Il «principio responsabilità» esercita la sua giurisdizione tra i due estremi della condizione umana, la natalità e la mortalità. Ed è a questioni di nascita e di morte che viene qui applicata la macroetica per la civiltà tecnologica di Hans Jonas.
In questi saggi il filosofo privilegia le tematiche inerenti all’ambito della bioetica medica, discutendo i problemi connessi alla sperimentazione su soggetti umani e alla manipolazione genetica, alla nuova definizione della morte (in rapporto alla delicata questione del trapianto d’organi) e alle tecniche di fertilizzazione in vitro, al prolungamento artificiale della vita e al diritto di morire.
Si tratta di questioni in larga misura prodotte dagli enormi sviluppi scientifici e tecnologici del nostro tempo. Jonas le affronta senza demonizzare la tecnica e senza alcun cedimento nei confronti di quell’approccio utilitaristico, sempre piú diffuso, che spinge a sperimentare tutto lo sperimentabile e a giustificare eticamente il superamento di qualsiasi limite. La sua prospettiva vuole anzi rappresentare un’alternativa per una società di donne e uomini responsabili