Chi non sa che non è decoroso né vantaggioso affidare il governo dello Stato a un solo uomo, e farlo padrone di tutti i nostri beni, anche se egli è un uomo eccellente sotto ogni riguardor Il potere eccessivo e i grandi onori esaltano troppo e guastano anche gli uomini eccellenti. Cassio Diane Nato a Nicea, in Bitinia, vissuto a cavallo tra il II e il III secolo d.C., Cassio Diane fu senatore, conobbe Settimio Severo e Caracalla, vide le stravaganze di Eliogabalo e divenne quindi amico e consigliere di Severo Alessandro. Stimolato dalla sua profonda conoscenza del potere e de gli uomini che lo esercitavano, Cassio Diane meditò sul destino dell'Impero e sull'essenza stessa del governo, ela borando in lunghi anni di studio e lavoro quella che è con siderata la più importante opera storica della letteratura greca di età imperiale: gli ottanta libri della Storia romana. Preceduti da un'ampia introduzione di Giuseppe Norcia, sono qui presentati i libri XXXVI-XXXVIII, i primi dei venticinque pervenutici integralmente, in cui vengono raccontati i successi militari di Pompeo, le guerre mitrida tiche, il consolato di Cesare e l'esilio di Cicerone. CASSIO DIONE (Nicea, 155 ca.-235 d.C.), senatore e alto fun zionario dell'amministrazione imperiale, scrisse una Storia ro mana in ottanta libri, che solo in parte sono giunti fino a noi. GIUSEPPE NORCIO (1907-2000), preside e insegnante di latino e greco nei licei, ha curato la traduzione e il commento di nume rose opere classiche. 81 Dello stesso autore in D .it~u"-. Storia romana Volume secondo (libri XXXIX-XLIII) Volume terzo (libri XLIV-XLVII) Volume quarto (libri XLVIII-LI) Volume quinto (libri LII-LVI) Volume sesto (LVII-LXIII) Volume settimo (libri LXIV-LXVII) Volume ottavo (libri LXVIII-LXXIII) Cassio Dione STORIA ROMANA VOLUME PRIMO (LIBRI XXXVI-XXXVIII) Prefazione, introduzione, traduzione e note di Giuseppe Norcio Testo greco a fronte Bl U classici greci e latini rl.t_~u'-- PREFAZIONE Cassio Diane, il maggiore storico del cosiddetto «perio do romano» della letteratura greca, ha avuto una fortu na singolare: quella di trovare un filologo dottissimo, U. · Ph. Boissevain, che ha saputo studiarlo con rara compe tenza, pubblicando un'edizione che si può senz'altro de finire esemplare. Ha però avuto anche una grossa sfortu na: quella di non trovare, in questi ultimi decenni, degli studiosi disposti a favorire nei rispettivi paesi la cono scenza della 'P(I)~atKTJ iatopia con buone versioni e am pi commenti! Per quanto riguarda l'Italia, che è il paese che più ci interessa, siamo ancora fermi alla versione di Giovanni Viviani, pubblicata in prima edizione nel 1790- 92 e poi varie volte ristampata: una versione che in qual che modo può ancora riuscire utile, ma che non può cer to soddisfare il lettore moderno. Spinto da queste considerazioni, ho cercato, come si 1 Unica eccezione~ il lavoro del Cary pubblicato nella «Loeb Classi ca! Library)) (v. Nota bibliografica). È uscito nell914 e si ristampa an cora. Ha il testo greco (quello del Boissevain), ma~ privo di commento. A questo lavoro del Cary si può aggiungere quello di Veh-Wirth, uscito a Zurigo qualche anno fa (v. Nota bibliografica): però non pona il te sto greco e non ha commento. Voglio qui ricordare anche il lavoro di Freyburger-Roddaz, pubblicato dalla Casa Editrice ((Les Belles Let tres)) di Parigi (v. Nota bibliografica): ha una lunga Introduzione e una buona versione, ma riguarda solo i libri L e LI della Storia romana, e quindi ~ insufficiente per una approfondita conoscenza di Cassio Dio ne. Lo stesso dicasi per il lavoro di Scott-Kilvert uscito a New York nel 1987, che non riguarda tutta l'opera di Cassio Dione, ma solo i libri LII-LVI (ciot l'Impero di Augusto). 5 suoi dire, di colmare una lacuna. Era mio intendimento presentare ai lettori la traduzione di tutta la parte che ci è giunta intera (sarebbe meglio dire: quasi intera), cioè i li bri XXXVI-LX. Ma trattandosi di un'impresa oltremo do difficile e onerosa, ho pensato di fare una pausa di ri flessione. Per il momento do alla stampa i libri XXXVI LI, che contengono, tra gli altri avvenimenti, le due fa mose guerre civili (quella tra Cesare e Pompeo e quella tra Ottaviano e Antonio). In seguito potrò continuare il mio lavoro e tradurre i libri LII-LX, che sono, come si sa, una fonte importantissima per lo studio della storia romana da Augusto a Claudio. Ma ciò dipenderà da va rie circostanze, che non è qui il caso di elencare. Sul metodo che ho seguito, non c'è bisogno che mi di lunghi, perché lo vedrà da sé il lettore. Dirò solo che ho cercato di fare una versione rispettosa del testo, ma an che chiara e di non spiacevole lettura. Appunto per que sto mi sono preso qualche piccola libertà: per esempio ho tralasciato spesso il yap tanto frequente nel testo e talvolta del tutto superfluo; ho modificato la struttura sintattica di certi periodi, per renderli più vicini all'indo le della nostra lingua; ho accettato ben volentieri (dan done però sempre avviso al lettore) qualche integrazione proposta dai filologi, per rendere il concetto del periodo meglio comprensibile. Ma, torno a dire, ho sempre cer cato di essere fedele al mio autore, un autore non facile, specialmente in certi luoghi, greco di educazione e di cul tura, ma impegnato a descrivere avvenimenti di un paese straniero, se pure molto amato e ben conosciuto. Per il commento ho cercato di seguire la via di mezzo, che è sempre la migliore. Ho cioè trascurato i grandi no mi, perché mi è sembrato inutile illustrare a piè di pagina personaggi come Cesare o Catilina, universalmente noti, o indicare la posizione geografica di città come Atene o Alessandria d'Egitto. Ho detto invece qualcosa su alcu ne figure secondarie e ho indicato la 'posizione geografi- 6 ca di certe piccole località: insomma, sono intervenuto con una breve spiegazione là dove si rendeva utile, a mio giudizio, un chiarimento. Il testo da me seguito è quello del Boissevain (Berolini 1955), che si riproduce a fronte: i luoghi ove me ne di scosto sono indicati e discussi in calce al testo greco. Spero che gli studiosi vorranno apprezzare la mia lun ga e paziente fatica, volta a far conoscere un autore poco letto, e pure tanto importante per la storia di Roma. Reggio Emilia, gennaio 1994 GIUSEPPE NORCIO INTRODUZIONE l. LA VITA DI CASSIO DlONE* La storiografia antica, in particolar modo quella roma na, è quasi tutta opera di magistrati e funzionari dello Stato, che amavano dedicare il loro tempo libero alla ri flessione e allo studio. Ci basta ricordare l'esempio di Catone, console e censore, che guidò per lunghi anni la politica romana; di Plinio il Vecchio, ufficiale di cavalle ria e ammiraglio, che non si stancava di leggere e prende re appunti in ogni momento della giornata; 1 di Tacito, che fu consu/ suffectus nel 97 d.C. e procurator Asiae nel 111 ;2 di Appiano, che fu procuratore degli imperato ri;) di Erodiano, che proprio all'inizio della sua opera avverte il lettore che ha esperienza politica, perché ha ri coperto varie cariche. Talvolta lo storico non ha svolto una vera e propria attività politica, però si è trovato per un certo periodo di tempo in stretto contatto con potenti personaggi politici, con i quali ha lungamente conversa to, subendone in qualche modo l'influenza. E qui l'e sempio più illustre è quello di Polibio, che visse a lungo a • Per facilitare la consultazione del testo greco, ho indicato per i libri LXI-LXXX anche le relative pagine del 111 volume dell'edizione del Boissevain (Berolini 1901 ). 1 Plinio il Giovane (Ep. 111, S) ci ha lasciato un quadro interessantis simo della prodigiosa attività di quest'uomo. 1 La data però ~ incerta. 1 Cfr. Appiano, Stor. rom., proemio, 15. 9 Roma, e fu intimo amico di Paolo Emilio e Scipione Emiliano. L'esempio di Livio, lo storico padovano che in piena età augustea vive appartato, tutto dedito alla composizione della sua opera, è un caso pressoché isola to. Lo storico antico è quasi sempre un uomo che ha già svolto, o svolge ancora mentre scrive, una funzione di pubblica utilità. Cassio Dione che, come vedremo qui di seguito, fu a un tempo funzionario dello Stato e storico, conferma dunque la regola.• Ciò che sappiamo della vita di Cassio Dione Cocceia no5 lo deduciamo dall'opera dello scrittore, soprattutto dagli ultimi 10 libri (LXXI-LXXX). Qui darò le notizie essenziali, senza addentrarmi in discussioni particolari, che ci porterebbero lontano e non sarebbero in armonia con la natura di questo lavoro. Nacque a Nicea6 in Biti nia verso il 155 d.C. Questa è la data comunemente ac cettata; tuttavia non è del tutto sicura, tanto è vero che il Millar, indubbiamente uno dei maggiori studiosi di Cas sio Diane, fa nascere questo scrittore verso il 163-164. Gli argomenti addotti dal Millar a sostegno della sua tesi non mi sembrano però del tutto convincenti:7 quindi la data più probabile resta quella sopra indicata. Fu di fa miglia agiata e di livello sociale abbastanza elevato: suo padre fu Cassio Aproniano, senatore romano e governa tore di Cilicia e Dalmazia. Si parla anche di una sua pa rentela col grande retore Diane di Prusa, vissuto press'a poco dal 40 al 120 d.C.' Qualcuno lo fa addirittura suo 4 Cfr. F. Millar, A study ofCassius Dio, Oxford 1966, pp. 5 sgg. 5 È questo l'ordine corretto dei tre elementi che costituiscono il no me di questo scrittore, secondo l'uso romano (il prenome è ignoto). L'altro (Dione Cassio Cocceiano), con cui spesso è indicato, riproduce l'uso greco ('0 .1.\wv ò Kciaa1oç 6 KoKKTI\avoç). 6 Cfr.LXXV,IS,J(= 111,3S4Boiss.). 7 Cfr. F. Millar, op.cit., p. 13, nota4. • Cfr. Schmid-Stiihlin, Gesch. der griech. Lit., Mtinchen 1924 (rist. 1961), Il, 2, p. 796. lO