COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 1 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 2 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente I N D I C E 1. Inquadramento territoriale 2. Cenni storici 3. Le chiese 4. La Stazione ferroviaria di Brenna – Alzate Brianza 5. Gli ambiti d’indagine 6. I Catasti storici 7. Le analisi effettuate sui centri storici e i cascinali 8. Tavole allegate (cid:1) Catasto Teresiano (cid:1) Catasto Lombardo Veneto o Cessato (cid:1) Catasto Aggiornamenti (cid:1) Soglie storiche dell’edificazione Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 3 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente 1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il comune di Brenna (Co) sorge nel cuore delle colline comasche e brianzole, a confine con il Parco Regionale delle Groane e poco distante dal Parco Regionale della Valle del Lambro. Il paese è ubicato tra la ripida ascesa della Val Sorda, ad est, ed il vallone che separa Brenna da Olgelasca, ad ovest. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico abbastanza regolare, con variazioni altimetriche appena accennate: si passa, infatti, da un’altitudine minima di 287 m s.l.m. a una massima di 373 m s.l.m. Confina a nord con il comune di Alzate Brianza, ad est con il comune di Inverigo, a sud con i comuni di Carugo e Mariano Comense e, infine, ad ovest con il comune di Cantù. Dista 15 km da Como, capoluogo dell’omonima provincia cui il comune appartiene, e 40 km da Milano. Il territorio di Brenna ha una superficie territoriale di 4,83 kmq e una popolazione di 2.137 abitanti distribuita tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggior concentrazione demografica, e le frazioni di Olgelasca e Pozzolo Inferiore. Le origini dell’abitato di Brenna risalgono ai tempi dell’occupazione da parte dei celti della Brianza. Nel 1960, presso la frazione di Olgelasca, furono rinvenute alcune tombe del I secolo a.C. a testimonianza della presenza sul territorio di un insediamento romano. Olgelasca entrò a far parte del territorio comunale di Brenna solo nella seconda metà del XIX secolo. Anche la frazione di Pozzolo vanta una storia antica: nel 483 d.C. fu dichiarata “corte reale” da papa Gelasio e restò sede della parrocchia fino al 1816 quando il ruolo di parrocchiale fu assunto dalla Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio situata in località Castello (non più esistente). Il patrimonio storico-architettonico di Brenna comprende: la parrocchiale (chiesa di San Gaetano), costruita in stile barocco nella seconda metà dell’Ottocento, la Chiesa della Beata Vergine Maria di Loreto e, infine, in frazione Olgelasca, la Chiesetta di Sant’Adriano, risalente all’XI – XII secolo. Di fronte alla parrocchiale si trova una tipica cascina contadina brianzola denominata “La Curt Nova”, recentemente ristrutturata dal comune. Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 4 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente I centri abitati di Brenna e Olgelasca sono attraversati dalla strada provinciale 39 di Brenna (S.P: 39). Questa si raccorda, a nord, con la strada provinciale 342 Briantea (S.P. 342), che corre ad appena 3 km dal comune di Brenna. I collegamenti ferroviari sono agevoli e garantiti dalla stazione di Brenna – Alzate Brianza situata sulla linea ferroviaria Como-Lecco, che sfiora la porzione nord del territorio comunale. La stazione fu inaugurata nel 1888, come l’intera linea, e si compone di un fabbricato viaggiatori a due piani, ora sede del Circolo Legambiente di Cantù. Il trasporto pubblico è composto dalla linea automobilistica C86 Cantù-Brenna-Anzano- Erba, gestita dall’ASF Autolinee. Il comune di Brenna è interamente attraversato da nord a sud dal tracciato guida paesaggistico Greenway della Brianza e della Valle del Lambro. I tracciati guida paesaggistici sono definiti dall’art.26, comma 10 del P.P.R. come i grandi itinerari percettivi del paesaggio lombardo che: risultano fruibili con mezzi di trasporto ecologicamente compatibili; privilegiano, dove possibile, il recupero delle infrastrutture territoriali dismesse; perseguono la compatibilità e l’integrazione tra diversi utenti; tendono alla separazione della rete stradale ordinaria per garantire standard di protezione e sicurezza e, infine, perseguono l’integrazione con il sistema dei trasporti pubblici locali e con la rete dell’ospitalità diffusa. La Greenway della Brianza e della Valle del Lambro, in particolare, è un itinerario ciclabile e pedonale che prolunga in Lombardia la connessione verde proveniente dalla Svizzera in corrispondenza di Chiasso. Essa, inoltre, connette Milano con Como e l’area lariana attraverso diverse aree naturali protette. Qui il tracciato ritaglia un percorso forestale all’interno della brughiera, tra panorami di straordinaria bellezza. Il territorio comunale di Brenna è, inoltre, lambito dal tracciato guida paesaggistico Ciclopista dei laghi lombardi, che costeggia la linea ferroviaria Como-Lecco. Tali itinerari invitano i visitatori ad avvicinarsi a questo territorio attraverso un transito lento, attento a riconoscere i valori ambientali e storici ancora presenti, nella certezza che tale rinnovata consapevolezza rappresenti il presupposto per un più intenso legame con questo ambiente. Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 5 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente 2 – CENNI STORICI Il toponimo Brenna ha quasi sicuramente origine celtica latinizzante in brennus derivato da bren o bran, collina o altura, che ben si adatta all’orografia del sito posto in corrispondenza di un pianalto delimitato ad ovest dalla Valle del Terrò e ad est dalla Val Sorda. Olgelasca richiama, invece, un’origine più antica legata al suffisso asc- e collegata al periodo antecedente le invasioni galliche, probabilmente connessa alle precedenti popolazioni di stirpe ligure. Per Pozzolo l’etimo è di più recente origine e si può far risalire al Medioevo, legato al fattore acque. E’ citato in un documento datato il 1133. Dalla Preistoria alla romanizzazione Numerosi furono i ritrovamenti di manufatti antichi al confine con il territorio di Brenna. Sui terrazzi del Terrò, nel territorio di Mariano Comense, furono portate alla luce selci lavorate attribuibili approssimativamente al Mesolitico (8.000 – 4.500 a.C.). Meglio documentata è la successiva fase del Neolitico con l’arrivo di nuove popolazioni nel territorio marianese. I ritrovamenti, avvenuti a Cascina Belotti e nelle località Belvedere e Riviera, sono costituiti da manufatti in selce, tra cui punte di freccia e oggetti in pietra verde, che documentano l’occupazione dei siti durante l’arco cronologico che va dalla seconda metà del V millennio a.C. fino al IV millennio a.C. Data l’assenza di manufatti in ceramica si ipotizza che non vi fossero insediamenti stabili, ma una frequentazione sporadica da parte delle popolazioni neolitiche. Interessati da queste popolazioni erano molto probabilmente i terrazzi, ricchi d’acqua, che spaziavano sino a Brenna. I periodi dell’età del Rame e del Bronzo sono poco documentati ad eccezione dell’insediamento palafitticolo rinvenuto nel 1918 nel Lago di Montorfano. Più diffuso il popolamento durante l’età del Ferro, documentato da tombe a cremazione rinvenute a Cantù, Capiago Intimiano, Montorfano, Senna Comasco e Mariano Comense. Queste sono databili tra il VII al V secolo a.C. Nel 1960 in frazione Olgelasca, durante i lavori di scavo per un condotto di scarico, venne alla luce materiale appartenente ad una o più tombe risalenti al periodo della romanizzazione. La tomba, del tipo a cremazione, è databile al II – I secolo a.C. Parte del materiale contenuto al suo interno andò distrutto, pertanto fu impossibile ricostruire come questo fosse deposto nelle sepolture. Il materiale attualmente conservato comprende: un vaso a trottola, utilizzato come contenitore per il vino; un vaso con Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 6 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente decorazioni a solcature oblique; due vasetti accessori più un frammento e una lama in ferro. I ritrovamenti più significativi nell’area territoriale a confine con Brenna sono quelli di Mirabello a Cantù e quelli effettuati nel 1877 – ‘78 ad Alzate Brianza nella Villa al Soldo. Si può quindi ragionevolmente supporre che il territorio di Brenna – Olgelasca e quelli circostanti fossero occupati da piccoli insediamenti di popolazione indigena ormai in fase di romanizzazione. L’epoca romana La conquista romana della Padania celtica iniziò nel III secolo a.C. quando le legioni di Roma sconfissero gli Insubri. Nel 196 a.C. vi fu uno scontro diretto tra Comum oppidum e l’esercito guidato dai consoli Marco Claudio Marcello e Lucio Furio Purpurione, che ebbero la meglio sconfiggendo così “gli Insubri e i Comensi”. Tra Roma e il territorio conquistato si creò in tal modo un rapporto di foedus, ossia un patto d’amicizia. Il dominio di Roma su queste regioni, durato per oltre sette secoli, impresse alla cultura locale un’evoluzione progressiva, che comportò il definitivo prevalere della civiltà romana. Poche sono le testimonianze relative all’epoca romana. Il territorio di Brenna, in particolare, è interessato da tracce di centuriazione: questa consiste in una divisione Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 7 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente delle aree pianeggianti in appezzamenti regolari secondo linee perpendicolari. Questi interventi comprendevano la realizzazione di lavori idraulici, disboscamenti, messa a coltura di aree incolte, sistemazioni di reti viarie, costruzioni e ristrutturazioni di aree e di insediamenti urbani. Il termine centuriazione deriva da centuria, ossia appezzamenti quadrati di 200 iugeri romani, pari a 50 ettari, assegnati in origine a 100 persone; ad ogni colono spettavano dunque 2 iugeri di terreno. La parte di divisione era operata dagli agrimensori romani che determinavano l’orientamento delle linee in base al cardo e al decumano del centro principale: nel caso di Brenna questo era costituito dalla città di Como. Ovviamente la popolazione di Brenna, Olgelasca e Pozzolo gravitava per i rapporti quotidiani più che su Como sui vicini centri di Mariano e di Cantù. In quest’epoca l’insediamento principale era sicuramente quello di Olgelasca, essendo posto sul percorso viario che da Mariano conduceva verso Cantù e Montorfano. In riferimento al periodo imperiale romano si sottolinea il ritrovamento di un’ara proveniente da Olgelasca, attualmente ubicata a Mariano Comense in via Como, lungo il margine destro della provinciale che conduce a Cantù. Si tratta di un’ara di serizzo di modeste dimensioni, grossolanamente lavorata, che funge da basamento ad una rozza colonna in pietra coronata da una croce in ferro. Il monumento di presenta corroso da parte di agenti atmosferici e gas di scarico e l’scrizione che vi era scolpita è andata distrutta. L’ara, originariamente posta al centro di un trivio o di un quadrivio stradale, risale al III secolo d.C. e la sua dedicazione ad Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 8 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente una triade divina (probabilmente Giove, Mercurio e Venere) documenta la persistenza del paganesimo nella zona di Brenna, confermando quindi che la diffusione del cristianesimo nelle aree rurali dell’Italia settentrionale non fu molto intensa prima del IV secolo d.C. Solo nel V secolo si hanno, infatti, le prime testimonianza archeologiche di una presenza positiva del cristianesimo anche nelle campagne, come documentato dalle epigrafi cristiane ritrovate a Galliano. Con la caduta dell’Impero romano (476 d.C.) anche il territorio di Brenna seguì le vicende dell’area brianzola con il regno Goto e la riconquista Bizantina a seguito della guerra (535 – 553 d.C.) che sconvolse il territorio lombardo. L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo è, per convenzione, quella parte del Medioevo che inizia nel 476 d.C., anno della deposizione di Romolo Augustolo, ultimo imperatore romano d’Occidente, da parte di Odoacre a seguito della battaglia di Pavia, e termina verso i secoli X-XI, quando da un periodo di grave depressione politica e sociale avviene una ripresa del continente europeo (la cosiddetta rinascita dell’anno Mille). Questo fu un periodo storico di grandi cambiamenti, che condussero alla formazione di nuovi modelli culturali, sociali e istituzionali, nati dalla sintesi tra la cultura classica antica e quella cristiana, tra questa e quella araba, tra il mondo germanico – ariano e il mondo romano – cattolico. Poche sono le notizie relative il territorio di Brenna durante la fase altomedievale. Si ha notizia che Cantù, con altre terre limitrofe tra cui Pozzolo, fu dichiarata “corte reale” con decreto di papa Gelasio nel 483 d.C. La caduta dell’Impero e le invasioni barbariche determinarono la frammentazione dell’Italia in molte autonomie locali fino al Regno Goto. A questi succedettero i Longobardi, popolazione germanica di probabile insediamento primitivo nella penisola scandinava, che conquistarono l’Italia, provenendo dalla Pannonia, verso la metà del VI secolo. La loro dominazione durò all’incirca duecento anni, dal 554 d.C. al 774 d.C., quando furono sopraffatti dai Franchi. I Longobardi trasformarono profondamente la struttura sociale della gente e dei territori conquistati. Pressoché assenti sono, però, le testimonianza archeologiche che documentano tale periodo, se si esclude il rinvenimento a Mariano Comense di un frammento di peso da telaio. Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 9 COMUNE DI BRENNA (CO) Analisi del patrimonio edilizio esistente La dominazione Franca si sostituì senza soluzione di continuità a quella longobarda. Carlo Magno introdusse il regime feudale vassallatico, in antitesi con quello comunitario del passato. Verso la fine del primo millennio si affermò un’economia chiusa di tipo curtense e di autosufficienza. Si ebbe un inaridimento dei traffici e l’isolamento produttivo limitò la circolazione monetaria a beneficio dei beni in natura prodotti a livello locale. Il Monastero di San Vittore di Meda e il suo archivio Nella provincia di Como, per la vastità delle proprietà e per la trasformazione di monasteri e abbazie in centri di organizzazione del lavoro, acquistarono sempre maggiori poteri i vescovi e la gerarchia ecclesiastica. Le terre di Olgelasca e in parte di Brenna e Pozzolo furono così sottoposte al controllo del Monastero di San Vittore di Meda. Si trattava di un monastero benedettino femminile che, dopo la soppressione, fu trasformato in residenza signorile (attualmente il complesso architettonico è di proprietà della famiglia Antona Traversi). Il Monastero di San Vittore non solo era il maggior proprietario fondiario presente nella località di Olgelasca, ovvero possedeva terre che dava in affitto ai contadini affinché la lavorassero, ma esercitava anche diritti giurisdizionali sugli abitanti del luogo. L’ente ecclesiastico aveva quindi il potere di imporre dei rappresentanti alla popolazione rurale e di infliggere tasse e multe a quelli che risiedevano sul territorio, anche nel caso Studio Tecnico arch. Marielena Sgroi 10
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