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Storia del pensiero cristiano tardo-antico PDF

1340 Pages·2013·3.76 MB·Italian
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CLAUDIO MORESCHINI STORIA DEL PENSIERO CRISTIANO TARDO -ANTICO Presentazione di Giovanni Reale BOMPIANI IL PENSIERO OCCIDENTALE BOMPIANI IL PENSIEROOCCIDENTALE direttore GIOVANNI REALE Volume pubblicato con il contributo del Centro di Studi Patristici “Luigi M. Verzé” CLAUDIO MORESCHINI STORIA DEL PENSIERO CRISTIANO TARDO-ANTICO Con la collaborazione di Francesco Perono Cacciafoco, Giovanni Catapano, Sara Matteoli, Beatrice Motta, Sara Petri, Pietro Podolak, Claudia Schipani, Chiara Ombretta Tommasi Indici a cura di Vincenzo Cicero BOMPIANI IL PENSIEROOCCIDENTALE Direttore editoriale Bompiani Elisabetta Sgarbi Direttore letterario Mario Andreose Editor Bompiani Eugenio Lio ISBN 978-88-58-75851-9 © 2013 Bompiani/RCS Libri S.p.A. Via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano Realizzazione editoriale: Roberto Radice Prima edizione digitale 2013 da prima edizione Il Pensiero Occidentale febbraio 2013 PRESENTAZIONE DI GIOVANNI REALE L’OPERA DI MORESCHINI SUL PENSIERO TARDO-ANTICO CRISTIANO E LA SUA IMPORTANZA STORICO-ERMENEUTICA 1. Le difficoltà che implica la trattazione del pensiero tardo-antico cristiano La presente opera non è una semplice storia della Patristica intesa nel senso comune, ma è qualcosa di più. In genere, le tratta- zioni sul pensiero dei Padri della Chiesa si limitano alle tematiche di carattere religioso-teologico, e danno scarso rilievo alle implica- zioni e alla portata filosofica delle medesime, e soprattutto ai nessi fondativi che esse hanno con la filosofia tardo-antica pagana. Ciò si spiega per alcune ragioni di fondo assai significative. 1) In primo luogo, uno studio critico adeguato del pensiero tardo-antico pagano è iniziato solo da poco tempo, sia per quanto concerne le edizioni e le traduzioni dei testi, sia per quanto riguar- da la loro adeguata interpretazione. Va ricordato che solo a partire dalla seconda metà del ventesi- mo secolo, e quindi da poco più di mezzo secolo, Plotino e gli auto- ri del pensiero tardo-antico pagano sono tornati alla ribalta, e si è iniziato a tradurli e a studiarli a fondo (le numerose loro opere pub- blicate in questa collana e nella parallela costituiscono una prova significativa). Già in passato alcuni esimi studiosi si erano occupa- ti della materia, ma sono stati pochi e isolati, e i loro messaggi hanno avuto scarsa eco. Solo di recente in qualche Università si sono addirittura intro- dotti corsi di «Storia della filosofia tardo-antica», in quanto si dif- ferenzia dalla Storia della filosofia dell’età antica e classica e dell ’età ellenistica, e richiede di conseguenza specifiche trattazioni a mot ivo delle notevoli differenze rispetto alla filosofia precedente, e delle sue complesse peculiarità. 2) In secondo luogo, si è creduto che lo studio della Patristica dovesse rientrare nell’ambito della trattazione del pensiero medie- vale, e in molti casi lo si continua a ritenere, asserendo che sarebbe la tradizione a imporlo. Ma gli errori che tale convinzione compor- ta sono, dal punto di vista dell’esegesi, notevoli. X PRESENTAZIONE È vero che non pochi Padri hanno esercitato un influsso deter- minante nel corso del pensiero medievale, ma non possono essere intesi in funzione della Wirkungsgeschichteche hanno prodotto nei secoli successivi. Il loro pensiero di per sé non appartiene al pen- siero medievale, ma a quello tardo-antico; e quindi, dal punto di vista ermeneutico, non lo si intende in modo corretto leggendolo al di fuori di quella particolare temperie culturale in cui è nato e si è sviluppato. Ed è quindi deviante, in tal senso, interpretare quel pensiero in funzione della successiva «storia degli effetti» da esso prodotti. 3) È inoltre vero che il pensiero dei Padri della Chiesa, in con- nessione con la fede e con l’interpretazione dei testi sacri, implica un nuovo paradigma culturale rispetto al pensiero pagano, e che quello stesso paradigma caratterizzerà anche il pensiero medievale. Tuttavia le categorie concettuali usate dai Padri saranno differenti rispetto a quelle usate dagli Scolastici. Anche studiosi della levatura di Henri-Irénée Marrou, che pure hanno trattato i problemi con grande finezza e non sono caduti in certi errori commessi da altri, sono stati però vittima di quel pre- supposto di cui dicevamo. Scrive Marrou: Certo gli schemi intellettuali di sant’Agostino prefigura- no, in molti modi, quelli che reggeranno la cultura medievale occidentale. La cultura cristiana di san t’Ago - stino è già medievale prima di tutto per la sua ispi- razione generale, per il suo carattere religioso, per la preoccupazione di porre tutte le manifestazioni dell’in- telligenza in dipendenza dalla fede. Tutta la cultura del medioevo cristiano conserverà questo carattere, quali che siano le opposizioni dottrinali che potranno sepa - rare su questa questione i suoi vari rappresentanti… (1987, p. 437). Ma pur restando identici l’ispirazione generale e il carattere reli- gioso del pensiero dei Padri e di quello degli Scolastici, la preoccu- pazione e l’impegno di porre tutte le manifestazioni dell’intelligen- za in connessione alla fede sono differenti. Ed è proprio tale differenza che costituisce lo spartiacque fra il pensiero tardo-antico cristiano e il pensiero medievale. PRESENTAZIONE XI 2.Ulteriori problemi di carattere ermeneutico Nella progettazione ed esecuzione di una storia del pensiero filosofico e teologico, però, ci sono anche altre difficoltà più gene- rali che sono essenziali dal punto di vista ermeneutico. 1) Non bisogna limitarsi a riferire le opinioni degli autori tratta- ti, quindi a rimanere su un piano puramente dossografico. 2) Insieme a ciò che hanno detto, occorre far comprendere il per- ché lo hanno detto, cioè le motivazioni di fondo del loro pensiero. 3) Occorre inoltre presentare ai lettori anche il modo in cui lo hanno detto, ossia offrire ampi testi scelti opportunamente dalle loro opere. E soltanto pochi studiosi sono in grado di operare così, per le ragioni di cui sotto diremo. In effetti, il modo in cui gli auto- ri esprimono il loro pensiero si può comprendere solo direttamen- te dalle loro stesse parole. 4) Inoltre non si possono presentare i Padri della Chiesa senza avere una «fede» e ciò che essa comporta, oltre che una adeguata conoscenza degli strumenti scientifici. Martin Heidegger afferma- va che solamente l’uomo religioso è in grado di comprendere i contenuti dell’esperienza religiosa, altrimenti gli manca l’oggetto stesso di riferimento, e scriveva quanto segue: «Esperienza vissuta e “concetto”. Il nostro scopo non potrà mai essere quello di risve- gliare la vita religiosa. Ciò accade solo tramite la vita stessa. Dif fi - coltà: soltanto un uomo religioso può comprendere la vita reli - giosa, poiché altrimenti non disporrebbe di alcun dato genuino» (Martin Heid egg er, Fe nomenologia della vita religiosa, Adelphi, Milano 2003, p. 385). 5) Infine, un’opera storica non può mai essere condizionata a priori dal giudizio teoretico sulla dottrina dell’autore trattato. Que - sto giudizio, semmai, deve seguire e non precedere, e comunque mai influire sulla trattazione. Moreschini rispetta in modo adeguato tutti questi requisiti, e in particolare eccelle in sommo grado nella presentazione dei testi degli autori, la quale costituisce ben più che una sorta di raccolta antologica, in quanto i vari brani si inseriscono al punto giusto e al mom ento giusto nel corso della trattazione. Ma vediamo per quale motivi Moreschini era nelle migliori con- dizioni per fare questo. XII PRESENTAZIONE 3. Moreschini ha composto una storia del pensiero tardo-antico cri- stiano con adeguata conoscenza del pensiero tardo-antico pagano Per comprendere le ragioni per cui Moreschini ha potuto non incorrere in errori assai diffusi, e quindi presentarci qualcosa di nuovo, partiamo da un testo di Hans-Georg Gadamer a noi parti- colarmente caro: «Chi vuole comprendere, non potrà fin dall’inizio abbandonarsi alla casualità delle proprie pre-supposizioni, ma dovrà mettersi, con la maggiore coerenza e ostinazione possibile, in ascolto dell’opinione del testo, fino al punto che questa si faccia intendere in modo inequivocabile e ogni comprensione solo pre- sunta venga eliminata. Chi vuol comprendere un testo deve essere pronto a lasciarsi dire qualcosa da esso. Perciò una coscienza erme- neuticamente educata deve essere preliminarmente sensibile all’al- terità del testo. Tale sensibilità non presuppone né un’obiettiva “neutralità” né un oblio di se stessi, ma implica una precisa presa di coscienza delle proprie pre-supposizioni e dei propri pregiudizi. Bisogna essere consapevoli delle proprie prevenzioni perché il testo si presenti nella sua alterità e abbia concretamente la possibilità di far valere il suo contenuto di verità nei confronti delle presupposi- zioni dell’interprete» (Verità e Metodo. Testo tedesco a fronte, tra- duzione e apparati di Gianni Vattimo, introduzione di Giovanni Reale, Bompiani, Milano 20043, pp. 557 s.). I «pre-giudizi», le «prevenzioni» di carattere ermeneutico di molti degli interpreti dei Padri della Chiesa sono proprio quelli che in passato hanno impedito di comprendere l’«alterità» del pensie- ro dei Padri rispetto al pensiero medievale, e la loro dipendenza filosofica dal pensiero tardo-antico pagano. Due in particolare sono le conoscenze che occorre avere per affrontare il pensiero dei Padri e non cadere negli errori sopra indi- cati: 1) Platone e il Platonismo nelle sue varie forme; 2) Filone di Aless andria, il quale ha creato l’interpretazione allegorica della Bibbia che è stata accettata e sviluppata in vario modo dai Padri della Chiesa. 1) Il primo punto è stato ampiamente studiato da Moreschini, come dimostrano le seguenti opere. Di Platone ha pubblicato un’edizione critica del Fedro addi- rittura in sostituzione di quella curata da L. Robin per Les Belles Lettres (Platon, Phèdre. Texte établi par C. Mo reschini, traduit par P. Vicaire, Paris 1985),e un’edizione critica del Parmenide (la

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