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Una rivoluzione storiografica. La scuola delle «Annales» (1929-1989) PDF

181 Pages·1997·8.82 MB·Italian
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Preview Una rivoluzione storiografica. La scuola delle «Annales» (1929-1989)

U niversale Peter B u rke U na rivoluzione sto rio g rafica v E ditori Laterza Tìtolo dell’edizione originale TheFrench Hùtoriad Revolution The «Annales» School, 1929-89 PoKty Press e Basii Blackwell Ltd, 1990 © 1990, Peter Burke Traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti Prima edizióne 1992 Quarta edizione 1997 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effet- tuata, comprésa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un Kbro è illecita e minaccia là sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotoco- piare, chi comunque favorisce questa pratica commette un boto e ope- ra ai danni della cultura. Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Rama-Bari Peter Burke UNA RIVOLUZIONE STORIOGRAFICA La scuola delle «Annales», 1929-1989 Editori Laterza 1997 Finito di stampare nell’ottobre 1997 Poligrafico Debordano - Stabilimento' di Bari per conto della Gius. Laterza & Figli Spa CL 20-3956-7 ISBN S8-420-3956-X RINGRAZIAMENTI Non occorre dire che questo studio deve molto alle conversazioni — svoltesi a Parigi, ma anche in località Eiù esotiche, dal Taj Mahal all’Emmanuel College — che o avuto con i membri dei gruppo delle «Annales», e se- gnatamente con Femand Brande!, Emmanuel Le Roy La- durie, Jacques Le Goff, Michel Vovelle, Krzysztof Po- mian, Roger Chartier e Jacques Revel. Desidero ringraziare mia moglie, Maria Lucia, il mio editore, John Thompson, e Roger Chartier, per le loro osservazioni su una stesura precedente di questo lavoro. Sono altresì in debito con Juan Maiguashca, che circa trent’anni fa accese il mio entusiasmo per le «Annales», e con Alan Baker, Norman Birnbaum, John Bossy, Stuart Clark, Robert Darnton, Clifford Davies, Natalie Davis, Javier Gii Pujol, Carlo Ginzburg, Ranajit Guha, Eric Hobsbawm, Gàbor Kfaniczay, Geoffrey Parker, Gwyn Prins, Carlos Martinez Shaw, Ivo Schoffer, Henk Wes- seling ed altri ancora che hanno tentato, come me, di com- binare un appassionato interesse per le «Annales» con una ragionevole dose di distacco. . INTRODUZIONE In ttna misura sorprendentemente grande, la lettera- tura storica più innovativa, più memorabile e più signifi- cativa del XX secolo è stata prodotta in Francia. La nou- velle hkioire, come viene talvolta chiamata, è una crea- zione almeno altrettanto famosa, altrettanto francese e altrettanto controversa della nomelle cuisine1. In-buona parte, questa nuova storia è l’opera di un gruppo parti- colare associato ad una rivista fondata nel 1929, e note per semplicità e comodità come le «Annales»2. Gli esterni designano in genere questo gruppo la «scuola delle ‘An- nales’», mettendo in risalto ciò che i suoi membri hanno in comune, mentre non di rado gli interni negano resi- stenza di una scuola del genere, sottolineando piuttosto la diversità degli approcci individuali in seno al gruppo3-. Al centro del gruppo stanno Lucien Febvre, Marc Bloch, Fernand Braudel, Georges Duby, Jacques Le Goff e Emmanuel Le Roy Ladurie. Più vicino al margine tro- viamo Ernest Labrousse, Pierre Vilar, Maurice Agulhon e Michel Vovelle: quattro storici eminenti legati a un ap- proccio marxiste alla storia — particolarmente forte nel caso di Vilar — e perciò stesso situati al di fuori della cerchia più interna. Sul margine, o al di là del margine, sono Roland Mousnier e Michel Foucault, che compaiono fuggevolmente in questo studio in grazia della coinci- denza tra i loro interessi storiografici e quelli associati con le «Annales». La rivista, che ha ora più di sessantanni, fu fondata per promuovere una nuova specie di storia; ed essa con- tinua ad incoraggiare l’innovazione. Le idee guida che VII stanno dietro le «Annales» possono essere brevemente riassunte come segue. Innanzitutto, la sostituzione alla tradizionale storia narrativa, concentrata sugli avveni- menti, di una .storia analitica orientata ai problemi. Se- condariamente, la storia dell’intera estensione delle atti- vità umane invece di una storia principalmente politica. In terzo luogo — per raggiungere i primi due scopi — una collaborazione con altre discipline: con la geografia, la so- ciologia, la psicologia, l’economia» là linguistica, l’antro- pologia sociale, e cosi via. Con il. suo caratteristico uso dell’imperativo, Febvre scrisse: «Storici, siate geògrafi. Siate anche giuristi. E sociologi. E psicologi»4. Egli era sempre ansioso di «abbattere i compartimenti stagni» iabattre les cloisons), e di combattere la specializzazione angusta, ovvero Yesprit de spécialité5. Non diversamente, Braudel scrisse la sua Méditerranée nel modo che sap- piamo per dimostrare che «La storia forse non è condan- nata a studiare soltanto giardini ben chiusi da muri»6. Scopo di questo libro è descrivere, analizzare e valu- tare l’impresa compiuta dalla scuola delle «Annales». Dal- l’esterno, questa scuola è spesso percepita come un gruppo monolitico con una prassi storiografica uniforme, caratterizzata da un metodo quantitativo, da presupposti deterministici e da un’ostilità, o nel caso migliore un’in- differenza, verso la politica e gli avvenimenti. Questo ste- reotipo della scuola delle «Annales» ignora le. divergenze tra i singoli membri del gruppo, come pure gli sviluppi verificatisi nel corso del tempo. Sarebbe forse meglio par- lare non di una «scuola», ma -del movimento delle «An- nales»7. La storia di questo movimento può' esser divisa in tre fasi. Nella prima fase (dagli anni Venti al 1945) esso è piccolo, radicale e sovversivo; e combatte una guerra di guerriglia contro la storia tradizionale, la storia politica, la storia degli avvenimenti. Dopo la seconda guerra mon- diale, i ribelli conquistano' restablishment storiografico. Questa seconda fase del movimento, in cui esso costitui- sce più propriamente una «scuola», con i suoi concetti' pe- culiari (segnatamente quelli di stmctttre e di conjoncture) e i suoi metodi altrettanto' peculiari {segnatamente la «sto- rni ria seriale» dei cambiamenti sulla lunga durata), è domi - nata da Fernand Braudel. Una terza fase nella storia del movimento si apre in- torno all’anno 1968.. Essa è segnata dalla frammentazione (émiettement). A questo punto, l’influenza del movimento è còsi grande (specialmente in Francia), ch’esso ha per- duto buona parte della sua precedente peculiare fisiono- mia. Le «Annales» sono ora una «scuola» unitaria soltanto agli occhi dei loro ammiratori stranieri e dei loro critici francesi, che continuano a rimproverargli una sottovalu- tazione dell’importanza della politica e della storia degli avvenimenti. Nel corso, degli ultimi vent’anni, alcuni membri del gruppo si sono volti dalla storia socio- economica alla storia sodo-culturale, mentre altri sono andati riscoprendo la storia politica, e persino la storia narrativa. La storia delle «Annales» può dunque esser interpre- tata in termini della successione di tre generazioni. Essa illustra inoltre il ben noto processo ciclico che fa dei ri- belli di oggi l’establishment di domani, soggetto all’as- salto dei nuovi ribelli. Ciò nondimeno, alcuni interessi di fondo si sono conservati. Può anzi dirsi che la rivista, e i singoli studiosi ad essa associati, offrano l’esempio, più duraturo di fruttuosa interazione tra storia e sdenze so- ciali in tutto il nostro secolo. E. a ciò appunto si deve se ho scelto di scrivere sulle «Annales». Questa breve rassegna del movimento delle .«Anna- les» tenta di attraversare parecchie frontiere culturali. Essa cerca di spiegare un fenomeno francese al mondo di lingua inglese, gli anni Venti ad una generazione succes- siva, e la prassi degli storia a sodologi, antropologi, geo- grafi ed altri ancora. La mia esposizione è essa stessa or- ganizzata in forma storica, e tenta di combinare un ordi- namento cronologico con un ordinamento tematico. Qui come altrove in storia, il problema di una com- binazione del genere è quella ch'è stata chiamata «la con- temporaneità del non-coatemporaneo». Braudel, per e~ sempio, che pure era. un. uomo eccezionalmente aperto alle nuove idee, anche al tramonto della sua lunga vita, non modificò sostanzialmente la sua maniera di guardare IX alla storia, e anzi neppure di scrivere la storia, tra gli anni Trenta, quando andava progettando la sua Mediterranée, e gli Ottanta, quando lavorava al suo libro sulla Francia. Per questa ragione, è stato giocoforza prendersi qualche libertà con l’ordine cronologico. Questo libro è a un tempo qualcosa di meno e qual- cosa di più di uno studio di storia delle idee. Esso non aspira ad essere quello studio scientifico definitivo del movimento delle «Annales» che spero qualcuno scriverà nel XXI secolo. Uno studio siffatto dovrà utilizzare fonti che io non ho visto (per esempio, i manoscritti di Marc Bloch o l’epistolario inedito di Febvre e Braudel)8. Il suo autore dovrà possedere una conoscenza specialistica non soltanto della storia della storiografia, ma anche della stò- ria della Francia novecentesca. Quello che io ho cercato di scrivere è qualcosa di ab- bastanza diverso. E un saggio di carattere più personale. Mi è talvolta accaduto di descrivermi come un «compa- gno di strada» delle «Annales»; in altre parole, come un esterno al gruppo, che però (come molti altri storici stra- nieri) è stato ispirato dal movimento. Per trent’anni, ho seguito molto da vicino le sue fortune. D’altra parte, Cambridge è abbastanza lontana da Parigi perché sia pos- sibile scrivere una storia critica dell’impresa delle <<Àn- nales». Quantunque Febvre e Braudel fossero entrambi dei formidabili politici accademici, nelle pagine che seguono diremo assai poco di questo aspetto del movimento (per esempio, della rivalità tra la Sorbona e le Hautes Etudes, o della lotta per il potere sviluppatasi sulle nomine e sui piani dì studi)9. Ho altresì, con qualche rammarico, resi- stito alla tentazione di scrivere uno studio etnografico de- gli abitanti del n. 54 di Boulevard Raspai!: dei loro ante- nati, delle loro pratiche endogamiche, delle loro fazioni e reti clientelati, dei loro stili ai vita, delle loro mentalità, e così via. Mi sono invece concentrato sui grandi libri prodotti dai membri del gruppo, e ho tentato di valutare la loro importanza nella storia della storiografia. Certo, suona paradossale discutere in termini di libri anziché di articoli x

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L'affascinante avventura intellettuale della "scuola delle Annales", in un denso e personalissimo bilancio tracciato da un grande storico inglese. Attraverso tre generazioni di studiosi - Bloch e Febvre; Braudel; Duby, Le Goff, Le Roy Ladurie - Peter Burke descrive, analizza e valuta la "rivoluzione
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