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Storia dell’Italia contemporanea, 1943-2019 PDF

408 Pages·2019·8.744 MB·Italian
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A Paolo e Tommaso Umberto Gentiioni Silveri Storia deiritalia contemporanea 1943-2019 Società editrice il Mulino I lettori che desiderano informarsi sui libri e sull’insieme delle attività della Società editrice il Mulino possono consultare il sito Internet: www.mulino.it ISBN 978-88-15-28089-3 Redazione e produzione: Edimill srl - www.edimill.it Indice Premessa p. 7 I. Dopoguerra 11 1. Estate 1943: un teatro di guerra 11 2. Democrazia, referendum, Costituzione 22 3. Nazionale e Internazionale 34 4. «Un partito di Centro che cammina verso sini­ stra» 44 IL Le ragioni di un miracolo 63 1. Dentro l’età dell’oro 63 2. La stanza dei bottoni 72 3. Magliette a strisce 83 4. Distensione, Concilio, dialogo 93 III. Anni Settanta 109 1. Il lungo Sessantotto 109 2. La fine dell’innocenza 119 3. In mezzo al guado 130 4. Compromesso storico e solidarietà nazionale 140 IV. Il funerale della Repubblica 155 1. Generazione contro 155 2. Il giorno più lungo 165 3. L’ombra di Moro 176 4. Riflusso 186 6 INDICE V. L’inizio della fine p. 201 1. Dal confronto al conflitto 201 2. Una lenta agonia 211 3. Una strana modernità 221 4. Duelli senza vincitore 231 VI. Il crollo 247 1. Indimenticabile Ottantanove 247 2. Tangentopoli 257 3. Mafia e politica 268 4. Media e potere 278 VII. Transizione mancata 293 1. Un bipolarismo imperfetto 293 2. Politica e antipolitica 303 3. Vizi antichi e nuove virtù 313 4. Eurozona 325 Vili. Tra rinascita e declino 339 1. Una normalità difficile 339 2. Crepuscolo 351 3. I primi centocinquant’anni 361 4. Europa e Mediterraneo 372 Conclusioni 387 Indice dei nomi 397 Premessa Con ripetuta ostinazione e in diversi contesti vengono proposti quesiti sul senso dello studio del passato. Domande che trovano un terreno fertile e ben preparato ad accoglierle. A cosa serve la storia? Dove inizia il racconto, il giudizio, l’interpretazione? Quali sono gli strumenti e gli ambiti di riferimento? Nel mondo della connessione costante, del presente come dimensione prolungata e unica, dell’invasivo e rumoroso flusso d’informazioni continue, il passato appare come un mondo a sé, distante, misterioso, ricco di tracce silenziose e perdute. E tuttavia tale alterità rischia di scivolare verso una pericolosa distanza che prefigura l’irrilevanza di pagine lontane scritte o vissute da generazioni d’italiani. Come se si potesse fare tabula rasa di ciò che ci ha preceduti fissando di conseguenza un anno zero, un punto d’inizio che tutto cancella, adattabile alle esigenze del momento. Il passato diventa un’ingombran­ te zavorra dalla quale doversi liberare nel più breve tempo possibile per sperimentare l’ebrezza del nuovo che avanza. E così nella fretta di liberarci di un fardello appesantito la storia dell’Italia contemporanea diventa un insieme di errori, occa­ sioni mancate, misteri irrisolti, rivoluzioni tradite o modificate, approdi mai raggiunti e orizzonti irraggiungibili. Al contrario, le riflessioni più accorte e documentate sulle incertezze dei nostri tempi mettono in risalto la complessità del presente e quindi la necessità di dotarsi di linguaggi e metodi in grado di costruire percorsi e strategie di conoscenza. Il passato può essere d’aiuto per comprendere il mondo attuale se frequentato con rigore e rispetto, se indagato e co­ nosciuto a partire da interrogativi e inquietudini che nascono dalle domande di oggi, dalle sfide del contemporaneo. Non un insieme di nozioni da ricordare con affanno, né una sue- 8 PREMESSA cessione di eventi che sollecita la capacità di poterli ordinare e mettere in sequenza. La conoscenza storica procede per problemi, per quesiti inevasi che richiedono approfondimento, ricerca e confronto. Un confronto che spesso (e per fortuna) si nutre di punti di vista, approcci, critiche, visioni e analisi che si misurano senza giungere a certezze o verità acquisite. Un campo aperto e libero nel quale idee, opinioni e giudizi divergenti possono trovare conferma o essere smentiti, in tutto o in parte, dalla ricchezza e dalla profondità dell’indagine conoscitiva. La cultura critica non offre sentenze o precetti immodificabili: si può cambiare idea senza per questo smarrire convinzioni e passioni interpretative. Un antidoto verso gli usi e gli abusi strumentali, verso la diffusione di falsità e imbrogli, verso il ricorso a forme e linguaggi (antichi o social) che non rispettano né tutelano le domande di conoscenza. Compren­ dere il passato cercando una bussola di orientamento nella complessità del presente, un richiamo a un senso di marcia che indichi la provenienza e un possibile approdo lontano da percorsi precostituiti o verità ufficiali imposte dall’alto. Queste pagine nascono dal tentativo di raccontare la storia della Repubblica attraversando gli oltre settant’anni che la compongono. Un percorso incompleto e parziale seguendo cronologicamente gli snodi essenziali di un cammino segnato e condizionato dal formarsi di una comunità nazionale, de­ mocratica e tendenzialmente partecipativa, con diritti e doveri riconosciuti e riconoscibili nella Costituzione del 1948. Come punto di partenza gli interrogativi sulla dimensione internazio­ nale come problema cruciale dell’età contemporanea: l’eredità più significativa del secolo scorso dopo la cesura delle due guerre mondiali. Un tragitto organizzato su due piani, il qua­ dro interno del sistema politico italiano e le compatibilità del mondo in continua trasformazione con particolare riferimento alle dialettiche tra continuità e rottura, tradizione e innovazione. Alcune riflessioni si riferiscono ad avvenimenti recenti, altre si basano su passaggi indagati da storici e studiosi di genera­ zioni precedenti. Non sempre la qualità della documentazione, la ricchezza di studi in una bibliografia consolidata, ricca ma diseguale, permette di proporre giudizi e valutazioni convincenti frutto di un confronto storiografico non episodico. Talvolta si affacciano ipotesi, piste di ricerca in una trama di interdipen­ denze che irrobustisce il sentiero della Repubblica. Cadono le PREMESSA 9 distinzioni tra il perimetro di storie nazionali e le dinamiche internazionali che muovono e orientano i processi storici. La ricerca delle origini, di un possibile certificato di nascita con decenni di studi e migliaia di pagine alle spalle non è definita né certa. L’Italia contemporanea non nasce necessariamente nel 1943, potremmo andare indietro agli albori del processo di costruzione della nazione nel Risorgimento o percorrere a ritroso le vicende controverse di Roma capitale o addentrarci in premesse identitarie, nazionali e linguistiche precedenti. Ma la periodizzazione è una convenzione che semplifica e tenta di dare ordine allo scorrere del tempo, non una risposta né una ricetta alle tante domande su una fase lunga della nostra storia nazionale che dal crollo del fascismo si spinge fino a oggi. Non una successione cronologico-numerica di repubbliche nate trop­ po presto o tramontate senza preavvisi (la prima, la seconda, la terza) seguendo le mode, le suggestioni del confronto pubblico o gli effetti di un’iniziativa politica o giudiziaria. Altra cosa è analizzare i fatti muovendo da un’ottica di lungo periodo, evidenziando nessi e cesure, continuità e discontinuità in un percorso pluridecennale. Il tracciato dell’Italia repubblicana af­ fonda le radici nel dopoguerra europeo, nella costruzione di una democrazia rappresentativa capace di includere chi prima era escluso o ai margini e di indirizzare il cammino comune verso traguardi di pace e benessere. Oggi prevalgono insoddisfazione e paure, le incertezze del nostro tempo hanno il sopravvento sulle certezze sbiadite di un tempo lontano. Ma la storia non si può cancellare, la trama profonda dell’Italia repubblicana nel suo divenire è alle origini del presente con i suoi successi, le tante sconfitte, i traguardi ambiziosi e le cocenti delusioni o disfatte. Conoscere quella trama è un viaggio nella complessità di tempi, situazioni, linguaggi e protagonisti per sconfiggere la rassegnazione o i cantori di un declino annunciato e far sì che il lutto di «quel che non è stato» possa ancora tradursi nella volontà di quel che potrà essere1. Note alla Premessa 1 P. Scoppola, La repubblica dei partiti. Evoluzione e crisi di un sistema politico 1945-1996, Bologna, Il Mulino, 1997, p. 539.

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