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Un viaggio che non promettiamo breve. Venticinque anni di lotta No Tav PDF

560 Pages·2016·3.7 MB·Italian
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Einaudi. Stile Libero Big Di Wu Ming nel catalogo Einaudi 54 Giap! Guerra agli umani New Thing Asce di guerra (con V. Ravagli) Manituana Stella del mattino New Italian Epic Altai Previsioni del tempo Anatra all’arancia meccanica Timira (con A. Mohamed) Point Lenana (con R. Santachiara) L'Armata dei sonnambuli L'invisibile ovunque e con il nome Luther Blissett Q Wu Ming 1 Un viaggio che non promettiamo breve Venticinque anni di lotta No Tav © 2016 by Wu Ming 1 Published by arrangement with Agenzia Santachiara © 2016 Giulio Einaudi editore s.p.a. Torino www.einaudi.it Si consente la riproduzione parziale o totale dell’opera a uso personale dei lettori e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta. L'autore del presente libro difende la gratuità del prestito bibliotecario ed è contrario a norme o direttive che, monetizzando tale servizio, limitino l’accesso alla cultura. L'autore e l’editore rinunciano a riscuotere eventuali royalties derivanti dal prestito bibliotecario di quest’opera. ISBN 978-88-06-22564-3 Un viaggio che non promettiamo breve a Pasquale Cicchelli alle donne e agli uomini del Rojava Son fatti che attengono alla storia. Chi fosse la provincia e chi l’impero non è il punto: il punto era l’incendio. BATTISTI / PANELLA, Hegel.. Qualcosa diceva loro che una terra recuperata senza lotta è come un figlio nato senza sangue MANUEL SCORZA, Storia di Garabombo l’invisible. Un giovane geometra di Susa ballava il valzer dell’ipotenusa. Purtroppo due criceti rosicchiarono i cateti, una capra andalusa rosicchiò anche l’ipotenusa, perciò, deluso e molto malcontento, si ritirò in convento quello sfortunato geometra di Susa. GIANNI RODARI Incollato con una pasta di riso sul tronco di un banano all’incrocio di due piste, un piccolo biglietto rettangolare: «Lotta lunga, ma ogni anno un successo». MADELEINE RIFFAUD, Con i partigiani del Vietcong. A Borgone, il giorno che dovevano venire a recintare il terreno per il sondaggio, c’era cosí tanta gente che era arrivato uno schieramento di polizia abnorme, con vicequestore e funzionari tutti impettiti, e di fronte a loro, nella prima fila dei presidianti, c’erano i sindaci della valle con tanto di fascia tricolore e i gonfaloni dei comuni, e si parlava, si negoziava, e il capannello andava avanti e indietro, discutendo, non stavano mai fermi, e il gruppo dei cattolici No Tav li seguiva ovunque si spostassero, tenendo in alto un’edicola di legno con l’effigie della Madonna del Rocciamelone e la scritta «Proteggici», e recitavano il rosario, Ave Maria piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta, mentre tutti gli altri cantavano Bella ciao, una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesú, o partigianoooo, portami via, Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, e se muoiooooo da partigiano tu mi devi seppellir, adesso e nell’ora della nostra morte, seppellire lassú in montagna sotto l’ombra di un bel fior, e le genti che passerannoooo, o bella ciao, bella ciao, Ave Maria piena di grazia, bella ciao ciao ciao, il Signore è con te, e questo è il fioreeee del partigianoooo... Ouverture Dal dirupo (primavera 2016) In quelle rare giornate nitide, dopo che la tramontana aveva spazzato dall’orizzonte lo strato di lattigine, dalla pianura emiliana vedevi all’improvviso l’arco alpino quasi intero, e persino dalle zone umide del Basso Ferrarese potevi ammirare le Dolomiti, che una mattina di ottobre si distinguevano sasso per sasso e mia madre si era stupita perché cosí non le aveva mai viste e tutto appariva trasfigurato. In giorni come quelli, se potevi, salivi sui colli bolognesi e dal dirupo di Sabbiuno, dal monumento alle vittime della strage nazista, guardavi a nord e oltre i tetti rossi della città, oltre la pianura chiara, vedevi l’Adamello spuntare da una striscia di rocce azzurre sull’orlo del mondo, e accanto a te compariva il tizio che nei giorni tersi veniva a fotografare col teleobiettivo; tu gli chiedevi i nomi delle cime e lui te li diceva tutti, il Carega, il gruppo del Pasubio, il monte Baldo, i monti Lessini, e tornavano in mente quei versi di Fabio Pusterla: «In giorni di eccezionale tersità | sbucano tuttavia, quasi a mezz’aria, | le cime delle Alpi, tra nuvole: | le rincorre il pittore, trasognato, | in lontani triangoli rosa». E il pittore, che in quel momento era un fotografo, indicava a nordovest con l’indice sinistro e diceva proprio: «Quello è il Rosa». Tu seguivi la linea retta e lo vedevi, quello spuntoncino isoscele era proprio il monte Rosa. Era in giorni cosí che, rapida, si arrampicava sulle gambe la voglia di scappare, di guadare la pozza di sputo e raggiungerle di corsa, le montagne. Il dito che indicava il Rosa bastava spostarlo una frazione di millimetro e puntava le Alpi Cozie. Eccola. La Val di Susa.

Description:
«Mentre scrivevo, in Francia avevano rinviato l'inizio di aprile. Dopo lo sciopero generale del 31 marzo, la lotta sarebbe proseguita anche il 32, il 33, il 34...Ecco quel che i denigratori dei No Tav non riuscivano a capire: anche i valsusini si erano ripresi il tempo». In Italia molti comitati e
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