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Speculum. L'altra donna PDF

173 Pages·1989·10.534 MB·Italian
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Il luogo cieco di un antico sogno di simmetria Una incognita nella scienza "Signore e Signori... Sull’enigma della femminilità gli uomini si sono lambiccati in ogni epoca il cervello... Neanche voi, in quanto uomini, vi sarete sottratti a questo rompicapo; dalle signore qui presenti non n aspettiamo questo: esse stesse sono l’enigma di cui noi parliamo."' Si tratta dunque per voi, uomini, di parlare tra voi, uomini, della donna, la quale non può essere interessata ad ascoltare o produrre un discorso riguardante Yenigma, il logogrifo, che rappresenta per voi. Il mistero che la donna è, costituisce dunque Yobiettivo, Yoggetto e la posta in giuoco d’un discorso maschile, d’un dibattito tra uomini che non dovrebbe interessarla, coinvolgerla. Del quale, al limite, non do­ vrebbe saper niente. Un riconoscimento troppo sicuro "‘Maschile o femminile’ — egli dice, essi dicono, per cominciare — è la prima distinzione che voi fate allorché incontrate un altro essere umano, e siete abituati a fare questa distinzione con assoluta sicurezza.” < lume? La cosa resta implicita e non sembra degna di nota tra voi. Si- li-nzio dunque su questa assoluta sicurezza che vi dà la garanzia di non sbagliarvi, a prima vista, sul sesso della persona che vi capita d’incon­ trare. L’importante è che voi siate ben convinti, senza alcuna esitazione, di non potervi sbagliare, che non c’è proprio nessuna ambiguità. La cultura (?) vi assicura, vi rassicura — o forse vi assicurava, vi rassi­ curava — che la discriminazione è infallibile. 1 Cfr. Freud, La femminilità [in Introduzione alla psicoanalisi, tr. it. di Fernando Dogana ed Ermanno Sagittario, Boringhieri, Torino 1969, pp. 513-533]. Questo testo - che di conferenza ha soltanto la forma — è stato scelto perché è tra gli ultimi scritti I titoli delle tre parti di cui si compone il volume figurano anche nell’edizione .li Freud; esso riunisce posizioni sviluppate e disperse in più testi, ai quali comunque si farà riferimento. Salvo diversa indicazione, i corsivi sono miei; mi capiterà anche originale francese. I titoli delle suddivisioni all’interno della prima e della terza • li modificare leggermente la traduzione e di completarla in caso di omissione. In ogni parte sono altresì dell’Autrice, ma nell’edizione originale compaiono soltanto nel­ taso neanche la più accurata delle traduzioni avrebbe mutato granché il significato di l’indice: sono stati inseriti nel corpo del testo da chi ha curato l’edizione ita­ questo discorso sulla "femminilità." [Anche alle corrispondenti traduzioni italiane di liana. [N.d.R] Freud sono state apportate delle leggere modificazioni, questo per meglio inserirle nel .liscorso dell’Autrice, e senza toccare i contenuti, se non in due o tre passi, segnalati in nota. N.J.T.] 9 Il modello anatomico Incertezze della scienza "La scienza anatomica condivide la vostra sicurezza in un punto “Può forse riuscirci la psicologia?" ad attribuire un qualche valore e non molto più in là. Maschile è il prodotto sessuale maschile, lo .illa sua, alle sue, incognita-e? Pare che siate “avvezzi a impiegare 'ma- spermatozoo e il suo portatore; femminile l’uovo e l’organismo che lo schile’ e ‘femminile’ anche come qualità psichiche, a trasferire nella ospita. In entrambi i sessi si sono formati organi che servono esclusi­ vita psichica la nozione di bisessualità,” definendo come più virili vamente alle funzioni sessuali e che, assumendo due diverse conforma­ o più femminili i comportamenti d’una certa persona. Ma in tal zioni, si sono verosimilmente sviluppati dalla stessa disposizione.” Qua­ modo il vostro discorso sedicente psicologico non fa che "arrendersi al­ le? Fino a questo punto si può dedurre che la specificità e la disposi-; l’anatomia e alla convenzione." In altre parole, questa distinzione non zione comune dei due sessi riguardano soltanto un processo di ripro-ì r d’ordine psicologico. D’altronde, in generale, voi connotate il termine duzione-produzione. E che in funzione di tale economia si stabilisce maschile di attivo, quello femminile di passivo, ed "è vero che una chi è maschio chi è femmina. L’oggettività detta scientifica si pronuncia relazione di questo tipo esiste.” Infatti “la cellula sessuale maschile è sulla questione soltanto in base all’evidenza, microscopica, della diffe­ attivamente mobile, cerca quella femminile, e questa, l’uovo, è immo­ renza tra cellule germinali. A meno che non riconosca anche l’evidenza bile, attende passivamente." Ed io Freud vi dico che "questo com­ (anatomico-fisiologica) del prodotto della copula. Il resto le appare, portamento degli organismi sessuali elementari è esemplare per la in verità, del tutto indecidibile per rischiare — come voi fate — un condotta degli individui nel rapporto sessuale." Il mio modo di ve­ giudizio, un verdetto differenziato. dere le cose, queste “cose,” si conforma dunque ad una prescrizione Certamente “gli altri organi, le forme del corpo e i tessuti mostrano data dall’anatomia alla psicologia, secondo l’ordine della mimesis, in­ un influsso da parte del sesso, ma l’influsso è incostante e la sua entità fatti la scienza anatomica impone la verità del suo modello ai "com­ variabile." E se vi capita di prestarvi troppa fede, essa — la scienza — portamenti psicologici." Nel coito l’uomo e la donna mimano il tipo non mancherà di mettervi in guardia. Infatti proprio essa “vi dice qual­ di rapporto che intercorre tra lo spermatozoo e l’ovulo: ‘ “il maschio cosa che contrasta con quanto vi aspettate e che probabilmente è fatta j insegue la femmina allo scopo dell’unione sessuale, la assale, penetra per confondere i vostri — e suoi? — sentimenti: vi fa osservare che in lei." Ma “con questo avete per l’appunto ricondotto, per quanto parti dell’apparato sessuale maschile si riscontrano anche nel corpo della concerne la psicologia, il carattere della mascolinità al momento ag­ donna, benché in stato atrofizzato, o viceversa.” Vi fa dunque osservare gressivo." Del carattere della femminilità, io, voi, noi... non parlia­ in questo fatto oggettivo “un indizio di bisessualità,2 come se l’indi- ; mone! E intanto, in questa dimostrazione, o attestazione, voi avete viduo non fosse uomo o donna, ma sempre l’uno e l’altra.” Siete dun­ attribuito del “desiderio” allo spermatozoo che corre verso l’ovulo. que uomo e donna. Uomo, o donna? Tuttavia — su questo siate si­ Ma ritorniamo a quella determinazione un po’ sfavorevole del ca­ curi, rassicurati — l’uno dei due caratteri prevale sempre sull’altro. Re- ì rattere psichico della mascolinità. La zoo-logia — adesso — vi invita sta che "la proporzione in cui il maschile e il femminile s’intrecciano ad una certa prudenza quanto all’attribuzione esclusiva dell’aggressi­ nell’individuo, è soggetta a oscillazioni assai rilevanti.” Conviene dun- ' vità al maschio. Essa vi ricorda infatti che “in alcune classi d’animali que far prova d’una certa prudenza prima di rivendicare la propria le femmine sono più forti e aggressive." Ricordarsi, per esempio, del appartenenza all’uno o all’altro sesso. Nondimeno, siamo seri e tornia­ comportamento sessuale del ragno! D’altra parte la zoologia non accetta mo alle certezze scientifiche, "in una persona sono presenti prodotti I pacificamente il fatto che “covare e allevare" siano funzioni specifica- sessuali di una sola specie — uova o cellule seminali.” A parte, pur- ; mente femminili. "In specie molto elevate, si osserva che i sessi si troppo, "casi rarissimi”... dividono il compito di covare o, perfino, che vi si dedica soltanto il “Non potete fare a meno di mettere in dubbio il significato fonda- maschio.” Dobbiamo dedurne che questi animali riescono, meglio di mentale di questi elementi [maschile e femminile] e trarre la conclu- j voi, a scindere la questione della differenza sessuale da quella della sione che ciò che costituisce la mascolinità o la femminilità sia un ca­ funzione parentale? e, in particolare, che essi sanno rilevare una distin­ rattere sconosciuto, che l’anatomia non può afferrare.” L’oggettività zione tra femminile e materno, tra sessualità femminile e maternage, del discorso scientifico, di quello anatomico almeno, riguardo la diffe- distinzione successivamente cancellata dalla “cultura”? renza dei sessi, finisce dunque per bloccarsi davanti l’attesa della sco- : perta d’una incognita. 1 Quel che conta è la (ri)produzione Ma il richiamo all’esempio della zoo-logia, su questo punto vie­ ne inteso male, non fa che perpetuare un malinteso. Poiché “nel 1 Corsivo di Freud. 10 11 cumpo della vita sessuale umana” proprio la madre dovrà servi­ qui è come certi termim diano una certa modalità all’enunciato che re da paradigma al femminile nel dibattito riguardante le relazioni Insinua trattarsi, in queste donne, d’un attivismo operante grazie a ima tra le coppie maschile/femminile e attivo/passivo. Infatti, prosegue «i ammessa docilità da parte dell’uomo. Singolare scelta d’un esempio il testo, è "inadeguato far coincidere il comportamento maschile con ili bisessualità... Comunque stiano le cose, Inattività” resta all’uomo l’attività e quello femminile con la passività. La madre è attiva in ogni per l’essenziale: durante il coito. Vi ricorderete infatti che cosi vanno senso nei riguardi del suo bambino.” L’esempio dell’allattamento su­ Ir cose presso certi animali: "le femmine sono più forti e aggressive, bito dopo citato come prova, rischia di sollevare dei problemi, non è mentre i maschi sono attivi unicamente nell’atto dell’unione sessuale." chiaro infatti come l’"allattare” — se non per i criteri linguistici (ver­ Tuttavia, se restate dell’idea che passività coincida con femminilità, e bo transitivo, attivo, ecc.), d’altronde relativi poiché il "poppare” pone idiività con mascolinità, vi sbagliate, perché “non risponde al nostro la madre nella situazione di oggetto dell’"attività" del lattante — «cupo ed è certo che non ci insegna niente di nuovo.” Che si deve possa interamente ridursi ad una attività. A meno d’assimilare l’al­ pensare allora? lattamento — ci torniamo... — alla fabbricazione concertata (?) d’un Riprendiamo, anzi continuiamo ad ascoltare, senza impazienza. “Si prodotto? Il latte sarebbe l’unica produzione incontestata della donna — madre — per giunta realizzata esclusivamente da lei. potrebbe pensare di caratterizzare psicologicamente la femminilità con In preferenza per mete passive, il che, naturalmente, non è la stessa Considerare il piacere nell’allattamento, suona qui escluso, misco­ cosa della passività. Forse succede che nella donna una preferenza nosciuto, vietato. Certamente apporterebbe in simili enunciati delle per il comportamento passivo e per aspirazioni passive, proveniente sfumature. Ma qui è in giuoco il monopolio dell'"attività” produttrice, dalla parte che le è riservata nella funzione sessuale, si protenda nella la spartizione d’un potere “fallico." Il modo in cui se ne parla a pro­ vita più o meno ampiamente, secondo i limiti, circoscritti o estesi, in posito dell’allattamento, è problematico, ma forse lo è ancor piu l’iden­ cui la vita sessuale funge da modello." Dunque, dopo aver denunciato tificazione di femminile e materno, della quale non si è abbastanza mi­ la non pertinenza dell’opposizione passivo/attivo per caratterizzare la surato l’impatto, l’impasse, e le prescrizioni. Tuttavia il discorso freu­ differenza femminile/maschile, si compie un tentativo di salvare la diano non vi si sofferma e prosegue nella sua strana ginecologia, non posta in gioco facendo intervenire la nozione, difficile da interpretare, senza aver prima messo fuori qualche quadro-, una (donna) madre che allatta attivamente il proprio bambino. di “mete passive.” Il che non significa che la nozione manchi d’in­ teresse e non meriterebbe un commento più lungo, ma di cosa si tratta Il che lascia gli interlocutori perplessi sui criteri della differenza qui se non di complicare l’economia dei rapporti attività/passività? sessuale. Ma il testo continua:.. In apparenza senza problemi né rot­ Autorizzando il loro funzionamento in ciascuno dei due poh maschi­ ture. Nondimeno questa come tante altre volte — soprattutto quando le/femminile ma in "tempi” differenziati e in qualche modo comple­ si tratta della donna — il filo del ragionamento, della logica, è stato mentari. Nella ripartizione dei "ruoli," ancora una volta e nonostante surrettiziamente spezzato. Nel testo vengono assunte diverse prospet­ tutto, alla donna si richiede la passività al momento del coito, una tive, le quali indubbiamente incrociano le cose dette in precedenza, certa attività essendole riconosciuta a mo’ di preparazione, attività ri­ collegandosi tra di loro in qualche modo, ma gli intrecci che ne risul­ gorosamente regolata secondo l’implicazione più o meno ampia del tano non si lasciano ricondurre dentro un discorso lineare, secondo la forma rigorosa e la misura della non contraddizione. Perché qui modello che sarebbe la vita sessuale. La funzione riproduttiva non viene esplicitamente menzionata, ma parla l’inconscio. Potrebbe essere altfimenti? soprattutto quando par­ la della differenza sessuale. quanto precede o segue, cosi come il richiamo ad altri testi,3 indica che la genericità della funzione sessuale ed il suo valere come modello altro non designano che quella funzione. Occorre salvaguardare il fatto che Adesso vi tocca ascoltare che "quanto più vi allontanate dallo l’uomo è il procreatore, che la produzione-riproduzione sessuale va ri­ stretto campo sessuale" — costituito dunque in attività regionale? ferita alla sua “attività,” al suo “pro-getto,” la donna essendo soltanto settoriale? specializzata? ma nei confronti di quale generalità? tota­ il ricettacolo che riceve passivamente il di lui prodotto, anche se a lità? capitale? — “tanto più chiaro diventa terrore di sovrapposi­ volte ha sollecitato, favorito, magari chiesto — facendo giuocare le zione’” (ma di sovrapposizione s’è trattato e si tratterà quasi costan­ proprie pulsioni a meta passiva — che sia collocato in lei. Matrice temente, il che non impedisce che se ne parli come d’un errore dal quale vi si mette in guardia). “Certe donne, con le quali riescono a in­ tendersi (?) soltanto uomini capaci di mostrarsi passivamente docili, che suona diversamente: “Le donne possono esplicare una grande attività in diverse possono esplicare un’esuberante attività in molti campi.”* Importante direzioni, gli uomini non possono convivere con i loro simili se non sviluppano un alto grado di passiva arrendevolezza.” (S. Freud, La femminilità, cit., p. 516) [N.d.T.]. 3 Cfr. i testi di La vita sessuale [tr. it. di Adele Campione, Sandro Candreva, Maz­ * Il testo qui si conforma alla traduzione francese e si scosta da quella italiana. zino Montinari, C. L. Musatti, Ermanno Sagittario, Boringhieri, Torino 1974], 12 13 — terra, fabbrica, banca — alla quale viene affidata la semente-capi­ presentazione, sull’interesse che l’una ha nel farsi il supporto, la com­ tale perché vi germini, si fabbrichi, dia frutti, senza che la danna possa plice d’una simile valutazione sulla "costituzione” femminile. È forse rivendicarne la proprietà o neanche l’usufrutto, dal momento che lei la prova che i suddetti ordinamenti sociali, nonché il testo di Freud si è sottomessa "passivamente” alla riproduzione. Lei stessa posse­ che vi trova qualche puntello, valutano ogni aggressività commisuran­ duta in quanto mezzo di (ri)produzione.4 dola a quella implicata nell 'omosessualità maschile'? La concorrenza e la rivalità nel commercio, in particolare quello sessuale, non può eser­ Si capisce allora come sia difficile fare la parte dell’attività e della citarsi che tra due maschi. Provengono di qui i divieti ribaditi nei passività nell’economia della riproduzione sessuale, il che non esclude confronti dell’aggressività femminile? Donde, nella donna, a meno d’in­ che si voglia interpretare giustamente il richiamo ad un’altra (per frangere e "gli ordinamenti sociali” e la sua “costituzione,” il for­ così dire) economia: 1) per pretendere di togliere l’indecisione o di marsi di forti impulsi masochistici che riescono ad erotizzare le ten­ sospendere Vindecidibile che una tale questione mette in gioco 2) per denze distruttive rivolte aH’“intemo.” Bisogna pure assegnarle qualche risolverla mediante l’attribuzione dell’"attività" all’uomo nel processo "ruolo" nel funzionamento della coppia dentro/fuori che viene, in un di generazione, ovvero per tagliar netto in termini d’opposizione pas- certo senso, a ripercorrere, e sostenere, l’opposizione passivo/attivo. sivo/attivo. Quanto all’“interno” — il suo, ovviamente —, la donna è dunque portata ad essere distruttrice, nulla infatti l’autorizza ad essere aggres­ Il ricorso ad un "altro” ordine subentra proprio a questo punto siva o attiva verso un altro interno o verso l’esterno (si potrebbe op­ dell’enunciato di Freud, in modo imprevedibile e ben poco esplicito. porre l’“attività” dell’allattamento, ma è rimasta da qualche parte come Come tra parentesi ed in una forma curiosa, d’ingiunzione: "Dob­ in sospeso). Se in lei si riscontra attività o aggressività, sarà senz’al­ biamo però badare a non sottovalutare l’influsso degli ordinamenti so­ tro connotata come “virile” o “distruttrice.” Dunque "il masochismo, ciali, che parimenti sospingono la donna in situazioni passive.” Di come si suol dire, è schiettamente femminile.” E come (io Freud) vi quale organizzazione sociale bisogna badare a non sottovalutare il po­ sto ridicendo. "Se però, come tanto spesso avviene, riscontrate il ma­ tere, capace di mantenere la donna in “situazioni passive”? Cosa vuol sochismo negli uomini, che altro vi resta da dire se non che questi dire parimenti? L’enumerazione di fattori concorrenti? Non si potreb­ uomini mostrano tratti femminili molto evidenti?" La cosa appare ab­ be però prospettare l’eventualità che l’uno prescriva “l’altro” dando­ bastanza spiacevole, tanto che s’interrompe questo filo di pensiero, e gli precisamente legittimità e magari producendo il discorso, l’ideolo­ andando a capo si conclude che: gia che lo determinano in quanto tale? Domanda questa che non po­ "Avete ormai capito che neppure la psicologia è in grado di scio­ trebbe essere aggirata, se gli "ordinamenti sociali” non fossero evo­ gliere l’enigma della femminilità." Chi ha compreso il processo se­ cati in modo tanto impreciso e generico, senza una presa di posizione, condo il quale le cose sono concatenate, se non colui che ne riceve da perdere ogni efficacia. Resta pertinente soltanto per il richiamo, in premio un’aggiunta di piacere? da questo gli viene una forza che non quasi coatto, d’un problema che s’impone, insiste, ritorna, ma i cui è per niente facile intaccare. Infatti, una volta ammessa la bisessualità, dati sembrano sfuggire al “conferenziere," il quale riconosce che “tutto perché concludere alla svelta sulle sue implicazioni, in particolare ri­ ciò è ancora molto oscuro. " Quanto, forse, il continente nero della fem­ guardo il masochismo maschile? Forse il mistero — l’istere* — non minilità? interessa soltanto la femminilità, neanche in questa conferenza dedi­ cata alla sua importanza ed a ciò che rappresenta. Allora, perché si vuole attribuire ad essa l’esclusività? Come se, per poter argomentare, Una differenza trascurata fosse necessario partire da una “sessualità maschile” chiaramente defi­ nita, definibile, praticabile, almeno questa. E tuttavia procede. “Vi è una relazione particolarmente costante, tra femminilità e vita pulsionale, che non vogliamo trascurare. Nella Dunque la psicologia non ci fornisce la chiave dell’enigma che è la ! donna la repressione — o la censura? — dell’aggressività, prescrittale femminilità, camera nera, cassaforte, luogo abissale, sottratto alle sue dalla sua costituzione — cioè? — e impostale dalla società — quale, indagini. “La luce deve venire da qualche altra parte.” (Non si rinuncia in che modo? — ...” Insomma non ci sarebbe nessuna forma d’ag­ tanto in fretta quando c’è stato a/su questo punto investimento d’una gressività consentita alla donna. Ma, di nuovo, la mobilitazione d’ar­ retorica dominata da metafore fotologiche.) La luce non può scaturire gomenti cosi eterogenei, come "la società" e “la sua costituzione,” in­ "se prima non abbiamo appreso come abbia avuto origine, in genere, duce ad indagare su come l’una, la società, detti prescrizioni alla rap­ * In francese hystère, parola coniata sul greco antico e nella quale possiamo leggere 4 Vecchio gioco le cui giravolte sono leggibili lungo tutta la storia della filosofia. insieme “utero” (ùo-cépa) e didietro (ùtmpov). [N.d.T.] 14 15 la differenziazione degli esseri viventi in due sessi, processo del quale che tale passaggio sia "più difficile e complicato” di quello richiesto non sappiamo nulla.” Calma dunque, non è cosa per subito. Ma in­ per diventare uomo. Anche questa impostazione dipende da un’eco­ tanto si sappia che per conoscere "l’enigma della femminilità" siamo nomia — della rappresentazione — alla quale Freud ricorre senza rimandati di nuovo alla scienza. criticarla, senza problematizzarla a fondo, sistematica il cui senso si A meno d’interpretare questo enunciato come se volesse dire che regola su paradigmi ed unità di valore determinati da soggetti ma­ la differenziazione in due sessi vi informerebbe chiaramente su uno dei schili. Il femminile diventa ciò che si decifra come inter-detto: nei due termini della differenza, da considerare solamente, o finalmente, segni o tra di essi, tra significati realizzati, tra le righe..., ed in fun­ come fattore variabile d’una sessualità — ma quale? — contrassegnata zione delle esigenze di (ri)produzione d’una moneta che passa per nel corso del suo stesso processo. In altre parole, per fare o dire luce fallica e di cui si può subito inferire che, mancandole il concorso di sulla (sedicente) sessualità femminile, si ammette che una differenza ab­ un(a) altro(-a), avrà bisogno del suo altro: sorta d’alter ego all’inverso, bia da sempre funzionato, della quale però non si tiene conto — forse un negativo — anche qui: fotografico, "nero” dunque. Inverso, con­ perché difficilmente rappresentabile? —, e da questa differenza si pre­ trario, contraddittorio perfino, di cui c’è bisogno per rilanciare o dare leva uno dei due termini — ma determinato in rapporto a che? — il il cambio ad un processo di specula(rizza)zione del soggetto maschile. quale viene assunto come “origine” la cui differenziazione genererà, por­ C’è bisogno che intervengano questi effetti di negativo conseguenti terà alla luce, l’altro. Così il medesimo contrassegnandosi — in più o in a, e attivabili dopo, una censura esercitata sul femminile la cui riap­ meno — produce l’altro la cui funzione differenziatrice si trova trascu­ parizione viene ammessa, anzi richiesta, in forme come queste: esse­ rata, dimenticata, oppure riportata in qualche estrapolazione che ar­ re/divenire, avere/non avere sesso, fallico/non fallico — pene/clito- riva all’infinito di qualche maiuscola: la Sessualità, la Differenza, il ride ma anche pene/vagina — più,fmeno, chiaramente rappresenta- Fallo, ecc. Finora di chiaro, di articolabile, non ci sarebbe dunque bile/continente nero, logos/silenzio o chiacchiere inconsistenti, desi­ altro che la storia (del)la pratica della “sessualità maschile” rispetto derio della madre/desiderio d’essere madre, ecc. Sono tutte modalità la Sessualità. d’interpretazione della funzione di donna rigorosamente postulate dal proseguimento d’una partita in cui la donna si trova sempre iscritta “Eppure l’esistenza dei due sessi è un carattere assai appariscente senza mai aver cominciato a giocare. Posta tra — almeno — due o della vita organica, mediante il quale essa si distingue nettamente due mezzi uomini. Cerniera che si adatta ai loro scambi. Riserva (di) dalla natura inanimata.” Viene il sospetto che si tratti d’una differenza negatività su cui si sostiene l’articolazione del loro passo * in un sottolineata con tanta enfasi per le esigenze del discorso. Una volta progresso, in parte fasullo, verso il controllo del potere. Del sapere. che l’eterogeneo si trova ridotto nella pratica sessuale, non ci capi­ Nei quali lei non ha parte. Fuori scena, fuori rappresentazione, fuori terà d’assistere ad una proliferazione delle differenze, ad una coazione gioco, fuori io. Potenza messa in riserva per le operazioni dialettiche nel differenziare, affinché il piacere sussista, oppure per angoscia d’in­ avvenire. Ci torneremo. differenza, almeno nell’arte o scienza della dialettica? "Frattanto contentiamoci — noi, uomini (analisti) — di studiare quei caratteristici individui umani che, per il fatto di possedere genitali Il lavoro di “diventare donna” femminili, sono manifestamente o prevalentemente femminili. È con­ forme alla natura della psicoanalisi proporsi non di descrivere ciò A proposito di questo “diventare donna” — che consiste soprat­ che la donna è — il che sarebbe un compito forse superiore alle tutto nel riconoscimento e nell’accettazione della propria atrofia fal­ sue forze — ma di indagare il modo in cui diventa tale, il modo in lica —, conviene rilevare come poco o nulla si dica, nell’elaborazione cui dalla bambina, che ha disposizione bisessuale, si sviluppa la della teoria analitica, sulla riduzione delle tendenze bisessuali dell’ donna." Non si può che esser d’accordo sull’impossibilità di rappre­ uomo. Problema indubbiamente più delicato in confronto alla cosid­ sentatasi) esaurientemente ciò che una donna è, dal momento che detta sessualità femminile. Quale “organo” maschile potrà esser messo una certa economia della rappresentazione — economia che la psico­ in ridicolo, come la clitoride? Pene troppo piccolo perché il confronto analisi non indovina quanto sia presente nel suo “discorso scienti­ non generi una svalutazione totale ed un completo disinvestimento. fico" — funziona grazie a un tributo che alla donna non è mai stato Certo, ci sono i seni. Ma sono stati classificati tra i caratteri secondari, pagato, e neanche contato. Contributo in forza del quale è stata ela­ detti secondari. Il che spiega la scarsa attenzione al fatto della loro borata la problematica dell’Essere. A rigore non è proprio possibile atrofia nel maschio ed ai suoi possibili effetti. Sicuramente a torto. descrivere l’essere della donna. Quanto a "indagare il modo in cui la Non si dimentichi la perplessità riguardo i criteri della differenza ses- donna diventa tale," c’è di che sorprendersi, ed insospettirsi, per il fatto che occorra diventare donna — in più, donna “normale” — e * In francese pas, che vuol dire anche: no. [N.d.T.] 16 17 suale a proposito dell’allattamento. Pare tuttavia che il fatto di iion enigmatico, tanto più che poco prima s’era detto che la "costituzione” avere l’utero sia da interpretare come la privazione più insopportabile propria della donna prescrive la rimozione dell’aggressività, rimozio­ per l’uomo, con la conseguenza che il suo contributo alla gestazione ne rinforzata dagli “ordinamenti sociali" come anche dalla "funzione — la sua funzione nell’origine della procreazione — appare meno sessuale" che noi le (riconosciamo. Che significato dobbiamo allora evidente, fino a poter esser messa in dubbio. Indeterminatezza alla dare a tale affermazione? partendo dal seguito del discorso? Cioè, quale dovrebbe sopperire tanto il ruolo “attivo” dell’uomo nel coito per esempio, che una certa precocità osservabile nella bambina — un quanto il suo nome proprio con cui contrassegnerà il prodotto della controllo acquisito prima delle escrezioni, una intelligenza più grande, copulazione. La donna, di cui è impossibile mettere in dubbio l’inter­ più vivace, una migliore disposizione verso il mondo esterno, ecc. — vento nel lavoro di generazione del bambino, diventa allora l’operaia si piegherà non senza resistenza alla funzione sessuale che le toc­ anonima, la macchina, alle dipendenze d’un signore-proprietario che cherà? È un possibile modo di lettura, anche se esitiamo a sostenerlo. appone il suo marchio sul prodotto finito. Non sembra, d’altronde, D’altronde le priorità riconosciute alla bambina sono immediatamente impertinente considerare gran parte delle produzioni culturali, soprat­ interpretate come un suo essere “più dipendente e docile," un “mag­ tutto, come la controparte o la ricerca di equivalenti della funzione giore bisogno che le si dimostri tenerezza" e presentate come una materna della donna. Il desiderio che a questo riguardo l’uomo piu forte propensione agli investimenti oggettuali. La sua precocità ostenta, di determinare lui stesso l’"origine," d’essere lui stesso quello nella produzione controllata di feci, di linguaggio, di scambi sociali che vi si riproduce, come sempre lui stesso, sono tutti indici non — di cui conoscete certamente il rapporto che hanno con la produ­ trascurabili. zione e circolazione della moneta — andrebbe dunque considerata Per l’uomo, dunque, non c’è divieto alcuno riguardo i sostituti semplice effetto del suo desiderio di funzionare essa stessa come che gli permettono di realizzare le tendenze bisessuali, purché queste “merce.” Le sue superiorità infantili avrebbero un solo movente, farla siano storicamente valorizzate (e non è questo il caso, ricordate, del apparire come il valore d’uso e di scambio più seducente. masochismo. E nemmeno, potremmo aggiungere, dell’omosessualità passiva, certamente perché troppo simile alla rappresentazione della Resta comunque, anche se l’anticipo nello sviluppo non sembra funzione femminile nel coito). Invece la repressione dei desideri chia­ "confermato da osservazioni precise,” resta che "la bambina non può mati fallici nella donna, la tiene in disparte, esclusa da un’eventuale essere definita intellettualmente inferiore." Ma, continua, “queste sua partecipazione all’elaborazione del simbolico, la quale continua differenze tra i sessi non vanno tenute in molta considerazione: pos­ a suscitare sospetto ed ironia da parte degli psicanalisti. Ad esempio: sono venir controbilanciate da variazioni individuali. Per i nostri in­ "Negli ultimi tempi abbiamo appreso qualcosa su questo argo­ tenti immediati possiamo trascurarle.” Dimentichiamo insomma la mento, grazie alla circostanza che parecchie nostre esimie (?) colleghe questione imbarazzante di questi aspetti d’una precocità della bambina, in analisi hanno cominciato a lavorare attorno al problema.” La loro nonché il problema di quello che diventeranno, per attenerci all’essen­ pratica ha contribuito con qualche informazione nuova, a chiarire ziale, al capitale dunque. certi punti della nostra teoria. “La discussione è stata particolarmente Il secondo riscontro che ci attende nel nostro studio sulla sessualità stimolante a causa della diversità dei sessi, poiché ogniqualvolta un della donna consiste nel fatto che “le svolte decisive (della sua storia) confronto sembrava andare a scapito del loro sesso, le nostre analiste sono avviate o compiute già prima della pubertà." Come per la prima, potevano esprimere il sospetto che noi analisti non avessimo supe­ cosi anche per questa seconda osservazione, o attestazione, non sono rato certi pregiudizi profondamente radicati contro la femminilità che dati argomenti. Almeno non al momento in cui viene esposta. Si può, ci impedivano d’essere imparziali (?!). A noi per contro era facile evidentemente, considerare tutto il testo restante — tutto il testo di evitare, invocando la bisessualità, ogni scortesia (?). Non avevamo Freud, in sostanza — come una dimostrazione della sua pertinenza: che da dire: ‘Questo non vale per voi. Voi siete l’eccezione, su questo il ruolo del complesso di castrazione nel "divenire (della) donna” inter­ punto siete più maschili che femminili.”’ Onde evitare ogni scortesia viene molto prima della pubertà. Non è forse superfluo esprimere la verso le nostre esimie “colleghe” capaci di fornire qualche lume su propria sorpresa vedendo che la partita è giuocata, o almeno regolata, aspetti frammentari della nostra teoria, ci basta(va) trattarle esplici­ prima che la procreazione — ne abbiamo intrawisto la preminenza, tamente da colleghi, prevenendo in tal modo ogni parallelismo che implicita o esplicita, in questa teoria della sessualità — non sia effetti­ potesse suonare svantaggioso al loro sesso. Sic... vamente possibile, materialmente realizzabile. Non resta che conclu­ dere, di nuovo, che tale preminenza trova altrove o altrimenti la propria "Affrontiamo l’indagine dello sviluppo sessuale della donna con razionalità. D’altra parte le caratteristiche femminili culturalmente, una duplice attesa. La prima è che anche qui la costituzione non si socialmente, economicamente valorizzate sono correlate alla maternità adatti alla funzione senza riluttanza.” Enunciato in se stesso un po’ ed al maternage: allattamento del bambino, restaurazione dell’uomo. 18 19 La bambina dunque, prima della pubertà, agli occhi d’una certa ideo­ ha bambina (non) è (che) un maschietto logia dominante non ha valore alcuno. Per di piu, secondo quanto affer­ ma Freud, nell’età propria del complesso di castrazione, "la vagina, che è propriamente femminile, è ancora da scoprire." Come dire che tutto si trova già deciso del ruolo impartito alla donna, e soprattutto delle rappresentazioni che gliene vengono proposte, e attribuite, prima an­ cora che la specificità socialmente riconosciuta al suo intervento nell’ economia sessuale sia praticabile, e prima ch’ella possa avere accesso ad un godimento singolare, “essenzialmente femminile." Si capisce allora che possa apparire soltanto come “mancante di,” “sprovvista di,” “invidiosa di,” “gelosa di"... Ma di che cosa? Entrambi i sessi sembrano attraversare allo stesso modo le prime fasi dello sviluppo libidico... Contro ogni aspettativa la bambina nella fase sadico-anale non manifesta un rallentamento dell’aggressività... Gli impulsi aggressivi delle femmine non lasciano nulla a desiderare quanto a ricchezza e violenza... Con l’ingresso nella fase fallica, le dif­ ferenze fra i sessi passano in seconda linea rispetto le concordanze... ora LA BAMBINA È un ometto... la bambina fa lo stesso (del ma­ schio) con la sua ancor più piccola clitoride... equivalente del pene... l’uomo più fortunato [di lei)... come passa dalla sua fase maschile a quella femminile... Quasi tutto quello che più tardi troviamo nel rap­ porto con il padre era già presente ed è stato trasferito successivamente sul padre (?!)... la differenziazione ulteriore dei sessi... quando la bam­ bina scopre il proprio svantaggio... fino allora aveva vissuto in modo maschile... il confronto col maschio... attività come quella che solita­ mente caratterizza il maschio... complesso di mascolinità... fenomeni residui del primitivo periodo mascolino... alla libido è stata fatta mag­ gior violenza... la natura tiene meno conto delle esigenze della funzione femminile che di quelle della virilità... il narcisismo in maggior misura alla femminilità... più gelosa... i loro interessi sociali sono più deboli e la loro capacità di sublimazione più ridotta che negli uomini... il con­ fronto con quanto avviene nel maschietto ci dice che il passaggio dalla bambina alla donna normale (?) è più difficile e complicato, poiché com­ r prende due compiti in più, per i quali lo sviluppo dell’uomo non pre­ senta alcun corrispondente...' Un ometto svantaggiato Dobbiamo dunque ammettere che la bambina è un ometto. Un ometto destinato ad un’evoluzione più difficile e complicata, di quella del bambino, per diventare una donna normale!... Un ometto dal pene più piccolo. Un ometto svantaggiato. Un ometto la cui libido subirà una più forte repressione ma la cui facoltà di sublimare gli istinti resterà più debole. Delle cui esigenze la natura terrà meno conto e che tuttavia 1 Queste frasi si trovano nel testo di Freud su La femminilità. 20 21 non prenderà parte alla cultura. Un ometto piu narcisista a -causa della ad esso più o meno adeguata, cioè più o meno buona. I più abili in­ pochezza dei suoi organi genitali ( ? ). Più pudico perché si vergogna del terpreti diventano allora i sognatori più dotati, più inventivi, più confronto svantaggioso. Più invidioso e geloso perché meno dotato. ispirati in tutto ciò che serve a perpetuare e rilanciare il desiderio Senza inclinazione verso gli interessi sociali condivisi dagli nomini del medesimo. Un ometto il cui unico desiderio sarebbe quello d’essere o di restare Ma quando questo desiderio arriva a dichiararsi, a teorizzarsi, a un uomo. prescriversi, nel nome e nel luogo stesso del rapporto tra i sessi, della differenza sessuale, sembra allora che le premesse affiorino per esser Così Freud — in una sorta di ritorno ancora cieco del rimosso — messe in discussione, proprio dal parossismo della dimostrazione, scopre alcune carte che, variamente mascherate, custodite in luogo dell’esibizione. Richiesto da tutte le figure dell’ontologia, l’a priori appartato, sottendevano il gioco, i valori, la gerarchia di valori, della del medesimo poteva conservarsi a prezzo d’un espatrio, d’una partita, di tutte le partite: il desiderio del medesimo, dell’identico estrapolazione, d’una espropriazione, di tipo teo-logico. Messo in a sé, del sé (come) medesimo, e del simile, dell’alter ego, insomma scena dall’uomo, ma non riportato direttamente a lui. Riferito a qual­ dell’auto... e dell’omo... dell’uomo, questo domina l’economia della che trascendenza cui si attribuiva la capitalizzazione degli interessi rappresentazione. La "differenza sessuale” dipende da una problema­ interni all’operazione. Ma quando l’uomo viene esplicitamente presen­ tica del medesimo, la quale ancora e sempre si trova determinata tato come il campione, l’unità di misura del medesimo, quando s’inter­ all’interno del progetto, della proiezione, del medesimo, nella sua preta in questo modo ciò che da sempre sottendeva, mascherato, il sfera di rappresentazione. La "differenziazione" in due sessi muove desiderio del medesimo — l’auto-erotismo più o meno differito, diffe­ dall’a priori del medesimo: la bambina ometto deve diventare un renziato in rappresentazioni autologiche o omologhe d’un "soggetto ’ uomo meno certi attributi — il cui paradigma è morfologico — capaci (maschile) — a questo punto il progetto della rappresentazione si di determinare ed assicurare la riproduzione speculare del medesimo. trova confuso nelle sue deviazioni e giustificazioni ideali. Si comincia Un uomo meno la capacità di (rap)presentarsi come uomo= una donna a scorgere il piacere che l’uomo può trovarci. E nello stesso tempo normale. In questo desiderio proliferante del medesimo, soltanto la s’impone la domanda: perché tale piacere deve toccare solo a lui? morte sarà il rappresentante d’un fuori, eterogeneo, altro; la donna assumerà la funzione di rappresentante della morte (del sesso), dell’ Freud dunque porta almeno due colpi alla scena della rappresenta­ essere castrato, di cui l’uomo si assume, per quanto può, la signoria, zione. Uno in un certo senso diretto, quando fa fallire una certa conce­ il dominio, trionfando sull’angoscia (di) morte nel coito, godendo zione del presente, della presenza, ponendo l’accento sulla posterio­ nonostante, o grazie a, l’orrore per la prossimità con questa assenza rità, la sovradeterminazione, la coazione a ripetere, la pulsione di di sesso, questa mortificazione del sesso, che evoca la donna. La prova morte, ecc. oppure segnalando con la pratica analitica l’impatto dei del coito avrà in più, come orizzonte teleologico, il pegno d’una rige­ meccanismi chiamati inconsci sul discorso del "soggetto." L’altro colpo nerazione indefinita, d’una ri-produzione del medesimo che sfida la è più cieco e indiretto, quando — lui stesso prigioniero d’una certa morte, nella procreazione del figlio, il medesimo del padre procrea­ economia del logos, d’una certa logica, in particolare del "desiderio,” tore. Attestante, per sé e per gli altri, il carattere imperituro del di cui misconosce il legame che ha con la filosofia classica — definisce germe maschile, il suo essere garanzia d’una identità a sé che si la differenza sessuale in funzione dell’a priori del medesimo e ricorre, perpetua. per puntellare la dimostrazione, ai procedimenti di sempre: l’analogia, il paragone, la simmetria, le opposizioni dicotomiche, ecc.; quando, parte in causa d’una “ideologia” che non rimette in questione, sostiene Il sogno degli interpreti che il godimento preteso maschile è il paradigma di ogni godere, e che ad esso fa riferimento, si sottomette e commisura, obbligatoria­ Non abbiamo finito d’enumerare, e nemmeno d’interpretare, le mente, ogni piacere. Cosa questa che per funzionare avrebbe dovuto facce, le forme, le morfologie che può prendere questo antico sogno almeno restare nascosta! Esibendo questo "sintomo,” punto di crisi del “ medesimo ” il quale è riuscito a sfidare gli indovini più chia­ della metafisica nel quale finisce per mostrarsi "l’indifferenza" sessuale roveggenti; il loro metodo infatti non ha mai interrogato la fede che che le assicurava coerenza e "clausura,” Freud lo propone all’analisi. per cominciare esso stesso accordava a quel sogno. Gli interpreti dei Il suo testo infatti si offre per esser capito, letto, come il contrassegno sogni non avevano altro desiderio che di ritrovare il medesimo. senz’altro più pertinente d’un antico sogno d’auto..., mai interpretato. Dovunque. Ed è vero che ricorreva dovunque. Ma in questo modo anche l’interpretazione si trovava catturata nel sogno d’identità, d’equi­ valenza, d’analogia, omologia, simmetria, confronto, imitazióne, ecc., 22 23

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