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Studi sull'ontologia di Spinoza, parte I: l'ordinamento delle scienze filosofiche, la Ratio, il concetto di bene PDF

282 Pages·1960·24.952 MB·Italian
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PUBBLICAZIONI DELL'ISTITUTO DI STORIA DELLA FILOSOFI DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO PIERO DI VONA DI SfflflZA PARTE I L'ORDINAMENTO DELLE SCIENZE FILOSOFICHE LA RATIO ~ IL CONCETTO DI ENTE DIRITTI RISERVATI BIB. LETTERE FILOSOFIA E GIURISPR-MI ^t^ T 3L. I 15.S.002. O- 8\»»-MMi I f3 eri! A^ 40 UsUj 047290496 Tutti i diritti di traduzione e di riproduzione (anche di semplici brani, riprodotti a mezzo di radiodiffusione) sono riservati per tutti i paesi, compresi i Regni di Norvegia, Svezia e Olanda. litrice, Firenze 1 INDICE - SOMMARIO INTRODUZIONE ........... Pag. i AVVERTENZA .............. 13 CAPITOLO PRIMO CONCETTO E ORDINAMENTO DELLE SCIENZE FILOSOFICHE NELL'OPERA DI SPINOZA 1. Preambolo storico-critico . . . . . . . . . . Pag. 15 2. L'antropologia del Breve Trattato : suo oggetto, dottrine che ne trat tano, rapporti tra queste dottrine . . . . . . . » 17 3. Luogo e valore spettante alla dottrina metafisica di Dio nel Breve Trattato .............. 25 4. Il concetto di filosofia del Tractatus de intellectus cm-endationc . » 35 5. Scienze filosofkhe e loro valore nel Tractatus de intellectus emendazione » 38 6. Oggetti e posizione speculativa della metafisica nel Tractatus de intel lectus emendatione. La dottrina degli enti fisici e reali ...» 45 /. Alcune fonti del concetto di filosofia del Tractatus de intellectus emendati-mie ............ -^ 57 8. Concetto, oggetti, partizioni della metafisica nei Cogitata Metaphysica- » 62 9. Posizione dei Principia Philosophiae Cortesia-noè e dell'Epistola XXIV » 72 10. Il concetto di filosofia del Tractatus Theologico-Politicus . . » 74 11. L'oggetto della metafisica nell'Ethica ........ 80 12. La posizione della metafisica come scienza nell'Etìlica . . . » 93 13.. La posizione dell'antropologia nelYEthica . . . . . . » 96 14. Svolgimento della antropologia n&ll'Efhica ....... 98 15. Il pensiero spinoziano posteriore all'Ethica . . . . . » i io 16. Cenni sulle fonti del concetto di filosofia in Spinoza . ... » 113 VI INDICE - SOMMARIO CAPITOLO SECONDO LA RATIO E LA CONOSCENZA METAFISICA 1. Rapporti tra le varie forme della teoria dei gradi della conoscenza nel l'opera di Spinoza ........... Pag. 119 2. La forma di conoscenza propria della metafisica della parte I del Bre­ ve Trattato ............. 123 3. Il genere di conoscenza propria della metafisica nel Tractatus de in- tellectus emend-atione . . . . . . . . . . » 127 4. La dottrina del lume naturale dei Cogitata Metaphysica e la teoria della potenza assoluta di Dio . . . . . . . » 131 5. La conoscenza naturale e le nozioni comuni secondo il Tractatus Theo- logico-Politìcus ........... » 136 6. Il genere di conoscenza proprio della metafisica della parte I del- l'Ethica , . ^ ........... 143 7. Esposizione critica delle principali interpretazioni della dottrina delle nozioni comuni ............. 145 8. Rapporti tra la teoria delle nozioni comuni e la teoria degli universali in Spinoza. Struttura dell'universale in Spinoza e sue fonti . . » 152 9. Il presunto nominalismo di Spinoza ......... 163 10. Conoscenza delle nozioni comuni e conoscenza di Dio nell'Etìlica . » 165 11. Oggetto della metafisica e sua forma. La dottrina della contempla zione « sub specie aeternitatis », le interpretazioni cui ha dato luogo e i possibili risultati critici della medesima . . . . . » 166 CAPITOLO TERZO I CONCETTI DI " RES " E DI " ENS ;' 1. I concetti di « res » e di « ens » e l'individualismo spinoziano . . Pag. 175 2. L'identità della «realitas» con l'« esse » e la sua origine storica . . » 176 3. L'« esse » in Spinoza e il suo significato in relazione alla tradizione storica .............. 178 4. L'identità della perfezione con la realtà : giudizi, storici ; svolgimento della dottrina nell'opera di Spinoza ........ 180 5. Origini e fonti della teoria della perfezione intesa come realtà ed essenza .............. 191 6. Riassunto sul significato del concetto di « res » . . . . . » 193 /. Svolgimento storico della teoria della proporzionalità metafisica della « res » e dell'« ens » nell'opera di Spinoza ....... 194 8. L'analogia di proporzionalità del concetto di « res ». . . . » 205 9. Le principali dottrine storiografiche avverse alla esistenza della ana logia in Spinoza. Le fonti cui egli potè attingere la conoscenza della dottrina tradizionale della « analogia entis ». . . . . . » 206 INDICE - SOMMARIO VII 10. La teoria di Mosè Maimonide sulla similitudine ...... Pag. 208 11. Teoria di Hobbes e di Geulincx sulla analogia ... ...» 209 12. Teorie sulla analogia discusse o presupposte dagli informatori di Spi- noza. Cenni sulla dottrina del Gaetano . . . . . . . » 210 13. La dottrina di Francesco de Silvestri, detto Ferrariensis . . .. » 211 14. La dottrina di Pedro de Fonseca S. J. . . . . . . . » 214 15. Posizione di Suarez e degli informatori di Spinoza a proposito della dottrina della analogia sostenuta dal Ferrariensis e dal Fonseca . . » 216 16. La dottrina di Suarez ........... 217 17. La dottrina delle voci ambigue e della analogia in B. Keckermann . » 219 18. L'analogia secondo Clauberg .......... 220 19. L'analogia secondo Heereboord . . . . . . . » 221 20. Valutazione conclusiva sulle fonti della dottrina analogica della « res » in Spinoza. Analogia di proporzionalità e analogia di attribuzione estrinseca in Spinoza ........... 224 21. Principali giudizi storici sulla ontologia e sul concetto di ente in Spinoza ........ .....s> 225 22. La nozione di essere in Cartesio, nella Logica di Pori or cale e in Spinoza .............. 226 23. La nozione di ente del Breve Trattato e la critica dell'ente trascen dentale nel Tractatus de intellectus emendazione ...... 227 24. Il concetto dell'ente reale nei Cogitata Metaphysica e la posizione della Epistola XII ............ 229 25. Critica del concetto trascendentale di ente nel Tractatus Theologico- Politicus e nell'Etìlica . . . . . . . . . . » 235 26. Fonti storiche della dottrina dei trascendentali in Spinoza . . » 236 27. La dottrina dell'ente reale della parte V dell'Esca e le sue relazioni con la teoria della contemplazione del reale « sub specie aeternitatis » » 242 28.. Il valore analogico del concetto dell'ente reale e i caratteri della sua analogia .............. 249 29. Fonti del concetto spinoziano dell'ente reale e della specie di analogia da esso supposta : la teoria cartesiana della sostanza ; la dottrina sulla analogia della Logica di Portoreale; Heereboord e Suarez, analisi del loro concetto dell'ente reale come probabile termine polemico di Spi noza; confronto con Clauberg ,.......» 253 30. Possibili obiezioni e conclusioni finali . . . . . - . » 268 INDICE DEI NOMI ............ Pag. 273 INTRODUZIONE L'immagine di Spinoza che risulta da queste pagine è mo)to diversa, crediamo, da quelle della letteratura spinozistica contemporanea. Questa è tutta legata, in minore o maggiore misura, alla teoria storiografica affer- rnatasi tra la fine del secolo XIX e il principio del secolo XX, per la quale Spinoza fu spinto a filosofare da un dominante interesse morale e fu l'assertore di una metafisica pantelstica e naturalistica. Tuttavia, proprio nell'intervallo tra le due guerre mondiali, e mentre l'ultima guerra si compiva, furono pubblicate tre opere che per ampiezza, di ricerca e di informazione, e anche per mole, superavano tutto quello che si era fatto prima. Ciascuna a suo modo mostrava le sostanziali insufficienze specu lative e storiografiche della interpretazione panteistica dello spinozismo, sebbene per molti e importanti aspetti tale interpretazione venisse conser vata nelle suddette opere vuoi per l'abitudine oramai radicata a pensare Spinoza secondo quello schema storiografico, vuoi per un evidente inte resse speculativo. Le tre opere delle quali discorriamo sono gli ultimi tre volumi dello Spinoza di Stanislaus von Dunin Borkowski, lo Spinoza del Wolfson e quello del Dujovne (1). S. von Dunin Borkowski fu convinto del conclusivo esito panteistico della metafisica spinozistica. Tuttavia, la sua grande dottrina non gli impedì di vedere quanto di storiograficamente convenzionale avesse tale interpretazione. Come cattolico, S. von Dunin Borkowski aveva un evi dente interesse a seguire la interpretazione panteistica ed a consolidarla definitivamente. Se per Spinoza l'essere è fondamentalmente uno, in quanto una è la sostanza, e solo la sostanza ha i caratteri dell'essere, un cattolico non ha nemmeno bisogno di discuterne la dottrina. Ove non ci sono reali distinzioni ontologiche, nulla rimane da discutere, perché nulla O) S. von DUNIN BORKOWSK.I S. J., Spinosa, Baende II-IV, Mtinster i. W., Aschendorff, 1933-1936, WOLFSON H. A,, The Philosophy of Spinosa unfold-ing thè latent processes of his reasoning, Cambridge-Massachusetts, Harvard University Press, 1534, voli. 2. DUJOVNE L., Spinosa, Buenos Aires, Ensayos Filosóficos, 1941- 1945, tomi 4. 1 P. Di VONA, Studi sull'ontologia di Spinoza - I. 2 INTRODUZIONE vi è da dimostrare e tutto è dogmaticamente già posto, sebbene gli asser­ tori del panteismo di Spinoza pensassero, interpretando Spinoza nel modo accennato, di rendere un servizio al libero pensiero, di spacciare la bar­ barie scolastica, di precorrere lo Hegel, e, grazie al moralismo di Spinoza, di celebrare finanche il trionfo della ragion pratica. Forse l'aspetto più interessante, dal nostro punto di vista, dell'opera di S. von Dunin Borkowski è d'aver veduto che il panteismo spinoziano non può appoggiarsi sulla dottrina della causalità immanente di Dio. La dottrina della causalità immanente, quando ci si ponga dal punto di vista dell'assoluto, che è quello di Spinoza, non ha nulla di ripugnante col pen­ siero tradizionale e con la trascendenza divina. II solo torto di Spinoza fu, semmai, di non essere bene informato sulle teorie tradizionali concer­ nenti questo aspetto della causalità divina. Riconosciuto questo, S. vón Dunin Borkowski credette che il panteismo e il naturalismo dello Spinoza potessero ancora essere sostenuti e dimostrati a cagione del determinismo metafisico asserito dal nostro filosofo, e delle conseguenze naturalistiche che esso comporta nella derivazione degli esseri altri da Dio (2). Così, Tinterpretazione tradizionale era salvata. Ma occorre vedere a che prezzo. Per stare all'essenziale, basti ricordare che S. von Dunin Borkowski s'indusse ad interpretare la « causa sui » spinoziana in senso positivo (3). Infelice passo, veramente. Basta leggere le Responsiones cartesiane per (2) S. von DUN.IN BORKOWSKI S. J., Spinosa, Band IV : Aus den Tagcn Spì- nosas. Ili Teil : Das Lebenswerk. Mùnster i. W., Aschendorff, 1936, pp. 366-373, 397-398, 558 per il concetto di immanenza in Spinoza e nella tradizione. Vedi so­ prattutto le pp. 369-370. A p. 370 asserisce : « Auf einem vollkommenen Verkennen der gesamten Zeitphilosophie beruht demnach die fast zum Gemeinplatz gewordene Behauptung, Spinoza lehre im Widerspruch zur klassischen Philosophie die auss- chliessliche Immaneriz Gottes ». Per le conclusioni panteistiche tratte da von Dunin Borkowski dal determinismo metafisico di Spinoza vedi le pp. 399, 403-405 dello stesso volume. Su questo punto il nostro critico non è sempre conseguente con se stesso, come risulta dalle stesse pagine citate per ultime. Ricordi il lettore che von Dunin Borkowski in Spinosa, Band I : Der junge De Spinosa, Miinster i. W., Aschendorff, 1933, Zweite Auflage, pp. 349-352, pur esponendo con grande chia­ rezza la sua tesi sulla causalità immanente in Spinoza, credeva ancora, almeno ci sembra, di poter trarre il panteismo di Spinoza dal suo concetto di immanenza. (3) S. von DUN.IN, BORKOWSKI S. J.. Spinosa, Band IV : Aus den Tagen Spi- nozas. III. Teil : Das Lebenswerk, Mùnster i. W., Aschendorff, 1936, pp! 405-408, 409-410. Da questi luoghi ci sembra chiaramente asserita l'interpretazione positiva della « causa sui » e la concezione pantelstica dell'identità della « causa sui » con la « causa rerum » in Dio. Nondimeno anche a questo proposito von Dunin Borkowski non è sempre in accordo con sé stesso. A p. 390 di questo stesso volume egli pole­ mizza contro Huan, negando che la sostanza di Spinoza contenga in sé la totalità di ogni suo effetto e del finito, e asserendo che nell'intera opera di Spinoza non c'è una proposizione che parli della realizzazione dell'essere assoluto di Dio mediante l'essere causato. INTRODUZIONE 3 trovare la precisazione del valore analogico della efficienza della « causa siri » in polemica con Arnauld e Caterus. E nemmeno è necessario richia­ marsi al senso di Cartesio. La Pneumatica di Heereboord esponeva in modo limpidissimo il problema e permetteva da sola, anche ad un lettore mediocre, di non cadere nell'errore di intendere la « causa sui » in senso positivo (4). Oltre ai dati della tradizione storica, lo stesso testo di Spi- r>oza veniva violato. Spinoza afferma apertamente nell'Etìlica che l'es­ senza e l'esistenza di Dio sono uno e medesimo. Solo qualche breve testo dell'Epistolario, se la memoria non ci tradisce, può legittimare l'interpre- tazione positiva della « causa sui ». E v'erano altri argomenti per non accogliere il panteismo pur ammet­ tendo il determinismo metafisico. Anzitutto, la rigorosissima distinzione che vi è nell'opera di Spinoza tra la necessità propria della natura di Dio e la necessità di ogni altro essere. La prima soltanto è necessità essenziale. La seconda è sempre e soltanto una necessità mediata dalla efficienza della causa. Che poteva ancora significare, d'altra parte, l'accusa di naturalismo? Attribuendo al Dio di Spinoza la causalità naturale nel senso aristotelico tradizionale si cadeva in un altro equivoco, storico e speculativo, col tra­ sferire indebitamente un concetto in un organismo speculativo non fatto per accoglierlo. La causa naturale comporta sempre una determinazione una ed univoca, tale che essa può produrre e produce sempre e soltanto il medesimo effetto. Ora, pur concedendo che Dio in Spinoza sia determi­ nato, certo non lo è in tal senso, che Dio è determinato ad effetti assoluta­ mente infiniti, è determinato in modo assolutamente infinito, e non già nel veduto modo naturalistico. La determinazione causale di Dio in Spi­ noza non è una e nemmeno univoca. Il Wolfson si è sforzato anch'egli di dimostrare l'accordo dell'im­ manenza causale con la trascendenza di Dio in Spinoza, e di superare in modo definitivo l'interpretazione pantelstica, ristabilendo le grandi distin­ zioni metafisiche interne al sistema, quali sono p. es. la distinzione del­ l'infinito dal finito, della eternità dalla durata e dal tempo (5). Inoltre, con l'intendere gli attributi in senso nominale e connettere questa dottrina di Spinoza con le teorie ebraiche sull'attributo di Dio, il nostro critico (4) HEEREBOORD A., Pneumatica, Amstelodami, apud J. Ravesteinium, 1665, p. 58, col. 1-2. (5) WOLFSON H. A., The Philosophy of Spinosa, Cambridge-Massachusetts, Harvard University Press, 1934, voi. I, pp. 73-75, 322-328, per il concetto della causa immanente e il suo accordo con la trascendenza di Dio; pp. 136-139, per il finito e l'infinito; pp. 331-369, per l'eternità il tempo e la durata, e ancora pp. 376- 3/9, per l'eternità e l'infinità dei modi infiniti e la sua distinzione da quella di Dio. 4 INTRODUZIONE faceva fare un decisivo passo al giusto riconoscimento che è dovuto alle tendenze molto forti verso l'equivocità dell'essere che sono in Spinoza, e superano per importanza e rilievo speculativo le stesse tendenze pantei- stiche (6). Certo, anche nel Wolfson rimaneva per più di un aspetto pre­ sente e viva la interpretazione tradizionale. Non nella forma metafisica propria di S. von Dunin Borkowski, ma in quella scientifica propria della tradizione interpretativa anglosassone, che ebbe la sua classica espres­ sione nel libro del Pollock. È l'idea della uniformità dell'universo spino- zistico, retto da un insieme unitario di leggi naturali. Quantunque sia molto originale, la soluzione escogitata dal Wolfson per il rapporto di dipendenza che vi è tra Dio e le sue conseguenze non ci sembra accettabile. Il rapporto sarebbe dell'ordine di quelli che sussi­ stono tra il genere logico e i suoi inferiori con la sola differenza che il Dio di Spinoza è da comprendere come un universale reale e non come un uni­ versale astratto. Pertanto, Dio trascende i suoi modi nel vecchio senso dei termini « transcendens » e « transcendentales », ossia in quanto di-^ stinto logicamente da essi e più generale di essi in senso logico. In tal senso, Dio è trascendente per Wolfson, pur essendo una causa imma­ nente (7). Come non vedere che mal si attaglia a Dio ed alle sue conse­ guenze una simile soluzione? Il genere è sempre più povero dei suoi infe­ riori quanto alla sua comprensione, mentre il Dio di Spinoza trascende per comprensione tutto ciò che ne deriva, dato che sta rispetto alle conse­ guenze come l'assolutamente infinito rispetto al finito e all'infinito in virtù della causa. Inoltre, dal genere ai suoi inferiori si passa mediante l'ag­ giunta di determinazioni che non sono incluse nel concetto del genere, mentre dal Dio di Spinoza alle sue conseguenze si passa mediante la limitazione di quelle stesse perfezioni che in Dio sono assolute e perfette. Il passaggio avviene mediante un impoverimento, e non già grazie ad un arricchimento, come per il genere logico e le sue specie. Il merito del Wolfson è stato grandissimo anche da un diverso punto di vista. Forse non si può accogliere tutto ciò che egli afferma circa i rapporti di Spinoza con la tradizione filosofica ebraica ed araba. Forse, questi rapporti sono stati in più di un caso esagerati. Tuttavia, è certo che Wolfson ha dimostrato il punto essenziale della sua tesi. Spinoza non fu punto ignorante della filosofia del passato. Anche se avesse conosciuto solo l'ebraico, tutto il corpus tradizionale della filosofia sarebbe egual- (6) WOLFSON H. A., The Philosophy of Spinosa, Cambridge-Massachusetts, Harvard University Press, 1934, voi. I, pp. 146-156. (7) WOLFSON H. A., The Philosophy of Spinosa, Cambridge-Massachusetts, Harvard University Press, 1934, voi. I, pp. 75-77, 322^325.

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