ebook img

Tre passi sulla scala della scrittura PDF

200 Pages·2002·7.776 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Tre passi sulla scala della scrittura

HÉLÈNE CIXOUS TRE PASSI SULLA SCALA DELLA SCRITTURA 'Ihiduzione e cura di Silvana Carotenuto Postfazione di Nadia Setti BULZONI EDITORE ROMA Titolo originale: Tbree sfeps on thè fadder of wntwg, Columbia Univers in' Press, New York 1993- Ί1ΠΤΪI DIRITTI RISERVATI Ê vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica. In riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Ì.‘illeato sarà penalmente perseguibile a norma deirart. 171 della Legge n. 633 del 22/04/1941 ISBN 88*8319-756*9 €> 2002 by Bulzoni Editore 00185 Roma, via dei Liburni, 14 http:/Avw\v.bulzoni. it e-mail: [email protected] Dedico questo libro a Marguerite Saudré, che ba incarnato per così tanti anni la memoria vivente e sempre presente dei miei seminari. Hélène Ci.xous INDICE Silvana Carotenuto, “Le passioni secondo... H.C.”.....................p. 11 La Scuola elei Morti............................................................. ...*· 27 La Scuola dei Sogni .................................................................» La Scuola deile Radici..............................................................- 137 Nadia Setti, "Le sì rade maestre della seni tura” 187 Bibliografìa..........................................................................................·· 199 :ί Silvana Carotenuto “LE PASSIONI SECONDO... H.C.” Non posso fare a meno di tradurre ciò che amo, ed insieme ie contraddizioni, le controresistenze, > che sono ai cuore dell’amore...' Come introdurre la traduzione italiana di un testo di Hélène Cixous, scritto in francese ed in inglese, pubblicato solo in inglese? Im­ possibile vertigine dell’inchiostro del traduttore, o forse solo la trascri­ zione di alcune delle passioni (gli umori e ciò che creano, < fenomeni che appaiono prima nel corpo, e che arrivano dalie innumerevoli turbo­ lenze dell’anima - in altre parole: ciò che procura sofferenza e gioia; le due si toccano, sono sempre in scambio, in contatto abissale) che mi hanno sospinta... 1 Da anglista, mi farò sostenere m queste note iniziali, dalle riflessioni di G.C. Spivak, traduttrice in inglese di De la Grammatoiogie (1967; Of Gramma(oiogyr 1976; dì Jacques Derrida e, più recentemente, di Mahaweta Devi, scrittrice bengali a me mol* to cara. È di queste due espenenze di traduzioni di cui Spivak parla in "Translation as Culture”, Pamllax - Translatai s Ink, H, january-march 2000 (riîevante al mio discor­ so, la rivista, a cura del Centre for Cultural Studies deil'Umversiiv of Leeds, dedica il suo mimerò sette a Transiatmg "Algenti”, pubblicando testi dì Hélène Cixous, Róda Bensa- maia, Jacques Derrida, Jacques Ranciere, John Mowitt, Anne E, Berger, Emily Apter, As­ sia Djcbar, Nabile Fares, Hafìd Gafaïti, Couze Venn, Françoise Verges, Assedine Haddour, Tom Conley, Wìnnie Wbodhull, Patrice Bougon, Rebecca DeRoo, David Maccy, Nanor Wood e Ronmc Scharfman). 12 Silvana Carotenuto ... Io, già sottoposta nel corpo d'infante alla violenza della transco- dificazione culturale; io, nel mio script corporeo dove la lingua del den­ tro, per pormi sulla soglia di una soggettività “responsabile"., si era già do vu la fare lingua dei fuori (per poi tradursi ancora in coscienza inter­ na); io, già incessantemente in-ressuta di narrative e di rappresentazioni appartenenti ad un sistema di segni codificabili, ora, nella scelta adulta di una traduzione volontaria, consapevole e responsabile, mi trovavo a voler-dover ripagare la lingua del dentro, la lingua madre, dalla colpa di usarla come una lingua tra le altrei Io, s/oggetto in "separazione”, senti­ vo adesso di dover-voler riparare la lingua madre, ripagarla del dono della vita? Debito o desiderio impossibile. O soltanto aporeuco? Sì, ri­ cordavo che, tra separazione e riparazione, esisteva uno spazio altro, ri- scrizione del “tra” «...separazione/non separazione, |...| taglio/non ta­ glio {...| il taglio che non si oppone più al non taglio, tra il “separare” e il "riparare” separazione e riparazione, separazione come riparazio­ ne. (...| tra separazione e riparazione, l'in-betiveen tra Separazione e Ri­ parazione. Ognuna delle due parole, Riparazione e Separazione, rima­ ne tutta sola. Ognuna da sola è una frase, ma quella frase è una doman* da (Riparazione? Separazione?). Ognuna sta nella sua solitudine - e, tra le due, c’è il tra. |...| tutte e due, “riparazione” e “separazione”, Cuna e l’altra, la riparazione che non si separa dalla separazione, cioè dalla se­ parazione irreparabile» (Derrida, 1994, 122-123). Frattura, infinita sepa­ razione o interrotta distanza, differenza stessa? Nell'intimo temevo la re^ gressione ad un grido infantile, ancona pieno del vuoto della bocca pri­ vala del seno materno (Abrahm-Torok, 1972)*; già, però, seguivo un so­ gno: ‘«L'ideale, il sogno, sarebbe di arrivare ad una lingua che guarisce mentre separa. Si potrebbe immaginare un linguaggio cosi trasparente, sufficientemente flessibile, fedele, da permettere la riparazione e non soltanto la separazione? Sto cercando di scrivere in questa direzione- (Cixous, m Conley, 1991, 146). ' Nicolas Abraham - Maria Tbrokt “Inirojecter-inœrporer: deuil ou mélancolie”, Nouvelle Revue de P^chaualyse, 6, 1972. "IjC passioni .secondo... H.C" 13 “Se-reparazioneY'séparéumon” - era possibile? possibile che avessi deciso di tradurre il testo di un'autnce che non rimandava alla violenta separazione del processo di acculili razione senza donarmi, allo siesso tempo, t tram - trasparenza, agilità, fedeltà - di una possibile, necessaria scrittura riparatrice? Scendevo nei meandri di un’iniziazione altra, un rito di passaggio (il passaggio ritornerà m seguito) a partire da un’origine “ro­ vinosa" che riportava si indietro all'interdetto ma, insieme, ai suoi tram più vitali: la ribellione (il rifiuto di ogni fissazione - démoì'salion - sei- flessiiess) e l’accoglienza (di altri, delle lingue e delle voci d'alt ri, la plu­ ralità delle lingue) λ La posizione era quella di “una zona di non apparte­ nenza" che si faceva spazio per una scrittura informata, sempre e già, dal­ ia scrittura altrui - tra le due, la fluidità, lo scivolamento della lingua lun­ go la frase, lo scivolamento verso altre parole, l’inseguimento delle asso­ nanze. Dinanzi a me, non esisteva più la soggettività responsabile del- t’auiore, non più la parata di personaggi fìnzionali discreti, ma una prati­ ca di frequentazione dei territori (autonali) dell'inconscio e del corpo, con l‘apparizione di ligure oniriche, linee algebriche o geometriche, al di là di ogni geometria, punti, motivi che scrivevano lettere di vettori, (In- ues, forze desideranti, forze libidinali, insiemi di elementarua.... Lettere singolari e plurali; maiuscole e minuscole, grandi e banali * - erano queste a costituire la lingua trasparente, dinamica, fedele, non Legge inflessibile ma flessione tonale, con cui tra/senvere una stona che riuscisse a meditare, profetizzare, riprendere, spiegare la complessità * Jacques Derrida (1990, 68-69) afferma: “Cesi cornine une ruine qui ne vieni pa?» après l'oeuvre mais reste predirne, dès t'ongmey par l'avènement ei la structure de l’oeuvre. A l’origine il y cui fa ruine. A Cangine arrive la ruine, elle est ce qui lui arrive d’abord, à l'angine. Sans promesse de re-scauranon". Sulla “passione per la traduzione”, vedi Jacques Derrida, L'oreille de l’autre, Vlb Editeur, Montreal 1982, clìtsstons San/ le nom. Kbara, Galilée, Paiis 1993. ‘ Le "lettere" potrebbero essere anche "note0 «do- pazzia, abisso; ë la noia du nell’orecchio di Schumnnn” (On ne part pas, on ne revient pas) i re- ricordo dalla per­ dita, il risveglio/ mi- dal centro, sempre già iniziato/ fa* le voci delle ninfe, il nuuvo an­ no.... le ninfe parlano in fa, i moni sono perdonati e ci perdonano, la scrittura sorge (.Beetboren à jamais) / sol: dove l'anima fa terra nella lingua: "il sol / dell'ani ma che è la lingua”/la: dono, differenza/ti: ΓίηΠηκο:...» (Cixous, 199-i). Silvana Carotenuto clell’uinverso “in processo-in direzione” di H.C., forse infine offrendosi ni passaggio, al trans della translation, nelle forme di un corpo già e sempre poliglotta, un “terzo corpo” che io potessi, a partire dalla mia propria alterna, offrire senza violenza ai test della realtà, dove ogni lin­ gua diviene garanzia dett'altro, l’appropriazione della singolarità dell'i­ dioma dell’altro per mezzo di una approssimazione coscienziosa? Brevemente, velocemente, come il sogno che la informava, cercavo forse di lasciar intravedere una possibile iniziazione di H.C., articolandola nella finzionalità della danza (il movimento, la grazia, ia traversata aerea dei continenti di un alfabeto-arcobaleno immaginifico) delle lettere crea­ tive, per poi sostare sulla stona - effetti apparenti d’una istanza esplicati­ va - del processo scritturale, per concludere (?) infine sui resoconto (im­ possibile) deliesperienza di questo mio (indicibile) incontro. Algeri ance ...je-jifS-jef’angeOratìge-oranje-gioia-orangioia-or-afi-fjors-en-oranire Un ncordo materno stabiliva l’interdetto cultural-linguistico per ec­ cellenza: nelI’AJgena di Vichv, mai pronunciare la parola juif\ ingenua­ mente, dò che poteva essere pronunciato era solo la ietterà J. «J divenne la mia prima lettera favoriti - con grande energia io dicevo Je» (Cixous, 1999). lo, chi? Il nome propno era un nome impossibile, sconosciuto, senza origini, non francese, né ebreo, forse arabo - ma da antenati spa­ gnoli, come divenire o smettere d’essere berberi? Allora forse cambiare questo nome nel tedesco-ebreo Jonas 0ardin-jeu:/òi/;:s; de /Vw-Joyce- Jérusalem...) oppure accettare il destino? Il destino era, ad esempio, quel­ lo di una consapevolezza bambina che già profetizzava la città natale Ora­ no come terra da cui partire, andare via:je-aile Fio che ha ali per fuggire... verso l'Inghilterra, passando per la Francia, in compagnia delle proprie lingue - arabo, ebreo, tedesco, francese. Cixous non abbandonava alcuna lingua madre-padre, ma viaggiava lungo “le mie lingue” "Le passioni secondo... U.C." 15 In sintonia con ia stona, nel 1954, je e l’Algeria andarono verso il mare: Cixous si trasferisce a Parigi, senza mai lasciare l’Algeria (che non fu mai sua), senza mai arrivare in Francia *. Nel “tra" si apriva allora per lei una “zona senza appartenenza”, dove né la strada né l'io ma la chan­ ce di una genealogia e di una storia la destinavano alla continua passcmce-passing. Cosi, nello star passando, l'abitazione dell'identità poetica ia accoglie6, immergendola nei libri che parlano "in nome no­ stro" - in nome dell'umanità7. Sans Shakespeare, sans Homère, sans: la Bible, Kleist, Kafka, Dostoevskij, je η aurais jamais pu vivre, ...sans O.M.AACL.FC.M.T.N.SJ.D. - je n’aurais jamais pu vivre H. Cixous Vivre l'Otwige: Claricelispector. Clar. Ricelis. Celis. Lisp. Clasp. Clarisp. Clarilisp. - Clar - Spec - Tor - Lis- Icelis - fsp - Lance - Ricepector - ciarispector - claror - listor - rire - clanre - respect - rispect - clanspect - Ice - Cianci - O Clarice DalPangolo dei “Due Mondi”. Cixous veniva al mondo delle Belles Lettres*, e qui assisteva alla venuta del mondo dei suoi parenti elettivi, le s Vedi anche la bellissima “Lettera a Zohra Drif", Leggendaria, 1*1, aprile 1999. * Vedi il mio “Una auto-biografìa m-directa: RootpnJils. Memoty and Life Wrìfing di Hélène Cbious’\ in Angiolina Arru, Laura di Michele, Maria Stella (a cura di), Pro- prietaiie, Liguon, Napoli 2001. ; 'Interview with Hélène Cixous”, in “Cixous Dossier” ed. trans. Cathenne Λ. Franke, Qui Ritte: A journal of Litermy Studics 3, n. i, sprmg 1989,178. Importante e di­ stinguere l’umano di cui parla Cixous dnll'umanesimo: l’umanitâ di Cixous e la progres­ sione della capacità di leggere il mondo, di giocar con esso, d’essere più fedeli a ciò di cui siamo fatti e vefso.ciò che possiamo creare - un “umano migliore”. Un esempio è il cuo­ re, comune ai due sessi, ai sesso umano, l’amore per tiitYelè specie, ed anche l’apertura ad un insieme che vale il viaggio, lo spiazzamento di tutte le idee stabilite. 8 Nel 1962-63, Cixous ottiene un assistenza all’Università di Bordeaux, poi si spo­ sta per una permanenza a Buffalo, a Yale, U.S.A.; in Francia, incontra Lacan con cui con­ divide la passione per Joyce; nel 1965, diviene Mnù re-Assisi an te alla Sorbonne. Nel 1967, Je viene chiesto dal Ministero deJl'Educazione eli costruire rUniversità sperimen­ tale di Paris S, Vincennes - Saint-Denis, e soprattutto d’approntare l’organizzazione del primo donorato interdisciplinare di Women’s Studies in Europa: DEA m Etudes Ιό Silvana Carotenuto guide spirituali, “quegli esseri forti perché favolosi e esemplari, leggenda­ ri”· inizialmente, Bataille, Blanchot, Beckett, così Beethoven9... Con loro, viveva il “Commciamenio" della sua scrittura (Dedans) 1Ι!, ma anche co­ minciava a domandarsi sulla De-possessione (la cancellazione di sé e l’ac­ coglienza dcH’altm/a: certo D(ostoevskij), ma anche il segreto delie lingue che crediamo di possedere, e che in realtà et abirano). Era il periodo m cui, in Francia, nasceva il pensiero della Decostruzione: con Derrida, Cixous parlava d^silio-Epifania-Enigma (la tesi di dottorato su Joyce) n; con De- leuze evocava la "filosofitura” e la 'letterasofia" l-\ lei, nel frattempo, pensa­ va alla d.s.} la dea (déesse) - “visibile invisibile, appena intravista e subito al­ trove” ü - che avrebbe recitato la Differenza Sessuale come un’inscrizione di forze libidinaii che dovevano affrontare innanzitutto queÌF"odore di mi­ soginia” che la scrittrice aveva avvertito per la prima volta una volta arriva­ ta nella capitale, ma che soprattutto volevano godere, nella differenza, del dire (Jottn-oinr) della scrittura - è di questo periodo lo straordinario ri­ tratto di Dora come risposta (dar; d'ecut) all'interpretazione di Freud del- Féminmes (il corso saia abolito nel 1980, quindi trasformato in Centre de Recherches en Etudes Féminines). *' A partire dal 196-i, l’anglista Cixous pubblica su William Gokiing, Ezra Pound, Saul Bellow. Kipling, Swift, Iris Murdoch, Muriel Spark, tvy Coinpton Burneu, Lewis Caroli, Burges, Chrisrhine Brooke-Rose, Beckeit, Henry jnmes, Poe, Patrick White. Il ri­ ferimento al musicista é nell’opera successiva Beethoven à jamais^ des femmes, 1999. 10 In cuiesio periodo, scrive Le Prénom de Dieu, Grasset, 1967; Dedans, Grasset, 1969; le troisième corps, Grasset 1969; J-es commentements% Grasset, 1969; Un vrai jar­ din, L’Herne 1971, Neutre, Grasset, 1972, Tombe, lxj Seuil 1973; Portrait du Soleil, De* noël 1973; Révolutions pour plus d'un Faust, Seuil, 1975; Souffles, des femmes, 1976. " Vedi nota 13 al terzo capitolo del presente volume. La relazione Clxous-Derrida, per il tramite di Joyce, si ma t cri lizzò nella connine partecipazione al convegno “Pour James Joyce”, organizzato da The British Councìl, dal Centro Pompidou e daü’Amba* sciata d’Irlanda, a dirigi il 15 novembre 1982. u I L Cixous - G. Deleuze, "Littérasophie et Philosofiture", Emission Dialogues, η.30, France Culture, 13 nov, 1973. L’anno prima, Deleuze le aveva dedicato “Hélène Cixous ou l’écriture strabocco pique", le Monde, 11 aug. 1972, 27, indicando l'insor­ genza di una nuova forma di lettura: l’opera della scrittrice andava letta velocemente, poi riletta per permettere che le associazioni si combinassero a fare eco. ,3 Setti (2000,101; ma già in 1992,9). Le considerazione sulla D.S., già pensate in La jeune née (con Catherine Clément, Collection 10/18, 1977) e in Unire Técnture (des fem­ mes, 1986), saranno pubblicate tempo dopo in Lectures de la Différence Sexuelle (1994).

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.