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Storia della logica antica. Volume primo. L'età arcaica PDF

240 Pages·1967·15.402 MB·Italian
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Guido Calogero STORIA DELLA LOGICA ANTICA VOLUl\"lE PRIMO L'ETÀ ARCAICA Editori Laterza . Bari 1967 ALLA MEMORIA DI PILO ALBERTELLI PER CUI NON FU COSA DIVERSA STUDIARE -GLI ANTICHI MAESTRI E MORIRE PER LA LIBERTÀ Ib:tSe \lfw -rt oo~Wv So;Wv 9!),<,J, i\l?.Ì?e: ò' ho:lp(,) e!v:::x' &.µuvoµivlji::; f,µ.ev È).e,;&e:p[7l:;· Proprietà Letteraria riservata vUv O'j µ¼v b.o i:,fhµb.moL ).:ize:; :.r),éoc; c:iOo:vi-rw,~, Gius, La.terza & Figli, S.p.A., Bari, via. Dante 51 -r:xùd yépCùV à.cr.-:.Wii aa' Eµa:06v oou èyW. PREFAZIONE La prima metà di questo volume J stata scritta dopo I fonda menti della logica. aristotelica e gli Studi sull'Eleatismo, tr-a il I933 e il I935; la seconda in quest'ultimo decennio. Dei motivi per i quali la stesura del lavoro rimase allora, e per più di un VMl temrio, illlarolla, ho detto qualcosa ,ic/la prefazione alla nuova edi zione del primo dei libri sopra citati, clic è in corso di stampa. ;11i limiterò qui ad aggimzgere else, quando ripresi in mano quei primi capitoli, su Eraclito e gli Eleati, per proseguire il lavoro, fui lieto di vufrre come, a parte i necessari aggiornamenti bibliografici, 11011 aur.ssi quasi nulla di essenziale da mutarvi od aggiungervi. A id certe cose che, negli anni i1l cui essi furono scritti, apparivano ostiche alla cultura del tempo (come l'idea che la genesi della logica e della dialettica non si spiegasse se11zar iferimento a modi arcaici di sentire l'esperienza semantica) possouo oggi apparire come con seguenti giustificazioni sloricl:e di lendeme ormai predilette della cultura contemporanea. E mag11riq ualcuno, il quale non ricordasse di aver letto, ,ul « Giornale critico della filosofia italiana • e negli •Annali• di Pisa e in, Atene e Roma t, le prime redazioni di quei capitoli, potreLbe credere, a rovescio, che la loro impostazione cri tica in funzione di proMemi di linguistica arcaica 5Ìa w1 effetto dell'odierno gusto per la semantica. Sta di fatto, comunque, cl:e la presente illustrazione del modo in cui, nel quinto secolo avanti Cristo, tutta l'originaria problematica della logica e della dialettica risultò da entifica::ioni arcaiche di esperienze smurnliche, costituisce insieme la critica della più gran parte di quanto, in tema di logica e di dialeltica e del loro rapporto col mondo del li11guaggiod a ,m lato e col resto della reallà dall'aliro, co11ti.nuaa d essere oggi gene ralmente accettato. X Prefaziotrn Pn:Ja~ia1re XI Per la ripresa del lavoro debbo gratitudine in primo luogo (lj,i fine di questa Storia (i cui successivi uolumi, tuitavia, spero ormai Antonio ltiaria Cervi, che chiedendomi di collaborare alla miscel di far uscire regolarmente. .. ). Perchè non sempre riesce facile far lanea di studi in onore di Luigi Castigliani m'indusse, mia die le cose 11el tempo giusto. ci11a di a.nni fa, a scrivere il capitolo su Empedocle; e a Ilarold Cherniss, che i-m•itandomi, per l'anno r962-63, a lavorare in quel Roma, 20 agosto 1967. G. C. tranqitillo paradiso della ricerca storica e scieutijica che è l' I nsli tute for -Ad·;;a.ncedS tudy di Prince/on, non solo mi rese possibi"li le minute indagini filologiche presupposte dai capitoli su A nassa gora e Diogene di Apollonia, ma di-questi lesse e discusse paziente mente il dattiloscritto, emendandolo e integrandolo in piiì. p1mli con la sua impareggiabile sagacia di studioso. D'altra parte, le ampie ricerche lessicografiche richir.stc per ricostruire, 1u:ll'ullimo capitolo, la ·terminologia dell'atomismo primitivo (e quindi per restituire anche a quest'ultimo, al di sotto delle successive interpretazioni aristotcliclu: ed epicuree, quella sua fisionomia originaria, che sola fa comprendere come e perché, nell'ambiente della logica greca arcaica, sia nato l'atomismo come sua critica empiristica.) non mi sarebbero state possibili, in qw~sti ttltimi" am1i, senza l'aiuto di lutto il gruppo di studio di storia del pensiero antico, che si ~ venuto formando all'Istituto di Filosofia dell'Università di Roma. Scusandomi di 110n poterli qtti menzionare tutti per nome, ringrazio i molti membri di tale gruppo che mi hanno aiutato in questo compito, e particolar uunte coloro, tra colleghi, assisf.e11tie studenti, che si sono ormai specializzati nello studfo della logica antica. Non posso infine non ricordare qui che quando, non ancora ven SIGLE USATE tenne, cominciai ad occuparmi di questi studi, i primi miei maestri che se ne interessarono, esortandomi a cotitinuarli, furono l\fanara DK Dicls-Kranz, Fragn1e,ited e,. Vorsokraliker: normalmente è Valgimigli, Giorgio l'asqttali e Giot•anni Gentile. Quanto a quest'ul citata la. sesta. edizione, del 1951, di cui anche le sut:ces tiino, egli dette ad essi tanto credito, dopo i miei primi libri su Ari sivc sono ristampe. stotele e sull'Eleatismo (i qtJa/i pure confutavano l'interpretazione KH. Kìrk-Ravcn, The Prcsocratic Philosophers, Cambridge Uni che egli aveva dato della logica classica nel Sistema di logica come versity Presi., 1957 (su cui cfr. la. mia. recensione in , Gno teoria del conoscere) da considerarmi degno di avere mia catledra mon ,, 1962, pp. 321-35). universitaria a ventisette anni, e prima ancora che avessi pubblicato FLA I fondamenti della logica aristotelica, Firenze, Le l\lonnier, un solo capitolo di questa Storia. Ma, circa i miei rapporti con quel~ 19z7 (una nuova edizione, con appendici intcgrath·c di l'uomo stra.ordinario (e tragicamente co·ntraddittorio) che fu Gio Gabriele Giannantoni e Giovanna Sillittì, è in corso di vanni Gentile, il discorso Sarebbe lungo. Spero di farlo altra volla, stampa presso ]a Nuova Italia di Firenze). come già lo feci per Benedetto Croce. Dirò solo, per co11cludcre, SE Studi sull'EleaJismo, Roma, Pubblicazioni dcll'IStituto di che, di tutti coloro il cui nome mi accade di ricordare oggi con t'ico Filosofia dell'Università, 1932 • (una versione in tedesco, noscenza, e che avrei desideralo at•essero l.:tlo questo libro, quasi con aggiunte, è di prossima pubblicazione pr..:sso la \Vis mssm10 può più farlo. E forse morirò anch'io prima di aver visto la senschaftliche Verlagsbuchbandlung di Darmstadt). INTRODUZIONE Una storia della logica presuppone un'idea di quel che sia la logica: e, in particolare, una storia della logica antica im plica un criterio, col quale, in seno al complessivo sviluppo del pensiero classico, si possa distinguere una specifica cvo- luzione del problema logico. L'idea più semplice sarebbe che questo criterio si potesse trarre dall'uso stesso del termine di <1l ogica», nella storia di tale disciplina dovendo così esser comprese tutte, e sole, quelle dottrine che nella tradizione filosofi.cac lassica si trovassero esplicitamente considerate come appartenenti a tale scienza. Ma è chiaro che, a questo modo, una storia della logica antica comincerebbe, a rigore, solo nell'età postaristotelica, col paradosso di lasciarsi alle spalle proprio il più ampio e famoso dei suoi documenti. E una storia· della logica non è, s'intende (o non è che in una sua certa parte), 1a storia dell'uso che sia stato fatto di questa parola, bcnsi la storia dei problemi che in quel termine ab biano poi ricevuto la loro designazione _~ omplessiva. Come risulta, d'altronde, dalla Einleilwzg alla Geschichte der Logik del Prantl, all'autore dell'unica grande storia della logica fino· a oggi tentata tale generica designazione sembrava la sola che si potesse onestamente presupporre alle soglie di una trattazione storica, affinché fosse raggiunta in essa quella prima e approssimativa intesa, tra l'espositore e il lettore, circa il limite dell'argomento, della quale non sarebbe stato possibile fare a meno. Nel corso dell'esposizione, poi, si sareb bero venuti man mano chiarendo quei più precisi concetti critici, che essa doveva pur presupporre per essere una storia e non una cronaca di dottrine: mentre, a premetterli a capo della trattazione, essi avrebbero avuto l'aspetto degli astratti 4 l11lrodr1.:frme Il problema del mi!lodo di tma storia de.Ila logica criteri della verità, imposti a priori al vivente corso della semplice tecnica sillogi~tica c11eP ?i se ~e ricavò e. ~viluppò), storia. bensì una particolare mterprctaztone d1 tale analitica, data Lo stesso Prantl avvertiva già· acutamente, infatti, la dal Prantl mediante .u n collegamento tra i concetti ad essa gran~c antinomia .storiografica, per cui non si fa storia senza propri e quelli della metafisica, cd un riconoscimento dc_iv alori un criterio di sce1ta dei fatti, mentre, a sua volta, anche tale reali che ad essi venivano perciò ad appartenere, al di là del criterio è un prodotto e un momento della stessa storia. 11a, loro apparente for11_1alismoI.n terpretazione discussa, essen per quanto credesse di sottrarvisi, non sfuggiva al dilemma, dosi chiarito come, a intender propriamente l'analitica aristo e alla necessità <li attenersi ad uno dei suoi corni: e questo telica nella sua specifica intenzione e funzione metodologica, poteva poi esser solo quello positivo dell'accettazione di una quella connessione non fosse né necessaria né legittima; e dottrina, alla luce della quale s'illuminasse tutta la storia dei in realtà abbandonata già nella minuta esposizione datane problemi e delle teorie che ad essa avevano condotto o che dal Maicr nella sua Syllogislik des Aristoieles. Al puro signi da essa avevano deviato. Tuttavia, quel che gli dava il senso ficato formale e metodologico dell'analitica restringono d'al della fedeltà storica, quel che doveva non fargli sentire troppo tronde lo Sb'Uardoa nche le ulteriori indagini, dirette a studiar netta l'inevitabile superiorità della norma alla storia, era il la genesi e lo sviluppo della logica e della retorica d'Aristotele, fatto che la dottrina, che nella sua esposizione si costituiva come p. es. quella. del Solmsen, o a interpretarne l'interna come l'essenziale canone critico, era poi quella. stessa teoria struttura, come p. es. quelle del Lukasiewicz, del Via.no, del aristotelica che nell'intera storia della logica appariva in una Perclman e di altri studiosi odierni: indagini che non sempre posizione di gran lung:i predominante. E lo spirito che ani pretendono, d'altronde, di riferirsi a una concezione la quale mava la sua trattazione era anzi proprio quello della riven nella sua singolarità rappresenti il canone supremo di tutta. dicazione dell'aristotelismo vero di fronte a quell'aristote la storia del pensiero antico, nel suo aspetto di teoria della lismo falso, che s'era poi così largamente diffuso e corrotto logica. Per elevate a tal grado l'analitica di Aristotele, il nel pensiero medievale da meritare nel pensiero moderno prima Prantl era stato indotto ad attribuirle un significato che in il dispregio e il rifiuto e infine il conclusivo superamento, realtà non le spettava; e chi oggi, d'altronde, se l'interesse in una nuova logica. il cui principio costituiva (o sembrava di una storia della logka antica non fosse altro che quello di costituire) l'aperta eversione di quello della logica classica. constatare la genesi della sillogistica qua talis, si affaticherebbe Certo, è facile pensare che, paladino di Aristotele contro Hegcl, a ripercorrere questa faticosa via senza starsi pago ai chiari il Prantl si sarebbe trovato in gravi difficoltà a continuare menti già ottenuti dagli altri? questa difesa qualora la sua storia non si fosse arrestata alle soglie dell'età moderna. Ma, considerata nei limiti della sua trattazione della logica antica, nulla .poteva parere, e ancora In realtà, la logica aristotelica non è più oggi per noi solo parrebbe, più appropriato del canone-critico <lella storia del. quest'arte del pensare e del dedurre, a cui non servivano Prantl, se è chiaro che la logica classica è, essenzialmente, la valutazioni che le riconoscessero significati oggettivi e meta logica aristotelica, e che la storia di quella è quindi, in sostanza,. fisici, perché di fatto esse continuavano ad intenderla nel storia del modo in cui questa sorse e si sviluppò. solo a~petto immediato della sua intenzione metodologica. D'altra parte, è anche noto che la logica d'Aristotele espo Studiata nelle sue formulazioni e nei suoi presupposti, C.."ìSa sta e presupposta <lai Prantl non è poi, sic et simplicitcr; l'ana schiude il suo apparente rigore sistematico e mostra al di litica dell'Organo (sia pure, già questa,-così differente dalla sotto di questo tutta una serie di teorie, che stanno rispetto Introd1uio,1e L'ambito della storia della logica a11tica a quel sistema nella relazione del fondamento all'edificio Joo-icad ianoetica di Aristotele, quale è messo in luce già da e insieme si riconnettono assai più nettamente alla maggio; u; primo esame sistematico dei suoi scritti, è pur da giusti parte dei problemi intorno ai quali è sorta e si è svolta l'intera ficare anche storicamente, e questa giustificazione non si può storia della gnoseologia e della metafisica dei Greci. Alla base raggiungere che mediante l'analisi e la ricostruzione storica dell'esplicita logica dianoetica c'è, implicita ed esplicita, tutta dei problemi a cui quelle posizioni teoriche rispondono, sia ~na logica noetica, che sull'unità dell'appercezione fonda ogni singolarmente, sia nel loro rapporto. Cosi una più complessa successiva dualità dei giudizi e dei sillogismi, giustificando interpretazione della logica aristotelica pone l'esigenza di una coi suoi supremi principi quegli stessi assiomi a cui più diret congruente ricostruzione dell'intera storia della logica· classica, tamente attingono la loro validità le forme del pensiero diano e questa nuova storia è a sua volta il campo in cui quell'inter etico. La dottrina della verità e dell'errore condizionati dal pretazione può veramente provare il suo diritto, chiarendovi giudizio s'appoggia su quella dell'intuizione intellettuale .ul la sua più precisa fisionomia storica. tima garante del vero, cosl come i principi di contraddizione Storia della logica antica è quindi non più, soltanto, storia e del terzo escluso si giustificano in _base al più profondo della sillogistica e dei suoi precedenti· e susseguenti (né in motivo della determinazione oggettiva del reale di fronte al quello, più proprio, dell'autentica apodittica classica, né in pensiero; e tutte le teorie della sillogistica in tanto si reggono, quello, meno proprio, dell'odierna logica simbolica), bensl in quanto conclusivamente !,i riferiscono a quel J?10tivo e storia di tutti quei problemi attraverso cui si vennero man si risolvono in quella unità. La logica aristotelica mostra mano sviluppando le molteplici concezioni greche della forma cosi un nuovo volto, rispetto a cui quello consueto, pur nella intelligibile del reale, e dai quali sorsero, tra le altre, in situa sua materiale prevalenza, è in realtà soltanto parziale e secon zioni storiche ben determinate e limitate, anche le varie dot dario. Ugualmente parziale e secondaria dovrà allora apparire trine costituenti la logica aristotelica. Essa non è più, in tal anche quella storia della logica classica, che ha per suo canone modo, storia della logica stricto senrn, e cioè storia delle dot e termine ideale soltanto quella parte della reale logica d'Ari trine propriamente logiche, sia pure non designate con questo stotele1• termine ma comunque tutte connesse col problema delle Anche, dunque, considerata la cosa da questo primo punto condizioni d'intelligibilità intrinseca del reale: perché di queste di vista, onde una storia della lobricac lassica deve pur apparire dottrine non s'intende la ragione e la genesi se. non connet come un chiarimento genetico del documento maggiore di tendole storicamente con altre dottrine non più logiche ma questa stessa logica, è chiaro che essa non può più limitarsi metafisiche, o insomma concernenti non tanto le cosiddette ai soliti rilievi particolari circa gl'immediati precedenti storici condizioni «formali» del pensiero .q uanto le strutture neces della sillogistica, che del resto verosimilmente dovevano ridursi sarie di ogni suo contenuto possibile. E cosi non è, altrimenti, a poca cosa, quando si fosse tenuto conto della stessa esplicita una storia <lella Logosidee, perché è evidente che la specifica dichiarazione con cui Aristotele si ascriveva il merito di aver storia del termine e dell'idea del logos è per un verso assai più scoperto da sé, e faticosamente, l'intera scienza sillogistica2• ristretta e per altro verso assai più vasta della storia· dei pro Se la suprema logica classica è non solo dianoetica ma anche, blemi e delle concezioni in cui gli antichi fermarono il loro e anzitutto, noetica, tutta una serie di nuovi problemi le sta ~ensiero sulla struttura intelligibile del reale. l\la neanche, alla base, e nella loro storia dovrà trovarsi la ragione della mfine, è addirittura una storia del logo, nel senso non più antico sua n~cita, e cioè, per gran parte, la storia stessa della logica ma rnodemo per cui, a tale storia appartenendo in universale classica. D'altro lato, lo stesso rapporto tra logica noetica e ogni pensiero cd ogni dottrina, sia in ciascuna di esse possibile lnfroduzio11e G11oscologia e metafisica 11e!la storia della logica separare e determinare gli astratti presupposti t logici»: ché una appartengono anche que~e dottrin.e c~ie ~on s! prescn~ano simile analisi non potrebbe fornire un chiarimento storico di immediatamente come logiche: ché 11c nteno dcll accettaz10ne problemi, ma solo una serie di esemplificazioni, infinitamente è appunto nell'influsso diretto, che tali dottrine abbiano eser proseguibile. citato sullo ~viluppo storico della logica vera e propria. Del Certo, questo aspetto di analisi di e1ementi, il cui valore quale dunque fa parte non solo 1a tc?ria eonsapcvol_e,m a ~nche logico non viene esplicitamente in primo piano, non può l'inconsapevole problema, quando sta stato avvertito e nprcso essere estraneo a una storia della logica antica quale è quella come problema. che qui si vuol dare, almeno per tutta quella parte della sua trattazione che ha di fronte dottrine precedenti al vero e pro prio sorgere di una logica, e nelle quali si vengono d'altronde Il diritto di una simile storiografia della logica classica elaborando tutti i problemi e i motivi che di quella logica non può naturalmente esser preteso a priori, perché può son poi il primo elemento. Per esempio, nell'intero periodo risultar solo dal modo con cui si venga in concreto attuando. del naturalismo presofistico si può dire che non esista propria Ma neanche può esserne stabilito a priori il torto, in forza mente né una logica né una gnoseologia, in quanto non si della riconosciuta astrattezza di ogni storiografia filosofica avverte (o si avverte assai di rado, salvo che negli atomisti clic, seguendo lo sviluppo di un problema, sia portata perciò concludenti il pluralismo del quinto secolo) lo stes.so problema ad c~trarre a forza, dalle concrete sistemazioni speculative, della diversità del pensiero dal suo oggetto, e quindi delle ciù che a quel problema si riferisca, e dissechi così il vivente leggi che possano esser proprie dell'uno a dirrerenza del per connettere quel che sembra simile e in realtà è diverso. l'altro. Nulla di propriamente «logico» nell'eraclitismo e Questa critica ha la sua ragion d'e:;scre quando si dirige in nell'eleatismo, esclusivamente intesi a definire la natura e la particolare contro quella storiografia filosofica in cui la pre forma del reale. Eppure, senza eleatismo e senza eracliti potenza della norma sulla storia, del criterio sul fatto è cosi smo non s'intendono le logiche della sofistica e della socra violenta, che tutti i personaggi che vi appaiono non han più tica, né quelle di Platone e d'Aristotele: e non solo nel senso l'aspetto di creatori e di autori, ma solo {come il savio di Epit negativo che queste abbiano man mano risposto a problemi teto) di attori di un dramma che essi non hanno scritto e in di cui era posta l'esigenza in quelle antiche posizioni, ma anche cui essi non potevano sostenere se non quella parte. In essa in quello positivo che esse si valsero, nelle loro costruzioni, ogni posith·o divien negativo, perché tutto vi è guardato di elementi, di motivi, di strutture ideali, che nell'elea dall'angolo visuale del futuro, e quindi mostra in primo piano tismo e nell'eraclitismo avevano per la prima volta preso forma. il solo aspetto della mancanza e dell'imperfezione. Dal suo Il che prova che in queste dottrine il « metafisico » e il « fisico i> estremo traguardo, che è poi quello della miglior possibile è in realtà, inconsapevolmente, tutto permeato di «logico»: soluzione <lel problema, essa volge l'occhio a tutti coloro che e di fatto, come chiarisce l'interpretazione particolare, esse da tale soluzione son rimasti sempre pili lontani, e misura sono spesso, piuttosto che delle cosmologie, delle logiche anto queste distan1.e. graduandole e indagandone la ragione. Ideal logizzate, in cui come legge del reale si presenta Ja stessa mente, è retrograda, procede dal presente verso il passato, legge dell'intelligibilità del reale, non riconosciuta in tale scoprendo povertà sempre maggiori: per essa, ogni pensatore aspetto proprio perché non vi è ancora argomento di problema ha il torto di non e.ssere stato come il suo successore, ma il la distinzione del pensiero dal reale. Ma con questo esempio è suo successore non ha il merito di non essere stato come lui. anche chiarito il senso, nel quale alla storia della logica antica Di qui la sua superbia, e la sua istintiva inclinazione, propria IO Introduzione Filosofia e storia della filosofia II di tutti i superbi, a non dar reale importanza a tutto quel che yidualità, la verità di tutte le altre. A tale immanenza della è diverso da lei. Non vedendo che una serie di sempre più filosofia in ogni storia non si sfugge: e quando si crede di poveri ritratti cli sé in tutto il corso storico, essa manca di sfuggirle inserendo la filosofia· stessa nella storia, è perché quella riverenza e di quell'i11tercsse, senza cui non c'è senso non ci si accorge di fare, di una filosofia, due filosofie, l'una storico. • inserita nel sistema della storia accanto agli altri principi Ma il torto evidente di questa storiografia è poi tale, da della stessa storia, l'altra teorizzatrice di tale sistema, e perciò condurre per forza ad attenersi all'ideale del tutto opposto, non più suo momento. Né le si sfugge. altrimenti, considerando di una storiografia che per far luogo alle individualità non il rapporto di filosofia e storia della filosofia come circolo voglia veder altro che queste, e per timore di dissecarle rifugga assoluto: giacché la filosofia che è criterio della storia e dall'estrarne problemi, che possano appartenere a più vasti quella che di tale storia è lo stesso estremo risultato non processi evolutivi? Portata alla sua espressione più rigorosa, s0no, in realtà, la medesima filosofia, dal momento che questa concezione metodologica deve identificare la storio della concreta coscienza storiografica la prima è reale soggetto, grafia filosofi.ca alla storiografia artistica, e cioè considerare mentre l'altra non è che uno dei suoi oggetti possibili. Il cir come inessenziale anche nella storia filosofica quello stesso colo di filosofia e storia della filosofia non è un circolo vizioso costituirsi in linea di sviluppo. che nella storia dell'arte essa non già perché possano darsi circoli non viziosi, ma bensl, chiarisce come proprio solo dei suoi astratti elementi tecnici. assai più semplicemente, perché non è neanche un circolo. Una concezione, la cui difficoltà viene subito in luce - a pre Anche della superbia della filosofia rispetto alla sua storia scindere da ogni altro approfondimento teorico - quando si c'è dunque qualche buona ragione: e permette di dire che, se guardi come, alla stregua di essa, dovrebbe non uscire dal non fa bella figura lo storico del pensiero preoccupato solo di suo valore individuale cd autonomo neanche la stessa filosofia mostrare i suoi autori in faticosa ascesa verso la cima del pen che s'affenna in quella metodologia storiografica. Realtà sto siero suo, neanche fa be1la figura l'altro storico cosi inteso a rica individua questa concezione filosofica e realtà storica immedesimarsi completamente nel suo autore, a non dir cosa individua la concezione. poniamo, di Kant, allo stesso modo che questi non abbia detta, a n'on guardar più in là del limite che realtà storiche individue sono un sonetto del Petrarca a cui si fermarono i suoi occhi, da non lasciar più capire perché, e un sonetto del D'Annunzio. E come nessuno pensa più a oltre alle opere dell'autore, sia tuttavia utile leggere anche giudicare il Petrarca inserendolo in una linea di sviluppo l'opera del suo storiografo. Intesa a rigore, questa storiografia che faccia poi capo al D'Annunzio, e guardando dal D' Annun filosoficah a per ideale lo stesso annullamento della sua natura zio verso il Petrarca, così nessuno dovrebbe più giudicare la filosofica: ché come la critica d'arte conduce all'arte non già concezione kantiana considerandola in seno a un processo facendo dell'arte, ma ricostruendo e risuscitando lo stato storico che culmini in quella concezione della metodologia <l'animo da cui sorse quell'arte, così tale critica filosofica storiografica. Ma il fatto è che è dato pensare l'individualità dovrebbe condurre alla filosofi.an on già col fare della filosofia; storica di questa metodologia rispetto all'individualità sto ma solo col fornire l'esperienza di quell'ambiente storico, rica di quella concezione solo in quanto si crede proprio a rh-ivcndo il quale fosse dato intendere, con adeguazione asso tale metodologia, proclamante l'individualità di tutte le con luta, quella filosofia. 1\Ia la differenza salta agli occhi: ché cezioni: e cioè in quanto questa metodologia non è a sua volta mentre non s'intende davvero Orazio se non assimilandosi soltanto una concezione individuale, ma anche una concezione totalmente ed esclusivamente ad Orazio (e tanto più da lon che sola rende davvero possibile d'intendere,· nella loro indi- tano lo s'intende quanto più moderne e lontane sono le espe-

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