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teresita, la figlia di garibaldi e anita PDF

32 Pages·2015·1.38 MB·Italian
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ANNO XXXV - N° 3 AGOSTO - NOVEMBRE 2015 Firenze - Piazza S. Martino 1 POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (Conv. in L. 27.2.2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Firenze TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA PERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE VETERANI E REDUCI GARIBALDINI A F F RI A T A V TI A L E R A L E R A G A P A A N G E P M SI I E H C E T N E T T MI L A E N O ZI U T TI S E R A L R E P O T N O C L E D E R O T N E T E D E Z N E R FI P. M. C. T. P. O CI FI F U L' L A E R A VI N O I T PI A C E R O T A C N A M DI O S A TERESITA, LA FIGLIA DI GARIBALDI E ANITA C N I SOMMARIO IN QUESTO NUMERO Con l’editoriale di Annita Garibaldi, pubblicato anche nel portale in- La nostra risposta al terrorismo: ternet, l’Anvrg esprime il senso di dolore, di rabbia e smarrimento per resistere! i tragici fatti di Parigi, dopo gli attacchi terroristici contro cittadini iner- Annita Garibaldi Jallet pag. 3 mi che hanno provocato tante vittime e feriti, e intende manifestare solidarietà e amicizia ai francesi per quanto accaduto. Nello stesso PRIMO PIANO tempo, quale associazione fondata da resistenti italiani durante il se- Teresita, la figlia del Generale 4 condo conflitto mondiale che ben conobbero le atrocità della guerra, indica la via dell’arbitrato internazionale, dell’unità europea, della fra- ternità tra i popoli per realizzare la pace duratura tra le nazioni. Claudio Soldati pistoiesi e toscani nella Resistenza in Albania e Montenegro 6 Magris ammonisce che “la violenza va repressa con la violenza, ma anche esorcizzata con l’insegnamento del rispetto reciproco”. Ecco, su questo dovremmo tutti convenire, sull’educare al rispetto dei diritti Partizanski put. Un viaggio emozionante lungo le strade della umani, ricordando che la Dichiarazione Universale si apre con la forte Divisione Garibaldi in Montenegro affermazione “Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri Alessia Lauri 7 della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo.” Carovana 15 settembre 2015 Crediamo che una lezione appropriata su questo tema ci venga im- Enrico Leonessi 8 partita dalla conoscenza della nostra storia, in particolare dalla vicen- Il Dio d’America da – che riguarda da vicino i nostri soci più anziani – della Divisione Anna Maria Guideri 9 “Garibaldi” in Montenegro, che è stata oggetto di un interessante con- vegno a Pistoia ed ora di una mostra documentaria allestita dall’Ufficio Storico della nostra Associazione in Porta S. Pancrazio a Roma, che vi STORIA invitiamo a visitare. Il contributo più diretto e toccante sulle sofferenze Restaurazione, moti carbonari nel inferte dalla guerra è fornito dalle memorie di Eugenio Liserre nelle napoletano e costituzione del Regno delle due Sicilie pagine dedicate all’inverno ’43-44 in Montenegro e Bosnia quando mi- gliaia di militari italiani divenuti partigiani morirono per i combattimenti, Angelo Grimaldi 10 la fame, il freddo e le malattie. Tra i tanti viene ricordata l’eroica figu- Jessie White Mario corrispondente ra del capitano Pietro Marchisio, decorato di quella medaglia d’oro carducciana che abbiamo vista indossare dal figlio, il nostro consocio Pier Luigi Antonello Nave 12 Marchisio, da poco scomparso, come si legge nelle pagine di questo Giuseppe Garibaldi eroe offeso fascicolo. Giovanni Zannini 14 Un numero ricco di articoli su fatti e personaggi del nostro Risorgi- mento, molti legati alla tradizione garibaldina, ma anche specchio di Il nuovo “Garibaldi”… ovvero Garibaldi un’attività associativa che si concretizza in tante iniziative delle sezioni il Grande sparse sul territorio raccontate attraverso le cronache e le immagini. Ernesto Milanese 15 (s.g.) Bruto Valerio Giannini Vincenzo Masi 16 Camicia Rossa Luci e ombre della signorina di Castelvecchio Organo ufficiale dell'ANVRG - Largo Porta S. Pancrazio 9 - 00153 Roma Luciano Luciani 17 Direttore responsabile - Sergio Goretti Medaglioni jugoslavi – Kalinovik, Direzione, redazione e amministrazione - Piazza S. Martino, 1 - 50122 Firenze sfinimento Sottoscrizione permanente - versamenti in c/c postale n. 10420529 intestato a «Camicia Eugenio Liserre 19 Rossa» - Piazza S. Martino, 1 - 50122 Firenze - Gratis ai soci dell'ANVRG La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Non si restituiscono manoscritti, anche se non pubblicati. È consentita la riproduzione di articoli o parte di essi solo se LIBRI RICEVUTI 19 ne viene citata la fonte. Ogni forma di collaborazione è assolutamente gratuita. Impaginazione e stampa - Rotostampa Srl - Via Gattinella, 15 - Campi Bisenzio BIBLIOTECA GARIBALDINA 22 Autorizzazione del Tribunale di Arezzo n. 5/84 del 15.3.1984 - Iscrizione R.O.C. n. 9708. Il numero è stato chiuso il 15-11-2015. CRONACHE DALLE SEZIONI 24 In copertina: La famiglia Garibaldi in una litografia del XIX sec. in mostra, in copia, a Caprera. Da sinistra: Teresita, Stefano Canzio, Menotti (con la bandiera), Ricciotti, Francesca RICORDIAMOLI 30 Bidischini (moglie di Menotti), Garibaldi con Manlio e Clelia (in braccio).  CAMICIA ROSSA LA NOSTRA RISPOSTA AL TERRORISMO: RESISTERE! A noi che siamo una associazione combattentistica e partigiana, a noi che portiamo viva la memoria della sofferenza dei nostri avi e di parenti ancora prossimi, di milioni di morti tra le Forze Armate e nella popolazione civile, a noi che ricordiamo le guerre dichiarate ma anche il razzismo, la xenofobia, e la miseria generata dai conflitti, la fame, le malattie, le città distrutte, le famiglie disperse … a noi tocca non lasciarci trascinare sulla strada della violenza, che sfortunatamente attrae le società nelle quali viviamo. La guerra, spesso evocata, do- vrebbe scoppiare solo dopo il fallimento di tutti i mezzi umanamente immaginabili per evitarla. E’ forse persino superata nell’attuale configurazione della società internazionale, dove nessuno ignora che gli Stati nazionali non siano più in grado di regolare gli equilibri del mondo. Nascono altrove gli equilibri politici, e soprattutto eco- nomici. Sono sempre più oscuri e lontani i centri reali di decisione. La diffusione di armi micidiali, il commercio delle stesse fino a livelli impensabili (ragazzini, quasi bambini, armati di terribili mitragliatrici alle terrazze di un caffè a Tel Aviv, per evocare solo una “fotografia” che non posso togliere dai miei occhi) già fanno presagire la fine di conflitti armati dichiarati, tra eserciti regolari, ormai inutili i manuali atti a regolare i combattimenti. La società internazionale non ha maturato le istituzioni moderatrici dei conflitti, seppur si sia data alcuni meccani- smi operativi. Non parliamo dell’Europa, che non ha né politica comune di difesa né politica estera, seppur sia spinta dalle circostanze a coordinamenti e cooperazione che tuttavia non sono meccanismi atti a consentire decisioni tempestive e unitarie. Il fatto che per la seconda volta in pochi mesi sia stata la Francia ad essere colpita dalla nuova forma di guer- ra che semina terrore tra le popolazioni, distruggendo l’animo ancor prima che i corpi delle nazioni, è istruttivo. Era quasi evidente che la prima forma di questa nuova “guerra” dovesse svolgersi contro gli Stati Uniti, prima potenza mondiale, e contro le loro giustamente orgogliose Twin Towers. Le forme più eclatanti nell’ondata ininterrotta di terrore che da allora hanno investito il mondo si sono ora scatenate contro la patria-simbolo della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità. Non voglio con questo dire che la Francia sia sempre esemplare nei suoi comportamenti, ieri ed oggi, ma è pur vero che per quei meccanismi misteriosi che danno vita ai miti, essa è, essenzialmente attraverso Parigi, il faro di una cultura che sa rinnovarsi abbastanza per essere sempre gio- vane e moderna. Oggi, sanguinante com’è la Francia, impaurita ma degna nella sua paura, è nella Marsigliese che si riassume ancora il canto più libero e forte: dice che troveremo modo di resistere e di lottare. Certo dispiace che il silenzio sia calato da noi europei dopo i fatti di “Charlie Hebdo”. Certo dispiace che non sia chiaro a tutti che questa non è una “guerra” di religione, perché siamo tutti laici, e religiosi come ci pare, in un mondo libero, dove si è cristiani, musulmani, buddisti, liberamente e con tolleranza verso gli altri, e verso tutte le diversità. Per lo meno ci si prova. Chi sparge terrore, usando con diabolica capacità i mezzi moderni di informazione di massa, vuole snervarci, seminare in noi il dubbio, renderci inermi nello spirito, e se lo siamo saremo sconfitti senza combattere. La risposta è una sola, come sempre: resistere, opporre alla sofferenza di nuovo imposta le nostre intime certezze, la nostra fede nel valore della democrazia. Noi vogliamo la pace, l’abbiamo vissuta felicemente, magari senza accorgercene, svegliandoci alla mattina in un mondo di pace, nel quale sono cresciuti i figli del dopoguerra e i giovani di oggi. Le guerre della decolo- nizzazione sono passate spesso lontane, e così il Vietnam e tanti altri conflitti. Noi europei siamo stati protetti. I fatti di oggi ci dicono che questo è finito, e che di nuovo non siamo popolo, che siamo divisi, e che un manipolo di criminali armati fin ai denti anche e sopratutto degli strumenti più moderni della propaganda politica ci può prendere tutti in ostaggio, e conquistare i nostri giovani. E non capita solo, sia ben chiaro, agli altri. Certo sarebbe stato bello in questa circostanza che fosse sventolata la bandiera blu stellata dell’Unione su noi tutti europei, ma non è così. Essa non ha ancora assunto il valore emotivo del tricolore che sventolò sulla Bastiglia e che fu simbolo della Repubblica, tanti anni or sono. Ebbene conserviamo quest’ultima, unita alla nostra, come fu ai tempi della vittoria di cui celebreremo presto il centenario, come fu ai tempi della vittoria di settant’anni or sono, preparata Oltralpe dal fiore dell’antifascismo, finché sarà matura l’unità. Non posso dimenticare che la Francia volle che tutti gli orfani di persone non francesi, italiani, spagnoli, po- lacchi, ecc, che avevano lasciato la vita nella Resistenza al nemico nazista combattendo a fianco dei francesi, fossero “adottati dalla nazione”. Fui tra questi, senza che mi fosse mai chiesto di abbandonare la mia naziona- lità, ma mi si regalò quella della nazione fraterna. Se mio padre Sante era “Mort pour la France” come i fratelli Bruno e Costante, questo voleva significare che era morto per una certa idea della libertà, non potendo in quei frangenti lottare per una nazione che l’aveva dimenticata. E questo non lo aveva predicato lo stesso Giuseppe Garibaldi? Grande lezione di globalizzazione degli ideali. Dobbiamo insegnare con i fatti a chi ci aggredisce che la violenza impressiona a termine breve, ma che sarà la cultura della pace che li manterrà liberi, anch’essi, nelle loro nazioni, come noi nelle nostre. E che per questo vale la pena di lottare, vivere e morire. Annita Garibaldi Jallet CAMICIA ROSSA  PRIMO PIANO TERESITA, LA FIGLIA DEL GENERALE Anche quest’anno la mostra creata dall’ANVRG seguita a Caprera quando il padre, dopo il ritorno dal è stata accolta nel Mulino a vento di Caprera. Tema: secondo esilio, l’ha voluta con sé. La si vede per la pri- Teresita Garibaldi, figlia del Generale e di Ana Maria ma volta in pubblico, ne testimonia un quadro di Erulo Ribeiro da Silva. Lo spunto si trova nel grande quadro Eruli presente nel Museo del Risorgimento di Milano, presente nella Casa-Museo, la foto del matrimonio del- quando accompagna il padre e il fratello maggiore alle la giovane con Stefano Canzio, ma soprattutto nella Mandriole, presso Ravenna, per prelevare i resti mortali tomba di Teresita, sepolta nel cimitero di famiglia. di sua madre, affidati poi ai Signori Deidery che li porta- E’ il terzo anno nel quale, seguendo il suggerimento no a Nizza. Siamo nel 1859, lei ha 14 anni. della dott. Laura Donati, direttrice del Compendio gari- Si è fatta insofferente alla sua condizione di reclusa baldino di Caprera, si presenta al pubblico una mostra sicché Garibaldi pensa presto di farla sposare. Il ca- illustrativa di un cimelio: il primo anno, partendo dal- rattere è particolare, la bellezza anche, la ragazza è le foto di Bruno e Costante, figli di Ricciotti Garibaldi e interessante. I migliori testimoni della vita a Caprera, Constance Hopcraft, morti in Argonne, furono esposti Maria Speranza von Schwartz e Carlo Augusto Vecchi documenti e fotografie della campagna del 1914- lasciano di lei ritratti significativi. 1915. L’anno scorso si è illustrata proprio la Il famoso episodio del ballo con il padre, che figura di Constance Hopcraft: una fotografia nel racconto di Vecchi verte a elogiare l’af- la rappresenta da crocerossina. Per l’oc- fetto del genitore ma in verità narra di una casione si è ricostituita la sua famiglia di ragazza che vuole andare a passeggio origine. con i suoi coetanei più che ballare col La figlia di Garibaldi e Anita era tra padre. Sicché Garibaldi autorizza Tere- i meno conosciuti dei Garibaldi. Tutta sita a raggiungerlo a Napoli al termine la storia della sua vita è stata segnata della Spedizione dei Mille. Lì conosce dalla discrezione e dal sacrificio che Stefano Canzio, dei Carabinieri ge- le fu imposto, in una famiglia domi- novesi, ed altri giovani ufficiali. Tor- nata da un mito di segno maschile nando a Caprera, il Generale porta che, almeno nello stretto cerchio dei Stefano con sé nell’isola, con un altro parenti anche acquisiti, andava pro- giovane ufficiale dei Mille, Francesco tetto. Bidischini, figlio di un caro amico dai Teresa, o Tita da bambina, e Tere- tempi della giovinezza a Istanbul. Fra sita più tardi, nasce il 22 marzo 1845 a Teresita e Stefano nasce l’amore. Montevideo, terza dopo Menotti (1840) Sembra che Canzio, seppur convinto e Rosa (1843) e prima di Ricciotti (1847) dell’interesse in lui destato da parte di Tere- assieme al quale sarà battezzata prima della sita, non osasse chiedere la mano della figlia partenza per l’Italia. Il padre manifesta nei suoi del Generale. Garibaldi, accortosi dei loro senti- riguardi una profonda tenerezza, ma vede in lei, come menti, interrogò Canzio sulle sue intenzioni, che imme- nei figli, come vedrà nel genero Canzio, un ideale da diatamente il giovane dichiarò. La famiglia del giovane realizzare, che non lascia spazio a scelte di vita alter- genovese (Stefano è del 1837) è parte dell’epopea ri- native. E in una celebre lettera da Boston, riportata nel- sorgimentale: sono artisti e poeti, Stefano è cugino di l’Epistolario sulla soglia del ritorno, disegna per lei un Michele Novaro, che ha musicato l’inno di Mameli. Per il avvenire terrificante di dedizione a lui, da vecchio, e al loro matrimonio arriva alla sposa una splendida collana fratello Ricciotti infermo. Nel 1853, forse tra i primi saggi di pietre preziose, dono di Vittorio Emanuele II, che la della sua scrittura – Teresa ha otto anni – la bimba scri- giovane forse non indosserà mai per la vita modesta ve al padre, che così risponde: “ebbene io non pretendo che Caprera imponeva e che continuerà a Genova, per più ad altra, che quella di vivere vicino a te e bearmi la condizione economica della nuova famiglia e a causa dell’affetto tuo. Consacrare il resto de’ miei giorni al tuo delle continue maternità, che saranno 16 in 24 anni. destino, ed appoggiarmi quando non più capace di reg- Il matrimonio di Teresita si celebra a Caprera, tra gli germi alle pietose ed amorevoli tue cure...”. amici intimi. Testimone della sposa è il generale Avez- Poi Garibaldi parla alla figlia dell’incidente che ha zana. A Garibaldi va la scelta dei nomi dei nipoti, nomi reso infermo il piccolo Ricciotti, tenta di consolarla, e che sono il riflesso dell’epopea: Mameli, Anzani, Lin- così conclude: “La tua missione in questa vita più pe- coln… e per il quarto figlio, una bambina, Annita, che nosa diventa! Non un vecchio padre solo ti toccherà di nasce in casa. Una vicenda particolare unisce i fratel- sorreggere, ma di più lo stroppio fratello”. li Foscolo e Cairoli, perché alla morte di Foscolo, nel La giovane ha un’adolescenza soffocata, confinata 1906, la sua vedova, Elsa, figlia del garibaldino Achille a Caprera con la famiglia Susini e con Giuseppe e Vin- Fazzari, sposerà il cognato Cairoli. Un altro garibaldino cenza Deidery che l’hanno accolta in casa loro a Nizza celebre entrerà nella famiglia, Celso Ceretti, la cui figlia negli anni dell’assenza del padre (1849-1854) e l’hanno sposa Giuseppe Garibaldi Canzio. Altri nomi dei figli di  CAMICIA ROSSA Teresita scelti dal Generale vengono dalla storia antica: trimoni di casa Canzio, nascono i primi nipoti. Il nome Decio, Leo… L’albero genealogico, creato per il museo di Teresa va alla figlia di Foscolo, e il meno scontato, di Riofreddo e sviluppato fino alla sesta generazione, è Garibalda, alla figlia di Giuseppe Garibaldi Canzio, pe- stato affisso nella mostra di Caprera, suscitando molta nultimo figlio di Teresa. Numerosissima la discendenza curiosità. Negli anni successivi al matrimonio nascono dei Canzio in Italia. Il ramo più conosciuto è quello di e si ritrovano a Caprera sia i numerosi figli di Teresa sia Decio Canzio, che ha dato a Milano uomini di cultura e i giovani figli del Generale e di Francesca Armosino, imprenditori dell’editoria. Clelia, Rosa e Manlio. Alcuni manifesti presentati nella mostra, in dimensio- Teresa, devota al padre e al marito, segue attenta- ne ridotta, illustrano il concetto che accompagna tutta mente ma da lontano le loro attività. Accetta, per esem- la visione della vita di famiglia di Garibaldi. Attorno a lui pio, di essere affiliata alla loggia massonica “Carità e i tre maschi, Menotti, Ricciotti, senza le loro consorti, Anita” il 20 luglio 1867. Il diploma porta la firma autogra- e Stefano Canzio assieme, lui, a Teresita. Nella corri- fa di Garibaldi e la data: Vinci, 20 agosto 1867. Garibal- spondenza, Garibaldi si indirizza a Stefano chiamando- di stesso assicura le numerose associazioni dedicate lo “Mio caro Figlio” e lo incarica di un bacio a Teresita all’emancipazione della donna della vicinanza morale e bambini. Grande ammiratore delle virtù delle donne, della figlia. Ma non tollera che Canzio sviluppi ambizio- il Generale si è rivelato in famiglia un patriarca assai ni politiche personali, intromettendosi nei suoi rapporti tradizionale. con Mazzini e con il Governo italiano. Tuttavia interviene Teresita Garibaldi muore a soli cinquantotto anni, il 5 quando serve: Canzio, attraverso il quale Mazzini tenta gennaio del 1903, a Caprera dove è sepolta, unica dei un avvicinamento dopo il 1867, è arrestato a Genova figli di Giuseppe e Anita, nel cimitero di famiglia. per complotto antimonarchico, assieme a Stallo, Mosto Nel 1907, anno centenario della nascita di Garibal- ed altri mazziniani, e anche come membro dell’Alleanza di, Rosi Tommasi Morais pubblica “l’Isola Sacra”, con Repubblicana Universale. Vicino a Canzio, negli inten- prefazione del Generale Canzio. Canzio scrive che ti, è sempre il giovane Ricciotti, che nel 1869 tenta un Teresa soffrì nel vedere lo stato d’abbandono nel qua- sollevamento a Madia, in Calabria, ed al quale Mazzi- le verteva Caprera – la tomba in particolare - qualche ni guarda con interesse, seppur il giovane non abbia anno dopo la morte di Garibaldi. E l’autore ricorda: “Fu l’importanza del cognato. Teresa tempesta il padre di Teresita, la figlia prediletta del Generale, che, soffrendo missive perché intervenga per la liberazione del marito. di quell’abbandono, volle evitarlo, ed affidò la cura di Nella casa di Via Asserotti 31, Garibaldi soggiornerà a abbellire quel luogo sacro al figlio Foscolo, il quale lo lungo, nel 1875, a perorare la causa del genero e di recinse di una palizzata, l’ornò di tutta la poesia dei fiori altri imprigionati per manifestazioni repubblicane, e a che il Generale amava tanto”. Sarà il figlio Cairoli a cu- esigere la loro liberazione, provocando con la sua sola rare il buon svolgimento delle celebrazioni per il primo presenza agitazioni popolari che consigliano una pron- centenario della nascita di Garibaldi a La Maddalena, ta liberazione degli imputati. nel 1907. Partecipa al Comitato per l’erezione della co- Canzio si ritrova nello Stato Maggiore di Garibaldi lonna che ricorda l’Eroe, organizza la visita a Caprera. nell’Armata dei Vosgi, nel 1870, per l’ultima volta a fian- Poi inizierà un lungo degrado, oggi dimenticato nel bel co del Generale. Teresita da alla luce in quei giorni il Compendio, al senso proprio rifiorito. figlio Decio. Stefano s’impegna poi nelle Saline di Ca- La mostra caprerina è stata inaugurata il 24 luglio e gliari, consentendo lunghi soggiorni a Caprera a Tere- tenuta aperta fino al 23 agosto mattina, grazie al presi- sita. Possiede le qualità di un grande amministratore di dente della nostra Sezione di La Maddalena Antonello cose e d’uomini, come dimostra durante il breve man- Tedde, ai soci e ad alcuni allievi dell’IIS Garibaldi del- dato parlamentare, quando tenta di proporre di nuovo il la città, per gentile interessamento della sua dirigente progetto di bonifica della Sardegna di Garibaldi, e negli scolastica prof. Bianca Maria Morgi e della prof. Marina ultimi anni della sua vita, dopo la morte di Teresita, alla Spinetti. Sotto il pino del cortile di Caprera si è riunito testa del Consorzio del Porto di Genova. Teresita è pre- per l’inaugurazione un pubblico numeroso e qualificato, sente, ma sempre in disparte. Di pomeriggio Stefano a testimoniare del successo dell’iniziativa nel tempo. La l’accompagna per una passeggiata nel centro città, e manifestazione è stata presentata dalla dott. Laura Do- non manca di testimoniarle affetto e rispetto. Lei in ve- nati, direttrice del Polo museale di Caprera, con una do- rità avrebbe voluto tutt’altro: partecipare alle guerre del cumentata relazione. Sono intervenuti l’Assessore alla marito, ma con lui, come fece sua madre. Non le sarà Cultura del Comune di La Maddalena, Maria Pia Zonca, consentito. che ha portato il saluto del Sindaco, e la dott. Giovanna Nel 1899, in occasione della visita dei Sovrani a La Damiani, Direttrice del Polo Museale della Sardegna. Maddalena e Caprera Teresa implora dal Re la grazia Gli interventi sono stati del prof. Giuseppe Zichi, presi- per gli insorti del 1° maggio 1898, tra i quali vi sono al- dente dell’Istituto per la storia del Risorgimento - Comi- cuni suoi figli. Sono anche anni di grave crisi economi- tato di Sassari – e di Annita Garibaldi Jallet, presidente ca. Due di loro, Anzani e Brown, emigrano e rimangono dell’ANVRG, curatrice della mostra assieme a Letizia per sempre in America del Sud, mentre Mameli torna Paolini. Molto apprezzata la presenza in apertura di presto. Don Domenico, parroco di La Maddalena, che ha pre- Da quegli eventi data il ritiro definitivo a Caprera di sentato l’atto autentico di matrimonio di Teresita e Ste- Teresita, la cui bellezza e salute sono ormai distrutte. fano Canzio e del Comandante della Scuola Sottufficiali Solidale a sua volta, la segue il marito. La vita di fami- Capitano di Vascello Claudio Confalonieri. (a.g.j.) glia si concentra nell’isola, lì si celebrano i primi ma- o CAMICIA ROSSA  A Pistoia giornata dedicata alla memoria dei militari italiani SOLDATI PISTOIESI E TOSCANI NELLA RESISTENZA IN ALBANIA E MONTENEGRO Sabato 17 ottobre a Pistoia, nella Sala Maggiore nella relazione dall’espressivo titolo “Storie di italiani del palazzo comunale si è svolta la seconda giornata dopo l’8 settembre in Albania”. Al termine alcuni stu- di studio dedicata ai soldati e ufficiali toscani che pre- denti dell’Istituto “Fedi-Fermi” di Pistoia hanno letto sero parte, dopo l’8 settembre ’43, alla Resistenza in brani dal diario di prigionia del ten. col. Pietro Palmati, Albania e Montenegro, grazie al Comune di Pistoia, combattente in Albania e internato nei campi di con- al Comitato unitario per la difesa delle istituzioni re- centramento. Il giovane storico Milovan Pisarri, prove- pubblicane (Cudir) e alla promotrice, la prof.ssa Lia niente da Belgrado, ha trattato un tema originale, di Tosi, figlia di un reduce dall’Albania. La prima giorna- grande interesse ancorché poco studiato, quello cioè ta, tenuta lo scorso anno, si era concentrata sui fatti degli ebrei profughi in Kosovo, Montenegro e Albania che precedettero e immediatamente seguirono l’ar- durante la guerra. A nome della rappresentanza diplo- mistizio; la seconda ha avuto come argomenti di ap- matica d’Albania in Italia, ha preso la parola lo scrit- profondimento le vicende dei militari italiani nei mesi tore Visar Zhiti, che, oltre ai saluti, ha anche tracciato successivi, i più difficili per i nostri soldati che scelsero un interessante quadro a sfondo letterario dei rapporti di diventare partigiani in terra straniera. tra l’Italia e l’Albania. Il responsabile scientifico Massimo Coltrinari ha La sessione mattutina si è conclusa con la commo- aperto i lavori delineandone l’articolazione e accen- vente testimonianza del reduce pistoiese Silvio Cec- nando alla strutturazione del programma pluriennale, carelli che combatté nelle fila della Divisione “Vene- mentre Nevila Nika ha assunto la presidenza dei lavo- zia” eppoi, da partigiano, prese parte alla liberazione ri mattutini. di Belgrado. L’intervento del Sindaco Samuele Bertinelli non è Nel pomeriggio Eric Gobetti ha parlato della Divisio- stato un semplice saluto, ma una riflessione a tutto ne “Garibaldi” dalla sua nascita, il 2 dicembre 1943 al campo sui temi della memoria, della storia rimossa, giugno ’44, ne ha illustrato le vicende accompagnate dell’oblio delle vicende dei militari italiani in Albania e da immagini e slide che hanno reso particolarmente Jugoslavia durante l’ultimo conflitto mondiale, del ne- efficace l’illustrazione del periodo più duro e difficile cessario rispetto dovuto a quanti hanno lasciato ricor- della Resistenza dei militari italiani in Montenegro tra di scritti. Il Sindaco ha salutato con affetto e commo- combattimenti, freddo, fame e malattie. Gobetti ha zione Giovanni Innocenti, già soldato della Divisione documentato, in particolare, la tragica marcia della II “Venezia”, che ha voluto essere presente nella Sala e III Brigata in Bosnia ed i rapporti talvolta tesi con i Maggiore nonostante l’età e la salute, accompagna- partigiani jugoslavi. to dai familiari. Il Sindaco ha anche ricordato il gari- Al termine il coordinatore della sessione Massimo baldino Gino Sotgiu, da poco scomparso, che ebbe il Coltrinari ha dato la parola a Sergio Goretti, direttore coraggio di raccontare in un libro la propria via crucis del periodico dell’ANVRG “Camicia Rossa”, che oltre di ferito della Divisione “Garibaldi” in Montenegro. A a portare il saluto della presidente nazionale Annita proposito della “Garibaldi” il Sindaco l’ha definita “un Garibaldi, ha tracciato un breve quadro delle attività caso più unico che raro, di militari italiani che fecero svolte attraverso la rivista per la divulgazione delle un regolare accordo con i partigiani jugoslavi per co- memorie dei reduci della Divisione “Garibaldi”. Nel- struire una divisione che rimase in armi e in divisa fino l’occasione è stato distribuito in originale il numero 2 alla fine della guerra, un fatto straordinario”. Il Sindaco del 1992 della rivista in cui vi è il lungo articolo dedi- ha auspicato infine la costituzione a Pistoia di un fon- cato alla inaugurazione del cippo, posto alle “Fornaci”, do delle memorie e dei documenti dei militari italiani in dedicato ai pistoiesi della “Garibaldi”, voluto dall’allora Albania e Montenegro che possa diventare un punto sindaco Marcello Bucci, recentemente scomparso. di riferimento nazionale per lo studio e la ricerca. Le altre relazioni del pomeriggio sono state svolte Dopo l’intervento, molto applaudito, del Sindaco da Armando Potassio, sul tema del mito garibaldino Bertinelli, ha avuto inizio la sessione antimeridia- nei Balcani e del suo uso nella resistenza jugoslava, na dedicata all’Albania con la relazione di Massimo da Slavo Burzanovic, sul ricordo dei soldati italiani nel Coltrinari incentrata sull’attività del Comando italiano Montenegro attraverso alcune storie e da Riccardo truppe alla montagna e sulle offensive tedesche nel- Baffi, sul tema degli internati militari italiani. l’inverno 1943-44, seguita dall’intervento di Lia Tosi Le conclusioni sono state tratte da Coltrinari, per la dal titolo “Ai pistoiesi sui monti albanesi con affetto”, parte scientifica, e dal Sindaco Bertinelli che ha colto che ha documentato le vicende di oltre 60 soldati pi- l’occasione per ringraziare i presenti per la loro parte- stoiesi in Albania mentre venivano proiettate foto ori- cipazione. Da parte nostra siamo grati per la presenza ginali di luoghi e soldati. di Paola Fioretti e Renato Sassaroli, rispettivamente Il frutto di accurate ricerche archivistiche è stato illu- presidente e segretario della Sezione Anvrg di Firen- strato da Nevila Nika, docente all’Università di Tirana, ze. (s.g.)  CAMICIA ROSSA PARTIZANSKI PUT, UN VIAGGIO EMOZIONANTE LUNGO LE STRADE DELLA DIVISIONE “GARIBALDI” IN MONTENEGRO Ci sono viaggi che più di altri aiutano a realizzare ne”. Una giornata in cui ho visto il barbiere del paese “il viaggio vero”, quello dentro di sé e dentro la pro- spuntar fuori con un piatto di ceramica lasciatogli da pria storia. Lo scorso settembre ho percorso per una una zia che lo aveva avuto in regalo dai soldati italia- settimana le strade del Montenegro, sui passi della ni, e l’emozione negli occhi delle figlie di due di quei Divisione Italiana Partigiana “Garibaldi”. Sono partita soldati. senza saper quasi nulla di questa vicenda, spinta solo Ho ascoltato e riascoltato la storia degli “Italiani bra- dalla curiosità e dalla mia smodata passione per tutta va gente” senza arrivare a capire fino a che punto cre- l’Europa che vive sull’altra sponda dell’Adriatico. Del derci. Che sì, è vero, prima della “kapitulacija” erano tempo che ho trascorso immersa nella storia e nelle nemici, ma poi si sono comportati bene e hanno la- storie legate alla Divisione “Garibaldi” mi restano im- sciato un buon ricordo. Tant’è. Di fatto, probabilmente pressioni vive, sui sensi e nella memoria. è andata così. Ma questo non cancella la violenza e la Ho bevuto ogni giorno caffè turco e grappa fatta morte provocata durante l’occupazione. in casa, mentre ascoltavo uno splendido novantacin- Sono rimasta senza fiato di fronte a canyon profon- quenne raccontare la sua versione dei fatti, o mentre dissimi, arditi ponti con storie da raccontare, e fiumi di osservavo il ritratto di Tito a mezzo punto, tra vecchie un colore tra smeraldo e topazio. E ho provato, senza foto e libri impolverati, nella sede di un circolo parti- riuscirci, a immaginare il freddo e la fame dei soldati, giano. sperando in quel poco di conforto che tanta bellezza Ho cercato sulle mappe e sui cartelli stradali i nomi deve pure aver recato loro, almeno a primavera, al- delle località più sperdute citate nelle memorie dei meno a chi era riuscito a superare l’inverno. A questo papà di due compagne di viaggio, figlie di due reduci pensavo facendo il bagno di mattina presto nelle ac- della “Garibaldi”, che con grande emozione ripercor- que placide delle Bocche di Cattaro. revano i passi dei loro padri. Ho partecipato con avidi- Mi sono fermata di fronte a decine di monumenti. tà alle chiacchierate, programmate o spontanee, con Lapidi commemorative, opere di ogni foggia, monu- studiosi o con semplici sconosciuti incontrati per stra- menti funebri. Uno in particolare si trova proprio al- da, che avevano molto da raccontare ed erano ben l’ingresso di un cimitero di campagna: sopra, nomi di felici di ascoltare quel pezzetto di storia che Antonio e partigiani italiani e jugoslavi, insieme. Un altro, tra pa- Gaetano, i “nostri” due partigiani, ci hanno lasciato. gliai e alberi da frutto, è l’unico monumento eretto alla Ho conosciuto gente orgogliosamente resistente, memoria della Divisione “Garibaldi”. fiera della limpida tradizione della propria regione. E L’ultimo che abbiamo visitato è un enorme parco ho visto la delusione negli occhi di uomini anziani che alla memoria, di grandissimo valore, abbandonato hanno vissuto forse troppo a lungo, tanto da vedere come Grahovo, il paesino nel mezzo del nulla che lo sgretolato il loro sogno. Hanno combattuto per la liber- ospita. tà, hanno pagato un duro prezzo per la realizzazione Sono infine tornata a casa, riconoscente per l’occa- dell’ideale di società in cui credevano, e alla fine tutto sione che mi è stata regalata, con tanta bellezza negli è crollato, trascinandoli in un’altra guerra e scaraven- occhi, con la ricchezza di relazioni nuove, con un gran tandoli poi, disorientati, su desiderio di conoscere me- un pianeta a cui non appar- glio la mia storia e quella di tengono. chi ha combattuto anche per Ho visto una signora la mia libertà. emozionatissima in un liso Alessia Lauri completo pantalone blu sa- lutarci con il pugno alzato Il viaggio della memoria or- quando ce ne siamo an- ganizzato da Eric Gobetti e dati da Berane, dopo una Vesna Šćepanović si è svolto straordinaria giornata pas- dal 5 al 12 settembre. Lungo il sata insieme ai partigiani a tragitto la piccola carovana ha commemorare la storia che incontrato testimoni, storici, in- ci lega. Non una giornata tellettuali e rappresentanti delle qualsiasi: l’8 settembre, che istituzioni e delle organizzazio- al di là dell’Adriatico, signifi- A Pljevlja (Montenegro) davanti al monumento alla ni reducistiche locali. Il percor- cativamente, non chiamano “Garibaldi”, il gruppo del viaggio della memoria con i so ha toccato le seguenti lo- “armistizio” ma “capitolazio- rappresentanti dell’associazione reducistica locale calità: Perast, Kotor, Virpazar, CAMICIA ROSSA  CAROVANA 15 SETTEMBRE 2015 Enrico Leonessi, socio di Firenze, a settembre ha a mantenere chiusi i varchi con la Siria. partecipato a un viaggio nel Kurdistan turco con una Il 13/9 e il 14/9 abbiamo visitato due campi profughi delegazione internazionale in risposta ad un appello intorno a Suruç, ed uno più distante, dove pochi giorni lanciato due mesi prima dal partito HDP - Partito dei prima l’esercito turco aveva devastato la scuola costrui- Popoli- per chiedere al governo turco che ottemperas- ta dagli australiani e l’ambulatorio. se alle delibere dell’Onu circa l’apertura di un corridoio Abbiamo consegnato al co-presidente del cantone umanitario per Kobane. Di questa esperienza ha fatto di Kobane oltre 20mila euro raccolti dalla Mezzaluna un resoconto che volentieri pubblichiamo. Rossa Kurdistan Italia onlus, per la ricostruzione di una scuola danneggiata. Egli ci ha spiegato che c’è l’inten- Nel luglio 2015, HDP (Partito dei Popoli: sinistra tur- zione di rendere agibili 370 scuole per l’inizio dell’anno ca e curda) aveva lanciato un appello internazionale a scolastico. Serve anche riaprire l’ospedale di MSF, e gli partecipare a una manifestazione al valico di frontie- ambulatori nei villaggi. Ci dice che non si tratta solo di ra turco-siriano che conduce a Kobane, per chiedere una ricostruzione materiale, ma anche di ricostruire una l’apertura di un corridoio umanitario, in ottemperanza società nuova ad opera soprattutto delle donne. a risoluzioni internazionali. Il 15 settembre, primo an- Una deputata HDP ci parla degli attacchi della polizia niversario dell’inizio dell’assedio di Kobane, è stata al quartiere di Sur, nel centro storico di Dyarbakir, e alla scelta come data dell’iniziativa, chiamata “Carovana 15 cittadina di Cizre. Quest’ ultima è stata posta in stato settembre”. Ho risposto all’appello e il 12 settembre ci d’assedio per 9 giorni, con interruzione di acqua, luce, siamo ritrovati, in circa 70 persone tra cui due deputati gas, telefono e internet, con i cecchini appostati sui tetti italiani a Urfa in Turchia. che sparavano su chiunque uscisse di casa. Approfittando della guerra civile, la regione setten- Oltre 20 persone sono state uccise, tra cui un neo- trionale della Siria, il Rojava, confinante con la Turchia nato, e alcuni feriti sono morti per mancanza di cure. Ci e abitata in prevalenza da curdi aveva proclamato l’au- invita quindi a recarci a Cizre per documentare quan- tonomia amministrativa. to accaduto. Al ritorno ad Urfa il nostro pulmino viene Negli ultimi anni il movimento curdo e il suo leader fermato a un posto di blocco, veniamo tutti perquisiti, Ocalan hanno abbandonato il marxismo-leninismo per anche i due deputati, e poi fatti ripartire. il confederalismo democratico: il popolo curdo, diviso Il 15/9 la Carovana dovrebbe recarsi al valico per Ko- tra quattro stati (Turchia, Iraq, Siria e Iran) non deve più bane, con la speranza che almeno una piccola delega- aspirare ad un proprio stato, al contrario, ogni regione zione venga fatta passare; invece ci comunicano che la deve avere un autogoverno democratico che garanti- richiesta è stata respinta dal Ministero degli Interni. sca la convivenza tra le varie etnie e religioni, affermi Il 16/9 la Carovana si divide in due gruppi: quello che l’ uguaglianza tra uomo e donna, assicuri la difesa dell’ si reca a Cizre viene accolto calorosamente dalla po- ambiente e legittimi l’ esistenza di milizie popolari di polazione e si forma un corteo spontaneo. Gli attivisti autodifesa. La democrazia deve partire dai quartieri e registrano le testimonianze e filmano i danni provocati ogni carica politica ed amministrativa deve avere una dalla polizia turca. co-presidenza formata da un uomo ed una donna. Io mi unisco invece al gruppo che si reca a Dyarbakir. Il confederalismo democratico è veramente entrato È sera quando varchiamo le possenti mura di basalto nel cuore dei curdi, infatti lo abbiamo sentito esporre da e ci addentriamo nei vicoli del quartiere, che in seguito deputati, da politici locali ma anche in un’emozionante alla proclamazione dell’autogoverno, aveva subito l’as- assemblea di quartiere tra i vicoli di Dyarbakir, capoluo- salto della polizia turca. Alcuni giovani iniziano a parlare go del Kurdistan turco. con le nostre guide e poi si offrono di accompagnarci La realtà del Rojava non poteva certo piacere né per evitarci spiacevoli incontri con la polizia. Ci sono al governo turco né all’ Isis, che attaccava Kobane, il ancora le barricate fatte con cassonetti e sacchi di ce- capoluogo di uno dei tre cantoni in cui si suddivide il mento; una moschea del XVI secolo e le abitazioni in- Rojava. Migliaia di persone in fuga si accalcavano al torno sono crivellate di proiettili. Ci dicono che alcuni confine poco distante, dove l’esercito turco aveva rice- civili sono rimasti feriti. Riprendiamo il cammino nelle vuto ordine di non farli passare. Decine di migliaia di at- stradine semibuie, dove agli incroci sono stati stesi dei tivisti curdi, turchi e internazionali accorsero al confine e grandi teli bianchi, per evitare che chi attraversa la stra- nonostante i getti degli idranti e i lacrimogeni riuscirono da sia preso di mira dai cecchini della polizia. Arriviamo a tagliare il filo spinato e a permettere il passaggio dei ad una piazzetta dove è montato un tendone in cui si profughi. sta svolgendo una riunione di cittadini del quartiere. 220 mila profughi vennero ospitati in campi gestiti Terminata l’assemblea, una ragazza, comandante dalle municipalità di Urfa e di Suruç, mentre il governo di una unità di difesa popolare ci descrive le violenze turco se ne disinteressava. Intanto a Kobane, le forze della polizia turca e mette in chiaro che i curdi non sono di autodifesa popolari, in cui numerose sono le donne terroristi perché non attaccano mai per primi, però se (40%), conducevano la guerriglia. Anche grazie ai bom- attaccati sono pronti a difendersi. Dopo esserci salutati bardamenti americani, nel gennaio 2015 cessava l’as- calorosamente torniamo a Urfa e da lì, il giorno dopo, sedio di Kobane. Purtroppo aiutare Kobane a risorgere ognuno nel proprio Paese per continuare a sostenere ed evitare che l’esperienza democratica non venga sof- l’esperienza democratica del Rojava. focata non è facile; infatti il governo turco ha continuato Enrico Leonessi  CAMICIA ROSSA IL DIO D’AMERICA In genere, quando si parla di laici- nascite e all’educazione sessuale pria indebitamente della “verità” e la tà, si fa riferimento alla concezione nelle scuole, che compie azioni ter- impone, pena l’ostracismo, la discri- democratica della separazione tra roristiche contro gli abortisti… trova, minazione, la persecuzione. Emble- due poteri: quello dello Stato – po- nel ventre molle della destra reaga- matica, a questo proposito, l’inchie- tere politico - e quello della Chiesa niana assetata di potere, la condi- sta della Commissione McCarthy – potere religioso. Tale concezione zione ideale per conquistare spazi contro i comunisti negli anni ’50. risale alla terza Repubblica francese sempre maggiori di consenso e di La commistione tra una religione e nel XIX sec., poi confermata da Ca- proselitismo. “La religione offre Dio una politica prive di anima cancella vour e oggi costituisce un caposal- i valori cristiani della misericordia e do della nostra Costituzione. Essa quelli laici della giustizia sociale per riconosce e attribuisce alle due approdare ad una visione comples- istituzioni funzioni e ambiti diversi. siva di estrema destra secondo la Banalmente, la Chiesa è chiamata quale la ricchezza è un merito, la a svolgere un compito spirituale, lo povertà una colpa. Stato, quello materiale, se pur con Al di là delle incrinature che na- le dovute “contaminazioni” rese scono all’ interno del mondo catto- necessarie dal perseguimento del lico, protestante, ebraico… il pen- bene comune. Se la separazione siero dominante è questo. L’idea dei poteri è condizione indispensa- universale della divinità si riduce a bile alla democrazia, non solo quella quella particolare della “proprietà” tra Stato e Chiesa, ma anche quella privata ed esclusiva di un dio, non di tra i tre poteri laici - legislativo, ese- misericordia, ma di vendetta, usato cutivo e giudiziario - di derivazione contro gli “infedeli”. E’ un dio perso- illuminista, lo è, ponendoci al ripa- nalizzato a immagine del modello ro dalla confusione dei ruoli e dalle socio-politico americano. In certi derive monopolistiche del potere. casi, più che di invasione della re- Questo per quanto riguarda le de- ligione nella politica, si può parlare mocrazie europee, ma altrove? Ad di una vera e propria estraneazio- esempio, in America la democrazia come garante del potere politico e ne dal collettivo per la sua assolu- è come la intendiamo noi o presen- della potenza militare e la politica ta incompatibilità con una visione ta aspetti sostanziali diversi? Che la favorisce e sostiene il fondamen- individualistica esasperata. L’autore laicità non sia un valore culturale ed talismo più estremo”. L’invasione individua una pluralità di cause che etico universalmente riconosciuto della religione nella sfera politica è hanno generato e diffuso un’insicu- è ampiamente dimostrato dall’infu- favorita, in America anche da una rezza sfociante, a volte, in una sorta riare delle guerre di religione che, mentalità formatasi nell’assenza di psicosi collettiva (vedi il suicidio con al centro lo Stato Islamico, fu- di una vera e propria separazione di massa nella Guyana, 1978), in nestano orribilmente i nostri giorni. dei poteri – i giudici sono nomina- un invasamento, facile preda degli Purtroppo però, il fondamentalismo ti dal Presidente degli USA – e più “imbonitori” di turno. La paura delle religioso non è solo appannaggio ancora dal frantumarsi del grande guerre (Vietnam…), il senso di soli- dell’Islam integralista. Del “tasso Protestantesimo americano colto e tudine e di spaesamento nelle me- di laicità” negli USA si occupa dif- democratico. Ne scaturisce una mi- tropoli sovraffollate, lo smarrimento fusamente Furio Colombo in un im- scela esplosiva e fuori controllo tale derivante dalla disgregazione so- pegnativo saggio: Il Dio d’America, da scatenare eccessi di intolleranza ciale e famigliare e infine le carenze religione e politica in USA, (Claudia- che trovano, nell’ambito delle sette culturali hanno reso il popolo ameri- na, Torino). L’opera si addentra in religiose, il loro sbocco più naturale cano particolarmente permeabile al modo capillare nei meandri del rap- e pernicioso. L’autore ci guida alla messaggio salvifico dei predicatori porto perverso tra Stato e religione scoperta di una miriade di chiese, catastrofisti che offrono soluzioni nell’America nel periodo compreso sette, movimenti religiosi vari che facili a problemi difficili all’interno di tra gli anni ’60 e ’80. Ne emerge un distaccandosi progressivamente una visione semplificata, fideistica e quadro complesso e inquietante dalle grandi chiese tradizionali assu- manichea della realtà. sul ruolo svolto dalle varie chiese, mono ruoli sempre più dominanti. E’ E il terrore millenaristico, che sette e movimenti religiosi nella vita il caso, ad esempio, dei neocristiani coinvolge trasversalmente sia la sociale, culturale, etica e politica e dei fondamentalisti che influenze- destra che la sinistra, può essere americana, da non avere proprio ranno sempre di più sia la vita re- placato solo rifugiandosi in un es- niente da invidiare, in tema di fanati- ligiosa, spogliandola totalmente del sere soprannaturale veicolato da smo, all’attuale Stato Islamico. - “La messaggio evangelico, sia quella figure marcatamente autoritarie. La Jihad americana”- come la definisce politica orientandola verso una de- laicità, base del liberalismo (e della l’autore – che nega i diritti umani e stra conservatrice, estrema, iniqua, democrazia), in America ha perduto civili, la cultura e la libertà di pensie- intollerante, guerrafondaia. Prevale la sua sfida. ro, che si oppone al controllo delle una visione manichea che si appro- Anna Maria Guideri CAMICIA ROSSA  STORIA RESTAURAZIONE, MOTI CARBONARI NEL NAPOLETANO E COSTITUZIONE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE di Angelo Grimaldi La Santa Alleanza formatasi nel Congresso di Vien- Essa, per i suoi ideali nazional-costituzionali, riuscì a na (ottobre 1814-giugno 1815) rappresentò l’unione ottenere un notevole consenso anche fra quegli strati delle potenze reazionarie per spegnere ogni moto di della popolazione che avevano diffidato dell’universa- libertà e restaurare le forme di governo assolutiste. Il lismo astratto massonico, di matrice essenzialmente Congresso si propose di dare all’Europa uno stabile franco-giacobina; in particolare fra i numerosi ufficiali equilibrio e di assicurare e difendere il principio di le- e soldati, veterani delle guerre napoleoniche, sui quali gittimità delle monarchie dominanti. il binomio “nazione-costituzione” esercitava una forte L’equilibrio si basava sull’accordo tra tutte le gran- attrazione. di potenze continentali europee per il mantenimento Carattere originale della Carboneria fu la sua di- della situazione interna ed estera dei vari paesi come chiarata accettazione dei rituali e dei principi della decisa al Congresso di Vienna. Per “principio di legit- religione cattolica; ciò permise l’adesione a essa di timità” doveva intendersi che i troni erano assegnati numerosi sacerdoti. Esisteva in questa setta una com- direttamente da Dio e, quindi, intangibili dagli uomini; mistione tra impostazione laica e religiosa, particolar- conseguentemente le monarchie preesistenti al perio- mente esplicitata nelle formalità di affiliazione. do ed ai rivolgimenti napoleonici dovevano essere re- Nella Carboneria, oltre all’impronta dominante da- staurate (status quo ante). I popoli non avevano alcun tale dalla borghesia, penetrarono anche ideali ispirati diritto di autodecisione. al socialismo utopistico, in particolare con l’apporto di Questo quadro stagnante imposto dai sovrani “re- Filippo Buonarroti, compagno di carcere e collabora- staurati” è solo apparente. In Europa si agitano forze tore, nella “Congiura degli Eguali” di Babeuf, il primo portatrici di nuove istanze politiche e giuridiche. Da socialista francese, sia pure utopista, a capo di una queste forze e da queste aspirazioni iniziano le ribel- corrente egalitaria che si proponeva come fine l’ugua- lioni e le contestazioni al “nuovo ordine” voluto dai glianza, non solo giuridica, ma anche economica fra congressisti viennesi. Riprendono quindi i fermenti gli uomini. L’italiano Filippo Buonarroti (Pisa, 1761 – nazionali (dopo le deluse e tradite aspirazioni nazio- Parigi 1837) fu a capo di un’attività cospiratrice (Adelfi, nali) con la borghesia più progressista che lotta contro Sublimi Maestri Perfetti, Mondo) in cui erano presenti l’assolutismo monarchico e i ceti aristocratici rivendi- elementi di una professione di fede comunista secon- cando la partecipazione alla gestione e direzione del- do i principi degli “Eguali”. lo Stato. Ormai la borghesia dell’età della restaurazione Nel periodo napoleonico era sorta una nuova clas- non è più quella che aveva promosso, alleata con le se di “proprietari”, i cui diritti erano tutelati dall’art. 544 masse popolari, la Rivoluzione francese. Con l’espe- del Code Napoléon1. La cesura politico-sociale della rienza termidoriana la borghesia si pone su posizioni proprietà assumeva aspetti dicotomici: rivoluziona- antagonistiche rispetto all’assolutismo e ai privilegi ria e conservatrice allo stesso tempo (la “proprietà” dei ceti aristocratici, rompe l’alleanza con i contadi- posta a fondamento del nuovo ordine sociale che ni, gli operai e il popolo minuto, nel timore che le sue si fondava sulla ricchezza, cioè sul censo, quest’ul- conquiste politico-giuridiche finissero nel vortice delle timo assunto come punto di riferimento per l’acqui- rivendicazioni egalitarie giacobine, le cui istanze politi- sizione dei diritti civili e politici nel costituzionalismo che riguardavano essenzialmente l’uguaglianza effet- Sette-Ottocentesco). I notabili-proprietari del periodo tiva, cioè economica e non solo l’uguaglianza formale, napoleonico volevano estendere la loro partecipa- cioè giuridica. L’aspirazione all’ordine della borghesia zione alla gestione e direzione del Paese (si trattava spesso coinciderà con posizioni ed aspirazioni reazio- di intervenire sul controllo della fiscalità locale e, di narie. conseguenza, sul bilancio statale). La richiesta di una Un aspetto poco indagato dei moti del 1820 è quel- costituzione – specialmente negli ultimi anni del co- lo politico-istituzionale, più in particolare si ricollega siddetto “decennio francese” (1806-1815) – divenne alla scelta – per il Regno delle Due Sicilie – della un leitmotiv costante (in particolare nel Regno di Na- Costituzione di Cadice nel 1812, che dava vita ad un poli) al quale i seguaci di Napoleone, dapprima non particolare sistema costituzionale-rappresentativo. vollero e, successivamente, non fecero in tempo a La Costituzione di Cadice concepiva una separazione dare una convincente risposta. Una diffusa insoddi- dei poteri in un sistema monocamerale, nel quale alle sfazione fu particolarmente avvertita dalla borghesia Cortes era affidato il potere legislativo su cui il sovra- progressista, dagli intellettuali e dai militari. Le criti- no poteva esercitare il veto sospensivo (al sovrano che, non trovando facile espressione a causa della ed ai suoi ministri era riservato il potere esecutivo)2. severa censura sulla stampa, trovarono uno sbocco Questa meccanica costituzionale in verità non è par- nelle società segrete, prima fra tutte la Carboneria. ticolarmente originale (a parte per la presenza di una 10 CAMICIA ROSSA

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trionale della Siria, il Rojava, confinante con la Turchia e abitata in La realtà del Rojava non poteva certo piacere né .. fia del mio diletto. Il mondo
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