(Aaa Lau RT «i DATANEWS Nando Vitale TELEFASCISMO Cybermedia e informazione totale nell'era Berlusconi Prima edizione settembre 1994 Progetto grafico Francesca Perna Composizione Typeface, Cerveteri Stampa COOPERATE. Santa Severa, Tel. (0766) 741392 DATANEWS Editrice, Via di S. Erasmo 15, 00184 Roma Tel. (06) 70450318-19 CU Indice Premessa 7 Introduzione 9 Descrizione dell’ipotesi di nuovi spazi di libertà nel quadro del mutamento delle tecnologie dell’informa- zione. Consapevolezza dei rischi di uso autoritario delle nuove tecnologie. Sviluppo di un dibattito pub- blico sugli usi democratici delle reti di telecomunica- zione. Descrizione sommaria delle dinamiche di con- fluenza dei vari settori della comunicazione, in un'unica grande rete che unifica Televisione-Telefo- no-Computer. Capitolo primo Tele-fascismo e cybermedia 16 Riferimento alla situazione politica italiana dopo le elezioni politiche del 27/28 marzo 1994. Legittimità storico-culturale dell’uso del termine “tele-fascismo”. Dissoluzione dei luoghi tradizionali di esercizio del dominio politico. Il caos dei linguaggi televisivi. Nuove pratiche di comunicazione orizzontale. Linea- menti di ecologia dell’informazione. Capitolo secondo Metropoli e mutazione 34 Nuovi linguaggi metropolitani. Le luci di Zarathustra. La metropoli tra informazione e fantascienza. Bande metropolitane. Naziskin. Multietnicità. Razzismo. Soggettività multiple. Capitolo terzo Corpi e linguaggi 49 L’evidenza del corpo nel dibattito sull’epoca cyber. La politica senza corpi. Retoriche della piazza. Reto- riche della virtualità. Corpi senza linguaggio. Lin- guaggi senza corpo. Cyborg. Capitolo quarto Mille piani 64 Prospettive politiche. Rinnovamento degli strumenti interpretativi. Ridefinizione delle teorie. Velocità del mutamento. Temporanee conclusioni. Bibliografia Premessa Ho scelto deliberatamente di scrivere un saggio che st occupa, tra l’altro, di retoriche, senza rinun- ciare alla mia retorica. O fingere di farlo simulando una postazione distanziata che non mi appartiene e non appartiene alle cose di cui parlo. Si tratta di mu- tazioni in corso. Di linguaggi, di stili, di identità, di strategie, di destini, di desideri e di speranze. Sullo sfondo dell'innovazione rappresentata dai nuovi me- dia, che sempre più di frequente sottraggono la scena a chi sembrava fino ad ora protagonista. Abitare una lingua è una condizione che non si abbandona pacifi- camente. Si diviene stranieri proprio malgrado. Solo a quel punto si può opporre rigidità o flessibilità. Ca- pacità di adattamento o perenne disagio. Ho scelto deliberatamente di interpretare un ruolo, un pò come un attore fortunato può scegliere di reci- tare se non se stesso, almeno il personaggio che ritie- ne gli assomigli di più. In questa scelta ho privilegia- to una dimensione collettiva di riflessione, di sposta- menti, di migrazioni, di movimenti, di sperimentazio- ni. Ho scelto di collocarmi fuori dai luoghi del sapere o dell’ottusità istituzionale. Né ho rinunciato a mani- festare insofferenza verso quei luoghi di conservazio- ne di una identità e di una memoria che vivo/viviamo tutti con sempre maggiore estraneità. Ho cercato di partecipare dal di dentro alle nuove pratiche comunicative che mi accingo a descrivere, alle quali guarda con interesse l'inedita trasversalità generazionale di cui temporaneamente faccio parte. Gli esiti dei materiali e delle riflessioni proposte mi sembrano ancora non del tutto maturi. Ma questo non deve essere considerato un limite invalicabile. Per quello che vale, consegno queste pagine all'attenzio- ne di chi avrà voglia di approfondirle o confutarle. Oppure di ignorarle e iniziare da un altro punto. Per concludere, voglio ricordare i compagni di Co- dici immaginari, miei complici in questi anni di incur- sioni nei nuovi media, o come ormai si usa dire, nel cyberspazio.