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Statuti città territori in Italia e Germania tra Medioevo ed Età moderna / a cura di Giorgio Chittolini e Dietmar Willoweit PDF

508 Pages·1991·77.1 MB·Italian
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Istituto trentino di cultura Pubblicazioni dell'Istituto storico italo-germanico in Trento 1 2 Annali dell’Istituto storico italo-germanico Quaderno 30 Statuti città territori in Italia e Germania tra Medioevo ed Età moderna a cura di Giorgio Chittolini e Dietmar Willoweit Società editrice il Mulino Bologna 3 Istituto storico italo-germanico in Trento Gli statuti delle città italiane e delle Reichsstàdte tedesche Atti della XXX settimana di studio, 11-13 settembre 1989 Coordinatori: Giorgio Chittolini Dietmar Willoweit ISBN 88-15-03166-9 Copyright © 1991 by Società editrice il Mulino, Bologna. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. 4 Sommario Statuti e autonomie urbane. Introduzione, di Giorgio Chittolini P- 7 Città e territorio nel Sacro Romano Impero. Una introduzione, di Dietmar WilloWeit 47 Diritto territoriale, diritto cittadino e diritto dello Stato principesco, di Gerhard DilCher 63 Gli statuti delle città soggette a Firenze tra ’400 e '500: riforme locali e interventi centrali, di Elena Fasano Guarini 69 Legislazione e superiorità amministrativa durante il Medioevo in alcune città della Germania centrale e orientale, di Friedrich ebel •'^56 125 Statuti, legislazione e sovranità: il caso di Siena, di Mario asCheri 145 Gli statuti bolognesi tra corpi e sovrano, di Angela De BeneDiCtis 195 Diritto statutario e signoria territoriale in Baviera, di Hans sChlosser 219 Gli statuti delle città della Terraferma veneta nel Quattrocento, di Gian Maria Varanini 247 Appunti in tema di «potestas condendi statuta», di Claudia storti StorChi 319 5 Gli statuti cittadini e le leggi territoriali nell’eletto­ rato di Colonia e nel ducato di Kleve (1350-1550), di Wilhelm Janssen p- 345 Il diritto urbano in una signoria cittadina: gli statu­ ti mantovani dai Bonacolsi ai Gonzaga (1313-1404), di Isabella Lazzarini 381 «Arbitrium», statuti e signoria territoriale nelle cit­ tà tardomedioevali della Germania sud-occidenta­ le, di Pirmin spieB 419 «Capitola», «regulae» e pratiche del diritto a Ge­ nova tra XIV e XV secolo, di Rodolfo saveLLi 447 6 Statuti e autonomie urbane. Introduzione di Giorgio Chittolini Su un tema di così ricca tradizione storiografica, come è appunto quello oggetto del seminario, e quale semplice pre­ messa ai ben più corposi e articolati interventi dei relatori, queste pagine si limitano a richiamare sommariamente alcu­ ni spunti, relativi alla storia della legislazione urbana, con riguardo soprattutto all’efficacia e al significato che essa, in grazia della forza politica della città, potè acquisire, e man­ tenere, nell’Italia centro-settentrionale, fra la fine del Me­ dioevo e i primi secoli dell’Età moderna. 1. Statuti urbani si ritrovano in tutta Europa. Tuttavia il particolare rilievo che la città assume nell’Italia comunale fa sì che, anche dal punto di vista della storia del diritto, essa svolga qui un ruolo primario (quello stesso che essa svolge anche da un punto di vista politico e territoriale): di avvio, nella fattispecie, di una legislazione originale e innovativa, capace di porsi in una posizione centrale, come elemento anche di coordinamento e regolazione dei sistemi giuridici in uso: quel ruolo che altrove, in Europa, è svolto soprattut­ to da altre forze politiche: l’imperatore, i re, i principi terri­ toriali. La legislazione cittadina, nell’area dell’Italia comunale, sembra in effetti caratterizzarsi per la marcata preminenza che assume rispetto ad altre fonti del diritto: e ciò in parti­ colare per l’efficacia con cui giunge a imporsi, l’ampiezza e tendenziale generalità dei suoi contenuti, la sua capacità di estendersi al territorio, e di diventare legge anche per esso. 2. Con l’affermarsi degli stati regionali, fra XIV e XV seco­ lo, la legislazione dei principi e delle città ‘dominanti’ si 7 sovrappone alla legislazione delle città divenute suddite; gli statuti di queste vengono riformati; la potestas statuendi e la produzione normativa degli organi urbani di governo limita­ te e controllate. Tuttavia, fra Quattrocento e Cinquecento, pur in misura diversa nei differenti stati, norme statutarie e riformagioni, accanto ai decreti del principe, in un rapporto di sostanziale complementarità - ed entro il più ampio oriz­ zonte del diritto comune - conservano ampi ambiti di vali­ dità: ambiti difesi e dilatati con energia, talora non senza scontri e controversie, dai ‘corpi’ urbani. Nello statuto i cives vedono non solo il prodotto e il simbolo dell’antica autonomia, ma, oggettivamente, ritrovano in esso strumenti normativi tuttora capaci di dare espressione a istanze e inte­ ressi urbani; e in particolare a regolare secondo modi antichi e sperimentati larghi settori della pratica giudiziaria locale. 3. L’efficacia dello statuto e delle riformagioni (o, se si può dire, di un ‘diritto urbano’), risulta rafforzata dalla forte connotazione cittadina e patrizia del ceto dei giurisperiti (e dei collegi dei dottori) che localmente operano, con ampie competenze ed incisività di azione; e ancora dalla connota­ zione cittadina così di varie istituzioni (organi di governo, corti di giustizia) come di procedure e pratiche, che, pur entro i nuovi ordinamenti regionali, mantengono notevole importanza ancora nei primi secoli dell’età moderna. 4. Il tramonto dello statuto si svolge dunque in tempi assai lenti. Anche nei secoli XVII e XVIII la vigenza di molte sue norme resta indiscussa; e, nonostante quelle tendenze alla ‘uniformazione’ del diritto, ovvero, alla sua ‘regionalizzazione’ o ‘statalizzazione’, che si sono sovente sottolineate (tenden­ za che dello jus proprium riducono comunque il peso, sco­ lorandone le specifiche connotazioni urbane), ancora, nel­ l’ultima stagione dell’antico regime, lo statuto, per tutto quello che ha rappresentato e tuttavia rappresenta nella tradizione e nella realtà municipale, conserva una sua vigenza, e annovera anzi autorevoli e convinti sostenitori. 8

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