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Stato, governo, società. Per una teoria generale della politica PDF

142 Pages·1985·7.465 MB·Italian
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Bobbio Stato, governo, società Copyright© r98o, 198r, r978 e, per la presente edizione in volume, copyright © r985 Giulio Einaudi editore s. p. a., Torino Prima edizione nell'E,!ciclopedia Einaudi Norberto Bobbio Stato, governo, società Per una teoria generale della politica Indice p. VII Premessa Stato, governo, società La grande dicotomia: pubblico/privato I. 3 x. Una coppia dicotomica 5 2. Le dicotomie corrispondenti IO 3· L'uso assiologico della grande dicotomia I8 4· Il secondo significato della dicotomia 2. La società civile 23 I . Le varie accezioni 27 2. L'interpretazione marxiana 3I 3· Il sistema hegeliano 35 4· La tradizione giusnaturalistica 37 5· Società civile come società civilizzata 39 6. Il dibattito attuale 3· Stato, potere e governo 43 x. Per lo studio dello stato 55 2. Il nome e la cosa 66 3· Lo Stato e il potere 77 4. I l fondamento del potere 84 5· Stato e diritto 95 6. Le forme di governo 104 7· Le forme di Stato 117 8. La fine dello Stato 4· Democrazia e dittatura 126 x. La democrazia nella teoria delle forme di governo r28 2. L'uso descrittivo 130 3· L'uso prescrittivo 137 4· L'uso storico VI INDICE p. 141 5 . La democrazia dei moderni 144 6. Democrazia rappresentativa e democrazia diretta 147 7· Democrazia politica e democrazia sociale 149 8. Democrazia formale e democrazia sostanziale 150 9· La dittatura degli antichi 153 10. La dittatura moderna 155 11. La dittatura rivoluzionaria 159 Elenco delle opere citate Premessa Raccolgo in questo volumetto, senza sostanziali correzio ni, quattro voci scritte per l'Enciclopedia Einaudi, rispetti vamente nei volumi IV (1978), Democrazia/dittatura, XI (1980), Pubblico/privato, XIII (1981), Società civile e Stato. Sono temi contigui che si richiamano l'uno con l'altro, talo ra, e me ne scuso con il lettore, non senza qualche inevitabi le ripetizione. Il primo e il secondo sono presentati diretta mente sotto forma di antitesi. Il terzo e il quarto rappresen tano, alla loro volta, i termini di un'altra antitesi, non meno cruciale nella storia del pensiero politico: Società civile/ Stato. Una delle idee ispiratrici deJl' Enciclopedia, l'analisi di al cuni termini-chiave insieme con il loro contrario, mi era par ticolarmente congeniale. Nel 1974 scrissi un articolo sulla clas sica distinzione fra diritto privato e diritto pubblico e lo in titolai: La grande dicotomia'. L'antitesi democrazia/dittatu ra riproduce con termini del linguaggio comune la contrap posizione filosofica, da me piu volte riproposta, attraverso Kelsen e risalendo sino a Kant, fra autonomia ed eterono mia. L'antitesi società civile/ Stato era già stata da me illu strata storicamente attraverso l'opera di Hegel', di Marx, di Gramsci', analiticamente sotto il lemma Società civile del Di zionario politico dell'Utet. La trattazione per antitesi offre il vantaggio, nel suo uso descrittivo, di permettere all'uno dei due termini di gettar luce sull'altro, tanto che spesso l'uno (il termine debole) vie ne definito come la negazione dell'altro (il termine forte), per esempio il privato come ciò che non è pubblico; nel suo uso assiologico, di mettere in evidenza il giudizio di valore positivo o negativo, che secondo gli autori può cadere sul _l'uno o sull'altro dei due termini, come è sempre avvenuto VIII PREMESSA nella vecchia disputa se sia preferibile la democrazia o l' au tocrazia; nel suo uso storico, di delineare addirittura una fi losofia della storia, ad esempio il passaggio da un'epoca di primato del diritto privato a un'epoca di primato del diritto pubblico. Dei quattro scritti il piu ampio di gran lunga è quello su Stato, potere e governo, che riproduce la voce Stato. Esso rias sume e compendia in parte gli altri tre. L'ho concepito come un tentativo, non so quanto riuscito, di abbracciare il vastis simo campo dei problemi dello Stato, considerandoli dai due punti di vista giuridico e politico, spesso disgiunti, ovvero lo Stato come ordinamento giuridico e come potere sovra no. Vi ho espresso alcune idee che non avevo mai esposte prima d'ora con eguale compiutezza, specie per quel che ri guarda il potere, le sue varie forme, e i diversi criteri di le gittimazione. Gli altri saggi, invece, sono rielaborazioni di scritti precedenti o contemporanei: La grande dicotomia: pub blico/privato rinvia in parte a Pubblico-privato. Introduzione a un dibattito (r982)4, in parte a Democrazia e potere invisi bile ( r 980 )'; La società civile rinvia, oltre agli scritti citati poc'anzi, al saggio Sulla nozione di società civile (r968) •; De mocrazia e dittatura è tratto in gran parte dal corso La teoria delle forme di governo nella storia del pensiero politico (r976) 7• Si tratta di temi sui quali mi sono esercitato spesso in questi ultimi dieci anni: singolarmente considerati, costituiscono frammenti di una teoria generale della politica, ancora da scri vere. NORBERTO BOBBIO 1 Ora in N. Bobbio, Dalla struttura alla funzione. Nuovi studi di teoria del diritto, Edizioni di Comunità, Milano 19842, pp. 145-63. 2 In Id., Studi hegeliani. Diritto, società civile, Stato, Einaudi, Torino 1981, pp. 147•58. 3 Id., Gramsci e la concezione della società civile, Feltrinelli, Milano 1976, pp. 17·43· 4 In «Fenomenologia e società», v, n. 18, giugno 1982, pp. 166-77. 5 Ora in Id., Il futuro della democrazia, Einaudi, Torino 1984, pp. 7)-IOo. 6 In <<De homine», vu, n. 24-25, marzo 1968, pp. 19-36. 7 Giappichelli, Torino 1976. Slalo, govePDo, società I. La grande dicotomia: pubblico/privato r. Una coppia dicotomica Attraverso due commentatissimi passi del Cmpus iuris [In stitutiones, l, I, 4; Digesto, l, l, I, 2], che definiscono con identiche parole rispettivamente il diritto pubblico e il dirit to privato-il primo «quod ad statum rei romanae spectat», il secondo «quod ad singulorum utilitatem» -, la coppia di termini pubblico/privato ha fatto il suo ingresso nella storia del pensiero politico e sociale dell'Occidente, quindi, attra verso un uso costante e continuo, senza sostanziali mutamenti, ha finito per diventare una di quelle «grandi dicotomie» di cui una o piu discipline, in questo caso non soltanto le disci pline giuridiche ma anche quelle sociali e in genere storiche, si servono per delimitare, rappresentare, ordinare il proprio campo d'indagine, come, per restare nell'ambito delle scien ze sociali, pace/guerra, democrazia/autocrazia, società/comu nità, stato di natura / stato civile. Si può parlare corretta mente di una grande dicotomia quando ci si trova di fronte a una distinzione di cui si può dimostrare l'idoneità: a) a di videre un universo in due sfere, congiuntamente esaustive, nel senso che tutti gli enti di quell'universo vi rientrano, nes suno escluso, e reciprocamente esclusive, nel senso che un ente compreso nella prima non può essere contemporanea mente compreso nella seconda; b) a stabilire una divisione che è insieme totale, in quanto tutti gli enti cui attualmente e potenzialmente la disciplina si riferisce debbono potervi rientrare, e principale, in quanto tende a far convergere ver so di sé altre dicotomie che diventano rispetto ad essa se condarie. Nel linguaggio giuridico la preminenza della distin zione fra diritto privato e diritto pubblico su tutte le altre distinzioni, la costanza dell'uso nelle diverse epoche stori che, la sua forza inclusiva sono state tali da aver indotto un 4 STATO, GOVERNO, SOCIETÀ filosofo del diritto di indirizzo neokantiano a considerare i due concetti di diritto privato e di diritto pubblico addirit tura come due categorie a priori del pensiero giuridico [Rad bruch 1932, pp. 122-27 ]. I due termini di una dicotomia possono essere definiti uno indipendentemente dall'altro, oppure uno solo di essi viene definito mentre l'altro viene definito negativamente (la 'pace' come 'non-guerra'). In questo secondo caso si dice che il pri mo è il termine forte, il secondo il termine debole. La defi nizione di diritto pubblico e di diritto privato su riportata è un esempio del primo caso, ma dei due termini il piu forte è il primo, in quanto accade spesso che 'privato' venga defi nito come 'non-pubblico' («privatus qui in magistratu non est», Porcellini), raramente il contrario. Inoltre si può dire che i due termini di una dicotomia si condizionano a vicen da, nel senso che si richiamano continuamente l'uno con l'al tro: nel linguaggio giuridico, la scrittura pubblica rinvia im mediatamente per contrasto alla scrittura privata e vicever sa; nel linguaggio comune, l'interesse pubblico si determina immediatamente in relazione e in contrasto con l'interesse privato e viceversa. Infine, all'interno dello spazio che i due termini delimitano, dal momento che questo spazio viene to talmente occupato (tertium non datur), essi alla loro volta si delimitano a vicenda, nel senso che la sfera del pubblico ar riva fin dove comincia la sfera del privato e viceversa. Per ognuna delle situazioni cui conviene l'uso della dicotomia, le due rispettive sfere possono essere diverse, ciascuna ora piu grande ora piu piccola, o per l'uno o per l'altro dei due termini. Uno dei luoghi comuni del dibattito secolare sul rap porto tra la sfera del pubblico e quella del privato è che, au mentando la sfera del pubblico, diminuisce quella del priva to, aumentando la sfera del privato, diminuisce quella del pub blico: una constatazione che è generalmente accompagnata e complicata da contrapposti giudizi di valore. Quali che siano l'origine della distinzione e il momento della sua nascita, la dicotomia classica fra diritto privato e diritto pubblico riflette la situazione di un gruppo sociale in cui è ormai avvenuta la differenziazione fra ciò che appar tiene al gruppo in quanto tale, alla collettività, e ciò che ap partiene ai singoli membri, o piu in generale fra la società globale ed eventuali gruppi minori (come la famiglia), oppu-

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