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Storia della filosofa. Dal Rinascimento all’Illuminismo PDF

641 Pages·1994·63.381 MB·Italian
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EDITORE BuLGARINI FIRENZE Copyright© 1994 Prima edizione, marzo 1994 Ristampe 2 3 4 5 6 1999 1998 1997 1996 1995 1994 Finito di stampare per i tipi della tipolitografia Stiav s.r.l. in Firenze Redazione Maurizio Landi Carla Prati Progetto grafico Paolo Lecci Copertina Paolo Lecci Federica Giovannini Impaginazione Paolo Lecci Alba Melani Arianna De Lapi Ricerca iconografica Silvia Morpurgo A questo volume ha contribuito: MASSIMO MUGNAI autore del cap. 19 Leibniz 0646-1716): «praedicatum inest subiecto» Salvatore Tassinari STORIA DELLA FILOSOFIA OCCIDENTALE Dal Rinascimento al! 'Illuminismo PARTE PRIMA L'ETÀ DEL RINASCIMENTO ED ELLA RIFORMA SEZIONE PRIMA LA RINASCENZA IN ITALIA SEZIONE SECONDA RINASCIMENTI ER IFORME RELIGIOSE IN EUROPA . SEZIONE TERZA DALLA MAGIA ALLA SCIENZA SEZIONE PRIMA LA RINASCENZA IN ITALIA 1 L'umanesimo rinascimentale Capitolo 2 21 Il platonismo rinascimentale 3 L'aristotelismo rinascimentale 1 Capitolo ······ ................................. ,. . ,,,,,,,,,,,,iii!i!iii''''''''' .............. ,,,,,,,,,,,iiiii'iiiii!!!ii'''''''·· .......... ,.,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,n,,,n:::::::;;;;;:;;;;;;;;;;:::::::=1111''ii11P111!11l111'''''' ...................... ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,11'111!1n::::; L'umanesimo rinascimentale l ...... ,.,,,,,,,,,,,.,., .. ,.,,,,,,,::,;;;::•;::;;;t::; :::::::;;;:;:;;:;;;;;;;;;;;;::;n::;;::::·· ... Le radici trecentesche: Petrarca e Cola diRienzo el De sui ipsius et multorum ignorantia, compo Eppure, una novità va profilandosi in questo ago sto nel 1367 in polemica con l'aristotelismo stinismo petrarchesco: il riconoscimento delle «huma averroistico dominante tra i cultori di medicina nae litterae» come strumento essenziale della «salvez e di scienze della natura dello Studio di Pado za» dell'uomo; la convinzione che, accanto al Cristo, va, ma più in generale con l'aristotelismo del operi, nella medesima direzione, Cicerone. È vero che la Scolastica, accusati di essere portatori di un «natu- il vescovo di lppona-è lo stesso Petrarca a ricor- A ralismo» dimentico dell'uomo, cosi scrive Francesco da r lo quan do scn.v e ch e Ag os t'm o «non arrossi, Ccricsaton to a1 Petrarca: mai nel riconoscere la grandezza di Cicerone» - Cicer~ne aveva accolto nel sapere cristiano la cultura prof- «. .. molte cose sa (lo scienziato) delle belve, degli uccel fana delle arti liberali, ma nel De doctrina christiana Petra~ca e la li e dei pesci, e ben conosce quanti crini il leone abbia l'aveva riconosciuta legittima non per un suo valore in P~le~lca C?~ sul capo, e quante penne nella coda lo sparviero, e con sé ma solo come mezzo per l'intendimento delle sacre gh anstotehcl quante spire il polipo avvolga il naufrago; come a ritro- scritture. Petrarca, al contrario, scorge in Cicerone, e so si accoppino gli elefanti e quanti anni duri la loro gravi danza ... ; come deforme sia il parto dell'arsa, raro quello più in generale negli «studia humanitatis», uno stimo- della mula, unico ed infelice quello della vipera; come sian lo che già apre gli occhi della mente alla luce della cieche le talpe, sorde le api, ed infine di tutti gli animali il verità, avviando l'anima alla vera sapienza. coccodrillo solo muova la mandibola superiore. Codeste co Ed è per questa felice congiunzione di antichità e se, in gran parte, o son false, il che apparve quando se ne cristianesimo che le vie dell'interiorità non inducono poté fare esperienza, o sconosciute a quelli stessi che le affer mano ... ma quand'anche fossero vere, a nulla servirebbero Petrarca a proporre un ascetico 'contemptus R.. per la vita beata. Io infatti mi domando a che giovi il cono mun d1., e l'1' so la mento monasti·c o, b ens1, a 1ç are deI1IlUl'aIOs cetismo scere la natura delle belve e degli uccelli e dei pesci e dei delle lettere e della teologia le condizioni per un serpenti, ed ignorare e non curar di sapere la natura dell'uo operoso intervento nella città degli uomini. In mo, perché siamo nati, donde veniamo, dove andiamo». una lettera a Luigi Marsili, l'agostiniano del convento di S. Spirito suscitato re del primo cenacolo umanistico Non era certo nuovo nella cultura cristiana il fiorentino, aveva scritto il poeta: richiamo, implicito in questa pagina, a raccogliersi nell'esame di sé, liberi dalla dissipatrice curiosità per «Pur di una cosa io non mi posso tenere che non ti le cose esteriori, né la contrapposizione conseguente avverta; ed è che tu non presti l'orecchio a coloro che, pre . . tra «scientia» e «sapientia». Agostino, cui Petrar- tendendo la necessità di applicare tutta la mente agli studi Agostmo, 11 ca guarda come al maestro tra tutti il più caro, teologici, vorrebbero al tutto distoglierti da quei delle lettere, maestro . , d . . . . dei quali se fossero stati digiuni (per tacer di molti altri) g1a a quasi un m1 11 enmo aveva pronunciato pa- Lattanzio e Agostino, né quegli avrebbe tanto agevolmente role decisive in questa direzione, facendo rivivere nel combattuto le superstizioni dei pagani, né questi edificata cristianesimo l'antica suggestione socratico-platonica, l'eccelsa mole della città di Dio». riapparsa nei grandi scritti dei neoplatonici. Petrarca non aveva da far altro che riprendere il suo insegna Ed è, appunto, per incitare all'attivo operare Le «adunanze ... mento, in opposizione all'aristotelismo trionfante nel tra gli uomini un giovane tentato dalla prospetti- che si le scuole cristiane. va claustrale che Petrarca, in una delle «epistole chiamano cittàll 8 SEZIONE PRIMA. LA RINASCENZA IN ITALIA CAPITOLO l familiari», aveva citato del suo Cicerone la sentenza L'amore per le lettere e l'eloquenza è l'altro moti secondo cui vo della avversione petrarchesca, più che per Aristote le, che certamente egli non amò, per l'aristotelismo «in terra nulla è più gradito a quel signore Iddio, che scolastico, esauritosi tutto nel formalismo e nel vir regge tutto questo mondo, di quelle adunanze o riunioni di tuosismo della dialettica e della logica. Alle dispute, uomini secondo un legame sociale, che si chiamano città». avvertite vacue ed astratte, dei logici di Oxford e di Parigi, Petrarca ama contrapporre il concreto, L'eloquenza Il che non impediva, peraltro, all'animo combat contro il vivo comunicare degli uomini tra loro, per via tuto del Petrarca di provare anche la suggestione - ne formalismo d'una parola non isterilita nei virtuosismi di . sono testimonianza 'il De vita solitaria e il De ot i o logico degli Lasolltudinee re zz· gw· sorum - del la so l1'tdu 'm e e del s1'l enz1·0 con- scuola, ricca ancora di tutte quelle potenzialità aristotelici • • • 11 5l 1e 1 1 z1 0 temp la t1.v o de l ch 'w stro, la pn.m a, pera lt ro, mm. morali ed affettive, che la fanno espressione la più limpida dei moti dell'anima e della vita interiore, vissuta come-alternativa alla vita associata, il secondo e insieme strumento efficace a dare giovamento all'a avvertito, piuttosto, come l'« analogo m> cristiano del nima altrui. A questa parola egli mostrava di volersi l' otium dei la:tini. riferire quando, suggestivamente, scriveva: «Bene Socrate, visto un giovinetto in silenzio, disse: 'parla, affinché io ti veda', perché egli pensava che l'uomo si vede non tanto nel volto, quanto nelle parole». Ed anche a Cicerone, e più in generale ai latini, pensava Petrarca, essi che «dirigono e immergono acutissime e roventi le punte della loro eloquenza fin dentro il cuore». Per tutto questo Petrarca è da considerarsi anti cipatore, ispiratore principale di quell'umanesimo ita liano, e principalmente fiorentino, che di lì a po- A .. co, con Co l u ccw· Sa l u tatl·, Le onar do Br um., p og- denllll'CuJmpaantoersei mo gio Bracciolini, Giannozzo Manetti ecc., avrebbe aperto un nuovo capitolo nella storia della civiltà e della cultura occidentale. E non solo per questo. Tanta parte dell'umanesimo rinascimentale, in particolare quattrocentesco, avrebbe vissuto di quel medesimo, tormentoso, irrisolvibile contrasto - e in sieme dell'inesausta aspirazione a comporlo - tra amore della vita e sentimento della morte, che Amore della accompagna tutta intera l'inquieta vita interiore vita e del poeta aretino, scissa tra il pensiero dell'im- sentimento mortalità e della beatitudine celeste da una parte, della morte e l'aspirazione ad una sopravvivenza tutta diver- sa, ricercata nella gloria mondana dall'altra, tra il sen so della caducità delle cose terrene, resa evidente dal l'ombra incombente della morte, e lo struggente biso gno di trattenerne la soave bellezza. Il De secreto con flictu curarum suarum, colloquio di Francesco con Agostino alla presenza della Verità, rappresenta, di questa contraddizione irrisolta, il celebre, drammati co documento. L'altro grande personaggio del Trecento che, a parere di alcuni studiosi, primo tra tutti Konrad Bur dach (1859-1936), autore nel1918 di un'opera restata famosa, Riforma, rinascimento, umanesimo, rappre senterebbe un'anticipazione significativa dello spirito umanistico-rinascimentale, è Cola di Rienzo, il tribu no romano che alla metà del secolo, infiammato Il sogno di Pagina miniata raffigurante Francesco Petrarca dalla lettura dei classici, aveva tentato la restau- Cola di Rienzo nella sua biblioteca. razione delle antiche libertà repubblicane di Ro- 9 PARTE PRIMA L'ETÀ DEL RINASCIMENTO E DELLA RIFORMA O ma, per finire poi col sognare il dominio universale di suale, estetica della vita e dell'esistenza, che aprirebbe ~ un rinnovato impero romano e cristiano, capace di per tutta l'Europa l'età moderna. w dare compimento alle speranze di quella «renovatio» Una considerazione del rapporto tra età nuova ~ religiosa e insieme politica, alimentate, soprattutto a dell'umanesimo e passato medievale più articolata e U partire dal Duecento, da tanta parte dei movimenti più attenta ai cambiamenti lenti ma profondi e ~ riformatori popolari a sfondo profetico. della sensibilità collettiva, ha consentito agli stu- ~~~~:~~o z Secondo questa lettura delle origini dell'umanesi- di storiografici di quest'ultimo cinquantennio di continuità e oc mo rinascimentale, orientata, come si può facilmente sfuggire alla deviante alternativa tra sostenitori frattura .,.J L . arguire, a sottolineare la continuità che leghereb- di una improvvisa e, come tale, improbabile frat- 0' " storiograa tfeicsa1 be m. un rappor~o m. d '1 ~~er~1' b1'l ~ proces.sl. _t.i p..l ca- tura, e sostenitori di una omogeneità mortificante, e di di Burdach mente med1evah ed es1t1 nnascunentah, 11 nna- individuare, di quel rapporto, insieme gli elementi di ~ scimento quattrocentesco sarebbe attraversato continuità e quelli anche però di dirompente novità. o per tutta intera la sua parabola dall'idea, appunto, Un risultato, questo, cui ha certamente concorso religiosa e mistica della «rinascita». l'attenzione anche al più ampio quadro della storia Ora, è vero che, per tutto un filone del neo-plato economica e politico-sociale italiana. dalla fine del nismo rinascimentale, da Cusano al platonismo fio XIII secolo agli inizi del XV, in cui si' inserivano gli rentino di Ficino, ispirato ad un ecumenismo che ave eventi culturali di cui ci stiamo occupando. Ne è va fatto della «pax» filosofica e religiosa il proprio emerso che l'epoca è quella della prima crisi del feu- ideale - e che, per un momento, era sembrato trovare dalesimo, della transizione lenta e non priva di . . . una sua prima realizzazione nel concilio di Firenze 1. mp~ov_v1.~ 1. n.t or~1. al l'..m d"1 etro - S.l pe~s1. a1. 1ç eno-· Ldae llp'entmà af ecundsa1 le del 1439, quando ci si era illusi di aver compiuta mem d1 nfeudahzzazwne spesso coev1 delle lotte la riunificazione della Chiesa bizantina con quel antifeudali - verso una economia ed un assetto socia- ccRenovatio» rinascimentale la romana -, si può legittimamente parlare di le, in cui il predominio della nobiltà e della Chiesa e messianismo una prospettiva di mistica «renovatio», ma que viene sempre più contrastato dall'avanzata dei ceti medievale sta va riferita alla dimensione puramente interio- «popolari» dei mercanti, degli artigiani-imprenditori, re degli spiriti e, pertanto, appare ben lontana dal dei banchieri, col conseguente affermarsi della civiltà me.ssianismo medievale, non escluso quello di Cola, urbana fondata sul primato di nuovi valori, come che aveva invece sognato della gioachimita «terza quelli del denaro e del lavoro «borghese». età», di un regno visibile dello spirito da realizzare fin Gli umanisti del tardo Trecento e del Quattro d'ora sulla terra. cento sono in larga misura espressione di questi ceti, Senz'altro estranea a cosiffatte aspettative mes sono i nuovi intellettuali laici, profondamente ancora sianiche è, comunque, quella moltitudine di umanisti ti ai nuovi fermenti della vita civile e, nel caso, in che, tra fine Trecento e primo Quattrocento, si adope particolare, di società urbane evolute come quella fio rano, quasi sempre sulla scia di Petrarca, alla «rinasci rentina, all'esercizio delle libertà politiche repubblica ta» dell'antichità classica. Persuasi, insieme con gli ne. Si guardi alle figure più eminenti del primo uma- antichi scrittori, dell'insuperabile finitezza mondana nesimo fiorentino, e si troverà che esse sono qua- ". . . . . . . della vita degli uomini, ma anche della non vani- s1. sempre appartenenti. al l e componenti. ant1.1ç eu- ..,h um. amst1: cristRiaen lIaQ IdOeSgitlai ta' de 1 1 oro operare entro 1• con f'm 1• de 1 1 a gw• rnata da l 1• de 1 1 a c1•t ta' , ed operose ne 11 a v1. ta c1•v 1' l e e po l1' - ilnlUtOeVllIe ttuali laici umanisti terrena, gli umanisti italiani, peraltro, non sono tica: Coluccia Salutati (1331-1406) fu per tren- affatto privi di una loro profonda religiosità, ed t'anni cancelliere della repubblica e fiero difensore anzi la loro opera sarebbe del tutto incomprensibile al della «fiorentina libertas», ora contro il papato avi di fuori dell'orizzonte cristiano, cui essi a pieno dirit gnonese, ora contro le mire espansionistiche dei Vi- to appartengono. La loro insistenza sul limite terre sconti di Milano; anche Leonardo Bruni (1370 ca.- stre dell'uomo è costantemente riequilibrata da una 1444) e Poggio Bracciolini (1380-1459) ebbero per fede, non residuale, nella sua ultima destinazione ul qualche tempo il cancellierato, mentre Giannozzo tramondana, e così la loro «riscoperta» dei classici si Manetti (1396-1459) fu a lungo impegnato nelle magi accompagna ad un nuovo modo, laico e mondano, di strature interne della repubblica, e più volte legato in «rivivere» la verità cristiana. ambascerie presso sovrani e pontefici. Del tutto superata, quanto meno nella sua cru Nuovi i soggetti produttori di cultura - laici, non dezza e perentorietà, appare oggi la celebre tesi, av più chierici -, nuovi di conseguenza i luoghi della viata da Jacob Burckhardt (1818-1897) col suo splen- produzione: non più le università, dove peraltro sa dido affresco de La civiltà del rinascimento in rebbe continuato fino al Seicento, sempre più stanca Bu cl ttheas ri dld: uatnataa I ta l'z a de 1 1860 , d1' una ra d"1 cal e fr attura fr a me- mente, il vecchio insegnamento scolastico, bensì le dioevo e rinascimento, quest'ultimo presentato ricche dimore di mercanti e banchieri che sem- come un'epoca sostanzialmente acristiana, paganeg pre. pn. ~' f reque~t~mente. osp1· tano presso d. 1' se, dl enlulao vci u(l(tluuroag hi» giante, proclive ad una visione individualistica, sen- scntton ed artlstl, e p01, soprattutto, le hbere lO

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