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terra agra PDF

82 Pages·2010·7.35 MB·Italian
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FLORE Repository istituzionale dell'Università degli Studi di Firenze Paolo Portoghesi. Abitare la terra Questa è la Versione finale referata (Post print/Accepted manuscript) della seguente pubblicazione: Original Citation: Paolo Portoghesi. Abitare la terra / A. I. Volpe. - In: FIRENZE ARCHITETTURA. - ISSN 1826-0772. - STAMPA. - 2:(2010), pp. 146-149. Availability: This version is available at: 2158/779149 since: Terms of use: Open Access La pubblicazione è resa disponibile sotto le norme e i termini della licenza di deposito, secondo quanto stabilito dalla Policy per l'accesso aperto dell'Università degli Studi di Firenze (https://www.sba.unifi.it/upload/policy-oa-2016-1.pdf) Publisher copyright claim: (Article begins on next page) 05 March 2023 a F I R E N Z E gr architettura a a r r e t 2.2010 0 1 0 2 2. a r u ett hit c r a ze terra agra n e r fi ISSN 1826-0772 Periodico semestrale Anno XIV n.2 Euro 7 Spedizione in abbonamento postale 70% Firenze In copertina: F I R E N Z E © Alex MacLean architettura Deming, Nuovo Messico Questo reticolo di strade realizzate nel 1950 era il primo passo per realizzare un insieme di piccole fattorie di cento metri quadrati l’una. Fallito il progetto, 60 anni dopo i tracciati delle strade sono ancora chiaramente visibili sul terreno. Per gentile concessione di Alex MacLean 2.2010 editoriale La terra Paolo Portoghesi 2 percorsi Toccare la Terra Dialogo con Kenneth Frampton Intervista a cura di: Alberto Pireddu e Paula Asturias 6 Volando fra mappa e territorio Note sul lavoro di Alex MacLean Andrea Volpe 14 progetti e architetture Paolo Zermani Intorno al Tempio di Cremazione di Parma Emanuele Ghisi 26 Fabrizio Rossi Prodi San Pellegrino Fabrizio Rossi Prodi 34 Arrigoni Architetti - Natalini Architetti Dopopioggia Fabrizio Arrigoni 40 Antonio Capestro Rocchetta, un borgo di pietra Antonio Capestro 46 Maria Grazia Eccheli, Riccardo Campagnola con Francesco Collotti Latomia di luce Carmelo Provenzani 52 terra agra Renzo Piano L’architetto e la terra Antonio Capestro 58 Renato Rizzi con Pro.tec.o La Superstrada Pedemontana Veneta Andrea Rossetto 68 opera prima Enrico Molteni Andrea Liverani Casa unifamiliare a Barlassina, Milano 76 riflessi L’inquadratura del globo Antonio Costa 82 La terra esiliata Paola Arnaldi 86 eredità del passato Aldo Rossi. Progetto di rilievo e ristrutturazione del Monastero Polironiano di San Benedetto Po (MN) Emanuele Ghisi 92 Il territorio poetico di Edoardo Detti Urbanistica medievale minore Francesca Mugnai 98 Versilia, urbanistica e ambiente naturale Caterina Lisini 102 Con i segni della topografia - Pierluigi Spadolini e l’approccio ambientale all’architettura Periodico semestrale* del Dipartimento di Architettura - Disegno Storia Progetto Fabio Fabbrizzi 108 viale Gramsci, 42 Firenze tel. 055/2055367 fax. 055/2055399 ricerche Disegnare la terra con rose e con stelle Anno XIV n. 2 - 2° semestre 2010 Maria Teresa Bartoli 116 Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 4725 del 25.09.1997 ISSN 1826-0772 La pietra di Petra: architetture nella roccia ISSN 2035-4444 on line Stefano Bertocci 122 Terra e Terre Direttore - Maria Grazia Eccheli Saverio Mecca 130 Direttore responsabile - Ulisse Tramonti Comitato scientifico - Maria Teresa Bartoli, Giancarlo Cataldi, Loris Macci, Adolfo Natalini, Ulisse Tramonti, Paolo Zermani I Sassi di Matera Capo redattore - Fabrizio Rossi Prodi Pietro Laureano 134 Redazione - Fabrizio Arrigoni, Valerio Barberis, Fabio Capanni, Francesco Collotti, Fabio Fabbrizzi, Francesca Mugnai, Alessandro Merlo, Andrea eventi Galleria dell’architettura italiana Volpe, Claudio Zanirato Deserto rosa/Luigi Ghirri di Elisabetta Sgarbi - Il film e le fotografie Info-grafica e Dtp - Massimo Battista Riccardo Butini 140 Segretaria di redazione e amministrazione - Grazia Poli e-mail: [email protected] Paolo Portoghesi - Abitare la terra Andrea Volpe 146 Proprietà Università degli Studi di Firenze letture a cura di: Giulio Barazzetta, Fabrizio Arrigoni, Martina Landsberger, Valentina Rossi, Serena Acciai, Progetto Grafico e Realizzazione - Massimo Battista - Centro di Editoria del Dipartimento di Architettura - Disegno Storia Progetto Fabio Fabbrizzi, Andrea Volpe, Michelangelo Pivetta, Caterina Lisini 150 Fotolito Saffe, Calenzano (FI) Finito di stampare novembre 2010 *consultabile su Internet http://www.progarch.unifi.it/CMpro-v-p-34.html english text 154 La terra Paolo Portoghesi La parola terra è ricca di significati di- fa da contrasto al moto delle onde, viviamo fiduciosamente. Il Mondo non è versi: può designare uno dei pianeti del rivelandone l’impeto con la sua immu- un possibile oggetto che ci stia innanzi sistema solare, un luogo di tutti i luoghi tabile calma. L’albero e l’erba, l’aquila e che possa essere intuìto. Il Mondo è il di cui l’uomo può disporre, contrappo- e il toro, il serpente e il grillo assumono costantemente inoggettivo a cui sotto- sto al cielo, il fertile supporto del mondo così la loro figura evidente e si rivelano stiamo fin che le vie della nascita e della vegetale, uno dei quattro elementi che in ciò che sono. Questo venir fuori e morte, della grazia e della maledizione caratterizzano il nostro ambiente natu- questo sorgere, come tali e nel loro ci mantengono estatizzati nell’essere. rale. Per l’architetto la terra, o meglio la insieme, è ciò che i Greci chiamarono Dove cadono le decisioni essenziali della crosta terrestre, è anzitutto ciò su cui si originariamente Φυσιζ. Essa illumina ad nostra storia, da noi raccolte o lasciate fondano le sue opere, ciò che per inevi- un tempo ciò su cui e ciò in cui l’uomo perdere, disconosciute e nuovamente tabile scelta (per deformazione profes- fonda il suo abitare. Noi la chiamiamo la ricercate, lì si mondifica il Mondo. La sionale stavo per scrivere) è destinato Terra. Da ciò che intendiamo con que- pietra è priva di Mondo. Piante ed animali a trasformare non di rado in peggio. sto termine occorre tener ben lontano sono egualmente senza Mondo. Essi In una determinata accezione terra è ogni idea di massa materiale stratificata appartengono al velato afflusso di un sinonimo di mondo, parola, a sua vol- o di pianeta in senso astronomico. La ambiente di cui fanno parte. La conta- ta, con un’area semantica molto vasta Terra è ciò in cui il sorgere riconduce, dina, al contrario, ha un Mondo, perché che comprende l’universo intero e può come tale, tutto ciò che sorge come nel soggiorna nell’aperto dell’ente. Il mezzo, sdoppiarsi all’infinito in mondi diversi, proprio nascondimento protettivo. In ciò col suo affidamento, dà a questo Mondo da quello dei morti a quello delle idee. che sorge è-presente la Terra come la una necessità e una vicinanza appro- La riflessione più profonda e coinvol- nascondente-proteggente. priate. Con l’aprirsi di un Mondo, ogni gente sulla parola terra è quella portata Eretto sulla roccia, il tempio apre un cosa acquista il ritmo del suo sostare e avanti nel secolo scorso da Martin Hei- mondo e lo riconduce, nello stesso del suo muoversi, la sua lontananza e la degger che contrappone terra e mondo tempo, alla Terra, che solo allora si rivela sua vicinanza, la sua ampiezza e il suo come votate a un conflitto. come suolo natale.” limite. Nel farsi mondo del Mondo si de- Parlando dell’Origine dell’opera d’arte, Il mondo, in “essere e Tempo” è un ca- linea l’ampiezza in cui si dona o si rifiuta Heidegger sostiene che la Terra è “ciò rattere dell’Esserci, ciò in cui un Esserci il custodente favore degli Dei. Anche il in cui il sorgere riconduce, come tale, effettivo “vive” come tale. L’Esserci, a fato dell’assenza di Dio è un modo in cui tutto ciò che sorge come nel proprio sua volta, concetto cardine della filoso- il mondo si mondifica”. La terra viene de- nascondimento protettivo”. La definizio- fia heideggeriana, è l’ente che noi stessi finita con altrettanta chiarezza come ciò ne conclude la celebre descrizione del sempre siamo e che fra l’altro ha quella che attraverso la materia entra in gioco tempio greco: “Eretto, l’edificio riposa possibilità d’essere che consiste nel nell’opera d’arte: “Ciò in cui l’opera si riti- sul suo basamento di roccia. Questo porre il problema stesso dell’essere. ra e ciò che, in questo ritirarsi, essa lascia riposare dell’opera fa emergere dalla Nell’Origine dell’Opera d’arte viene emergere, lo chiamiamo: la Terra. Essa roccia l’oscurità del suo supporto, saldo indagato il rapporto tra terra e mondo è la emergente-custodente. La Terra è e tuttavia non costruito. Stando lì l’ope- attraverso una ulteriore specificazione l’assidua-infaticabile-non-costretta. Su ra tien testa alla bufera che la investe, del significato dei due termini. “Il Mondo di essa ed in essa l’uomo storico fonda rivelandone la violenza. Lo splendore non è il mero insieme di tutte le cose, il suo abitare nel mondo. Esponendo e la luminosità della pietra, che essa numerevoli e innumerevoli, note e ignote. un mondo, l’opera pone-qui la Terra. Il sembra ricevere in dono dal sole, fanno Il Mondo non è neppure una semplice porre-qui è assunto nel significato rigoro- apparire la luce del giorno, l’immensità rappresentazione aggiunta alla somma so del termine. L’opera porta e mantiene del cielo, l’oscurità della notte. Il suo delle cose semplicemente-presenti. Il la Terra nell’aperto di un mondo. L’opera sicuro stagliarsi rende visibile l’invisibile Mondo si mondifica ed è più essente lascia che la Terra sia una Terra. regione dell’aria. La solidità dell’opera dell’afferrabile e del percepibile in cui Ma perché questo porre-qui la Terra 1 2 3 deve aver luogo in modo tale che l’opera perturbamento e della distruzione. Nella attenta ricerca estesa a tappeto in tutto si ritiri in essa? Che cos’è la Terra perché lotta autentica, i lottanti - l’un l’altro - il mondo rivela l’esistenza di gruppi, per debba giungere al non-nascondimento si elevano all’autoaffermazione della altro sfiduciati e dispersi, che si battono proprio in questo modo? La pietra è propria essenza. L’autoaffermazione per la creazione di una nuova sensibilità, greve e denuncia così il suo pesantore. dell’essenza non è però mai l’irrigidi- dalla diffusione della quale dipende la Ma questo pesantore, mentre ci si con- mento in uno stato accidentale, ma l’ab- possibilità di un totale rovesciamento trappone, ci rifiuta ogni penetrazione bandono di sé alla originarietà nascosta degli orizzonti che attraggono l’attuale in se stesso. Se tentiamo di coglierlo da cui scaturisce il proprio essere. Nella società tardocapitalistica. facendo a pezzi la pietra, i frammenti non lotta ognuno porta l’altro al di sopra La ricerca architettonica si è divisa in due ci riveleranno mai qualcosa di interno. La di ciò che esso è. La lotta diviene così schiere: quella maggioritaria che inventa pietra si ritira nella costante impenetrabi- sempre più rigorosamente e autenti- sempre nuovi stratagemmi per allonta- lità e nella gravezza dei suoi frammenti. camente ciò che essa è. Quanto più la nare il suo mondo dalla Terra, fornendo Se cercheremo di raggiungere il nostro lotta si fa intensa e tanto più intransi- un prezioso strumento pubblicitario al scopo ricorrendo a una bilancia, il pe- gentemente i lottanti si abbandonano potere economico e politico e quella santore si perderà nel calcolo di un peso. all’intimità del semplice appartenere a minoritaria di chi difende la disciplina Avremo senz’altro ottenuta una deter- se stessi. La Terra non può far a meno nella sua continuità di specifico sapere minazione numerica, ma il pesantore ci dell’aperto del Mondo se deve essa umano. Alla prima manca ogni strategia sarà sfuggito. Il colore splende e vuol stessa, in quanto Terra, apparire nel nella prospettiva di un nuovo rapporto solo splendere. Quando pretenderemo libero slancio del suo autochiudimento. tra mondo e terra; alla seconda, che di scomporlo in un calcolo di vibrazioni, Il Mondo, a sua volta, non può distac- pure si sviluppa sul solco della tradi- ci sarà di già sfuggito. Esso si manifesta carsi dalla Terra se deve, come regione zione e si avvale, rispetto al conflitto tra solo se resta integro e inesplicito. La e percorso di ogni destino essenziale, Mondo e Terra, di una eredità preziosa, Terra destina al fallimento ogni tentativo fondarsi su qualcosa di sicuro. manca la forza innovatrice necessaria a di penetrare in essa e condanna al fal- Nella misura in cui l’opera è l’esposizione debellare le forze antagonistiche. limento ogni indiscrezione calcolatrice. di un mondo e il porre-qui la Terra essa Ai sostenitori del primo indirizzo le rifles- Quest’ultima potrà assumere l’apparen- è, ad un tempo, l’attizzatrice di questa sioni di Heidegger appariranno datate za del dominio e del progresso sotto for- lotta. Ma ciò non avviene in modo tale e inapplicabili, agli altri spetterebbe il ma di oggettivazione tecnico-scientifica che l’opera, nello stesso tempo, attenui compito di metterle in opera, dando un della natura, ma tale dominio non è che e appiani la lotta in un compromesso significato concreto alla lotta tra Mondo e un’impotenza della volontà. Aperta e scialbo, bensì in modo che la lotta resti Terra. Il tema principale di questa messa illuminata in se stessa, la Terra appare lotta. Esponendo un Mondo e ponendo- in opera sarebbe l’autoaffermazione della soltanto se è garantita e conservata qui la Terra, l’opera produce questa propria essenza: quella tutta umana del come la essenzialmente indischiudibile, lotta. L’esser-opera dell’opera consiste mondo e quello slancio dell’autoschiu- sottraentesi a ogni dischiudimento e nella realizzazione della lotta tra Mondo dersi verso il mondo che esprime l’identità mantenentesi in un costante rifiuto. Tutte e Terra. Poiché la lotta giunge al culmine della Terra. In un’epoca in cui si impone il le cose della Terra, essa stessa nel suo nella semplicità di ciò che è intimo, per “salvataggio della Terra” dal rapporto di tutto, scorrono in un reciproco accordo. questo, nel corso della lotta, ha luogo sfruttamento e di rapina è giusto ricordar- Ma questo scorrere non è un dissolversi. l’unità dell’opera. La realizzazione della si con Heidegger che il problema non è Ciò che qui scorre è il pacato corso della lotta è il raccoglimento, costantemente quello di sottomettere il Mondo alla Terra, delimitazione che confina ogni essente- oltrepassantesi, del movimento dell’op- ma quello di dare occasione ai lottanti di presente nel suo esser-presente”. ra. È perciò nell’intimità della lotta che “abbandonarsi all’intimità del semplice Mondo e terra si contrappongono at- trova la sua essenza anche la calma appartenere a se stessi, evitando gli traverso l’opera fino a delineare un dell’opera riposante in se stessa”. scialbi compromessi ai quali assistiamo polemos, un conflitto. “La Terra è la non Io credo che se mai può trovarsi, nella quando l’architettura si auto-seppellisce, costretta apparizione del costantemente riflessione dei pensatori più vicini a noi collocando sotto la terra le sue costruzioni autochiudentesi, cioè del coprente-cu- nel tempo, una indicazione relativa al o si maschera di pelle vegetale in omag- stodente. Mondo e Terra sono essenzial- “che fare”, va ricercata in queste pa- gio alla imperante verdolatrìa. mente diversi l’un dall’altro e tuttavia mai gine che, in conclusione, attribuiscono separati. Il Mondo si fonda sulla Terra e all’opera d’arte la capacità di mettere la Terra sorge attraverso il Mondo. Ma la in opera la verità. Viviamo in un’epoca relazione fra Mondo e Terra non si esau- che ha portato a estreme conseguenze risce affatto nella vuota unità contrappo- il conflitto tra civiltà e natura. Continua- sitoria di elementi indifferenti. Riposando mente arrivano notizie di disastri ecolo- sulla Terra, il Mondo aspira a dominarla. gici che riducono progressivamente la In quanto autoaprentesi, esso non sop- vivibilità dell’ambiente in cui si svolge porta nulla di chiuso. Invece la Terra, in la nostra vita e quella delle altre specie quanto coprente-custodente, tende ad viventi. L’architettura per vincere la sfida Pagina precedente: 2 assorbire e a risolvere in sé il Mondo. di questi processi catastrofici ricorre al 1 Paolo Portoghesi Il contrapporsi di Mondo e Terra è una pensiero calcolante illudendosi di po- Studio per i pilastri della Moschea di Roma, 1973 lotta. Sarebbe però una banale falsifi- terli arrestare nell’ambito di una visione inchiostro su carta, 15 x 21 cm cazione della natura di questa lotta se economicistica, basata sul controllo dei 2 la si intendesse come contesa e rissa, consumi energetici e sulla ricerca di una Paolo Portoghesi Torre per appartamenti a Santa Marinella, 1966 attribuendo ad essa solo i caratteri del astratta qualità ambientale. Solo una inchiostro su carta, 24 x 32 cm 4 5 Toccare la Terra Dialogo con Kenneth Frampton Intervista a cura di: Alberto Pireddu e Paula Asturias 1 - Professor Frampton, nel libro Tetto- tura. Gli schizzi che accompagnano il nica e architettura: Poetica della Forma saggio “Platforms and Plateaus: Ideas of architettonica nel XIX e XX Secolo lei in- a Danish Architect” sottolineano chiara- vita a riflettere sul tema della fondazione mente il valore di questi elementi tettoni- e del basamento quali elementi struttu- ci: in essi il vuoto compreso tra i tetti che rali della tettonica e, conseguentemen- si librano in alto nello spazio e le piatta- te, sull’importanza di quella superficie forme vigorosamente ancorate al suolo di contatto tra il suolo e l’edificio in cui è enfatizzato dall’assenza di qualsivoglia sembra materializzarsi il “confronto tra struttura o chiusura verticale. l’ordine tettonico della costruzione e Inoltre la consapevolezza di una dialetti- l’ordine (intrinseco) della terra”.1 ca tra “la cultura di ciò che è leggero” e Che cosa significa, secondo lei, “tocca- “la cultura di ciò che è pesante” informa re la terra” in architettura? -come lei ha evidenziato- gli studi di 1 Utzon sulla “forma transculturale” e 2 - “Toccare la terra” vuol dire anche sulla possibilità di una combinazione tra contestualizzare l’architettura? Ricono- “paradigmi occidentali ed orientali”. scere le specificità di un sito? In che modo Utzon “gioca” con le forze gravitazionali della terra (tra leggerezza 3 - Durata e durabilità sono valori fonda- e pesantezza)? mentali dell’architettura, che è chiamata C’è un significato cosmico nel rapporto a sfidare il trascorrere del tempo. tra terra, piattaforma, copertura e cielo, A tal proposito è emblematica la sua così come suggerito da Sigfried Giedion? citazione di Auguste Perret “dobbiamo produrre cose che sembrano essere 5 - “No existe nada en Buenos Aires, pero sempre state lì”, che richiama i concetti ¡qué línea tan fuerte y majestuosa!” di radicamento e atemporalità. La linea cui Le Corbusier si riferisce, Rispetto a questa idea di durata, quale è in una conferenza del 1929 intitolata il rapporto tra l’architettura e la terra? Buenos Aires puede convertirse en una de las ciudades más dignas del mundo3 4 - “(…) la cima della montagna è stata trasfor- è quella “línea iluminada por la noche” mata in una cosa completamente indipenden- in cui si incontrano la terra ed il cielo, la te e sospesa nell’aria, separata dalla terra, e da pampa e l’oceano. 2 lassù non vedete altro che il cielo e il passaggio Su di essa egli immagina di adagiare i delle nuvole, - un nuovo pianeta”.2 suoi grattacieli, nel silenzio di una notte Con queste parole Jørn Utzon descri- stellata in cui tutto è magicamente rifles- ve le architetture precolombiane e la so dalle acque del Río de la Plata. “piccola montagna” del Monte Alban Alla pagina 29 del V volume (1946-1952) 1 nel sud del Messico, rivelando il suo della sua Œuvre Complète, Le Corbu- Le Corbusier Buenos Aires ©FLC by SIAE 2010 profondo interesse per le grandi piatta- sier pubblica l’immagine di una pesante 2 forme sopraelevate. montagna che si appoggia sulle fragili Jørn Utzon Schizzo dal saggio Platforms and Plateaus: Il solido, indeformabile, basamento e le guglie di una cattedrale gotica. Ideas of a Danish Architect, “Zodiac” 10 audaci coperture sospese sono i due Il significato di questo enigmatico col- (1962): 113-123 Si ringrazia Jan Utzon per aver autorizzato la principi sui cui si fonda la sua architet- lage può essere compreso, forse, solo pubblicazione delle immagini 6 7 4 3 3 Le Corbusier Das Dach der Kapelle trägt Aluminiumplatten ©FLC by SIAE 2010 4 Le Corbusier La toiture (construction en coque) ©FLC by SIAE 2010 8 9 5 5 © Giovanni Chiaramonte Venezia, 2008. Per Carlo Scarpa 10 11 6 7 8 9 entrando nella Cappella di Notre-Dame Preferirei rispondere alle vostre diverse sollevando l’edificio dal suolo attraverso intimamente connesso al processo della interagiscono reciprocamente al fine du Haut a Ronchamp, dove la copertura domande attraverso un’unica e conti- i pilotis e, secondariamente, riducendo vita. È significativo in questo contesto di garantire la stabilità di una struttura, in cemento armato pare levitare sulle nua riflessione sul potenziale dell’archi- la copertura ad una superficie piana che architettura è un sostantivo mentre possiamo ancora operare un distinzione pietre dei muri sottostanti, posandosi tettura in termini di auto-realizzazione che può, paradossalmente, riaffermare ciò che gli inglesi chiamano building è tra la tendenza alla compressione del delicatamente su pochi elementi puntuali delle specie. Trovo qualche difficoltà nel se stessa come un piano artificiale so- un gerundio. Ma entrambi (architecture basamento e la tendenza alla tensione e lasciando un respiro d’aria e di luce. comprendere l’espressione “toccare praelevato, miracolosamente sospeso e building) sono ugualmente esposti alle della copertura. Nella “cultura di ciò Le Corbusier solleva la roccia e costruisce la terra” poiché non ho mai utilizzato sull’atavica terra. debilitanti forze della natura, soprattutto che è pesante” il basamento sollecitato una nuova montagna sopra il tetto della questo termine. Allo stesso tempo, tale Nell’autorevole saggio di Eduard Sekler ai danni causati dal clima e dall’uso. a compressione si eleva come se do- chiesa: così, almeno, suggerisce quella concetto sembra essere indirettamente “L’Architettura e il Fluire del Tempo” Tuttavia, proprio perché l’architettura vesse avvolgere l’intero edificio, mentre fotografia -contenuta anch’essa nella relazionato alla tesi di Vittorio Gregotti (1987), si legge: sta dentro e contro il fluire del tempo, nella “cultura di ciò che è leggero” è la Œuvre Complète- che ritrae la copertura secondo la quale l’architettura non inizia L’architettura ed il tempo si intrecciano in dovrebbe avere la capacità di essere copertura a prevalere. Jørn Utzon è un come un immenso prato, sullo sfondo del con la capanna primitiva bensì con il “ri- molti modi e sono soggetti ad un’influenza segnata dal tempo, in altre parole, do- architetto esemplare in questo senso dal quale un pino sembra nascere dalla terra conoscimento di un sito”, con lo scopo reciproca. Il tempo (chronos), secondo i filo- vrebbe essere in grado di registrare il momento che la sua opera si basa su un per stagliarsi contro l’azzurro del cielo.4 di stabilire, come egli stesso sottolinea, sofi Orfici, ha come compagno la necessità degrado dovuto agli agenti atmosferici dialogo sempre mutevole tra il basamen- Quale è, secondo lei, il rapporto dell’opera un cosmos nel primordiale chaos della (ananke). Ma anche l’oblio è un compagno etc. nel lungo viaggio verso il proprio to e la copertura. Tuttavia l’opera di Carlo di Le Corbusier con la forma tettonica? natura. Il basamento può così essere del tempo, e nella lotta contro il suo potere eventuale declino. Tutto ciò conferisce Scarpa ci obbliga a riconoscere un terzo In che modo egli “tocca la terra” con le visto come un’elaborazione di questo di divorare ogni cosa, l’architettura è uno dei alla durabilità un significato altamente termine, vale a dire il waterwork come sue architetture? primo gesto volto alla creazione di più fedeli alleati dell’uomo. complesso, in quanto il passaggio del integrazione al basamento, nello stesso un microcosmo. I Quattro Elementi Nel passato, un’opera derivava la propria tempo si manifesta insieme culturalmen- modo in cui il podium della capanna 6 - Nell’introdurre il capitolo Carlo Scarpa e dell’Architettura di Gottfried Semper autenticità non solo dalla personalità del suo te e fisicamente. Forse dovremmo anche primitiva di Semper è sollevato dal suolo l’adorazione del giunto, lei descrive il basa- del 1851, comprendenti il basamento, il artefice, ma anche dal fatto che l’opera era in notare, in questa occasione, la fonda- per facilitarne il drenaggio. In altre parole mento stereotomico che l’architetto inseri- focolare, il tetto e la leggera membrana totale armonia con i più alti obiettivi spirituali e mentale opposizione tra monumentalità il basamento presuppone il waterwork sce nel cinquecentesco palazzo della Fon- di chiusura, possono essere semplificati sociali della cultura nella quale nasceva. e strumentale utilità. Nella misura in cui e viceversa. Questo sottoinsieme com- dazione Querini Stampalia a Venezia: un in una fondamentale opposizione tra il Oggi è più difficile definire simili obiettivi la pratica architettonica contemporanea plementare è particolarmente evidente ripiano-vassoio monolitico in calcestruzzo, basamento e la copertura. Poiché que- comuni. Spesso essi sono stati sostituiti incrementa la propria strumentalità, nell’opera di Scarpa, sebbene sia pre- che contiene e rappresenta l’allagamento sta diade può essere rapidamente asso- dal tanto decantato ideale dell’auto-realiz- diviene sempre più nemica del fluire del sente in una forma o in un’altra attraverso stagionale della città ed è accessibile, ciata con la terra, da un lato, ed il cielo, zazione individuale, un ideale che costringe tempo e tende a tradursi, in questo sen- tutta la cultura architettonica. contemporaneamente, dal campiello e dal dall’altro, siamo vicini all’heideggeriano l’artista a confidare esclusivamente sulle so, in un bene ammortizzabile. canale attraverso un leggero ponte e le “quadrato” cosmologico di terra, cielo, proprie forze spirituali; l’autenticità allora di- Per quanto concerne il vernacolare, sono Firenze - New York, Ottobre 2010 arcate di un portego esistente. divinità e mortali. E, allo stesso tempo, viene qualcosa di estremamente personale, stato sempre affascinato dall’universale L’intervento di Scarpa incarna i carat- diveniamo pienamente consapevoli qualcosa a volte persino discutibile. alternanza tra “la cultura di ciò che è pe- teri più tipici della tradizione costruttiva dell’orizzonte come di quell’incontro tra Così l’architettura come attività genera- sante” e “la cultura di ciò che è leggero”, veneziana, risolvendo il problema del la terra ed il cielo che è fondamentale trice di un mondo che trascende la vita in funzione del clima e dell’immediata passaggio tra l’acqua la terra e con- per tutta l’architettura. Ma ciò non smi- degli uomini è chiamata a contrastare disponibilità di materiali da costruzione tribuendo a sostenere (idealmente) la nuisce l’importanza dell’opposizione tra le forze erosive del tempo e perciò do- naturali. Nella calura priva di alberi del 1 Vittorio Gregotti, Introduzione, in Kenneth Fram- delicata architettura soprastante. il basamento e la copertura, neppure col vrebbe, nella sua essenza più profonda, deserto si costruisce con la pietra, esem- pton, Tettonica e architettura. Poetica della forma architettonica nel XIX e XX secolo, Milano: Skira, “Toccare la terra” a Venezia possiede fatto che tra i due, il basamento è quello essere durevole. In questa circostanza pio di ciò che è pesante, mentre in una 2007, p. 9-12. da sempre un significato particolare. veramente fondamentale. I Cinque Punti si può distinguere tra la monumentalità foresta dal clima temperato si costruisce 2 Jørn Utzon, Platforms and Plateaus: Ideas of a Da- nish Architect, “Zodiac” 10 (1962), p. 113-123. 6 - 9 Quale è, secondo lei, il contributo di della Nuova Architettura di Le Corbusier dell’architettura, così come è acutamen- con il legno, esempio di ciò che è legge- 3 Cfr., Le Corbusier, Buenos Aires puede convertirse Jørn Utzon Carlo Scarpa alla cultura tettonica in re- del 1926 possono essere visti, in questo te espressa dal termine tedesco denk- ro. Da ciò segue un vernacolare basato en una de las ciudades más dignas del mundo, in Schizzi dal saggio Platforms and Plateaus: Precisiones: respecto a un estado actual de la arqui- Ideas of a Danish Architect, “Zodiac” 10 lazione a questo suo singolare modo di contesto, come un tentativo di invertire mal che etimologicamente lega il pensie- sulla compressione in contrapposizione tectura y el urbanismo, Barcelona: Apóstrofe, 1999. (1962): 113-123 toccare insieme la terra e l’acqua? questa antica opposizione, smaterializ- ro al tempo, e la relativa impermanenza ad un vernacolare basato sulla tensione. 4 Cfr., Luis Moreno Mansilla, Ronchamp, excava- Si ringrazia Jan Utzon per aver autorizzato la da. En el sueño de la Sainte Baume, “Circo” n. 5, pubblicazione delle immagini zando entrambi i termini; in primo luogo, del di per sé rinnovabile vernacolare, E mentre queste forze quasi sempre 1993, p. 1-11. 12 13 1 Volando fra mappa e territorio Note sul lavoro di Alex MacLean Andrea Volpe In ‘Del rigore della Scienza’ Jorge Luis Alex MacLean è un fotografo america- Borges e Adolfo Bioy Casares immagi- no, architetto per formazione, da anni nano un Impero dove “l’Arte della Car- impegnato a documentare con la sua tografia raggiunse tale Perfezione che la macchina fotografica la bellezza, la tra- mappa d’una sola Provincia occupava sformazione ed il consumo del paesaggio tutta una Città, e a mappa dell’Impero degli Stati Uniti d’America in un continuo tutta una Provincia. Col tempo, codeste esercizio di puro equilibrio (aero)dinami- Mappe non soddisfecero e i Collegi dei co. Non solo perché Alex è capace di Cartografi eressero una Mappa dell’Impe- scattare foto e pilotare il suo aereo al me- ro che eguagliava in grandezza l’Impero e desimo tempo, ma soprattutto perché nel coincideva puntualmente con esso...” suo lavoro confluiscono in egual misura e Quasi una profezia di quello che possia- senza alcuna contraddizione fotografia di mo esperire oggi grazie a Google Earth® paesaggio, analisi dei mali dello sprawl o ad analoghi sistemi informatici di na- urbano, lettura dei fatti urbani ‘à là Jane vigazione satellitare. Talmente precisi, Jacobs’ e racconto appassionato dell’in- accurati e disponibili all’interazione con sostenibilità ecologica del modello di il pubblico da farci confondere oramai sviluppo urbanistico ed economico ame- la realtà con la sua rappresentazione. ricano, oramai impostosi a livello globale. Un confine che Jean Beaudrillard in Aspetti che inevitabilmente finiscono per ‘Simulacro e simulazioni’ dichiara oramai influenzare lo stato di salute del nostro 2 eroso e perduto citando non a caso pianeta, l’esaurimento delle sue risorse, il quella potente finzione borgesiana per suo progressivo riscaldamento. poi modificarne il finale a sostegno della Temi che generalmente tendiamo a non sua tesi. Se nel racconto originale è infatti considerare urgenti per distratta comodità sancito il predominio della realtà e l’inu- o forse per eccessivo terrore preferendo tilità di una così fedele rappresentazione inseguire la visione di una Mappa iper- mediante l’abbandono della Mappa “alle reale fatta di centri commerciali sempre Inclemenze del Sole e degl’Inverni” dei più mirabolanti, da raggiungere con auto deserti occidentali dove “rimangono sempre più grandi ed inquinanti, secondo lacere Rovine [...] abitate da Animali e un percorso pianificato con l’ultimo e più Mendichi”. Nella versione del sociologo sofisticato GPS. Temi che invece MacLe- francese è la simulazione della realtà, la an riporta alla nostra attenzione seducen- Mappa, a sostituirsi definitivamente al doci con l’eleganza delle sue immagini. reale, ovvero al Territorio. Un’inversione Borgesianamente concepite sulla grande che porta oramai il simulacro a precede- scala del Territorio e del Luogo. Ovvero su Tutte le foto sono riprodotte per gentile re l’originale; nel campo dei media come un sistema di relazioni, necessariamente concessione di Alex MacLean nel marketing, in economia come in poli- più vasto e complesso di ogni singola 1 tica: “D’ora in poi è la Mappa a precedere area di progetto, declinato dal fotografo Alex MacLean in volo sulla Lunigiana, 2010 foto Andrea Volpe il Territorio -precessione dei simulacri; in un’inesauribile ricerca di patterns grafici 2 è la Mappa che giustifica il Territorio e e textures che solo quel suo particolare © Alex MacLean Middlebury, Vermont se dovessimo raccontare la favola oggi, punto di vista – così simile all’occhio alato La decisione di bruciare i terreni agricoli in sarebbero del Territorio i brandelli che concepito dall’Alberti quale suo emble- seguito ai controlli sui pesticidi è una pratica controversa a causa del suo impatto sulla lentamente marciscono sulla Mappa.” ma- può consentirci di decifrare. qualità dell’aria 14 15

Description:
*consultabile su Internet http://www.progarch.unifi.it/CMpro-v-p-34.html . Piante ed animali architetti e la società intera hanno intravi- Enzo Crestini, Fabio Fabbrizzi, Renzo Marzocchi, Giovanni Pratesi, Andrea Ricci, Claudio
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