CLASSICI DELLE RELIGIONI Sezione prima, diretta da OSCAR BOTTO Le religioni orientali Sezione seconda, fondata da PIERO ROSSANO La religione ebraica Sezione terza, fondata da FRANCESSO GABRIELI La religione islamica Sezione quarta, fondata da PIERO ROSSANO La religione cattolica Sezione quinta, fondata da LUIGI FIRPO Le altre confessioni cristiane Sezione sesta, diretta da FRANCESCO REMOTTI Le religioni di interesse etnologico CLASSICI DELLE RELIGIONI SEZIONE SESTA DIRETTA DA FRANCESCO REMOTTI Le religioni di interesse etnologico TESTI RELIGIOSI DEGLI INDIANI DEL NORDAMERICA A CURA DI ENRICO COMBA UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE TORINESE © De Agostini Libri S.p.A. - Novara 2013 UTET www.utetlibri.it www.deagostini.it ISBN: 978-88-418-9302-9 Prima edizione eBook: Marzo 2013 © 2001 Unione Tipografico-Editrice Torinese Corso Raffaello, 28 – 10125 Torino Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico, meccanico o in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, senza autorizzazione scritta dall’Editore. Le riproduzioni per finalità di carattere professionale, economico o commerciale, o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org. La casa editrice resta a disposizione per ogni eventuale adempimento riguardante i diritti d’autore degli apparati critici, introduzione e traduzione del testo qui riprodotto. INDICE DEL VOLUME Introduzione Abbreviazioni dei periodici Nota bibliografica LE FORESTE NORD-ORIENTALI Irochesi Winnebago Ojibwa Menomini IL SUBARTICO Montagnais-Naskapi Cree Ojibwa settentrionali Beaver Koyukon e Ingalik Dogrib PIANURE Arapaho Cheyenne Lakota Osage e Omaha L’ALTOPIANO DELLE MONTAGNE ROCCIOSE E IL GRANDE BACINO Klamath Sanpoil e Nespelem Okanagan e Colville Thompson Nez Perce e cœur d’Alêne Shoshone Paiute COSTA DI NORD-OVEST E CALIFORNIA Kwakiutl e Nootka Salish Tsimshian Yurok Karok Yana SUD-OVEST Navajo Apache Hopi Zuni SUD-EST Cherokee TESTI RELIGIOSI CONTEMPORANEI La via del peyote La capanna del sudore Una religione della natura Strategie per un’armonia globale La via della pace degli Hopi Religione e militanza politica Spiritualità femminile Siamo rimasti, siamo indiani Un guaritore indigeno oggi Religioni native nella società contemporanea Cerimonie terapeutiche e cicli cosmici Indici Indice dei nomi Indice dei soggetti notevoli Indice delle tavole INTRODUZIONE A mia moglie Benedicta tu in mulieribus Guerrieri ornati di piume, lunghe trecce oscillanti, cavalli lanciati al galoppo, costumi sgargianti: queste immagini si affollano inevitabilmente nella nostra mente quando pensiamo ai nativi americani. I popoli indigeni delle Americhe, e in modo particolare quelli del Nord America, hanno stimolato in misura considerevole l’immaginario europeo, determinando il sorgere di immagini e fantasie che, dai tempi della scoperta e colonizzazione del Nuovo Mondo, si sono accumulate nelle relazioni di viaggio e nelle opere scientifiche, fino a divenire parte della stessa cultura popolare. Come hanno sostenuto efficacemente numerosi studiosi recenti, l’incontro tra due popoli, portatori di culture e sistemi sociali considerevolmente diversi, non consiste soltanto in un contatto fisico tra due gruppi di persone, ma più profondamente comporta l’intrecciarsi di modi di vedere e di pensare, il sovrapporsi di immagini e di interpretazioni, il costituirsi di categorie e di pregiudizi. I documenti storici ci illuminano in modo del tutto insufficiente sugli effetti che l’arrivo degli Europei ebbe sui popoli nativi d’America, sul modo in cui i nuovi arrivati colpirono l’immaginario degli indigeni e provocarono il formarsi di categorie e riflessioni attraverso cui cercare di comprendere e interpretare questo evento inatteso e inusitato. Disponiamo invece di un’abbondante quantità di materiali sulla formazione dello stereotipo dell’Indiano d’America, quell’immagine semplificata e idealizzata, che gli Europei elaborarono per render ragione della diversità, della incommensurabilità delle culture scoperte e incontrate sul Nuovo Continente1. Dai «selvaggi» americani che costituirono un elemento ricorrente nella letteratura del Seicento e Settecento, ai «primitivi» che sembravano il campo di studio ideale per la nascente scienza antropologica, fino alle idealizzazioni del saggio «uomo in armonia con la natura» che compare nelle pubblicazioni contemporanee ispirate alla New Age, il nativo americano continua a rimanere celato dietro una maschera creata dalla cultura occidentale, che tende a evidenziarne e contrastarne soltanto alcuni tratti, mentre altri rimangono nascosti e indefiniti. Volumi e saggi spiegano al pubblico che gli Indiani d’America sono fatti in questo determinato modo, hanno queste particolari caratteristiche culturali, sono portatori di questi valori e credenze spirituali: espressioni generiche, imprecise, semplificate, che non corripondono affatto alla ricchezza culturale, alla molteplicità delle forme e alla complessa realtà storica che costituiscono il vero motivo di interesse e di fascino delle culture sviluppatesi sul continente americano. 1. Unità e diversità del mondo religioso amerindiano. L’immagine standardizzata dell’Indiano d’America, alla cui costituzione hanno contribuito ampiamente la letteratura, i fumetti, il cinema, l’informazione giornalistica, tende a mostrare un profilo generico e uniforme di quello che in realtà si presenta come un ricchissimo mosaico di culture, di lingue, di creazioni intellettuali. Al giorno d’oggi sopravvivono circa 200 lingue diverse tra i nativi nordamericani, ma al momento della conquista sembra che le lingue parlate in Nord America fossero più di cinquecento e circa duemila nell’intero continente, tanto da far parlare di una «Babele americana» (Viola 1990, 28). Questa sorprendente frammentazione linguistica riflette la complessa varietà di forme culturali e sociali, le differenti risposte a specifici contesti geografici e ambientali, le molteplici trasformazioni indotte da vicende storiche svoltesi nel corso di lunghi millenni, prima che uomini dall’Europa giungessero a portare ulteriore scompiglio e a segnare con la propria venuta l’inizio di una nuova fase nella storia del continente americano. D’altra parte, se è opportuno tener presente la grande varietà e differenziazione delle culture native americane, evitando l’eccessiva semplificazione e generalizzazione sulla base di stereotipi e luoghi comuni, sarebbe però sbagliato interpretare il mondo culturale nativo americano come una immensa parcellizzazione di unità isolate e autonome, le «tribù» di tanta letteratura etnografica, viste come isole separate e incomunicanti. Un altro pregiudizio che ha pesato per lungo tempo sulla comprensione della storia e della cultura dei popoli nativi delle Americhe consiste nell’immagine di un mondo arcaico e immobile, dove gli eventi della storia si sarebbero fatti sentire soltanto con l’arrivo degli Europei e con il crollo improvviso dell’eterna condizione di equilibrio e di isolamento in cui quelle genti sarebbero vissute fino al momento della loro conquista e acculturazione forzata. Anche sulle pagine di uno storico attento e accurato come Chaunu, l’America appare un continente frammentato e statico, dove la «verticalità» geografica e la vastità delle dimensioni avrebbero prodotto il frazionamento e l’isolamento delle culture native. Le civiltà amerinde sarebbero allora unità separate, rimaste per lungo tempo senza comunicazioni fra loro, dando origine a esperienze e creazioni culturali circoscritte, limitate, chiuse su se stesse, come conseguenza di un continente le cui dimensioni spaziali risultavano «schiaccianti» per l’uomo americano2. Questa concezione, probabilmente