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TRACTATO DE L'ALGORISIMO Dal Cod. Plut. 30. 26 (sec. XIV) della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze PDF

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a Alessio ché ricordi di salutare per me l'alba del terzo millennio GIOVANNI DE' DANTI Aretino TRACTATO DE L'ALGORISIMO Dal Cod. Plut. 30. 26 (sec. XIV) della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze a cura e con introduzione di GINO ARRIGHI INTRODUZIONE Considerando la fortuna delle scienze matematiche in terra aretina durante il medio evo, deve dirsi che prima del Trattato d'abbaco di Piero della Francesca, da me portato alle stampe e), non s'incontra che il contributo arrecato da Giovanni de' Danti vissuto nel secolo precedente a quello del grande pittore borghigia no. n Cod. Plut. 30. 26 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze contiene più di un'opera sua, due certamente e inedite: una dedicata all'aritmetica e l'altra alla geometria. Così, anche in consi derazione della validità di questa testimonianza, porto intanto alle stampe la prima di esse che reca la data del 1370. Ovviamente attesi i tempi, assai scarse sono le notizie, a stampa o manoscritte, attorno al nostro Danti; inoltre, come avremo a vedere nel seguito, presentano dubbi e incertezze determinate pure dall'autore stesso. (1) PIERO DELLA FRANCESCA, Trattato d'abaco. Dal Codice Ashburhamiano 280 (359 *-291 *) della Biblioteca !vI edicea Laurenziana di Firenze a cura e con introduzione di Gino Arrighi. Pisa, Domus Galilaeana, 1970. 4 GINO ARRIGHI TRACTATO DE L'ALGORISIMO 5 Lorenzo Mehus, nella vita di Ambrogio Traversari che accom rismo tratto e volgarizzato secondo l'Aritmetica di Boezio ch'esso pagna le epistole latine del dotto camaldolense, ci dice e): Vidi compilò nel 1370. Or se l'Opera Aritmetica, e Algebraica di Fra inter Codices Bibliothecae Mediceo-Laurentianae (Plut. XXX. Num. Luca Paccioli dal Borgo S. Sepolcro è del 1494; poiché Pier della 26 Membr. in fol.) Geometrica quaedam a Magrobono Arabe com Francesca di lui Maestro, e di cui forse è l'opera morì del 1476; posita, et ab Ioanne de Dantibus Arretino circiter annum 1370 l'Opera del Danti sebbene posteriore a quella di Lionardo da Pisa è italice ;ex Arabo sermone conversa. In hoc itaque libello Magrobo poi senza dubbio anteriore all'altra di Pier della Francesca, e molto nus Arabs et Tullium, et Terentium, et Salustium, et Senecam, et assai avanti all'Opera attribuita a Fra Luca. Il Petrarca diresse al Persium, et Ju venalem, et Boetium, et Cassiodorum, Augustinum Danti l'Epistola 22.a della Morte d'Iacopo Carraresi Signore di praeterea, magnumque Ambrosium saepenumero usurpato ». Padova; ed esso fu Cancelliere in Avignone di Luigi Gonzaga Girolamo Tiraboschi nella Storia della letteratura italiana si Signor di Mantova». limita a ricordare e): «un certo Giovanni de' Danti aretino, di cui In tempi a noi più vicini ebbe a trattarne Federico Arturo dice l'ab. Mehus di aver veduta manoscritta una traduzione di un Massetani nel Dizionario degli Aretini Illustri, un dattiloscritto arabo geometra, fatta circa l'anno 1370 (Vita Ambr. camald. p. inedito compilato fra il 1936 e il 1942 consultabile presso la solita 155). ». Biblioteca e presso l'Archivio di Stato di Arezzo; al n. 1457 si Vediamo adesso che se ne dice in manoscritti della Biblioteca legge: «Danti o de Danti Giovanni. Letterato, matematico, dotto della Città di Arezzo; il giudizio « Peritissimo delle cose Aritmeti nelle lingue araba e ebraica. Petrarca gli diresse l'epistola; 22, nella che, e Geometriche », seguito dalla indicazione delle due predette morte di Ja copo Carreresi, signore di Padova. Fu cancelliere in opere, si ritrova nelle Vite di uomini letterati aretini di Francesco Avignone di Luigi Gonzaga, signore di Mantova. Scrisse, ma non è Colleschi (Ms. 55 del sec. XVIII, C. 50). stato stampato: 'Trattato de algorismi' tratto e volgarizzato secondo Poco di più ci dice Girolamo Perelli in Uomini illustri aretini l'aritmetica di Boezio nel 1370, assai avanti di quello di Piero della (Ms. 53 del sec. XVIII, p. 98: «Danti Giovanni coltivò le Matte Francesca e di Luca Pacioli: e questa opera si trova nella Laurenzia matiche, e fù assai perito nella Lingua Araba, dalla quale Tradusse na, Plut. 30 n. 26 Codice memb. in folio. Scrisse altro trattato in Italiano alcuni Trattati Geometrici di Magrobono esistenti nella dell'arte della geometria, tratto e volgarizzato secondo le misure Biblioteca Mediceo Laurenziana Plut. XXX Num.Q 26. e rammentati dei filosofi dalla geometria di Magrobono; e anche: 'Notizia, legae dell'Ab.e Mehus Vita Ambrosii Camaldul. pago 155. ». Osservata la monetarum auri argenti et auris, diversi generis et de mensuris infelice dizione circa ciò che si conserva nella Biblioteca, dirò che pannorum, ac lanorum juxta variorum gentium consuetudines'. Tut al passo fa seguito la solita nota delle due opere. ti sono manoscritti in pergamena del secolo XIV al VoI. 48 della Più distesamente dei precedenti s'intrattiene Mario FIori in Vite Laurenziana. Tradusse dall'ebraico e dall'arabo alcuni trattati geo dei letterati aretini (Ms. 56, C. 202): «Danti (Giovanni) Aretino pe metrici di Magrabone, esistenti nella Laurenziana in fol. Plut. XXX ritissimo nelle Matematiche, e assai dotto nella Lingua Araba visse n. 26: sono rammentati dall'ab. Mehus nella Vita d'Ambrogio nel Secolo XIV. Egli tradusse dall' Arabo in Italiano alcuni trattati Traversari pago 155 ». Geometrici di Magrobono esistenti nella Biblioteca Mediceo Lau L'esperienza fattami su come e quanto affermano i biografi fin renziana in un Cod. membranaceo in foglio Plut. XXX. Num: 26 e qui considerati mi ha sconsigliato di proseguir la ricerca in tal rammentati dall'Ab.e Mehus Vita Ambrosii Camald. pago 155. Gio. senso e non intendo segnalare tutte le sprecisioni nelle quali sono lasciò pure == Trattato della Geometria == ed un trattato dell'Algo- incorsi gli autori predetti; ma non posso non segnalare gli errori di dimensione del « plagio », di cui già ebbi ad occuparmi (4), compiu- (2) ABROSII TRAVERSARII, Generalis Camaldulensium [ ... ] Latinae epistolae [ ... ] Accedit eiusdem Ambrosi vita [ ... ] deducta est a LAURENTIO MEHUS [ ... ]. Florentiae ex Typographio Caesareo, MDCCLIX. P. CLV. (4) GINO ARRIGHI, Piero della Francesca e Luca Pacioli. Rassegna della (3) Tomo V. Parte seconda. Milano, dalla Società Tipografica de' Classici questione del «plagio» e nuove valutazioni, in «Atti della Fondazione Giorgio Italiani, 1823. P. 676. Ronchi », XXIII (1968), n. 5 p. 613. GINO ARRIGHI, Attorno ad una denuncia 6 GINO ARRIGHI TRACTATO DE L'ALGORISIMO 7 to ,da Luca Pacoli a danno di Piero della Francesca come di L'opera del Danti è invece un vero e proprio « libro d'abaco» quello della data di morte di quest'ultimo. che si inserisce fra quelli del Tre e Quattrocento rifacentisi par Ed ora ecco due punti da chiarire, il primo è che il Danti non zialmente al Liber abaei di Leonardo Pisano e che trattano in compare fra i corrispondenti del Petrarca il quale scrisse una volgare quelle nozioni di matematica che, in misura più o meno epistola (Familiares XI, 3) sulla morte di Iacopo da Carrara ma larga, potevano interessare nelle operazioni economiche: mercanti e indirizzata all'aretino Giovanni Aghinolfi e non ho documentazione banchieri di un certo livello disponevano nei loro banchi di opere per identificar questi col nostro. L'altro punto è che presso l'Archi di tal sorta che gli abachisti, di sovente su loro ordinazione, ave vio di Stato di Mantova non si ha alcuna notizia del Danti al tempo vano compilato . di Luigi Gonzaga morto nel 1361 e la qualifica di cancelliere del Questo Algorisimo atteso il ceto cui era destinato, piuttosto che signore di Mantova viene reputata inconsueta. indugiare attorno a speculazioni teoriche, raccoglie una vastissima Ma veniamo a quanto il Danti stesso dice di sé e del suo problematica confacente le esigenze degli operatori economici, e operare nella prenlessa al Traetato de l'algorisimo; vi si qualifica sempi concreti di operazioni aritmetiche con tavole di « conti fat « d'Areçço » e n'è conferma lo scritto che è in volgare aretino, vi ti », calcoli di interesse e di sconto, modelli per costituzione di appone la data 1370 e ciò lo qualifica come appartenente al quat capitali ed 'estinzione di debiti, riduzione di capitali ad un termine tordicesimo secolo. etc .... e sempre scegliendo, volta per volta, i procedimenti più consentanei, così da costituire in certo qual modo un modello in tal Ma poi? Lo dice « tracto e volgariççato secondo l'arissmetrica senso (6). de Boetio » e non c'è opera alcuna di questi alla quale possa rifarsi L'unica libertà che l'autore si concede, ed ha lo scopo di lo scritto dantiano. Si tratta ovviamente di un vezzo, per altro assai porgere un certo sollievo alla mente lungamente occupata in questi diffuso, al fine di portare un lustro maggiore all'opera. Così nella premessa al Traetato de l'arte de la geumetria e), che il Danti dice studi, è quella di presentare e risolvere una raccolta di giochi aritmetici. di aver « compilato» avvalendosi dell'opera di un arabo a nome La particolarità metodologica del testo, or ora accennata. Magrobono, si legge che questi avrebbe interposto 1'« autorità phi costituisce un grosso motivo per la sua edizione; a questo è da losophica » di alcune diecine di alti personaggi: con che il lustro, aggiungersi, e non è di poco conto, che siamo in presenza del più sia pure in modo indiretto, si riversava ancora sull'opera del Danti antico trattato matematico aretino e di uno dei più antichi trattati e l'abate Mehus ne fu tratto in inganno. matematici sicuramente datati e per il quale azzarderei l'ipotesi che esso sia la lezione originale autografa: insomma una testimonianza * * * di primo ordine della storia della cultura aretina e, posso ben Il titolo della presente opera è stranamente in ritardo storico aggiungerlo, di quella della lingua italiana. giacché quell« algorisimo » si addice piuttosto a certi brevi trattati Per ulteriori notizie sulla materia, come chiarimenti e raffronti di aritmetica comparsi da noi dopo l'anno Mille in traduzioni con altri trattati della cienza dei numeri dei secoli X-XV, rimando dall'arabo, dirette o attraverso versioni ebraiche, e contenenti in ai miei precedenti studi: di quelli comparsi alle stampe preceden- generale non più di numerazione, addizione, sottrazione, dimezza mento, duplicazione, moltiplicazione, divisione, estrazione delle (6) Nell'occhiello della iniziale D di f. 7v si trova una nota che, sciogliendone radici quadrate e cubica e semplici progressioni aritmetiche. le abbreviature, può leggersi: «1553: yhs / lo Angelo grazi / ni canonico di Empoli / studiai questo / libro del mese / di febbraio ». Di Angelo Grazzini, già possessore del codice, non trovo notizia nel capitolo vasariana di plagio in «Il Vas ari storiografo e artista. Atti del Congresso « Sigillum Comunis de Empoli» delle Osservazioni istoriche di DOMENICO MARIA internazionale nel IV centenario della morte. Arezzo-Firenze 2-8 settembre 1974-». MANNI [ ... ] sopra i sigilli antichi de' secoli bassi (tomo Decimoquinto. In Firenze Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Firenze. P. 479. MDCCXXXXIV; sigillo X) che contiene un'ampia rassegna delle persone notevoli (5) Per questa opera si veda l'Appendice che ha pure ampie citazioni. di Empoli. 8 GINO ARRIGHI TRACTATO DE L'ALGORISIMO 9 temente all'inizio del 1982 si dispone una accurata bibliografia TRACTATO DE L'ALGORISIMO in un volume del « Centro studi della matematica medioevale» di Siena C). * * 1r Questo ène il tractato de l'algorisimo tracto e volgariccato ~!~ secondo l'arissmetrica de Boetio e compilato per Giovandi-' de' A conclusione di queste note avverto che, come sempre, per la Danti d'Areçço socto gli anni Domini Mccclxx nella tertia trascrizione del trattato, che si estende da f. 1r a f. 28v, mi sono inditione de l'auro numero. strettamente attenuto a queste norme: ricostituzione delle parole, introduzione di accenti ed apostrofi sempre mancanti e uso di una Boetio fa cinque capitoli de la sua arismetrica ei quali punteggiatura alla moderna coll'osservanza dell'andata a capo. ànno i' lloro nove spetie comme partitamente udirete seguen Inoltre, per le cortesie usatemi, debbo ringraziare la Dott. do la materia del nostro tractato. Antonietta Morandini Direttrice della Biblioteca Medicea Lauren Conciosiacosaché tucte quelle cose le quagli l'umamana ziana di Firenze, il Dott. Lapo Melani Direttore della Biblio generatione di questo seculo sanno overamente possono sape tecadella Città di Arezzo, la Dott. Antonella D'Agostino del re, per due principali vie. La prima si è senno e la seconda si l'Archivio di Stato di Arezzo, la Prof. Adele Bellù Direttrice del è scientia e ciascheuna di queste doe vie ànno cum seco due l'Archivio di Stato di Mantova, il Prof. Vittore Branca dell'Uni gentigli e nobili compangnie e l'una si è gratia de Dio e l'altra versità di Padova. si è coscienti a per rasgione. La compangnia de le scientie si è Speciali ringraziamenti rivolgo al Prof. Vinizio Villani Titolare l'amaestramento de la Scrictura. Lo senno si è il più nobile della ricerca al Seminario matematico dell'Università di Pisa per tesoro che sia al mondo e, conciosiacosaché questo sia vero avermi fornito la riproduzione fotografica di tutto il codice. voi avete che Salamone demandò in sua gioventù, al nostr~ singnore Dio, senno e Dio rispose che '1 suo dimandamento fu il più alto e più nobile dimandamento che elgli potesse adimandare, unde elgli gli diede il terço del senno d'Adamo primo nostro padre e per questo fu quasi il più savio homo del mondo per gratia de Dio. Ancho avete nella sancta Scrictura che tutti coloro ch'àno adimandato, overamente possono adimandare, a Dio non posseno adimandare più nobile né più alta dimanda di quella percioché tucti ei buoni e i perfecti doni discesero da quello dimandamento. Elgli è vera cosa, singnori, che l'uomo puote aluminnare lo senno e la scientia; l'una si è naturale e l'altra si è acidentale e ciò che gli omeni sanno naturalmente o acidentalmente si è che '1 nostro padre e celestiale ci è conceduto grati a e virctù di potere gustare ei suoi sovavissimi fructi; donqua siamo noi debiti de rendere gratia a lui ch'è sì dolce padre e singnore il quale ci à conceduto che noi possiamo conoscere tanta virtù e cotanta scientia a nostra utilità e a la sua santissima miseri (1) M. PANCANTI e D. SANTINI, Gino Arrighi storico della matematica medioe vale Centro studi della matematica medioevale. Bibliografie e saggi. Siena, 1983. cordia chiederemo gratia di poter incominciare e finire que sto nostro tractato il quale è decto i' llingua arabia algorisi Spiegazione di alcuni simboli: br. braccio, d. denaro, f. fiorino, lib. libra (peso), lr. livra (moneta), o. oncia, st. staio. mus, seguendo la materia ch'è decta di sopra et inchomincia- 10 GINO ARRIGHI TRACTATO DE L'ALGORISIMO 11 remo a l'onore de lo inipotente Dio e de la sua benedecta inchominciare a scrivere dal minore numero e incominciarle a madre vergine Maria ,e del grolioso martire misere sancto leggiere dal magiore comme ordinatamente trovarete seguitata Donato con tucta la corte celestiale e coll'aiuto del nostro la materia secondo la verità. predecessore e a onore e reverentia de tucti ei maestri e scolari Il decto algorisimo descrive nove figure e la prima rilieva di questa scientia o de qualunche altra bona persona che unità cioè tanti numeri quanto dice la figura, la seconda legiesse questo nostro tractato pregono Idio per me peccatore. rilieva dicine, ,la tertia centonaia, la quarta rilieva migliaia La propietà dei sopradecti cinque capitoli e de le loro cioè unità de milgliaia, la quinta rilieva dicine de milgliaia, la nature sono questi secondo Boetio: lo primo si è multipricare, sexta rilieva centonaia de milgliaia, la septima rilieva unità de lo secondo si è partire, lo terço sono gli numeri rocti, lo milgliaia de milgliaia, l'octava rilieva dicine de milgliaia de quarto sono le regole, lo quinto si è il generale intendimento milgliaia, la nona figura rilieva centonaia de milgliaia de de l'uomo lo quale se trae dei sopradecti quactro capitoli de' milgliaia. Donqua vedi apertamente che, essendo scricte per bella e sutile materia chome udirete seguendo la materia del ordine, queste nove figure rilievano cento vintatrè milgliaia de nostro tractato. Ei sopradecti cinque capitoli ànno i' Iloro milgliaia e quactrocento cinquantasei milgliaia e sectecento nove spetie, cioè: numarare, agiongnere, soctrare, radopiare, octantanove numeri. E sì ti ricordo che ongni quantità di multipricare, partire, dire dei numeri rocti, extrare de radici. figure poste per ordine cumgregato si rilieva deci cotanto Ei quagli capitoli spetie àno i' Iloro molti divisioni e molti l'uno che l'altra, cioè la seconda che la prima e la terta che la membri sì come è de multipricare d'una o di due o di tre o di secondo e la quarta che la terça e così per infinoito. quactro e d'infinite figure e del partire dei numeri sani e Ancho inscrivaremo qui da lato l'ordine e il mudo per rocti. Ei rocti ànno i' Iloro per sè regola cioè di multipri lectere e per figure sì che sença niuno amiestramento voi la care, dividere, giongnere et soctrare e dire quanto è più o potiate intendere e recordovi che l'octava figura fa milioni. meno 'uno che l'altro vedendoli figurati. Le regole ànno i' Anco iscrivaremo qui da lato comme sono facte le figure del Iloro multe mainiere e molte sutilità e intendimenti chome decto algorisimus, in prima porremo per ordine li fegure de il generale intendimento ne tra' fructo d'elle e degli altri l'arte vecchia e puoi quelle de la nova a lato esse. Anco I seguitaremo la regola e il muodo cioè de multipricare secondo capitoli. 1v Sicome in questo tractato tracto il buono intendimento e il ei librecti cioè ei primi, ei secondi, ei terçi, ei quarti sì come buono ingiengnio sì ci d'ordona a sapere le grandi sutilitadi e e dire: che fa 1 via I et 2 via 2 e 3 via 3 e 4 via 4 e 2 via prefetie de le filosophie e de le celestiali e de le temporali Il ,e Il via 20 e 3 via 16 e 16 via 20 e 2 via 23 e 23 via 20 scricture per le quali gli uommini per verace intellecto e e così scorrendo secondo l'ordene e la materia dei primi libri buono ingiengnio si fanno molte sperientie e artifici i e copila comme innançi ordinatamente trovarete figurati secondo l'or tioni li quagli non fuorono ancora nè decti nè facti per altri dene del decto algorisimus e secondo e secondo la regola che huomini e fanno fare nuovi argomenti, copilationi, e artifitii tracta Boetio nel primo capitolo dove parla del multipricare. de scricture; donqua, sichom'è decte di sopra, nel nostro Seguentemente tractaremo e figuratamente dimostraremo tractato il quale si chiama algorisimus dimostraremo la sua la propietà e l'ordine del secondo capitolo cioè del partire in interpetratione: Algo e il numero è decto risamus e perciò se 100 e in ongni grande numaro cioè disteso e partire le lire e i chiama algorisimus il quale primamente fu trovato in Arabia soldi ei denari in qualunche numero te fosse proposto e e quelgli che il trovò fu arabo, bene che sia openione di molti partire a regem cioè a danda. E tractaremo nella decta che fusse Nichomacio padre d'Aristotile. Donqua dobiamo materia de la prova che inn esso partire si contiene, se è bene scrivare il decto algorisimus secondo il costume degli Arabici partito o no chome trovarete innanti figurato. cioè a l'aretroso e legiere a ricto secondo il costume loro cioè Seguente la materia trovarete figurato il terço capitolo de 12 GINO ARRIGHI TRACTATO DE L'ALGORISIMO 13 le regole dei rocti in ciascheuno caso nel quale capitolo si [f. 5v] contiene in esso de belle e sutile materie. .. Seguente tractaremo del quarto e del quito capitolo cioè . ' de le regole e del verace intendimento de lo homo. / 2r Questo ène l'amaesstramento a conoscere le figure de l'abico per asempro de scrictura. Fegure secondo l'arte vechia. Fegure secondo l'arte nova. Regola da cristiani a saracini. unam eidem. [Prospetto con vari esempi di numeri espressi alla romana e al l'araba.] 2v-4v [Prospetti di prodotti effettuati con ['intercalare «via» fra i due fattori.] / 5r Questo ène l'amaestramento a sapere multipricare soldo contra soldi e soldi contra livre e livre contra livre comme vedi qui figurato. Se no' avesimo a multipricare che fa 1 soldo via uno soldo, eccho la regola. Arecha sumpre l'una de le parti a d. cioè di': 1:s. sono 12 d .. Ora di': 1 s. via 12 d. fa 12 s .. E così le similglianti rasgioni. Se noi avessimo a multipricare che fa 1 s. via 1 Ir., ecco la regola. Arecha sempre ei s. a d., e di': 1 s. sono 12 d .. Poi dìa dire: 12 d. via 1 lr. fa 12 Ir .. E così fanno le simiglianti rasgioni. Se avessimo a multipricare che fa 1 lr. via 2 Ir., ecco la regola. Sempre te stia a mente di recare l'una de le parti a d. e di': 1 Ir. sono 240 d .. Poi di': 240 d. via 2 Ir. fan o 2480 lr .. E chosì ài che una Ir. via 2 lr. fanno 480 lr .. E così fanno .' , . le decte multipricasgioni e 'n ongni caso che fosse proposto sì chome vedi figurato qui di sopra a la decta materia. . ," [Prospetti di prodotti effetuati secondo le predette regole.] / . J .. 5v Truovami radice di 10. I Radice di 10 si è 3 e 37/228. 14 GINO ARRIGHI TRACTATO DE L'ALGORISIMO 15 [In realtà (3 + 37/228)2 = lO + 1/51984. Nella parte superiore è mostrata la rappresentazione dei numeri con le dita.] / 6r Questo ène l'amaestramento del multipricare a brichuocolo secondo l'arte vecchia in questa forma cioè. Conciosiacosachè elgli è inpossibile che la memoria possa tenere a mente tucte quelle cose le quagli sono de bisongnio al multipricare, perciò gli antichi per buono costume trovaro no arteficio figurato collo quale se pò multipricare ongni grande multipricasgione sença avere bisongnio di tenere trop po a !le mani in questa forma, cioè a bricuocolo e a schacchie ri come vedarete figurato seguente la materia. E ingomincia remo in prima la regola del multipricare a brichuocolo in que sta forma: dimmi che fa 2171121 via 1234127. Ecco la regola. Pilglia il numero de le figure di sopra cioè 1 e di': uno via 7 6v Questa ène la regola ad amestrare de multipricare a schac- fa 7 .. E poni 7 nella prima casella del brichuocolo da capo, chieri ongni quantità de figure. poi \combacti: 1 via 2 fa 2 e poni 2 nella casella longo il 7, La regola dice secondo l'arte vecchia che tu dèi incomin poi di': 1 via 1 fa 1. E poni nella casella longo il 7 e il 2, ciare dal numero de le figure poste nel filaio di sopra nella poi di': via 4 fa 4. E poni nella quarta casella, poi di': 1 via casella e tenere quella medesima regola che si tiene a multipri 3 fa 3. E poni nella quinta casella, poi di': 1 via 2 fa 2. E po care a brichuocolo salvo che non si tiene a la mano nulla. ni 2 nella sexta !casella, poi di': 1 via 1 fa 1. E poni 1 nella Ancho se mecte in ciascheuno quadro de lo scacchieri quello sectimacasella; poi pilglia il 2 e di': 2 via 7 fa 14. Poni 4 e che fa l'una figura combactuta coll'altra, bene che ciasceuno tieni 1 nella seconda riga, poi di: 2 via 2 fa 4. E 1 che tu quadro de lo schachieri sia diviso per meçço chomme vedi tieni fa 5 e così combacti a figura a figura tucte quelle di figurato qui di sopto e nnella meità del quadro di llato di socto comme facesti il primo vergello e così poni ordinato nel sopto se pone il numero e i' Il'altra meità di sopra sì si pone brichuocolo a verga a verga e ongni figura di sopra vole le dicine e per questo vedi che non si tiene a la mano nulla. combactere a una a una tucte quelle di sopto e ponere per Ora torniamo a nostro proposito e di': 1 via 9 fa 9. E poni 9 ordine nel brichuocolo comme vedi figurato. Donqua vedi che nel primo quadro da pe' del cantone, poi di': 1 via 7 fa 7. E sono 7 figure e combactendo a una a una quelle di socto poni 7 longo il 9 da piedi, poi di': 1 via 5 fa 5. E poni 5 faranno 7 verghe nel brichuocolo. longo il 7, e poi di': 1 via 4 fa 4. E poni longo il 5, poi di': Se vuoli sapere che multiprica la decta casella, fa' comme 1 via 3 fa 3. E poni 3 longo il 4, poi di': 1 via 2 fa 2. E poni vedi figurato intorno al brichuocolo e di' così: perché 7 fu il 2 longo il 3, poi di': 1 via 1 fa 1. Poni 1 longo 1. Ora ài primo numero, poni 7. Poi di': 4 e doe fano 6. E poni sei, combactuto da 1 a tucte le figure di sopto, ora lascia 1 e poi di': 7 e 5 e 1 fa 13. Poni 3 e tieni 1, poi di': 1 e 7 e 2 e piglia il 2 che gli è di lato e combacti con tucte quelle di 2 le 4 fa 16. Poni 6 e tieni 1 e così scorrendo racolgli e po socto a una a una e di': 2 via 9 fa 18. E poni 18 nel quadro ni comme vedi figurato a brichuocolo. Donqua vedi che la sopra il 9, poi di': 2 via 7 fa 14. Poni 14 longo il 18, poi di': nostra casella multipricata a brichuocolo cioè 2171121 via 2 via 5 fa 10. E poni longo 14, poi di': 2 via 4 fa 8. E poni 1234127 fanno 2679439046367. longo il 10, poi di': 2 via 3 fa 6. E poni longo 8, poi di': 2 via 2 fa 4. E pollo longo il 6, poi di': 2 via 1 fa 2. E pollo TRACTATO DE L'ALGORISIMO 17 16 GINO ARRIGHI [Prospetto con vari riquadri del tipo longo il 4, e poi di': 2 via 1 fa 2. E pollo longo il ~. E ora pilglia il 3 e combacti similemente con tucte. q~elle . dI. socto a una a una e pollo nella tertia riga de lo scachletl e slmI1ement~ fa del 4 e del 5 e del 6 e del 7 e l'O, se elgli ci achade, e ponI nello scacchi eri per ordine come facesti le prime figure e facto questo sarà pieno lo scacchieri. Ora racolgliam? la d~ct~ casella facti al 9 e poni 9, poi di': 7 e 8 fa 15. PonI 5 e benI dove in alto è il prodotto dei due fattori sottostanti nei quadratini in 1, poi'di': 1 e 5 e 4 e 1 e 7 fa 18. Poni 8 e ti~ni 1. E così basso sono i resti pertinenti delle prove per 9 e per 7.]. racolgli per scincio e trovarai che 07654~2~ v.la ~ 1234579 fanno 85993073965859 e così fanno le slmllghantl rasgioni Qui finisce il primo capitolo cioè de multipricare e segui che te fosero decte. terà il secondo del partire. / 7v Qui incomincia il secondo capitolo de la regola del partire d'ongni materia. De qui arieto averno tractato de le singnificationi de le figure e de le loro nature in ciascheuno grado sì come è de multipricare in ciascuna materia sì come innarra Boetio nel primo capitelo del multipricare e seguitaremo il secondo capi tolo dove elgli tracta del partire cioè livre, soldi e denari in ciascheuno grado sì come partire disteso e partire a danda de' numarisani et dei numari rocti tractaremo de partire nel terço capitolo. Tornando alla materia nostra e' volglio dire chosì. Se noi avesimo a partire uno soldo per uno soldo, ecco la regola. Arecha l'una de le due parti a denari e di': 1 soldo sono 12 denari. E noi dovemo partire 1 s. in 12 d., venne 1/12 de s. cioè 1 d .. E così fa' le similglianti rasgioni che te fosero proposte. Se noi avesimo a partire 1 lr. per 3 s., ecco la regola che tu dìa sempre arechare el partitore a d., cioè 1 s. e dìa dire: Questo ène l'amaestramento de multipricare a chaselle 1 s. sono 12 d .. E poi dìa partire 1 lr. in 12 d. che ne viene 7r secondo l'arte nova d'ongni quantità de figure che te .fo~sero uno 1/12 de Ir. cioè 1 s. 8 d .. E così fa' le similglianti proposte sì chome vedi qui figurate per asempro mulbprlcate rasgioni che te fossero decte. Se noi avessimo a partire 2 Ir. per 1 Ir., ecco la regola che e provate per 7 e per 9. tu dèi arechare sempre mai il partitore a d. cioè dire: 1 lr. sono 240 d. e 2 Ir. sono 480 d. Parti 480 per 240 venne 1/120 de Ir. cioè 2 d .. E così fa' le similglianti rasgioni che te fussero decte. La regola del partire in 100, cioè lr. s. d. figuratamente 18 GINO ARRIGHI [Prospetto di vari casi dei quali riproduco uno di quelli trattati nel testo.] potete vedere qui da pè e da lato è la regola di '1 partire disteso ie similgliantemente partire a danda e 'n ongni altro muodo che ei numeri sani se posono partire trovarai figurato X ì per lectera e per figure seguendo la materia del secondo capitolo come è decto di sopra. Questa è la regola figurata de partire le lr. in 100 [Prospetto relativo al computo indicato.] / 8r Questa è la regola de partire ei s. in 100. Questa è la regola de partire ei d. in 100. [Prospetto relativo ai computi indicati.] / 8v Questa è la regola del partire disteso inn ongni quantità 9r Questa è la regola del sommo partire ClOe a danda inn che te fusse proposto, ancho si contiene inn essa la regola de ongni grande quantità e seguente diremo la regola de la prova la prova ,del decto partire se sta bene partito. d'esso partire ch'è una bella e sutile materia. Le regola del partire disteso sta in questa forma, cioè La regola del partire a danda è chiamata regem id est re poniamo che noi avesimo a partire 123456789 per 7, eccho la perchè elgli è più alto partire e più nobile che niuno altro par regola che tu dìa farte al partire dal magiore numero cioè a tire che se possa fare e chi sa partire a danda po' bene dire che dire d'uno, è çevero e remani uno ed è dodici e 1 e remani 5 sapia partire. Avendo la prova che si contiene in esso partire dicine ed è 53 è 7 e remani 4 dicine ed è 44 è 6 e remani sì comme trovarete qui scricto per ordine per scrictura, se 2 dicine. E così seguendo tucte le figure partite per 7 te guente la materia nostra e poi figureremo le caselle per or rimarrà 1 'e quello che ne viene partito per 7 si è 017636684 dine sì che più apertamente lo potiate intendere e diremo cho 1/7. E quella medesima regola se tiene a partire ongni grande sì choll'aiuto de Dio. quantità de numero e per qualunque quantità di numero tu Partimi 123456789 per 23 parti uguali e di' chosì: d'uno volesse partire disteso. E de ciò potete vedere l'asenpro qui da e çevaro e' remani 1. E poni 1 di sopra a la nostra casella, poi pè figurato de più materie. di': per scincio de 12 è çevero e' remani 12. E poni 12 Et se volesimo provare s'ella è bene partita, la regola è di sopra come vederai figurato qui da lato, poi di': per questa che tu dìa partire per 7, cioè la quantità che tu vuogli scincio di 123 dànne 5. E di': 2 via 5 fa lO. Questo 2 si è nel partire, parti la nostra casella per 7 e partita vedi che te 23 per lo quale tu parti cioè prima si è 2 dicine che 3 numeri, campa 1 e quello 1 si è la prova. Ora parti medesimamen!e per 7 el partito e vedi che te campa 2 e queste 2 multiprica per lo partitore cioè per 7 e di': 2 via 7 fa 14. Poi vi poni suso uno che ti campò quando partisti la tua somma e avarai 15 e la prova de 15 vedi ch'è 1 e 1 è la prova di quello che partim mo e vedi ch'è bene partita perché la prova te risponde. E co sì fa' ne le similglianti rasgioni, nientedemeno potete vedere l'asempro figurato qui da pè.

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