Description:Le storie che uno scrittore come Luis Sepúlveda racconta osservando la società con sguardo intenso e partecipe sono un insieme di emozioni diverse, ma non discordanti. Infatti, che critichi la politica americana in lotta contro l’«asse del male», o parli del disastro ecologico provocato da una petroliera sulle coste galiziane, o racconti la gioia tutta personale del primo ciak, Sepúlveda è sempre coerente con la propria appassionata visione del mondo.
Un filo rosso attraversa gli scritti di Una sporca storia: l’indignazione nei confronti dei crimini impuniti, di chi fomenta la violenza, dell’intolleranza. E all’indignazione espressa in toni aspri e accesi risponde, quasi in un personalissimo controcanto, il piacere di ricordare persone amate e amiche, di raccontare storie: un bizzarro incontro di boxe, la triste vicenda di un cane abbandonato, il ritratto di un vecchio pescatore amico di Hemingway, la fulminea biografia di Francisco Coloane e il divertente episodio condiviso con l’amico «Manolo» Vázquez Montalbán.
Facendosi testimone di uno dei periodi più tumultuosi della storia recente, Sepúlveda non solo dà prova della sua inalterata passione politica, civile e umana, ma lascia anche affiorare in racconti densi e fulminei la sua vocazione di narratore, di chi giovanissimo ha scorto e riconosciuto «il più infinito degli orizzonti: quello della creatività letteraria».
"Moleskine è un taccuino con la copertina nera che mi accompagna sempre e in cui riverso i miei dubbi, i miei stupori e le mie rabbie di ogni giorno. Sulle sue pagine butto giù articoli, capitoli di romanzo, racconti, ricette di cucina, dichiarazioni d’intenti o promemoria di impegni che in genere dimentico. Ho un rapporto passionale con le Moleskine e quando una lettrice o un lettore complice — per questo scrivo, per creare complicità — me ne dà una, vergine e ancora avvolta nel cellophane, gliene so-no grato. Ma prima o poi arrivo sempre alla fine dei fogli, divenuti ormai pagine, e quando le rileggo in una breve cerimonia d’addio prima di inaugurarne una nuova, guardo quanto ho scritto e, di solito, scopro che non ho perso la capacità di stupirmi. Rileggerle è riavvolgere la vita e vederla scorrere fugace, fotogramma per fotogramma...
I testi che seguono sono tratti dalle tre Moleskine che ho finito tra il gennaio 2002 e il marzo 2004 e da allora, come scrisse Van Gogh al fratello Theo, «i mulini non ci sono più, ma il vento è sempre lo stesso»."