarebbe da criticare, a fronte di una valutazione che falserebbe, secondo le inclinazioni indotte in modo coercitivo, il reale stato di benessere di un individuo. La stessa convinzione che determinate preferenze espresse verso pratiche nocive è ricondotta al fatto che, in una certa misura, l’individuo sia sottoposto a condizionamenti coercitivi e manipolatori tali da evocarne il carattere adattivo. L’opportunità di puntare sul deficit di capacitazioni contribuisce ad assumere una visione più critica e individualistica di cosa significhi vivere una vita di qualità. La nozione di deprivation of capabilities, più volte tradotta con incapacitazione, è un parametro che in effetti segue una base informativa più ampia e concerne la vita di soggetti che naturalmente vulnerabili, possono essere esposti al tragico; una condizione che si verifica ogni volta che gli individui siano indirizzati a compiere una scelta che investe capacità centrali irriducibili e in reciproco conflitto, 8 compromettendo anche una sola delle capacità cardine negli ambiti rilevanti della vita, che viene degradata al di sotto di una soglia minima. La presente ricerca accosta i problemi delle mutilazioni genitali femminili, che sono dagli studiosi concordemente considerate espressione di una pratica tradizionale non conciliabile con la dignità della persona e palese intento di mantenere la subalternità della donna, in ossequio al rispetto di una tradizione. Nel capitolo quarto, sulla base dei tratti distintivi delineati intorno all’approccio delle capacità, verrà affrontata a livello operazionale, la questione delle pratiche consuetudinarie nocive come le mutilazioni genitali femminili. Si tratta di una problematica inedita per l’approccio delle capacità, sebbene Martha Nussbaum avesse sollevato la questione in un suo noto scritto Sex and Social Justice circa la possibilità di giudicare le altre culture ed assumere una comprensione critica che superi le derive conflittuali del doppio standard. Uno dei vantaggio dell’adottare l’approccio delle capacità nella discussione delle mutilazioni genitali femminili è dato dalla possibilità di affrontare l’argomento, solitamente espresso in chiave giuridico-sanitaria, in senso multidimensionale, riconoscendo altresì che le disuguaglianze di genere, di cui la pratica costituisce un emblematico esempio, non necessariamente si manifestano come disparità in ambito economico, o manifestazione di quei parametri tradizionalmente presi a riferimento come la nutrizione e la mortalità, ma richiede di tenere conto che in alcuni contesti, come quello dell’Africa sub-sahariana, dove le differenze fra i generi in termini di nutrizione, morbilità e di mortalità non sono così marcate, sussistono tuttavia disparità relative ad altri importanti funzionamenti e capacità, che a loro volta generano sostanziali diseguaglianze. Per questo motivo, l’adozione di una prospettiva nuova incarnata nell’approccio delle capacità, permette di rilevare disparità che si configurano come ineguaglianze in molte capacità centrali. I problemi di giustizia all’interno della famiglia, che si configura sovente nel contesto delle relazioni asimmetriche in cui si compiono violenze di genere, come quella delle mutilazioni genitali femminili che colpiscono in modo esclusivo le donne, compromettono significativamente la possibilità di conversione delle capacità in funzionamenti effettivi. Le donne, protagoniste della pratica, sono esecutrici e carnefici, ma si mostrano anche come protagoniste dell’analisi ponderale tra valori e interessi perseguiti e dell’attività trasformativa della società, attraverso la capacità negoziale, talvolta incarnata nella forma estrema del diritto di exit, che permette loro di rappresentare una realtà in evoluzione, senza tuttavia entrare in conflitto con la 9 tradizione. Sono questi i temi che attraversano il capitolo quinto della tesi, in cui vengono tracciati gli aspetti relativi al rapporto tra approccio delle capacità e approccio dei diritti umani, evidenziandone il comune riconoscimento di una umanità rispetto alla quale i due approcci risultano complementari. Nell’affrontare le questioni relative alle mutilazioni genitali femminili si è ritenuto opportuno utilizzare un metodo di approccio collaterale e integrativo rispetto ai dati statistici più recenti, assumendo un procedura eterodossa che comprende la possibilità di accedere, attraverso interviste libere e approcci narrativi, ad informazioni rilevanti che, sebbene poco significative dal punto di vista quantitativo, tratteggiano interessanti aspetti della problematica riconducibili ad un contesto di dati e riscontri informativi, indicativi sul fronte nazionale e internazionale. Si tratta di adottare un approccio che, sebbene sia distante dal fornire risposte attendibili o capaci di avere riscontro statistico, in realtà ha l’ambizione e la forza di svelarci dall’interno la complessità di un mondo che altrimenti difficilmente trova spazio. La pratica escissoria, nel contesto della società complessa e multietnica in cui viviamo, è un fenomeno invisibile e difficile da riconoscere, sovente sfugge al sistema sanitario, poiché si tratta di un segno talvolta impossibile da rubricare nella cartella clinica. Il contatto diretto con le donne e la forma di approccio alla problematica attraverso la narrazione, hanno permesso di raggiungere svariati contesti di vita e di esprimere forme di comunicazione e di confronto che hanno valenza euristica e poietica. Gli effetti degli interventi sulla prevenzione e sulla modifica delle condotte non sono sempre e chiaramente quantificabili, ma certamente rilevanti per favorire il cambiamento. Nel corso dell’esposizione, verranno inseriti stralci di interviste libere di donne residenti nel territorio catanese e provenienti da paesi a tradizione escissoria che hanno voluto condividere la loro esperienza, manifestando particolari interpretazioni del fenomeno inteso come un fatto sociale totale, per dirla con Marcel Mauss. Le testimonianze raccolte nel corso dell’attività di ricerca sono state registrate e quindi deregistrate ed inserite nel corso della trattazione, avendo ricevuto il consenso da parte delle persone interessate. In molte recenti valutazioni della qualità della vita utilizzate nel campo dell’etica applicata, l’esigenza di individuare un approccio che renda possibile che una teoria normativa non-ideale possa assumere un carattere universale, incontra con il capability approach una concezione del bene spessa e astratta del tutto compatibile con una prospettiva pluralista che nella società attuale appare ormai inderogabile. 10

Description:
di Amartya Sen e Martha Nussbaum, in relazione con la bibliografia critica e Il documento individua un deficit di libertà nella regione araba.
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