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Teoria della Stabilità PDF

129 Pages·1987·17.869 MB·Italian
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La cultura è w1 bene dell'umanità antonio ruberti alberto isidori -1 • teoria della stabilità appunti dalle lezioni La cultura è nn bene dell'umanità prof. ing. antonio ruberti prof. ing. alberto isidori • teoria della stabilità appunti dalle lezioni :C1.~M~~ SIDEREA La cultura è nn bene dell'umanità © 1987 dell'Editrice SIDEREA-ROMA. Tutti i diritti sono riserva ti. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o tra smessa in qualsiasi forma e in qualunque modo: elettronico o meccanico, inclusi la fotocopia, la registrazione o qualunque altro sistema di imma gazzinamento e richiamo dell'informazione, senza permesso scritto della Casa Editrice. Le copie non firmate da uno degli Autori si ritengono contraffatte. Edizioni Scientifiche SI O ERE A - ROMA (I) Via delle Terme di Traiano. 5/a -(06) 736304 La cultW"a è nn bene dell'umanità CAPITOLO I FONDAME Hl I. 1.1 • Generai itò. Si considerino le equazioni: x(t) = f(t, x(t), u(t)) ( l. 1) = y(t) 77(t, x(t), u(t)) in cui t ER, x(t) E X, u EU e y(t) EY. Come è noto, le funzioni f ed 7J , insieme allo spazio di stato X, individuano una rappresentazione regola re o differenziale di un sistema S. Un pnmo problema che ci s1 può porre nell'analisi di tali rappre sentazioni, una volta stabilita l'esistenza e l'unicità delle soluzioni della ( 1.1). è quello di calcolare, in corrispondenza ad un dato stato ini zia.le x(t ) e ad un dato ingresso u, l'evoluzione dello stato x (t) e 0 quindi dell'uscita y(t) per t~ t • 0 In molti problemi applicativi, tuttavia, ha interesse non tanto la conoscenza della soluzione analitica o numerica 01 tale problema, quan to la possibilità di stabilire delle proprietà significative dell'evoluzio ne dello stato e dell'uscita. Dal punto di vista matematico un problema di tale tipo può essere inquadrato nell'ambito della teoria qualitativa delle equazioni differenziali (ini:liata da Poincaré attorno al 1880), che si propone di stabilire proprietà dell'insieme delle soluzioni di una e qu11zione differenziale senza effettuarne il calcolo esatto o appross'imato. Uno dei problemi di maggior rilievo nell'analisi di una rappre sentazione regolare kome pure nella teoria qualitativa delle equazioni differenziali) è quello relativo allo studio di proprietà di limitatezza e del comportamento asintotico delle soluzioni. Tale problema, esamina to sotto diversi aspetti, costituisce l'oggetto della teoria della stabi lità. A.RUBE!'lTl-A.ISIDORI: Teorio della Stab1htà La cultura è nn bene dell'umanità 2 Generalità I. 1 Prima di presentar e la trattazione formale conviene chiarire in tuitivamente il concett::i di stabilità. In termini molto generali, lo studio della stabilità ài un sistema consiste ne Ila valutazione e qualitativa> di alcuni aspetti del suo com portamento in presenza di e perturbazioni> agenti su di esso. Per esaminare alcune formulazioni matematiche dei problemi di = analisi della stabilità, sia x(t) cp(t, t , x , u) la soluzione della ( 1.1) 0 =0 corrispondente ad uno stato iniziale x(t ) x fiss:::ito e ad una asse 0 0 gnata funzione d'ingresso u. Ci si può allora porre il problema di esaminare come varia la so luzione della ( 1.1) rispetto a quella considerata al variare dello stato iniziale entro un prefissato intorno dello stato x . In particolare, se 0 x0 + 6 x0 è un punto dello spazio di stato e prossimo> ad x0 , ci si può chiedere se la soluzione ad esso corrispondente cp(t, t , x + 6 x , u) si 0 0 0 mantiene o meno e prossima> a cp(t, t , x , u), per t L t , e sotto quali 0 0 0 condizioni q>(t, t , x + D. x , u) tende a coincidere, per t .... oo, con cp (t, 0 0 0 t , x , u). In altri termini tale problema consiste nell'esaminare, fissat 0 0 l'ingresso, l'effetto i una ertur azione Ò x sullo stato · · · Si supponga ora fissato lo stato iniziale x e che al!' ingresso 0 u(t) sia sovrapposta, per t E(t ,t ), una grandezza disturbante S(t). fun 0 1 zione incognita appartenente ad una classe di funzioni assegnata: u(t) + Su (t) lì (t) = { u( t) Ci si può allora chiedere se la soluzione cp(t, t , x , u) si mantie 0 0 ne o meno e prossima> alla soluzione q>(t, t , x , u) per t L t e sotto 0 0 0 quali condizioni esse tendono a coincidere per t-co, al variare di Su(·) entro la classe prefissata. In altri termini ci si può chiedere quale sia l'effetto di una perturbazione S (t) agente sull'ingresso. ' u E chiaro che, se si fa riferimento a tempi successivi a t1, l'ef· fetto della perturbazione 8)t) agente sull'ingresso si può studiare e· quivalentemente esaminando l'effetto di perturbazioni sullo stato inizia le, considerando come stato iniziale lo stato all'istante t , x(t )= cp (t , 1 1 1 t0, x0,u [to,t l ), in cui cessa la perturbazione sul!' ingresso. Prcblemi a naloghi si p1ossono porre anche nel caso in cui la perturbazione S (t) u sull'ingresso si manifesta in tutti gli istanti successivi a t , ossia nel 0 caso di perturbazioni persistenti sull'ingresso (in tal caso non ci si può ricondurre però allo studio dell'effetto di perturbazioni sullo stato iniziale). Appare allora naturale chiamare stabile un sistema la cui evo• luzione è poco sensibile a perturbazioni sullo stato iniziale o sull 'in gresso, ossia in cui piccole perturbazioni danno luogo a piccole varia- La cultura è nn bene dell'umanità I. 1 Generalità 3 zioni nella sua evoluzione. Viceversa un sistema si dirà instabile se, per effetto di una piccola perturbazione, la sua evoluzione si allontana dalla situazione dinamica corrispondente all'assenza della perturbazio ne. Il corpo della teoria della stabilità è costituito essenzialmente di: a) definizioni; per sviluppare in modo rigoroso la teoria occorre definire in modo preciso cosa significa stabilità, instabilità, e distinguere diver si tipi di stabilità. Ci saranno òiversi tipi ài stabilità perché ci potran no essere :iiversi modi di reagire alle perturbazioni e ci potranno essere e.sigenze i:iiù o meno forti da soddisfare. b) condizioni; dopo le deiiniz1oni, è necessario stabilire quali condi zioni debbano essere soddisfatte in una rappresentazione e nei suoi pa rametri affinché si abbia un tipo o l'altro di stabilità. Queste prendono appunto ii nome di condizioni di stabilità. e) criteri; òopo aver stabilito le condizioni di stabilità è importante po ter verificare se tali condizioni sono soddisfatte o meno, senza calcola re esµlic-itamente le uscite. I ç.,rocedimenti che consentono di effettuare questa verific-a prendono il nome di criteri di stabilità. Il contributo fondamentale nella teoria moderna della stabilità è dovuto al matematico russo Lyapunov il quale, nel 1892, scrisse una ce lebre memoria sulle stabilità del movimento, che è rimasta il punto di partenza della teoria delia stabilità. La teoria di Lyapunov si è <limo~ strato la più efficace per lo studio della stabilità nei problemi applica tivi, in particolare in queìli ingegneristici. Questa teoria è stata• risco perta> dagli ingegner i negli anni '50 e da allora via vi a trasferita sul piano applicativo; oqqi è praticamente l'unica teoria che p_ermette di af frontare i problemi di stabilità su una base matematico seria, non solo Jnei casi lineari. ma anche in quelli non lineari.f 1.2 • Situazioni dinamiche di interesse. In tutta ia trattazione seguente si assumerà che il sistema S al lo studio sia descritto mediante una rappresentazione ingresso-stato-u scita: = ( 2. l') x(t) q>(t. t , x , u) 0 0 = ( 2. 111 y(t) 71(t, x(t). u(t)) ) Le situazioni ainamiche di maggiore interesse nell<:t teoria della stabilità sono le seguenti: La cultura è nn bene dell'umanità 4 Situazioni dinamiche di interesse 1.2 Traiettoria : è l'insieme così definito: = (2.2) i = {x €X: x q>(t, t , x , u)} 0 0 Essa è l'insieme di tutti i valori assunti dallo stato nell'evolÙ· zione a partire da un particolare stato iniziale ed in corrispondenza ad un particolare ingresso; essa dipende ovviamente anche dal!' istante i niziale. La traiettoria è un luogo di punti nello spazio di stato; nel ca so bidimensionale· (n = 2), ad es., la traiettoria può essere rappresenta ta come una curva nel pi~no cartesiano (x , x ) (vedi fig. 2.1). 1 2 Come già osservato, ciascuna traiettoria è legata al particolare sta- to iniziale ed al particolare ingresso X2 che caratterizzano l'evoluzione dello stato. Moto .(o movimento) è l'insieme co xo sì definito: = (2.3) ~ {(t, x(t)) € T x X: t~ T(t ). 0 Xl x(t) = q> (t, t , Xo, u)} 0 Essa è l'insieme delle coppie di valori (t, xl. nelle quali x è il valore assunto all'istante t dallo sta· Fig. 2.1 to nell'evoluzione a partire da un particolare stato iniziale ed in corrispondenza ad un particolare ingres· so. La differenza sostanziale rispetto alla traiettoria risiede nel fq_tto che questa volta si considera, accanto allo stato, anche I' 1 stante di tempo incui ilv alored ello s tèitOVI"eneassunto. '11 moto è un luogo di punti neIT'lnsieme T X X; nel caso bidimensionale, ad es., può es· sere rappresentato come una curva nello spazio cartesiano (t, x , x ) 1 2 (vedi fig. 2.2). Xl xo x2 Fig. 2.2 La cultura è nn bene dell'umanità 1.2 Situazioni dinamiche di interesse 5 E' chiaro che la proiezione del moto sul piano (x , x ) restitui 1 2 sce la traiettoria. La distinzione tra traiettoria e moto è fondamentale e se ne ve dranno presto le applicazioni. Nel primo caso interessa soltanto cono scere il luogo dei punti dello spazio di stato percorso dal sistema nella sua evoluzione; nel secondo caso interessa anche sapere in quale istan te ciascun punto dello spazio di stato viene raggiunto. Moto periodico : un moto si dice periodico se esiste un valore T per cui si abbia: = (2.4) cp ( t + n T, t , x , u) cp ( t, t , x , u) 0 0 0 0 per ogni intero n e per ogni t ET (t }. Il più piccolo T per cui lo (2.4) 0 è soddisfatto si chiamo periodo del moto. Ovviamente la traiettoria cor rispondente ad un moto perio- dico è chiusa, in quanto lo stato riassume le sfesse po sizioni periodicamente. Le traiettorie chiuse hanno spes so un nome convenzionale molto diffuso in certi capitoli dello teoria dello stabilità: ci clo limite. Nel caso bidimen· sionole un ciclo limite può assumere la configurazione indicata in fig. 2.3. Fig. 2.3 i equilibrio : uno stato x si dice di equilibrio se, nell'evolu- --- e zione lTbero avente origine da tale stato, lo stato del sistema si mantie- ne costantemente pari ad xe. In termini formali, uno stato di equilibrio è qualsiasi elemento xe di X che soddisfo la condizione: (2.5) per ogni t ET (t0). Gli stati di equilibrio sono dunque le soluzioni della (2.5). Con riferimento olle definizioni date in precedenza, si può dire che gli stati di equilibrio sono traiettorie degeneri (costituite da un solo elemento di X) corrispondenti ad ingressi nulli su T (t ). Ovvero, in al 0 tri termini, gli stati di equilibrio sono le traiettorie cQ.lli.sponden.tL.a-mo- 1t i periodici degeneri (moti periodici di periodo nullo).) La definizione qui presentato fa riferimento al caso di ingresso nullo (evoluzione libera). Non vi è tuttavia alcuna difficoltà a conside rare una definizione che faccia riferimento a un ingresso costante su T(t0); in tal caso la (2.5) va sostituita dallp: La cultura è Wl bene dell'umanità 6 Situazioni dinamiche di interesse 1.2 (2.6) avendo indicato con i.i il valore costante dell'ingresso. E' chiaro allora che gli stati di equilibrio dipendono dal portico· lare valore della costante i.i; non si perde di generalità, tuttavia, a stu diare il caso definito dalla (2.5) in quanto si può sempre pensare il va· lore di il che figura nella (2.6) come parametro del sistema. ba"• Definizioni di stabilità. Si daranno ora le principali definizioni di stabilità secondo Lya punov. In tutta la trattazione seguente, salvo esplicito avviso, si indi· cherà con x(t) il valore assunto dalla tunzione (j)(t, t0, x0, 0) e cioè il valore a>s11nto dallo stato in evoluzione libera ali' istante t, a par = ilieda uno stato iniziale x x(t ). Si assumerà inoltre che le s~lo 0 0 li stato X sia uno spazio vettoriale normato. Stabilità di uno stato di equilibrio: uno stato di equilibrio xe si dice stabile se: (3,l) 'r/g/ 3ò(e:,to): I llx(t ) - xell < S(c:, t0 ) ~ Il x(t)- xe Il< E 0 cioè se comunque si fissi un E> O esiste un S, che potrà dipendere da E e dall'istante iniziale t , tale che, se x(t ) • xe è in norma minore 0 0 di Ò allora x(t)-xe è in norma minore ài E, per ogni t ~ t • 0 Una esemplificazione grafica di questa definizione è data in fi· gura 3.1 con riferimento al caso bidimensionale. Sia xe uno stato di e· quilibrio; esso è stabile se, scelto un intorno del punto xe di raggio E piccolo a piacere (fig. 3.1-a). è possibile trovare un intorno di raggio S - che dipenderà dal valore E prescelto e doli' istante iniziale t - {fi 0 gura 3.1-b). tale che, se x(t ) è interno al cerchio di raggio ò (figura 0 3.1-c) allora la traiettoria in evoluzione libera avente origine da x(t ) 0 si mantiene interna al cerchio di raggio E (fig. 3.1-d). \ In altre parole, fissato un iJ!.!_orno di x piccolo quanto si vo· glia, l'evoluzione libera dello stato si mantiene confinata a tale intorno purché il valore dello stato iniziale x(t ) non si discosti troppo dal va· 0 j lore di equilibrio xe. Nello studio della stabilità di uno stato di equilibrio è abituale dare alla quantità x(t )- xe il nome di perturbazione iniziale e, in con 0 seguenza, alla evoluzione dello stato W(t, t , x(t l. 0) il nome di evo 0 0 luzione {libera) i)erturbata.

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