TESTI E MANUALI PER L’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO DEL LATINO Collana diretta da ALFONSO TRAINA 1. TRAINA A., L’alfabeto e la pronunzia del latino, 5a ed. aggiornata, pagg. 108 2 BERNARDI PERINI G., L’accento latino, 4a ed. riveduta, pagg TESTI E MANUALI PER L’INSEGNAMENTO XVI-184 3. STOLZ F. - DEBRUNNER A. - SCFIMID W.P., Storia della lingua UNIVERSITARIO DEL LATINO latina. Traduzione della 4a ed. (1966) a cura di C. Benedikter. Introduzione e note di A. Traina. Appendice: La formazione della lingua letteraria latina di J.M. Tronskij, 4a ed. riveduta e aggiornata Collana diretta da ALFONSO TRAINA a cura di E. Vineis, pagg. LXXII-264 4. QUESTA C., Introduzione alla metrica di Plauto, pagg. XII-284 5. PALADINI V. - CASTORINA E., Storia della letteratura latina. 75 Voi. I - Disegno storico, pagg. VIII-536 6. PALADINI V. - CASTORINA E., Storia della letteratura latina. Voi. Il - Problemi critici, 3a ed. con supplementi e aggiornamenti a cura di P. Fedeli, pagg. 584 7. PALADINI V. - DE MARCO M., Lingua e letteratura mediolatina, 2a ed. corretta e aggiornata, pagg. VIII-320 8. VAANANEN V., Introduzione al latino volgare a cura di A. Limentani, traduzione di A. Grandesso Silvestri, 3a ed., pagg. 420 9. TRAINA A. - BERNARDI PERINI G., Propedeutica al latino univer sitario, 6a ed. riveduta e aggiornata a cura di C. Marangoni, pagg. 540 10. CALBOLI G., La linguistica moderna e il latino. I casi, pagg. XVI- 372 esaurito 11. TRAINA A., Lo stile “drammatico” del filosofo Seneca, 4a ed. aggiornata, pagg. VIII-236 12. La lingua poetica latina. A cura di A. Lunelli (Saggi di W. KROLL, H.H. JANSSEN, M. LEUMANN, Premessa, bibliografia, aggiorna menti e integrazione del curatore), 3a ed. riveduta e ampliata, pagg. LXXVI-238 13. SCHRIJNEN S., I caratteri del latino cristiano antico; con un'ap pendice di C. Mohrmann, Dopo quarantanni, a cura di S. Boscherini, 4a ed. aggiornata, pagg. 172 14. BINI M., Index Morelianus sive verborum poetarum Latinorum qui in Moreliana editione continentur. pagg. 216 15. HOFMANN J.B., La lingua d’uso latina. Introduzione, traduzione e note a cura di L. Ricottilli, 2a ed. aggiornata, pagg. VIII-464 16. DE MEO C., Lingue tecniche del latino, 2a ed. aggiornata, pagg. 344 17. FACCHINI TOSI C„ La ripetizione lessicale nei poeti latini. Venti anni di studi (1960-1980), pagg. 144 18. GHISELLI A., Orazio. Ode 1,1 3a ed. riveduta e ampliata, pagg. 168 19. MOSCI SASSI M.G., Il ‘sermo castrensis', pagg. 160 esaurito 20. PASCOLI G., Thallusa. Introduzione, testo, traduzione e commento a cura di A. Traina, 3a ed. corretta e aggiornata, pagg. 120 21. TRAINA A., Adolfo Gandiglio. Un “grammatico” tra due mondi, con una traduzione inedita di Pomponia Grecina e una bibliografia ragionata degli scritti del Gandiglio a cura di M. Bini, pagg. 140 22. CUGUSI P., Aspetti letterari dei Carmina Latina epigraphica, 2a ed., pagg. 414 23. Supplementum Morelianum. A cura di A. Traina, M. Bini, 2a ed. riveduta e ampliata, pagg. 88 24. FLORI Carmina. Introduzione, testo critico e commento a cura di C. Di Giovine, pagg. 168 25. BELLANDI F., Persio: dai “Verba Togae” al solipsismo stilistico. Studi sul Choliambi e la poetica di Aulo Persio Fiacco, 2a ed., pagg.192 26. SETAIOLI A., Seneca e i greci. Citazioni e traduzioni nelle opere filosofiche, pagg. 546 27. DIONIGI I., Lucrezio. Le parole e le cose, 2a ed., pagg. 192 28. PASINI G.F., Dossier sulla critica delle fonti (1896-1909), pagg.192 29. ONIGA R„ I composti nominali latini. Una morfologia generativa, pagg. 356 30. MAZZINI I., Introduzione alla terminologia medica. Decodificazione dei composti e derivati di origine greca e latina, pagg. 224 31. RIGANTI E., Lessico latino fondamentale, pagg. 250 32. SENECA L.A., Phaedra, a cura di C. de Meo, 2a ed. riveduta e aggiornata, pagg. 328 33. Le nozze di Polemio e Araneola (Sidonio Apollinare, Carmina XIV- XV). A cura di G. Ravenna, pagg. 102 JOHANN BAPTIST HOFMANN - ANTON SZANTYR STILISTICA LATINA A cura di Alfonso Traina Traduzione di Camillo Neri Aggiornamenti di Renato Oniga Revisione e indici di Bruna Pieri PATRON EDITORE BOLOGNA 2002 Copyright © 1965 Verlag C. H. Beck, Munchen. Titolo originale: Lateinische Syntax und Stilistik di J.B. Hofmann e A. Szantyr Copyright © 2002 by Patron editore - Quarto Inferiore - Bologna I diritti di traduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono ri servati per tutti i Paesi. È inoltre vietata la riproduzione, anche parziale, compresa la PREFAZIONE DEL CURATORE fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. Prima edizione, novembre 2002 Ristampa 1. La Lateinische Syntax und Stilistik di J. B. Hofmann e 7 6 5 4 3 2 1 0 2007 2006 2005 2004 2003 2002 A. Szantyr, di cui presentiamo qui la Stilistik nella ristampa del 1972 (differente dall’edizione del 1965 solo per qualche ritocco nel Vorwort e qualche aggiunta nei Nachtràge und Berichtigungen, pp. 843-856), è la seconda parte della Lateinische Grammatik, auf der Grundlage des Werkes von F. Stolz und J. H. Schmalz: la prima parte, di M. Leu mann, comprendente la fonetica e la morfologia (Lateinische Laut- und Formenlehre) uscì nel 1977 (nel 1963 era uscita una provvisoria ristampa dell’edizione del 1926-1928, vd. infra), la terza (Stellenregis- ter und Verzeichnis der nichtlateinischen Wórter, a cura di F. Radt, A. Westerbrink, S. Radt, implicante anche correzioni al I e al II volume1) Opera pubblicata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in nel 1979. L’opera ha alle spalle una lunga e travagliata storia. Che Bologna e della Fondazione Niccolò Canussio, Cividale del Friuli. comincia più di un secolo fa, quando, nel 1885, nello Handbuch der klassischen Altertumswissenschaft di Monaco, allora diretto da I. von Miiller2, comparve la Lateinische Grammatik di F. Stolz (per la fo In copertina: Agostino di Duccio, “La Rettorica”, Rimini, Tempio Malatestiano. netica e la morfologia) e J. H. Schmalz (per la sintassi e la stilistica). Siamo a cavallo di due grandi sintesi, il Compendium der vergleichen- den Grammatik der indogermanischen Sprachen di A. Schleicher (1861, 18764) e il Grundriss der vergleichenden Grammatik der indo germanischen Sprachen di K. Brugmann e B. Delbrtick (1886-1900)3. E dunque nel pieno di quella rivoluzione metodologica che, partendo PATRON EDITORE - Via Badini, 12 dalla grammatica comparata, aveva portato al trionfo della linguistica 40050 Quarto Inferiore (BO) Tel. 051 767003 Fax 051 768252 E-mail: [email protected] Sito: www.patroneditore.com 1 Quelle riguardanti la Stilistica sono a p. 227. Stampa: Stabilimento Editoriale Pàtron 2 E tuttora vitale, sotto la direzione di H. Bengtson: la Lateinische Gramma Via Badini 12 - 40050 Quarto Inferiore - Bologna tik ne costituisce attualmente la seconda parte della seconda sezione. 3 Seconda edizione del Brugmann 1897-1915: cfr. Tagliavini (19697:1 209). II Prefazione dei curatore Prefazione del curatore III storica4 (o, meglio, diacronica), in attesa che un’altra rivoluzione, agli 97-105), ma di cui onestamente erano già consapevoli gli autori, tanto inizi del secolo, riportasse in auge la linguistica sincronica. Ma, con che lo stesso Schmalz, nella quarta (e ultima) sua edizione del 1910, questa, siamo fuori non solo, ovviamente, dall’orizzonte di Stolz e ammetteva la necessità di un rifacimento. D’altra parte l’evoluzione Schmalz, ma anche dei loro rielaboratori, restii alla problematica dei dei procedimenti stilistici non poteva prescindere dal loro inventario e vari strutturalismi, come di altre tendenze della linguistica moderna5. dalla loro funzionalità. In altri termini, una stilistica non poteva essere La dimensione storica, come l’unica veramente scientifica, è afferma solo ‘storica’, ma «storico-descrittiva» (Ax 1976: 97), distinguendo zione che rimbalza da un’edizione all’altra (ma per l’ultima vd. infra), una parte teorica (definizione, tipologia, ecc.) e una parte storica sempre più avvalorata dall’apporto del tardolatino, in opposizione alla («historische IJbersicht»). E per la prima parte non si poteva non destinazione ‘pratica’ della stilistica normativa (codificata nella Latei- mutuare (con gli apporti delle allora non frequenti monografie su sin nische Stilistik fiir Deutsche di K. F. Nagelsbach, Niirnberg 1846; no goli fenomeni e autori: in prima linea, a partire dal 1898, Die antike na edizione a cura di I. von Muller, 1905, ristampata sino al 1980). Kunstprosa del Norden) rimpianto della stilistica normativa, ma con Non a caso lo Stolz dieci anni dopo avrebbe pubblicato il primo volu un radicale rovesciamento assiologico, che valorizzava in prospettiva me (in due parti) di una monumentale Historische Grommatile der la- storica ciò che come arcaico, volgare o tardo era bandito dal purismo teinischen Sprache (Leipzig 1894-1895, di cui è ancora valida la classicistico (emblematico il titolo Antibarbarus der lateinischen Stammbildungslehre), cui farà seguito nel 1910 una Geschichte der la- Sprache del lessico di J. P. Krebs, Basel 1832, rielaborato nel 1905- teìnischen Sprache che, rielaborata da più mani, è tuttora vitale, anche 1907 proprio dallo Schmalz, che sentiva però il bisogno di giustificar in traduzione italiana6. Ma non era facile rompere i ponti col passato: lo con le esigenze della scuola di allora). tanto più che la stilistica non poteva certo vantare gli stessi successi 2. Ma torniamo alle origini. La prima edizione del 1885, pubbli che il metodo storico-comparativo aveva ottenuto soprattutto in foneti cata a Nordlingen (tutte le successive a Monaco), non costituiva un ca e in morfologia (molto meno in sintassi). Due furono le più sensibi volume autonomo, ma un settore - il secondo (Lateinische Gromma li conseguenze. Innanzi tutto, il disconoscimento dell’autonomia della tile, designato con la lettera B) della Griechische und lateinische stilistica rispetto alla grammatica, di cui non dovrebbe costituire il Sprachwissenschaft a cura di sette studiosi8 - preceduto dalla Gram capitolo finale (come avveniva, col titolo di Syntaxis ornata, nelle matica greca (A) e seguito da Lessicografia (C), Retorica (D)9 e Me vecchie grammatiche normative, per esempio in quella degli Zumpt, trica (E) greca e latina, per più di 600 pagine, di cui la Stilistica dello 1844: 437-528)7, giacché la stilistica mette in opera tutte le componen Schmalz (designata con la lettera E) occupa le pp. 365-401: e dunque ti della lingua, compreso il lessico, donde confusioni e sovrapposizio una parte abbastanza modesta, le cui pagine aumenteranno da 47 a 51 ni che furono più volte contestate (più sistematicamente da Ax 1976: (532-582) nella seconda edizione del 1890 (sempre inglobata nella Griechische und lateinische Sprachwissenschaft) e da 51 a 67 nella terza (427-493), finalmente costituitasi in volume autonomo col titolo 4 Sui rapporti tra grammatica comparata e linguistica storica (già presenti, di Lateinische Grommatile, ma senza sostanziali mutamenti, per am- in mice, nel fondatore della grammatica comparata, F. Bopp), cfr. Mounin (1967: 176- 180, 209-211). E una delle maggiori riserve fatte dai recensori: cfr. per esempio De Felice (1965), Pasoli (1967), Bolognesi-Zucchelli (1974: 500 s.); particolarmente severo con 8 La Prefazione ( Vorrede) era del direttore del Manuale, I. von Muller, che lo Szantyr Coleman (1965). sin dalle prime righe sottolineava come la «kompendiose Darstellung» della materia 6 Stolz-Debrunner-Schmid (19934). fosse fondata sulla «neue historische Methode» e giustificava, fra l’altro, l’assenza di 7 Ma la commistione di grammatica e retorica (inclusiva dell’attuale stilisti una stilistica greca accanto alla latina. ca) è già antica, risalendo agli artigrafi che facevano seguire alle parti del discorso vi- 9 A cura di R. Volkman (autore di una più voluminosa Rhetorìk der Grie- tia e virtutes orationis: cfr. Baratin (1989: 292 ss.) e per VArs maior di Donato Holtz chen und Ròmer in systematischer IJbersicht, la cui seconda edizione usciva a Lipsia (1981: 70, 183). proprio nel 1885): non ci sono, se ho ben visto, riferimenti alla Stilistica di Schmalz. IV Prefazione del curatore Prefazione del curatore V missione dello stesso autore, nella distribuzione e ordinamento del positivistico13. E a questa sua opera rimandava nel Vorwort della sua materiale: il che si può ripetere anche per la quarta edizione del 1910, rielaborazione dello Schmalz (p. VII), come a una «Vorarbeit» sui benché aggiornamenti bibliografici e recenti contributi (per esempio fenomeni della «Umgangs- und Volkssprache», con particolare riferi daWAntibarbarus) ne avessero quasi raddoppiato il numero delle pa mento al latino arcaico, volgare e tardo (sul quale erano intanto uscite gine (88: 599-686). Ma in complesso si avverte nel Vorwort dello importanti monografie, come il Philologischer Kommentar zur Pere- Schmalz, come ho già detto, una certa insoddisfazione e l’esigenza di grinatio Aetheriae di E. Lofstedt del 1911). Non direi però che con un rifacimento. questo la Stilistica appaia un lavoro «completamente nuovo», come Che sarebbe avvenuto, quasi vent’anni dopo, nella quinta edi sembra la Sintassi alla Ricottilli (19852: 72). Lo stesso Hofmann di zione del 1926-1928, ma per opera di altri studiosi, M. Leumann per chiarava i limiti del suo rifacimento, che non scardinava il vecchio im la fonetica e la morfologia, J. B. Hofmann per la sintassi e la stilistica pianto dello Schmalz, ma da una parte lo integrava con nuovi capitoli (benché il volume continuasse a presentare nel frontespizio i nomi dei su fatti ritmici e fonici, dall’altra lo alleggeriva trasferendo alla Syntax due primi autori, e solo come rielaboratori quelli di Leumann e Hof l’uso delle parti del discorso (donde forse la riduzione delle pagine da mann)10 11. Fu una svolta decisiva, che offrì agli utenti, per più di un 88 a 62 [789-850], ma qui può aver influito l’estrema concisione e trentennio, la più rigorosa, sintetica e autorevole trattazione della stringatezza del suo dettato). L’indubbio progresso teorico ottenuto grammatica latina. Lasciamo da parte Leumann e occupiamoci di Hof con l’acquisizione dei concetti del Bally aveva però il suo prezzo: la mann. Con lui interviene una nuova attenzione all’azione dei fattori centralità degli elementi informali e delle aree cronologicamente estre psicologici sul linguaggio. me rischiava di comprimere la trattazione della lingua letteraria, e in Nel 1909 Ch. Bally, allievo e successore del Saussure, pubbli particolare poetica, della tarda repubblica e del primo impero. Un’om cava un’opera destinata a lasciare un’orma nel suo campo: il Traiti de bra che si proietterà anche sul rifacimento dello Szantyr. stylistique frangaise (preceduto nel 1905 da un Précis de stylistique). 3. Passata la bufera della guerra, quando sembrava che gli studi Si trattava di una stilistica descrittiva e sincronica, che superava i classici stessero per rifiorire in Europa (donde le tante ristampe ana compartimenti della grammatica tradizionale interpretando tutti i fatti statiche degli anni ’50-’60), si pensò anche a un aggiornamento del linguistici, compresi quelli lessicali, sulla base del concetto di «affetti Leumann-Hofmann. L’opera si scisse in due: la Laut- und Formen- vità»11, propria della lingua viva, in polare opposizione con Γ «intellet lehre, dopo una prima ristampa nel 1963, ebbe il suo rifacimento, tualità» della lingua formalizzata (rischiando così di incrinare il rigo sempre dello stesso autore, nel 1977 (vd. supra). Hofmann fu meno roso strutturalismo del maestro)12. Fondandosi essenzialmente sul fortunato: scomparve nel 1954 (era nato nel 1884), lasciando l’opera a Bally (con l’apporto di altri studiosi, come lo Spitzer della Italìenische metà. A subentrargli, fin dal 1952, fu chiamato Anton Szantyr. Umgangssprache del 1922, ma temperando la sincronia saussuriana Anton Szantyr era un polacco14 di nazionalità russa, essendo na con la diacronia della grammatica storica), Hofmann elaborò e pubbli to il 2 settembre 1910 a Kostrycy, una piccola località, oggi della Bie cò nel 1926 in Heidelberg il suo capolavoro, tuttora, pur con i suoi li lorussia, attigua alla Lituania, allora appartenente alla Russia15. Il che miti, insostituibile, la Lateinische Umgangssprache, che applicava la metodologia del Bally a un settore particolare del latino, la «lingua d’uso». «È merito di Hofmann avere introdotto in uno studio di lingui 13 Ricottilli (19852: 28). Rimandiamo alla Introduzione della Ricottilli per stica latina un elemento così nuovo», in polemica col razionalismo una completa informazione sull’opera di Hofmann, e alla puntuale recensione che ne ha fatto Oniga (1987). 14 E come tale è menzionato tra i filologi polacchi in Plezia (1989: 855). 10 Ma è significativo che l’edizione fosse definita «vollig neu bearbeitet». 15 «RuBland» è la costante indicazione dei rari cenni biografici (cfr. Kromer- 11 Assieme a quelli della «concretezza» e del «risparmio». Flieger 1996: 203). Devo la maggior parte delle notizie seguenti alla cortesia della si 12 Cfr. Segre (1963: 14 ss.). gnora Margarete Szantyr. VI Prefazione del curatore Prefazione del curatore VII spiega come abbia studiato filologia classica all’università di Vilnius, evoluzione storica e spiegazione psicologica (p. 687, cfr. p. V). La de dove si laureò nel 1933 con una tesi sul filologo polacco G.E. Grod- bolezza teorica di certe impostazioni si rivela, per esempio, nelle deck16, e dove rimase quale assistente sino al 1939. Nel 1941 si trasfe Schlussbemerkungen di p. 838 ss. L’imponente afflusso di testi cristia rì in Germania, acquisendo la cittadinanza tedesca e insegnando come ni e tardoantichi ha un po’ sbilanciato verso il basso la linea evolutiva professore di ginnasio prima a Linz e poi a Monaco, nella cui univer degli stilemi. Non sempre le definizioni hanno sufficiente chiarezza, sità tenne il lettorato di polacco. Entrato al Thesaurus linguae Latinae non sempre le citazioni sono debitamente controllate (soprattutto su nel 1942 come «Artikelverfasser», vi divenne «Redaktor» dal 1 di edizioni più recenti: ma come fare altrimenti, in tante migliaia di pas cembre 1958. Morì a Neukeferloh (presso Monaco) il 20 dicembre si?), né sempre i testi adeguatamente interpretati (ma sono i limiti in 1973, e «Gnomon» ne dette notizia in un anonimo, avaro trafiletto (46, valicabili di una stilistica della «langue» e non della «parole»). Con 1974: 122). La sua attività scientifica è ruotata quasi tutta intorno al tutto questo, la Stilistik di Hofmann-Szantyr resta e resterà per molto Thesaurus (circa 130 voci, da solo o in collaborazione, dal voi. VII al tempo un caposaldo degli studi di latino (sempre che resti lo studio del IX), perché i non numerosi contributi testuali e grammaticali sono ge latino), e comunque un valido strumento per tutti gli studi di stilistica. neralmente occasionati dalla redazione delle voci del Thesaurus. Il più 4. E ora la nostra parte. Abbiamo tacitamente riportato sul testo, ricco di risultati mi appare l’articolo del 1970 sulla struttura dell’e/c- quand’era possibile, le Aggiunte e correzioni delle due appendici (vd. phrasis virgiliana, che ha avuto il debito riconoscimento dagli studiosi supra): altrimenti le abbiamo segnalate nelle note o conservate e tra successivi17. dotte a suo luogo. Abbiamo indicato i rimandi interni alla parte della Ma l’opera alla quale lo Szantyr ha legato il suo nome è il rifa Sintassi con «H.-Sz., Synt.», quelli, sempre interni, aWAllgemeiner cimento della Syntax und Stilistik dello Hofmann, di cui era stato col Teil (pp. l*-89*) con «L.-H.-Sz., Allg.», quelli, esterni, alla Stilistik di laboratore al Thesaurus e di cui era quindi in grado di decifrare «die Hofmann del 1928 con «Hofmann, 577/.». I nostri interventi sul testo e zahlreichen, aber vielfach kaum mehr lesbaren stenographischen nelle note (quando non si trattasse di una semplice rettifica di cifre o Randnotizen in seinem Handexemplar», come dice lui stesso a p. VI di parole) sono segnati da doppia parentesi quadra. La traduzione, non della Prefazione. La Stilistica ne ebbe un impetuoso sviluppo, passan sempre agevole per la spesso eccessiva concettosità del tedesco, è im do da 62 a 160 pagine (683-842), con raggiunta di nuove sezioni e pegnativa opera di Camillo Neri, ma, avendola interamente riveduta e ampia rielaborazione (in parte con la collaborazione di H. Wieland) discussa con lui, ne condivido la responsabilità (quando la resa di delle vecchie. Non si può non sentire rispetto e gratitudine per questo qualche termine non ci soddisfaceva, gli abbiamo affiancato il termine colossale, solitario impegno (si pensi che il volume consta di più di tedesco). Ma al Neri, come agli altri collaboratori, devo anche consigli mille pagine fitte), ma si deve anche riconoscere che si tratta di un ar e informazioni che vanno oltre i compiti loro assegnati. Gli Aggiorna ricchimento più quantitativo che qualitativo, che ha perduto l’asciutto menti (riuniti in appendice) richiedevano l’opera di uno studioso rigore di Hofmann. Sul piano metodologico, nonostante qualche ac egualmente versato in filologia e in linguistica: tale è Renato Oniga, cenno ad altre teorie stilistiche (per esempio al criterio della «scelta» che ne dichiara lui stesso i caratteri. Le mie note a pié di pagina, se di J. Marouzeau, il cui Traité de stylistique latine era uscito nel gnalate, come ho detto, da doppia parentesi quadra (ma le note dello 1935)18, lo Szantyr procede esplicitamente sui binari di Hofmann: Szantyr si contano sulle dita di una mano), sono di tre tipi: corretti vo19, esplicativo, integrativo (sia di testi che di indicazioni bibliografi- che, anteriori e posteriori al 1965, e in queste ultime mi sono più volte 16 Vi tornò con un articolo del 1966: vd. infra, la Bibliografia di Szantyr (nr. 63). incontrato con Oniga, ma abbiamo deciso di lasciare le ripetizioni dato 17 Cfr. per esempio Ravenna (1974: 1), Fusillo (1984: 96), Ravenna (1985: 184). 18 Ma il Marouzeau si era occupato di stilistica almeno dal 1911. Il Traité è citato da Hofmann nei Nachtràge della seconda e della terza edizione della Lateini- sche Umgangssprache (Hofmann 19362, 19513: 185 = Ricottilli 19852: 355). 19 Naturalmente nei limiti di un saltuario controllo. Vili Prefazione del curatore il diverso carattere di tali note, specifiche le mie e sistematiche le sue). Mi sono in particolare preoccupato di incidere sul versante filologico - testuale ed esegetico - non sempre accurato o soddisfacente nella prospettiva storico-linguistica dell’opera. I rimandi bibliografici dello Szantyr, talvolta lacunosi e imprecisi, sono stati raccolti, controllati, rettificati e integrati in un'Appendice, a cui nel testo si rimanda col BIBLIOGRAFIA DI ANTON SZANTYR solo nome e data; una seconda Appendice raccoglie con lo stesso crite (a cura di Camillo Neri) rio la bibliografia delle note e degli Aggiornamenti. Questo oscuro, paziente e prezioso lavoro è merito di Bruna Pieri, che ha anche L’ordine seguito, naturalmente, è quello cronologico. All’interno di ogni an compilato gli indici e collaborato con Neri e con me nell’aggiornare le nata si è data la precedenza ai volumi monografici: quindi, in sequenza, le voci di en edizioni critiche adibite dall’autore20. ciclopedie o dizionari, le collaborazioni a volumi miscellanei e i contributi ivi conte E concludiamo coi ringraziamenti: prima di tutto a Vittorio nuti, gli articoli apparsi su riviste e, infine, le recensioni. Là dove non soccorrevano Cittì, che per primo ci propose questa traduzione; poi a quanti ci han criteri cronologici si sono adottati quelli alfabetici (il titolo del volume, dell’enciclo no aiutato con ricerche e informazioni: Hugo Beikircher, Federica Ca pedia o del dizionario, del volume miscellaneo o della rivista; in caso di più contributi solari, Francesco Cittì, Manfred Flieger, Georg Ott, Licinia Ricottilli, apparsi nello stesso volume o nella stessa rivista si è mantenuta la sequenza in cui essi si trovano nel volume o nella rivista). Le numerose voci nel Thesaurus linguae Lati- Roberta Strati, Andreas Zierl. nae, cui Szantyr collaborò come «Artikelverfasser» a partire dal 1.1.1942 (voli. VII/1, VII/2, Vili, IX/2) e di cui curò come «Redaktor» (con H. Wieland) i voli. VII/1 (a Bologna, agosto 2001 partire dal fascicolo XIII) e IX/2 (sino al fascicolo IV), sono state conteggiate consi A. T. derando quale unità la singola voce o la serie di voci firmata. 1938 1. Die Telephostrilogie des Sophokles, «Philologus» 93, 1938,287-322. 1951 2. ThlL VII/1 1323,65-1330,34 (inexpertus-inexprobrabiliter). 3. ibidem 1334,74-1335,77 (inextricabilis—infabile). 4. ibidem 1410,80-1415,15 (infìciatio-inficiscitur). 5. ibidem 1423,20-1432,37 (infinibilis—infìnitus) 6. ibidem 1432,44-1440,84 (inflrmans—infirmo). 1952 7. Recens. a À. J. Fridh, Études critiques et syntaxiques sur les Va- riae de Cassiodore, Goteborg 1950, «Gnomon» 24, 1952, 95-98. 1954 8. ThlL VII/1 1441,1-1452,17 {infirmo—infltior). 9. ibidem 1457,55-1463,43 (inflectibilis—3. inflexus). Le sigle sono, di norma, quelle del Thesaurus, le sigle delle riviste - quando possibile - sono quelle dell’«Année Phiiologique». 10. ibidem 1473,69-1480,57 (informabilis—informus). 11. ibidem 1501,71-1512,52 (infundibalum-infusa). X Bibliografia di Anton Szantyr Bibliografìa di Anton Szantyr XI 12. ibidem 1513,63-1515,28 (infusio-infysiacus). 38. ibidem 2066,57-2066,84 (intabesco-intacitus). 13. ibidem 1535,69-1541,28 (ingens). 39. ibidem 2069,58-2071,16 (intaminabilis-2. intectus). 14. ibidem 1558,6-1564,62 (ingrate—ìngratus). 40. ibidem 2125,33-2148,28 (inter). 15. (P. Handel-A. S.), Beitrage aus der Thesaurus-Arbeit, Vili, induo 41. ibidem 2208,9-16 (interinus-interione). und Verwandtes (Zur Konstruktion vom Typus indutus tegumen 42. ibidem 2215,55-58 (interiplio). capiti), «MH» 11, 1954, 43-46 (= Beitrage aus der Thesaurus-Ar 43. ibidem 2218,32-2219,48 (interiungo-2. interlitus). beit, hrsg. vom Thesaurus linguae Latinae, Leiden 1979 [d’ora in 44. ibidem 2230,50-2231,14 (intermoveo—internavigo). poi BTA], 116-119) [vd. nrr. 16, 64, 79, 92, 98], 45. ibidem 2233,21-53 (internidifìco-internoctatio). 16. Beitrage aus der Thesaurus-Arbeit, Vili, infimus und infirmus, 46. ìbidem 2234,43-49 (internundinum). «MH» 11, 1954, 46-51 (= BTA 119-124) [vd. nrr. 15, 64, 79, 92, 98], 47. ibidem 2238,40-2239,2 (interocel- —interpedo). 1955 1963 17. ThlL VII/1 1636,75-1648,21 (inique—iniquus). 48. (M. Leumann-J. B. Hofmann-A. S.), Lateinische Grammatik, II, 18. ibidem 1694,84-1697,76 (innecto-3. innexus). Syntax und Stilistik, Miinchen 1963“ (1. Lieferung)1 [vd. nrr. 50, 61.62, 90, 99], 1958 49. ThlL Vili 1445,83-1460-54 (monstrositas-mont(u)osus). 19. ThlLYU/ì 1763,60-1797,79 (ìnquam). 1964 1960 50. (M. Leumann-J. B. Hofmann-A. S.), Lateinische Grammatik, II, 20. ThlL Vili 1333,8-1338,22 (1. mola—molator). Syntax und Stilistik, Miinchen 19632 (2. Lieferung) [vd. nrr. 48, 21. ibidem 1338,30-69 (molemonium—molept-). 61.62, 90, 99]. 22. ibidem 1356,12-15 (moletrina). 51. ThlL VII/1 2243,21-30 (interpensiva-interplico). 23. ibidem 1356,39-48 (molile). 52. ibidem 2245,37-42 (interpondium). 24. ibidem 1357,63-1358,16 (molinaris—molinus). 53. ibidem 2257,54-66 (interpretium). 25. ibidem 1385,76-1387,15 (1. molo-2. molo). 54. ibidem 2263,7-2264,18 (ìnterprìmo-interrecta). 26. ibidem 1430,1-1439,4 (mons—monstellum). 55. ibidem 2265,52-62 (1. interribilis-interrigo). 27. ibidem 1439,54-1440,34 (monstrifer—monstrivorus). 56. ibidem 2275,50-2277,27 (interscalmium-intersemino). 57. ibidem 2279,1-2279,32 (intersibilo-intersisto). 1962 58. ibidem 2279,50-2292,53 (intersono-intervado). 28. ThlL VII/1 1942,51-1943,12 (insopibilis—inspatiantem). 59. ibidem 2296,80-2297,19 (interveho—intervello). 29. (K. Alt-A. S.), ibidem 1968,41-1974,24 (instar). 60. ibidem 2303,79-2304,84 (intervias-intervulsus). 30. ibidem 1985,14-21 (instipo-instipulor). 31. (P. Kròner-A. S.), ibidem 1987,24-1998,84 (instituo—ìnstitutum). 32. ibidem 2006,19-2007,34 (instrages—instringo). 33. ibidem 2024,58-2025,35 (instudiosus-insuavidus). 34. ibidem 2026,70-2028,81 (insubditivus—insucus). 35. ibidem 2051,75-81 (insumentum). 1 Un elenco delle numerosissime recensioni a quest’opera, e alle varie riedi 36. ibidem 2061,16-45 (2. insuperabilis—insurdo). zioni, è in Cupaiuolo (1993: 260). Vi si aggiunga, tra gli altri, D.M. Jones, «CR» 84, 37. ibidem 2064,77-2066,49 (insursum —ìnsusurro). 1970, 364 s. XII Bibliografia di Anton Szantyr Bibliografia di Anton Szantyr XIII 1965 78. Zwei lexikalische Vermutungen, in AA. VV., Lemmata. Donum 61. (M. Leumann-J. B. Hofmann-A. S.), Lateinische Grammatik, II, natalicium W. Ehlers sexagenario a sodalibus Thesauri linguae Syntax und Stilistik, Miinchen 19652 (3. Lieferung) [vd. nrr. 48, Latinae oblatum, Miinchen 1968, 279-290. 50, 62, 90, 99], 62. (M. Leumann-J. B. Hofmann-A. S.), Lateinische Grammatik, II, 1969 Syntax und Stilistik. Mit dem allgemeinen Teil der lateinischen 79. Beitrage aus der Thesaurus-Arbeit, XVI, cavillo, «MH» 26, 1969, Grammatik, Miinchen 1965 [vd. nrr. 48, 50, 61, 90, 99], 40-42 (= BTA 230-232) [vd. nrr. 15, 16, 64, 92, 98]. 1966 1970 63. Ernst Gottfried Groddeck (17.11.1762-11.8.1823), in Neue Deut 80. ThlL IX/2 161,84-162,4 (obscum). sche Biographie 7, 1966, 103 s.2 81. Bemerkungen zum Aufbau der Vergilischen Ekphrasis, «MH» 27, 64. Beitrage aus der Thesaurus-Arbeit, XIV, itum aditum ambitum, 1970, 28-40. «MH» 23, 1966, 208-212 (= BTA 201-205) [vd. nrr. 15, 16, 79, 82. Frenosus, «VChr» 24, 1970, 45-48. 92, 98], 1971 1967 83. (A. Lumpe-A. S.), ThlL IX/2 191,49-217,73 (obserpit—observo). 65. ThlL VII/2 551,59-564,2 (iterum-itia). 84. ibidem 237,1-80 (obsopescit-obsorbitio). 66. ibidem 568,4-570,17 (itio-iual). 85. ibidem 238,12-18 (obsorpsio—obsorsio). 67. ibidem 589,15-19 (1. iubo-2. iubo). 86. ibidem 308,77-309,66 (obua—obvelo). 68. Stantarius und instantarius. Ein Beitrag zur lateinischen Wortbil- 87. ibidem 311,76-312,2 (obverbero). dungslehre, «Glotta»45, 1967, 107-113. 88. Ober einige Falle der semantischen Attraktion im Lateinischen, «Gymnasium» 78, 1971, 1-47. 1968 69. ThlL 1X12 13,36-34,48 (ob). 1972 70. ibidem 131,69-76 (obnuo-obobalsamum). 89. Mifiverstandene quod-Sdtze, «Gymnasium» 79, 1972,499-511. 71. ibidem 141,11-36(7. oboleo—obolesco). 90. (M. Leumann-J. B. Hofmann-A. S.), Lateinische Grammatik, II, 72. ibidem 141,41 s. (obolitio—obolopaectes). Syntax und Stilistik. Mit dem allgemeinen Teil der lateinischen 73. ibidem 143,21-36 (obominatus—oboos). Grammatik, Miinchen 19722 [vd. nrr. 48, 50, 61, 62, 99]. 74. ibidem 145,32-71 (oborsus—obrepilatio). 75. ibidem 149,82-150,15 (obriz—obrodó). 1973 76. ibidem 150,53-151,5 (obrotundus—obrumosus). 91. (H.-T. Johann-A. S.), ThlL IX/2 361,5-380,13 (occulo—occultus). 77. ibidem 155,3-156,12 (obrussa—obs-). 92. Beitrage aus der Thesaurus-Arbeit, XVIII, observo, «MH» 30, 1973, 211-216 (= BTA 257-262) [vd. nrr. 15, 16, 64, 79, 98], 93. Recens. a A. Fridh, Der sogenannte prospektive Konjunktiv im Lateinischen, Stockholm 1971, «Gnomon» 45, 1973, 302-305. A questa figura Szantyr aveva dedicato la propria dissertazione di laurea (1936) airUniversità di Vilnius (Wilna): Ozialalnosc Naukowa Godfiyda Ernesta Grodka [Dos wissenschaftliche Werk des Gottfried Ernst Groddeck], 323 pp. XIV Bibliografìa di Anton Szantyr (opere uscite postume) 1974 94. ThlL IX/2 486,72 s. (offavebam). 95. ZuSall. (?) rep. 2, 13, 6, «Gymnasium» 81, 1974, 41-48. 96. Zu Vitr. 9, 1, 7, «Gymnasium» 81, 1974, 65-67. PREFAZIONE DELL’AUTORE 97. ZuPetron. 108, 1, «Hermes» 102, 1974, 358-363. 1976 98. Beitràge aus der Thesaurus-Arbeit, XX, occupo, «MH» 33, 1976, Nel modo di analizzare la materia, la presente rielaborazione è 101-104 (= BTA 289-292) [vd. nrr. 15, 16, 64, 79, 92]. sostanzialmente uguale all’opera che l’ha preceduta. Anche qui sono in primo piano l’illustrazione storica dei fenomeni linguistici, il loro 1977 sorgere, modificarsi e scomparire. L’aspetto storico non è tuttavia fine 99. (M. Leumann-J. B. Hofmann-A. S.), Lateinische Grommatile, II, a se stesso, ma è piuttosto funzionale all’esame delle tendenze gene Syntax und Stilistik. Mit dem allgemeinen Teil der lateinischen rali - attuali in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni uomo - nella vita Grammatik, Miinchen 19772 (ristampa) [vd. nrr. 48, 50, 61, 62, 90], delle lingue, con tutti i processi, normativi o distruttivi delle norme, e con tutto l’antagonismo degli impulsi psichici; la linguistica moderna, del resto, non è altro che una parte della grande scienza sull’uomo in generale. Una trattazione della sintassi in questo senso ha necessaria mente il suo interesse nell’attenzione dedicata non solo agli elementi normali e regolari, ma anche - e forse anzi in primo luogo - a quelli anormali, insoliti, ‘erronei’. Suo compito è fissare i confini entro i quali l’anormale è ancora tollerabile, l’insolito spiegabile o per lo me no accettabile per il singolo scrittore. Queste considerazioni di princi pio erano già dominanti nell’ultima edizione, in quanto rappresentano precisamente il nucleo delle concezioni linguistiche di J. B. Hofmann, e se la presente revisione ne tiene conto in misura ancor più accentua ta, ciò riflette unicamente il fatto che gli studi di latino degli ultimi de cenni - nelle loro ampie ricerche di dettaglio, soprattutto nei paesi nordici, sotto l’egida di E. Lòfstedt - hanno già seguito quelle consi derazioni e offerto a questo manuale una pressoché sterminata quan tità di nuove singole osservazioni. Nella struttura esteriore ci si è deliberatamente astenuti - nel l’interesse di chi ha sinora utilizzato l’opera - da variazioni radicali, eccetto che per la stilistica, dove più consistenti risistemazioni risulta no dall’aggiunta di nuove sezioni o dalla più ampia rielaborazione del le vecchie. [...]]. In generale mi sono sforzato di rendere più evidente l’esposizione attraverso titoli aggiuntivi, spazieggiati e suddivisioni dei paragrafi. L’immensa abbondanza del materiale da trattare ha