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Tempo privato. Origine e struttura del concetto di tempo PDF

159 Pages·1993·5.727 MB·Italian
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Belga Nowotny Tempo privato Origine e struttura del concetto di tempo il Mulino Indice Introduzione p. 7 I. L'illusione della contemporaneità 17 II. Dal futuro al presente esteso 47 III. L'angoscia di Cronos davanti al tempo nuovo 79 IV. Politica del tempo: distribuzione di lavoro e tempo 107 V. L'aspirazione all'istante esperito 139 5 Introduzione Il tempo parla. Parla in modo più sempli ce delle parole. Il messaggio che lancia è forte e chiaro. Dato che il tempo è meno consapevolmente manipolabile della lin- . gua, può essere meno facilmente deforma to. Può gridare la verità, là dove le parole mentono. E.T. Hall, The Silent Language Tutti gli uomrm conoscono il tempo nella teoria e nella pratica_ Il tempo «risiede» in noi, sia attraverso i rit mi biologici ai quali siamo subordinati, sia perché siamo esseri sociali cresciuti in una società con strutture tempo rali mutevoli e che apprendono a vivere nel loro tempo sociale. Ma la conoscenza che gli uomini hanno del tem po che in loro scorre e periodicamente ritorna, termina e comincia - un tempo che può generare momenti di in comparabile intensità, ma anche di dolore e di vuoto - rimane rinchiusa in modo peculiare nella propria indivi duale consapevolezza e nel mondo temporale personale. Anche se condividiamo il nostro tempo con altri (o la mentiamo che altri non abbiano tempo sufficiente per noi o noi per loro), lo scambio discorsivo sul tempo è scarsamente sviluppato. Per la maggior parte, le metafore sul tempo rispecchiano i vissuti e le esperienze di genera zioni precedenti, non i nostri. Sembra che la lingua ac colga soltanto con esitazione ciò che l'esperienza socia,le vuole affidarle. E sembra che il tempo, filtrato da istitu zioni e regolato da ordinamenti temporali, mediato da macchine e mezzi di trasporto, ci venga incontro «come una cosa affatto singolare» (come Hoffmannsthal fa dire alla Marescialla nel Cavaliere della Rosa), che è in grado di esercitare sugli uomini una straordinaria coercizione. Nel suo saggio sul tempo, Norbert Elias ha fatto riferimento alle maschere che molte società tribali esibiscono nei lo ro rituali. Per coloro che partecipano alla cenmoma, le 7 Introduzione maschere sono dotate di realtà sociale; sono dei oppure demoni, anche se tutti sanno che dietro di esse sono na scosti uomini che le muovono. Allo stesso modo, le ma schere dell'orologio e del calendario ci inducono a rite nere che essi incarnino il tempo che senza nostro inter vento scorre e non può essere arrestato. Crediamo di do verci orientare in base ad essi, mentre essi altro non fan no che riprodurre il trascorrere di movimenti che vengo no assunti come simboli in base ai quali possiamo coor dinare le nostre attività. Siamo infatti noi uomini che fac ciamo il tempo. Quanto più complessa è la società, tanto più stratificati sono gli andamenti temporali che si so vrappongono, si intrecciano e si susseguono in rapporto temporale. Forse il fatto di togliere la maschera, lo sguar do diagnostico puntato sul recitare con essa e sull'effetto che essa produce è il più efficace richiamo all'esigenza di occuparsi del tempo nell'ambito delle scienze sociali. Il tempo è diventato un tema ··· fondamentale per tutte le scienze, perché pone problemi essenziali per la compren sione dei fenomeni studiati. Dominando il problema «tempo» si superano spesso i limiti di una teoria, apren do la strada ad ulteriori sviluppi, come hanno dimostrato di recente Prigogine e Stengers nel caso della fisica1 In . effetti non risponde a verità l'accusa frequente che le scienze sociali abbiano trascurato il tema del tempo. Le biblioteche sono piene di ricerche sia su aspetti specifici sia su prospettive d'insieme. Tuttavia i processi sociali di lungo termine sono rimasti nell'ombra, e la tendenza ad applicare delle etichette alla società fa sì che si trascuri la parte che gli individui svolgono in essa. Ma il tempo po co sicura dei confini tra le discipline e di altri confini, così come non si lascia catturare e fissare nella vita quo tidiana. Il problema al centro del mio interesse è questo: co me miita-ìI tempo? MOli:i anni fa ·infiiaf ~i-·cnìedermi · ferchealcufiTifiaividui hanno «più» tempo, altri «meno» e molti addirittura non ne hanno <<affatto», e inoltre, qua le rapporto queste differenze abbiano con la loro cultura, l'appartenenza di classe e i riferimenti che stabiliscono 8 Introduzione con il passato, il presente e il futuro2 Nel corso del tem . po, poi, vi si aggiunsero nuove questioni e osservazioni: per esempio sul fatto che il tempo delle donne sia strut turato e utilizzato in modo differente da quello degli uo mini; cominciò parimenti a interessarmi il fenomeno «quotidianità», nel quale sempre più tendono a cancellar si i confini tra tempo privato e pubblico. _Mipersuasi. a roco a poco che la: categoria del futuro_ scQmpaia in mo do inarrestabile per essere sostituita da qualcosa che ·;.:re fiiiìscci iFprèsente este~·-sempre e dovunque mi im in battevo queHe tecriclogie che modificano nel modo più diretto e visibile la percezione umana del tempo: le moderne tecnologie di comunicazione. La loro influenza può essere avvertita, colta e dimostrata sul luogo di lavo ro come in casa, nelle vie di trasporto come nelle reti di comunicazione, nei mercati finanziari mondiali come nei paesi del terzo mondo. Così, nel corso degli anni, cominciò a prendere forma questo saggio. Esso è sorretto dal desiderio di avanzare una diagnosi sociologica in qualche misura fondata sulle attuali modificazioni del concetto di tempo, ma anche dell'esperienza del tempo e dei conflitti su di esso, una diagnosi che possa consentire la conoscenza (gnosis) della attuale quotidianità (dia). La consapevolezza soggettiva dei singoli, di ciò che sul piano temporale avviene in lo ro e con loro, viene comunicata agli altri soltanto in mo do frammentario. Le scienze sociali potrebbero contri buire a costruire quelle sottili linee di collegamento che consentono di leggere la «società» nel vissuto di ciascu no. Come negli esami il liquido di contrasto serve per documentare la presenza di una determinata sostanza e il suo percorso nel corpo, così la «società>> e il tempo socia le scorrono nella vita dei singoli, ancora tanto connotata e organizzata in modo individuale. Infatti iLtemp9, pro dotto simbolico che prende forma e viene plasmato in modo profondo nella vita collettiva, è sempre_ riferito al rapporto con gli altri uomini perfino neCmomenti di più accentuata sensibilità individuale. Anche il tempo della solitudine non è che mancanza di trascorso in comune di 9 Introduzione tempo. E a sua volta la mancanza di tempo si misura in termini di quantità di aspettative socialmente definite e di istanze rivolte al proprio agire. La diagnosi ci ha imposto di scegliere prospettive, di delimitare osservazioni e di utilizzarle in dipendenza di determinati strumenti concettuali. Molte associazioni col tema, che potrebbero venire in mente al lettore, non ven gono qui trattate. Soprattutto si è voluto prescindere dal campo psicologico-individuale, non perché fosse da con siderare meno importante ma perché mi è parso più ur gente sottolineare i riferimenti ai cambiamenti sociali. Pa rimenti, vengono trattati soltanto in modo marginale i problemi della formazione dell'identità, del rapporto tra le generazioni e del processo di invecchiamento, per il quale il problema del tempo è di importanza fondamen tale3. Invece mi soffermerò sull'invecchiamento delle tec nologie. Ho dovuto anche lasciar da parte un campo af fascinante, quello della molteplicità culturale delle rap presentazioni del tempo. Il confronto con le culture del tempo non occidentali e con le loro numerose distinzioni diviene urgente di fronte ai processi economici e tecno logici, tramite i quali una cultura del tempo nata in Occi dente tende ad avviluppare tutta la terra. Ma il mio per sonale presente, per quanto io cercassi di estenderlo, non ha potuto indurmi ad abbandonare lo spazio geografico che mi è familiare. Le trasformazioni qualitative nella percezione, nella sensazione e nella strutturazione sia sociale sia individua le del tempo, che saranno poi trattate nei capitoli che se guono, si esprimono significativamente nelle tecnologie che mirano ad una globale condizione di contempora neità. I mercati finanziari di Londra, Tokyo, New York e Singapore non sono collegati tra loro mediante l'orolo gio? Non è possibile in qualsiasi momento trasmettere notizie da un luogo all'altro della terra, scambiare infor mazioni, attuare transazioni? Ma alle spalle dei grattacieli a vetrate con aria condizionata, nella maggior parte delle città del mondo si annida un'indescrivibile miseria. Il vil laggio privo di infrastrutture sanitarie e mediche è altret- 10 Introduzione tanto lontano - o vicino - dalle installazioni di compu ter quanto i terminali ad esse collegati. La .P2ssibi.fuLd i una a rossimativa contemporaneità, dovuta all'elettroriì ~a mo erna, non a a atto po~tato ad una contep~ta neità sociale. Al contrario, dalla non-_conte.m:Q.Q.ta,Qeità scaturiscono nuove disuguaglianze. Paradossalmente, l'a- -blsso che separa ì paesrtrrvm--dr sviluppo dagli stati in dustriali, con la loto superiorità tecnologico-economica, aumenta nella stessa misura in cui diminuiscono le di stanze temporali e spaziali. Al centro del primo capitolo vi sono la scoperta della contemporaneità, in quanto fenomeno della percezione del tempo, e la sua concreta realizzazione economica e tecnologica. Quest'ultima conferisce una dimensione qualitativamente nuova al rapporto tra potere e tempo. Chi domina la contemporaneità controlla le dipendenze temporali che ne derivano. Ma quantunque sia stata iag giunta una velocità sempre più elevata nel reticolo delle tecniche d'informazione, nonostante l'enorme estensione dell'infrastruttura tecnica che genera la contemporaneità, quest'ultima rimane. un'illusione. In un certo senso, essa sostituisce l'orizzonte del futuro che negli ultimi duecen to anni ha- mantenuto viva larede nel progresso in quan to differenza tra l'esperienza e l'aspettativa che sempre si rinnova e aspira ad un futuro di costanti miglioramenti. QlJfillliL!!laggiote è l'approssimazione Jtlla. .. conte~Q_o1:a Q~vengono a incidere le piccole differenze temporali. Come nello sport, dove ormai da tempo i de c1m1 e centesimi di secondo possono decidere della vit 1 toria o della sconfitta, nella concorrenza dei mercati in ternazionali e nei vantaggi dell'innovazione tecnologica sono le piccole differenze temporali che apportano pro fitto e ulteriori vantaggi. Questa contemporaneità istitu zionalizzata a livello mondiale, con le sue differenze che generano dipendenze mediante la non-contemporaneità, ha conseguenze anche sulla qualità del tempo stesso. Se nella fase dell'industrializzazioneera soprattutto l'equiva lenza di tempo e denaro che scaturiva dalla logica della produzione capitalistico-industriale e faceva del tempo 11 Introduzione un bene scarso, ora è. il tempo stesso a yenir dinamizzato e a tradursi in innov;-zione accelerata. ~- ·La scomparsa del futuro ~ al~;uo posto l'estensione del presente sono il tema del secondo capitolo. Il confine tracciato tra passato, presente e futuro non ha validità universale. La società ed i suoi membri lo valutano in modo differente, e volta per volta proiettano in esso le loro speranze come i loro problemi e le contraddizioni temporali irrisolte. Con la fine di un'età in cui la struttu ra temporale della produzione industriale sosteneva al tempo stesso la linearità e la fede nel progresso, la cate goria del futuro perde molta della sua forza d'attrazione. !Jp presente orientato all'accelerazione dell'innovazione comincia a inghiottire il futuro. Problemi che un tempo potevano essere nnvrnt1;si manifestano ora nel presente, premono per soluzioni che possono bensì essere realìzza te nel futuro, ma che esigono di venir affrontate oggi. La permeabilità del confine temporale tra presente e futuro viene accentuata da tecnologie che consentono la disarti colazione e la decentralizzazione del tempo e che produ cono nuovi modelli temporali riferiti al presente, ormai largamente scissi dalla linearità. Ma il processo di conti nua «distruzione creatrice», come Schumpeter definì l'at tività innovativa, porta ad un altro problema della nostra civiltà: porta all'obsolescenza, all'invecchiamento delle tecnologie, alla produzione di rifiuti. Il passato non può accogliere i rifiuti con sufficiente rapidità. Con la creazio ne incessante di novità, necessarfomente aumenta ciò che deve venir messo da parte. Entrambi i processi pongono l'esigenza di un diverso equilibrio, in un presente esteso. Ma che cosa spinge così inesorabilmente in avanti nel tempo la civilizzazione tecnico-scientifica, che cosa gene ra un insaziabile bisogno di novità e preme per un'acce lerazione ancora maggiore? Questo è il problema trattato nel terzo capitolo. Se è crollato il continuum lineare, che dal XVIII secolo con la fede nel progresso è arrivato fino alla cosiddetta età moderna, se il tempo «è morto», come giudicano alcuni poeti e filosofi, o perlomeno quel tem po che aveva la sua base nel continuum; che cosa suben- 1? Introduzione tra al suo posto? È forse l'istante che, sganciato dall'inin terrotta continuità, viene rivalutato come dispensatore della speranza di arresto del tempo e che consente tempi intermedi, non soggetti al flusso del continuum lineare? Oppure al posto del continuum con la sua intrinseca ac celerazione subentra un nuovo ciclo temporale, modella to questa volta sui ritorni della tecnologia, nella forma delle onde lunghe del ciclo congiunturale di Kondrat'ev o delle sue varianti? Da un punto di vista scientifico e tecnico, è possibile ricostruire l'accelerazione del processo dell'innovazione. Essa è collegata alle condizioni temporali che in labora torio possono essere create artificialmente e che, con le possibilità temporali e spaziali del lavoro scientifico, pos sono mantenere i fenomeni naturali sempre temporal mente a disposizione in laboratorio. In tal modo vengono indotte differenti strutture temporali, che continuano a operare in senso innovativo. Le innovazioni scientifiche e tecniche tendono all'imprevisto e cercano in ogni caso di programmarlo. Vorrebbero anticiparne le conseguenze, ma con l'uscita dal laboratorio degli oggetti di nuova creazione e col loro ingresso nella realtà sociale anch'esse si collocano in un altro dominio temporale. Il tema del tempo «proprio» è presente nei vari capi toli. La storia dei datori di tempo, e in primissimo luogo dell'orologio, rispecchia la condizione degli uomini, tem poralmente dipendente, tra il loro ambiente sociale e il loro tempo <<proprio» che soltanto gradualmente diventa individualizzato. Gli orologi, in quanto «datori» del tem po, incarnano anche i valori di una società. I primi orolo gi avevano poco in comune con i funzionali «datori» del tempo che oggi indicano valori da tempo internazionaliz zati. Con la nascita della società borghese, nella quale la soggettività progressivamente divenne un nuovo punto di riferimento, si verificò anche un parziale distacco dal tempo sociale, comune. Per la prima volta divenne possi bile che la lettrice di un romanzo si estraniasse nel tem po e si calasse in un mondo immaginario, anche tempo ralmente sganciato dalla realtà sociale. N e1 mondo della 1 '.l Introduzione borghesia, il tempo pubblico del lavoro si contrappose al tempo privato all'interno della famiglia. Entrambi era no temporalmente regolati, con riti di passaggio esatta mente indicabili. In questa polarizzazione si formò una specifica prospettiva io-tempo in grado di distinguere tra tempo «proprio» e tempo estraneo. Con l'intensificarsi della vita lavorativa e la crescente pressione del tempo, soprattutto con l'uscita delle donne dal tempo privato della famiglia e la loro partecipazione al tempo pubblico della vita professionale, crebbe il desiderio di una nuova disponibilità: la disponibilità di tempo proprio sul quale vengono rivendicati dei diritti, come se si trattasse di una proprietà da acquistare. Una tale situazione comporta conflitti e problemi di distribuzione. Sarà questo l'argomento del quarto capito lo. Il tempo è diventato un oggetto della politica. Pres santi domande sulla distribuzione del lavoro e del tempo all'interno di una società, nella quale il primo divenne la premessa per il secondo, infrangono ovvi criteri tradizio nali e sconvolgono le differenze già stabilite tra lavoro e tempo libero. La differenziata e crescente importanza che il tempo ha acquistato oggi per gli uomini nelle loro dif ferenti situazioni e fasi di vita, si ripercuote in altrettanto differenti preferenze temporali. Si verifica così una conti guità conflittuale piena di riferimenti tra culture tempo rali e desideri che esigono miglior coordinamento e sin cronizzazione, più giusti modelli di distribuzione, in una quotidianità nella quale si mescolano in modo indistinto tempo privato e tempo pubblico. Nel capitolo conclusivo verrà riassunto il modo in cui potrebbero presentarsi nuovi modelli distributivi, quali ucronie sociali derivino da problemi irrisolti e quali potrebbero essere le vie d'uscita. Si tratta dell'agire nel tempo, del rapporto umano con il tempo. Gli uomini creano il tempo con la loro convivenza e vicinanza, i loro diacronici intrecci al di là del tempo e le loro sincrone relazioni nel tempo. Il tempo dell'agire contiene sempre elementi di decisione; è posto a confronto con l'incertez za del risultato. La fiducia presuppone aspettative di una 14

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