MARZO 1986 - ANNO III - N. 3 — IN COLLABORAZIONE CON IL MANIFESTO - LIRE 5.000 Bacigalupo, Carboni, Sanguineti: I Cantos di Pound Stefano Benni: Attenti a Zzymwurath Enrico Castelnuovo: Zeri II, la vendetta Aldo Natoli: Vietnam senza pentimenti pag.2 N. 3 DEI LIBRI DEL MESE Sommario Il Libro del Mese 4 Camillo Sbarbaro: "L'opera in versi e in prosa" Testi di Giorgio Caproni, Pier Vincenzo Mengaldo, Elisabetta Soletti Da tradurre 11 Sergio Perosa: L'Eden della frontiera Intervento 14 Edoardo Sanguine ti: Caro Mar eneo... L'Intervista 24 Giovanni Raboni risponde a Massimo Gallerani Il Salvagente 30 Maria Luisa Doglio: Diario d'artista Riccardo Passoni: Pontormo ci osserva Libri di Testo (a cura di Lidia De Federicis) 34-35 Articoli di Alberto Conte, Elisa Gallo, Ferdinando Arzarello Libri per Bambini (a cura di Fliana Bouchard) 37 Massimo Oldoni: Ciclici cavalieri senza filtro Guido Castelnuovo: Il ritorno di Parsifal 47 Lettere R E C E N S O RE A U T O RE T I T O LO 7 Stefano Benni Adan Zzywwurath II matrimonio del mare e dell'inferno 8 Alfonso Berardinelli Pier Paolo Pasolini Passione e Ideologia Lidia De Federicis Aldo Carotenuto L'autunno della coscienza 9 Pietro Folena Enzo Golino 11 sogno di una cosa 10 Carlo A. Madrignani Edmondo De Amicis Alle porte d'Italia 12 Mariolina Bertini Gian Carlo Roscioni L'arbitrio letterario. Uno studio su Roussel Paolo Tortonese Jean Rousset La letteratura dell'età barocca in Francia 13 Massimo Bacigalupo Ezra Pound 1 cantos 14 Guido Carboni Franco Marenco Harold Pinter II bicchiere della staffa e Monologo 15 Attilio Bartoli Langeli Giorgio Raimondo Cardona La foresta di piume. Manuale di etnoscienza Antropologia della scrittura 16 Wolfgang U. Dressler I sei lati del mondo 17 Lorenzo Renzi Mario Alinei Lingua e dialetti: struttura, storia e geografia 18 Manlio Rossi Doria Iris Origo Bisogno di testimoniare 19 Lucio Bertelli Moses I. Finley La politica nel mondo antico Adriano Pennacini Tucidide La guerra del Peloponneso 21 Gian Paolo Romagnani Geoffrey Symcox Vittorio Amedeo II, l'assolutismo sabaudo 22 Aldo Natoli Stanley Karnow Storia della guerra del Vietnam Massimo Loche Valerio Pellizzari Vietnam senza memoria 23 Adriana Lay Vittorio Foa la Gerusalemme rimandata Luciano Lama 26 Dario Voltolini Ottavio Cecchi (a cura di) Profili dell'Italia repubblicana 27 Roberto Salizzoni Marshall Berman L'esperienza della modernità Lello Frascolla Giulio Giorello Lo spettro e il libertino 28 Aldo G. Gargani Carlo Augusto Viano Và pensiero. Il carattere della filosofia italiana contemporanea 29 Giovanni Bottiroli Giorgio Agamben Idea della prosa Paolo Bertetto Roberto Turigliatto (a cura di) Nouvelle Vague 30 Piero Dorfles Rosser Reeves Reality in advertising. I miti di Madison Averne Jacques Séguéla Hollywood lava più bianco 31 Enrico Castelnuovo Federico Zeri L'inchiostro variopinto 33 Massimo Egidi Herbert A. Simon Causalità, razionalità, organizzazione 36 Angelo Chiattella David Collingridge Politica delle tecnologìe: il caso dell'energia nucleare Giorgio Malacarne Edward Wilson Biofilia Sommario delle schede 38 Intelligenti come noi? 47 Libri economici Autore Titolo Autore Titolo 39 «Oulipo» La letteratura potenziale 43 Henri Pirenne Storia economica e sociale del D. Wolkstein e Il mito sumero della vita e Medioevo S. Noah Kramer (a cura) dell'immortalità Pietro De Leo (a cura) Il Mezzogiorno medievale nella Lawrence Durrell Carosello siciliano storiografia ... Peter Ackroyd T.S. Eliot Mario Tangheroni La città dell'argento Giorgio Taffon Le parole di Sbarbaro Davide Bigalli Immagini del principe ... Gian Paolo Biasin Il vento di Debussy. La poesia di 44 Mimmo Carrieri, Montale nella cultura del Novecento Paolo Perulli (a cura) Il teorema sindacale AA.W. Per Tozzi Gian Primo Cella, 40 Leonardo Sciascia La strega e il capitano Marino Regini (a cura) Il conflitto industriale in Italia Antonio Olinto Il re di Keto Ernst H. Gombrich L'eredità di Apelle Giuseppe Savoca Tra testo e fantasma Meyer Schapiro Parole e immagini James Stephens I semidei Jurgis Baltrusaitis La ricerca di Iside 41 Amanda Cross Un delitto per James Joyce Edgar Wind Misteri pagani del Rinascimento Bruno Olivieri Le inchieste del commissario 45 AA.W. Moneta ed economia internazionale Ambrosio Adelino Zanini Keynes: una provocazione Frederik Pohl Gli anni della città metodologica Bob Shaw Ritorno ad Orbitsville AA.W. Dizionario di economia politica Bram Stoker La dama del sudario Irer La grande impresa nel Fernaldo Di Giammatteo Dizionario universale del cinema decennio 1975-1984 AA.W. Le avventurose storie del cinema Malcom C. Sawyer Introduzione all'economia indiano industriale e dell'impresa 42 Emilio R. Papa Mariano d'Antonio (a cura) Il Mezzogiorno degli anni '80 (a cura) Il positivismo e la cultura italiana 46 Giampaolo Lai La conversazione felice Giuseppe Laras Il pensiero filosofico di Mose AA.W. Le psicoterapie nei servizi Maimonide psichiatrici Bernard A. Worthington I limiti del linguaggio Enzo Morpurgo I territori della psicoterapia Luigi Pareyson Esistenza e persona Clara Capello e Istituzioni sociali e immagini Roberto Maiocchi Chimica e filosofia. Rosella Vacchino della donna 43 Colin Morris La scoperta dell'individuo Sessualità femminile ... Vincenzo D'Alessandro L'Italia del Medioevo Mario d'Antonio (a cura) La costituzione economica. Daniela Frigo Il padre di famiglia Achille Meloncelli Come scrivere un libro giuridico « h h h h hb N 3 rINDICE p g ^mmmmsmammmmmmmmm • • D E. LIBRI DEL MESE^I II libro del Mese Come uno specchio rassegnato di Pier Vincenzo Mengaldo CAMILLO SBARBARO, L'opera in superbia?"). gante sprezzatura prossima alle solu- cento, appena condita agli inizi di l'assoluta assenza in lui di tratti stili- versi e in prosa. Poesie - Trucioli • Nelle classificazioni degli storici zioni "novecentistiche" e lontana ingenue tinte meledettistiche comu- stici riportabili al futurismo. E an- Fuochi fatui - Cartoline in fran- della letteratura Sbarbaro è comune- dal martellato vociano. ni all'ambiente genovese (ma quanto che da questo punto di vista l'asten- chigia - Versioni, a cura di Gina mente annesso al gruppo dei cosid- Questo atteggiamento verso la più esibito il maledettismo di un vi- sione stilistica è spia ottima di qual- Lagorio e Vanni Scheiwiller, detti vociani, o con più precisa ca- lingua per cui, se violenza v'è, si talista nietzscheano come Campa- cos'altro: vale a dire la totale estra- Garzanti, Milano 1985, pp. 726, ratterizzazione stilistico-ideologica, tratta di una violenza controllata e na). neità di Sbarbaro alla ideologia futu- Lit. 50.000. degli "espressionisti" vociani (basti sottopelle, "silenziosa e fredda" co- E se è vero che, come i vociani ristica (basti vedere il suo contropie- vedere l'antologia di Sanguineti). E me avrebbe detto il contemporaneo maggiori, Sbarbaro giocò contem- de al mito positivo futuristico della invero non mancano le ragioni per Ungaretti (e non immune da risvolti poraneamente sulle due tastiere del- città moderna, ereditato da altri vo- Confessiamolo. Un "tutto Sbar- ciani). Altre sono dunque — e non baro" insieme ci rallegra e ci distur- coi vociani più accesi — le vere pa- ba come un atto non dovuto. Trop- • • • • • • H H H H H Hi rentele di Pianissimo: col Saba di po ci eravamo abituati a leggere que- • La vita... Trieste e una donna, col Bacchelli dei sto scrittore in smilze e raffinate pla- Poemi lirici, anche col Cardarelli dei quettes, preferibilmente all'insegna Prologhi; e, s'intende, coi "liguri": del pesce d'oro; e ci pareva che que- ma piuttosto Ceccardi e Novaro sta sorte editoriale, e questo modo di Elisabetta Soletti che, per le ragioni dette, Boine. di lettura frammentario, corrispon- È difficile sopravvalutare l'impor- dessero intimamente alla signorile e snobistica sobrietà con cui l'autore Camillo Sbarbaro trascorse la vita in un dell'attiva e feconda collaborazione con la "Ri- tanza storica di Pianissimo. Che pri- in vita era venuto distillando i suoi signorile, raccolto isolamento, coltivando di sé viera ligure" e dei legami culturali — ma anche ma del Porto sepolto ungarettiano, e sopra una più quotidiana materia rari scritti. l'immagine di impeccabile dandy, con punte di delle solidissime e durature amicìzie — che lo esistenziale, istituisce — possiamo Ben venga comunque l'opera om- ricercata eleganza: "mi piace — confessa — tra- legano al gruppo — Ceccardo Roccatagliata • ben dirlo — il genere novecentesco nia, se avvierà un pubblico più am- versare il mondo così, milionario vestito da Ceccardi, Angelo Barile, Pierangelo Bar atono del diario lirico. E lo fa attuando pio degli specialisti e amatori alla co- straccione". E del resto una vita povera di gesti — che faceva capo alla rivista di Mario Novaro, una radicale prosaicizzazione del noscenza di questo piccolo classico o di avvenimenti memorabili, anche perché una collaborazione che rimase vitale fino alla dettato poetico che, a differenza dei della modernità, saldamente ricono- Sbarbaro mantenne rigorosamente distinta la chiusura della rivista nel 1919. crepuscolari, non ha più bisogno di sciuto come tale dalla critica (basti pneelnlsaa rbee naellma eprirteas ecnozlal andii na Pidain ipssoimetoi svtiitnat op rli'uvoamtao ddai lllaet tleertete draaltluor asc, iee nazniactoor. pCioùs ìd lia- menStip oer gaiduidciiz pi esru ial ltrreis tsoc rnitetio rsiu. oCi oslclaribtotir actoomre- WIBBg M andiciob irme al,a u"np rpoos'a "c oam ceo natvrvoiceannet oin iSroa-- moderni commentati del "Saggiato- biografia letteraria di Sbarbaro si consuma nei anche di "Lacerba"e della "Voce", dei suoi rap- ba, la assume naturalmente a voce re", accanto ad Apollinaire e Benn, luoghi che la sua poesia assicura alla grande me- porti con intellettuali dell'ambiente fiorentino recitante della vita sentita nella sua elementare dignità — e sia detto fra Saba, Ungaretti e Montale). Di fat- moria poetica del Novecento: Genova con lo Sbarbaro lascia ad es. in Trucioli dei brevi ri- parentesi che questa estraneità alle to, mentre alcuni testi poetici di scenario dei suoi vicoli, delle sue osterie e dei tratti di Campana e di Soffici. movenze crepuscolari (se non forse Sbarbaro (Padre, se anche tu non fossi suoi bordelli, e gli emblemi del suo paesaggio Partecipò alla prima guerra e le Cartoline appena nel tema della "rassegnazio- e La bambina che va sotto gli alberi) ligure: i borghi, l'ulivo, il mare. in franchigia sono il diario amaro e distaccato ne") è un altro indizio della moder- godono di una notorietà quasi pro- Sbarbaro nacque a S. Margherita Ligure nel dell'esperienza in trincea. nità di Sbarbaro, se tracce crepusco- verbiale, l'opera sua nel complesso rimane poco e mal conosciuta. 1888. Già nel periodo liceale (rinunciò a prose- Dopo la guerra riprese l'insegnamento e i lari sono ancora vistose negli Ossi di Sui criteri con cui è condotta que- guire regolarmente oltre gli studi) si delineano suoi studi, diviso tra le ricerche botaniche e l'at- seppia. Naturalmente si tratta di in- sta raccolta non mi soffermerò. Av- le sue due grandi vocazioni: l'amore per la poe- tività di traduttore, e intanto riandava sui suoi tendersi sui limiti di tale prosasti- vertirò soltanto che essa contiene sia (Hesine è il frutto acerbo del suo giovanile testi limando e correggendo. Durante il fasci- cità. Il cui strumento metrico non è già il "verso libero", ma un endeca- utilmente anche le versioni poeti- apprendistato), e l'amore per i muschi e i liche- smo visse appartato, ma l'ostilità crescente del sillabo sciolto che a me pare di diret- che, dal greco del Ciclope e della ni di cui divenne uno specialista di fama inter- regime gli creò delle difficoltà sempre maggiori ta origine leopardiana e che non è scuola pitagorica e dal latino di Pa- nazionale. "Ho dato anch'io una mano all'in- per l'insegnamento in Italia e gli impedì di ac- mai veramente "rasoterra" (come scoli (queste particolarmente inten- ventario del mondo", poteva con ragione di- cettare incarichi all'estero. l'endecasillabo di Saba) — si pensi se): non, ovviamente, le versioni in chiarare l'appassionato naturalista che nel cor- Nel 1949 con Bruno Barilli ricevette il pre- solo alla perentorietà degli incipit: prosa, parimenti notevoli (in parti- so delle sue ricerche riuscì, tra l'altro, ad indi- mio Saint-Vincent, nel 1956 il premio Etna- ma realizza una sorta di compro- colare quelle da scrittori consentanei come Barbey d'Aurevilly e Huy- viduare 127 nuove specie di licheni, ed i cui Taormina (diviso con Jules Supervielle), e nel messo fra l'esigenza di nudità e spo- smans), che sarebbe molto opportu- erbari sono conservati in università e musei eu- 1962 gli fu assegnato il premio dell'Accademia liazione e l'opposta spinta all'elo- no studiare. Non riesco invece ad es- ropei e americani. Con un tirocinio altrettanto dei Lincei. quenza, quell'eloquenza nel dire la negatività e la perdizione che è il pri- sere d'accordo con l'esclusione delle solitario coltivò lo studio delle letterature clas- Negli ultimi anni si ritirò a Spotomo e lì mo lascito dell'altro maestro di giovanili poesie Resine, unico docu- siche tanto da diventare un eccellente grecista, morì nel 1967. Sbarbaro, Baudelaire. mento del tirocinio letterario sbar- e dal greco sono alcune tra le sue migliore tra- Allo stesso modo l'estrema rarità bariano: l'interdetto dell'autore cui duzioni (lui stesso dichiarò sempre di preferire di rime tradizionali è compensata, si appellano i di e curatori non mi tra tutte quella del Ciclope di Euripide, a cui quando non da veri e propri motivi pare possa i. te post mortem e al- si dedicò durante lo sfollamento nel '44). ritornanti (come nella celebre poesia l'interno di un progetto di opera Gli anni più intensi e decisivi per la sua al padre, inizio e fine), dalla frequen- omnia, e del resto Resine era già sta- za di parole-rima, quasi sempre so- to ripescato, vivente Sbarbaro, da formazione rimangono gli anni genovesi fino stantivali: finestra, Dolore, lacrime, Falqui. Dunque, a far corona a Pia- alla prima guerra mondiale. E questo il periodo madre, casa e via dicendo, quasi tra- nissimo (in duplice redazione, l'ori- sformando un procedimento forma- ginaria del '14 e quella terminale del le in un'indicazione segnaletica di te- '60, generalmente peggiorativa), mi dominanti. Poiché la poesia di stanno l'unica poesia anteriore am- Pianissimo è una poesia intensamen- messa dall'autore, Vo nella notte so- questa etichettatura: dal risentito psicologici masochistici), corrispon- la lirica e della prosa di frammento, te sostantivale: donde il perdurarvi lo, e le successive di Rimanenze e dei moralismo alla doppia gestione — de a puntino a quella che è la diffe- è anche evidente che qualcosa di dif- dell'artificio simbolistico di munire Versi a Dina; quindi le prose "d'ar- con interscambi — della propria sen- renza delle differenze di Sbarbaro ri- ficilmente quantificabile ma di deci- di maiuscola gli astratti tematici (Ne- te", Trucioli e le analoghe posteriori sibilità poetica nei versi e in una spetto ai vociani tutti, e che investe sivo tiene le prosette dei Trucioli al cessità, Vita, Desiderio, Morte, Dolo- dai titoli ugualmente frammentistici prosa di frammento estremamente la rispettiva idea di letteratura. Se di qua della vera e propria, accesa re, Perdizione ecc.). Questa prevalen- e minimali (interessante auto-com- lavorata. Ma molti più sono i motivi Sbarbaro visse sempre da appartato, "prosa poetica" di Rebora, Boine, za della tematizzazione sull'orna- mento di Sbarbaro a p. 501, che li di sostanza che convincono a tener da non professionista della letteratu- Campana (si ponga mente solo al- mento può spingersi fino a creare un elenca e conclude: "Mi denigro o più distinto Sbarbaro dai vociani, con o ra, in una solitudine in parte coatta l'assenza di echi fonici vistosi, di ri- endecasillabo come il seguente, afo- umile è l'atteggiamento, maggiore la senza il predicato dell'espressioni- in parte consapevolmente e snobisti- me, di misure versali celate). Sicché no e referenziale: "e le necessità e le smo. E intanto la mancanza in lui, camente coltivata, non fu per mere Sbarbaro, in modo meno appari- consuetudini" (p. 40). totale in poesia (discorso un po' di- contingenze biografiche e caratteria- scente ma altrettanto sostanziale di Ho parlato dello sciolto sbarbaria- verso andrebbe fatto solo per i primi li, ma perché — con una rigorosità Cardarelli, attua già la divaricazione no come di una formazione di com- Trucioli) dei connotati fondamentali che lo onora — mai credette alla let- dell'osmosi vociana di lirica e prosa promesso. Ma a tutti i livelli Pianis- dell'espressionismo vociano in fatto teratura come pronto intervento lirica, collocando la prosa su un pia- simo si impianta su contraddizioni, di stile e di rapporto con la lingua: sulla realtà: fu dunque del tutto no più sapienziale e distaccato, a tentando di comporle: fra aridità e cioè atteggiamento demiurgico, de- estraneo a quell'attivismo vociano prudente distanza dai ribollimenti tentazione vitale (Luperini); fra au- formazione e violentazione della lin- di cui l'atletismo verbale è la contro- dell'io. Ed è per questo tra l'altro tenticità e maschera, ipocrisia; fra gua, intensa e libera creatività verba- parte; e in questo senso non fu mai, che la sua prosa successiva ai primi partecipazione alla vita e distacco da le, energia muscolare dello stile. neppure negli anni dieci, uno scrit- Trucioli può andare a raggiungere essa come "spettatore"; fra lacrime e Sbarbaro, a differenza dei vociani ti- tore "d'avanguardia" (la comple- senza troppe difficoltà il gusto do- "occhi asciutti"; fra deiezione e or- pici, non procede — soprattutto in mentare si può indicare nel fatto che minante nella prosa d'arte italiana goglio; fra un'atonia sentita come poesia — per accumulo e fermenta- il suo "moralismo" di stampo fran- fra le due guerre; ciò che agli auten- condanna e sentita come privilegio zione, ma per riduzione; le sue mag- cese fu sempre privo di ambizioni e tici prosatori lirici vociani non sa- (Raboni). Siamo, ancora una volta, giori novità sul piano della lingua teorizzazioni "filosofiche"). In lui la rebbe mai stato possibile (e lo dimo- nella scia di Baudelaire. Ma queste sono ancora, nell'ambito del lessico, nozione della poesia come atto anti- stra il silenzio dei superstiti). contraddizioni non conoscono su- d'ordine impressionistico (p. es. so- sociale, profondamente radicata nel- Infine, Sbarbaro si distingue dai peramento, fuoruscita o mediazione stantivi frequentativi in - io), nel- la modernità, conosce la versione vociani più rappresentativi (ai tre l'ambito sintattico tendono a un'ele- forse più radicale, nel nostro Nove- sunnominati si aggiunga Jahier) per ì> n3L'INDICE» •• ••DEI LIBRI DELMESEHI Libro del Mese II <K "La Ronda" pretendeva assorbire, ri- Gli asparagi Io mi accontento, restando nel re in luce l'innata modestia del più ciclandola come nuova, e insomma privato, di festeggiare l'avvenimen- grande raccoglitore di licheni umani in Sbarbaro, che si ostina a pronun- dichiara maniera ciò che là posava a to, e di festeggiarlo così come lo ch'io abbia mai conosciuto, specie se ciarle con tetro compiacimento. Da stile. di Sbarbaro avrebbe festeggiato Sbarbaro in per- si pensa che dall'antologietta del ciò quanto avvertiamo finalmente di Ma congediamoci da Sbarbaro ri- sona, che a proposito di un mio arti- "Mercure" (15 poeti, dal più anziano chiuso e soffocante in Pianissimo, e leggendo uno dei momenti alti di colo su di lui apparso il 3 marzo del Saba al più giovane Pasolini) pro- che va al di là della monotonia stili- questa prosa, il num. 17 dei primi '60 sul "Punto", così ebbe a scriver- prio lui, Sbarbaro (certo indipen- stica che l'autore ha certamente vo- Scampoli: "A volte, seduto di fronte di Giorgio Caproni mi dalla sua Spotorno: dentemente dalla volontà di Bigon- luto e che dà al libretto la sua com- a me, vedo il mio io che mi guarda Caro C., alla notizia, per l'impa- giari), era rimasto escluso. Lo stesso pattezza di diario (tono sempre senza voce; o in una stanza improv- zienza son saltato sulla corriera per Sbarbaro da tempo riconosciuto uguale della dizione, costruzione di visamente mi sento eguale a quel ve- Un avvenimento editoriale. Così Savona dove all'edicola della stazione non solo come il maggior poeta del tutte le liriche sullo stesso schema: stito appeso a quell'attaccapanni. / una purpurea fascetta sul riposante ho trovato il Punto (...) Un'ora dopo "gruppo ligure" (Boine), ma come il preludio che enuncia il tema, svilup- E se, illudendomi d'essere vivo, di là verde oliva della sovraccoperta si li- (comprati gli asparagi per festeggiare maggior poeta di quella forte "cor- po del medesimo, chiusa che gene- mi scrollo ed esco, avverto cammi- mita a definire, senza dar troppo fia- l'avvenimento) ri-ero sulla corriera a rente ligustica" che — da me inven- ralmente si ricollega circolarmente tata negli anni '50 per trasformarsi all'inizio, con conseguenti partizio- subito in una comica "corrente lin- ni strofiche). Come ha osservato guistica" attraverso i relais dei mec- giustamente Fortini, nel libro è as- ...e le opere canici ripetitori — sarà poi di tanta sente la dialettica: "Sbarbaro è subi- conseguenza nel nostro '900 poeti- to al fondo; e di lì non si muove". co. (Quello stesso Sbarbaro, come Per questo continuo a pensare dice meglio Pier Vincenzo Mengal- che, se Pianissimo è l'opera storica- "Scrittore, lavorai sempre a intermittenza; ce che vede l'esclusione dei versi giovanili di I do, "che prima di Montale acquisi- mente capitale di Sbarbaro, i risulta- H| senza provare nelle lunghe pause velleità o rim- Resine (""Resine non va ristampato", scrive al- I sce la Liguria ai luoghi memorabili ti più alti e liberi della sua poesia si pianti di sorta". Ampie cesure temporali inter- l'editore), e di quattro testi da Rimanenze (que- I della poesia italiana, sempre irrobu- hanno quando egli ha saputo uscire stendo l'idillio col senso ligustico da se stesso e parzialmente dimenti- vallano infatti le opere di Sbarbaro, nel lungo sti testi sono ora raccolti nell'Appendice dell'ed. | dello scabro e dell'essenziale"). carsi: nell'alacre impressionismo li- arco di attività che separa il suo esordio poetico Garzanti). Alt. Ciò che penso della figura di gustico di Rimanenze (specie la nel 1911 con Resine (Caimo, Genova), dagli Una vena parca e controllata, quella di fi Sbarbaro l'ho già scritto più d'una splendida Vozej, dove l'esistenza si j" ultimi scritti, Quisquilie, consegnati a Schei- Sbarbaro, affidata a poche, esili raccolte dai ti- i volta, e non voglio tornarci su. Vo- fa paesaggio, e nei Versi a Dina, tutti I willer nel 1967. Nel 1914 esce la sua raccolta toli diminutivi — Scampoli, Rimanenze, Qui- glio soltanto festeggiare, ripeto. Go- bellissimi e semmai sminuiti soltan- più importante, Pianissimo (La Voce, Firenze); squilie — venati da una lieve e temperata au- dermi a modo mio l'avvenimento, to da un sospetto di neoclassicismo, nel 1920 la prima serie di Trucioli (Vallecchi, toironia. Certo la misurata attività creativa di , senza nemmeno mettermi troppo o cardarellismo. E se le prime sono II Firenze); e alcuni anni dopo Liquidazione (Ri- Sbarbaro è segno di un'inappagata insoddisfa- dalla parte di coloro che, per sover- l'anticamera dei più ventilati ossi g bet, Torino 1928). Da qui un salto fino al do- zione ("Se quel che leggi di tuo ti appaga — chio di finezza, "ne peuvent pas (c'est montaliani, negli altri è già un sento- poguerra con la pubblicazione della seconda annota — segno che sei vuoto; spera se ti delu- une question de martinet) jouir". re del decantato diarismo lirico del Un libro di poesia è sempre una .31 edizione di Resine (Garzanti, Milano 1948), de"). Ma il sobrio rigore e il costante severo con- primo Bertolucci o del primo Sere- festa, un godimento. Ma lo è tanto •dell'altra serie di Trucioli (Mondadori, Milano trollo sulle parole già scritte sono alimentati ni. di più quanto più in esso si ritrova- In verità lo Sbarbaro del dopo- 1948), e della nuova edizione di Pianissimo nel anche nello scrittore dall'assiduo e intenso lavo- no cose che conoscevamo già. Poesie guerra, chiudendosi sempre più nel Jjj 1954 (Neri Pozza, Venezia). Un'edizione, que- ro di straordinario traduttore. Gli ampi spazi che amavamo già per averle lette privato, in una solitudine senza pro- st'ultima, totalmente rinnovata nella sua veste che dividono le sue opere sono occupati in gran sparse e non ancora raccolte, e che testa, si chiuse anche sempre di più fc formale, lontanissima dal prosaismo dimesso parte dalle "frenetiche traduzioni", e davvero - quindi già facevano parte di quella nella letteratura, intesa un po' come del 1914, tanto che le due versioni sono tradi- imponente è l'elenco che se ne può fare. Tradu- I piccola "antologia del cuore" che ozio aristocratico, un po' come ope- zionalmente affiancate, perché le due opere so- zumi che spaziano dalla letteratura greca classi- I ciascun di noi si forma leggendo, razione taumaturgica. Ciò vale so- no in larga misura indipendenti l'una dall'al- ca — Eschilo, Sofocle, Euripide, Pitagora —, al fuor d'ogni giudizio o pregiudizio prattutto per la prosa che, con l'ec- tra. Sbarbaro ha restaurato qui un'orchestra- Pascoli latino, ai grandi dell'Ottocento francese 1 critico. Antologia del cuore, e quin- cezione dei primi Trucioli, capaci di zione metrica e ritmica densa di echi classici, — Stendhal, Flaubert, Balzac, Maupassant —, a di preziosissima, appunto perché ir- slarghi straordinari (come nel famo- ragionevole. D'altronde... con trasparenti ascendenze leopardiane e unga- Rémy de Gourmont, a quella ormai classica e 1 so Spotorno, terra avara di p. 141, Una raccolta di versi, pur nella fratello di Rimanenze), complessiva- rettiane. più volte ristampata di A rebours di Huy- § sua unità d'insieme, è poi davvero mente regge male alla rilettura. Sbar- Negli ultimi anni il catalogo di Sbarbaro si smans. Il contatto e il contrasto con stili e solu- I un libro leggibile nella stretta suc- baro, "sazio di endecasillabi", vide arricchisce di nuovi titoli: Rimanenze (Schei- zioni espressive diversissime animano e si riflet- | cessione aritmetica delle pagine, così in essa la "sua terraferma". In realtà willer, Milano 1955) che comprende il gruppo tono nella multiforme prosa di Sbarbaro, nel S come si legge (per riporlo subito do- è appena un isolotto. E bisogna dire degli elegiaci Versi a Dina (ma molti testi di luogo cioè della sua inesausta ricerca e speri- I po nello scaffale) un romanzo, o che la lettura continuata cui questo Rimanenze risalgono agli anni 1921-22); cui mentazione. Così la prosa di Sbarbaro dispiega non piuttosto un oggetto da usare, e volume induce non le giova, metten- fanno seguito Fuochi fatui (Scheiwiller, Milano un'escursione stilistica dilatata, scorrendo dal perciò da tener sottomano, come done a nudo il manierismo, la pervi- per esempio una spazzola per le 1956; seconda edizione, ivi, 1958; terza edizio- frammentismo della prosa poetica, alla nota cace stilizzazione del reale che perde scarpe, un vocabolario, o il pettine? ne Ricciardi, Milano-Napoli 1962), e poi Primi- critica, all'eleganza risentita, aristocratica e in- | via via gli elementi di petrosita sca- Non ritengo irriverente l'accosta- zie (Scheiwiller, Milano 1958), e Scampoli sieme parodica della scrittura degli Ammae- bra, quasi granulosità, e anche di de- mento, a parte il fatto che non mi è formazione grottesca che facevano (Vallecchi, Firenze 1960). Si arriva così all'edi- stramenti a Polidoro, come all'esuberante pro- mai piaciuto divinizzare la poesia. la forza dei Trucioli '14-'18; e su di zione delle Poesie edita da Scheiwiller nel sa dei Licheni, dove l'entusiasmo dello scien- I Si sente il bisogno di rileggere cer- essa stinge ormai, ai nostri occhi, il 1961, edizione su cui ancora interviene lo scrit- ziato naturalista fa lievitare la lingua e la pa- % ti versi di cui siamo innamorati, ma colore generico della prosa bella fra tore. Nel 1967 infatti, poco prima di morire, gina in un crescendo barocco di felicissime e £ dei quali ci sfugge qualche tratto, ed le due guerre cui finisce per confon- Sbarbaro indica a Scheiwiller una nuova dispo- rigogliose germinazioni nomenclatorie. ecco il libro pronto a soddisfare — dersi, più genere che specie (basta sizione delle sue poesie, propone un nuovo indi- come la foto dell'amata nel portafo- prelevare mosse sprezzate come "A glio — quel bisogno. mancar di parola, il primo è il sole", 10 Sbarbaro l'avevo già quasi inte- o "Corto, apoplettico di potere", ro in casa, sia in separate pubblica- con questa prevaricazione della tro- zioni sia in originale, date le molte vata stilistica). Con ciò non dimenti- carte ch'egli volle lasciarmi prima co tutto quanto continua a distin- nando il meccanismo del corpo, e, to a superflue trombe, la raccolta in degustare la pagina "tutta per me", d'andarsene; comprese le lettere au- guere le prose sbarbariane dalle me- come caverna dell'eco, l'anima mi si un unico volume, curato da Gina centellinandola. tografe della Vivante, dalle quali die rondesche; e che il massimo avvi- riempie del frastuono della via. / Lagorio e da Vanni Scheiwiller, di Lasciati ringraziare. Non so che si aveva tratto il delizioso Autoritratto cinamento apparente di quelle a que- Dura cosa non avere bisogni. E allo- tutta l'opera in versi e in prosa di potrebbe dire di più e di più intima- (involontario) di Elena De Bosis, da ste, gli Ammaestramenti a Polidoro, ra che si mangia senza fame, si tran- Camillo Sbarbaro. mente vero. Il filo d'oro di pietà scon- lui curato "perché chi la conobbe la esibisce provocatoriamente come ar- gugia vino e si mendica di postribo- Ammiro la discrezione (la sbarba- trosa; l'inferno mio privato in cui mi senta ancora parlare", e di cui ho fis- caismo fossile quella letterarietà che lo in postribolo un poco di foia. Il riana "parcità") della casa editrice scaravento... ecc. restano osservazioni so in mente il vivacissimo incipit: mondo è limitato da un muro scial- Garzanti (oggi che si fa il maggior fondamentali che nessuno ch'io sappia "Sono stata a violettare con la citri- bo orribilmente vicino; e il nostro chiasso per assicurare il "successo" e aveva fatto e, se non m'inganno su me na, quella saltafossi...". io ci fa ribrezzo vagamente, come il lo smercio a un qualsiasi capolavoro stesso, esatte; comunque, ambite e con- Sbarbaro, dicevo, l'avevo già qua- fantoccio la cui mano, sollevata, ri- stagionale), e quasi sarei tentato, fos- fortanti. Una radiografia. si intero in casa, ma la "festa" non è cade. / Oh io voglio finalmente ve- si sicuro dell'amicizia della Musa, di Due giorni prima Scheiwiller m'a- per questo calata di tono, proprio stito di rosa tenero mostrarmi per le comporre una Lauda in suo onore. veva mandato il numero di dicembre perché il bel librone di ora mi resta vie più affollate o commettere qual- Invece non son nemmen tentato del "Mercure de France" con la scelta molto più a portata di mano delle che freddo delitto!". Siamo ancora di scrivere una recensione all'altez- fatta dal Bigongiari di poesie d'oggi. cose sparse, del resto sempre titu- nel cerchio di quei pensieri esisten- za. È un compito che lascio volen- Vi ho riletto l'Ascensore travestito con bante a toccarle per timore d'usura. ziali che avevano trovato la loro de- tieri agli esperti, i quali certamente rinnovato piacere (in due punti, pote- Un giorno, se mai me ne verrà vo- finizione pregnante in Pianissimo, non mancheranno, con tutto il loro va forse esser reso meglio) e il bellissi- glia, mi divertirò a confrontare coi entro quel nodo di ignoranza e sa- attrezzatissimo laboratorio mentale, mo Interludio. Poesia-poesia come, testi in mio possesso, a caccia di va- pienza: sdoppiandosi, Sbarbaro rie- e tutti i loro impeccabili strumenti quando mancava, si diceva "caffè rianti o di divergenze. Per il mo- sce veramente ad essere ciò che critici, di illustrare nel più ragionato caffè". T'abbraccio. Tuo Sbarbaro. mento, e sempre in festa, preferisco stendhalianamente aveva dichiarato dei modi l'importanza — e diciamo Ecco. Per festeggiare non mi son correre a caccia dei miei amori. in una poesia: "come uno specchio pure, proprio sul piano culturale, la comprati gli asparagi, ma mi son fat- 11 più antico di tutti (per me) Versi rassegnato / che riflette ogni cosa grandezza — dell'impresa, anche se i ta un po' di pubblicità, e con quale a Dina: per la via"; le cose, in cui ci alienia- loro elaboratissimi argomenti, firma! mo, ci rimandano il nostro ritratto. ahimé, non contribuiranno forse a Ma se la citazione vale a mettere a far sì che il libro vada a ruba, e a nudo tutta la mia invereconda im- • formar code davanti alle librerie. modestia, vale anche, credo, a mette- II Libro del Mese ghiotte —• Avevo (la puntata del mio picco- di lettori, e soprattutto si unissero riana" (cito ancora Mengaldo), e "al tra i pampini arrossati di scoprire lo feuilleton) 19 anni giusti, e un ven- quei giovani che, data la difficoltà cui centro è il mito negativo della La trama delle lucciole ricordi un superstite grappolo. tilato mattino di sole, a Genova, an- ormai grandissima di reperire le va- città moderna come deserto e bor- sul mar di Nervi, mia dolcezza pri- Ne colma dai come ogni sabato a comprarmi rie pubblicazioni, non conoscono dello". ma? la mano, preso d'infantile gioia; "L'Italia letteraria" al solito chiosco ancora, o conoscono soltanto in ina- Ma non si pensi che Sbarbaro sia (trasognato paese dove fui soppesa quasi non credesse agli occhi. d'angolo tra Corso Buenos Aires e deguata parte, questo poeta che par soltanto il poeta della negazione e ieri e che già non riconosce il cuore). Alla sua sete riserbò l'annata Via Casaregis. nato apposta per loro. della disperazione senza spiragli. Forse. Ma il gesto che t'incise dentro quel frutto; glielo maturò l'estate, Appesa al vetro del giornalaio c'e- Con la sua voce disadorna ma così Come già il "nichilista" Leopardi, 10 non ricordo, e stillano in me dolce glielo dorò il sole dell'autunno, ra una rivista nuova, d'un rosso ten- stringente; con il suo inimitabile en- nessuno ama con maggior forza del- parole che non sai d'aver dette. la pianta vi spreme l'ultimo succo. dente all'ocra o al carota, e visto che decasillabo dinoccolato e quasi in la sua la natura e la vita semplice, e Estrema delusione degli amanti! (...) conteneva versi (allora le riviste non ciabatte (definizione che allo stesso in particolare la sua avara e aspra Li- invano mescolarono le vite Guardan gli occhi felici e rassegnati erano egoisticamente chiuse in pre- Sbarbaro non dispiacque); con la sua guria ("Scarsa lingua di terra che or- s'anche il bene superstite, i ricordi, col grappolo scemare servativi di cellophane) me la presi. assoluta assenza d'ogni illusione in la il mare, / chiude la schiena arida son mani che non giungono a toccar- la sua prima, fors'ultima dolcezza. Era il primo numero di "Circoli": un mondo falso e ormai "vuoto di dei monti"): la Liguria con le sue si. "petraie ventose", "l'ossame dei suoi greti", i suoi "limoni al sole", le sue Ognuno resta con la sua perduta agavi, l'intero suo paesaggio "scarni- felicità, un po ' stupito e solo, to all'osso, secca fauce sul mare che pel mondo vuoto di significato. Pomponia Grecina ne elude la sete spruzzandolo di Miele segreto di che s'alimenta, schiume amare...". fin che sino il ricordo ne consuma È lo stesso amore agro (ruvido) e tutto è come se non fosse stato. degli Ossi di seppia, pur se qui la mu- Oh come poca cosa quel che fu sica è sempre in sordina: d'una "sola- da quello che non fu divide! Tra immoto gestire di statue, tra cippi e Su caldo strame qui ha requie lo stanco rità", voglio dire, non squillante di Meno colonne, cavallo; "trombe d'oro", ma piuttosto che la scia della nave acqua da acqua. adesso la donna cammina. E sola sull'Appia. in porto qui rientra la nave; in becco qui reca espressa da sottili sistri, o striduli Saranno state Il silenzio che regna all'intorno, a tratti sol la colomba il rametto d'ulivo, e il cielo le ali flauti di Pan. Tanto da farci davvero le lucciole di Nervi, le cicale rompe, dispiega. credere che Sbarbaro, per quella mi- e la casa sul mare di Loano, steriosa influenza esercitata dalle vo- recato dal vento, un gemer di ruote o la voce Qui è l'àncora infine che arresta per sempre e tutta la mia poca gioia — e tu — ci nuove sulle più antiche, sia già, fin che mi strazi questo ricordare. del carradore che al buio cantando s'incuora. l'andare dell'uomo. prima dell'apparizione di Montale, Già l'Urbe non è che un riflesso di sangue sul E d'ogni parte ripetono intorno, da fioca luce il più montaliano dei nostri poeti, Non dico che sia la più bella poe- cielo; lambite, perfino in ciò che Montale chiama sia di Sbarbaro. Non sempre ci s'in- l'ulular della folla del Circo, non più che un le pareti, ripete il buio e lo stesso silenzio: "il male di vivere" e lui "la condanna namora della ragazza più bella. bisbiglio; d'esistere". C'è poi un altro fatto. Spesso in gagnolare di cuccioli, il bramoso ruggir dei PAX!EN IRENE! CHE NELLA PACE TU Può sembrare strano. Strano per i umnoa paonecshiea acmiòa tac hese nitni amesos a e nvoend iaè- leoni. Così una pace soave i morEtSiS EqRu i PtOieSnSeA. DI DIO! fVigallié rdy',u nina tmeorrlati chhae,n ndoa Ndeiefitnzistcoh ec oa- espresso. Dipende dallo stato d'ani- Giunta è quasi Grecina: per noto sentiero Scavata nel sasso, ha ciascuno al suo sonno me la più legata al concreto delle co- mo in cui eravamo, e anche dal pae- scantona una stanza; se solide. Ma è un fatto che quasi saggio che ci circondava, la prima e scorcia nel buio alla casa, che sa ma non non altra ebbe Dio pel suo sonno; come quella, tutti i lirici liguri sono profonda- volta che la incontrammo. vede, la chiude una pietra. mente nutriti di filosofie orientaleg- Ad esempio. Mi basta ridirmi il nascosta da fitto fogliame (s'affollano al cuore gianti, e da queste portati (forse an- Quasi destarli temesse, cauta avanza tra essi solo primo verso di Vecchi versi o i ricordi). che per effetto della luce estatica del della Casa dei doganieri di Montale, Ad una parola, le porge il custode una lampa. Grecina; mare e del cielo) a vagheggiare, nel perché già mi senta immerso intero Per ripida scala si cala sotterra; e, al debole e del placido sonno il respiro l'orecchio ne lor medesimo amore per la natura, nella spesso nuvolosa aria rivierasca coglie: un irresistibile cupio dissolvi. lume, di Bonassola, dove vissi i miei anni lieve eguale respiro, ch'èpegno d'eterno "Svanire è la ventura delle ventu- toccato il suolo col piede, forse più currucciati ma anche più risveglio. re", canterà per tutti loro Montale. spedita s'inoltra per lungo tortuoso passaggio. esaltanti. L'atmosfera (il romanzo Ma già lo stesso Mario Novaro (due sottinteso, ad libitum) è quello. Che a un tratto s'allarga, poi si strozza di volte addottoratosi in filosofia: a Forse soltanto la musica può ga- nuovo in discesa, Berlino e a Torino) aveva esclamato: reggiare in questo (per questa forza dove d'altri cunicoli d'ogni lato vaneggiano "Dolce la notte senza ombra di so- vitale esorbitante dal testo) con la bocche. gno, / dolce dormire, nel gran silen- poesia. E per quel laberinto che, pallida in viso, zio vanire, / Non essere più, / non Comunque, sempre nell'ambito all'Ombre la madre discende. essere nulla... ". E ancora: "Tutto dei Versi a Dina, mi si lasci il piacere nella pura luce / è fiore/ meraviglia Lenta avanza, sollevando, a vederci, la lampa; di ridirmi, per mio egoistico godi- eterna / che trema (...) Perché non e perché così vada, che cerchi tra i morti, lei mento, il finale, davvero degno d'un sono leggero / come questo pappo bassorilievo romanico: stessa di soffione / che vola?..." Capita all'uomc che d'autunno spo- non sa: è la dramma smarrita che cerca. È una volontà di "volo" (nel caso glia E andando, una ad una le scritte rilegge che dalla versione metrica di specifico, di impossibile volo inteso la vite, sul,''« cala che ne fruscia porta nel cuore Pomponia Grecina, tratto da come liberazione dal Male) che — vecchio è l'uomo ed autunno gli co- da quando pur lei lì veniva la notte a pregare. Pascoli tradotto da Sbarbaro, Sbarbaro, da parte sua, drammatica- lora L'agnello rivede, il simbolo sacro del pesce, in CAMILLO SBARBARO, mente ironizza nei famosi versi: l'anima dentro di malinconia; il moggio di grano che chi seminò non L'opera in versi e in prosa, Talora nell'arsura della via ché con l'anno gli pare la sua vita sperava. Garzanti, Milano 1985, pp. 687-688 un canto di cicale mi sorprende. anche finisca; E subito ecco m'empie la visione 11 poco che da essa ebbe gli mette SU di campagne prostrate nella luce... in strozza come una secchezza e in- E stupisco che al mondo ancora sian gli alberi e l'acque, gennaio-febbraio 1931. Seduto su significato"; con la sua spietatezza tutte le cose buone della terra NOVITÀ una verde panchina di ferro sotto i verso questa Terra guasta (anticipan- che bastavano un giorno a smemorar- platani, i Versi a Dina (proprio fra do di quanti anni Eliot?); con la sua mi... CHARLES BURNEY Nervi e Loano, o addirittura fra asciutta pietà verso gli altri ("pietà Con questo stupor sciocco l'ubriaco VIAGGIO MUSICALE Nervi e i Balzi Rossi, rincorrevo al- d'altri che me mi strinse il cuore"), riceve in viso l'aria della notte. lora i miei amori) mi si stamparono e infine col suo stesso "canto" (ma IN GERMANIA E NEI PAESI BASSI Ma poi che sento l'anima aderire per sempre nella mente. "strozzato"), sempre diretto agli uo- ad ogni pietra della città sorda Non avevo ancor letto nulla né di mini e non ai Celesti (o ai Compu- com'albero con tutte le radici, Dopo lo straordinario interesse suscitato dal Viaggio musicale in Sbarbaro né degli altri poeti della ter), davvero penso che nessun poeta sorrido a me indicibilmente e come Italia questo secondo volume viene a completare, anche attraverso "Riviera ligure" (già morta, come si nostro di questo nostro secolo sia per uno sforzo d'ali i gomiti alzo... un prezioso indice dei nomi che raccoglie tutti i riferimenti ai due sa, fin dal '19, insieme con Ceccardo più di Sbarbaro vicino — nel disin- tomi, l'affascinante diario di viaggio attraverso l'Europa compiuto Roccatagliata Ceccardi), e a parte canto come nella sotterranea rivolta Ho citato un altro dei tanti miei sul finire del Settecento da Charles Burney. Una cronaca colorita e qualche casuale notizia riuscii a far — allo stato d'animo di tanti ragazzi amori qui ritrovati. E con tale cita- attenta di una società e di un ambiente artistico colti in un momento conoscenza con loro soltanto nel- d'oggi, ai quali questo grande libro zione pongo fine — per oggi — alla di straordinario splendore alla vigilia di quelle profonde trasfor- l'immediato dopoguerra a Roma, in andrebbe offerto in dono. E non mia festa, lasciando libera briglia al mazioni che di li a poco avrebbero mutato il volto dell'Europa. biblioteca o in casa d'Enrico Falqui, perché possano trovarvi consolazio- lettore nuovo perché da solo frughi dove mi fu dato d'imbattermi anche ne, bensì ragione. nel folto del volume (più di 700 pa- P. Fabbri - Monteverdi J. Rosselli - L'impresario d'opera. in Pianissimo e in alcuni Trucioli. Fin dalla prima pagina, scritta nel gine), e a sua volta festeggi a modo J. Mainwaring - Memorie Arte e affari nel teatro musicale Mi avevano parlato di Sbarbaro 1910, incontriamo — terribile — il suo, con asparagi o senza asparagi, le della vita del fu G. F. Hàndel italiano dell'Ottocento come del "poeta dell'amarezza". senso di solitudine piena che ci dà la proprie scoperte e sorprese. a cura di L. Bianconi J. Budden - Le opere di Verdi. "Amaro?" (è lui stesso a risponde- città. Di solitudine e di corruzione: La spesa sarà di 50 mila lire. Meno Autori Vari - Ligeti Volume primo re). "Nella radice, se mai: la radice Vo nella notte solo del prezzo d'un cenone, ma con la a cura di E. Restagno Da Oberto a Rigoletto contorta che permette all'albero di per vicoli deserti garanzia sicura della genuinità di essere all'aria un mazzo di fiori". lungo squallide mura... tutti i piatti offerti, dall'antipasto di Vorrei che alla mia festa (quante È appena un accenno, che troverà Primizie (amarognole e un po' al- EDT/MUSICA TORINO V. ALFIERI 19, S 511496 altre pagine di Sbarbaro, in versi o il suo pieno sviluppo soprattutto in l'antica, perciò gustosissime) alla va- in prosa, sono andato a cercare) si Pianissimo (il suo libro più famoso, rietà del dessert, tutto di luminose EDT/MUSICA unisse il maggior numero possibile con Trucioli), di "matrice baudelai- Versioni. IDEI LIBRI DEL MESE! Attenti a Zzywwurath, Nel cinema queste trasformazioni Twain: "mi sono reso conto, cari vengono suggerite con la luce, facen- lettori, di essermi cacciato in un tale do emergere i visi dal buio o dipin- ginepraio da non poterne uscire fuo- vi mozzerà le orecchie gendoli col chiaroscuro. Porcarelli ri". usa questo procedimento con tutti La tonalità improvvisa dell'ironia, gli "effetti speciali" del caso: il buio, che è ancora più evidente in Khalu- di Stefano Benni i vapori marini, i fuochi di S. Elmo, labid, attraversa beffardamente la la luna e addirittura una nebbia arti- scena, con l'ultimo finale nel finale ficiale proveniente da una macchina delle orecchie mozzate, che non è ADAN ZZYWWURATH, Il matri- ne, che è una nave ferma nell'Ocea- del capitano Rolle (un personaggio solo una bella trovata, ma anche una monio del mare e dell'inferno, no. E noi sappiamo, da Conrad, al del libro che collabora alla scenogra- beffa. Credevate che a raccontare Theoria, Roma-Napoli 1985, pp. Gordon Pym, a Coleridge come fia, un complice). E tra Hastings e fosse un personaggio, invece era un 135, Lit. 6.500. lp'iinmtam asgui nuen dmi aurena dnipaivnet of"e,r minaq, u"ideit-i Rraoplpleo, rtdoa ldli'i ncoizmiop laiclliat àf. iCneo, mceo rrreiv aulni, aPlotrroc.a rCelrlei,d eivnavteec ec heer aa Zsczryivwewreu froastshe. Carlo Alberto Rizzi Ma qui non valgono regole né di molto più di una nave in balìa di un quindi appartenenti alle due rive di- mare né di terra. Guai a chi sale sulla Due anni fa sul "Manifesto" pub- mare tempestoso. Immobile, il mare verse della realtà e del sogno, si I cioccolatini nave del fantastico sperando di blicammo Khalulabid, un racconto diventa la più spaventosa delle for- scambiano messaggi. Il medico offre di Porcarelli ambientato in una ci- me, l'informe. In esso la nave è l'u- una diagnosi di labirintite al capita- uscirne vivo, o almeno vivo come di Soziglia prima. viltà immaginaria. Parlando della nica possibile razionalità, l'unica no, che è senza orecchie. Il capitano Un «giallo» e un romanzo di co- precisione del suo paesaggio inven- stume. Un «pasticciaccio» ligure di tato, richiamavo uno dei misteri del- raffinato umorismo. lo scrivere fantastico: e cioè il rap- porto alterno di verità e stupore che *Narrativa> 10 scrittore ha con la sua creazione. Pagine 248, lire 20.000 Citavo allora due esempi: il duca d'Auge che nei Fiori blu di Queneau non esita a dipingere falsi graffiti Shole'm Aleichem preadamitici per dimostrare l'esi- stenza delle sue visioni, e la frase che Menachem Mendel Flaubert mette in bocca a Sant'An- tonio mentre gli fa sfilare davanti la Un classico ironico e fatalista. processione delle "Tentazioni": "bi- Le peripezie di un «uomo d'affa- sogna essere pur stolti per adorare ti» picaro, ebreo e «iper-sfor- tutto questo!". tunato». Nel Matrimonio del Mare e dell'In- ferno è visibilissimo questo movi- «Narrativa» mento di marea, di oscillazione tra Pagine XVIU + 172, lire 17.000 coerenza e inverosimiglianza, tra scientificità dei particolari e delirio dello scenario. Attraverso questo Alberto Beniscelli procedimento, per cui Caillois sug- gerisce un elenco di qualità necessa- La finzione rie, è possibile la resa dell'atmosfera del fiabesco di un sogno. Prima di sedurre il let- tore, il sogno seduce totalmente Zzywwurath, che come scrittore Carlo Gozzi e la fiaba del Set- fantastico è anche il primo lettore tecento. "sorpreso" dal racconto. Si può in- Un'epoca attraverso uno scrittore. fatti leggere II Matrimonio in vari «Saggistica» modi: come montaggio di contrari Pagine 160, lire 17.000 letterari, oppure — lo suggerisce il titolo ispirato a Blake — come libro mitologico e quindi combattimento di divino e demoniaco, magari con Emmanuel Lévinas accompagnamento di psicoanalisi Dall'esistenza junghiana. Proverò a parlarne semplicemen- all'esistente te come della storia di un sogno. E 11 Matrimonio è infatti strutturato La prima formulazione autonoma come una serie di sogni concentrici: del pensiero di Lévinas. si esce da un sogno non per risve- gliarsi ma per precipitare in un al- «Filosofìa» tro. Ogni sosta logica, ogni rivela- Pagine 112, lire 18.000 zione, si tramuta ben presto in una aggiunta di mistero e disorientamen- to. E un labirinto insomma, ma non Franz Rosenzweig il labirinto "freddo" o riprodotto su La stella mappe antiche o videomatiche, in cui la bravura letteraria post-moder- della redenzione na celebra le sue impotenze. E nean- A cura di Gianfranco Bonola che un labirinto entomologico den- «Questo libro inaugura una nuo- tro al quale uno scienziato della su- Illustrazione di Sergio Toppi, da II matrimonio del mare e dell'inferno. va via del pensiero... L'intero uni- spense guarda, attraverso il vetro, il verso ebraico brilla sotto i nostri brulicare degli indizi. È il luogo in occhi come se fosse tutto raccolto in esso». (Gershom Scholem) cui appare la forza fisiologica della scrittura fantastica, quella di ripro- «Filosofia» durre la lingua primordiale delle vi- possibilità di trovare direzioni e invisibile lo ringrazia con biglietti Pagine 592, Gre 55.000 sioni. Forse per questo si tende a ve- quindi uscite. Ma la Saturnia non ha bianchi. Come rapporto medico-pa- L'ARGONAUTA dere dietro ogni scrittore fantastico direzioni, neanche il nord e il sud, ziente non c'è male. Così fino alla Alexander Schmemann l'azione di una droga, o tare segrete. cardini delle rotte. A prora è una na- fine non sapremo se Rolle è pazzo o Spaventa pensare che sia possibile ve, a poppa un'altra, secondo due sano, se è un fedele ufficiale che sta La grande questa vicinanza di un atto, che si universi temporali sovrapposti. La combattendo contro un ammutina- w Quaresima vuole costruttivo come la scrittura, nave diventa una casa maledetta. mento, o uno scienziato sanguinario al bagliore accecante, effimero del Verso l'alto gli alberi, la soffitta con che fa esperimenti crudeli sul suo Ascesi e liturgia sogno. macabre apparizioni di impiccati. equipaggio. Se il suo arnese è il com- nella Chiesa Ortodossa La storia del matrimonio svolge Verso il basso le cantine, la rete delle passo delle rotte o il bisturi del chi- A cura della comunità di Bose Vladimir Odoevskij un'azione classica del fantastico. Un cabine e dei cunicoli che il dottor rurgo. Se infine, aprendo la porta Un viaggio verso la Pasqua con i personaggio razionale, medico ingle- Hastings non sa decifrare o ricono- della sua cabina, troveremo un orri- LA PRINCIPESSA fratelli ortodossi. se dal battagliero nome di Hastings, scere. Gli inglesi dicevano: la terra è bile mostro, o il capitano Uncino di MIMI 'Fuori Collana• affronta l'enigma della nave Satur- degli uomini, il mare è depli inglesi. Peter Pan. pp. 90 L. 12.000 Pagine XVUI + 124, lire 14.000 nia, i cui marinai appaiono a volte Sulla nave non valgono ne regole di E qui sta il terzo punto affascinan- come zombi deliranti, a volte come umanità né codici marinari: il bravo te del Matrimonio: la vertigine ironi- Knut Hamsun Midrashim fedeli sudditi di Sua Maestà Britanni- dottore inglese si sforzerà di provare ca della trama, così complessa, a ca. Quale delle due trasformazioni è via via tutte le chiavi di interpreta- svolte, ritorni, colpi di scena, che vi SCHIAVI Fatti e personaggi biblici vera? E chi è il capitano della nave, zione per buttarle una a una, fino a fa capolino, a un certo punto, il ghi- DELL'AMORE nelT interpretazione ebraica l'invisibile Rolle dalle strane mutila- capire che ha una sola via di uscita: gno del comico. L'impiccato che pp. 102 L. 12.000 tradizionale zioni? E il cattivo o la vittima della diventare anche lui un personaggio cambia in continuazione i connota- A cura di Riccardo Pacifici storia? di quell'inferno. ti, sparisce e ritorna, ricorda le spari- COLLANA DI LETTERATURA Storie dalla Bibbia attraverso i rac- Non si può raccontare la sequen- Secondo punto: i personaggi del zioni di cadavere che animano le far- Diretta da U. Pannunzio e M. Rosolini conti dei Rabbini. za che porta alla soluzione dell'enig- racconto sono di volta in volta estre- se. L'affannarsi di Hastings a cercare Distrib.: Messaggerie del Libro •Il Ponte• ma: se ne possono individuare tre mamente rassicuranti o totalmente appigli logici, a scoprire zombi nelle Pagine XVIU + 204, lire 17.500 punti significativi, perché affasci- diabolici. Sono i "mutanti" del fan- cucine, a mettere insieme i fili della Piazzale dei Bonificatori, 3 Distribuzione P.D.E.. DIR ED. (Roma), nanti e tipici della scrittura fantasti- tastico, e la loro mutazione è sempre storia sembra andare verso il finale Magnificili (TO) LATINA - Tel. 0773/483996 ca. Primo punto, il luogo dell'azio- inattesa e fulminea, mai graduale. di un celebre racconto di Mark Pasolini critico letterario dentismo e alla crisi della poetica tiva, che spinge continuamente in neorealista. Per realizzare una pro- avanti il linguaggio letterario e il suo posta progettuale nuova, Pasolini spazio di ricerca, per essere sempre elabora uno di quei suoi tipici sche- "col sentimento, al punto in cui il di Alfonso Berardinelli mi che razionalizzano l'irrazionale e mondo si rinnova": ripresa e corre- permettono di tenere insieme, nella zione del descrittivismo pascoliano, PIER PAOLO PASOLINI, Passione della società e della storia italiane, in mimetismo dei romanzi sul sotto- forma della compresenza paradossa- che risolveva l'apertura in chiusura, e Ideologia, Einaudi, Torino questi scritti Pasolini non sconfina proletariato romano, ma anche dalle le (autogiustificatoria) e dell'ossimo- con la riduzione finale del mondo 1985, saggio introduttivo di Ce- mai dai termini assegnati alla critica luttuose drammatizzazioni dei poe- ro, un modo di essere irriducibile e all'io e della realtà esterna alla vita sare Segre, pp. XXII-448, Lit. letteraria in quanto tale. La sua pas- metti coevi. un progetto aperto, un'esperienza intima. Questo schema della presen- 34.000. sione sa essere e vuole essere compo- I pregi del libro, perciò, sembrano sostanzialmente immobile e un'i- za simultanea e della polarità mette- sta, ragionevole: incontra l'ideologia oggi indistinguibili dai suoi limiti. deologia onnivora. In questo caso, i va in grado Pasolini, negli anni Cin- (un gramscismo estetizzato) proprio La tempestività e l'efficacia delle due termini della contraddizione quanta, di rendere civilmente accet- Dopo il notevole sperpero di in- perché è una passione che intende ipotesi critiche pasoliniane sono do- senza superamento dialettico e senza tabile ed esteticamente produttiva terpretazioni più o meno improvvi- vestire abiti civili e democratici, che vute anzitutto alla passività anche sintesi, che Pasolini propone sono: l'immobilità delle sue contraddizio- sate e partecipi (non senza esibizioni vuole tenere aperto un dialogo con acritica con cui Pasolini assume e ac- a) l'ossessione stilistica, la passione e ni, dotando il suo scandalo nevroti- di circostanza) intorno al Pasolini tutta la migliore cultura letteraria di cetta i termini dominanti e diffusi coazione estetica che gira e torna co (non si dimentichi che Pasolini "corsaro", "luterano" e critico del quegli anni. E il suo stile critico è nelle discussioni di allora intorno al continuamente su se stessa e b) la era ripetutamente sotto processo per consumismo, ecco la riedizione di molto distante non solo dal violento superamento dell'ermetismo-deca- sperimentazione realistica e descrit- "immoralità" e per "corruzione") di un suo vecchio e stagionato libro: armi tattiche e retoriche inesauribi- Passione e ideologia. Pubblicato per li: che gli permetteranno fino alla fi- la prima volta da Garzanti nel 1960 ne di compiere dei continui sposta- e ora da Einaudi in edizione più ac- menti dei termini del suo discorso, curata, il volume raccoglie studi e provocando e spiazzando magistral- saggi che Pasolini scrisse nell'arco di mente i suoi avversari polemici, sen- dieci anni, dal 1948 al 1958, nel pe- za per questo uscire mai dalla sua te- riodo cioè della sua massima inventi- matica e facendo appello alternativa- vità letteraria. In quegli stessi anni mente, e in angolature sempre diver- Pasolini scrisse e pubblicò alcuni dei se, ora alla immobilità fatale della suoi libri più famosi: i romanzi Ra- coazione estetico-nevrotica, ora ai gazzi di vita (1955) e Una vita vio- puri diritti della critica intellettuale. lenta (1959), e i numerosi poemetti Sul piano strettamente critico, la raccolti sotto il titolo complessivo solidità della documentazione (so- Le ceneri di Gramsci (1957). Rispetti- prattutto nei due lunghi studi inizia- vamente del 1952 e del 1955 sono li) e la duttilità analitica (soprattutto inoltre i due ampi studi panoramici nelle esemplari schede dedicate a La poesia dialettale del Novecento e una ventina di poeti italiani del No- La poesia popolare italiana, che costi- vecento — oltre che a Pascoli, Car- tuiscono quasi un libro a sé e che ducci e Gadda) rendono Passione e occupano tutta la prima parte (più ideologia un libro tuttora molto uti- della metà dell'intero libro) di Pas- le e interessante, nonostante il limite sione e ideologia. nazionale della visuale storica e la Per i lettori più giovani, abituati a debolezza dell'impianto teorico. leggere Pasolini come un autore glo- Come ha osservato Pier Vincenzo bale, come un autore, cioè, che negli Mengaldo (in un saggio su Pasolini ultimi anni della sua vita non voleva critico letterario comparso nella e non poteva tenere distinti i suoi «Revue des études italiennes», n. 2-3, diversi linguaggi e le sue diverse avril-septembre 1981), in Passione e competenze, non avendo più che un ideologia l'intelligenza critica pasoli- solo ossessivo linguaggio e una sola niana, sebbene esibisca anche con globale competenza di giudice socia- una certa monotonia alcune nozioni le e di pubblico accusatore — per teoriche orientative (derivate da questi lettori, dicevo, le pagine di Contini, da Gramsci e anche, corsi- Passione e ideologia saranno, secondo vamente, da Spitzer e Auerbach) si i casi, una delusione o una riposante muove in un orizzonte teorico al- sorpresa. Qui Pasolini non è affatto quanto povero e approssimativo. In disperato, né violento, né aperta- particolare, la limitazione al panora- mente fazioso o apertamente auto- ma italiano rende poco attendibili le biografico. E non fonde tutto ciò sue idee di decadentismo e di reali- che sa, percepisce e pensa in una sola smo, categorie di cui, con buona colata incandescente. Qui Pasolini si parte della cultura degli anni Cin- presenta davvero in veste di critico quanta, egli faceva un uso puramen- letterario: impegnato e raffinato, do- te tattico e polemico. In questo co- cumentato e diligente, con la mode- me in altri suoi libri (per esempio stia e l'orgoglio di chi vuole essere negli ultimi) è semmai eccezionale la accettato dalli società culturale e capacità, tipica di Pasolini, di ricava- perciò ••••• 5) ic:'nisce mai, come re un massimo di osservazioni gene- farà spesse in seguito, con i suoi pur ralizzabili da una base di pensiero numerosi obiettivi polemici (ex o piuttosto elementare e ristretta, post-ermetici, neorealisti, marxisti estremizzando le sue tesi con l'in- "ortodossi"). Sebbene abbia costan- grandimento suggestivo di alcuni temente presente una sua personale dettagli e con la ripetizione metodi- e funzionale nozione di realismo, che orienta le sue argomentazioni 8> letterarie verso una analisi di classe Il rischio dell'esistenza zione: e infatti la retorica che gover- limitandosi a esporre — ma con attivano la sofferenza umana: quella na il genere del romanzo non è grande precisione e con una accatti- che nasce dal senso di esclusione, da uguale a quella del sogno. Infine, a vante chiarezza divulgativa — i paura e desiderio di morte. Una tale di Lidia De Federicis che scopo occuparsi delle dinamiche princìpi che lo guidano nella pro- operazione di scavo può sembrare psichiche dell'autore, quando ciò spettiva psicologica. Il suo metodo superflua per la figura di Pasolini, il che davvero conta è il testo nella sua può essere riassunto press'a poco quale non ha nascosto ma al contra- è dunque non l'opera, ma l'autore: struttura formale? Il modello di de- così: l'esame dell'opera prescelta (il rio ha esibito la propria diversità, e ALDO CAROTENUTO, L'autun- l'opera viene utilizzata come una fra rivazione freudiana incentrato sulla romanzo del 1955, Ragazzi di vita, non si è mai negato a interventi pub- no della coscienza, Boringhieri, le altre possibili manifestazioni psi- biografia risulta — tra i vari che si dove per la prima volta Pasolini blici, spiegazioni, autocommenti. Torino 1985, pp. 118, Lit. chiche (anzi, la più rilevante) e ana- possono applicare ai rapporti della metteva in scena da protagonista, L'elenco di interviste e dichiarazioni 16.000. lizzata con tecniche simili a quelle letteratura con la psicoanalisi — il con il suo dialetto, il sottoproletaria- pubblicato da Rinaldo Rinaldi nel che si adottano nell'analisi dei so- più debole, il più esposto alle obie- to delle borgate romane) viene inte- 1982 comprendeva già 339 voci, e al- Secondo un noto luogo comune, gni. zioni. Eppure, Lavagetto ha ripreso grato con la ricognizione di eventi e tri materiali si sono continuamente che ci è stato ricordato da Mario La- Secondo lo stesso luogo comune in esame il luogo comune; ne ha ri- situazioni della vita dello scrittore, aggiunti negli anni successivi. Tutta- vagetto (Freud, la letteratura e altro, si tratta di un uso fuorviarne, per conosciuto i vantaggi e la comodità, esattamente come nella pratica tera- via la sovrabbondanza di parole è Einaudi, Torino 1985), chi vuole molte ragioni, delle procedure anali- e intanto è però tornato a porre in peutica l'esame dei prodotti inconsci ambigua quanto il silenzio. L'intel- servirsi appropriatamente della psi- tiche. Anzitutto, perché la trattazio- evidenza il carattere necessario del si affianca all'indagine sulla vita rea- lettualizzazione accresce la distanza coanalisi nel campo degli studi lette- ne dell'opera come sintomo la im- legame tra opera e autore e la possi- le del paziente. E le ipotesi via via dalla vita e non agevola il confronto rari e artistici, fa bene a mettere da poverisce, riducendone i significati bilità innegabile per la teoria analiti- formulate sul caso di Pasolini si ap- effettivo dell'individuo con i suoi parte i saggi specifici di Freud. Inve- ad alcuni stereotipi fissi (per esem- ca "di risalire dalla biografia alle ope- poggiano, oltre che alla riflessione problemi sul piano esistenziale (Ca- ce, proprio i famosi scritti freudiani pio, il complesso parentale che pre- re, e viceversa" (Lavagetto, p. 265). teorica, all'insieme di conoscenze rotenuto, p. 57). Il linguaggio im- dedicati a Leonardo, Michelangelo, vedibilmente scopriamo risalendo Carotenuto, che è di professione che viene all'analista dal confronto broglia, se non viene decodificato al Ibsen costituiscono il precedente all'infanzia di qualunque individuo). uno studioso di psicoanalisi (con con altri casi, di individui anonimi di là dell'apparenza. che Aldo Carotenuto ha voluto se- Poi, perché la scrittura letteraria orientamento junghiano) e non di che hanno raccontato i loro sogni e Andando in questa direzione, Ca- guire in questo volume di ricerche non è soltanto un prodotto dell'in- letteratura, può permettersi di tra- rivelato la loro sofferenza. Lo sfon- rotenuto trova una delle chiavi di psicologiche su Pier Paolo Pasolini. conscio o il frutto di una storia per- scurare i riferimenti d'obbligo alle do comune è per l'appunto una de- U> Obbiettivo principale dell'indagine sonale, ma nasce dentro a una tradi- teorie sull'interpretazione del testo, scrizione delle cause profonde che N. 3 pag- 91 Pasolini gogico, con l'intenzione non margi- cacia ed è condotto con rigore. Nel- alla vecchia nozione moraleggiante nale di apprestare una minuziosa la stagione del decennale della morte della funzione educatrice, ma non guida all'opera di Pasolini. E in un di Pasolini questo titolo, senza dub- per lasciare un vuoto. Si tratta di ri- ca di alcune formule ideologiche. periodo come questo in cui a lunghi, bio, spicca. Ma quel che è più inte- costruire una nuova funzione peda- Del resto, lo spiccato mimetismo pedagogo voluti e colpevoli silenzi su Pier ressante, sotto il profilo critico, è il gogica ed educativa. e sperimentalismo culturale (non so- Paolo Pasolini seguono momenti di tentativo di una lettura unitaria del- Golino torna sul rapporto tra Pa- lo strettamente artistico) di Pasolini, consumo sfrenato e spesso strumen- l'opera pasoliniana appunto nella solini e Gramsci: e su come il con- si fa sentire anche nel suo stile di cri- di Pietro Folena tale di questa o di quella parte della chiave del "maestro naturale", del cetto di "egemonia" gramsciana è — tico. Uno stile che, in Passione e sua produzione, questo intento di Pasolini pedagogo, dell'educatore. pure in una fase di rapporti di odio ideologia, deve moltissimo a quello guida non è davvero poca cosa. Il Golino muove proprio dall'espe- e amore col Pei — un filo solido del- del suo modello primario, Gianfran- ENZO GOLINO, Il sogno di una metodo (l'individuazione della chia- rienza educativa di Pasolini — tra il l'opera pasoliniana. E richiama San- co Contini, e che di quel modello cosa, Il Mulino, Bologna 1985, ve nella "vocazione educativa", in '47 e il '49 — e dai tre noti articoli tato e Asor Rosa che, pur in epoche conserva tutta una serie di tratti: co- pp. 276, Lit. 25.000. seguito la perlustrazione dei generi pubblicati su "Il mattino del popo- diverse, vedono nel rapporto con me l'andamento insieme puntiglioso — narrativa, poesia, teatro, saggisti- lo", in cui la paideia pasoliniana vie- Gramsci qualcosa di più: la ricerca e svagato, il preziosismo tecnico-liri- Il duplice merito del saggio di Go- ca, critica e scritti giornalistici, cor- ne tracciata. Il tema della riforma di un "doppio", o l'attrazione per co del lessico, l'eccesso degli incisi e lino sta, da un lato, nel tentativo di rispondenza, dibattiti e interviste, della coscienza, l'apertura ai metodi un giovane martire che riporta alla delle parentetiche e perfino, immo- un'interpretazione pedagogica della viaggi — in forma sintetica, e infine "attivi" dell'educazione e la loro ap- memoria il fratello Guido. E, anche tivatamente, certi vezzi e civetterie complessa opera pasoliniana; e dal- la brillante conclusione «solare» del plicazione, la volontà di una "scuola se alla fine degli anni '60 e nei primi professorali. l'altro nel suo stesso carattere peda- ragionamento) ha un'indubbia effi- senza feticci": si delinea una critica anni '70 Pasolini sembra più risenti- Sono proprio le caratteristiche re degli strumenti concettuali fran- della scrittura critica a rendere spon- cofortesi, tuttavia il richiamo alla taneo, inevitabile il confronto di storicità della tradizione, al nazio- questo con l'altro libro di sola criti- nal-popolare, al ruolo etico-pedago- ca letteraria scritto da Pasolini, cioè gico lo riporta a Gramsci. la raccolta postuma Descrizioni di Un terzo aspetto di questa lettura descrizioni. Si tratta di due stili di in- di Pasolini pedagogo è quello dell'e- tervento e di due strategie culturali Einaudi Guido Guglielmi ros. L'eccesso di passionalità che at- che non potrebbero essere più lonta- traversa tutta l'opera di Pasolini — ne e inconciliabili. Inoltre, mentre La prosa italiana del Novecento scrive Golino — traduce i suoi effetti Passione e ideologia è un vero e pro- Le scritture grottesche e metafisiche, il pastiche anche nell'atteggiamento pedagogi- prio volume di critica letteraria, co- co. Golino a questo proposito ricor- e la narrazione combinatoria da Pirandello me abbiamo osservato, nel migliore da l'interpretazione di Zanzotto. E e più congruo stile critico italiano, Walter Benjamin e D'Annunzio a Savinio, Svevo, Gadda, cioè il conflitto interiore e non ridu- Descrizioni di descrizioni manda in Manganelli, Calvino. cibile fra allievo e maestro, la vo- pezzi quel modello, aggiornato ma Parigi capitale del XIX secolo «PBE», pp. v-263, L. 12000 lontà pedagogica trasgressiva. Qui sostanzialmente tradizionale, sosti- Finalmente tradotto il grande work in progress prende forma la condizione di tuendolo con una sorta di saggismo di Benjamin. L'Ottocento visto nello specchio Ludwig Wittgenstein "schiavo d'amore". Attraverso Kel- parlato (lo stesso che si trova in di Parigi e indagato attraverso la moda, il gioco, Zettel sen, e la sua interpretazione del con- Scritti corsari e Lettere luterane: ma il collezionismo, la prostituzione, i passages, flitto tra le leggi del desiderio — sim- meno ripetitivo e meno schemati- sullo sfondo della crisi dello storicismo Questi «foglietti» riprendono uno dei temi boleggiate dall'omosessualità — e co), un saggismo che non si muove e delle ideologie dominanti. di fondo del pensiero di Wittgenstein: quelle dello stato, Golino vede na- più nel clima della ricerca e della ve- A cura di Giorgio Agamben. la neutralizzazione della psicologia. scere la "volontà di dominio" e di rifica testuale, ma piuttosto nel cli- A cura di Mario Trincherò. polemica generale contro il mondo «I millenni», pp. xxn-mo, L. 100000 ma dell'improvvisazione, del diario «Paperbacks», pp. XLvn-160, L. 18000 adulto che motiva in seguito Pasoli- in pubblico, della diagnosi psico- ni "corsaro", e "la sua faccia cosid- morale e della denuncia. Con Descri- Rudyard Kipling William J. McGrath detta di destra". E persino, si potreb- zioni di descrizioni l'orizzonte degli Qualcosa di me be concludere, un carattere di destra interlocutori sembra essere ormai Arte dionisiaca e politica nell'Austria dell'omosessualità, come teorizza- venuto meno. Non esiste più una so- A cinquant'anni dalla morte, l'autobiografia di fine Ottocento zione della disuguaglianza. Questo cietà letteraria con cui dialogare. A dell'autore di Kim e del Libro della giungla-, approdo non convince. Siamo effet- quasi vent'anni da Passione e ideolo- l'infanzia indiana, i viaggi, gli incontri, il lavoro La storia inedita di un gruppo di giovani tivamente di fronte a una rivendica- gia, Pasolini sarà incalzato dal pro- letterario. intellettuali, tra i quali Mahler e Adler, zione di disuguaglianza in Pasolini prio ossessivo "senso della fine" e «Gli struzzi», pp. v-180, L. 9000 e dell'influenza che esercitò sulla vita politica — come risulterebbe dall'applicazio- non riuscirà più a considerare là cri- e culturale austriaca ed europea. ne dello schema di Kelsen? E d'altra tica letteraria come un genere rego- Albino Pierro «Saggi», pp. xr-250, L. 35000 parte — come si è detto in alcuni lato da un preciso, accettabile codice Un pianto nascosto commenti — tutta la polemica paso- di buone maniere democratico- Marivaux liniana è contro un grande processo scientifiche. L'antologia 1946-83 di un grande poeta Le false confidenze di eguaglianza che si è determinato visionario del Sud che canta la « terra nella società italiana (o, piuttosto — del ricordo » in un dialetto reinventato. Uno dei capolavori di Marivaux come dice Asor Rosa — di "eguaglia- «Collezione di poesia», pp. xxxm-135, L. roooo ora sulle scene italiane. mento")? Io non credo. A cura di Cesare Garboli. Attraverso le riflessioni di Goli- Alfonso Berardinelli « Collezione di teatro », pp. xi-73, L. 5000 no, infatti, e il suo itinerario nei di- versi generi della produzione lettera- L'esteta e il politico Gilles Deleuze ria di Pasolini, si giunge al "pedago- Nietzsche e Eco, «finis Austriae» e New York, go di massa", al rapporto tra Pasoli- Marcel Proust e i segni Moretti e Wenders: stile, identità e consumi ni e giovani che negli ultimi anni del nuovo intellettuale piccolo borghese. Nuova edizione aumentata. della sua vita è divenuto tema domi- nante, e persino ossessivo. Il suo «Nuovo Politecnico», pp. xvm-83, L. 6500 «PBE», pp. v-167, L. 12 000 odio, e il suo disprezzo per alcuni fenomeni giovanili — a volte incon- sciamente travisati, a volte aperta- mente deformati — sono simboli di una condanna della società adulta, del "complesso del padre" di cui ha parlato anche Ferretti. E al centro di questo tormento c'è una visione tra- 4! l'età adulta. L'età adulta è equivalen- venta muta testimone di un'inde- suo segreto, riportandone la diver- gica, ma realistica degli effetti dello te alla realtà borghese. Ma i ragaz- scrivibile disperazione" (p. 58). sità in quei territori dell'umano do- sviluppo. Più che disuguaglianza, al- lettura di Ragazzi di vita nello sfasa- zetti, che dovrebbero rappresentare Di tal genere sono i contributi alla ve si pongono a ognuno i problemi lora, in nuce, c'è la valorizzazione mento tra il progetto cosciente, l'innocenza originaria dell'uomo lettura del romanzo. L'interesse della relazione con l'altro e della co- delle diversità: in un'idea che mai ideologico e politico, dell'autore e il istintivo, sono essi stessi figure di maggiore e l'attualità di questo libro municazione. I modi di rassicurazio- smette di guardare, non a caso, al- suo progetto inconscio. Sappiamo un'umanità malata, perdente, sono nascono però da altri motivi e ri- ne-rimozione che la cultura laica ha l'"odiosamato" Pei e alla sinistra. che, secondo le argomentazioni rifiuti. Là dove altri possono vedere guardano non tanto la letteratura di finora inventato per fronteggiare la L'attrazione momentanea per il Pr esplicite di Pasolini, il capitale ha le manifestazioni di un vitalismo Pasolini quanto la sua immagine di paura della morte, e altre situazioni nasce da qui: dal suo carattere liber- (tra le altre) la colpa storica di avere sfrenato, l'analista scopre i segni di personaggio pubblico e l'uso, cultu- estreme, appaiono da qualche tempo tario e non omologato, almeno in distrutto la cultura di un tipo uma- una diffusa sclerosi dei sentimenti e rale e politico, che ce ne viene ripro- insufficienti e sono in una fase di ri- apparenza. Ma già allora, ben prima no originale, che si incarnava nel di una solitaria aggressività. La pre- posto. Capita per Pasolini, come per pensamento. Si ha l'impressione dell'integrazione comoda di Pannel- sottoproletariato di Roma. Ha la senza ossessiva di deformità, sporci- altri poeti (penso a Campana) che che, su questi temi, stiano crescendo la nel Palazzo, Pasolini rivendicava i colpa del genocidio e dell'omologa- zia, materie immonde lascia intende- hanno avuto la vita tormentata da nuove e più alte aspettative, una tratti di un comunismo libertario zione culturale che in pochi anni re, forse, quella che fu, forse (sono scissioni interiori, contrasti esterni, nuova elab orazione culturale. Può Il prezioso saggio di Golino sug- hanno cancellato i giovani di borga- ipotesi che Carotenuto accenna con fallite integrazioni, di assistere oggi stare all'interno di tale orizzonte an- gerisce, allora, un'altra e successiva ta, creando un'infinità di piccolo- cautela), la nascosta e devastante pas- a un recupero che assume spesso la che il libro di Carotenuto, che ap- chiave di interpretazione: dal punto borghesi. Tuttavia le formule e le sione dell'autore: la riluttanza a se- forma della celebrazione e dell'esal- profitta dell'esemplarità della vicen- di vista dell'allievo, di Gennariello, posizioni pasoliniane sono contrad- parare ciò che è vivente da ciò che è tazione quasi sacralizzanti. C'è una da di Pasolini per avviare un discor- dell'"amato" (o odiato); dal punto di dette dal fatto che il giovane sotto- residuo morto, inerte, che dovrebbe tendenza ad accentuare il mistero so di carattere generale. Esso è sug- vista, perché no, del "giovane comu- proletario, protagonista collettivo di essere abbandonato. Il sottoproleta- della poesia e a vedere nei turbamen- gestivo soprattutto nei primi capito- nista", come la Fgci ha cominciato a Ragazzi di vita, è già guardato senza riato non offre di sé nessuna imma- ti psichici del poeta il segreto che ne li dove, intorno ai motivi della di- fare negli incontri della Mole Adria- compassione. L'autore lo blocca in gine costruttiva. Può darsi che in avvalora le intuizioni precorritrici e struttività inconscia, del potere, del- na. La chiave di Pasolini, in altre pa- una impossibilità di cambiamento termini psicoanalitici esso possa al- le diagnosi sociali. Invece gli stru- la morte, si sviluppa una riflessione role, come vero poeta della "questio- che lo condanna a morte: o muore ludere "alla dimensione più rimossa menti della psicoanalisi, se vengono volta a esplorare il rischio dell'esi- ne giovanile". Di quella parte della davvero (come Genesio e Marcello) della personalità pasoliniana, quella usati senza la presunzione di poter stenza e a favorirne il riconoscimen- società che più avverte, anche se in- o si inserisce (come Riccetto) nel dimensione di assoluta passività che acquisire verità compiute, operano to e l'accettazione. consapevolmente, la marxiana esi- • vuoto nullificante del sociale e del- invece di vivere si lascia vivere e di- laicamente. Abbassano il poeta e il genza di "riforma della coscienza". pag- Avanti, Piemonte! benpensante e consenziente egli arri- estrema di un lungo tirocinio di fondendo i tempi della narrazione, va all'atteggiamento opposto, ma scrittore-giornalista, che sfida colla sovrapponendo il presente e il passa- sempre interno a questa linea, di pagina descrittiva (per lo più di esu- to, alternando ai toni alti della rap- di Carlo A. Madrignani scrittore popolare di opposizione berante coloritismo, ma qualche presentazione storica la discorsività (almeno in Primo maggio), che si ri- volta, inaspettatamente, viva e "ve- dell'io narrante. volge ad un "popolo" diverso da ra") la composizione fotografica del Non va sottovalutata questa abi- EDMONDO DE AMICIS, Alle por- cis consiste forse in questa pronta quello che aveva conosciuto prima tempo o il grande quadro pompier. lità compositiva, questa sapienza dei te d'Italia, ed. anastatica con 172 auscultazione dei suggerimenti e del- della "conversione" socialista. Si sente l'ambizione a costruire, sul- dosaggi che danno respiro ad un li- illustrazioni di Gennaro Amato, le suggestioni degli editori e dei let- Con Alle porte d'Italia più ancora la base di una documentazione ricca bro di per sé composito e pesante. Meynier, Torino 1985, pp. 419, tori. Seppe e volle essere un tramite che con Cuore De Amicis sfoggia e accreditata, momenti di vita pie- De Amicis è anche in questo un au- cosciente fra questi due poli, scri- tutta la sapienza di uno scrittore-de- montese che siano, come si suol di- tore che intrawede la via moderna Lit. 89.000. vendo libri utili, cioè a tesi. E inte- scrittore che vuol allettare e convin- re, di palpitante immediatezza e di di "fare" il libro integrando generi e Se si vuol persistere nell'idea di un ressante constatare, nell'evoluzione cere sapendo già in partenza di poter abbagliante verità. Siamo fuori da formule divergenti (Cuore è da que- De Amicis tutto deamicisiano ecco di uno scrittore di questo tipo, come contare sulla naturale adesione di un quelli che erano stati i canoni impe- sto punto di vista davvero esempla- uscita, con l'onore di un'edizione egli abbia saputo andare fino in fon- pubblico aproblematico e condizio- ranti nel genere romanzo storico re). Costruire un'opera accostando anastatica di grande livello, un'opera do a questa sua sincera esigenza di nato. Tutto il libro trasuda slanci di proprio per questo gusto dell'imme- blocco a blocco secondo le regole di di De Amicis quasi dimenticata ora, popolarità, a questa sua ispirazione esaltazione piemontese e sfodera ad diatezza e della visività, ma soprat- un ordine calcolato ai fini di certi ef- letta e riletta invece al suo apparire all'utile e magari al didattico. Da ogni pagina compiaciute delibazioni tutto per il piacere di narrare che fetti è una preoccupazione non me- (1884) e nel decennio successivo. Si educatore e propugnatore del lettore storiche e paesaggistiche. È la punta l'autore esprime direttamente con- no imperiosa che quel saper scrive- re, su cui il classicista Scarfoglio ave- parla di Alle porte d'Italia, che lo va tanto da criticare. E certo lo scri- svelto e sagace Sommaruga riuscì nel vere svelto e rettilineo di De Amicis 1884 a carpire al solito Treves, sa- può dare un'impressione di povertà pendo quanto gli avrebbe fruttato e di semplicità al limite dell'incultu- pubblicare un autore così affermato, ra e dell'improvvisazione, ma è anche se non congeniale alla sua li- un'impressione errata, perché il De nea di scopritore di nuovi talenti e Amicis fu alla sua maniera uno scrit- di opere scandalose o dissacranti. Di tore esigente e pedante, alla ricerca fatto, come era prevedibile, Alle por- estenuata di facilità e scorrevolezza, te d'Italia conobbe un gran successo come di drammaticità e forti tinte. di vendite: due edizioni nell"84, rie- Non è solo la ufficialità ideologica dito da Treves nell"88 (con due pez- che sfibra queste pagine con tutta la zi aggiunti) e poi l'edizione di lusso loro provocatoria esaltazione di ge- illustrata da D'Amato nel 1892 (di nealogie di eroi e di gran dame, ma cui la presente è una splendida ripre- anche lo scoperto gioco di dare una sa). persuasività retorica, oltre che retto- Si trattò di un successo più di ven- rica, all'impresa storico-descrittiva dite che di critica. Secondo la sua (basti confrontare le tante pagine strategia di operatore culturale spre- drammatiche, belliche e patriottiche giudicato e scandalistico, Sommaru- del libro con il capitolo aggiunto ga, per compiacere, forse, al suo più nell"88 sulla Scuola di Cavalleria, prestigioso protettore, il Carducci, per avere un'idea di quanto più na- lasciò giudicare il libro sulle sue rivi- turale sia lo stile di una narrazione ste dai due recensori (entrambi car- garbatamente domestica, intessuta ducciani) delle nuove leve, Lodi e di memorie e sentimenti e aliena da Scarfoglio. Quest'ultimo non perse coazioni politico-educative). l'occasione per dar sfogo alla sua "cattiveria" di lettore esigente e mo- Qtiesto è il De Amicis, rettorico, derno. La critica di Scarfoglio sotto- patriota, drammatico e pedagogo, linea la natura composita e abnorme che il suo editore voleva — quello del volume sollevando la questione che ora ci appare tutto ottocentesco, dello stile e dell'organicità dello scri- interno cioè ad una forma dello scri- vere. Fino a concludere senza mezzi vere e del persuadere che ha in lui termini, dopo aver parlato di "stato un esempio di scoperta "ingenuità". d'ingenuità grammaticale", che l'ar- Ma va ribadito che si tratta di uno tista "a cui manca la forza ordinatri- stile epocale non così lontano dai ce del periodo, manca... per debolez- nostri parametri come siamo soliti za innata... la potenza procreatrice credere. Si pensi alla polemica di della fantasia". Carducci contro De Amicis (al poe- ta Alle porte d'Italia sembrò "con- Rileggerlo adesso, a cento anni di venzionale e grottesco"), alla loro vi- distanza, Alle porte d'Italia fa l'effet- cenda ideologico-politica con la pro- to di un libro parodistico, di ufficia- gressiva inversione di atteggiamenti lità trionfante e trabordante. Non nei confronti dell'Italietta. À distan- basta dire che è un libro del più acce- za di un secolo si può constatare la so risorgimentalismo, occorre ag- complessiva omogeneità culturale giungere che tratta di un risorgi- dei due contendenti, la loro quasi fi- mentaL. f :> acritico, di marca ultra- siologica complementarietà. Invece sabauda e per di più tutto e solo in- di abbandonarci a facili, e ovvie, pre- terno alla realtà storico-geografica se di distanza sarebbe opportuno ri- del Piemonte. È proprio il caso dello considerare questa cultura e questa scrittore che accetta d'identificarsi mentalità come parte di un'eredità toto corde con una ben precisa com- che è arrivata, lo si voglia o no, alle mittenza, mettendosi al servizio di soglie del duemila. un pubblico dai tratti distinguibili e sfruttabili. La modernità di De Ami- M f manifesto H I L i S S S/ ^ J SL - - -- ^ 35- G I O R NO 1JI L I D L I V I /A Rebibbia 82 M. RBfELU J-T A-p le sette ore decisive Con una nota di Rossana Rossanda dell'ultima lotta operaia bpuno IPOTESI PER U NA I G I A R D I NI MORANO! GIULIANO A L T E R N A T I VA j^TREBIL NARIA SS S S ^ f 6 a 4a edizione nuovamente riveduta e ampliata Introduzione di Clara Gallini Collana editoriale della Cooperativa manifesto anni '80. 1 libri (Lire 10.000 cad.) possono essere richiesti con conto corrente postale n. 50655000 intestato a Cooperativa il manifesto anni '80, via Ripetta 66 - 00186 Roma (tel. 06/6789567 per prenotazione), aggiungendo L. 500 per spese postali. f manifesto \ V libri J B H
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