Chester G. Starr Storia del mondo antico Prefazione di Antonio La Penna Editori Riuniti BIBLIOTECA CENTRALE FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA 930 STA UNIVERSITÀ'DI SASSARI io S dono DI Defibera Cons Amm.ne dal —^ f ^ m j » ?' Biblioteca tascabile Chester G. Starr Storia del mondo antico Volume secondo Introduzione di Antonio La Penna • ''i. Editori Riuniti Ili edizione: giugno 1997 Titolo originale: A History of the Ancient World Traduzione di Clara Valenziano © Copyright by Oxford University Press, 1965 e 1975 © Copyright Editori Riuniti, 1968 via Tomacelli, 146 - 00186 Roma ISBN 88-359-4276- 4 L'espansione della Grecia XVII. Decadenza della città-Stato A partire dall'VIII secolo a. C. la struttura politica nel cui ambito i greci erano vissuti e avevano sviluppato la loro civiltà era stata quella della città-Stato, e fino al 400 tale sistema politico si era dimostrato, nel complesso, soddisfacente. La circostanza che la lealtà comunitaria fosse una sua esigenza vitale amalgamava le istituzioni e le tendenze religiose, sociali e politiche dei citta- dini in una unità che ne attutiva i contrasti. La polis incanalava e favoriva l'arte e la letteratura greca. In parte tale successo fu reso possibile dal fatto che la Gre- cia era ancora un paese semplice. Le città-Stato non erano troppo vicine le une alle altre e, sebbene autonome, sapevano mettere da parte le loro differenze individuali nel momento del pericolo, COSI come era avvenuto al tempo delle guerre persiane. Quando il sistema politico greco era ancora in. fase di consolidamento, l'Egeo non era minacciato da pericoli esterni e, al tempo dell'in- vasione persiana, i greci erano ancora abbastanza forti da poter respingere il Gran Re. I dissensi e le spaccature interne erano state mitigate normalmente con la colonizzazione, con i migliora- menti economici che ne erano risultati per la madrepatria e con il tradizionale spirito di lealtà verso i fini comuni. Durante il V secolo questi elementi positivi avevano per- duto vigore e nei successivi cento anni i greci sperimentarono difficoltà politiche assai più gravi. Da una parte le minacce alle libertà locali che si profilavano, dall'esterno, da parte della Persia, e, dall'interno, da parte delle città-Stato più ambiziose, resero le polis più gelose della loro autonomia. D'altr» parte, però, queste piccole unità politiche greche divennero più strettamente unite tra di loro. Sul piano politico esse si stringevano in alleanze, sul piano 363 culturale partecipavano di una civiltà sempre più cosmopolita, su quello economico dipendevano sempre più dal commercio estero. Nel IV secolo anche il clima politico interno mutò notevol- mente in questi Stati. La polis aveva subito un vasto processo di laicizzazione con lo spirito materialistico ma patriottico dell'età di Pericle; poi vennero i sofisti con i loro dubbi corrosivi sulla natura della giustizia e con la rivendicazione dell'autonomia in- dividuale. Il mutato clima spirituale ed economico del IV secolo portò alla professionalizzazione dell'arte di governare, fare il sol- dato diventò un mestiere e, concomitantemente, si affievolì l'attac- camento del singolo cittadino al suo Stato. Gli anni dal 404 al 336, di cui nel presente capitolo ve- dremo gli aspetti politici, furono un periodo difficile, contrasse- gnato sia dal caos che dall'energia. Nei primi decenni si cercò di cambiare il carattere della polis, o con l'unificazione forzata sotto l'egida di una città dominante come Sparta e Tebe, o con esperi- menti federalistici. I tentativi fallirono e infine un estraneo, Filip- po di Macedonia, comparve sulla scena e conquistò tutta la Grecia. Nel loro complesso, i mutamenti portarono il mondo egeo diret- tamente verso la grande esplosione che si concluse con la conquista del Vicino Oriente sotto il comando del figlio di Filippo, Alessandro. Rivalità tra Sparta, Tebe e Atene Conseguenze della guerra del Peloponneso. Durante la guerra del Peloponneso apparvero chiari i segni delle difficoltà politiche in cui si dibatteva la Grecia. Protrattasi per troppi anni, essa aveva portato la devastazione in molte regioni dell'Egeo e aveva lasciato Atene troppo debole per poter garantire quella pace sui mari che aveva protetto il commercio e tenuto in scacco i persiani. Molti ormai si erano abituati alla vita militare e a dare soluzioni militari ai problemi politici. Inoltre, in molti Stati erano scoppiate guerre civili. Al momento della vittoria finale nel 404 sarebbe stato logico aspettarsi che Sparta si ritirasse nella sua roccaforte peloponne- siaca dal momento che una fondamentale esigenza della pohtica interna spartana era sempre stata quella di mantenersi forte nel suo territorio. Ma i tempi erano molto mutati. Probabilmente l'aspra lotta 'che si era appena conclusa rese evidente a Lisandro e agli altri capi spartani che in avvenire essi non sarebbero stati 364