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Teoria del partigiano. Note complementari al concetto di politico PDF

97 Pages·1981·1.169 MB·Italian
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Lospazio politico 13 AErnstForsthoffnelsuo 60esimocompleanno 13settembre 1962 Carl Schmitt TEORIA DEL PARTIGIANO Note complementari al concetto di politico Traduzione di Antonio De Martinis il Saggiatore © DunckereHumblot, Berlino 1963 e 1975 eilSaggiatore, Milano 1981 Titolooriginale: TheoriedesPartisanen Primaedizione: gennaio 1981 Sommario Prefazione 1 Introduzione 2 Unosguardosulpuntodipartenza:dal 1808al 1813 2 Orizzontidellenostreosservazioni 6 Termineeconcettodipartigiano 10 Sguardosullasituazionedalpuntodivistadeldirittointernazionale 16 Losviluppodella teoria 26 ' L’infelicerapportodeiprussianicolpartigiano 26 IIpartigianocomeidealeprussianodel 1813eilripiegamentosullateoria 31 DaClausewitzaLenin 37 DaLeninaMaoTse-Tung 42 DaMaoTse-TungaRaoulSalan 48 Aspetti econcettidell’ultimostadio 53 L’aspettospaziale 53 Ladisgregazionedellestrutturesociali 57 Ilcontestopoliticomondiale 58 L’aspettotecnico 60 Legalitàelegittimità 64 Ilnemicoreale 68 Dalnemicorealealnemicoassoluto 71 Note 77 Prefazione Il presente saggio Teoria delpartigiano è il risultato di due conferenze da metenuteall’iniziodel 1962. Perl’esattezzail 15 marzoa Pamplona, suinvitodelloEstudioGeneraldeNavarraeil 17 marzoall’Universitàdi Saragozza, nel quadro del ciclo promosso dalla Càtedra Pala/ox, su invito del suo direttore prof. Luis Garcia Arias. Il testo è apparso alla fine del 1962 nelle pubblicazioni della Càtedra. Il sottotitolo Note complementari al concetto di politico risulta comprensibile se si tiene conto del momento particolare nel quale il testofupubblicato. Lacasa editricerendeadessopubblicoil testodi un mio scritto risalente al 1932. Negli ultimi tempi si sono avuti molti interventi su questo tema. Il presente saggio non vuole esserne l’en¬ nesimocorollarioesipresentainvececomeunlavoroconcepitoin piena autonomia il quale, finisce per porsi, e sia pure solo per accenni, il problema della distinzionedi amico e nemico. Vorrei perciò presentare questa elaborazione di quelle mie conferenze sotto forma di note com¬ plementarierenderlacosìaccessibileaquanti hannofinquiseguitocon attenzioneildibattito, piuttosto difficile, sul concettodi «politico». Febbraio 1963 CariSchmitt Introduzione Unosguardosulpuntodipartenza:dal 1808al 1813 Il punto di partenza delle nostre considerazioni sul problema del parti¬ giano è la guerra di guerriglia condotta dal popolo spagnolo negli anni fra il 1808 e il 1813 contro l’esercitodi un invasore straniero. In questa guerra si scontrarono per la prima volta il popolo un popolo pre¬ borghese, pre-industriale epre-convenzionale e un esercitoregolare, moderno, ben organizzato, nato dalle esperienze acquisite durante la Rivoluzione francese. Ciò aprì nuove prospettive all’artedella guerra, dandol’avvioaunnuovomodod’intenderelastrategiaeinfinea nuove teorie sulla guerra e sulla politica. Il partigiano combatte da irregolare. Il concetto di combattimento regolare e irregolare dipende però da una chiara definizione di «rego¬ lare» e trova solo nelle moderne forme di organizzazione bellica, sorte dalle guerre seguite alla Rivoluzione francese, la sua reale antitesi e per ciòstessoanchelasuaveradefinizione. Sempre, nellastoria,cisonostati regolamenti di guerra e regole di combattimento e di conseguenza essi sono stati anche disattesi e violati. Esempi che possiamo definire di guerra partigiana si sono avuti in tutti i periodi di grande crisi, in Germania durante la guerra dei Trent’anni (1618-1648), in tutte le guerre civili e in tutte leguerre coloniali della storia umana. Nell’eiaborare una teoria del partigiano nel suo insieme non si deve tuttavia dimenticare che l’importanza e il significato della sua «ir¬ regolarità» dipendono dall’importanza e dal significato attribuiti al «regolare» che la lotta partigiana mette in discussione. Ed è proprio questa regolarità, dello Stato come dell’esercito,che riceve da Napo- 2 leone una nuova, esatta definizione, sia nel campo delle forze armate francesi come in quellodello Stato. Le innumerevoli guerre indiane dei bianchiinvasoricontroipellirosseamericani,condottedalsecolo XVIIal secolo XIX, ma anche i metodi dei Riflemen durante la Guerra d’indi¬ pendenza americana contro l’esercitoregolare inglese (1774-1783) e la guerra civile in Vandea fra Chouans e Giacobini (1793-1796) devono essere collocate tutte in uno stadio pre-napoleonico. La nuova arte bellica delle armate regolari napoleoniche era la risultante di un nuovo modo di combattere, un modo appunto rivoluzionario. L’interacam¬ pagna napoleonica del 1806 contro la Prussia parve ad un ufficiale prussianodeltemposoltanto «unaguerrigliaingrande» (Parteigängerei im Grossen). 1 Il partigiano della guerriglia spagnola del 1808 fu il primo che osò combattere irregolarmente contro un esercito regolare moderno. Nel¬ l’autunnodel 1808 Napoleone aveva sconfitto l’esercitoregolare spa¬ gnolo. Laprimaguerrigliaspagnolacominciòsolodopoquestasconfitta delle forze regolari. A tutt’oggi non possediamo ancora una storia completa e documentata della guerra partigiana spagnola. 2 Una tale storia appare necessaria si veda quanto afferma Fernando Solano CostanelsuosaggioLosGuerrilleroscitatoinnota maèoperaardua, dato che la guerriglia spagnola fu un insieme di almeno duecento piccole guerriglie locali: nelle Asturie, in Aragona, in Catalogna, nella Navarra, nellaCastigliaecosìvia,guidataciascunadauncapodiverso,il cuinomeèavvoltonellaleggenda.Juan Martin Diez,divenutoilterrore dei francesi col nomedi Empecinado, fu unodi questi, e reseinsicura la strada che collegava Madrid a Saragozza. 3 Questa guerra partigiana vennecondottadaambole parti con una crudeltà inaudita e non c’èda meravigliarsi che sia stato dato alle stampe più materiale di interesse storico da parte di scrittori colti, i soli in grado di redigere libri e memorie, che da parte dei guerriglieri. E questi intellettuali erano ovviamente afrancesados, filo-francesi. Comunque stiano le cose, fra mito e leggenda da un lato e storia documentata dall’altro,le linee direttrici della situazione da cui siamo partiti restano chiare. Secondo Clausewitz in Spagna era di stanza la metà di tutti gli effettivi militari francesi e la metà di questi, dunque all’incirca250-260.000 uomini, 3 eranospesso tenuti in scaccodaiguerriglieri, il cui numeroèstimatoda Gomez de Artèche sui 50.000 e da altri su una cifra di gran lunga inferiore. Lasituazionedelpartigianospagnolodel 1808ècaratterizzata innanzitutto dal fatto che egli affrontava lo scontro solo sul proprio territorio, mentre il suo re e la sua famiglia non sapevano ancora con certezza chi fosse il nemico reale. Da questo punto di vista, anzi, le autorità legittime non si comportarono allora, in Spagna, diversamente da quanto accadde in Germania. Inoltre caratteristico della situazione spagnolaèchegli straticolti della nobiltà edell’altoclero, e anchedella borghesia, erano profondamente afrancesados, e dunque simpatizzava¬ no con lo straniero occupante. Anche per questa ragione sorgono dei paralleliconlaGermaniadoveilgrandepoeta tedescoGoethecompose degli inni che glorificavano Napoleone e l’intellighenziatedesca non riuscì mai a farsi un’ideachiara di quale dovesse essere la sua posizione politica. In Spagnafu il «guerrillero» a correre il rischiodiuna battaglia senza speranza: un poverodiavolo, un primo tipicoesemplarediquella carnedacannonedicui si servonolegrandi potenze mondiali peri loro conflitti armati. Tutto questo rientra, quasi come una ouverturein una teoria del combattente partigiano. Unascintilla sprizzòalloradallaSpagnaversoilnorddell’Europa,ma lassù non sprigionò quel fuoco che conferisce invece alla guerriglia spagnolalasuaimportanza storica. Provocòperòunaseriedireazionila cui efficacia raggiunge i nostri giorni, questa seconda metà del secolo XX, per trasformare la faccia della terra e dei suoi abitanti. Un organico tentativo di imitare il modello spagnolo venne effettuato dapprima nel 1809durantelabreveguerracondottadall’Austriacontro Napoleone. Con l’aiutodi famosi scrittori il governo austriaco inscenò una campagna nazionale antinapoleonica. Fra essi ricorderemo i nomi di Friedrich Gentz e di Friedrich Schlegel. Vennero diffusi opuscoli spagnoli tradotti in tedesco. 4 Heinrich von Kleist fu tra i primi ad accorrere e dopo questa guerra austriaca del 1809 continuò la propa¬ ganda antifrancese a Berlino. In quegli anni, e fino alla sua morte avvenuta nel 1811, egli divenne il cantore della resistenza tedesca all’invasorestraniero. Il suo dramma Die Hermannsschlacht (La batta- 4

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