Asher Hirshberg Kenneth L. Mattox • Edizione originale a cura di Illustrazioni di Edizione italiana a cura di 123 Edizione italiana tradotta e curata da Francesco Vittorio Gammarota Dirigente Medico U.O.C. di Chirurgia d’Urgenza Ospedale S. Eugenio Roma Springer-Verlag Italia ha intrapreso la traduzione dell’opera originale Top Knife. The Art & Craft of Trauma Surgery, ISBN 978 1 903378 22 9 in base ad un accordo con TFM Publishing Ltd. © TFM Publishing Ltd. © Asher Hirshberg MD & Kenneth L. Mattox MD, 2005 Illustrazioni di Scott Weldon ©Baylor College of Medicine, 2005 ISBN 978-88-470-1740-5 e-ISBN 978-88-470-1741-2 DOI 10.1007/978-88-470-1741-2 © Springer-Verlag Italia 2011 Quest’opera è protetta dalla legge sul diritto d’autore, e la sua riproduzione è ammessa solo ed esclusi- vamente nei limiti stabiliti dalla stessa. Le fotocopie per uso personale possono essere effettuate nei limi- ti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni per uso non personale e/o oltre il limite del 15% potranno avvenire solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org. Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla ristampa, all’utilizzo di illustrazioni e tabelle, alla citazione orale, alla trasmissione radiofonica o televisiva, alla registrazione su microfilm o in database, o alla riproduzione in qualsiasi altra forma (stampata o elettronica) rimangono riservati anche nel caso di utilizzo parziale. La violazione delle norme comporta le sanzioni previste dalla legge. L’utilizzo in questa pubblicazione di denominazioni generiche, nomi commerciali, marchi registrati, ecc. anche se non specificatamente identificati, non implica che tali denominazioni o marchi non siano pro- tetti dalle relative leggi e regolamenti. Responsabilità legale per i prodotti: l’editore non può garantire l’esattezza delle indicazioni sui dosaggi e l’impiego dei prodotti menzionati nella presente opera. Il lettore dovrà di volta in volta verificarne l’esattezza consultando la bibliografia di pertinenza. 9 8 7 6 5 4 3 2 1 Adattamento della copertina: Ikona S.r.l., Milano Impaginazione: Graphostudio, Milano Stampa: FVA – Fotoincisione Varesina, Varese Stampato in Italia Springer-Verlag Italia S.r.l., Via Decembrio 28, I-20137 Milano Springer fa parte di Springer Science+Business Media (www.springer.com) Ai nostri specializzandi - passato, presente e futuro Presentazione Ho appena terminato di leggere, quasi senza riuscire a interrompere, Top knife, il testo di chirurgia d’urgenza di Asher Hirshberg e Kenneth L. Mattox, tradotto da Francesco Vittorio Gammarota. È un testo affascinante, scritto come la sceneggiatura di un film o di un reality, che trasporta con concretezza e semplicità, rare in un testo tecnico, nelle varie situa- zioni in cui può trovarsi ogni giorno il chirurgo quando affronta casi di chirurgia d’urgenza. Non è un testo di tecnica chirurgica né di fisiopatologia del trauma, bensì un manuale comportamentale, ricco di suggerimenti e di tavole sinottiche, atte a razio- nalizzare, con logica ineccepibile e facilmente intuibile e memorizzabile, quasi una check list obbligatoria a cui riferirsi prima di accingersi ad affrontare l’avventura, sempre diversa, che ogni emergenza-urgenza prospetta al chirurgo. “L’esperto è una persona che ha commesso in un campo molto ristretto tutti i possibili errori”. È con questa frase di Neils Bohr che inizia il primo capitolo del libro; ed è infatti solo una grandissima conoscenza pratica, sul campo, congiunta- mente ad una non comune attitudine didattica, che può avere permesso agli Autori di avere una tale capacità di sintesi, evitando tuttavia l’aridità della trattazione. Confrontando il testo originale in lingua inglese e l’edizione italiana, si intuisce l’enorme lavoro non solo di traduzione, ma anche di interpretazione che un chirurgo esperto di chirurgia d’urgenza come Francesco Vittorio Gammarota ha dovuto e saputo eseguire. In un paese quale è il nostro ove la chirurgia d’urgenza ha perduto inspiegabil- mente la dignità di specialità autonoma, credo si debba suggerire con forza l’ado- zione di questo testo in tutte le Scuole di Specializzazione in Chirugia Generale; sono certo che non solo gli specializzandi potranno giovarsi della sua lettura e con- siglio quindi vivamente a tutti i colleghi che si occupano di chirurgia d’urgenza di tenerlo a portata di mano, come strumento di consultazione rapida, ogni qualvolta insorgano dubbi sul come affrontare un problema complesso di chirurgia d’urgen- za e del trauma. Complimenti al traduttore e all’editore per la scelta del testo, con uno speciale plauso a Gammarota per come ha saputo riproporlo in lingua italiana. Modena, settembre 2010 Prof.Gianluigi Melotti Presidente Eletto Società Italiana di Chirurgia Prefazione “Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile” San Francesco d’Assisi, 1182-1226 Come il lettore potrà personalmente vedere,Top Knifeè un volumetto molto partico- lare: semplice, conciso, pratico, ha l’enorme pregio di presentare in modo chiaro, sintetico, lineare, le manovre chirurgiche fondamentali che devono essere il bagaglio di ogni chirurgo generale. Rendere chiare e comprensibili le tecniche e manovre che a oggi sono il più delle volte descritte in modo complesso, fumoso e difficilmente interpretabile, è certamente il grande merito degli Autori. Considero Top Knife uno strumento imprescindibile, un vero compagno di viag- gio per ogni chirurgo che pratichi la “chirurgia vera nel mondo reale”. Nella traduzione, su espressa richiesta degli Autori, ho cercato di restare il più possibile fedele allo stile informale e leggermente umoristico degli autori: di fatto, questo è stato l’aspetto più difficile, per via delle differenti caratteristiche delle due lingue e del diverso approccio culturale. Ho fatto del mio meglio e spero di essere riuscito in questo intento. Colgo l’occasione per esprimere un grande grazie alle mie donne, Federica, Ilaria e Lavinia. Grazie per la pazienza e la comprensione. Ringrazio poi i giovani colleghi che hanno partecipato alla traduzione di più capi- toli di questo libro: il fiorentino Francesco Feroci e Felice Nigro, calabrese (oramai) dde’ Roma. Mi sono stati di aiuto e sostegno. Ringrazio inoltre la pazientissima Donatella Rizza di Springer-Verlag Italia, ho sforato con i tempi, lo so, ma ne è valsa la pena, quest’anno ho avuto quella entusiasmante esperienza professionale africana che mi ha portato via tanto e tanto tempo! Auguro a tutti i Colleghi una piacevole e proficua lettura. Roma, settembre 2010 Francesco Vittorio Gammarota Traduttore e curatore dell’edizione italiana ix Indice Contributors - Edizione originale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .XVII Introduzione Di che cosa tratta questo libro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 01 Il chirurgo del trauma “in 3D” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 1.1 Usare il cervello prima del bisturi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 1.2 L’ABC della tattica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.3 Un dilemma tattico comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.4 Flessibilità tattica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 1.5 La decisione strategica chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 1.6 La decisione di effettuare un salvataggio d’emergenza e l’involucro fisiologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 1.7 Quante probabilità ha l’intervento di non riuscire? . . . . . . . . . . . . . . . . 13 1.8 La gestione dell’équipe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 02 Ferma quella maledetta emorragia! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 2.1 Come si sceglie la tecnica di emostasi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 2.2 Emostasi temporanea ed emostasi definitiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 2.3 Ottenere l’emostasi temporanea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 2.4 Un problemino o un GROSSO GUAIO? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 2.5 Tecniche emostatiche selezionate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 2.5.1 Corso base di tamponamento (Packing 101) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 2.5.2 La sutura emostatica (a forma di 8) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 2.5.3 Il clampaggio dell’aorta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 03 Il vostro kit dei ferri chirurgici vascolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 3.1 Sequenza e priorità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 3.2 Come dominare un’emorragia esterna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 xi 3.3 Prima di cominciare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 3.4 Angiografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 3.5 Fasciotomia preventiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 3.6 Esposizione estesa e punti di “riferimento” fondamentali . . . . . . . . . . . 35 3.7 Controllo prossimale e barriere anatomiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 3.8 Il controllo distale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 3.9 Esplorare il vaso lesionato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 3.10 Creare uno spazio per lavorare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 3.11 La decisione strategica fondamentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 3.12 Tecniche di damage controlvascolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 3.12.1 Legatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 3.12.2 Shunt temporaneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 3.13 Tecniche di riparazione definitiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 3.14 Lavorare con gli innesti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 04 La laparotomia rapida . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 4.1 La sequenza operatoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 4.2 Entrare in addome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 4.2.1 Un momento di attenzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50 4.3 Una volta dentro l’addome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51 4.4 Ispezionare il campo di battaglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 4.5 L’esplorazione del retroperitoneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 4.6 Rotazione viscerale mediale del lato sinistro (manovra di Mattox) . . . . 56 4.7 Rotazione viscerale mediale del lato destro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 4.8 Scegliere la tipologia di intervento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 4.9 Chiusura temporanea della parete addominale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 05 Riparare i tubi:gli organi cavi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 5.1 Preoccupazioni immediate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 5.2 Lesioni misconosciute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 5.3 Scegliere la tecnica di riparazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68 5.4 Damage controlper l’intestino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68 5.5 Damage controlurologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 5.6 Tecniche di riparazione definitiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 5.6.1 Lo stomaco e l’esofago distale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 5.6.2 L’intestino tenue . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72 5.6.3 Colon e retto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72 5.6.4 Lesioni vescicali ed ureterali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 06 Il trauma epatico:il maestro Ninja . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 6.1 Conseguire il controllo temporaneo dell’emorragia . . . . . . . . . . . . . . . . 75 6.2 Mobilizza l’intero lobo lesionato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77 6.3 Un problemino o un GROSSO GUAIO? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78 6.4 Packingplus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79 6.5 Suture profonde del fegato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80 6.6 Epatotomia con legatura vascolare selettiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 6.7 Il peduncolo omentale vitale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82 6.8 Tamponamento con il palloncino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82 6.9 La resezione limitata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 6.10 “Le alternative” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 6.11 Lesioni venose retroepatiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85 6.12 “L’occhio verde del male” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 07 Gli organi solidi “asportabili” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89 7.1 La milza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90 7.1.1 Mobilizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90 7.1.2 Rimuovere o riparare? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92 7.1.3 Completare la splenectomia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93 7.1.4 La splenoraffia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94 7.2 Il pancreas distale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96 7.2.1 Esplorazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96 7.2.2 Che cosa fare? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97 7.2.3 Emostasi e drenaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98 7.3 I reni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99 7.3.1 Accesso e controllo vascolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99 08 Le “ferite dell’anima” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103 8.1 Priorità immediate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104 8.2 Migliorare l’esposizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106 8.3 La vena porta sopraduodenale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 8.4 I vasi retropancreatici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108 8.5 La radice del mesentere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108 8.6 Il complesso pancreaticoduodenale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109 8.7 Lesioni duodenali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110 8.8 Lesioni pancreatiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111 8.9 Lesioni combinate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 8.10 L’ultimo grande colpo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114 8.11 Riassumendo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115 09 Grande rosso e grande blu:il trauma vascolare addominale . . . . . . . . . . . . . 117 9.1 Le regole da seguire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118 9.2 Ematoma della linea mediana sovramesocolica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118 9.3 Ematoma sottomesocolico della linea mediana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121 9.4 La vena cava inferiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124 9.5 Ematoma pelvico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126