Un piccolo passo può cambiarti la vita di Robert Maurer Alla fine della seconda guerra mondiale, le forze d’occupazione americane introdussero in un Giappone sconfitto e umiliato nuovi sistemi per migliorare l’efficienza e la qualità dell’industria: tra questi, il principio del miglioramento continuo – lento e graduale –, ideale in un paese traumatizzato e privo di risorse. I giapponesi lo impiegarono con proverbiale successo e inventarono un nome per definirlo: Kaizen, da kai (cambiamento) e zen (migliore), «il cambiamento per il meglio». Negli anni Ottanta il metodo ritornò perfezionato in USA ed è tuttora applicato con successo nel mondo delle imprese. È merito di Maurer se il Kaizen viene oggi utilizzato anche in ambito personale per trasformare le nostre esistenze senza fatica né paura. Robert Maurer, psicologo e professore alla University of California (Los Angeles), è l’artefice della trasposizione del metodo Kaizen dall’ambito aziendale a quello personale. Un piccolo passo può cambiarti la vita è già stato tradotto in 20 lingue. Antonio Vallardi Editore s.u.r.l. Gruppo editoriale Mauri Spagnol www.vallardi.it Per essere informato sulle novità del Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita: www.illibraio.it www.infinitestorie.it Copyright © 2003, 2013 Antonio Vallardi Editore, Milano First published in the United States under the title: ONE SMALL STEP CAN CHANGE YOUR LIFE: The Kaizen Way Copyright © 2004 by Robert Maurer, Ph. D. Published by arrangement with Workman Publishing Company, New York, and Marco Vigevani Agenzia Letteraria. Traduzione di Ornella Ciarcià Grafica di copertina: ushadesign + ekidna design bureau Prima edizione digitale 2013 Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata. ISBN 978-88-6731-224-5 A Dia, che vive un attimo di gioia alla volta: grazie per tutto il tuo amore e la tua ispirazione «Piccole cose con tanto amore... Non è importante ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo nelle cose che facciamo. Ciò che conta non è tanto quanto si dà, ma l’amore che mettiamo nel dare. Per Dio non esiste nulla di piccolo.» Madre Teresa Prefazione. Un piccolo passo Le grandi imprese giapponesi applicano da tempo il metodo Kaizen, una tecnica «dolce» che permette di raggiungere gli obiettivi aziendali e di mantenere alti i livelli qualitativi. Ora questa elegante strategia può aiutare anche voi a realizzare i vostri sogni personali. La medicina e la psicologia si dedicano principalmente allo studio dei motivi per cui la gente si ammala o non si realizza in maniera soddisfacente nella vita. Invece, nel corso di tutta la mia carriera di psicologo, io sono sempre stato incuriosito dal contrario del fallimento. Se una persona si mette a dieta, perde cinque chili e non li riacquista, mi interessa capire come ci sia riuscito. Se qualcuno trova l’amore dopo anni di relazioni affettive insoddisfacenti, indago sulle tattiche che hanno reso possibile il raggiungimento di quel tipo di felicità. Se un’azienda conserva la leadership nel suo settore di mercato per cinquant’anni, cerco di capire quali decisioni umane siano alla base di tale successo. Di conseguenza, la mia vita professionale è imperniata su due domande: Come si realizzano le persone? Come fanno le persone affermate a conservare il successo? Naturalmente, esistono tanti modi per realizzarsi quante sono le persone soddisfatte. Tuttavia, nel corso di ventidue anni di attività professionale, ho notato con piacere che molti miei pazienti sfruttano un metodo insolito per ottenere cambiamenti duraturi e applicano gli stessi semplici princìpi per migliorare le loro vite, indipendentemente dall’ambito. Dimagriscono (e non ingrassano più), iniziano a fare attività fisica (e non smettono), rinunciano ad abitudini nocive (per sempre), stringono legami solidi (che durano nel tempo), imparano a organizzarsi (senza ricadute nei momenti caotici), fanno passi avanti nella carriera (e continuano a compierne). Se volete avviare un cambiamento (a tempo indeterminato), spero che proseguiate nella lettura. Il metodo Kaizen è una sorta di segreto di pubblico dominio, che circola da decenni nelle aziende (non solo giapponesi) ed è messo in pratica quotidianamente da gente di tutto il mondo. Si tratta di una tecnica semplice per raggiungere i propri obiettivi e mantenerli. È il metodo che vi illustrerò in questo libro, e che può essere applicato anche dalle persone più impegnate. Ma, prima, vorrei presentarvi Julie. JULIE ERA SEDUTA NELLO STUDIO MEDICO, con lo sguardo rivolto a terra. Si era presentata al centro sanitario della UCLA1 perché soffriva di pressione alta e spossatezza. Tuttavia, sia io sia la dottoressa che mi affiancava avevamo capito che si trattava di ben altro. Julie, divorziata con due bambini, aveva ammesso di essere un po’ depressa e sovraccarica di impegni. L’organizzazione delle sue giornate era traballante, per dirla con un eufemismo, e lei doveva fare i salti mortali per non perdere il posto di lavoro. La giovane dottoressa e io eravamo preoccupati per il suo stato di salute generale. Il sovrappeso (aveva almeno quindici chili di troppo) e lo stress in aumento costante la mettevano a rischio di diabete, ipertensione, disturbi cardiocircolatori e depressione grave. Era chiaro che, se non avesse cambiato qualcosa, Julie si sarebbe fatta intrappolare in un crescendo di disperazione e malattie. Per fortuna conoscevamo un sistema valido ed economico per aiutare Julie e non consisteva né in un flacone di pillole, né in anni di psicoterapia. Se leggete i giornali o guardate i notiziari alla TV, avrete capito a che cosa mi riferisco: l’esercizio fisico. Un’attività fisica regolare avrebbe contribuito a risolvere quasi tutti i problemi di salute di Julie, le avrebbe procurato più energia per affrontare le sue estenuanti giornate e le avrebbe migliorato l’umore. Tempo fa probabilmente le avrei suggerito questa terapia gratuita ed efficace con tutto l’entusiasmo del neoconvertito: «Vada a correre, si sposti in bicicletta, noleggi un DVD di aerobica! Rinunci alla pausa pranzo, si svegli un’ora prima se necessario, ma si dia da fare e prenda questo impegno nei confronti della sua salute cinque volte alla settimana!» Però, vedendo le occhiaie di Julie, mi ero perso d’animo. Sicuramente, avevamo detto a centinaia di pazienti di svolgere attività fisica, ma pochissimi di loro ne avevano fatto un’abitudine regolare. Le scuse erano tante: richiedeva troppo tempo, sudavano eccessivamente, facevano una fatica tremenda. Secondo me, la maggior parte di loro, pur non essendone consapevole, aveva anche paura di sconvolgere la propria comoda routine. E ora avevo davanti a me Julie, che lavorava quasi incessantemente solo per sfamare, vestire e dare un tetto ai propri figli. Il suo unico sollievo era la mezz’ora di relax che si concedeva sul divano a fine giornata, e sapevo già come sarebbe andata a finire: il medico le avrebbe consigliato di fare esercizio fisico, Julie si sarebbe sentita incompresa («Ma dove trovo il tempo per fare ginnastica? Lei non ha proprio capito niente!») e in colpa. La dottoressa di turno per l’ennesima volta si sarebbe sentita frustrata nel vedere che i suoi consigli cadevano nel vuoto e, come accade a molti giovani medici di belle speranze, forse avrebbe cominciato a sviluppare un certo cinismo. Che cosa avrei potuto fare per interrompere quel circolo vizioso?
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