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Un impero di 400 milioni di uomini. L’Europa. PDF

322 Pages·1965·4.651 MB·Italian
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il Scanned by FS 2019 Titolo originale dell'opera: Un empire de 400 millions d'hommes: l'Europe Jean Thiriart, 52 avenue Louise, Bruxelles, Belgique Traduzione di Massimo Costanzo 1965 Giovanni Volpe editore - Via Michele Mercati, 51 - Roma Un Impero di 400 rniliani di uomini: L'EUROPA di Jean Thiriart GIOVANNI VOLPE EDITORE • ROMA I IIIIII IIIII IIIII IIIII IIIII IIIII IIIII IIIII IIIII IIIII IIIII IIII IIII LCOLL 528- 13 001 Dedico quest'opera a tutti gli uomini d'Europa cui ripugna la servitù. Il mio pensiero va a coloro che hanno combat tuto, che combattono e che combatteranno con tro la più volgare e la più brutale forma d'op pressione: quella del comunismo russo. Cento milioni d'Europei sono prigionieri ormai da venti anni. In gran parte essi devono questo alla megalomania senile di Roosevelt, il cui nome sarà per sempre maledetto sulle nostre terre. A questi cento milioni di uomini io annuncio la speranza e dico: voi non siete più soli, non siete più abbandonati nella vostra lotta per la libertà. Fratelli e figli degli eroici insorti di Berlino-Est, di Poznan, di Pilsen, di Budapest sappiate che assai prima che questo secolo sia terminato voi avrete visto l'usurpatore straniero abbando nare il campo, avrete sentito i cingoli dei nostri carri armati stridere nelle vostre campagne, avrete visto i vessilli dell'Europa sventolare su Varsavia, Praga, Budapest, Sofia e Bucarest. JEAN THIRIART CON GRATITUDINE ai collaboratori e amici che mi hanno assistito nella elaborazioned el presente volume, in diffe renti modi: alcuni offrendomi una collaborazione intellettuale, altri un aiuto materiale, altri an cora un oscuro lavoro quotidiano. Fra costoro sono compresi anche coloro che mi invogliarono ad intraprendere questo lavoro con i loro incoraggiamenti. Questo libro fu cominciato nel silenzio della prigione di Forest, dove un giudice scrupo loso, ma poco al corrente degli usi rivoluzionari, mi inviò affinché avessi la conferma definitiva della mia vocazione politica. Fra i numerosissimi collaboratori, ai quali va tutta la mia riconoscenza, vorrei ricordare in maniera particolare: Marie-Rose A., Fréderic Crispi, Emile Hirsch, René Dastier, Gérard Désiron, Fernanda Miller, David Prins van Westdorpe, Léon Oulttelier, Paul Teichmann, Alice Thiriart, Jean Vanden Broeck, Colonnello E. R. Marce! Verlinden. 1 9 7 4 ... « Devo parlarvi di cambiamenti » cominciò il Generale « che da qualche tempo osservo con inquietudine. Intendo riferirmi alle tendenze me tafisiche che sempre più si fanno strada tra di voi e presso altri membri dello Stato Maggiore. Non troverei niente da ridire, qualora volessimo fon dare un Ordine monastico; ma questa non è la mia intenzione. Mi accingo dunque a comunicarvi la mia opinione sulla situazione ». Scostò il mazzo di fiori che gli impediva di vedere bene Lucius e con tinuò: « Noi viviamo in uno Stato in cui i legami con la Tradizione sono stati da lungo tempo spez zati; dunque, per essere breve, in uno stato di anarchia. Nessuno pone in dubbio la necessità di cambiamenti. Al contrario, le opinioni divergono per ciò che riguarda i mezzi da voler usare per rag giungere una nuova stabilità. Lasciamo da parte i Mauritani che elaborano l'arte di prosperare nell'anarchia e per l'anarchia; restano due grandi scuole di cui l'una vuol modellare la vita nell'infe riore, l'altra nel superiore. 11

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